IV
Analizzando il comprensorio arzignanese e il suo livello di inquinamento in
questi ultimi decenni, viene messo in luce come il Gruppo Mastrotto abbia da
sempre un legame speciale con l ambiente e il suo territorio: oltre a essere
stato promotore del sistema attuale di depurazione delle acque del polo
conciario, il Gruppo Ł all avanguardia nel campo della ricerca per una concia
pulita e nell applicazione di nuove tecnologie per l abbattimento delle
emissioni nocive in atmosfera. Nell estate 2007 con il progetto di installazione
di un cogeneratore il Gruppo sposta la sua attenzione al risparmio
energetico, dopo aver vinto la battaglia contro l inquinamento atmosferico
tramite il post-combustore. In questo caso viene riportata un intervista fatta al
responsabile Energia e Telecomunicazioni, il sig. Ubaldo Gabrieli, il quale
spiega l installazione e l utilizzo del cogeneratore da parte di Conceria
Mastrotto, unit divisionale del Gruppo, e inoltre fa il punto sugli studi
commissionati per un eventuale utilizzo di impianti a pannelli solari.
Con l analisi della politica ambientale viene presa in considerazione anche la
politica sociale del Gruppo Mastrotto: viene data quindi attenzione alla
fondazione del Gruppo, la Fondazione Arciso Mastrotto Onlus , alla quale
spetta per l appunto il ruolo sociale e filantropico del Gruppo Mastrotto.
Da ultimo, tramite i bilanci economici degli ultimi esercizi (2003, 2004, 2005,
2006) e le Relazioni del presidente UNIC (2003, 2005), viene fatta una breve
analisi dell andamento del settore conciario in Italia, a livello generale,
comparato nello specifico dell andamento economico del Gruppo Mastrotto
S.p.A..
1
1 STORIA DELLA CONCIA
1.1 Un origine incerta
La storia della pelle va di pari passo con la storia dell uomo. I primi uomini
non conoscendo la tessitura usavano le pelli degli animali cacciati e allevati
come indumenti o tende. Tali pelli per avevano due inconvenienti: alle
basse temperature diventavano rigide, ed erano soggette a una veloce
putrefazione con il calore.1
Si cominci probabilmente a strofinare le pelli gre zza con grassi animali per
renderle piø flessibili e resistenti, ideando il primo rudimentale processo di
concia2, citato anche in testi assiri e nell Illiade di Omero.3
Inoltre per la concia al vegetale si ipotizza che nell antichit qualcuno abbia
gettato casualmente delle pelli scuoiate in uno stagno o in una pozza
d acqua, e che le abbia ritrovate ancora intatte e indurite dopo qualche
giorno. Questo fatto ritrova un riscontro scientifico in quanto una pozza
d acqua o uno stagno possono presentare elevate quantit di tannini 4 naturali
provenienti dalla decomposizione delle foglie degli alberi. E in questo modo
che si ha la primitiva nascita dell attivit concia ria.5
Ma Ł dall et medioevale che si pu parlare di art e della concia , in quanto
l attivit dei laboratori conciari permetteva la pr eparazione di tutti quei
finimenti e corazze necessarie agli eserciti del tempo. La concia si sviluppa
nel medioevo soprattutto in Italia e Spagna, ma anche in altri paesi seppur
1
Conceria Mastrotto, 30 anni di attivit conciaria , Arzignano, Conceria Mastrotto, 1988.
2
www.mastrotto.com, link storia.
3
L arte della concia Fernando Zampiva, pag. 155.
4
Tannini: composti vegetali, solubili, amari, astringenti, costituiti da glucosidi dell acido gallico o
della pirocatechina che si usano per la concia delle pelli, per la fabbricazioni di inchiostri e, in
medicina, per le propriet astringenti. Per la conc ia venivano ricavati dalla corteccia di alcune
piante, soprattutto la quercia.
5
www.wikipedia.it alla voce concia .
