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Introduzione
Gli obiettivi posti durante questa ricerca sono:
- comprensione dell’ambiente nazionale e internazionale nel quale
operano e competono le principali aziende
- analisi delle strategie adottate
- analisi dei canali distributivi: essi svolgono un ruolo fondamentale
nella creazione del valore per il cliente e di conseguenza per l’intera
filiera, perché rappresenta il canale di orientamento e di accesso al
prodotto oltre che di piattaforma informativa per l’azienda stessa
- analisi settoriale in termini di domanda e offerta, quali sono i principali
paesi importatori ed esportatori; analisi di Porter.
Ogni fase di questo studio ha richiesto l’applicazione di differenti
metodologie d’indagine.
Nella prima fase, in cui è analizzato il settore orologiero e le sue
dinamiche competitive, le informazioni sono state ricavate da:
- siti internet di associazioni di categoria (assorologi)
- documenti pubblici di istituti di ricerca (Istat, Ecostat, FHS)
- ricerche di istituzioni nazionali e internazionali legate al settore (CBI).
Per la revisione della letteratura, si è svolta una ricerca bibliografica su
libri, riviste, articoli presenti sia nelle Biblioteche dell’Università di
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Napoli Federico II, sia in database come Emerald, Google Scholar e
Essper, Biblioteca, Università Carlo Cattaneo.
Infine, si è scelto di effettuare un caso studio, ovvero di eseguire
un’analisi approfondita di un’azienda, la Timex Corporation.
Lo studio è stato effettuato sulla base delle informazioni raccolte durante
un’intervista al Dott. Macchioni, Direttore Generale Timex, e sulla base
dei dati forniti dal sito ufficiale dell’azienda.
L’obiettivo di questo lavoro è l’analisi del settore orologiero, includendo
sia l’alto di gamma sia orologi di media fascia nati non solo per misurare
il tempo ma anche per essere un accessorio da abbinare secondo l’umore e
il proprio look.
Il settore dell’orologeria ha una lunga storia, per tale motivo all’inizio
della ricerca è stato dedicato un capitolo all’evoluzione storica dei
prodotti, dei produttori e dei gusti dei consumatori.
Il settore dell’orologeria risulta, poi, di estremo interesse tanto da
approfondire nel capitolo successivo le dinamiche strategiche e
analizzarlo in termini di domanda e offerta, di import e di export, fino a
giungere all’analisi di Porter per comprendere quali siano i possibili
sostituti, i principali concorrenti, il potere contrattuale sia dei fornitori che
dei clienti.
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Il settore dell’orologeria e, in esso, il segmento dell’alta orologeria si
presentano come ambiti competitivi molto internazionali nei quali operano
contemporaneamente grandi gruppi multinazionali multibrand, grandi
gruppi focalizzati su uno o due marche e aziende di dimensioni più
contenute.
Successivamente è stato analizzata la distribuzione, articolata secondo
diversi canali e le scelte di consumo sono influenzate da molteplici
variabili.
Pur essendo un settore di dimensioni relativamente piccole presenta,
quindi, tutte le complessità proprie di settori di ben maggiori dimensioni.
Il lavoro entra nelle dinamiche profonde del settore, analizzando le
inefficienze del rapporto tra industria e distribuzione come il mercato
parallelo o grey market.
Nei capitoli successivi si sono effettuati due tipi di analisi:
- Analisi delle strategie utilizzate dalle aziende per comprendere quali
siano i modelli di business utilizzati dai diversi attori presenti sul mercato
- Caso studio: analisi dei prodotti offerti, canali distributivi,
comunicazione, esaminato il posizionamento sul mercato e approfondito
le strategie future per competere in tale segmento.
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Infine, nella ricerca si sono analizzate aziende importanti divise in base al
paese di origine per comprendere quali siano i principali leader nel
mercato.
Pur essendo il segmento identificato concentrato sia dal lato della
produzione che dei principali mercati di consumo, in Italia si contano più
di 150 marche di orologeria, di diversa fascia, incluso anche il livello
medio, ma tutte caratterizzate da un buon livello qualitativo.
Considerando la situazione di mercato e il controllo attento della
distribuzione da parte delle marche storiche, ci si chiede quale sarà lo
spazio nel futuro per l’ingresso di nuove marche nel segmento e se il
mercato italiano sarà ancora attrattivo, per le nuove marche che si
affermeranno, in un panorama sempre più globale.
Una marca nascente, per riuscire a proporsi sul mercato italiano e
diventare interessante, deve individuare un’area di debolezza, e presidiarla
con velocità e attenzione. Il prodotto è la chiave di volta per entrare nel
mercato; un solo modello dalla forte creatività può diventare un potente
acceleratore di notorietà per la marca. Quest’operazione, però, può essere
molto rischiosa, perché richiede che il prodotto sia fortemente innovativo
e un consistente potenziale economico e d’investimento per riuscire a
posizionarlo velocemente nei punti vendita adeguati.
