Introduzione
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strutture linguistiche vere e proprie, sia gli elementi grafici e paratestuali, e infine viene affrontato il te-
ma della selezione delle notizie. In questa sezione si sottolinea il ruolo centrale del processo di selezione
nell’attività informativa di Televideo e si descrivono metodi e criteri adottati dalla redazione per deter-
minare i contenuti del notiziario, confrontando questi ultimi con quelli trasmessi da emittenti televisive
e radiofoniche e da Mediavideo, l’altro servizio di teletext diffuso a livello nazionale.
La tesi si conclude con la quarta parte, “Successi e problemi”: dopo aver tratteggiato il quadro comples-
sivo dei rapporti di Televideo con il pubblico, della fortuna e del gradimento riscontrato tra gli spettato-
ri, con l’ausilio di dati provenienti da recenti ricerche, si passa ad esaminare il ruolo giocato da Televi-
deo nello sviluppo della professione giornalistica, introducendo un confronto con le strategie produtti-
ve e comunicative adottate dall’informazione su Internet. In conclusione, si analizzano i probabili svi-
luppi futuri del mezzo, delineando gli scenari creati dall’introduzione di nuovi strumenti di comunica-
zione.
Un ringraziamento particolare va al vicedirettore di Televideo, Sergio Rafaniello, per la sua collabora-
zione.
NOTA TERMINOLOGICA
Il termine “teletext” indica genericamente il sistema di trasmissione sviluppato negli anni ’70 in Gran Bretagna, mentre “Te-
levideo” è la denominazione del servizio di teletext diffuso dalla Rai. Sebbene nella percezione comune i due termini siano
ormai considerati sinonimi, nel testo della tesi si è preferito usare la dizione “Televideo” solo quando si intendeva fare espli-
cito riferimento al servizio Rai, mentre in tutti gli altri casi si è parlato di “teletext”.
Il termine “Internet” viene utilizzato prevalentemente nell’accezione comune di “World Wide Web”, benché la rete Internet
comprenda al suo interno una serie di altri servizi non pertinenti all’argomento di questa tesi.
Il giornale elettronico: informazione e cronaca sul Televideo
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PARTE I
COS’È TELEVIDEO
Parte I - Cos’è Televideo
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1. DEFINIZIONE
Il teletext è un sistema di trasmissione one way di testi e grafica via etere, cavo o satellite, finalizzato a vi-
sualizzare informazioni testuali e grafiche su uno schermo televisivo senza disturbare il normale segnale.
Le schermate del teletext, dette anche “pagine”, possono essere ricevute da un comune apparecchio te-
levisivo equipaggiato con un decoder, che viene ormai da anni installato nella grande maggioranza dei
televisori in vendita. Il servizio è gratuito ed è trasmesso in sequenza continua.
Le pagine del teletext vengono trasmesse insieme al normale segnale analogico della televisione, ma so-
no nascoste alla vista perché sfruttano l’intervallo di righe inutilizzate dal segnale televisivo.
Ogni immagine trasmessa sul televisore viene infatti “disegnata” da uno scanner o “pennello elettronico”
che scandisce lo schermo per linee orizzontali: 625 nel sistema PAL, diffuso prevalentemente in Euro-
pa, e 525 in quello NTSC, comune nel Nord America. Una volta terminata la scansione, il pennello tor-
na alla posizione di partenza e scandisce una nuova immagine; questo procedimento, chiamato intervallo
di cancellazione di quadro o VBI (Vertical Blanking Interval), si ripete 50 volte per ogni secondo. Nel tem-
po in cui la cancellazione viene attuata è possibile continuare a trasmettere dati sfruttando 25 ulteriori
linee; dal momento che 9 di queste linee sono utilizzate per segnali di test, fra cui il cosiddetto “sincro-
nismo verticale”, rimangono a disposizione 16 linee per il segnale teletext.
I dati da trasmettere sono suddivisi in pacchetti: ogni singola linea di scannerizzazione può portare con
sé un pacchetto di 45 byte. In termini di informazioni scritte, esso corrisponde a una riga di testo com-
posta da 40 caratteri: poiché ogni pagina è formata da 24 righe, ne deriva che la velocità massima di tra-
smissione del teletext è di circa 33,3 pagine al secondo (tuttavia con 14 linee questa velocità scende a
29,1 pagine al secondo e con 12, quelle effettivamente utilizzate da Televideo, arriva a 25 pagine al se-
condo).