2
con tipi di lavorazioni diverse. Accanto alla concia ai tannini, detta concia al
vegetale, vi era anche quella all olio, per la preparazione dei prodotti
scamosciati, e quella all allume6. Quest ultima, conosciuta dagli indiani
d America, d materiali di colore bianco candido, m a per non Ł
chimicamente stabile e pu essere rimossa. 7
Altri due antichi procedimenti per stabilizzare la pelle grezza erano quelli
dell affumicatura e dell essicazione. L essicazione era ottenuta per
esposizione al sole delle pelli oppure tramite l azione disidratante del sale,
mentre l affumicatura si Ł trasformata nella concia all aldeide, un elemento
presente nei vapori sviluppati dalla combustione di foglie o rami verdi.
Inoltre, sottoponendo le pelli all azione della cenere, l uomo impar pure a
eliminare i peli quando desiderava usare le pelli come cuoio e non come
pelliccia, e nel periodo medioevale si scopre anche l effetto depilante della
calce viva8, una tecnica tuttora in uso.
Si pu dire che dal XII secolo sino al 1900 non int ervennero modifiche
sostanziali nelle tecniche, negli strumenti e nei sistemi di lavorazione della
concia.
1.2 La concia tra le civilt antiche
L attivit conciaria non era esclusiva prerogativa della storia del mondo
occidentale in quanto, come testimonia anche Marco Polo ne Il Milione ,
anche il lontano popolo dei Mongoli usava borracce di cuoio, coperte,
maschere e cuffie di cuoio artisticamente decorate.9
6
Allume: minerale abbastanza diffuso in natura, particolarmente nelle zone vulcaniche, usato come
astringente ed emostatico in medicina e come fissante dei coloranti in conceria e tintoria.
7
www.wikipedia.it alla voce concia .
8
Calce viva: sostanza di colore bianco sporco e di consistenza terrosa usata solitamente per formare
malte e per imbiancare, ma che per la sua forte capacit di assorbire i liquidi e per la sua corrosivi t
Ł usata nella concia per depilare la pelle grezza.
9
www.mastrotto.com, link storia.
3
I Sumeri di Mesopotamia utilizzavano la pelle, nel periodo dal V al III secolo
a.C., per confezionare lunghe vesti e diademi per le dame.
Presso gli Assiri il cuoio si impiegava per le calzature, oltre ad essere usato
come otre per contenere liquidi e, gonfiato, come galleggiante per zattere.
Furono gli indiani d America che per primi iniziarono a lavorare il cuoio del
tipo detto oggi marocchino 10.
Anche gli Egizi raggiunsero una notevole abilit ne lla lavorazione della pelle
che usavano nell abbigliamento, per l utensileria, per le armi oppure
semplicemente come ornamento.
I Romani usavano il pellame per la confezione di calzature e di abiti, e anche
per fabbricare scudi e finimenti.11
1.3 L evoluzione dell arte conciaria in Italia
In Italia l arte della concia ha uno sviluppo rilevante
a partire dal terzo secolo nella zona della laguna di
Venezia, per poi estendersi in altri centri del
settentrione, in particolare Vicenza, Arzignano e
Bassano del Grappa. Queste zone avevano
abbondanti disponibilit d acqua, grazie alla quale
l attivit conciaria ha avuto modo di svilupparsi: per
la trasformazione della pelle in cuoio sono
necessarie infatti grandi quantit d acqua. 12
10
Marocchino: cuoio leggero, morbidissimo, a superficie lucida e liscia ottenuto da pelli ovine e
caprine conciate al vegetale.
11
Conceria Mastrotto, 30 anni di attivit conciaria , Arzignano, Conceria Mastrotto, 1988.
12
www.wikipedia.it alla voce concia .
fig. 1.1 Artigiano conciario.
