V
I criteri di qualità sono stati determinati attraverso alcune
pubblicazioni del Fachverband Deutsch als Fremdsprache di
Ratisbona, un istituto che organizza annualmente convegni
sull’insegnamento del tedesco come lingua straniera, e
attraverso lo schema di riconoscimento del British Council.
Infatti, anche se quest’ultimo si occupa della diffusione
dell’inglese, i criteri che applica alla scelta dei propri membri
possono essere utilizzati anche per analizzare la qualità di
corsi riguardanti altre lingue. Con i dati ottenuti, è stato messo
a punto un questionario da sottoporre alle direzioni delle varie
scuole di lingua tedesca presenti in Italia e in Germania. Per
quanto riguarda il mercato italiano, sono stati presi in
considerazione gli istituti principali presenti a Milano, mentre
per analizzare quello tedesco si è reso necessario un soggiorno
in Germania. Il mercato austriaco è stato studiato in modo
diverso, essendo stato impossibile recarsi anche in quel paese:
con la collaborazione dell’Istituto Austriaco di Cultura di
Milano sono state identificate le scuole leader e
l’organizzazione che ne promuove i corsi all’estero e ad essi è
stato richiesto materiale informativo, da cui sono state estratte
le informazioni utili.
Mediante manuali di linguistica e glottodidattica e
un’intervista alla Dott.ssa Daria De Bernardis, membro del
direttivo ADILT (associazione degli insegnanti di lingua
tedesca), sono stati esaminati il legame esistente tra economia
VI
e comunicazione e la sua incidenza sulla scelta, da parte di un
individuo, di studiare una lingua straniera.
La dissertazione è stata quindi organizzata nel seguente modo:
nel primo capitolo sono stati descritti l’importanza del tedesco
e il mercato potenziale interessato all’apprendimento di questa
lingua. Il secondo capitolo è stato dedicato, invece, alla
descrizione dei principi di marketing applicabili al settore
dell’istruzione. Nel terzo capitolo è stata delineata l’offerta di
corsi di tedesco in Italia, Germania, Austria. La dissertazione
si conclude con l’analisi del marketing mix di un caso
concreto: il Goethe Institut, il leader assoluto nel mercato
dell’insegnamento della lingua tedesca.
VII
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Lo scopo della tesi era quello di verificare se le scuole di
tedesco come lingua straniera applicassero un orientamento di
marketing, se cioè mirassero al soddisfacimento dei bisogni
dei clienti-studenti attraverso le loro offerte.
Il quadro che è emerso è duplice. Da una parte le scuole più
piccole dimostrano di non conoscere i principi di marketing e
di confonderlo con le tecniche di vendita e di comunicazione.
Esse hanno una mission implicita, non utilizzano alcuna
pianificazione e si lasciano trascinare dagli eventi perché non
dispongono di strumenti per prevedere gli sviluppi futuri del
mercato.
D’altra parte, le organizzazioni più grandi sono sempre più
consapevoli che per essere competitive devono utilizzare
chiare strategie di marketing. Due sono gli esempi concreti
emersi in questa dissertazione: CAMPUS AUSTRIA e il
Goethe Institut.
CAMPUS AUSTRIA, costituita da un insieme di scuole di
tedesco presenti in territorio austriaco, è sorta come
un’organizzazione orientata al marketing. Dopo avere definito
la propria mission, in altre parole la sua funzione principale,
l’organizzazione ha fissato gli obiettivi a lungo e medio
termine e le strategie che permettono di raggiungerli. Essa ha
anche individuato i mercati dove la domanda di tedesco è
elevata e su quei segmenti ha concentrato la propria attività.
VIII
La sua politica di marketing si basa essenzialmente su due
aspetti:
1. Lo sviluppo di programmi che soddisfino le esigenze
concrete del cliente-studente. Questo è possibile in quanto
sono stati fissati dei criteri minimi di qualità che le scuole
membro devono rispettare durante l’erogazione del
servizio. Questi criteri permettono infatti di standardizzare
i programmi e di fornire quindi un livello di qualità
costante.
2. L’utilizzo di una strategia di comunicazione che si basa su
un’efficace attività di pubbliche relazioni e, soprattutto,
sulla diffusione di un catalogo, per mezzo degli enti
austriaci presenti all’estero.