Ogni utente può accedere al teletext nel momento desiderato premendo l’apposito tasto sul telecoman-
do del suo televisore. L’uso del teletext impedisce la visione delle normali immagini televisive (anche se
è possibile visualizzarle contemporaneamente ad esso), mentre non influisce sull’audio.
Il teletext trasmette un numero limitato di pagine, ciascuna identificata da un numero di tre cifre com-
preso tra 100 e 899; quando sul telecomando viene premuto il tasto “teletext” (rappresentato solitamen-
te dalla sigla TXT oppure dal simbolo di uno schermo televisivo attraversato da righe orizzontali),
l’immagine del canale televisivo scompare dallo schermo e viene sostituita da quella della pagina 100 del
teletext, che generalmente contiene l’indice. Per accedere alle altre pagine è necessario selezionarne il
Il giornale elettronico: informazione e cronaca sul Televideo
8
numero attraverso i tasti del telecomando.
Il meccanismo di funzionamento del teletext è basato su un contatore che “legge” a ciclo continuo tutte
le pagine trasmesse. Ogni volta che si seleziona una pagina, questa non appare immediatamente sullo
schermo: è necessario attendere che il contatore abbia completato il ciclo di lettura, fino ad arrivare al
numero indicato dall’utente. Ad esempio, se il contatore mostra il numero 300 e si vuole visualizzare la
pagina 260, bisognerà aspettare che il contatore completi il ciclo e ricominci il conteggio da pagina 100,
fino ad arrivare a 260. Per questo motivo il tempo di accesso ad una pagina selezionata è assolutamente
casuale e può variare da un secondo a un tempo massimo pari alla durata totale del ciclo di lettura.
Quest’ultima è influenzata tanto dalle linee utilizzate dall’emittente, quanto dal numero di pagine tra-
smesse. Attualmente il tempo impiegato dal Televideo Rai per compiere un intero ciclo è di circa 25 se-
condi.
Il ciclo continua anche quando il contatore sullo schermo non è in movimento: per questo motivo, se il
testo di una pagina viene modificato dall’autore mentre questa è selezionata, al successivo passaggio del
contatore anche il testo visualizzato sullo schermo cambierà. Per la stessa ragione, quando l’utente, una
volta terminata la lettura, seleziona una nuova pagina, il contatore non riparte dal numero della pagina
precedentemente selezionata, ma dal punto in cui si trova in quel momento.
Le pagine possono essere di due tipi: statiche o rolling. Le pagine statiche continuano a mostrare
all’utente la stessa schermata fino a quando non viene selezionata un’altra pagina, oppure il contenuto
viene modificato o aggiornato dagli autori. Le pagine rolling possono essere costituite di un numero va-
riabile di sottopagine, generalmente riferite allo stesso argomento, che scorrono alternativamente sullo
schermo ad ogni ciclo di lettura; in Italia queste pagine vengono chiamate anche “fascicoli”. Tecnica-
mente, ogni volta che il contatore arriva ad una pagina rolling, legge una diversa sottopagina; nel ciclo di
lettura successivo legge la seguente, e così via fino ad esaurirle tutte e ricominciare da capo. Di conse-
guenza, il tempo di attesa necessario per lo scorrimento di una sottopagina corrisponde al tempo che il
contatore impiega per effettuare un ciclo di lettura completo. Per gli stessi motivi, è assolutamente ca-
suale il numero della sottopagina visualizzata quando viene selezionata una pagina rolling.
Le pagine rolling sono immediatamente riconoscibili perché riportano, in forma di frazione, il numero
d’ordine progressivo della sottopagina mostrata al momento e il numero totale delle sottopagine a di-
sposizione. Ad esempio, l’indicazione 2/6 significa che la pagina selezionata comprende 6 sottopagine e
che in quel momento la sottopagina visibile sullo schermo è la seconda.
L’introduzione delle pagine rolling consente di trasmettere un numero superiore di testi nello stesso
tempo: infatti l’aggiunta di sottopagine non allunga il ciclo di lettura. Tuttavia i tempi di attesa necessari
per visualizzare la sottopagina desiderata dipendono esclusivamente dal caso e, se il numero di sottopa-
gine è elevato, possono essere molto lunghi.
