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Introduzione
Questa memoria di laurea nasce dalla volontà di coniugare la passione per la lingua inglese
e la vocazione turistica che ha motivato la scelta di un percorso di studio nel Management
e Turismo.
Il legame tra il turismo e la lingua inglese d’altronde è ben evidente se si pensa già
all’origine etimologica del termine turismo, ossia to tour che appare per la prima volta in
Inghilterra grazie ai Normanni ma che a partire dal XVIII secolo prende un significato
nuovo per il solo popolo inglese, quello cioè di un viaggio disinteressato e senza scopi di
lucro che il giovane aristocratico inglese compie in Europa. Si può dunque affermare che il
turismo sia nato proprio in Inghilterra e che grazie allo sviluppo di quel fenomeno che
prenderà il nome di Grand Tour si affermerà in tutta Europa, per arrivare poi a diventare
un fenomeno di interesse globale nei nostri giorni.
Turismo non è solamente sinonimo di vendita, vacanza, descrizione del prodotto turistico,
“ma significa anche e soprattutto sviluppare una promozione che abbia in sé quegli
elementi strategici linguistici e culturali che possano far sì che la promozione abbia
successo e dunque attiri il maggior numero di turisti” Manca (2009: 153).
Per questo si è scelto come disciplina per la memoria Linguistica Inglese, per indagare
come il linguaggio e tutto ciò ad esso collegato sia di fondamentale necessità per una
efficace promozione turistica.
Prima di analizzare però le tecniche più diffuse di promozione turistica, abilmente costruite
dal punto di vista linguistico, è sembrato doveroso indagare sulla terminologia propria del
settore turistico prima, e sulle principali caratteristiche del linguaggio del turismo, dopo.
La prima parte del primo capitolo, cerca di chiarire l’utilizzo di termini chiave quali
turismo e viaggio, spesso ed erroneamente utilizzati come sinonimi. Tale differenza, come
vedremo è giustificata già dall’origine etimologica di entrambi i termini e con l’avanzare e
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l’affermarsi del turismo di piacere, si è rafforzata sempre di più, fino a portare ad una netta
distinzione. Chiarito il concetto di turismo, si cercherà di individuare le varie tipologie di
turista e le peculiarità che lo contraddistinguono, dalle quali dipenderà direttamente una
diversa “esperienza turistica”. È sembrato inoltre necessario, anche se brevemente,
individuare il background storico, a partire dallo sviluppo del Grand Tour, che ha
contribuito in maniera sostanziale alla nascita ed affermazione del turismo moderno.
La seconda parte del capitolo, invece, anticipa l’indagine linguistica presente nel secondo
capitolo e soprattutto nel terzo. Un grande e forse ancora irrisolto quesito dei linguisti è
sempre stato la difficoltà e possibilità di considerare il linguaggio del turismo alla pari
degli altri linguaggi specialistici. I pareri forniti sono tanti e contrastanti, ma si è cercato in
questa sezione di fornire una panoramica generale per chiarire tale dibattito linguistico,
forse ancora aperto.
Il secondo capitolo prende in esame nella prima parte le peculiarità della comunicazione
turistica, perché si vuole dimostrare come il linguaggio porti inevitabilmente allo sviluppo
di una comunicazione a tutti gli effetti, le cui caratteristiche, orientamenti e struttura la
portano a definirla turistica. Sarà turistica perché oggetto della comunicazione non è
comunicare semplicemente un messaggio, bensì comunicare il prodotto turistico, la
vacanza, attraverso scelte linguistiche differenti.
La seconda parte, come già anticipato, cerca di evidenziare le caratteristiche che fanno sì
che il linguaggio del turismo sia ritenuto un linguaggio a se stante, ma fornisce anche e
inevitabilmente le analogie con gli altri linguaggi specialistici. Il quesito di fondo che
permea tutto il capitolo sarà appunto se ritenere il linguaggio del turismo un linguaggio
specialistico.
