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comprendere quali fattori hanno portato all’odierno scenario energetico, successivamente
analizzato e approfondito nel quarto capitolo. In particolare, i diversi attori che influenzano
questo mercato sono suddivisi in funzione di sei aree geografiche di appartenenza, per
evidenziare le zone di maggiore produzione e di consumo, consentendo così di comprendere il
ruolo dei diversi paesi nello scenario mondiale. Nell’analisi vengono anche considerate le
riserve provate dei diversi paesi, per individuare quali siano i paesi che potranno influenzare
in futuro lo scenario petrolifero. In seguito, le scelte politiche, la crescita economica e gli
accordi stipulati dai governi nazionali e dalle società private con i paesi produttori vengono
messi in luce per poter individuare quale potrebbe essere lo sviluppo energetico dei diversi
paesi. Gli elementi geoeconomici e geopolitici così rilevati vengono inoltre messi a confronto
con riferimento alle diverse condizioni di vita e agli stili di consumo, presenti nei diversi
contesti, in quanto si ritiene che da questi ultimi dipenderanno fortemente i prossimi
andamenti della domanda petrolifera mondiale.
L’ultimo capitolo, il quinto, cerca di raccogliere le opinioni che alcuni tra i maggiori esperti di
settore hanno formulato con riferimento ai possibili scenari futuri del petrolio. Nella prima
parte del capitolo vengono analizzate le posizioni di quanti aderiscono alla visione proposta
da Mario King Hubbert, secondo la quale le riserve petrolifere raggiungeranno il picco di
massima produttività nel 2007, superato il quale subiranno una progressiva contrazione della
produzione, con un ritmo analogo a quello con cui essa era cresciuta. Nella seconda parte
vengono analizzate le teorie (sostenute da alcuni dei maggiori enti di ricerca e di studio) che
prospettano un esaurimento più lento delle riserve petrolifere, la cui durata è stimata intorno
ai trenta o quaranta anni. Infine, vengono analizzati i fattori che influenzano il mercato
petrolifero, gli avvenimenti che hanno portato all’attuale scenario petrolifero e come potrà in
futuro evolversi questo mercato.
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1 LE RISORSE ENERGETICHE
Per risorse si intendono tutti gli elementi presenti in natura che sostengono il funzionamento,
lo sviluppo e l’evoluzione del sistema terreste. Miliardi di anni fa sulla Terra le prime ed
uniche risorse presenti erano rappresentate dalle sostanze minerali e dalla luce solare. In
seguito si sono formati i mari, gli oceani e l’atmosfera, che hanno permesso lo sviluppo delle
prime forme di vita, vegetali ed animali, che hanno abitato la Terra. Inizialmente si trattava di
organismi molto semplici che popolavano gli oceani, i laghi e i fiumi. La maggior parte di
questi esseri viventi erano plancton e crostacei, e il loro ciclo di vita era, spesso, molto breve.
Questa situazione portò alla formazione, sui fondali marini, di uno strato di sedimenti
composto dalle carcasse di questi organismi. Sedimentazione che si realizzò in seguito anche
sulla terraferma, quando l’evoluzione portò alcuni di questi esseri viventi a trasformarsi in
esseri dapprima anfibi, quindi rettili e mammiferi.
Questi sedimenti, a loro volta, hanno permesso la formazione, attraverso processi chimico –
fisici generati dalla pressione dell’acqua o dai movimenti della crosta terrestre, di rocce
sedimentarie. Ed è proprio dalla trasformazione del carbonio, principale elemento di queste
rocce, che si arriverà allo sviluppo di alcune nuove risorse, fino ad allora inesistenti, ma
destinate a incidere in maniera significativa sullo sviluppo presente e passato delle società
umane: i combustibili fossili e gli idrocarburi.
La disponibilità e la qualità delle risorse sono due condizioni essenziali per il sostentamento
di tutte le forme di vita, vegetali e animali, secondo un complesso sistema di equilibri fra
utilizzazione, produzione e accumulo. Le risorse sulla Terra hanno continuato ad accumularsi
per miliardi di anni, fino alla comparsa dell’uomo che, con il suo ingegno, ha iniziato a
modificare l’ambiente che lo circondava per garantire e migliorare le proprie condizioni di
vita.
Le risorse possono essere suddivise in due grandi categorie: rinnovabili e non rinnovabili.
Le prime sono definite rinnovabili poiché il loro consumo non va ad intaccare l’ambiente
circostante e si rigenerano in tempi molto brevi. Alcune di esse, poi, sono definite flussi
poiché derivano dallo sfruttamento di fonti “in movimento” come la luce solare, l’acqua e
l’aria, da cui è possibile ricavare energia. Alcuni esempi sono:
- l’energia solare;
- l’energia eolica;
- l’energia idrica;
- l’energia dei moti ondosi;
- l’energia delle maree;
- l’energia geotermica.
Tra le risorse rinnovabili possono essere inserite anche le biomasse, che sono sostanze di
origine animale o vegetale, quindi non fossili, da cui può essere ricavato combustibile,
attraverso particolari lavorazioni. Alcuni esempi sono:
- l’etanolo (ricavato da canna da zucchero, barbabietola o mais);
- il biodiesel (ricavato da girasole, colza o soia);
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- il biogas (ricavato dai rifiuti urbani o dal letame);
- il pellet (ricavato dalla pressatura della segatura vergine).
Le risorse non rinnovabili, invece, sono definite scorte poiché sono destinate ad esaurirsi. I
processi che le generano impiegano milioni di anni per concludersi ed il loro consumo in
tempi brevi, quindi, porta inevitabilmente al loro esaurimento. Le principali risorse non
rinnovabili sono:
- il petrolio;
- il gas naturale (o metano);
- il carbone;
- l’uranio e il torio.