Parte I - Cos’è Televideo
9
La risoluzione permessa dal sistema teletext è piuttosto bassa: ogni pagina consta infatti di 24 linee di 40
caratteri ciascuna. Nella composizione delle schermate è possibile utilizzare 96 caratteri alfanumerici, di
cui 14 variabili a seconda della lingua scelta; a disposizione ci sono sette colorazioni (bianco, giallo, cele-
ste, verde, magenta, rosso e blu) oltre al nero, che costituisce il colore di sfondo predefinito. Le figure
vengono costruite con 64 caratteri raggruppati in blocchi base di 3x2 pixel. Esistono poi alcuni limitati
effetti grafici applicabili ad ogni pagina: tra questi l’ingrandimento del carattere, che può essere portato
ad una dimensione doppia di quella normale, il testo lampeggiante e l’inserimento di informazioni ag-
giuntive, normalmente nascoste ma visualizzabili dal lettore con la pressione di un apposito tasto. Da
notare che le caratteristiche addizionali (colore, dimensioni ecc.) possono essere applicate soltanto una
volta per ogni carattere, in quanto sono regolate dai cosiddetti “caratteri di controllo”, che occupano
spazio nella pagina: pertanto non è possibile, per fare un esempio, attribuire due colori contemporane-
amente ad uno stesso carattere e quindi neppure creare colorazioni diverse dalle otto di base.
È prevista anche la possibilità di visualizzare il teletext in sovraimpressione alle normali immagini televi-
sivi: questa caratteristica è stata sfruttata essenzialmente per la realizzazione di sottotitoli ai programmi,
in funzione della visione da parte di persone non udenti (il teletext è stato ideato proprio a questo sco-
po)
1
. Selezionando una particolare pagina, la normale schermata del teletext scompare e lascia spazio ad
una barra posta nella parte inferiore dello schermo, su cui si alternano i sottotitoli (vedi fig.1).
Figura 1 - Esempio di sottotitoli
Le caratteristiche fin qui esposte si riferiscono allo standard originale del teletext, creato in Gran Breta-
gna e successivamente esportato in tutto il mondo. Negli anni in cui il teletext fu creato vennero conce-
piti altri quattro livelli, ciascuno con caratteristiche più avanzate del precedente, che avrebbero dovuto
segnare le tappe dell’evoluzione del teletext.
1
Vedi cap.2.1.
Il giornale elettronico: informazione e cronaca sul Televideo
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Le principali innovazioni apportate dai singoli livelli sono le seguenti:
¾ nel Livello 2 i caratteri di controllo non occupano spazio nella pagina, perciò possono esse-
re applicati in numero superiore a uno per carattere e consentono di realizzare effetti grafici
più elaborati;
¾ nel Livello 3 c’è la possibilità di trasmettere caratteri grafici mobili, messi in onda
separatamente rispetto alle altre pagine;
¾ nel Livello 4 gli elementi grafici non vengono più realizzati con la giustapposizione di bloc-
chi predeterminati, ma con istruzioni geometriche complesse; inoltre aumenta il repertorio
dei caratteri a disposizione;
¾ nel Livello 5 è possibile trasmettere immagini fisse ad elevata risoluzione.
Nessuno di questi livelli ha avuto una diffusione apprezzabile, a causa degli elevati costi delle infrastrut-
ture necessarie e della scarsa disponibilità delle aziende produttrici ad investire senza la certezza di un
ritorno economico.
Alcuni semplici effetti possono essere attivati anche dall’utente attraverso gli appositi tasti del teleco-
mando. Oltre al tasto di accesso al teletext sono previsti infatti, nei modelli standard:
¾ il tasto sovraimpressione, rappresentato da uno schermo diviso diagonalmente a metà: con-
sente di visualizzare le pagine del teletext mantenendo sullo sfondo le normali trasmissioni tele-
visive;
¾ il tasto scomparsa, rappresentato da una X: fa apparire sullo schermo le immagini televisive
mentre il teletext rimane in funzione. E’ usato per consentire allo spettatore di guardare la tele-
visione nell’attesa che venga caricata la pagina desiderata; tuttavia, gli apparecchi televisivi più
recenti consentono di ottenere lo stesso effetto anche con il normale tasto di accesso al teletext;
¾ il tasto informazioni aggiuntive, rappresentato da un ?: fa comparire le informazioni nascoste
eventualmente inserite dall’autore della pagina;
¾ il tasto stop, rappresentato da due frecce convergenti: è utilizzato nella visione delle pagine rol-
ling per impedire alle sottopagine di continuare a ruotare normalmente. La pressione del tasto
“ferma” la schermata che lo spettatore sta vedendo, fino al momento in cui il pulsante non vie-
ne nuovamente premuto. Tuttavia il contatore continua a scorrere: ne deriva che la rotazione
delle sottopagine non riprende mai dal punto in cui si era interrotta;
¾ il tasto selezione sottopagine, rappresentato da un orologio, ha una doppia funzione: in una
pagina rolling, consente allo spettatore di selezionare la sottopagina voluta e tornare poi alla vi-
Parte I - Cos’è Televideo
11
sione dei programmi tramite il tasto X. Il teletext riapparirà automaticamente quando la sotto-
pagina sarà stata caricata. La seconda funzione, oggi disabilitata in molti televisori, permette
all’utente di selezionare un orario in quattro cifre (es.:1742 per le 17.42) e tornare alla visione
normale con il tasto X: il teletext ricomparirà all’orario desiderato;
¾ il tasto indice, rappresentato da una lettera “i”: riporta il teletext all’indice, generalmente la pa-
gina 100;
¾ il tasto doppia altezza, rappresentato da due frecce divergenti: consente di ingrandire la pagina
selezionata. Ad ogni pressione del tasto viene mostrata di volta in volta la metà superiore o
quella inferiore della pagina.
