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INTRODUZIONE
Introduzione
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Questa tesi si propone di approfondire il legame tra la customer satisfaction e
il fitness attraverso un’indagine empirica svolta all’interno di un fitness club
torinese.
Si è scelto di analizzare la soddisfazione del cliente perché è un tema
affascinante e fondamentale per ogni azienda che voglia avere successo. Da
tempo, alcuni studi di marketing, evidenziano l’importanza, per tutti i tipi di
imprese, di costruire rapporti stabili e duraturi con i clienti e tutto questo può
avvenire solo se l’imprenditore ha la capacità di soddisfare i propri clienti più
di quanto non siano capaci di fare i suoi concorrenti.
Si è preso in considerazione il settore fitness perché l’importanza di questo
mercato non deve essere assolutamente sottovalutata, infatti, negli ultimi anni,
risulta essere uno tra i settori che hanno registrato le maggiori crescite sia in
termini prettamente economici-finanziari, sia in termini di aumento del
numero degli iscritti.
L’indagine si è svolta all’interno dell’associazione sportiva dilettantistica “My
Gym” di Venaria Reale. Tale scelta deriva dalla mia personale esperienza di
venditrice iniziata al suo interno nel 2007; lavorando nel club, e
frequentandolo abitualmente per fare sport, mi è capitato più volte di sentire
delle lamentele da parte dei clienti e da ciò è nata l’idea di proporre ai
responsabili del centro la possibilità di eseguire un’analisi empirica volta a
verificare se i servizi offerti superassero o no le attese degli iscritti.
La presente tesi è strutturata in sei capitoli.
Nel primo capitolo si evidenziano l’importanza del cliente e la nascita del
fenomeno chiamato “market orientation”. Il cliente rappresenta oggi il centro
delle attenzioni di un’impresa, infatti, le imprese orientate al mercato si
contraddistinguono per l’avere come obiettivo fondamentale delle loro attività
la soddisfazione dei loro clienti. La teoria del marketing sostiene che esista un
rapporto molto stretto tra l’orientamento al mercato e le performance
Introduzione
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economiche e, dunque, si mette in luce come l’assenza di una cultura orientata
al cliente può avere un impatto significativo sulla competitività dell’impresa.
Al termine del capitolo, si presenta la creazione del valore tramite l’approccio
“customer value co-creation process” e viene fatta una breve analisi del
comportamento d’acquisto del cliente.
Nel secondo capitolo l’attenzione è rivolta alla customer satisfaction, cioè
quella sensazione di piacere derivante dal confronto tra le prestazioni percepite
da un servizio e le aspettative nei suoi confronti e si evidenzia la differenza tra
soddisfazione e fedeltà. La prima, infatti, risulta essere una condizione
necessaria ma non sufficiente per rendere un cliente fedele. Attraverso lo
studio della relazione che lega la customer satisfaction alla customer loyalty, si
afferma come prosperi nel tempo solo l’organizzazione in grado di soddisfare
tanto e sempre i suoi clienti in modo che questi decidano liberamente di essere
fedeli all’impresa. Nel quinto e sesto paragrafo si presentano gli effetti positivi
derivanti da un cliente soddisfatto e quelli negativi derivanti da uno
insoddisfatto. Infine, si forniscono degli spunti per creare un servizio ottimale
al cliente sottolineando l’importanza del reclamo che deve essere visto, non
come un fastidio ma, come un’occasione d’oro per fidelizzare il cliente.
Le tecniche di misurazione della customer satisfaction e le fasi di
realizzazione sono approfonditamente analizzate nel capitolo terzo. Si è
descritto il modello ServQual proposto da Parasuraman, Berry e Zeithaml, il
modello dei gap di Valdani e Busacca e infine si è accennato a quello di Kano.
Nel quarto paragrafo sono presentate tutte le sette fasi utili per un’analisi di
customer satisfaction descrivendo molte tecniche di raccolta dati esistenti
oggigiorno.
