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INTRODUZIONE
L’elaborato intende indagare il lessico specialistico del settore
del fitness e dell’attrezzistica. Ho proceduto allo spoglio lessicale del manuale
Biomeccanica degli esercizi fisici (A. Stecchi) e dei mensili «Olympian’s» e
«Men’s Health». Il manuale di Stecchi ha una natura eminentemente tecnica e
si occupa di allenamento fisico, indugiando sulle ultime frontiere dello stesso;
biomeccanica muscolare; attrezzature per le attività di tipico aerobico; singoli
gruppi muscolari, trattati separatamente in sezioni specifiche. «Olympian’s» è
una rivista settoriale, che si occupa esclusivamente di tematiche inerenti al
body building, all’allenamento nell’ambito delle palestre e alle tecniche di
recupero, nonché alla nutrizione e all’integrazione alimentare, naturalmente in
riferimento alle esigenze tipiche di un culturista. La rivista «Men’s Health» è
decisamente divulgativa e accoglie sì tematiche relative al fitness, ma propone
anche interviste a personaggi d’attualità, siano essi del cinema, dello sport o
dello spettacolo in genere, e quattro sezioni di argomento vario: alimentazione,
salute/sesso, strategie/piaceri, moda/beauty.
Lo spoglio lessicale è stato condotto con l’obiettivo di individuare le
caratteristiche peculiari per quanto concerne l’impiego e la diffusione di
tecnicismi autoctoni e adattati, sia specifici che collaterali, e di anglicismi,
siano essi tipici del lessico del fitness e dell’attrezzistica oppure afferenti a
campi semantici diversi.
Il primo capitolo sviluppa una breve storia del body building e
del fitness, al fine di collocare nel tempo la nascita e la diffusione di tale
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fenomeno, fornendo così un inquadramento cronologico di massima per le
prime attestazioni dei tecnicismi afferenti alla pratica sportiva in questione.
La seconda parte dell’elaborato e, nello specifico, il paragrafo
2.1 definisce, anzitutto, il meccanismo del prestito lessicale, soffermandosi sui
concetti di calco semantico e calco traduzione, prestito di necessità e prestito
di lusso; il suddetto paragrafo si focalizza poi sulla questione
dell’accoglimento, da parte del nostro sistema lingua, degli anglicismi,
indugiando, dopo aver delimitato cronologicamente il fenomeno, sulle
motivazioni, estrinseche e strutturali, alla base di tale diffusione.
Il paragrafo seguente presenta la schedatura lessicale degli anglicismi tipici del
settore del body building e del fitness, a ciascuno dei quali è dedicato un
articolo, dove sono fornite informazioni, tratte dal Dizionario degli anglicismi
e dall’Oxford English Dictionary, relative alle accezioni che caratterizzano
ciascuna voce, alla datazione della stessa e alla frequenza con la quale il
lemma considerato ricorre all’interno del manuale e delle due riviste. Il
paragrafo 2.3 include alcune osservazioni sorte dalla schedatura lessicale
presentata.
Allo stesso modo sono strutturati i paragrafi 2.4 e 2.5, i quali sono focalizzati
su voci di origine inglese, non afferenti al lessico specifico del fitness e
dell’attrezzistica. Nella sezione 2.4, sono proposte le schede lessicali di
anglicismi provenienti da campi semantici diversi, mentre il paragrafo
seguente sviluppa una serie di considerazioni, relative alla loro frequenza
all’interno del manuale e dei mensili e all’uso di eventuali alternative e
derivati.
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Nell’ambito del terzo capitolo, il primo paragrafo ha la finalità di
introdurre il concetto di “lingua speciale”, proponendo la distinzione tra
“lingua settoriale” e “lingua specialistica” e indugiando sulle caratteristiche
distintive di quest’ultima tipologia.
Il paragrafo 3.2 presenta un regesto dei tecnicismi specifici, ciascuno dei quali
è stato considerato facendo riferimento al Grande dizionario dell’uso di Tullio
de Mauro e al Dizionario etimologico della lingua italiana (Cortellazzo Zolli);
come nel caso degli anglicismi proposti al punto 2.2, per ciascun lemma è
indicato il significato, la datazione e il numero di occorrenze registrate. Alla
schedatura lessicale dei tecnicismi specifici, segue la sezione 3.3, nella quale
si studia la distribuzione di tali tecnicismi nel manuale e nelle riviste e se ne
inquadra la storia.