Più recentemente (negli anni Novanta) è stata introdotta un ulteriore interfaccia per l’utente, che però
ancora oggi non è presente in tutti gli apparecchi televisivi. Si tratta del fastext, un servizio che consiste
in quattro tasti del telecomando di colore diverso (rosso, verde, giallo e blu) che consentono di accedere
a quattro “link” del colore corrispondente visualizzati in fondo alla schermata del teletext. Normalmen-
te ognuno di questi link è collegato ad una diversa pagina del teletext, che si può così raggiungere velo-
cemente senza doverne selezionare il numero. Naturalmente i link possono variare a seconda della pa-
gina visualizzata: se ad esempio nell’indice è presente un link alla pagina Meteo, una volta selezionata la
pagina Meteo questo link sarà sostituito da un altro, e così via. I link possono anche assolvere ad altre
funzioni: ad esempio nel Televideo Rai il tasto rosso consente di spostarsi indietro di una pagina, quello
verde conduce direttamente alla pagina successiva, mentre il giallo e il blu permettono di “navigare” tra
le pagine.
I tasti di attivazione del fastext sono utilizzabili anche per altri servizi che non sono propriamente defi-
nibili come teletext, pur ricalcandone le modalità di funzionamento: la rete satellitare Sky se ne serve ad
esempio per attivare l’EPG (Guida Elettronica ai Programmi).
Ulteriori servizi, come la possibilità di memorizzare automaticamente determinate pagine per vederle
comodamente in seguito, sono stati introdotti soltanto nei televisori di nuova generazione. Uno di que-
sti è l’Instant Text, che mette a disposizione dell’utente una memoria istantanea di 512 pagine: in ognu-
na di esse può essere salvata una pagina del teletext, così da annullare di fatto i tempi di attesa per il ca-
ricamento delle pagine.
Tentando di registrare le pagine del teletext con un normale videoregistratore, si ottiene soltanto una
schermata vuota; per poterle archiviare su videocassetta e leggerle efficacemente è necessario utilizzare
un videoregistratore S-VHS. Lo standard S-VHS differisce dal più comune VHS per l’ampiezza della
cosiddetta “banda passante” utilizzata, che passa dai normali 3 Mhz a circa 5. Ciò consente al videoregi-
stratore, naturalmente solo in presenza di un supporto adeguato, di registrare fino a 400 linee orizzonta-
Il giornale elettronico: informazione e cronaca sul Televideo
12
li (il VHS arriva soltanto fino a 240), e quindi anche il segnale teletext.
Tuttavia, lo scarso successo ottenuto da questa tecnologia - prevalentemente a causa dei costi elevati -
si riflette anche sull’effettiva possibilità di registrazione del teletext.
Negli anni successivi alla diffusione del teletext sono stati messi in opera i servizi di telesoftware e data
broadcasting. Si tratta della trasmissione via etere di dati informativi di vario genere (ad esempio giorna-
li, notiziari e software) che possono essere letti soltanto da un personal computer dotato di apposita
scheda. I segnali vengono irradiati su apposite pagine del teletext non utilizzate dal servizio principale.
Collegando il computer all’antenna televisiva è quindi possibile ricevere e utilizzare i dati trasmessi.
L’assenza di interattività, l’unidirezionalità della trasmissione e il limitato spazio a disposizione rendono
di fatto il telesoftware molto simile al teletext, di cui però può aggirare gli strutturali limiti grafici e di in-
terfaccia: pertanto questo servizio è utilizzato soprattutto per diffondere materiale non fruibile attraver-
so il normale teletext (ad esempio edizioni “virtuali” di quotidiani cartacei oppure, come per il Televi-
deo Rai, pagine concepite per un pubblico di non vedenti).
