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CAPITOLO PRIMO: 
Il settore pubblicitario 
1. La pubblicità 
1.1. Sviluppo del settore pubblicitario in Occidente 
La pubblicità rappresenta un fenomeno così importante e invadente, sia 
della sfera sociale che di quella individuale, da rendere difficile spiegarla in 
una sola definizione; diversi inoltre sono gli aspetti in cui è articolata: aspetti 
eco n o m ic i, li n gu isti c i, d’impatt o s o ci a le, di p sico l o gia indi vi d uale, ma a n che 
politici, legislativi ed etici
1
. 
Un aspetto importante di qualsiasi messaggio pubblicitario è quello di 
essere il DNA del corpo sociale. Nei pochi secondi di uno spot, nello spazio di 
un ma n ifes to o di un’ ins er zio n e giorna li sti ca, si ra cc h iu do n o n o n solo la 
promozione di una marca e di un prodotto ma la ricostruzione implicita di 
tutto il contesto sociale, culturale, economico, psicologico, di valori, 
credenze e religione in cui si è immersi, poiché senza questo contesto alluso 
si percepirebbe la proposta come estranea, non conforme alle proprie 
abitudini e aspirazioni
2
.  
Ma a cosa serve la pubblicità? Il suo obiettivo fondamentale è quello di far 
vendere e questo le permette di essere considerata una componente del 
mercato, un elemento del marketing
3
: attraverso la persuasione crea un 
                                                   
1
 Gandini (2008: 13). 
2
 Gandini (2008: 15). 
3
 I l t e r min e de not a la f u nz ione di un ’i mp r e s a co n s i s t e nt e ne lla ricerca sistematica di 
mezzi più efficienti per la commercializzazione dei beni e servizi offerti (reti di vendita, 
campagne promozionali, apertura di nuovi mercati), nonché di prodotti capaci di 
s o dd i s f ar e i bi s o gn i de i c o ns um a t o r i. C f r . L’Unive r s ale Gar z anti (2005: 927).
8 
 
ponte tra il prodotto o il servizio da vendere e il consumatore che deve 
acquistarlo. Non bisogna però dimenticare che una pubblicità nasce dalla 
specific a vo l o n tà di u n ’a zien da di es se re pres en te ed id en ti f i cab i le in un 
mercato concorrenziale e che la sua vita è strettamente legata a quella dei 
me di a . I me zz i d’inf o r ma zio n e son o infatti i l lu o go d’inc o n tro f ra do ma n da 
(dei consumatori) e offerta (delle imprese produttrici), un incontro che 
difficilmente potrebbe avvenire senza il contributo di un terzo soggetto al 
q uale va a ttri b ui ta la pater n it à crea ti va di uno sp o t p ubbli ci tar i o : l’a ge n zia pubblicitaria. Ed è proprio alla nascita delle agenzie pubblicitarie in 
Occidente che si deve risalire per cercare di collocare nel tempo la comparsa     
della pubblicità occidentale. Le prime agenzie  trovano le loro origini negli 
Stati Uniti, a me tà del l’8 0 0 ; inizialmente, la mansione degli agenti 
pu bbl ic i tar i er a l’inter me di a zio n e f ra i giorn a li e le a zien de che in i zia van o a sentire la necessità di allargare il proprio mercato, far conoscere il proprio 
marchio e i propri prodotti. Ben presto però, si re se n ecess a ria un’ a tti vi tà parallela, ossia quella creativa che riguardava la composizione 
del l’ins er zi o n e e fu così che al lavoro di mediazione si affiancò quello 
creativo. A quel punto si compres e che i l lav o ro del l’a ge n te d oveva diventare 
il lavoro di agenzia, con uno specialista del settore business pronto a trovare 
clienti, qualche esperto di scrittura intento a trovare slogan efficaci e 
qualche disegnatore pronto ad illustrarli. Verso la fine del diciannovesimo 
se co l o l’a ge n zia pu bbli ci tar ia è q uel la che c o n o sciam o n o i oggi. S u l l’es em pi o americano società analoghe iniziarono poi a diffondersi anche in Europa e in 
particolar modo in Francia e Inghilterra
4
. 
Tutte le aziende che deci do n o d’ introd ur re un n u o v o pr o d o tt o n e l 
mercato si rivolgono alle agenzie pubblicitarie alle quali forniscono un 
                                                   
