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INTRODUZIONE
Il settore dell‟editoria, ormai da diversi decenni, sta vivendo una fase di incessanti e
decisive trasformazioni, sia nell‟ambito della creazione e della produzione, sia in
quello della distribuzione e della fruizione. Dalla linotype di Mergenthaler
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alla foto-
compositrice, passando per la macchina a stampa offset, numerose sono state le in-
venzioni che hanno cambiato radicalmente tempi e modi di produzione nell‟ultimo
secolo, con effetti socioculturali paragonabili all‟invenzione della stampa a caratteri
mobili o persino superiori.
2
Senza dubbio, l‟invenzione che più di ogni altra sarà destinata a rivoluzionare
il modo stesso di concepire l‟editoria è quella del computer nella sua elaborazione
moderna e, poco più tardi, l‟integrazione di esso con la rete internet, processi avve-
nuti a partire dalla metà degli anni sessanta; un paio di decenni più tardi si comincia-
va a parlare di Desktop Publishing (letteralmente editoria da scrivania) per indicare
la possibilità per chiunque di creare e produrre un testo grazie a un personal compu-
ter, un software di scrittura-impaginazione e una stampante; e se inizialmente le in-
novazioni sono state applicate soltanto all‟ambito produttivo, in breve tempo si è
cominciato a pensare a una possibile applicazione anche nel ramo della distribuzione
e del consumo. Dall‟ormai collaudatissimo e-commerce, ossia la compravendita di
qualsiasi bene tramite internet, si è passati all‟ideazione e alla progettazione di libri
in formato digitale con relativi supporti che potessero rappresentare uno strumento
alternativo e più duttile per alcune categorie di consumatori.
L‟obiettivo del presente elaborato è quello di delineare un profilo quanto più
esaustivo di uno dei più recenti prodotti di tali tecnologie applicate all‟editoria, ossia
l‟e-Book (Electronic Book). Si traccerà dapprima una breve digressione storica per
1
Ottmar Mergenthaler (Hachtel, 10 maggio 1854 – Baltimora, 28 ottobre 1899) fu l‟inventore del-
la linotype (1886); nacque in Germania ma a 18 anni emigrò negli USA dove, potendo sfruttare il suo
impiego in una officina meccanica, mise a punto la sua innovativa macchina. La linotype fu il primo
sistema di composizione “a caldo”: l‟operatore componeva direttamente i caratteri del testo su una ta-
stiera che era collegata al dispositivo di composizione metallica.
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La linotype, così come la macchina offset qualche anno dopo e la fotocomposizione negli anni
settanta, furono invenzioni che consentirono una enorme accelerazione dei processi di stampa e impa-
ginazione, favorendo in questo modo una diffusione puntuale e capillare di libri e giornali, con effetti
positivi sul tasso di alfabetizzazione di ampi strati della popolazione dei Paesi industrializzati.
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comprendere in concreto come furono realizzati i primi testi digitalizzati e le diverse
tappe che hanno portato alla definizione dei prodotti presenti oggi in commercio;
successivamente si considererà nel dettaglio l‟oggetto e-Book e le varie tecnologie
che lo hanno caratterizzato negli anni, con particolare attenzione ai sistemi di prote-
zione del copyright. Infine, si descriveranno le condizioni attuali del mercato e-Book,
le nuove possibilità che è in grado di offrire e le prospettive future, sia a livello tec-
nologico, sia a livello socioculturale.
Si ritiene doveroso precisare che l‟intenzione non è quella, ormai largamente
diffusa, di stabilire un paragone tra l‟e-Book e il libro tradizionale, trattando di ar-
gomenti quali la possibile morte del libro o la scomparsa di un pubblico di lettori abi-
tuali,
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né quella di descriverne caratteristiche immutabili e confini definiti, trattando-
si di un fenomeno in continua evoluzione; si cercherà piuttosto di definire l‟e-Book
alla luce delle nuove opportunità che è in grado di offrire agli utenti, affiancandosi e
integrandosi, non sostituendosi, al libro di carta.
Per quanto riguarda le fonti bibliografiche, la letteratura non è attualmente così
vasta proprio perché si tratta di un prodotto di recente affermazione. Ci si è quindi
affidati anche a riviste di settore, enciclopedie online, articoli di esperti e studiosi,
reperibili sul web, ed esperienze sul campo.