Tuttavia, trattandosi di un servizio di fatto simile ad Internet nei contenuti e negli strumenti utilizzati,
ma dotato di potenzialità infinitamente minori, è lecito pensare che il telesoftware sia destinato a scom-
parire del tutto con la diffusione capillare dei nuovi mezzi di comunicazione on line.
Un sistema per certi versi analogo al teletext e sviluppatosi parallelamente ad esso è il videotex, anche
noto come viewdata, che presenta caratteristiche tecniche simili ma si è storicamente diffuso attraverso
la linea telefonica. Le informazioni trasmesse dal videotex vengono ricevute dall’utente attraverso un
terminale di natura variabile: può trattarsi infatti di un apposito strumento (come il Minitel francese), di
un normale apparecchio televisivo equipaggiato con una tastiera o di un qualunque personal computer
dotato di modem. Una volta collegatosi al servizio centrale, l’utente può muoversi attraverso menu e
indirizzi numerici per visualizzare le informazioni desiderate.
La differenza con il teletext sta nella bidirezionalità del collegamento, che consente all’utente di richie-
dere direttamente le informazioni volute alla banca dati e anche di trasmettere personalmente i propri
dati; al contrario, il teletext si basa su un collegamento unidirezionale che trasmette contemporanea-
mente le stesse informazioni a tutti gli utenti del servizio. Inoltre, non dovendo sottostare al limite di
ampiezza del segnale, il videotex ha a disposizione un numero teoricamente infinito di pagine.
A parte lo straordinario successo ottenuto in Francia, il videotex non ha raggiunto la diffusione sperata
né in Europa né negli Stati Uniti, e con il tempo si è trasformato in un mezzo di comunicazione per
pubblici di nicchia (prevalentemente utenze lavorative).
Parte I - Cos’è Televideo
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2.LA STORIA
2.1. Trent’anni di teletext
Le origini del teletext risalgono ai primi anni ’70. A dividersi i meriti della realizzazione del sistema sono
due gruppi di ingegneri britannici, l’uno facente capo alla BBC e l’altro all’ITC, l’azienda regolatrice del-
le reti commerciali in Gran Bretagna (poi conosciuta come IBA, International Broadcasting Authority).
Per diverso tempo, entrambe le compagnie lavorano parallelamente sul medesimo progetto, annuncian-
do l’inizio dei loro studi nello stesso periodo: gli ultimi mesi del 1972
2
. Inizialmente i due gruppi si man-
tengono all’interno di strutture separate, ma ben presto i risultati del loro lavoro confluiscono in un si-
stema unitario.
In realtà, l’idea di sfruttare utilmente le linee di cancellazione del quadro televisivo, allora inutilizzate dal
segnale televisivo o usate per trasmettere segnali di testo, si era diffusa da tempo. Tuttavia il progetto
veniva considerato irrealizzabile dal punto di vista pratico, per gli ingenti investimenti economici che la
realizzazione avrebbe richiesto.
Quando le nuove tecnologie rendono possibile l’abbassamento dei costi, la BBC torna a considerare se-
riamente la ripresa degli studi in questo campo: la motivazione di partenza è realizzare sottotitoli da tra-
smettere in sovraimpressione durante i programmi, così da facilitare gli spettatori non udenti, ma ben
presto ci si rende conto che con lo stesso sistema è possibile mandare in onda un elevato numero di
pagine contenente informazioni e servizi utili, accessibili a tutti gli utenti. Il sistema, inizialmente chia-
mato Teledata, incontra l’entusiasmo degli sperimentatori: poco dopo verrà rinominato in Ceefax, un
gioco di parole con l’espressione inglese “See facts”, vedere i fatti. Il 23 settembre del 1974 appaiono
sulla BBC le prime trasmissioni sperimentali (in totale 30 pagine), appena cinque giorni dopo
l’autorizzazione governativa che dava il via libera al sistema per un periodo sperimentale di 2 anni.
Negli stessi mesi l’ITC, con i medesimi obiettivi, sviluppa il suo sistema personale. Il nome attribuito al
nuovo servizio è ORACLE: un acronimo di Optical Reception of Announcements by Coded Line E-
lectronics (ricezione ottica di annunci attraverso linee codificate elettronicamente). Nello stesso anno
della televisione pubblica, l’ITC riesce a mettere in opera il suo progetto.