A conclusione del terzo capitolo, è posto il paragrafo 3.4, che fornisce
informazioni relative alla quantità dei tecnicismi non specifici rintracciati
all’interno del materiale oggetto di spoglio lessicale, fornendo delucidazioni in
merito al campo semantico di appartenenza.
Il quarto ed ultimo capitolo tratta del concetto di Vocabolario di
Base e, nei paragrafi 4.2.1, 4.3.1 e 4.4.1, esplica l’analisi del Non VdB
(Vocabolario Non di Base), effettuata, in termini percentuali, su un campione
di testo per Biomeccanica degli esercizi fisici, «Olympian’s» e «MH». Infine,
nelle sezioni 4.2.2, 4.3.2 e 4.4.2, sono proposte ulteriori osservazioni degne di
nota, rispetto al linguaggio impiegato nel materiale oggetto di spoglio
lessicale.
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CAPITOLO I
LE DISCIPLINE SPORTIVE PER LA COSTRUZIONE DEL
FISICO
Con l’anglicismo non adattato body building si intende indicare una pratica di
consolidamento muscolare, che prevede il rafforzamento e l’ingrandimento
della massa del muscolo mediante il ricorso ad un’alimentazione specifica e ad
una serie di esercizi, consistenti per lo più nel sollevamento pesi.
Il fenomeno del culturismo ha iniziato ad assumere le connotazioni attuali
intorno alla fine del XIX secolo, grazie alla circolazione delle dimostrazioni
itineranti in Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti, ad opera dell’atleta Eugen
Sandow, il quale fu, altresì, l’organizzatore della prima competizione di body
building, tenutasi il 14 settembre 1901 presso la Royal Albert Hall di Londra.
Due anni più tardi, a New York City, ebbe luogo il primo contest americano,
organizzato dal culturista Bernarr Macfadden, nell’ambito del quale il titolo di
The most perfectly developed man in the world andò ad Al Treloar.
Successivamente, Macfadden organizzò altri due contest, nel 1921 e nel 1922,
nell’ambito dei quali il vincitore fu Charles Atlas.
Nonostante la pratica del culturismo si stesse sviluppando, i contest,
competizioni di natura prettamente estetica, furono piuttosto rari fino al 1939,
anno di nascita del concorso di Mr. America, fortemente voluto dalla Amateur
Athletic Union (AAU). Da questo momento in poi, i vincitori del suddetto
concorso, John Grimek e Steve Reeves, veri e propri modelli per la futura
generazione di aspiranti culturisti, aprirono la strada all’ascesa di tale pratica
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sportiva, la quale raggiunse l’apice della popolarità intorno agli anni
Cinquanta e Sessanta. In questo stesso periodo, videro la luce due importanti
organizzazioni di body building, l’International Federation of Bodybuilders,
fondata da Canadians Joe e Ben Weider nel 1946, e la National Amateur
Bodybuilders’ Association, fondata da Oscar Heidenstam, in Inghilterra, nel
1950. Successivamente, nacque a Londra il concorso di Mister Universo, che
rimase per venticinque anni il più prestigioso evento internazionale di body
building; fu superato, intorno al 1970, dal concorso di Mr. Olympia.
Nell’ambito del panorama del culturismo, due figure importanti degli anni
Settanta furono Arnold Schwarzenegger, sette volte Mr. Olympia, e Cory
Everson, che risvegliò l’interesse intorno al culturismo femminile.
Aspetto fondamentale, legato al diffondersi del fenomeno del body building, è
il sorgere, sempre crescente, di numerose palestre, a partire sostanzialmente
dagli anni Cinquanta circa, periodo in cui il concetto di palestra come un luogo
per soli uomini fu soppiantato dall’idea di un vero e proprio centro fitness,
indirizzato anche al nascente pubblico femminile, dove uomini e donne
potessero praticare attività fisica, di tipo aerobico e anaerobico, in un ambiente
salutare e attrezzato. Da questo punto di vista, figure decisive furono Victor
Tanny, pioniere per quanto concerne l’odierna formula di centro benessere, e
Kenneth Cooper, precursore del jogging e dell’aerobica. Rilevante fu, infine,
l’apertura, nel 1965, della più importante catena in franchising di centri fitness
del mondo, la Gold’s Gym, fondata da Joe Gold.