La situazione del Goethe Institut, analizzato a fondo come
caso di studio, è invece differente. Leader di mercato nel
campo dell’insegnamento del tedesco come lingua straniera,
l’organizzazione tedesca si è trovata a dover fronteggiare
all’inizio degli anni Novanta una congiuntura sfavorevole. Il
rafforzamento del marco sulle altre monete e la ripresa di
attività xenofobe di gruppuscoli neonazisti hanno causato una
contrazione delle iscrizioni. L’organizzazione ha così deciso
di adottare un orientamento di marketing e si è affidata a dei
consulenti esterni. Il mutamento di direzione si è basato
principalmente su due analisi: una riguardante il mercato, il
cui fine è stato quello di individuare le forze e le debolezze
IX
dell’intera organizzazione e le minacce e le opportunità che
provenivano dal mondo esterno, e una riguardante
l’organigramma della sede centrale. I risultati emersi hanno
spinto ad adottare molteplici misure:
• I programmi tradizionali sono stati adeguati alle esigenze
dei clienti, ad esempio il numero di partecipanti per classe
è stato ridotto, i curricola sono stati modificati e i
programmi per il tempo libero sono stati potenziati allo
scopo di permettere al partecipante di venire a contatto con
la cultura e la civiltà tedesche.
• Maggiore attenzione è stata rivolta a quel gruppo di
partecipanti proveniente dal settore industriale e
commerciale mediante l’elaborazione di un corso ed un
esame nuovi, per addetti di segreteria.
• Nuove offerte sono state sviluppate anche per segmenti
marginali come quelli degli anziani e dei giuristi, o per
coloro che fanno del turismo culturale.
• Il personale, già altamente qualificato dal punto di vista
didattico, è stato formato per diventare “part-time
marketers”. Con part-time marketer si intende un addetto
che, oltre a svolgere il proprio compito, si fa carico delle
attività di marketing fondamentali, in altre parole di tutti
quei piccoli accorgimenti che permettono di soddisfare
pienamente i bisogni dei clienti. L’organizzazione ha
infatti riconosciuto che la qualità del servizio viene
X
sperimentata direttamente durante la sua erogazione, dal
contatto diretto cioè tra cliente-studente ed addetti di
segreteria o corpo docente. Per fare questo è necessario
comunque migliorare anche l’ambiente di lavoro: tutto il
personale si deve sentire investito di una determinata
missione ed apprezzato per ciò che compie. A questo
proposito sono stati introdotti dei colloqui annuali tra
direttori di sede e collaboratori.
• La struttura dell’organizzazione è stata decentralizzata di
modo che ogni singolo istituto abbia la possibilità di
attivare delle strategie per migliorare la propria immagine,
controllare la qualità del servizio ed attirare più
partecipanti.
Mentre queste misure sono state implementate con esiti
positivi negli istituti tedeschi, delle riserve rimangono per
quelli esteri. A Milano ad esempio non sembra esserci una
vera pianificazione di marketing né un assoluto orientamento
al cliente: l’implementazione di alcuni corsi è stata un
fallimento per la mancanza di una reale richiesta da parte del
suo pubblico.
Tutte le scuole dimostrano in ogni caso di mirare
all’erogazione di un servizio di qualità. Alcune come il
Goethe e CAMPUS AUSTRIA hanno elaborato criteri
qualitativi propri; altre invece cercano di ottenere delle licenze
riconosciute a livello nazionale ed internazionale come quella
XI
per gli esami del Goethe, i diplomi dalla GfdS, la società per
la lingua tedesca, o la norma ISO 9001. L’applicazione di
questi criteri, per essere efficace, deve però essere parte
integrante di un orientamento di marketing generale, in modo
che i corsi organizzati soddisfino effettivamente i bisogni
linguistici dei propri clienti.