4
 Gandini (2008: 30; 45; 137-140).
9 
 
documento contenente gli obiettivi di vendita che intende raggiungere, le 
caratteristiche e le problematiche del prodotto da v en dere, l’id ea da 
trasferire al consumatore e un preventivo budget da investire. A quel punto, 
degli esperti di marketing avviano delle ricerche sul mercato, sulla 
conoscenza della marca nei confronti del consumatore e le sue abitudini. 
Dalla strategia marketing scaturisce la strategia pubblicitaria che è 
incentrata sulla comunicazione e composta di elementi quali i mezzi per la 
diffusione del messaggio pubblicitario, il tipo di consumatore a cui si vuole 
rivolgere la pubblicità, il beneficio che il prodotto in questione è in grado di 
procurare a chi lo scelga e il linguaggio che la comunicazione dovrà avere 
per es se re pene tra n te n el tar ge t, pu r rima n en do co er en te co n l’imma gin e 
del prodotto
5
. 
Aspetto importante del messaggio pubblicitario è il linguaggio che con il 
tempo ha dovuto adattarsi al carattere universale assunto dal fenomeno. In 
particolare, parlare di linguaggio pubblicitario vuol dire parlare di 
q uel l’ins ieme d i str a tegie e str umen ti sf ruttati per co n v incere i c o n sum a to r i a ll ’a cqui st o . At tra rr e, incuri o sire ma so pra t tu tt o p er sua dere: son o i verbi fondamentali per i pubblicitari occidentali. Ma la lettura dei messaggi 
pubblicitari non è semplice come sembrerebbe; al contrario il testo 
pu bbl ic i tar io è per sua n a tu ra co mp less o , vi sto l’imp iego di ri sors e del linguaggio verbale ed iconico, le loro reciproche interazioni, la loro 
organizzazione nella dimensione spazio/tempo, nonché i significati nascosti 
che spes so sottend o n o l’inf o rm a zio n e u lt i ma . Essendo poi un linguaggio 
f o calizza to su l dest ina tar io , pu ò es se re def in it o “ d’a zio n e” che, in modo ma i esplicito, fa scegliere, fa preferire e fa acquistare un prodotto; tutto ruota 
attorno al destinatario, ai suoi desideri, alle sue aspettative, ma par far ciò la 
                                                   
5
 Joannis (2005: 19-25).
10 
 
parola pubblicitaria deve farsi creativa e divenire il luogo in cui tutto è 
concesso, dove i vincoli sintattici, grammaticali e linguistici quasi 
scompaiono. Dal punto di vista creativo la pubblicità si presenta come una 
neolingua che dà vita, riesuma e assembla termini degli ambiti più diversi, 
creando veri e propri neologismi di varia natura: nomi composti (granoduro, 
o n davi va, …) , par o l e - m a cedo n ia (aut o mob il i,…) , par o le co m uni che f inisco n o co n design a re un pro do tto ( B a ci = c io cc o lat ini,…) , par o l e già es isten ti che 
assumono un significato diverso non previsto dal codice (il saluto mattutino 
“B u o n dì ” d iv en ta il n o m e di una me re n di n a per la prima co laz io n e, …) . 
Accanto ai neologismi si affiancano parole riprese da gerghi tecnici di cui si 
avvalgono le diverse categorie professionali, scientifiche o sportive per dare 
autenticazione al prodotto, creando in chi riceve il messaggio un senso di 
riverenza. Infine, anche la diversità regionale è ripresa frequentemente dalla 
pubblicità che prende dai dialetti inflessioni, accenti, modi di dire ed 
espressioni; i pubblicitari ricorrono ai dialetti per indicare solitamente una 
determinata area geografica che spesso è quella di produzione del prodotto 
stes so (si pens i a d es e mpio a l la pu bbl ic i tà d ell ’in terv istatore che i n giro per l’It a li a interr o ga di ve rs e sig n o re sull o s te ss o pro d o tt o : ci a sc una co n il proprio accento ripete lo stesso slogan che così fa il giro del Paese)
6
.  
1.2 Prime forme di pubblicità nei Paesi arabi 
Negli u lt i mi 2 0 a n n i, i govern i e gl i u o min i d’ a f f a ri a ra bi si son o re si co n t o delle potenzialità della pubblicità ed hanno iniziato ad investire nel settore; 
ci ò h a f a tto sì che l’in du str ia p ubbl ic i tar ia a ra ba si svil u pp a ss e in ma n iera                                                    
6
 Gandini (2008: 203-206; 219-225).
11 
 
