3
Introduzione
Il XII secolo è il secolo dell’amore: i trovatori celebrano l'amore cortese e i
romanzi narrano la passione di Tristano e Isotta o di Lancillotto e Ginevra. Nel
contempo i religiosi elaborano affascinanti teorie sull'amore mistico; l'uomo è
fatto ad immagine e somiglianza di Dio e ad esso deve rivolgere il suo amore,
tendendo a lui la propria volontà: l'amore è l'unica conoscenza che permette
all’uomo di avvicinarsi alla divinità; il XII secolo insegna ad amare l'Amore. La
costante tensione amorosa del Medioevo influenzerà i modi di manifestare il
sentimento amoroso nei secoli successivi quali il XVI secolo in cui fiorisce,
soprattutto in Spagna, una letteratura religiosa che esprime il sentimento
amoroso per Cristo attraverso il medesimo linguaggio utilizzato nel Medioevo.
Nella Spagna di Filippo II appaiono le maggiori personalità religiose che
raccontano dell’amore di Dio primo fra tutti fray Luis de León in cui tutto viene
“accordato” affinché avvenga l’unione totale dell’anima con la divinità, deo in
deo unitam.
1
L’anima diviene il centro dell’esperienza del rapporto tra Essenza
divina e Persone divine tra la trinità e l’unità di Dio.
2
1
Peter Dinzelbacher, Per una definizione ristretta e maneggiabile della mistica , in AA.VV., Le
parole della mistica, problemi teorici e situazione storiografica per la composizione di un
repertorio di testi, a cura di Francesco Vermigli, Roma 2007, pp19-30 p.25.
2
AA.VV., Le parole della mistica, problemi teorici e situazione storiografica per la composizione
di un repertorio di testi, a cura di Francesco Vermigli, Roma 2007, p.7.
4
In questo ambito si discorrerà sul lessico utilizzato da fray Luis per esprime
l’amore di Dio; tale operazione coinvolgerà la lirica dei trovatori e i trattati di
alcuni religiosi quali Riccardo di San Vittore, Jacopone da Todi e san Juan de la
Cruz in cui la mistica della notte conduce alla conoscenza dell’Amore Divino.
3
Verranno coinvolte anche la altre due importanti figure del panorama letterario
di tutti i tempi: in primo luogo quella del Petrarca anche egli, come fray Luis,
seguace di Agostino. Petrarca rivoluzionerà i modi di fare poesia in tutti i paesi
europei (tra i cui anche la Spagna dove il petrarchismo si cristallizza nella poesia
di Garcilaso De la Vega). In secondo luogo si citerà Dante in cui il Paradiso
corrisponde alla «poesia dell’esperienza mistica».
4
Attraverso l’analisi di alcuni vocaboli si percorreranno le tappe della dolcezza,
del fervore mistico e della quiete, la pace interiore alla quale aspira ogni uomo
poiché la natura umana «tend vers l’union à Dieu comme vers la fin sans
laquelle elle n’a point de repos: elle ne trouvera son sabbat que dans cet
amour»
5
.
3
José Luis Hervás, Entrañados en Cristo. La teología mística de Fray Luis de León, Pamplona
1996, p.208.
4
Giuliana Carugati, La menzogna e il silenzio, la scrittura mistica della «Commedia» di Dante,
Bologna 1991, p. 38.
5
Jean Leclercq, Otia monastica, études sur le vocabulaire de la contemplation au Moyen Âge,
Roma 1963, p. 109.
5
I. L’Ars Amandi Deum.
Questo lavoro viene dedicato allo studio del lessico amoroso nella poesia di fray
Luis de León grande poeta, scrittore ed esegeta spagnolo del XVI secolo,
appartenente all’ordine dei frati agostiniani. Fray Luis rappresenta la «más
excelsa figura y el más exacto resumen del Renacimemiento hispano»
1
; nessuno
come lui è riuscito a fondere il classicismo, la poesia italiana (da cui fray Luis
ereditò la bellezza armoniosa dei versi) ed i contenuti religiosi (la conoscenza
delle Sacre Scritture da parte di fray Luis era profondissima); grazie alla sua
formazione spirituale di matrice agostiniana fray Luis riuscì a fondere e ad
armonizzare «el sentido místico, apasionado y contemplativo».