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Cfr. R DARNTON, 5 Myths About the Information Age, in “The Chronicle Review“, sezione
Opinion & Ideas, 17 aprile 2011, <www.chronicle.com/article/5-Myths-About-the-Information-
/127105> (ultima consultazione: 8 novembre 2011); Id., Il futuro del libro, Adelphi, Milano 2011; S.
RICHMOND, The printed book is doomed: here‟s why, in “The Telegraph”, sezione Technology, 4 ago-
sto 2011, <www.telegraph.co.uk/technology/news/8680271/The-printed-book-is-doomed-heres-
why.html> (ultima consultazione: 8 novembre 2011); F.M. CATALUCCIO, Che fine faranno i libri?,
Nottetempo, Roma 2010, passim.
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I. DAI TESTI DIGITALIZZATI AI PRIMI LETTORI
DEDICATI
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I.1 Digitalizzazione e sistemi di codifica dei caratteri
La caratteristica chiave che ha consentito al computer e ai suoi derivati di tro-
vare una larga applicazione nei più svariati campi è la loro capacità di digitalizzare
un segnale analogico. Quest‟ultimo è tipico dei media tradizionali quali radio, dischi,
fotografie, televisione, audio e videocassette: i dati, pur se rappresentati in formato
numerico, sono riconducibili a ciò a cui si riferiscono per analogia, cioè le variazioni
registrate sono proporzionali alla variazione della grandezza misurata. La convergen-
za al digitale prevede la loro sostituzione con strumenti basati sulla codifica digitale
dell‟informazione e sull‟uso di microprocessori, dispositivi capaci di ricevere, mani-
polare e trasmettere i dati sotto forma di flussi di bit.
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Di seguito ci si occuperà in
particolare dei metodi di digitalizzazione applicati alla scrittura e alla lettura di testi.
La digitalizzazione (da digit, cifra) avviene mediante il cosiddetto sistema bi-
nario, basato cioè su due soli numeri: l‟uno e lo zero (acceso o spento nel circuito e-
lettronico), ciascuno abbinabile a un bit (binary digit). Mediante combinazioni di vari
bit è possibile rappresentare, in un codice comprensibile anche per il computer,
l‟insieme di lettere, numeri e simboli normalmente utilizzati. Per soddisfare tutte le
esigenze di rappresentazione si è scelto di utilizzare 8 bit per l‟identificazione di un
carattere in modo da disporre di 2
8
= 256 configurazioni: per esempio la lettera A può
essere rappresentata come 00000001, la lettera B come 00000010, la lettera C come
00000100, e così via, fino a codificare tutti i possibili caratteri (una stringa di 8 bit
prende il nome di byte).
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Per fare in modo che elaboratori diversi interpretino ogni combinazione allo
stesso modo, è stato generalmente adottato il codice ASCII (American Standard Co-
de for Information Interchange), che utilizza 7 bit per rappresentare 128 caratteri al-
fanumerici; successivamente vengono formulati nuovi codici con utilizzo di 8 bit (es.
ISO 8859).
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Un microprocessore è un dispositivo elettronico realizzato con la tecnologia dei circuiti integrati
VLSI (Very Large Scale Integration), in grado di effettuare in modo autonomo operazioni aritmetiche
e logiche secondo una successione predefinita di istruzioni. Esso è particolarmente adatto a essere in-
terconnesso con dispositivi esterni, con i quali può interagire, trasmettendo e ricevendo dati attraverso
porte di uscita e di ingresso.
5
Cfr. V. ELETTI, Manuale di Editoria Multimediale, Laterza, Roma-Bari 2003, pp. 15-19.
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Nel 1991 fu sperimentato un nuovo sistema di codifica a 16 bit, chiamato Uni-
code, per poter rappresentare un maggior numero di caratteri in modo standard e
permettere di utilizzare più set di caratteri estesi (es. per greco e cirillico) in un unico
documento; inizialmente prevedeva 65.536 caratteri (code points), in seguito è stato
esteso a 1.114.112 (2
20
+2
16
) e finora ne sono stati assegnati circa 101.000.
L‟importanza di Unicode risiede nella sua capacità di codificare anche gli ideo-
grammi di lingue come il cinese, il giapponese e il coreano.