1
CAP. 1:
L’IMPORTANZA DELLA LINGUA TEDESCA
NELL’ATTUALE PANORAMA ECONOMICO E
CULTURALE EUROPEO
IL RUOLO DELLE LINGUE NAZIONALI ALL’INTERNO
DELL’ATTUALE SISTEMA ECONOMICO E LA SCELTA DI
APPRENDERE UNA SECONDA LINGUA STRANIERA
“La lingua è il sistema attraverso cui gli esseri umani
comunicano e interagiscono tra di loro per mezzo di simboli
audio-vocali arbitrari, usati abitualmente.” (R.A. Hall, 1964)
1
La definizione precedente sottolinea come ogni idioma sia
costituito da un insieme di segni, utilizzati da una determinata
comunità, principalmente per comunicare: per scambiarsi, in
altre parole, informazioni ed opinioni su sé stessi e su ciò che
accade nel mondo circostante
2
. In ogni lingua, si sviluppano la
cultura, le leggi, i rapporti politico-economico-sociali di un
popolo. Per questo, essa diventa il simbolo dell’unità
nazionale di un paese o delle pretese nazionalistiche di gruppi
etnici minoritari, all’interno di uno stato (es.: Baschi in
Spagna).
3
La maggior parte delle migliaia d’idiomi esistenti sulla Terra
1
Chrystal, David: The Cambridge Encyclopedia of Language – Cambridge
University Press 1987 – Cambridge – pag. 396
2
Chrystal, David: op. cit. – pag. 10
3
Chrystal, David: op. cit. – pag. 34
2
possono essere considerati lingue minori, in quanto sono
impiegati solo all’interno di una società, al di fuori della quale
non si viene capiti e non si comprende. Ogni lingua
costituisce potenzialmente una barriera comunicativa: se due
persone non conoscono bene lo stesso idioma, si creano
piccole e grandi incomprensioni, a volte insormontabili.
Problemi di carattere linguistico si presentano spesso nel
campo del turismo, della ricerca, della politica,
dell’amministrazione pubblica e dell’economia. Crystal
riporta un fatto accaduto nel 1970 in America, allorché molte
persone morirono per aver mangiato funghi velenosi. Un
rimedio era già stato scoperto, ma non era conosciuto dai
medici americani perché l’articolo, che lo descriveva, era stato
redatto in una lingua europea a loro ignota.
4
A livello economico, la mancanza di competenze linguistiche,
diverse da quelle della lingua madre, ostacola i processi di
internazionalizzazione delle aziende e, quindi, la loro
penetrazione nei mercati esteri. Le industrie si trovano oggi,
infatti, ad agire in un’area di scambio che supera sempre più i
confini nazionali, per inglobare l’intero pianeta.
5
Per essere
competitive in un tale sistema, esse devono riuscire a:
• Creare relazioni con l’estero;
4
Chrystal, David: op. cit. – pag. 342
5
ISFOL: Imparare le lingue nella piccola e media impresa – Franco Angeli
1994 – Milano – pag. 19, 20
3
• Percepire le nuove tendenze di mercato, mediante la
raccolta di informazioni;
• Condurre trattative a più ampio raggio, per poter
aumentare le esportazioni;
• Fare concorrenza non più attraverso il prezzo, ma
mediante la fornitura di servizi di qualità;
• Elaborare Know-How.
6
Tutte queste attività sono fattibili, solo se all’interno delle
aziende viene impiegato del personale qualificato, che sia in
grado di utilizzare una o più lingue straniere. Le necessità
linguistiche di ogni addetto sono però diverse, a seconda della
mansione che egli ricopre. Mentre coloro che occupano una
posizione direttiva ed amministrativa devono possedere ampie
competenze sia linguistiche che culturali, per poter instaurare
rapporti con partner esteri e conoscere meglio i mercati che si
servono, nel ramo commerciale è richiesta, in primo luogo, la
padronanza della lingua standard e del linguaggio settoriale
corrispondente. Per la funzione tecnica, è invece rilevante la
comprensione scritta della propria microlingua, in modo da
essere in grado di leggere manuali e relazioni.
7
Dalle analisi sul fabbisogno linguistico di piccole e medie
industrie italiane, condotte sotto l’egida dell’Unione Europea,
6
ISFOL: op. cit. – pag. 212
7
ISFOL: op. cit. - pag. 34
4
nell’ambito del programma Lingua Azione III, è emerso che
nelle aziende “è sovrastimata la capacità di leggere la
corrispondenza (fax, telex e lettere), di scriverla, e l’abilità di
parlare e capire, soprattutto al telefono.”