2
L’analisi del vocabolario implica lo studio di alcune categorie che mettono in
evidenza aspetti di particolare rilievo all’interno del discorso amoroso. In primo
luogo, l’importanza attribuita al senso del gusto che occupa un ruolo importante
all’interno di tutta la produzione medievale;
3
dal confronto della lirica di fray
1
Fray Luis è nato e vissuto in Spagna nel XVI secolo. Metto in mostra l’importanza la dolcezza ,
come più avanti il fervore hanno avuto nel Medioevo. Cito il Medioevo e confronto con i versi di
fray Luis quelli di autori del XII e XIII secolo poiché le figure mistiche (numerose nel Medioevo
europeo) appaiano in Spagna solamente nella seconda metà del XVI secolo. Il regno di Felipe II
corrisponde ad una delle manifestazioni letterarie di maggiore importanza per la qualità delle
opere e del loro numero (basterà citare le figure di fray Luis de León, San Juan de la Cruz e Santa
Teresa de Jesús). Si veda J.O Alborg, Historia del la literatura española, Madrid 1966, p.465.
2
Ibidem.
3
Ibidem, p.427.
6
Luis con quella dei trovatori, il richiamo a quella del Petrarca e il confronto con
alcuni versi della poesia di Jacopone da Todi, sarà possibile mettere in evidenza
gli aspetti dell’amore che occupano un ruolo importante nella letteratura
spirituale, in modo particolare di quella «mistica» traducibile in «conocimiento
experimental de la presencia divína, en que el alma tiene, como una gran
realidad, un sentimento de contacto con Dios».
4
La consapevolezza della metaforicità del linguaggio che descrive l’amore di Dio
è un’operazione non diversa da quella che viene chiamata operazione letteraria
5
propria della tradizione mistica affettiva (di cui fanno parte gli agostiniani).
6
La dolcezza, nella letteratura spirituale, occupa un ruolo importante così come il
fervore (collegato alla tensione amorosa) e la quiete. Fra i cristiani, anche i
monaci letterati possedevano un certo orientamento che si può chiamare
mistico.
7
Più di altri, essi uniscono (perché Dio non li ha separati) la vita
cristiana e la cultura;
8
più di tutti i cristiani e di tutti i letterati i monaci
sperimentano la necessità di superare la letteratura al fine di conservare allo
spirito tutto il suo primato. Man mano che la verità si rivelerà agli occhi della
4
J. L. Alborg, Historia de la Literatura española, cit., p.477.
5
Giuliana Carugati, La menzogna e il silenzio. La mistica nella «Commedia» di Dante, Bologna
1991, p.13.
6
AA.VV., Manual de literatura española, Renacimiento, Pamplona 1980, vol.II, p.459.
7
Jacques Leclercq, Cultura umanistica e desiderio di Dio, studio sulla letteratura monastica del
Medioevo, Firenze 1965, p.339.
8
Ibidem.
7
loro anima affinata, lo splendore della sua bellezza li invaderà sempre più.
9
La
parola di Dio e la cultura danno allo spirito una fame di felicità che sarà
soddisfatta nella vita del cielo; non vi è letteratura spirituale senza esperienza
religiosa
10
in cui l’anima compie un triplice movimento verso l’Assoluto;
11
il
cammino sembrerà tortuoso, ma una volta compiuto, la luce suprema inonderà
completamente l’anima dell’eletto.
12
Ci troviamo di fronte ad una caratteristica essenziale del discorso mistico
occidentale, che nasce dalla confluenza “esplosiva” tra discorso filosofico e
discorso esegetico biblico.
13
In tal senso si farà riferimento al rapporto che fray
Luis aveva con le Sacre Scritture, in modo particolare con il Cantico dei Cantici
che gli costò il carcere dal 1576 al 1577 poiché accusato di «profanación» e di
«traducción a lengua vulgar».
14
Per i monaci il Cantico dei Cantici è uno dei testi di riferimento per la
formazione spirituale, un’ars amandi Deum che offre al credente la possibilità
9
Ibidem.
10
Ibidem.
11
Mi riferisco alle tre tappe dell’unione mistica: la via illuminativa, la via purgativa e la via
unitiva.
12
Alain Guy, El pensamiento filosófico de fray Luis de León, Madrid 1960, p.316.
13
Giuliana Carugati, La menzogna e il silenzio. La scrittura mistica della «Commedia» di Dante,
Bologna 1991, p.11.
14
Fray Luis de León, De los Nombres de Cristo, edizione a cura di Antonio Sánchez Zamarreño,
Madrid 1991,«Introduzione», p.13. Fray Luis tradusse il Cantico dei Cantici per sua cugina che
non conosceva il latino.
8
della contemplatio che è esperienza intellettuale ed affettiva. Non si può non
meditare su ciò che si ama, non si può non contemplare ciò che si desidera.