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Per concludere, è importante evidenziare che è relativamente più semplice
lanciare un nuovo prodotto nel segmento maschile dell’alta orologeria, in
genere ben disposto ad accogliere novità dal punto di vista della tecnica
costruttiva dei movimenti. Nell’alta meccanica si riesce agevolmente a
trovare nuovi argomenti di interesse per la mercato. Il lancio della
categoria orologi – gioiello è tendenzialmente un’area più rischiosa
considerando l’importanza della tradizione e della storia di alcune aziende
protagoniste.
Due sono le leve utilizzate dalle marche nascenti per comunicare il
proprio posizionamento nell’alto di gamma: le complicazioni e la
selettività della distribuzione; per loro diventa importante costruire una
credibilità che consenta di supportare un certo tipo di portafoglio prodotti.
Indipendentemente dall’evoluzione che ci sarà nel contesto internazionale,
probabilmente, il mercato italiano conserverà la sua funzione storica di
trend setter nell’orologeria meccanica di alto di gamma, potendo contare
comunque su un vasto pubblico di appassionati competenti che si
rivolgeranno sempre di più a quelle strutture fortemente specializzate che
sapranno conservare la focalizzazione sulla clientela locale.
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Capitolo 1
Evoluzione settore orologiero
1. Storia dell’orologio
L’orologio, meccanismo di misurazione del tempo, era qualcosa di
completamente diverso dai perfetti meccanismi miniaturizzati che
conosciamo oggi; all’origine era grande almeno cento volte più di quello
che siamo abituati a vedere oggi.
La prima forma di misurazione del tempo in forma di oggetto opera
dell’uomo, fu ottenuta con la “meridiana”: un paletto conficcato nel
terreno che sfruttando il cambio di posizione della terra nei confronti del
sole proiettava la sua ombra sul terreno, all’interno di un cerchio sul quale
si segnavano i numeri che suddividevano il giorno in modo tale da
indicare il momento della giornata a cui si era giunti. Essa subì dei
miglioramenti nel tempo, ma nonostante questo presentava notevoli
problemi.
Alla base del funzionamento della meridiana c’era il sole , che ovviamente
di notte e nelle giornate nuvolose non era presente e ciò ne limitava
l’utilizzo. Si passò quindi all’invenzione della clessidra, nella quale la
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sabbia passava da un contenitore all’altro dando la possibilità a chi la
utilizzava di capire quanto tempo trascorreva da un momento all’altro.
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Fino al 1200 si susseguirono diversi metodi per segnare il tempo fino a
giungere al primo orologio con meccanismo meccanico, posto in Francia,
su un campanile, dalla Francia si diffuse poi in tutto il mondo.
L’evoluzione di questo orologio con meccanismo meccanico portò alla
costruzione dei primi orologi da tavolo caratterizzati da una sola lancetta ,
quella delle ore; ovviamente la precisione del minuto non esisteva, si
poteva solo approssimare al quarto d’ora. Questi orologi da tavolo furono
sostituiti dagli eleganti orologi a pendolo, rimasti tuttora oggetto
d’arredamento di classe, con questo tipo di orologio si otteneva così anche
la precisione del secondo.
Da questo momento in poi furono fatti svariati tentativi per ottenere
strumenti sempre più precisi e sempre meno ingombranti per utilizzarli in
qualsiasi luogo. Così nel 1928 nacquero gli orologi al quarzo, perfezionati
nel 1960 per essere portati liberamente con sé.
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La prima rivoluzione dell’orologio si ebbe con l’invenzione di Patek
Philippe, che inventò il primo orologio da polso, inizialmente utilizzato
solo dalle donne, successivamente usufruito anche dagli uomini.
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www.infoorologio.altervista.org
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www.infoorologio.altervista.org
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Le invenzioni continuarono fino ad arrivare ai primi orologi a batteria e ai
primi orologi a movimento automatico inventati dalla Rolex.
2. La fine dell’orologeria tradizionale
L’orologio da polso ha subito nel tempo una grande evoluzione, all’inizio
del 900 erano solo le persone più abbienti a possederne uno
rappresentando così un segno di elevato livello sociale. Con lo sviluppo
industriale e la riduzione dei costi di produzione l’orologio è diventato un
bene di valore per tutta la vita. In questo periodo il monopolio degli
orologi era detenuto dalle case svizzere, poi man mano il mercato degli
orologi da polso si è allargato, soprattutto con l’avvento degli orologi
elettronici al quarzo provenienti dagli Stati Uniti e dal Giappone.