Nell’ultima parte sarà fornita una generale lista delle tipologie dei testi turistici più
utilizzati attualmente, dalla guida turistica ai più piccoli e pratici leaflet. Tra tali tipologie
sono stati inseriti volutamente i websites, non solo perché la consultazione telematica per
organizzare il proprio viaggio è ormai molto diffusa, ma soprattutto perché si vuole
anticipare quello che sarà il cuore dell’analisi nel capitolo successivo.
Nel terzo capitolo infatti, si è scelto di analizzare la struttura generale dei siti per il turismo
inglesi e italiani, valutandone pregi, difetti, differenze ed analogie. Saranno poi forniti dei
piccoli estratti in entrambe le lingue, che affrontano tematiche diverse legate al turismo in
Italia, e saranno dunque analizzati dal punto di vista linguistico.
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Una seconda tipologia d’analisi concluderà il capitolo, e con esso l’intera dissertazione,
che tratterà della raccolta e del successivo studio di un corpus di testi raccolti da Internet
che pubblicizzano i Bed & Breakfast in Italia.
Le analisi saranno però precedute da un’introduzione teorica, che cerca di chiarire quali
sono stati gli orientamenti e le teorie seguite per svolgerle.
Sarà dunque attraverso quest’ultima parte che si cercherà di rispondere al quesito che ha
motivato questa tesi: è il linguaggio indispensabile per una buona ed efficace promozione
turistica? Può inoltre una cultura determinare strutture linguistiche differenti, quindi
promozioni differenti?
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Metodologia
Obiettivo di questa sezione è fornire le informazioni circa gli strumenti e metodologie
utilizzate per poter scrivere questa tesi.
Per quanto riguarda la prima parte della tesi (primo e secondo capitolo) l’approccio seguito
è fondamentalmente di tipo teorico, nel senso che si è cercato di fornire quegli elementi
teorici considerati importanti per proseguire con l’analisi dopo. Fondamentali in questo
senso sono dunque stati i testi e le teorie di Nigro e di Cohen, le cui opere Il linguaggio
specialistico del turismo e Contemporary tourism, Diversity and Change hanno
evidenziato le peculiarità tipiche di un linguaggio così vasto come quello del turismo.
Soprattutto Cohen definisce in maniera dettagliata le varie tipologie di turista, spesso
trascurate e di conseguenza la concezione di turismo per ognuno di essi. Nigro invece
cerca di definire le caratteristiche del linguaggio del turismo seguendo un approccio
iniziale di carattere storico-terminologico, indagando sulle principali caratteristiche morfo-
sintattiche di tale linguaggio, fino a studiare i principali problemi che si possono incontrare
in un processo di traduzione di un testo turistico.
Per quanto riguarda la parte storica sull’evoluzione ed affermazione del Grand Tour, il
testo di riferimento più utilizzato è stato The Tourist Gaze di Urry, che ripercorre le tappe
di un fenomeno sempre più destinato a diventare “di massa”. Il primo capitolo si conclude
con l’apertura del dibattito sul linguaggio del turismo, e fondamentale si è rivelato il
contributo di Gotti, che sia in Investigating specialized Discourse che in The Language of
Tourism as a Specialized Discourse definisce le principali caratteristiche del linguaggio del
turismo e quali tra queste lo distinguono dagli altri linguaggi.
Per la ricerca delle principali funzioni comunicative del linguaggio del turismo di grande
aiuto è stata l’opera di Cogno e Dall’Ara Comunicazione e tecnica pubblicitaria nel
turismo, che nel complesso cerca di evidenziare come contenuti ed orientamenti diversi di
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un testo turistico possano influire in maniera diversa sul turista, suscitandone al tempo
stesso distinti comportamenti. Si passerà quindi dal tentativo di persuasione al contenuto
puramente informativo di un testo.