Una caratteristica di entrambi i sistemi è la possibilità di ricevere il segnale attraverso decoder dal
costo relativamente basso, che con il passare del tempo diventeranno sempre più economici permet-
tendo all’utente finale di usufruirne ad un costo molto vicino allo zero.
2
La data ufficiale di presentazione del progetto BBC è il 23 ottobre 1972.
Il giornale elettronico: informazione e cronaca sul Televideo
14
Tutti e due gli standard permettono poi la trasmissione di sottotitoli in sovraimpressione ai normali
programmi TV. Il primo esperimento in questo senso ha luogo nel 1975 e riguarda proprio una tra-
smissione di presentazione del servizio Ceefax: il programma va in onda sulla BBC con sottotitoli che
riprendono il testo enunciato dai presentatori. Si tratta naturalmente di un test ad uso interno, dal mo-
mento che non esistono ancora in commercio apparecchi televisivi dotati del decoder necessario a rice-
vere il segnale teletext. In quest’occasione, il sistema di inserimento dei sottotitoli è ancora completa-
mente manuale: il servizio è quindi applicabile solamente a programmi registrati precedentemente. Sol-
tanto in seguito l’utilizzo di uno specifico programma informatico, creato per tradurre i simboli fonetici
in linguaggio convenzionale, renderà possibile l’applicazione dei sottotitoli anche a trasmissioni in diret-
ta, con l’aiuto di una trascrizione stenografica; tuttavia le potenzialità di questa funzione non sono mai
state pienamente sfruttate
3
.
All’inizio, i servizi offerti dalle due compagnie sono leggermente diversi. Il sistema Ceefax (BBC) è ba-
sato su una pagina contenente 24 righe di 32 caratteri per riga, mentre ORACLE (ITC) comprende 22
righe di 40 caratteri per riga. Ma dopo aver mosso i primi passi separatamente, i due standard vengono
combinati per creare la versione definitiva; alla definizione delle specifiche tecniche, avvenuta nel marzo
1974, partecipa anche il BREMA (British Radio Equipment Manufacturers Association), l’associazione
dei produttori di apparecchi televisivi. Il termine generico usato per identificare il sistema diventa “Tele-
text”, coniato dal cronista di una rivista informatica (secondo alcuni si tratta di Barry Fox).
Per il nuovo standard si sfruttano, ovviamente, le migliori caratteristiche dei due sistemi: alla fine si arri-
va ad ottenere una pagina composta di 24 righe con 40 caratteri per riga. Anche la velocità di trasmis-
sione trae un deciso beneficio dall’unione dei due standard, passando a quattro pagine al secondo; era di
due pagine al secondo con Ceefax e una al secondo con ORACLE. Il numero massimo di pagine visua-
lizzabili viene portato a 800 e vengono introdotti alcuni accorgimenti grafici per abbellire le pagine:
primi fra tutti i colori e la possibilità di visualizzare i caratteri a una dimensione doppia rispetto al
normale.
Dopo gli ultimi aggiustamenti, che rendono il teletext più flessibile, inizia la fase operativa. Nel 1975 la
BBC diffonde un foglio informativo interno per illustrare le caratteristiche del servizio teletext
4
, e nel
1976 manda in onda la versione definitiva del suo Ceefax, implementata con il nuovo standard di tra-
smissione. Lo stesso fa l’ITC - ormai divenuta IBA - con ORACLE.
A certificare la nascita del nuovo servizio manca solo il riconoscimento ufficiale: lo mette in opera nel
novembre dello stesso anno il Committee on the Future of Broadcasting (Comitato sul futuro delle tra-
3
Per ulteriori informazioni sullo sviluppo dei sottotitoli vedere anche: http://teletext.mb21.co.uk/timeline/early-ceefax-
subtitling.shtml.
4
La versione integrale di questo documento è disponibile on line all’indirizzo http://teletext.mb21.co.uk/timeline/bbc-
eid-4008-1075.shtml.
Parte I - Cos’è Televideo
15
smissioni) presieduto da Lord Annan, che dà il via libera al proseguimento del servizio, ormai uscito
dalla fase sperimentale. Nell’agosto del 1977 un messaggio ufficiale del Governo conferma definitiva-
mente l’“ok” alle trasmissioni.
