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1. I MATRIMONI MISTI IN ITALIA
1.1. Cosa sono i matrimoni misti
I matrimoni misti non possono essere considerati come fenomeni privati
che interessano esclusivamente i soggetti interessati, ma vengono invece
definiti come degli eventi collettivi, dove sia la famiglia che il paese di
origine possono essere soggetti a delle influenze da questo tipo di evento.
Anche se i matrimoni misti in Italia sono sempre esisti, è solo agli inizi
degli anni ’90 che c’é stato un reale interessamento da parte dei
ricercatori.
I dati oggi disponibili non sono numerosi e più che altro il problema
principale riguarda la possibilità di estrapolare dati definitivi su questo
fenomeno in quanto i diversi studi presenti possono adottare definizioni
diverse del matrimonio misto.
Infatti gli indicatori utilizzati nell’analisi di questi fenomeni possono essere
molteplici quali la religione, l’etnia o la razza: quello però che viene
maggiormente utilizzato è quello che si riconduce alla nazionalità.
In questo caso bisognerà però effettuare altre distinzioni, analizzando
prima di tutto le norme in vigore in ogni Stato che regolano l’acquisizione
delle cittadinanza da parte degli stranieri.
L’interesse suscitato dai matrimoni misti si collega soprattutto agli studi
che hanno come obbiettivo di studiare l’integrazione degli immigrati nel
nostro paese: la presenza di matrimoni misti produce un effetto
moltiplicatore in quanto più sono e più vengono considerati normali (Blau
1995).
Quindi l’aumento di queste unioni può essere un indicatore significativo
della diminuzione del pregiudizio razziale e sinonimo di una maggiore
integrazione delle popolazioni immigrate (Weber 1961).
Questi matrimoni vengono definiti “misti”
o “interculturali” (Rizzo 2002:12)
e hanno assunto una grande importanza perché riflettono la
trasformazione dell’Italia in un paese multietnico.
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Il matrimonio è di per se misto perché si basa sul concetto di mixité in
quanto si confronta la cultura femminile con quella maschile.
In questo caso si stanno considerando le unioni che interessano individui
appartenenti a contesti geoculturali o religiosi diversi.
L’espressione matrimonio misto designa l’unione coniugale i cui
protagonisti appartengono a due diversi gruppi nazionali o etnici
(Dizionario della diversità 1998:176).
Secondo la definizione data da Cesareo (1993: 95-97), il matrimonio misto
“esprime un’unione tra individui che spesso appartengono a religioni
diverse, società in cui il ruolo e lo statuto della donna sono differenti,
nazioni che hanno conosciuto dei rapporti di tipo dominante - dominato;
paesi i cui rapporti si inscrivono attualmente nel quadro delle relazioni
economiche e politiche tra paesi sviluppati e paesi del terzo mondo;
sistemi sociali caratterizzati da andamenti demografici contrapposti;
sistemi economici che si situano in posizione diverse sul mercato del
lavoro mondiale”.
E’ quindi chiaro come le definizioni che possono essere attribuite alla
coppia mista siano variegate e differenti in base al punto di vista adottato.
Di solito il matrimonio misto è soggetto ad una maggiore attenzione
quanto più sono evidenti le caratteristiche dei due soggetti interessati. Ad
esempio il matrimonio tra un cattolico e un protestante autoctoni susciterà
meno attenzione di uno matrimonio tra un cattolico autoctono e un
protestante straniero anche se sono entrambi dei matrimoni misti, uno solo
da un punto di vista religioso e l’altro sia dal punto di vista religioso che
nazionale.
Si può quindi affermare che esistano quasi delle linee invisibili che
dividono la popolazione autoctona dall’esterno che possono essere
ricondotte alla religione, alla razza e all’etnicità ma che sia soprattutto la
nazionalità ad essere riconosciuta come simbolo della diversità e della
distanza tra i coniugi.
Dato che l’Italia solo recentemente si è trasformata da un paese di
emigrazione a un paese di immigrazione, il criterio giuridico della
nazionalità viene visto come quello che più permette di identificare la
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coppia mista e di analizzarne le differenze aggiuntive rispetto alle coppie
tradizionali che possono derivarne.
Il matrimonio misto viene quindi legato a una nuova concezione di famiglia
dove qualsiasi tematica deve essere affrontata da diversi punti di vista e
le problematiche dal punto di vista sociologico, psicologico, giuridico e
religioso (Dizionario della diversità 1998:177) vengono rese più evidenti.
Da una prospettiva sociologica, bisogna considerare la distanza che esiste
tra i paesi di origine dei due coniugi: distanza che può essere non solo
culturale, ma anche economica e politiche. All’interno del nucleo familiare,
questa si traduce in un’unione tra individui che sono stati socializzati con
differenti modelli di divisione dei ruoli, di educazione dei figli, di rapporti
con la famiglia di origine.
Da una prospettiva psicologica, bisogna considerare il complesso di
aspettative che l’unione mista porta con sé, per cui in alcuni casi si verifica
una sorta di “scambio compensatorio” reciproco in cui ognuno dei due
coniugi avrebbe l’impressione di una conquista sociale attraverso il
matrimonio.
Da una prospettiva giuridica, i matrimoni misti si collegano al diritto
internazionale privato soprattutto in caso di una separazione e
all’affidamento dei figli minori ad uno dei due coniugi.