Con la definizione di standard sempre più precisi per la rappresentazione dei
caratteri comincia a diffondersi tra gli addetti ai lavori l‟idea che, oltre a scrivere e
impaginare tramite un terminale, si possa anche proporre quest‟ultimo come supporto
di lettura, risparmiando tempo e risorse. Inoltre, fra le ragioni del concepimento del
libro elettronico si può individuare il declino di una pretesa di conoscenza universale
e stabile, in un mondo globalizzato soggetto a continui cambiamenti, per cui ad e-
sempio i contenuti di un libro in cui sono state investite molte risorse potrebbero ri-
chiedere aggiornamenti e revisioni già pochi mesi dopo la loro pubblicazione, con
problemi in termini di costi non irrilevanti.
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I.2 Dal Dynabook al Rocket e-Book
I progenitori dell‟e-Book sono fondamentalmente due: il Dynabook, per quanto
riguarda i dispositivi di lettura, e il Project Gutenberg, per quanto riguarda i contenuti
digitali.
Il Dynabook, progettato da Alan Kay nel 1968 e concepito come un “computer
per bambini”, era un dispositivo portatile dotato di tastiera e display, pensato per
fungere contemporaneamente come strumento di lettura, scrittura ed apprendimento.
7
Lo stesso Kay lo definì «un personal computer portatile e interattivo, con la stessa
accessibilità di un libro» e, nonostante non avesse lo scopo di “simulare” un libro a
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Cfr. R. D‟ANNA, e-Book: il libro a una dimensione, Adnkronos, Roma 2001, pp. 20-21.
7
Alan Curtis Kay (Springfield, 17 maggio 1940) è considerato uno dei pionieri dell‟informatica,
per aver concepito i primi laptop, aver inventato le interfacce grafiche moderne e aver contribuito a
creare ethernet e il modello client-server. Cfr. E. DI PASQUA, Buon compleanno laptop, in “Corriere
della Sera”, sezione Scienze, 4 novembre 2008.
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stampa, il suo design si proponeva di non essere inferiore alla carta in nessun aspetto
di rilievo. Sebbene mai andato in commercio, il Dynabook, per queste sue caratteri-
stiche, può essere considerato l‟antenato dei moderni tablet ed e-readers.
8
Nel 1971 nasce il Project Gutenberg, un‟iniziativa intrapresa da Michael Stern
Hart con l‟obiettivo di costituire una biblioteca di versioni elettroniche liberamente
riproducibili di libri stampati.
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In quell‟anno Hart, immatricolato all‟Università
dell‟Illinois, poté avere accesso a un mainframe
10
Xerox Sigma V nel laboratorio di
Ricerca dei Materiali; egli era convinto che i computer un giorno sarebbero diventati
accessibili al grande pubblico e che la nascente Rete avrebbe costituito un fattore de-
terminante per la diffusione globale del patrimonio culturale. Allora possedeva una
copia della Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti e la trascrisse sul termina-
le, rendendola successivamente disponibile in Rete: fu il primo libro digitale della
storia. Da allora i tempi per digitalizzare le opere si sono ridotti notevolmente e viene
perlopiù utilizzato il sistema OCR
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per trasporre i testi sui terminali, rendendoli poi
disponibili in rete nei formati oggi più comuni, come html, ePub e mobi per Kindle.
Tutti i testi sono liberi da copyright in quanto decaduti i vincoli o in quanto gli autori
li hanno resi volontariamente pubblici. Oggi il Project Gutenberg continua ad essere
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Cfr. B. LONGO, La nuova editoria. Mercato, strumenti e linguaggi del libro in internet, Editrice
bibliografica, Milano 2001, pp. 106-107; G. RONCAGLIA, La quarta rivoluzione. Sei lezioni sul futuro
del libro, Laterza, Roma-Bari 2010, cap. III, par. 2. Secondo alcuni autori, come Robert Darnton, la
nascita dell‟e-Book è da relazionare alla comparsa dei primi prototipi di computer, come il Memex di
Bush del 1945, una sorta di scrivania dotata di microfilm capaci di contenere testi o immagini da vi-
sionare sul doppio schermo. Cfr. R. DARNTON, The new age of book, in “The New York Review of
Books”, 18 marzo 1999, <http://www.nybooks.com/articles/archives/1999/mar/18/the-new-age-of-
the-book> (ultima consultazione: 8 novembre 2011).