4
Il metodo di lavorazione utilizzato in questo periodo
(1300 1500) per conciare le pelli ha una durata
molto lunga, anche di qualche mese. Una durata
cos lunga era data sia dall utilizzo di sostanze
concianti comunque povere di tannino, le quali
davano liquidi concianti assai deboli, e per questo la
pelle doveva rimanere per diversi mesi nelle
cosiddette fosse di concia , sia dalla totale assenza
di meccanicizzazione della lavorazione: tutto veniva
fatto manualmente.
Le prime testimonianze scritte riguardanti l attivit conciaria della zona della
Valle del Chiampo risalgono proprio agli anni del 130013.
Negli anni successivi al 1500 per l attivit conci aria nella zona Ł per
dimenticata a favore di un altra attivit allora pi ø redditizia, quella dei
setifici14.
Fra il 1700 e il 1800 proprio ad Arzignano cominciano a comparire i primi
centri per la concia dei cuoi della zona. Ci Ł dat o dalla favorevole posizione
in cui si trova la cittadina stessa, attraversata dal fiume Chiampo, ricco di
salti d acqua e rogge a corso rapido, che permisero la movimentazione dei
mulini, utilizzati per la macinazione delle materie
concianti. Tali materie erano inizialmente
soprattutto la ghianda e il sommacco15 presenti
nei fitti boschi circostanti, che contengono elevate
percentuali di sostanza tannica, fondamentale
elemento conciante.16
Si deve aspettare fino alla fine del XIX secolo per ritrovare nel vicentino una
significativa attivit di concia delle pelli, local izzata in particolare nell area di
Bassano del Grappa, dove operavano una ventina di concerie.
13
L arte della concia Fernando Zampiva, pagg. 55 ss.
14
Fino a meta del 900 l allevamento dei bachi da s eta era molto diffuso tra la popolazione contadina
italiana.
15
Sommacco: un genere di piante legnose della famiglia delle anacardiacee, particolarmente ricche
di tannini, le sostanze utilizzate nella concia delle pelli.
16
www.wikipedia.it alla voce concia .
fig. 1.2 Artigiano della concia
all opera.
fig. 1.3. Pianta di Sommacco.
5
E in questo periodo che nasce la necessit di trov are un metodo di concia
del cuoio sufficientemente veloce o che comunque permettesse di diminuire
la lunga durata dei trattamenti.
La scoperta nei primi anni del 1900 del potere conciante dei sali di cromo
fece registrare un notevole miglioramento produttivo. L utilizzo di questo
minerale, grazie alle tecniche di lavorazione messe a punto dai conciatori
della zona di Arzignano, permise di produrre cuoi con caratteristiche
meccaniche superiori rispetto a quelli conciati al naturale e in un tempo di
circa 4 ore, rispetto ai mesi necessari per la produzione con l utilizzo dei
tannini.17
1.4 Il 900: secolo di rivoluzione e di successi
La vera e propria nascita dell industria della lavorazione della pelle e del
cuoio, prima ad Arzignano e poi nell intero comprensorio dell ovest vicentino,
risale al 1920, quando l attivit serica fu messa i n crisi dal calo della
domanda del mercato, dovuta all introduzione delle prime fibre sintetiche, e
soprattutto dalla concorrenza asiatica. L abbondanza di manodopera, la
favorevole situazione orografica, e una tradizione antica alla base, facilit il
proliferare delle attivit conciarie. 18
Durante tutto il 900 si assiste ad un continuo miglioramento dell industria
conciaria, anche e soprattutto dal punto di vista meccanico, che porta
all introduzione di nuovi macchinari nel processo produttivo, fra cui
importantissima e rivoluzionaria Ł la sostituzione delle vasche per la concia
con i bottali girevoli19, e la scoperta di nuovi tipi di tannini. Tutto ci fece in
modo, come detto, che il tempo necessario alla concia si riducesse di molto.
17
Ibidem.
18
www.mastrotto.com, link Il settore della concia.
19
www.wikipedia.it alla voce concia .