Con il capitolo quattro s’introduce il settore fitness presentandone i
cambiamenti dagli anni Ottanta a oggi, inoltre, è centrata l’attenzione su
l’indagine Eurobarometer del 2010, commissionata dal Direttorio Generale per
Introduzione
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l’Educazione e la Cultura della Commissione Europea, dalla quale emergono
importanti dati circa i luoghi dove si fa fitness, le ragioni che spingono a
praticare un’attività sportiva o i motivi che la ostacolano. Nel secondo
paragrafo si descrivono gli aspetti giuridici e fiscali delle associazioni sportive
dilettantistiche, infatti, negli ultimi anni, l’attività sportiva dilettantistica ha
ricevuto particolare attenzione da parte del legislatore, oltre all’introduzione
di norme di carattere civilistico, finalizzate a dare certezza giuridica
all’associazionismo sportivo, numerosi sono le agevolazioni fiscali finalizzate
a sostenere le associazioni sportive dilettantistiche nello svolgimento della
loro attività. Nel terzo paragrafo si descrive brevemente la palestra My Gym e
il gruppo Filgud nel quale è entrata a far parte nel 2007. Anche nei centri
fitness, come in ogni altra realtà, è molto importante il rapporto con il cliente,
per questo motivo, l’associazione My Gym s’impegna a formare delle
professioniste che sappiano entrare in relazione con il cliente, capirne le
esigenze, stimolarne la motivazione, valorizzare il centro e indurre
all’acquisto. Nel quarto paragrafo si descrive l’indagine svolta all’interno del
centro, seguendo passo dopo passo tutte le fasi descritte nel capitolo terzo. Tra
le varie tecniche di raccolta dati, è stato usato il questionario auto-compilato, il
quale risulta essere particolarmente appropriato nel campo dei servizi.
Si è dedicato il capitolo cinque all’analisi dei dati emersi dall’indagine. In tale
capitolo viene identificato il cliente tipo di My Gym, si esegue un’analisi dei
gap per verificare i reali punti critici del centro e ci si interroga sul grado di
fidelizzazione del cliente. Nell’ultimo paragrafo si racconta della
comunicazione dei risultati ai responsabili del centro e della predisposizione
delle azioni correttive decise durante un’apposita riunione, infatti, l’indagine
di customer satisfaction è inutile se non viene utilizzata come uno strumento
conoscitivo per un intervento mirato.
Le conclusioni saranno esposte nel capitolo sesto.
I
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CAPITOLO 1
L’IMPORTANZA
DEL CLIENTE
Capitolo 1: L’ importanza del cliente
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1.1 L’ORIENTAMENTO AL MERCATO PER UNA MAGGIORE
SODDISFAZIONE DEL CLIENTE
Il cliente rappresenta oggi il centro delle attenzioni di un’impresa
1
. In passato
le aziende erano per lo più orientate alla produzione ma, con la crisi dei
mercati del 1929,
2
dovuta a una domanda inferiore all’offerta, nacquero nuove
teorie di marketing e s’intraprese un percorso che portò le aziende a
focalizzarsi sul mercato e sulle sue reali esigenze. Con il passare degli anni il
cliente e la sua soddisfazione divennero punti importanti nelle decisioni
aziendali
3
e prese piede un fenomeno chiamato “market orientation”
4
.
Un’impresa si dice “orientata al mercato” quando definisce come obiettivo
primario delle sue attività la soddisfazione dei propri clienti. Questo si basa
sulla convinzione che l’elevata soddisfazione dei clienti produca un’alta
redditività, permettendo all’impresa di garantirsi una sopravvivenza di lungo
periodo.
Con il termine orientamento al mercato s’intende generalmente l’orientamento
di fondo che governa le relazioni di un’impresa con il suo mercato e, più in
1
Il termine impresa identifica un’attività economica organizzata al fine della produzione e
dello scambio di beni e servizi, ciò è quanto si desume dalla definizione di imprenditore che
all’art 2082 fornisce il vigente codice civile.