Da questo momento in poi, il panorama delle palestre progredì al punto tale
che i centri fitness si arricchirono non soltanto di corner per praticare il
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sollevamento pesi a corpo libero (indirizzati, in particolare, alle donne) e di
macchinari sempre più all’avanguardia, ma acquisirono, altresì, le
caratteristiche di veri e propri health club, centri benessere, in grado di offrire
piscine, saune, la possibilità di praticare tennis e squash, nonché le
competenze di personal trainer certificati e di nutrizionisti.
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CAPITOLO II
ANGLICISMI SPECIFICI E NON SPECIFICI NON ADATTATI
2.1. Il prestito lessicale
Una componente fondamentale del lessico italiano è,
indubbiamente, rappresentata, oltre che dalle parole di origine latina e dalle
neoformazioni, dai prestiti lessicali o forestierismi, cioè le voci attinte da altre
lingue ed entrate a far parte del nostro sistema linguistico, in virtù del contatto
con idiomi stranieri.
Il fenomeno del prestito lessicale si verifica nel momento in cui
«la nostra lingua utilizza e finisce per assumere un tratto linguistico che
esisteva precedentemente in un’altra lingua e che non aveva riscontro nella
nostra»
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. I forestierismi possono essere accolti, dalla lingua di destinazione,
nella loro forma originaria e, in questo caso, è opportuno ricorrere alla
denominazione di prestito non integrato oppure, come avviene per i prestiti
integrati, possono essere adattati alla fonologia e alla morfologia dell’italiano.
In riferimento allo spoglio lessicale effettuato, considerando il manuale
tecnico di Stecchi, la rivista settoriale «Olympian’s» e la rivista di argomento
decisamente più vario «Men’s Health», notiamo la decisa preminenza, come
poi sarà chiarito, di prestiti lessicali del primo tipo, cioè stranierismi non
adattati.
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M. Dardano, Manualetto di linguistica italiana, Zanichelli, 1996, p. 256.
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Una particolare varietà di prestito lessicale è il calco, che presenta la seguente
duplice tipologia:
1. calco semantico: in conseguenza della comunanza di significato e/o della
somiglianza formale tra un forestierismo e un termine del nostro sistema
lingua, il lemma autoctono acquista una nuova accezione, attinta dal
vocabolo straniero con cui è entrato in contatto;
2. calco traduzione: in questo caso, traducendo letteralmente gli elementi di
un composto di un’altra lingua, si giunge alla formazione, nell’ambito del
sistema lingua di destinazione, di un nuovo composto, come nel caso di
grattacielo che ricalca l’inglese skyscraper (sky “cielo”, scraper “che
gratta”).
In riferimento alla motivazione posta alla base dell’accoglimento di un
forestierismo, è possibile distinguere due varietà di prestito lessicale, prestiti di
necessità e prestiti di lusso: nel primo caso, una lingua trae da un sistema
linguistico straniero non soltanto un termine nuovo, ma anche il relativo
referente; nel secondo caso, invece, il sistema linguistico offre un’alternativa
autoctona al forestierismo, il quale viene impiegato a fini puramente stilistici
ed espressivi, in modo tale da evocare una particolare cultura e civiltà.
Tra gli stranierismi presenti all’interno del lessico italiano, il
gruppo più nutrito è rappresentato dagli anglicismi, il cui uso, nel corso del
Settecento e dell’Ottocento, è solitamente mediato dal francese. Alla base
della diffusione dell’elemento anglosassone nel corso di questi secoli, vi sono
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indubbiamente «l’interesse per le istituzioni politiche dell’Inghilterra, prima,
la fortuna del romanzo storico (si pensi alle traduzioni da Walter Scott: 1771-
1832) e della stampa periodica inglese, nel primo Ottocento»
2
. L’influsso degli
anglicismi si accresce, in particolare, a partire dal secondo dopoguerra,
momento in cui l’elemento inglese, in virtù della vera e propria invasione di
prodotti, mode e tecniche provenienti dagli Stati Uniti, inizia ad inficiare la
predominanza dei francesismi, ponendo le basi per la seconda europeizzazione
dell’italiano; la prima, lo ricordiamo, si verificò tra Sette e Ottocento e fu
caratterizzata dal diffondersi dei termini attinti dal francese, soprattutto
nell’ambito dei registri linguistici più elevati. Il fenomeno di diffusione degli
anglicismi, di contro, riguarda tutti i piani della lingua e inizia ad intensificarsi
intorno agli anni Sessanta del XX secolo, per progredire rapidamente nei
decenni successivi.