6
Durante il periodo del boom economico italiano, fra il 1950 - 1960, il paese di
Arzignano diventer un vero e proprio polo conciari o a livello mondiale, con
una elevata produzione di cuoio per mezzo di raffinate tecniche piø o meno
complesse, e il positivo trend di crescita dell industria conciaria rimane
praticamente costante da quegli anni ai giorni nostri.20
Oggi nel cosiddetto Triangolo della pelle 21 sono presenti 673 imprese
rientranti nel settore conciario, per un totale di 11.851 addetti e un valore
della produzione pari a 2.693,10 milioni di euro, il 55,4% della produzione
nazionale. (fig. 1.4, tab. 1.1)
Altri distretti conciari presenti sul territorio italiano e sviluppatisi nel
secolo scorso sono quelli di Santa Croce sull Arno in provincia di Pisa,
secondo centro conciario italiano dopo quello di Arzignano con il 26,2%
della produzione nazionale, di Solfora in provincia di Avellino (5,0%) e
di Tubirgo e Robecchetto in provincia di Milano (4,1%), e si deve tener
conto anche di altre realt locali non inserite in un distretto ma non per
questo di minor importanza. 22
20
Ibidem.
21
L arte della concia Fernando Zampiva, pag. 105.
22
Dati relativi all anno 2005, UNIC, Relazione del presidente 16 giugno 2006, Unic,2006.
7
tab. 1.1. Dati del settore conciario in Italia nel 2005 [Relazione UNIC 2006]
fig. 1.4. Produzione conciaria italiana per poli industriali. [Relazione UNIC 2006]
9
2 STORIA DEL GRUPPO MASTROTTO
2.1 L inizio
E il 17 agosto 1958 quando Arciso
Mastrotto, assieme al socio Tarcisio
Nardi, e con il coinvolgimento del figlio
primogenito Santo, acquista la conceria
Aurora.1 Da questo giorno inizia la storia
del Gruppo Mastrotto, che nel giro di 50
anni Ł passato ad essere da una piccola
attivit famigliare ad una grande entit
internazionale con un ruolo di peso nel
settore conciario mondiale.
La figura di Arciso Mastrotto Ł da tutti ricordata come un uomo pieno di
interessi, stimato da tutti e richiesto da molti per il suo carattere saggio e
riflessivo nel dare consigli. E il primo di quattro figli in una famiglia di
agricoltori. Nonostante il cuore e lo spirito legato al lavoro della terra, intuisce
tra i primi le possibilit del settore della concia , vedendone un opportunit di
lavoro, di investimento, di crescita per sØ e per i propri figli.
Nella conceria Aurora trovano impiego anche i figli Bruno e Angelo, ma
solamente alla sera e fino a notte tarda, in quanto durante il giorno entrambi
lavorano presso un altra conceria. Questo Ł anche un modo di appropriarsi di
quel know how2 cos necessario nell avviare un attivit da zero: di giorno
1
Conceria Mastrotto, 30 anni di attivit conciaria , Arzignano, Conceria Mastrotto, 1988, pag. 11.
2
Know how: patrimonio di conoscenze tecnologiche riguardanti singoli prodotti, processi o settori
industriali; capacit professionale specifica.
fig. 2.1. Arciso Mastrotto in
una foto nel 1988.
10
come dipendenti imparano l arte della concia, di sera la insegnano nell attivit
di famiglia.
Tuttavia Bruno e Angelo, seppur ormai esperti in molte parti delle lavorazioni
grazie al loro lavoro da dipendenti, non possono apprendere tutte le nozioni
necessarie. E Santo Mastrotto quindi che si dedica a studiare e a sviluppare
le formule piø efficaci e convenienti.3
Nel 1960 si incrinano i rapporti con il socio Nardi, e quindi viene ceduta
l attivit della conceria Aurora. E in quest anno che, assieme ad altri tre soci,
inizia l attivit della conceria Astra, che esegue la lavorazione di pelli bovine
per fodera. Bruno e Angelo lasciano il lavoro dipendente e iniziano a lavorare
a tempo pieno nell attivit famigliare. Angelo, in particolare, si specializza per
passione alla meccanica, modificando e migliorando i macchinari e gli
impianti rendendoli piø funzionali ed efficienti.