rapida e notevole, tan to da determ ina re l ’a pp a rizio n e di vere e pro prie agenzie pubblicitarie
7
. 
Per capire quando e come nasce la pubblicità nei Paesi arabi occorre 
risa li re a l perio do s to r ic o che pre cede l’inve n zio n e del la sta mpa , q uan do le civiltà antiche utilizzavano annunci propagandistici per diffondere 
informazioni di vario genere. Ad esempio, i re babilonesi erano soliti scrivere 
annunci, su tavole di argilla
8
, contenenti la descrizione delle loro imprese 
durante le guerre; gli Assiri e gli Accadi diffondevano annunci commerciali 
che descrivevano i marchi dei loro prodotti, per far sì che i consumatori li 
distinguessero dagli altri; i Greci e i Romani posizionavano nelle piazze lastre 
in pietra su cui erano incisi avvisi di carattere commerciale che 
promuovevano prodotti e servizi. Ma per parlare di annuncio pubblicitario 
così come viene inteso oggi, occorre attendere l’inven zi o n e dei car a tteri 
mobili da stampa
9
 e in particolare il 1655 quando vennero divulgate 
pubblicità di libri, medicine, thè, caffè e cioccolata sui primi giornali
10
. Verso 
il XIX secolo, durante il periodo della Nah ḍah
11
, si assiste ad un notevole 
sviluppo del settore pubblicitario, con la vendita di una quantità sempre 
                                                   
7
 Na ğm ʽAbd Šah īb (2007: 11). 
8
 Que s t e t av o le , che i r e s i pre o cc up av ano di di f f o n de r e per “pu bb lici z z ar e ” l e lor o imprese, venivano protette e conservate in luoghi di culto. Cfr. Na ğm ʽAbd Šah īb (2007: 15). 
9
 Tecnica di stampa inventata dal tipografo tedesco Johann Gutenberg nel 1455; 
q uest ’inve n z ione d ie de un gr ande co nt r ib ut o al l’alfa betiz z azio ne di ma s s a in q uant o r e s e disponibile la creazione di libri e di conseguenza la disponibilità di una grande quantità 
d’in f o r ma z ioni s u s v ar iate ma t e r ie . C f r . L’Unive r s ale Gar z ant i ( 20 05 : 69 9) . 
10
 I primi quotidiani e le prime riviste politiche, culturali e letterarie sono nati in Egitto 
e nella regione siro-libanese, dove la vita culturale era particolarmente viva e stimolante. 
C f r . C ame r a d’A f f li t t o ( 20 02 : 27 ). 
11
 D all’Ar abo ﺓﺽ ﻩﻥ ﻝﺍ ﺭﺹﻉ cio è l’e poca de lla R in asci t a ar aba che pos e f in e al per io do di 
decadenza che aveva condotto il mondo arabo verso una stasi e un ritardo in campo 
culturale e civile rispetto al mondo occidentale. Con la Nah ḍ ah t e r min a i nf att i l’e poca de nomin a t a de ll’ig nor anz a e de ll’os cur ant i s mo, co min cia t a ne l X I I I -XIV secolo e 
ca r att e r iz z ata da u n f o r t e i mp o v e r ime nt o c ul t ura le C f r . C ame r a d’A f f lit t o ( 20 02 : 19 ).
12 
 
maggiore di prodotti di ogni genere e la divulgazione di quotidiani e riviste 
come mezzi pubblicitari. Fin da subito si compres e l’imp o rta n za soci a le del la pubblicità: essa rafforzava i legami tra produttori e consumatori, purché 
rispettasse usi, costumi e cultura di coloro ai quali si rivolgeva. 
Al l’im po rta n za so ci a le si a gg iu n se po i q ue ll a  e co n o m ic a del f en o me n o pubblicitario
12
, grazie al quale aumentava la richiesta e la conseguente 
produzione dei prodotti pubblicizzati
13
.          
2. Forme e caratteristiche del messaggio pubblicitario 
Nel settore pubblicitario, la figura del copywriter è centrale dal momento 
che sono proprio le sue decisioni a determinare il potenziale di vendita di un 
prodotto : inn a n zitu tto la scel ta d i c o me pre se n tar e l’imma gin e; in se co n d o lu o g o l’us o a p pro pr iat o de l tem po (nel cas o di me zz i di co m unicaz io n e c o me radio e televisione) e dello spazio (nel caso di giornali e riviste); infine 
l’ut i li zz o a degua t o del li n gua gg io . Ciascuno di noi può essere un potenziale 
consumatore di un prodotto e perciò non bisogna meravigliarsi se, in un 
                                                   