In questo caso la connessione più diretta è con il problema dei matrimoni
interreligiosi, in particolare delle unioni tra cattolici e musulmani, in quanto
sono entrambe delle tradizioni religiose che si basano su un diritto
matrimoniale molto diverso.
1.2. Perché si formano le coppie miste?
Come gli altri paesi europei, anche l’Italia negli ultimi anni si è trasformata
in poco tempo in un paese d’immigrazione: gli scambi commerciali, turistici
e comunicativi parallelamente all’evoluzione della società moderna hanno
contribuito a ridurre il suo isolamento culturale, rendendo più frequente e
quotidiano l’incontro e la convivenza con lo straniero.
Oltre al grado di isolamento geografico, altri fattori possono essere
considerati alla base della crescita dei matrimoni misti (Tognetti Bordogna
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1996: 27): ad esempio l’affievolimento del grado di repulsione dell’altro, la
diminuzione delle differenze tra i vari gruppi oppure lo squilibrio fra i sessi
tra i membri di uno stesso gruppo geoculturale.
Oltre agli immigrati che arrivano in Italia prevalentemente per la ricerca di
un posto di lavoro e per il miglioramento delle loro qualità di vita, è
cambiato anche il tipo di spostamento degli italiani: se nel passato
l’Italiano si recava all’estero per un trasferimento stanziale, oggi lo
spostamento è più temporaneo e soprattutto a carattere turistico:
aumentano in questo modo anche i contatti tra italiani-stranieri
direttamente nel paese di provenienza. Molte di queste storie continuano
anche una volta tornati in patria e si concludono con il trasferimento dello
straniero in Italia: mentre all’inizio si trattava solo di unioni contratte da
uomini italiani, negli ultimi anni si nota che anche per le donne italiane è in
corso un aumento costante.
In effetti, in base al Secondo Rapporto sull’Integrazione degli Immigrati in
Italia (2000:9), la normativa italiana sulla concessione della cittadinanza
tenderebbe a incoraggiare questi spostamenti di comodo aumentando
così i matrimoni fittizi: questi non solo non fanno altro che aumentare i
pregiudizi nei confronti delle coppie miste, ma tendono anche a
influenzare indirettamente i provvedimenti legislativi che possono essere
attuati nei loro confronti.
In realtà, le motivazioni che possono portare due individui appartenenti a
mondi diversi a creare un’unione mista sono molteplici.
Accanto ai matrimoni elettivi, fatti per amore, troviamo ad esempio il
matrimonio facilitatore che in questo caso rappresenta un passaporto per
la società di accoglienza e permette quindi l’inserimento accelerato dei
contraenti.
Nei vari studi condotti in Italia su questo tipo di matrimonio, i ricercatori
hanno sottolineato come i vantaggi che ne derivano sono molteplici: il
disbrigo delle formalità burocratiche, l’accesso ai servizi sociali, l’iscrizione
dei figli a scuola, i rapporti con le organizzazioni sindacali, la possibilità di
trovare un lavoro più facilmente e la possibilità di frequentare associazioni
di italiani e di frequentare i vicini (Tognetti Bordogna 1996:30).
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Il matrimonio riparatore è quello celebrato dopo la nascita di un figlio
mentre quello di convenienza o per le carte è un mezzo per acquisire uno
status giuridico previsto dalla nostra normativa e che quindi permette una
residenza legale sul territorio; ad esempio viene contratto dalle donne che
provengono da paesi dove sono in corso dei conflitti; oppure da coloro che
vogliono allontanarsi da una situazione di miseria o precarietà.
Il matrimonio con un cittadino italiano rappresenta il modo più semplice
per l’acquisizione della cittadinanza. Ad esempio, nel corso del 2000 sono
stati 9.545 (Caritas 2001) i cittadini stranieri che hanno infatti acquisito la
cittadinanza italiana: 84% dei casi di acquisizione è avvenuto per
matrimonio.
Altri soggetti si sposano con cittadini di un paese occidentale per
raggiungere la modernità di quella società e in questo caso si parla di
matrimonio intellettuale (è frequente tra gli scrittori e i giornalisti); altri lo
fanno proprio per motivi culturali, in quanto in dissenso con i propri valori
tradizionali e considerano l’unione mista come simbolo della rottura con il
proprio gruppo. In questo caso considerano la migrazione come una
chance culturale e di conseguenza considerano il matrimonio come un
mezzo per poter entrare a far parte a tutti gli effetti degli stili di vita
occidentali.
Di solito sono le donne che scelgono questo tipo di matrimonio: in questo
modo riescono ad evadere dalla propria famiglia e a mettere in
discussione i valori tradizionali: sono però le donne in molti casi che
sostengono il costo più alto perché i rapporti con i parenti o si modificano o
si interrompono.
Infine, negli ultimi anni, sono aumentati altri due tipi di matrimoni: quelli
d’agenzia, cioè contratti da un cittadino di un paese occidentale con una
donna straniera scelta esclusivamente su un catalogo e, fenomeno ancor
più recente, quello che avviene tra la badante e il soggetto curato
(l’anziano) ovvero con uno dei suoi familiari.
Infine bisogna anche sottolineare la presenza del matrimonio
riequilibratore che si basa su uno scambio reciproco compensatorio, dove
l’immigrato straniero viene visto come un coniuge di riserva da parte del
partner italiano il quale per motivi legati all’età o ad altri matrimoni