La parte centrale del secondo capitolo è quella riguardante il linguaggio del turismo e le
sue principali caratteristiche. The language of tourism: a sociolinguistic perspective è il
testo di base consultato, dove Dann fornisce quelle che sono innanzitutto le peculiarità di
tale linguaggio che lo distinguono dagli altri linguaggi specialistici, per poi indagare sulle
caratteristiche morfo-lessicali più ricorrenti, ed infine le figure retoriche e strategie
linguistiche più utilizzate. Di particolare interesse è poi la sezione dedicata ai tempi verbali
utilizzati più frequentemente nei testi turistici, poiché tale questione sarà ripresa nel terzo
capitolo, con l’analisi vera e propria.
La sezione conclusiva del secondo capitolo che, come anticipato nell’introduzione, elenca
le più importanti e diffuse tipologie di testi turistici, fondamentali per la promozione
turistica perché sono forse lo strumento più diretto e concreto che l’impresa turistica ha per
interagire ed influenzare il turista. Non può esserci turismo senza che ci sia un testo che lo
pubblicizzi nelle sue svariate forme e qualità. Si sottolinea quindi, ancora una volta,
l’importanza dell’uso di un buon linguaggio in grado di rispondere a tale scopo.
Di fondamentale aiuto per questa sezione, ma non solo, è stato infine Encyclopedia of
Tourism, a cura di Jafari che come il titolo già suggerisce, raccoglie in ordine alfabetico
tutti i termini propri del linguaggio del turismo, le cui spiegazioni sono fornite da uno
svariato numero di differenti autori.
Il terzo capitolo risulta essere quello più pratico, costruito soprattutto sulla base di
un’intensa raccolta di siti web.
Le teorie alle quali si è scelto di riferirsi per indirizzare poi tutta l’analisi sono quelle di
Katan in Translating cultures, an introduction for Translator, Interpreters and Mediators,
dove si evidenzia come a culture differenti corrispondono usi e linguaggi differenti. Stiamo
parlando della teoria dell’ high context communication tipico della lingua italiana, e del
low context communication tipicamente britannico. Ciò che distingue le due culture, come
vedremo, sarà il minore o maggiore riferimento al context piuttosto che al text in un
contesto comunicativo. Tali teorie saranno poi applicate ovviamente in dei testi di natura
turistica.
Si sono potute apprendere suddette teorie grazie all’aiuto della professoressa Manca,
docente di Lingua e traduzione inglese presso l’Università del Salento, la quale ha tenuto
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un ciclo di lezioni riguardanti la traduzione del linguaggio del turismo, per un totale di 10
ore. La professoressa mi ha gentilmente invitato a partecipare a tale lezioni, grazie al quale
ho potuto delineare l’orientamento generale del terso capitolo.
Le prime due lezioni sono state dedicate appunto alla parte teorica, con riferimento a Katan
(anche’esso docente presso la stessa Università) e ai suoi studi.
Le ultime due invece, hanno evidenziato gli studi e le ricerche della professoressa
nell’ambito dell’analisi del linguaggio del turismo utilizzato nella promozione degli
agriturismi italiani e delle Farmhouses britanniche. Un importante aspetto dell’analisi è
stato l’utilizzo di un software in grado di poter facilmente gestire un corpus di oltre
500.000 parole, ossia TextSTAT. I principali strumenti utilizzati tramite questo programma
saranno poi ben evidenziati nel corso del terzo capitolo, tra i quali è bene sottolineare
l’utilità dello strumento Concordance che permette con un semplice click del mouse di
individuare tutte le occorrenze di un qualsiasi termine che si voglia cercare.
Il processo d’analisi della professoressa Manca consisteva soprattutto nella scelta di un
termine che magari ricorre spesso nel corpus (in italiano o in inglese), per poi cercare
l’equivalente traduttivo ed evidenziare infine se tali termini sono usati allo stesso modo in
entrambe le lingue attraverso le analisi delle occorrenze.
In maniera sicuramente più limitata (il corpus è di 20.000 parole) si è cercato di riproporre
tale tipologia di analisi, senza tuttavia soffermarsi eccessivamente sull’aspetto traduttivo
ma cercando di analizzare i vari aspetti linguistici nei testi scelti.