4
ineguaglianza è grande sia per quanti sono vittime di questa esclusione, sia per
la società nella sua interezza.
L’Europa ed il Governo hanno un chiaro ed unico obiettivo: la società basata
sulle tecnologie dell’informazione deve essere per tutti, deve rispondere ai
bisogni di ogni individuo, a prescindere dalla condizione sociale e dalle
competenze professionali. Affinché le fasce ora più deboli, possano diventare
più forti proprio attraverso la tecnologia.
L’esperienza dimostra che l’accessibilità delle tecnologie non può essere
garantita senza un intervento attivo. Accessibilità è dunque rimozione di
quelle barriere virtuali che sono, di fatto, l’equivalente delle barriere
architettoniche.
Il mondo dell’istruzione e della formazione sono necessariamente influenzati
da queste evoluzioni nella definizione stessa delle forme e dei contenuti
dell’apprendimento, tenendo anche conto delle esigenze delle fasce più fragili.
Obiettivo di questa relazione è considerare quali possono essere gli aspetti
salienti dell’apprendimento scolastico, collegati all’utilizzo del mezzo
informatico sotto forma di gioco, in particolare, relativamente alla sua
applicazione in ambito educativo in rapporto a forme di disabilità
comunicativa, espressiva e cognitiva. Pertanto, è opportuno individuare i
5
motivi per i quali gli strumenti multimediali possono essere considerati una
risorsa, promuovendo uno sviluppo più armonioso della didattica soprattutto,
attraverso lo sviluppo di competenze necessarie da parte degli insegnanti.
6
Capitolo Primo
Multimedialità e didattica del diversamente abile
1.1 Excursus storico
Partendo dalla società del periodo classico greco-romano, in cui agli
“anormali” erano riservati il monte Taigeto o la Rupe Tarpa, e passando per il
Medioevo, quando grazie all’intervento del Cristianesimo, sorsero le prime
case di internamento, si arriva all’Illuminismo, periodo caratterizzato dalla
venerazione delle scienze, e durante il quale si inizia a vedere nei disabili non
più tanto la componente “inumana”, quanto la loro dignità di uomini, postulata
in ogni individuo. In particolare, in questo secolo, con le elaborazioni
pedagogiche e filosofiche di Jean Jacques Rosseau
1
, l’autore avvia una vera e
propria svolta nel mondo dell’educazione, ponendo l’educando al centro
dell’attenzione si comincia a considerare la “diversa abilità” come qualità
umana, al pari dei normodotati. La strada verso l'integrazione verrà poi
1
Scrittore, filosofo e musicista svizzero nato nel 1712. Fu esponente di spicco dell’Illuminismo, considerato
sia come ispiratore della Rivoluzione Francese, sia come teorico del ritorno ad una innocenza primitiva, fu
senz’altro il fondatore della pedagogia moderna (l’Emilio) e per certi versi precursore del romanticismo (dove
teorizza la voce del cuore, del sentimento, come guida che porta sempre al bene senza possibilità di errore).
7
ulteriormente percorsa, nel XIX secolo, da vari autori fra cui Itard, Pestalozzi,
Froebel, Seguin, Montessori, Decroly, Don G.B. Cottolengo, Don G. Bosco.
In Italia, le prime classi differenziali nascono a Roma nel 1910
2
,
successivamente affidate allo Stato con la legge 577 del 5 febbraio 1928.
La riforma Gentile nel 1923
3
, inoltre, rende obbligatoria l'istruzione anche per
i non vedenti e sordomuti, da impartire in classi speciali. Ma è solo con la
caduta del Fascismo e con l’avvento della democrazia che l'integrazione dei
portatori di deficit diviene oggetto d'interesse sociale.
A questo riguardo un ruolo fondamentale deve essere riconosciuto alla
Costituzione italiana del 1948
4
. Fra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni
'70, con le seguenti leggi: L. 482/1968, L. 118 e 820 del 1971 e L. 517/1977, il
sistema socioassistenziale e dell'istituzionalizzazione favoriscono in Italia
l'integrazione di tutti i disabili negli ambienti sociali. Anche i programmi
ministeriali per la scuola media (1979) e per la scuola elementare (1985) ed i
nuovi Orientamenti per la scuola materna (1991) affrontano le problematiche
legate ai soggetti portatori di handicap, sottolineando l'esigenza
dell'individualizzazione didattica.