Figura 2 - Un indice di Ceefax nei primi anni di trasmissione
Nello stesso periodo altre nazioni seguono linee di ricerca alternative sviluppando i loro personali si-
stemi di teletext, destinati però a un successo molto minore. In Francia la ricerca si concentra sul tenta-
tivo di diffondere i dati attraverso le linee telefoniche, e solo successivamente ripiega sulla trasmissione
televisiva, cercando però di realizzare un teletext più complesso e articolato di quello britannico, corri-
spondente in pratica al Livello 2 che era stato definito dagli sviluppatori inglesi
5
. Il risultato è Didon-
Antiope, un sistema poco soddisfacente rispetto allo standard assicurato dal teletext, che viene presen-
tato nel 1977. Il servizio si rivela fin da subito poco stabile e troppo costoso, e di conseguenza inaffida-
bile, anche per l’erronea scelta iniziale degli sviluppatori francesi che, nella speranza di potersi inserire
nel mercato americano, tardano a fissare gli standard di realizzazione, lasciandosi così superare dai bri-
tannici sul piano tecnico e su quello della diffusione. L’accantonamento di Antiope è rapido e parallelo
all’ascesa del videotel, che in Francia raggiunge invece l’apice del suo successo con il terminale Minitel:
anche per questo motivo il teletext debutterà definitivamente sulle reti francesi soltanto nel 1983, senza
arrivare mai ad ottenere il successo registrato in altri paesi.
Anche in Canada il tentativo di sviluppare un teletext alternativo non ha grande successo: in questo ca-
so le ambizioni dei ricercatori canadesi si rivelano eccessive e il sistema Telidon, per quanto perfetta-
mente funzionante, risulta troppo complesso per essere ricevuto da un normale decoder e richiede ap-
parecchi di ricezione che i produttori di apparecchi televisivi non sembrano interessati a realizzare. Per
questo motivo lo standard canadese non trova spazio sul mercato e viene abbandonato.
Altri paesi, una volta verificato il funzionamento del teletext in Gran Bretagna, si limitano ad importarlo
in patria: è il caso di Olanda e Svezia, che introducono il servizio nel 1979.
5
Vedi cap.1.
Il giornale elettronico: informazione e cronaca sul Televideo
16
Un anno dopo le seguiranno anche Germania, Belgio, Finlandia e Austria.
Dal 1977 in poi, con il diffondersi degli apparecchi televisivi dotati di decoder, si fa via via sempre più
intensa l’attività di promozione del servizio operata tanto da BBC e IBA, quanto dalle aziende produt-
trici. Gli anni successivi vedono quindi un costante aumento del numero di utenti, parallelamente a
un’espansione dei servizi offerti: il 1979 è l’anno della prima trasmissione interamente coperta da sotto-
titoli per non udenti, mentre l’anno successivo si sperimentano per la prima volta i sottotitoli anche su
una trasmissione in diretta. Nel 1980 partono le sperimentazioni del Livello 2, il nuovo standard che
dovrebbe rappresentare il primo passo verso l’evoluzione del teletext, ma che non avrà mai
un’apprezzabile diffusione per motivi prevalentemente economici
6
.
Nel 1981 il governo inglese decide di dare un ragguardevole impulso alla diffusione del nuovo mezzo,
decretando per ottobre il Mese nazionale del teletext. Un’iniziativa particolarmente azzeccata anche
perché coincide con l’aumento della velocità di trasmissione delle pagine: in quell’occasione, infatti, vie-
ne accresciuto da due a quattro il numero di linee utilizzate per la messa in onda del segnale teletext,
rendendo notevolmente più agevole la ricezione. Sempre in ottobre, parte anche il primo servizio di te-
letext regionale, in Scozia: è ORACLE a realizzare quello che viene argutamente rinominato “Scottext”.
Un anno di successi, quindi, culminato nella rilevazione statistica di dicembre che censisce in circa
300.000 il numero di decodificatori venduti.
Con l’aumento dei canali di diffusione (ORACLE si estende nel 1982 al neonato Channel 4) e del nu-
mero di pagine trasmesse (Ceefax arriva a quota 600) il successo del teletext continua a crescere: nel
1983 sono 1 milione e mezzo gli apparecchi televisivi dotati di decoder. Nello stesso anno Ceefax inizia
ad erogare i primi servizi telesoftware, destinati però a chiudere i battenti nel 1989 dopo appena sei anni
di attività.
Il successo raggiunto dal teletext facilita, nel frattempo, la sua espansione anche all’estero. Nel 1983
tocca, come si è detto, alla Francia introdurre il servizio, in compagnia della Danimarca; il totale dei pa-
esi in cui il teletext è disponibile passa quindi a nove, per un pubblico totale di circa cinque milioni di
persone. L’anno successivo anche Italia, Svizzera e Norvegia adottano il teletext.
