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Capitolo 1
La definizione e le componenti del linguaggio giovanile.
1.1 Definizione.
Per linguaggio giovanile si intende una varietà della lingua, prevalentemente
orale, utilizzata dai giovani all'interno dei loro gruppi amicali in particolari
situazioni comunicative e con riferimento ad alcuni temi o ambiti centrali della
loro esistenza e dei loro interessi: l'amicizia, la scuola, il rapporto con l'altro
sesso, lo sport e talvolta l'ambito della droga. Tale etichetta denomina una realtà
linguistica non unitaria e non stabile, in cui confluiscono diverse componenti
linguistiche.
Secondo Alberto A. Sobrero (1990: 101), queste componenti sono:
1.una base di italiano comune colloquiale informale;
2.uno strato dialettale;
3.uno strato gergale « tradizionale » ;
4. uno strato gergale « innovante » ;
5.uno strato proveniente dalla lingua della pubblicità e dei mass-media.
Ad esse Cortelazzo (1994: 293) ne aggiunge una sesta:
6. uno strato costituito da inserti di lingue straniere.
1.2 Italiano colloquiale.
Alla base del linguaggio giovanile sta l'italiano colloquiale, che viene preferito
2
all'italiano standard per il fatto che gli scambi linguistici tra i giovani si verificano
e sono quasi esclusivamente limitati al livello di parlato informale o alle forme di
scrittura fortemente debitrici del parlato.
All'interno di questa varietà di italiano i giovani scelgono alcuni tratti che nella
loro lingua vengono ad assumere un rilievo qualitativo ed un valore di
identificazione generazionale notevoli (Cortelazzo 1994: 300, 301).
Tra le varie componenti questa è per Sobrero (1990: 101, 102) quella
maggiormente interessata da fenomeni di « osmosi » con il cosiddetto «gergo
giovanile»: infatti «molti lessemi – e sintagmi – in un certo ambiente possono
essere attribuiti all'italiano colloquiale, in un altro alla varietà giovanile, o
possono avere entrambe le etichette contemporaneamente».
Tale opinione è condivisa anche da Cortelazzo (1994: 302) che ritiene difficile
definire i rapporti tra la lingua colloquiale e quella dei giovani così come riuscire
ad individuare, per quel che riguarda in particolare le innovazioni lessicali, che
cosa i giovani traggano dall'italiano colloquiale e cosa al contrario questa varietà
di italiano accolga in sè grazie alla mediazione dei giovani.
1.3 Strato dialettale.
La seconda componente della lingua dei giovani è quella dialettale, che si è
ritrovata con una certa abbondanza in tutti i gruppi giovanili di cui è stato studiato
il comportamento linguistico. Sebbene le nuove generazioni siano sempre più
italofone, in questo ambito si riscontrano spesso sia usi gergali di lessemi ed
espressioni dialettali, sia fenomeni di «code switching» 1
e di «code mixing» 2
1 Per code switching o « commutazione di codice » si intende il passaggio, in uno stesso
enunciato, dalla lingua al dialetto, per poi tornare, eventualmente, alla lingua. In questo caso il
parlante alterna consapevolmente i due codici, passando dall'uno all'altro con specifiche
intenzioni comunicative ( D'Achille 2003: 179).
2 Nel fenomeno del code mixing o « enunciato mistilingue » la mescolanza tra i due codici invece
non è intenzionale ma dovuta a incertezze del parlante e alla sua conoscenza approssimativa
3
(Sobrero 1990: 102).
Gli inserti dialettali non sono affatto elementi neutri ma elementi marcati in senso
espressivo ed emotivo ed il loro inserimento - stabile o solamente occasionale -
all'interno dell'uso linguistico giovanile, oltre ad avere una funzione ironica e
scherzosa, fa in modo che l'identità del gruppo non sia più soltanto generazionale
ma anche geografica (Cortelazzo 1994: 303).
Anche per quanto riguarda la Sardegna e nello specifico l'area cagliaritana 3
(Gargiulo 2003b: 141), il regionalismo risponde sia ad una funzione ludica ed
espressiva sia ad una funzione identificativa: in questo secondo caso i
dialettalismi – siano essi puri o modificati - realizzano una differenziazione ed
una contrapposizione verso l'esterno inteso come gruppo giovanile di un'altra area
regionale o di un'altra regione italiana.
Nell'uso dialettale da parte dei giovani è possibile individuare alcune costanti
semiotiche: quella dei successi e insuccessi scolastici, delle espressioni
apprezzative e dispregiative, degli insulti, del corteggiamento, degli approcci
sessuali ecc. Accanto alle forme del proprio dialetto si riscontrano spesso forme
provenienti da altri dialetti che talvolta, come accade del resto anche nella lingua
comune, si irradiano in tutta la penisola e vengono importate dai giovani
soprattutto attraverso la televisione. Infine, nelle zone in cui il dialetto è ancora
vitale, accanto ad elementi dialettali lessicali, si verifica spesso l'inserimento nel
discorso dei giovani di inserti dialettali occasionali dalla lunghezza variabile che
portano ad un mutamento di codice o alla realizzazione di enunciati mistilingui
(Cortelazzo 1994: 303-305).
della lingua. Ibidem.