Nel 1962 anche i fratelli piø giovani, Rino e Mario, prestano stabilmente la
propria opera nell impresa famigliare. Qualche anno dopo i Mastrotto
acquistano con altri due soci una nuova conceria, la San Marco, dove
iniziano la produzione di croste scamosciate. In questa nuova attivit
fondamentale Ł l apporto dell esperienza del bassanese Francesco
Baschirotto, con il quale viene diviso il capitale sociale al 50%: all esperto
spettava l apporto della tecnologia e la commercializzazione, la famiglia
Mastrotto si occupava della la produzione.
Nel 1965 viene sciolta la collaborazione con i soci precedenti, e i fratelli
Mastrotto con il padre Arciso si avviano a proseguire l attivit conciaria in
proprio, producendo crosta scamosciata con la conceria Fratelli Mastrotto,
sottoforma di societ in nome collettivo, interamen te in mano della famiglia.
La crosta scamosciata era destinata alla pelletteria, all abbigliamento, in
particolare pelle per minigonne, e alla calzatura per articoli sportivi quali
scarpe da tennis e da trekking. L esperienza in questo campo permetter alla
3
Conceria Mastrotto, 30 anni di attivit conciaria , Arzignano, Conceria Mastrotto, 1988, pag. 12.
11
Mastrotto una notevole espansione sul mercato negli anni successivi, con
l avvento della moda delle scarpe da tennis bianche4 e da trekking
scamosciate di vari colori.5
Nello stesso anno Santo idea e brevetta un sistema che consentiva di
produrre croste scamosciate in minor tempo e di qualit superiore rispetto a
come tutte le concerie producevano in quegli anni. Questo Ł un avvenimento
che segner nettamente la storia della conceria Fra telli Mastrotto, il volano
che la lancer famiglia ai vertici del settore conc iario.
Il padre Arciso sovrintendeva tutto il lavoro, in particolare la contabilit e la
scelta delle pelli. Tutti e cinque fratelli erano impiegati a tempo pieno
nell attivit di famiglia, e ognuno aveva i propri compiti ben definiti: Santo si
occupava dei prodotti e dei processi produttivi, Bruno curava gli aspetti
commerciali, Rino si occupava dell approvvigionamento del grezzo, Angelo si
dedicava agli impianti, Mario, che aveva iniziato a lavorare quando ancora
andava a scuola, era un esperto smerigliatore. La sorella Nella, la piø
giovane, inizi a lavorare per l azienda dapprima c ome aiuto in magazzino,
poi finiti gli studi pass ai lavori d ufficio.
Alla fine degli anni Sessanta, il dilagare della moda dello scamosciato
porta ad una congiuntura favorevole per tutto il settore, e questo permette
una rapida crescita dell impresa. A causa della forte domanda di croste per lo
scamosciato, nel mercato vi sono difficolt di appr ovvigionamento. Per
ovviare a queste difficolt di reperimento, i Mastr otto creano nella vicina
Trissino, la Basmar6, azienda che si dedica alla produzione del fiore vitellino
per rifornire direttamente la conceria Fratelli Mastrotto della materia prima piø
adatta per il suo tipo di produzione.
4
Per questo tipo di produzione era stata sviluppata una tecnologia in grado di spalmare sopra la
crosta un prodotto poliuretanico.
5
Cor , G. e Grandinetti R. (a cura di), Le strategie di crescita delle medie imprese, Milano, Il Sole 24
ore, 2007, pag. 209-210.
6
Il nome BASMAR Ł un acronimo, e deriva dal nome dei sei componenti maschi della famiglia
Mastrotto, ovvero: Bruno, Arciso, Santo, Mario, Angelo , Rino.