A questo punto sorgeva la necessità di stimolare le vendite, cercando di
far diventare l’orologio da polso un oggetto di moda rendendolo piacevole
alla vista e comodo da portare. L’obiettivo era attrarre il consumatore per
lo stile, il gusto, la personalità dell’oggetto.
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Si sono studiati, così, nuovi materiali e architetture finalizzate a costruire
orologi più solidi per prevenire guasti dovuti agli inevitabili urti che un
accessorio può subire accompagnandoci quotidianamente.
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Stefano Rossi, I rivestimenti. La pelle del design, Firenze, Alinea Editrice, 2008
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Attualmente l’orologio ha raggiunto un livello estetico talmente alto da
venire considerato in alcuni casi veri e propri gioielli, orologi realizzati
con metalli e pietre preziose, design studiati da prestigiose firme. Si sono
diffusi orologi realizzati da importanti case di moda che non dispongono
di materiali preziosi ma realizzano un design accattivante che fornisce
all’orologio un altissimo valore aggiunto sul piano estetico
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. Un caso di
design ben riuscito è stato quello della casa svizzera Swatch, essa è
riuscita per la prima volta a portare nel campo degli orologi il concetto di
collezione: infatti l’idea non è quella di possedere un solo orologio, ma di
averne tanti adatti per ogni situazione, visto che essi sono identici ma
differenti per colore e stile.
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3. Dalla misurazione del tempo ad uno status symbol
Il settore degli orologi ha subito negli ultimi anni dei notevoli processi di
trasformazione. In passato le persone attribuivano, infatti, all’orologio un
grande valore. Innanzitutto, lo consideravano uno strumento fondamentale
per indicare il tempo, ma soprattutto qualcosa che doveva durare per
sempre. Esso veniva regalato in occasioni rituali importanti (la prima
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www.articolando.net
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Domitilla Dardi, Il design in 100 oggetti, Milano, Federico Motta Editore, 2008
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comunione, matrimonio), e quindi anche il suo aspetto era classico e
tradizionale.
Considerando che la funzione di un orologio da polso è quella di misurare
l’ora con precisione, non si spiegherebbe la necessità di creare e produrre
una miriade di differenti prodotti con prezzi che vanno dai 30 euro a
parecchie migliaia di euro.
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Poi, improvvisamente, tutto è cambiato. L’orologio è diventato un oggetto
divertente che muta in continuazione. Lo si può cambiare senza sentirsi in
colpa, anche perché il suo costo è limitato, e persino adattare al proprio
umore o look. Per molte persone, l’orologio è un oggetto di consumo
facilmente accessibile; tutto ciò è avvenuto in conseguenza del
cambiamento della percezione sociale del tempo.
Ma il cambiamento è dovuto soprattutto all’effetto esercitato a partire
dagli anni ’80 dalla marca Swatch, la quale ha introdotto quei principi di
cambiamento che sono propri del settore dell’abbigliamento.
L’orologio è così diventato economico, colorato, divertente e legato ai
rapidi processi di innovazione della moda. È diventato un accessorio da
combinare con altri accessori per esprimere la propria personalità, dunque
qualcosa che si deve adattare agli umori e ai cambiamenti delle persone.
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Stefano Rossi, I rivestimenti. La pelle del design, Firenze, Alinea Editrice, 2008
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Nel varco aperto da Swatch sono potuti, così, entrare coloro che la moda
la sanno fare meglio di chiunque altro: gli stilisti. Questi hanno portato,
nel settore degli orologi, il loro stile espressivo. L’orologio ha quindi, agli
occhi delle persone, sempre più perso la sua valenza di strumento
marcatempo per divenire un oggetto del quale importano soprattutto
l’aspetto e la qualità estetica. Pertanto, oggi sul mercato, accanto ai marchi
tradizionali, hanno acquistato una grande importanza le linee di Dolce &
Gabbana, Emporio Armani, Calvin Klein, Guess, Sweet Years ecc…
Ne consegue che gli orologi presenti oggi sul mercato, in conseguenza
della forte importanza che ha per essi la componente estetica, tendono
generalmente a essere vistosi e barocchi. Ciò vale per gli orologi sportivi,
che sono rivolti di solito al pubblico maschile, ma vale soprattutto per
quei veri e propri gioielli che sono diventati oggi gli orologi proposti dalle
aziende al segmento femminile. Concentrandosi troppo sull’estetica e il
design dell’orologio, si può perdere, però, di vista la sua funzione
principale e i materiali utilizzati. Ci si chiede, quindi, se materiali e design
possano andare d’accordo e collaborare. Ovviamente entrambi devono
cooperare per il successo del prodotto.
Infatti i materiali devono garantire tutte le funzionalità richieste, tuttavia
l’ottima qualità del prodotto da sola non risulta sufficiente.