15
Esistono due commenti di fray Luis al Cantico dei Cantici che costituiscono la
sua prima opera in prosa che conosciamo: la Exposición del Cantar de los
Cantares (1561) traduzione letterale del Libro attribuito a re Salomone con
commento corrispondente ad ogni capitolo; il discorso amoroso che abita
all’interno delle pagine del Cantico dei Cantici ha dettato i modi si sentire e di
pensare l’amore nella cultura occidentale. In esso abbondano le comparazioni, le
metafore e le similitudini in cui l’amata è paragonata ad una giumenta, i suoi
capelli sono come un gregge di capre e le sue labbra un filo di scarlatto.
16
I temi sensuali e passionali del Cantico vengono interpretati in chiave allegorica:
lo sposo diventa così il simbolo di Cristo, il “mistico” amante e la sposa il simbolo
della Chiesa oppure dell’anima innamorata.
17
L’esperienza mistica
18
desidera
l’unione totale dell’anima con la divinità, deo in deo unitam, in cui emergono
numerosi topos della lingua mistica: il raptus, la fruitio, l’ebrietas, la sapientia,
15
Gioia Paradisi, La parola e l’amore. Studi sul Cantico dei Cantici nella tradizione francese
medievale, Roma 2009, p.32.
16
Cito alcuni versi tradotti del Cantico dei Cantici, (IV, 1; 3). si veda la Bibbia, Milano 2002,
p.999.
17
AA.VV., Trattati d’Amore del XII secolo, a cura di Francesco Zambon, Milano 2007,
«introduzione», p.13.
18
Benché la separazione tra mistica e ascetica (fray Luis viene collocato tra gli asceti) non sia
solamente una separazione di metodo, ma si fondi sopra reali differenze, essa non può tuttavia
essere netta. Si veda J.O. Alborg, Historia de la literatura española, cit., p.473.
9
l’ineffabilitas, di cui l’inflammata, la suavitas e la dulcedo sono espressioni:
19
interessa un linguaggio che descriva l’esperienza di Dio.
20
L’anima diviene il
centro dell’esperienza del rapporto tra Essenza divina e Persone divine tra la
trinità e l’unità di Dio.
21
Nel Medioevo appaiono i migliori trattati sull’amore sia
di matrice profana sia di origine spirituale. Il Medioevo spagnolo è privo di
figure religiose di particolare rilievo, ma è nella seconda parte del XVI secolo che
emergono figure importanti come quelle di fray Luis, san Juan de la Cruz e Santa
Teresa; per tale ragione i versi di fray Luis (e tal volta di alcune brani De Los
Nombres de Cristo) verranno confrontati con alcuni testi prodotti nel Medioevo
in cui l’amore è considerato quasi « il luogo più intimo».
22
I.1. La DOLCEZZA
L’ elaborazione di uno spazio interiore permette la riflessione intorno al ruolo
del gusto grazie alla riscoperta e all’esaltazione dell’elemento affettivo
19
Peter Dinzelbacher, Per una definizione ristretta e maneggiabile della mistica , in AA.VV., Le
parole della mistica, problemi teorici e situazione storiografica per la composizione di un
repertorio di testi, a cura di Francesco Vermigli, Roma 2007, pp19-30 p.25.
20
AA.VV., Le parole della mistica, problemi teorici e situazione storiografica per la composizione
di un repertorio di testi, a cura di Francesco Vermigli, Roma 2007, p.VII.
21
Ibidem.
22
AA.VV. Trattati sull’amore del XII secolo, a cura di Francesco Zambon, Milano 2007,
introduzione, p.XI.
10
nell’esperienza della conoscenza
23
che nella letteratura provenzale è racchiusa
all’interno dell’espressione bos sabers
24
di Jaufré Rudel. I poeti del Medioevo
(soprattutto i provenzali) non si rassegnano alla semplice penetrazione delle cose
divine: vogliono anche “sapere et prelibare”; ne risulta un’atmosfera interiore
serena ed estatica in cui gioia, amore, dolcezza, sapore e conoscenza non sono
più esattamente distinguibili, ma sono fusi in un solo entusiastico ‘assaporare
affettivo’.