12
 C ’è un a bat t u t a popolar e che r is ale agli an ni ’30 , ch e de f in is ce la pu bb lic it à “a ni ma 
de l co mmer cio e co mmer cio de ll’anima”: “a ni ma d e l co mmer cio ” in q uant o il bene o il 
s e r v iz io s o no l’o gge t t o s e n s ib i le de l de s ide r io e la pu b bl icit à è q uella lor o r appre s e nt a z ione che li rende desiderabili oltre che indispensabili nella psiche del cittadino-consumatore; 
“c o mmer cio de ll’anima” p o iché la nos t r a anima, in t e s a co me s t r ut t ura ps ico -percettiva, 
viene investita da una serie di stimoli che difficilmente riesce a controllare, da impulsi che 
occorre conciliare con una serie di valori i quali rischiano di essere sopraffatti quali ad 
esempio compatibilità economiche (non spendere più di quanto si ha o si può), 
cambiamenti di abitudini (non gravarsi di oggetti tra loro incompatibili), principi etici 
(caricarsi di o gge t t i a fr o n t e de lla in dig e nz a de ll’ in t e r a co mu ni t à) . C f r . G a nd i ni ( 20 08 : 17 ). 
13
 Na ğm ʽAbd Šah īb (2007: 15-19).
13 
 
mercato così competitivo, le tecniche pubblicitarie sono fondamentali per il 
successo o meno di un prodotto
14
.  
Il punto di partenza per la riuscita di una campagna pubblicitaria è la sua 
preventiva pianificazione: in essa deve essere specificato il target (in base 
a ll ’e tà, a l se ss o , a l re d di to , o alla professione), per poter così selezionare le 
inf o rm a zio n i a degua t e; gli o bie tti vi de ll ’a n n uncio , p er determinarne le 
caratteristiche formali; le tappe previste per la realizzazione del messaggio; 
il mezzo di comunicazione appropriato e più efficace per quella specifica 
pubblicità
15
.   
Le chiavi di lettura di un messaggio pubblicitario possono essere di vario 
tipo, a seconda del suo contenuto e delle sue caratteristiche formali.              
Ad esempio, un messaggio formativo contiene informazioni che consentono 
al consumatore di conoscere un nuovo prodotto del mercato o nuove 
proprietà di un prodotto già esistente; un messaggio informativo diffonde 
tutte quelle notizie relative ad un prodotto che possono essere utili al 
consumatore quali la provenienza, il prezzo, i benefici che si traggono dal 
suo acquisto o i punti vendita in cui è possibile reperirlo; un annuncio 
competitivo presenta invece il marchio di un prodotto rendendolo migliore 
rispetto ad un altro dello stesso tipo; o infine si può avere un annuncio di 
tipo commerciale se esso caratterizza un prodotto in modo da renderlo 
desiderabile agli occhi del consumatore il quale, acquistandolo, contribuisce 
alla sua commercializzazione e quindi ad un aumento del profitto per il 
produttore
16
.  
                                                   