3 La prima ricerca nelle scuole della città di Cagliari è stata condotta come lavoro di tesi di
laurea da M. Gargiulo ( 1997) ed è poi confluita in Gargiulo 2002.
4
1.4Strato gergale «tradizionale».
Questa componente conferisce una certa continuità cronologica al linguaggio
giovanile in quanto accoglie una serie di parole appartenenti appunto ai gerghi
tradizionali (per esempio quello delle caserme o quello scolastico) che non
vengono sottoposte da parte dei giovani a processi di modifica del significante o a
importanti slittamenti semantici.
Secondo Cortelazzo (1994: 307) ciò si verifica proprio perchè i giovani
riconoscono tali parole o espressioni come gergali e non ritengono necessario
operare una loro ulteriore gergalizzazione.
Le parole e le espressioni che rientrano in questa componente della lingua dei
giovani si possono definire «di lunga durata» (Sobrero 1990: 102): esse si
ritrovano a distanza di tempo nella stessa area e con lo stesso significato. Termini
come cotta ' innamoramento forte', figo 'bel ragazzo', buzzurro 'persona rozza'
persistono infatti nel linguaggio giovanile fin dagli Anni Settanta (Cortelazzo
1994: 305)
4
.
1.5 Strato gergale «innovante».
Considerato lo strato più caratterizzante della varietà giovanile, è quello utilizzato
solamente all'interno di un determinato gruppo di giovani in un determinato
intervallo di tempo ed è anche quello che garantisce l'identità di tale gruppo.
Poichè ogni generazione tende a differenziarsi da quella precedente, questo
4 Parole come cotta e figo/a si ritrovano abbastanza frequentemente anche nel linguaggio degli studenti intervistati ad Iglesias. Cotta è presente solo nell'espressione prendersi una cotta , con il significato quindi di 'innamoramento'; figo/a (ed i suoi derivati figata , figata di + sostantivo )
è invece molto più ricorrente e viene utilizzato dagli studenti iglesienti non solo per definire
un bel ragazzo o una bella ragazza ma anche per definire una bella cosa o una bella situazione,
le persone che vanno in discoteca e che si vestono alla moda e infine in senso ironico per
definire per esempio chi va all'interrogazione del tutto impreparato.
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settore è il più mutevole ed il più difficile da documentare, ed è costituito – non
solo sul piano lessicale - da termini per la maggior parte effimeri, destinati ad
essere dimenticati dopo breve tempo, ma talvolta anche da termini di uso comune
che possono riscuotere successo e divenire espressioni di lunga durata (Cortelazzo
1994: 307). Prima Sobrero (1990: 103) poi Cortelazzo (1994: 307) individuano
due particolari gerghi innovanti degli ultimi decenni: quello dei «paninari»,
gruppo giovanile diffusosi a Milano negli Anni Ottanta, reso celebre dalla
televisione ed estesosi a gruppi giovanili di tutta Italia 5
, e quello dei drogati 6
.
Accanto ad essi Sobrero (1990: 103) ne individua un terzo che definisce
«berlusconiano», cioè diffuso dalle emittenti del gruppo Fininvest 7
.
1.6Strato proveniente dalla lingua della pubblicità e dei mass-media.
Questo quinto strato è costituito da termini ed espressioni dal carattere fortemente
effimero che possono avere fortuna tra i giovani per un periodo compreso tra le
due – tre settimane ed alcuni mesi. Le espressioni che hanno maggiore possibilità
di entrare a far parte delle varietà giovanili sono quelle costituite da due elementi
tra loro dipendenti, dei quali il primo sia una breve battuta di uso frequente, tale
da provocare nell'interlocutore una «battuta – eco pubblicitaria» (Sobrero 1990:
102, 103)
8
.
Questo strato è legato al succedersi delle varie campagne pubblicitarie, con
relativi slogan, e delle trasmissioni (soprattutto televisive, ma spesso anche
5 Fanno parte di questo strato di linguaggio giovanile parole come: panozzo 'chi segue la moda
paninara', sfitinzia '(bella) ragazza', tamarro e truzzo 'rozzo', giusto 'cosa o persona
eccezionale'.
6 Tra le parole provenienti dal mondo della droga ma diffuse anche tra i giovani non coinvolti in
questa esperienza si possono citare schizzato 'drogato', sballo 'cosa o persona bellissima',
viaggio 'effetto della droga' ma anche 'esperienza intelletuale che affascina'.
7 Questo gergo presenta numerose affinità con il sesto strato della ligua dei giovani, quello
relativo alla pubblicità e ai mass-media.
8 Sobrero cita come esempi le celebri battute pubblicitarie "- E' nuovo? - No, lavato con
Perlana. " e " - Silenzio! - Parla Agnesi!"