8
La formazione
linguistica richiesta risulta, quindi, iperspecialistica. In
particolare:
• Il saper parlare e capire sono considerate le abilità
principali. Si deve infatti essere in grado di (in ordine di
importanza):
™ Parlare al telefono;
™ Gestire situazioni sociali (saluti, formule di
presentazione, conoscere consuetudini comportamentali
e comunicative, come l’utilizzo del nome proprio o del
cognome durante incontri o trattative);
™ Presentare l’azienda o i prodotti;
™ Condurre trattative di compravendita o collaborazione,
ecc.;
™ Partecipare a meeting/ riunioni;
™ Dare istruzioni/ spiegazioni/ dimostrazioni;
• Il saper scrivere e leggere si orienta sulla redazione e
comprensione autonoma di (sempre in ordine di rilevanza):
™ fax e lettere;
™ letteratura professionale;
™ istruzioni e manuali;
8
ISFOL: op. cit. – pag. 155
5
™ contratti;
™ appunti.
9
Da ciò che è emerso fino ad ora, sembra che la motivazione
principale che spinge una persona ad apprendere una lingua
straniera sia soprattutto di tipo strumentale: la padronanza di
una lingua come mezzo per raggiungere altri scopi, ad
esempio trovare un buon impiego.
Esistono altri due tipi di motivi:
• culturale: molti sono affascinati dalla cultura e dalla
società di un paese e vogliono impararne la lingua per
poter comunicare con le persone che la parlano
quotidianamente ed avvicinarsi così alla loro civiltà.
• individuale: l’apprendimento di un idioma è considerato
un modo per maturare interiormente; il contatto con una
società ed una cultura differenti permettono ad una
persona di aprirsi verso ciò che è ignoto e scoprire in sé
nuove potenzialità.
10
L’interesse per il tedesco, il francese, lo spagnolo e le altre
lingue minori è fortemente in pericolo, a causa dell’egemonia
dell’inglese. L’importanza che l’Inghilterra prima, e gli Stati
Uniti d’America poi, hanno avuto negli ultimi due secoli, sia
in campo economico che politico, ha fatto assumere
all’inglese il ruolo di lingua veicolare. Esso è, invero, la
9
ISFOL: op. cit. – pag. 105, 115, 116, 123, 124, 145, 146, 147, 288, 293
10
Intervista alla Dott.ssa Daria De Bernardis, membro del direttivo ADILT
6
lingua “ufficiale” dell’editoria, della scienza, della tecnologia,
della diplomazia, dell’economia, delle conferenze, dello sport,
della musica rock, della pubblicità, degli aeroporti e del
traffico aereo, nonché di Internet.
11
Essendo un idioma così
diffuso, le persone che desiderano apprendere una lingua
straniera, normalmente si rivolgono verso il suo studio.
12
11
Chrystal, David: op. cit. – pag. 358
12
ISFOL: op. cit. – pag. 10, 16, 31, 34, 120
7
IL TEDESCO E IL MERCATO POTENZIALE INTERESSATO
AL SUO APPRENDIMENTO
Il tedesco viene parlato da circa 100 milioni di persone in
Germania, Austria, Svizzera e Liechtenstein, nazioni in cui
esso è anche lingua ufficiale. A questi, si aggiungono
popolazioni tedescofone in Lussemburgo, Belgio, Francia,
Italia, e nei paesi dell’Est, come Romania, Ungheria, Polonia
e nell’ex Unione Sovietica.
13
All’interno dell’Unione
Europea, la comunità di lingua tedesca è, di fatto, la più
numerosa. Questo ha una certa rilevanza anche sul piano
politico: il tedesco viene utilizzato come lingua di lavoro
dall’Unione Europea e dall’EFTA (European Free Trade
Association).
14
In questo idioma si sono espressi alcuni tra i maggiori nomi
della cultura mondiale: Goethe, Kafka, Mozart, Brahms, Kant,
Einstein, Lutero, Marx, Mann, solo per citarne alcuni. Per di
più, il 18% dei libri stampati nel mondo è scritto in tedesco
che è, difatti, ancora molto apprezzato da chi compie studi
universitari.
13
ADILT (a cura): Il tedesco in Italia – Dossier 1994. – pag. 5, 42
14
Wolff, Armin (Hrsg): Deutsch als Fremdsprache im europäischen
Binnenmarkt – Fachveband Deutsch als Fremdsprache 1993 – Regensburg – pag.
8