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Hart è deceduto il 6 settembre 2011 per un arresto cardiaco. Cfr. L. CASTELLI, Addio a Michael
Hart, il papà dell‟ ebook, in “La Stampa”, 9 settembre 2011.
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Un mainframe è l‟elaboratore principale che controlla il funzionamento di un sistema di calcolo
complesso, dotato di più unità di elaborazione. Introdotto nel corso degli anni sessanta, con il primo
sviluppo dei sistemi informativi delle grandi aziende e organizzazioni, aveva lo scopo di garantire
un‟adeguata capacità di esecuzione per tutte le applicazioni critiche per il funzionamento dell‟azienda
o dell‟organizzazione stessa.
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I sistemi di riconoscimento ottico dei caratteri, detti anche OCR (dall‟inglese optical character
recognition) sono programmi dedicati alla conversione di un‟immagine contenente testo, solitamente
acquisite tramite scanner, in testo digitale modificabile con qualsiasi editor. Il testo può essere conver-
tito in formato ASCII semplice, Unicode o, nel caso dei sistemi più avanzati, in un formato contenente
anche l‟impaginazione del documento.
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un punto di riferimento nel settore, con più di 36 mila testi disponibili per i supporti
più diffusi.
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Tra gli anni settanta e i primi ottanta continuarono gli esperimenti sulla digita-
lizzazione dei testi, ma senza l‟individuazione di nuove applicazioni di rilievo. Tra i
primi dispositivi che possono essere ricondotti alla categoria di lettori e-Book, vi so-
no quelli prodotti dalla Franklin Computer Corporation: agende, dizionari ed enci-
clopedie basati su dispositivi portatili, come lo Spelling Ace, che consentiva
all‟utente di inserire la pronuncia fonetica di una parola, restituendone lo spelling e-
satto. Nel 1995 l‟azienda americana lancia il Franklin Bookman, che nel 1999 diven-
ta eBookMan, un dispositivo che combinava le funzionalità di lettore e-Book e quelle
di organizer tascabile.
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Tra il 1985 e il 1992 la Voyager Company Expanded Books, fondata da Robert
Stein, vende e-Book multimediali su cd-rom. Nel 1990 viene pubblicato e distribuito
su floppy dalla Eastgate Systems quello che viene considerato il primo romanzo iper-
testuale a struttura non sequenziale, dal titolo Afternoon, a story di Michael Joyce.
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Nel 1990 Sony lancia sul mercato Data Discman, un lettore di audio e video
ma anche di testi, dotato di tastiera e di un piccolo display; i titoli realizzati per il Da-
ta Discman furono soprattutto opere di consultazione, quali dizionari, guide cinema-
tografiche e di viaggio, vocabolari e tra le caratteristiche più innovative vi era la pos-
sibilità di salvare schermate e configurazioni, oltre a poter confrontare diverse ope-
re.
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Tra i primi prototipi di e-readers si può annoverare anche quello ideato nel
1993 da due laureandi della Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, Franco
Crugnola e Isabella Rigamonti, i quali presentarono la loro tesi di laurea sottoforma
di testo digitale leggibile su un supporto funzionante tramite floppy disk, dotato di
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Cfr. <www.gutenberg.org>
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Un video dello Spelling Ace è visionabile all‟indirizzo <http://www.youtube.com/-
watch?v=YyFSd5qehP0>, mentre alcune immagini dell‟eBookMan si trovano sul sito di Amazon
all‟indirizzo <http://www.amazon.com/Franklin-EBM-911-eBookMan-Translucent-Graphite/dp/-
B00004WHFN> (ultima consultazione: 8 novembre 2011).
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Michael Joyce (1945) è uno scrittore e critico letterario statunitense. È un importante autore e
critico di letteratura elettronica, oltre che professore di inglese al Vassar College di New York.
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Alcune foto del Data Discman sono reperibili all‟indirizzo <www.amazon.com/Sony-DD-8-
Discman-Electronic-Player/dp/B005E8WTYS/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1320753303&sr=8> (ulti-
ma consultazione: 8 novembre 2011).