Per quanto concerne il rapporto tra anglicismi adattati e non adattati, questo si
è risolto indubbiamente a favore dei secondi, proprio a partire dagli anni
Sessanta circa, momento in cui viene meno la necessità di adattamento degli
anglicismi, in virtù di una maggiore conoscenza della lingua inglese.
L’accoglimento degli anglicismi da parte del nostro sistema lingua è
agevolato, altresì, dall’assenza di interventi da parte degli organi statali, volti a
imporre l’impiego di alternative agli anglicismi, al fine di preservare
l’elemento autoctono; di contro, l’opposizione dei puristi risulta più efficace,
2
Ivi, p. 265.
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per esempio, in Francia, dove si sviluppa, «per iniziativa di De Gualle (1890-
1970), ribadita da Pompidou e dal socialista Mitterand, la crociata contro il
franglais (il francese fortemente inquinato dall’inglese)»
3
. Allo stesso modo,
anche in Spagna, «la Real Academia provvede di continuo ad addomesticare
termini forestieri di nuova entrata, piuttosto che consentirne la circolazione
allo stato naturale»
4
.
Importantissima fonte di diffusione degli anglicismi è la stampa, che,
inizialmente, accoglie i termini inglesi in virtù di una necessità
prevalentemente denotativa; constatiamo, altresì, la circolazione di numerosi
termini inglesi, che dispongono di un’alternativa autoctona e che vengono
impiegati dal mezzo giornalistico come prestiti di lusso e, dunque, con finalità
puramente pragmatiche ed espressive.
Alla base del massiccio accoglimento di anglicismi da parte del nostro sistema
linguistico, risiede indubbiamente la natura, propria dell’inglese, di lingua
della comunicazione internazionale e il suo notevole prestigio non soltanto sul
piano economico-politico, ma anche in numerosissimi ambiti culturali, tra cui
è importante menzionare quello dell’informatica e quello dello sport, oggetto
della suddetta trattazione; effettivamente le aree semantiche, nell’ambito delle
quali si registra il maggior accoglimento di anglicismi, sono quelle attinenti a
3
G. Cartago, “L’apporto inglese” in A. Asor Rosa, L. Serianni, P. Trifone (a cura di), Storia della
lingua italiana, vol. III. Le altre lingue, Einuadi, 1993, p. 748.
4
Ibidem.
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settori che si sono sviluppati rapidamente proprio a partire dal contesto socio-
culturale anglosassone e americano.
Vi sono poi molteplici caratteristiche strutturali, tipiche dei vocaboli inglesi,
che potrebbero essere alla base dell’accoglimento di tali voci nel sistema
linguistico italiano. Si tratta, innanzitutto, della brevità, in quanto il sistema
lessicale inglese, a differenza della lingua italiana, è ricco di parole
monosillabiche, verso le quali i mezzi di comunicazione di massa volgono la
loro preferenza, in virtù della costante esigenza di coincisione e di economia
di spazio. Tratto pregnante e caratteristico dei termini di provenienza inglese
è, indubbiamente, la loro forte espressività, il loro notevole potere connotativo,
che sta alla base del loro impiego in ambito giornalistico; in riferimento alle
riviste oggetto di spoglio lessicale, è possibile constatare un impiego massico
di prestiti di lusso e, dunque, di termini impiegati con finalità stilistiche in
«Men’s Health», indubbiamente incline a caratterizzare il suo linguaggio in
questo senso, anche in virtù della varietà degli argomenti trattati. Infine, altro
carattere tipico del sistema lessicale inglese è la presenza massiccia di parole
composte, le quali sovente vengono riprese all’interno del nostro sistema
lingua e accorciate, per via di esigenze di semplificazione, come avviene nel
caso del composto basket-ball impiegato dal nostro sistema lingua e attestato
nel manuale tecnico di Stecchi nella forma semplificata basket.