25
Per mettere in evidenza tale argomento nella della poetica di fray
Luis, in cui l’aggettivo dulce (per non parlare del sintagma dulce son) occupa
uno spazio importante, basterà confrontare alcuni dei suoi versi con quelli dei
trovatori e con alcuni passi delle Confessioni di Agostino; nel primo libro delle
Confessioni, è proprio Agostino che mette in evidenza la natura “buona” delle
cose di Dio:
[…] quod tu post opera tua bona valde, quamvis ea quietus feceris, requie visti
septimo die, hoc praeloquatur nobis vox libri tui, quod et nos post opera nostra
ideo bona valde[…]
26
Il senso del gusto occupa un ruolo importante a partire dalle Sacre Scritture in
cui gli alimenti sono i simboli del nutrimento dello Spirito: «lo si potrebbe
23
Mira Mocan, Bos sabers: la «sapida scientia» dei primi trovatori, in, La parola del testo, XI/1,
Roma 2005, p.10.
24
Cito l’espressione di Jaufré Rudel poiché proprio sulla base di tale vocabolo si analizzerà
l’importanza del senso del gusto anche nella poesia di fray Luis de León.
25
Ibidem, p. 267.
26
Agostino, Confessioni, , introduzione generale a cura di Jacques Fontaine e commento a cura di
Manlio Simonetti, Milano 1992, XIII, 36, 51.
11
illustrare, alla luce di tutta la letteratura cristiana» scrive Leclercq «a proposito
di tutto ciò che si può mangiare e bere, dal latte […] fino agli alimenti forti […]:
miele, formaggio, olio e sale, pane e vino».
27
Si vedano alcuni versi del Cantico
dei Cantici :
Veni in hortum meum soror mea
Sponsa
Messui murram meam cum aromatibus meis
comedi favum cum melle meo bibi
vinum meum cum lacte meo
comedite amici bibite et inebriabili
28
L’importanza attribuita agli alimenti e di conseguenza al sapore (nel contesto in
cui ci troviamo) viene mostrata anche in un passo tratto dall’opera di fray Luis
De los Nombres de Cristo:
Pues para que cobremos aficiòn y concibamos deseo de lo que nunca hemos
gustado, preséntanoslo Dios debajo de lo que gustamos y amamos, para que,
entendiendo que es aquello más y mejor que lo conocido, amemos en lo no
conocido el deleite y contento que no conocemos. Y como Dios se hizo hombre
dulcísimo y amorosísimo, para que lo que no entendíamos de la dulzura y del
amor de su natural condición, que no veíamos, lo experimentámos en el hombre
que vemos, y de quien se vistió para comenzar de allí a encender nuestra
27
Jean Leclercq, Bernardo «cuciniere di Dio», in Bernardo Cistercense, Atti del XXVI Convegno
storico internazionale, Spoleto 1990, pp.333- 344, p. 334.
28
Cantico dei Cantici, 5, 1. Cito dalla Vulgata Biblia Sacra, Iuxta Vulgatam Versionem, Proverbia-
Apocalypsis, , Stuttgart 1983, Vol. II, p.999.
12
voluntad en su amor, así en el lenguaje de sus Escrituras nos habla como hombre
a otros hombres, y nos dice sus bienes espirituales y altos, con palabras y figuras
de cosas corporales que en los semejantes; y para que los amemos, los enmiela
con esta miel nuestra, digo, con lo que Él sabe que tenemos por miel.
29
Il miele (‘miel’), sovente messo in relazione con il latte, è il simbolo della
dolcezza e «des biens terrestres ou celeste, le plus précieux»;
30
il miele
rappresenta la conoscenza e l’iniziazione spirituale; è una sostanza che «purifie
l’intérieur du corps».
31
Non vi è cosa migliore della dolcezza per trasmettere la
luce della grazia da cui è invasa un’anima, proprio perché è il riflesso della
bontà e della misericordia divina.
32
Si noterà, prendendo come punto di riferimento il sintagma bos sabers di Jaufré
Rudel, che dal punto di vista etimologico le voci saber e sabor provengono dalla
forma latina SAP ĔRE ‘possedere un certo sapore’, ‘esercitare il senso del gusto’,
‘avere gusto’, ‘essere intelligenti, avere senno’; esercitare il senso del gusto
equivale ad esercitare il «gusto del sapere»:
Y la propia y verdadera sabiduría del hombre es saber mucho de Cristo; y, a la
verdad, es la más alta y más divina sabiduría de todas, porque entenderle a Él es
29
Fray Luis de León, De los Nombres de Cristo, «Brazo de Dios», cit., p.235.
30
Traggo la definizione dal Dictionnaire des symboles, «Miel», Bripols 1992, p.198.
31
Ibidem.
32
Dizionario enciclopedico di Spiritualità, a cura di Ermanno Ancilli, Roma 1975, «Dolcezza»,
p. 662.