In geografia economica le risorse rinnovabili e non sono fatte oggetto di indagine in quanto
sono fattori fondamentali utilizzabili a fini economici. Ne consegue che, da un punto di vista
geografico, un idrocarburo come il petrolio assume rilevanza come risorsa energetica, nel
momento in cui vengono creati la tecnologia e le relazioni produttive necessarie per sfruttarla,
ossia per ricavarne energia. Inoltre, le risorse energetiche vengono studiate dalla geografia in
quanto fattori scarsi (le risorse per definizione sono scarse) distribuiti in maniera non
uniforme sulla Terra, dalla cui distribuzione spaziale e dal cui sfruttamento nell’industria
dipendono molti dei processi economici, politici e sociali globali.
A differenza del termine “risorsa”, il termine energia è impiegato dalla fisica per misurare la
capacità di un sistema fisico di produrre lavoro. Essa si misura, a livello internazionale, in
Joule, ma per calcolare il valore energetico di una fonte di energia si utilizzano il Tep
(tonnellate equivalenti di petrolio) o il Tec (tonnellate equivalenti di carbone).
L’energia disponibile sul nostro pianeta deriva prevalentemente dal Sole (99,98%) e soltanto
in minima parte (0,02%) da combustibili nucleari (uranio e torio), dalle maree e dall’energia
geotermica. L’energia che il Sole porta sulla Terra ha permesso in migliaia di anni la
formazione dei combustibili fossili (petrolio, carbone e metano), grazie alla fotosintesi, e
continua ad alimentare i cicli naturali, formando l’energia eolica, l’energia ondosa, l’energia
idraulica e tutti quei fattori (flora, fauna, ecc.) che rendono vivibile il pianeta.
Le fonti di energia si possono suddividere in primarie e secondarie: le prime sono a loro volta
suddivise in rinnovabili e non; mentre le seconde sono derivate dalle prime. Tra le principali
fonti di energia secondarie vi sono l’energia elettrica, la benzina e l’olio combustibile, tutti
derivati delle fonti energetiche primarie.
Nel tempo le capacità dell’uomo di utilizzare le risorse disponibili sono cresciute
permettendogli di fondare la propria società e la propria economia su di esse. Le fonti non
rinnovabili, in particolare, sono rimaste per secoli inutilizzate per la mancanza di tecnologie
adatte al loro sfruttamento e solo con la rivoluzione industriale è iniziato il loro impiego su
larga scala.
Come si approfondirà nei successivi capitoli, la prima risorsa non rinnovabile utilizzata nella
storia fu il carbone per la sua facilità di trasporto ed il suo alto potere calorico (6.000/9.000
calorie al Kg) e fu la base dell’industria per molto tempo. In seguito, a metà dell’Ottocento, fu
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scoperto il petrolio e grazie alla sua facilità di estrazione ed al maggior potere calorico
(10.000 calorie al Kg) riuscì, in alcuni anni, a sostituire il carbone come principale fonte di
energia.
Il gas naturale o metano viene estratto principalmente insieme al petrolio e negli ultimi venti
anni ha acquistato una sempre maggiore fetta di mercato grazie anche al suo minore impatto
ambientale. L’energia nucleare fu scoperta negli anni Quaranta e richiese parecchi anni per
poter essere sfruttata a pieno, ma data anche la scarsità della materia prima, l’uranio, ed i
problemi di sicurezza legati allo smaltimento delle scorie non ha mai conquistato il mercato,
lasciando largo spazio agli altri combustibili fossili, nonostante l’enorme potere calorico
dell’uranio (20 miliardi di calorie al Kg).
L’utilizzo delle fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica, è nato relativamente
tardi confronto ai combustibili fossili. Solo negli ultimi trent’anni si sono sviluppate
tecnologie per sfruttare queste fonti che non alterano l’equilibrio naturale. Lo sviluppo
tecnologico ha da un lato consentito lo sviluppo e l’impiego di nuove fonti energetiche,
dall’altro ha portato ad una sempre più forte richiesta di energia portando a un lento ma
inevitabile esaurimento delle risorse non rinnovabili del nostro pianeta.
Il progressivo incremento nei volumi e nella velocità dello sfruttamento delle risorse non
rinnovabili, create in milioni di anni di evoluzione sulla Terra, ha quindi portato a un sempre
maggiore e rapido consumo. Lo sfruttamento di queste risorse ha ridotto di molto la loro
disponibilità a livello mondiale e ha altresì portato a un’alterazione della qualità di altre
risorse naturali, come acqua ed aria, necessarie alla sopravvivenza di molte specie animali e
vegetali, oltre che dell’uomo. Questa situazione pone due problemi su cui si discute molto in
questo periodo: la fine dei combustibili fossili e la loro sostituzione con altre risorse
energetiche.
Indubbiamente, la fonte che ha dominato, e sta dominando, il mercato negli ultimi cento anni
è il petrolio: la sua importanza a livello mondiale è sempre cresciuta e, oggigiorno, tutte le
maggiori economie del mondo utilizzano il petrolio e i suoi derivati per rispondere alla
crescente domanda di energia. Il problema quindi, nei prossimi vent’anni, sarà se le riserve
mondiali riusciranno a rispondere alle richieste ingenti di energia che arrivano in maniera
sempre più evidente anche dai paesi asiatici, Cina e India in primis, oppure se saremo costretti
a cambiare radicalmente i nostri modelli di sviluppo e i nostri stili di consumo. Nel tentativo
di fornire materiale utile alla discussione su queste importanti tematiche, il presente lavoro di
tesi analizza l’evoluzione del mercato del petrolio dalla seconda metà dell’Ottocento ai giorni
nostri, con un approccio attento a metterne in luce gli aspetti geoeconomici e geopolitici
passati e presenti.