14
 Gully (1997: 1-2). 
15
 Na ğm ʽAbd Šah īb (2007: 43-45). 
16
 Na ğm ʽAbd Šah īb (2007: 25-27).
14 
 
Per quanto riguarda la struttura di un messaggio pubblicitario, essa si 
basa su due componenti essenziali quali il componente visivo e quello 
verbale, a cui si a g giung e l’elemen t o s o n o ro e mus ic a le n el cas o del 
messaggio trasmesso in radio o in televisione: l’imma gin e pu bb li ci tar ia va letta non solo come strumento di presentazione di prodotti, ma anche come 
messaggio articolato in numerosi codici e sottocodici, in grado di far 
circolare significati di tipo ideologico; la componente verbale, e quindi 
l’ins ieme di co d ic i li n g ui sti ci , determ ina inve ce la lett ura del l’ imma gin e. Nel 
caso di un messaggio pubblicitario arabo, l ’uti l izzo d i q ueste co mponen ti varia rispetto ad una pubblicità occidentale: mentre i pubblicitari occidentali 
per cerca re di cat tu r a re l’a ttenz io n e del p o ten zia le c o n sum a to r e po ss o n o ricorrere ad immagini provocatorie (spesso anche al limite del buon gusto), 
quelli Arabi non possono usare immagini che alludano ad esempio al sesso o 
ritraggano la donna in atteggiamenti inappropriati dal punto di vista della 
mora le islam ic a . Anch e l’elemen t o verba le è usa to in ma n iera di f f er en te: in 
Occidente, si ricorre spesso a figure retoriche come il paradosso
17
, 
l’ip er bo le
18
, la metafora
19
 o l’iro n ia
20
 che invece nel mondo arabo rischiano di 
essere interpretate come falsità o menzogna
21
. 
                                                   
17
 È quella figura retorica consistente in una proposizione formulata in apparente 
co nt r addi z ione co n l’e s pe r ie nz a co mu ne o co n i principi e le me nt ar i de lla l o gica. C f r . 
Gandini (2008: 218). 
18
 Figu r a r e t o r ica che co ns is t e ne ll’ac cr e s ce r e o dim in ui r e la r e altà de lle co s e per ottenere la moltiplicazione d e ll’e f f e t t o ; in ambi t o pu bb l icit ar io r appre s e nt a un ut ile strumento per esaltare le qualità del prodotto. Cfr. Gandini (2008: 218). 
19
 Figura retorica con la quale si sostituisce un termine con un altro, creando un 
rapporto di somiglianza implicita (poiché non utilizza alcun nesso comparativo). Cfr. 
Gandini (2008: 218). 
20
 Figura retorica in base alla quale si lascia intendere una cosa attraverso una frase di 
senso esattamente opposto. Cfr. Gandini (2008: 219). 
21
 Na ğm ʽAbd Šah īb (2007: 125-130).
15 
 
Indip en den tem en te da co me vi en e ut il izza ta l’imma gin e pu bb li ci tar ia, su 
di essa è maggio rm e n te co n centr a ta l’a tte n zio n e dei pu bb li c it a ri po ic h é 
cattura l’a ttenz io n e de l co n sum a t o re . Si procede dunque ad una costruzione 
concentrica del messaggio par ten do dal l’ elemento visivo centrale e 
pro ce den do po i vers o l’es tern o , a gg iu n ge n do elemen t i c o mp l ementari in 
funzione del messaggio visivo; in particolare, l’elemen t o v isi vo ha la 
funzione di veicolare il messaggio, il testo aiuta a precisare il contenuto 
rendendolo univoco, ed infine il nome della marca
22
 a ss ic ura l’i den ti f ic a zio n e e il riconoscimento del prodotto. Per quanto riguarda il testo, esso può 
essere rido t to q uas i f i n o a scom par ire: è i l cas o del la “N ike” che h a di f f uso 
campagne pubblicitarie anche nei Paesi arabi le quali riportano solo il logo 
senza neppure il nome della marca. Se invece viene inserito il testo 
n ell ’a n n uncio , è n eces sa rio che esso sia breve (con le sole informazioni utili 
a ll ’uti li zz o o c o n sum o del pro do t to ) per f a r sì che il po ten zia le c o n sum a to re lo legga
23
.   
 
                                                   
22
 La marca ha un r uolo pr e domin an t e ne ll’ac q ui s t o di un pro dott o : i l co ns um ator e acquista infatti la marca e non il prodotto. Ciò si verifica in due casi: se la marca ha un 
significato simbolico e sociale piuttosto forte (come nel caso delle automobili, degli orologi, 
de i pro f um i, de i v e s t it i, de lle bi bi t e ,… ), o p pu r e s e la f e de lt à alla mar ca è e l e v ata , t ant o da r ass icur ar e il co n s u mato r e ne ll’ac q ui s t o (c o me n e l ca s o di pro dott i per bamb i ni o cosmetici).   
23
 Joannis (2005: 117-119; 134-150).