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radiofoniche) di successo, ma l'influenza dei media sulla lingua dei giovani si
realizza anche secondo altre due forme (Cortelazzo 1994: 310):
• con la diffusione, fuori dall'area di coniazione, di elementi realmente
esistenti nella lingua di gruppi giovanili;
• con la coniazione o la diffusione di parole che vengono assunte e
rielaborate dai giovani ed inserite nel gergo del gruppo.
1.7 Strato costituito da inserti di lingue straniere.
Lo strato costituito dagli internazionalismi si pone al polo opposto rispetto a
quello costituito dai dialettalismi: se infatti questi ultimi hanno funzioni
espressive e consentono al giovane di mantenersi radicato alla propria tradizione,
i prestiti dalle lingue straniere (soprattutto inglese e spagnolo) favoriscono invece
la dimensione ludica e fanno in modo che il giovane possa sentirsi «molto più
avanzato, linguisticamente, della comunità di cui fa parte» (Cortelazzo 1994: 312,
313). Ai prestiti dall'inglese e dallo spagnolo si deve poi aggiungere un recente
flusso di voci dal giapponese e dall'oriente in genere, entrate a far parte del
patrimonio lessicale giovanile attraverso nuove tendenze culturali di massa e
nuovi generi espressivi (Gargiulo 2006: 417)
9
.
Per quanto riguarda le abitudini linguistiche dei giovani cagliaritani 10
, gli
internazionalismi, che dovrebbero porre il giovane in una dimensione
sovranazionale dell'universo giovanile, sono stati riscontrati in un numero
piuttosto esiguo e soprattutto nella forma dello «pseudoforestierismo» 11
(Gargiulo
9 Ci riferiamo ai cartoni animati giapponesi ( anime ), ai videogiochi ed ai fumetti ( manga ), i cui
nomi dei protagonisti si trasformano spesso in soprannomi, appellattivi ironici o nicknames
che i giovani si affibbiano a vicenda tra loro.
10 Cfr nota 3.
11 Tra questi forestierismi, sempre tratti dalle indagini di Gargiulo, si possono citare porro ,
ispanismo per 'spinello' in spagnolo con lo stesso significato, roglio, ispanismo per 'confusione'
e 'brutta ragazza' (dallo spagnolo rollo ' persona o cosa fastidiosa') e tutta una serie di
pseudoanglicismi formati con il suffisso -ation , molto produttivo.
7
2003b: 140, 141).
1.8 Collocazione nel repertorio In base a quanto sostenuto da Coveri (1988: 234), si è generalmente d'accordo
(Sobrero 1990: 98; Cortelazzo 1994: 293) nel ritenere, dal punto di vista
sociolinguistico, il linguaggio giovanile come una varietà diafasica 12
dell'italiano,
cioè una varietà di registro.
Il linguaggio giovanile insomma non è un vero e proprio linguaggio ma un « modo
di comunicazione » (Radtke 1993b: 195)
13
, uno « stile » che viene utilizzato
soprattutto nelle modalità conversazionali (Sobrero 1992: 56) e che tende a
caratterizzare l'uso linguistico dal punto di vista contestuale e situazionale
(Radtke 1993b: 197).
Considerando però che la componente dominante del linguaggio giovanile è l'età,
esso può essere classificato anche tra le varietà diastratiche 14
della lingua italiana
e visto come l'espressione di un gruppo sociale ben definito, così come può essere classificato tra le varietà diamesiche 15
per via del suo uso prevalentemente orale
(Gargiulo 2003a: 595).
Il linguaggio giovanile dev'essere quindi collocato in un punto di intersezione tra
12 La variabile diafasica (dal suffisso di origine greca - phasia , corradicale di phasis 'parlare')
individua le varietà della lingua determinate dalla situazione comunicativa, dalle funzioni e
dalle finalità del messaggio, dal contesto generale nel quale si compie lo scambio linguistico,
dagli interlocutori che vi prendono parte e – secondo molti studiosi – anche dal suo argomento.
(Masini 2003: 19) .
13 Radtke riprende questa definizione da Lapp (1989) .
14 Per diastratia si intende quella variabile della lingua legata alla posizione sociale del parlante e
che dipende dal genere sessuale, dall'età, dalla classe sociale, dalle condizioni economiche e
dal livello di istruzione ( D'Achille 2003: 31).
15 La variabile diamesica (dal greco mésos 'mezzo') è quella legata al mezzo materiale tramite il quale avviene la comunicazione e che distingue la lingua dei testi parlati, prevalentemente
dialogici ed indirizzati ad interlocutori presenti, dalla lingua dei testi scritti, sempre monologici
e destinati ad interlocutori non presenti (D'Achille 2003: 28).
8
più fattori di variazione: secondo lo schema proposto da Berruto (1987: 21)
16
esso
si trova infatti «sull'asse della dimensione diafasica, in un punto in cui la
dimensione diastratica è orientata verso il basso e la dimensione diamesica verso
il parlato», in una posizione attigua a quella dei gerghi (Cortelazzo 1994: 294).
FIGURA 1
16 Si veda la FIGURA 1.