In conseguenza di questo sviluppo, nel 1984 i paesi interessati partecipano alla definizione del nuovo
standard conosciuto come World System Teletext (WTS), ancora oggi utilizzato in più di trenta paesi in
tutto il mondo. Anche Israele (1986), Irlanda e Spagna (1987) introducono poi il teletext: nel 1992 sa-
ranno 18 i paesi fornitori del servizio, con un’audience di 30 milioni di persone per circa 9000 pagine
disponibili in ogni momento.
6
Vedi anche cap.1.
Parte I - Cos’è Televideo
17
Inghilterra a parte, il teletext raggiunge il maggior successo in Germania, Belgio e Olanda e nei paesi
scandinavi, mentre incontra difficoltà di penetrazione in Francia, a causa della già citata concorrenza del
Minitel, e negli Stati Uniti, dove erano già da tempo diffusi servizi videotex che potevano essere consulta-
ti attraverso il normale apparecchio televisivo. Negli USA, comunque, si sviluppano alcuni servizi tele-
text come Time-Life, Keyfax (a Chicago) e Group W (a Los Angeles).
Se il teletext dimostra in breve tempo le sue grandi possibilità di diffusione a livello mondiale, non al-
trettanto rapido si dimostra l’aggiornamento degli standard. Originariamente erano stati infatti previsti
cinque livelli per il servizio teletext, ognuno dei quali dotato di nuove caratteristiche e di un apparato
grafico più sofisticato: ma a causa della complessità dei dispositivi di ricezione necessari, di fatto si ri-
mane sempre fermi al Livello 1, quello garantito dagli apparecchi televisivi esistenti. Inoltre nel 1992
uno dei pionieri del teletext è costretto ad abbandonare le scene: tra il 31 dicembre e il 1 gennaio
dell’anno successivo - esattamente a mezzanotte - ORACLE si congeda dai propri utenti per lasciare
spazio al nuovo servizio offerto dalla Teletext Ltd., che almeno inizialmente non riscuote grandi simpa-
tie da parte degli appassionati del vecchio servizio.
Nonostante le defezioni, l’evoluzione del teletext continua anche negli anni Novanta fino a raggiungere
lo stadio di “maturità” che a tutt’oggi il mezzo mantiene. Tra le innovazioni va segnalato il continuo
sviluppo dei servizi regionali e soprattutto l’introduzione del fastext
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. Inoltre l’uso generalizzato di ele-
menti grafici - introdotto nel 1996 anche dalla BBC per contrastare il crescente successo delle reti av-
versarie - contribuisce a svecchiare il servizio privandolo della patina di “antichità” che lo accompagna-
va.
Lo sviluppo delle trasmissione via satellite porta con sé, nella seconda metà degli anni novanta, la nasci-
ta di un considerevole numero di nuovi canali che adottano un proprio servizio di teletext o portano
sulla nuova rete di comunicazione quello che già possedevano. Anche al di fuori dell’Europa il mezzo
va così ampliando sempre più la propria portata, coinvolgendo oltre agli Stati Uniti anche Australia,
Canada, India, Malaysia, Nuova Zelanda, Singapore ed Emirati Arabi Uniti.
Nel 1999 vengono poi lanciati i primi servizi di “Digital Teletext”: una dizione apparentemente tautolo-
gica (il teletext è per sua natura digitale) che indica i servizi di testo associati ai canali televisivi trasmessi
in digitale. In Italia un prodotto simile è offerto da emittenti satellitari come Sky, che però sfruttano una
diversa tecnologia, chiamata EPG (Electronic Program Guide). In Gran Bretagna e altri paesi, network
come Sky e ntl.: hanno invece puntato sul nuovo standard, chiamato anche “Super teletext”, basandosi
proprio sulla struttura originale del teletext per creare nuovi servizi digitali.
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Vedi anche cap.1.
Il giornale elettronico: informazione e cronaca sul Televideo
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La staticità ormai consolidata della struttura del teletext e la perdurante assenza di innovazioni sono un
sintomo del fatto che il mezzo è stato ampiamente trascurato a livello tecnologico negli ultimi anni, per
dedicarsi a nuovi metodi di trasmissione: le piattaforme satellitari, il cosiddetto digitale terrestre e so-
prattutto Internet. Nel 2001 anche la BBC ha compiuto un passo verso l’abbandono del vecchio tele-
text, cancellando forse prematuramente dai suoi canali satellitari il “glorioso” Ceefax.
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Figura 3 - Teletext nel mondo: Intertext (Ucraina)
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Vedi cap.12.