2
La crisi del 1929, detta anche grande depressione o crollo di Wall Street fu una drammatica
crisi economica che sconvolse l’economia mondiale alla fine degli anni ’20 con gravi
ripercussioni durante i primi anni del decennio successivo. L’inizio della grande depressione
è associato con la crisi del New York Stock Exchange (borsa di Wall Street) avvenuta il 24
ottobre 1929 (giovedì nero) a cui fece seguito il definitivo crollo della borsa valori del 29
ottobre (martedì nero) dopo alcuni anni di boom azionario.
3
Sono molti gli autori che parlano dell’importanza del cliente. Tra questi si veda:
GuptaSunil, Lehmann Donald R. (2008). Il cliente come investimento. Il valore strategico
del cliente, PearsonEducation Italia. Tale libro rinuncia alla sofisticazione dei modelli
complessi e fornisce una serie di strumenti pratici che consentono di comprendere appieno il
valore del cliente per l’azienda, e anche di condurre misurazioni che rappresentano un
contributo determinante nell’affrontare l’incertezza dei nostri mercati.
4
Per un’analisi più dettagliata si veda Molteni L. e Triolo G. (2007).Ricerche di marketing,
Milano, McGraw-Hill, paragrafo 1.2 pp.5-ss.
Capitolo 1: L’ importanza del cliente
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particolare, con i suoi clienti. Molte volte i termini orientamento al mercato e
orientamento al marketing sono utilizzati in modo intercambiabile.
L’orientamento al marketing
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si rifà in particolare al ruolo della funzione
marketing nel coordinamento e nella gestione delle 4P per rendere l’impresa
più attenta ai bisogni del consumatore. Le 4P ricordiamo essere Product,
Price, Place e Promotion, variabili che tradizionalmente s’includono nel
marketing mix teorizzate da Jerome McCharty
6
e riprese in seguito da molti
altri.
L’orientamento al mercato, al contrario, sposta l’accento sugli attori del
mercato e principalmente sui consumatori e afferma che sviluppare rapporti
con i clienti e aumentare il loro valore è responsabilità di tutti i dipendenti
dell’azienda, indipendentemente dalla funzione da loro svolta.
Confondere il “marketorientation” con il “marketing orientation” ha due
inconvenienti principali: innanzitutto tende a trascurare gli attori del mercato
diversi dai clienti, cioè i distributori, i concorrenti e i prescrittori che, in certi
mercati, possono essere attori importanti.
5
Il marketing è un ramo dell’economia che si occupa dello studio descrittivo del mercato e
dell’analisi dell’interazione del mercato e degli utilizzatori con l’impresa. Il termine prende
origine dall’inglese market a cui viene aggiunta la desinenza del gerundio per indicare la
partecipazione attiva cioè l’azione sul mercato stesso. Con l’economista italiano Giancarlo
Pallavicini già nel 1959 iniziarono gli approfondimenti delle ricerche di mercato costituenti
di fatto i primi strumenti di quello che divenne poi il marketing moderno. La definizione
principe viene fornita da Philip Kotler, riconosciuto all’unanimità come padre della materia e
indica il marketing come “un processo sociale e manageriale diretto a soddisfare bisogni ed
esigenze attraverso processi di creazione e scambio di prodotti e valori”. È l’arte e la scienza
di individuare, creare e fornire valore per soddisfare le esigenze di un mercato di riferimento
realizzando un profitto. Winer fornisce un’altra definizione indicando il marketing come
“l’insieme delle attività che mirano ad influenzare una scelta del consumatore o cliente”.
Un’altra definizione descrive il marketing come la scienza che consente a un’impresa di
produrre quello che si vende o di vendere quello che si è prodotto realizzando un profitto.
6
Professore americano di Marketing alla Michigan State University ha introdotto il concetto
di marketing mix ovvero la combinazione di variabili controllabili che le imprese impiegano
per raggiungere i propri obiettivi. Le variabili che si includono nel marketing mix sono 4:
prodotto, prezzo, punto vendita e promozione.
Capitolo 1: L’ importanza del cliente
13
Poi, quest’ottica funzionale conduce in pratica a confinare il concetto di
orientamento al mercato alle attività condotte esclusivamente da parte
dell’area marketing, con il rischio di vedere sottostimato, se non addirittura
inibito, il potenziale di creazione del valore delle altre funzioni.
In generale, si possono identificare quattro attori chiave che partecipano al
funzionamento del mercato: clienti, distributori, concorrenti e prescrittori.
Da qui l’orientamento al mercato si divide in quattro forme di orientamento
diverse:
- orientamento al cliente. La soddisfazione dei bisogni dei clienti finali è
al centro del concetto di orientamento al mercato. Un’impresa che ha
adottato un orientamento al cliente è un’impresa cheha le competenze e
la volontà di soddisfare i bisogni e le attese dei suoi clienti
7
. In
quest’orientamento, il prodotto o servizio sono visti nell’ottica del
cliente, cioè come una “soluzione a un problema”.
- orientamento al distributore. In particolari settori i distributori sono
degli attori chiave. Oggi le marche leader hanno sempre più bisogno
della cooperazione della grande distribuzione
8
. Per evitare di essere
esclusi dagli assortimenti, i produttori sono obbligati ad adottare un
orientamento al distributore e sviluppare programmi di marketing adatti
ai bisogni generici dei distributori.
7
Per maggiori approfondimenti si consiglia: Gerson Richard F. (1995). Come misurare la
soddisfazione del cliente: una guida per realizzare un servizio di qualità, Milano,
Francoangeli; Gramma (1993). Customer satisfaction: misurare e gestire la soddisfazione
del cliente. Torino, Isedi; Millot S. (2005). Soddisfazione del cliente. Rilevazione,
misurazione, miglioramento. Milano, UNI.
8
La grande distribuzione è l’evoluzione del commercio dal dettaglio all’ingrosso. È
composta da grandi strutture gestite da un unico proprietario. Gli attori più importanti sul
mercato italiano sono ad esempio Auchan, Carrefour, Coop.
Capitolo 1: L’ importanza del cliente
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- orientamento ai concorrenti. I concorrenti sono attori chiave nella
maggior parte dei mercati e tenere conto esplicitamente delle loro
azioni e reazioni è un dato importante nell’elaborazione di una strategia
di sviluppo. L’orientamento ai concorrenti implica lo stabilirsi di un
sistema di sorveglianza dei concorrenti più pericolosi e la scelta di una
strategia che poggia su un vantaggio concorrenziale difendibile. Un
obiettivo-chiave diventa opporsi all’azione dei concorrenti se non
addirittura distruggerli.
Tuttavia, il rischio di una strategia di marketing selvaggio è di spendere
troppe energie e risorse a combattere concorrenti e di perdere di vista
l’obiettivo principale che resta quello della soddisfazione dei clienti. Il
mantenimento di un buon equilibrio tra orientamento ai concorrenti e
orientamento ai clienti è dunque importante.
- orientamento ai prescrittori. In molti mercati, oltre agli attori
tradizionali – clienti, distributori, concorrenti – altri individui o
organizzazioni possono esercitare un ruolo importante consigliando,
raccomandando o prescrivendo delle marche o dei servizi al cliente
finale o ai distributori. Se pensiamo ai medici abbiamo un chiaro
esempio di come loro propongano alcuni farmaci piuttosto che altri,
essi hanno sicuramente un’influenza decisiva sul successo o fallimento
di un nuovo prodotto farmaceutico e del resto sono percepiti dalle
imprese farmaceutiche come i clienti intermedi più importanti.
Un orientamento ai prescrittori implica che l’impresa li identifichi
come fonti di influenza, valuti il tipo di ruolo esercitato da parte di
ciascuno nel processo di acquisto e metta a punto un programma di
comunicazione per informarli, motivarli e incitarli a portare il loro
sostegno. Si possono tuttavia incontrare situazioni meno complesse,
come ad esempio il settore del fitness che tratterò più avanti, dove solo
due o tre sono gli attori effettivi.