2
La “Lega Nazionale per la Protezione dei Fanciulli deficienti” fondata nel 1899 con il proposito di
organizzare appositi istituti per l’assistenza a minori con deficit psicofisici e sensoriali, istituisce tra l’altro le
prime classi per tardivi presso la Scuola “ Principessa Jolanda”.
3
Riforma scolastica varata in Italia nel 1923 con una serie di atti normativi ad opera del Ministro
dell’Istruzione del primo Governo Mussolini, il filosofo neoidealista Giovanni Gentile.
4
Con gli articoli 2, 3, 4, 21, 32, 34, 38 e 48.
8
La legislazione degli anni '90 supera l'argomento della semplice integrazione
scolastica o lavorativa, affrontando il problema della persona con deficit in
relazione all'intero sistema sociale: la Legge n. 13/1989 sancisce le modalità
per il superamento delle barriere architettoniche negli edifici privati e la Legge
quadro n. 104/1992
5
riassumendo e ribadendo le disposizioni stabilite nella
normativa degli anni precedenti, sancisce il superamento della vecchia visione
dell’handicap, come condizione strettamente collegata alla minorazione fisica
e psichica, per prendere in considerazione più generalmente ogni situazione di
emarginazione e svantaggio sociale. Si stabilisce che la società deve mettere in
atto quanto necessario per favorire l’inserimento del disabile, il quale deve
poter usufruire di interventi riabilitativi sufficienti a consentirgli di recuperare
il maggior grado possibile di autonomia. Pertanto si può osservare come nel
corso della storia si sia passati dall'emarginazione all'inserimento ed
all'integrazione, obiettivo, quest'ultimo peraltro che può essere perseguito
soltanto valorizzando l'area di sviluppo potenziale.
6
5
La presente legge composta da 44 articoli detta i principi dell’ordinamento in materia di diritti, integrazione
sociale e assistenza della persona handicappata. Deve essere letta come un elemento di rinnovata attenzione ai
problemi delle persone disabili a livello socio-sanitario, scolastico, lavorativo e di trasporti e strutture.
6
Sibilio M., Il corpo intelligente, Gruppo editoriale Simone, Napoli 2007. L’area di sviluppo potenziale è
definita da Vygotskij, come quell’area di apprendimento che si viene a creare tra ciò che sappiamo fare
singolarmente, in termini di conoscenza e abilità, e quello che siamo in grado di fare con l’aiuto di qualcuno.
Quindi è l’area di funzionamento psicologico in cui il bambino può sviluppare le sue capacità potenziali solo
se è sostenuto dall’aiuto di un partner competente. Non è tanto importante ciò che il bambino sa, quanto ciò
che può apprendere.
9
Quindi per le persone disabili gli Stati dovrebbero sia attivare programmi per
rendere accessibile l'ambiente fisico, sia prendere le misure necessarie per
fornire accesso alle informazioni e al mondo della comunicazione. Inoltre
dovrebbero far sì che i nuovi sistemi telematici, per fornire al pubblico
informazioni e servizi, siano resi accessibili fin dall'inizio oppure adattati in
modo da risultare accessibili alle persone disabili
7
.
Istituito a tal proposito Il Libro Bianco che è frutto del lavoro della
"Commissione interministeriale sullo sviluppo e l'impiego delle tecnologie
dell'informazione per le categorie deboli
8
", costituita nel maggio 2002 dal
Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie
9
di concerto con il Ministro della
Salute
10
ed il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
11
. Il Libro contiene
una serie di proposte concrete: un nuovo disegno di legge e alcune azioni
necessarie a promuovere l'inserimento dei disabili nella società basata
sull'informazione e la conoscenza. Il mandato della Commissione si è
concentrato sulle seguenti finalità:
7
Standard Rules on the Equalization of Opportunities for Persons with Disabilities, Risoluzione
dell'Assemblea delle Nazioni Unite, 48 Sessione, n. 48/96, annesso, 20 dicembre 1993. Cfr.
www.un.org/esa/socdev/enable/dissre00.htm
8
Cfr. www.innovazione.gov.it/ita/index.shtml
9
Cfr. www.innovazione.gov.it/ita/index.shtml
10
Cfr. www.ministerosalute.it/
11
Cfr. www.minwelfare.it/default.htm
10
- l'uso e la diffusione delle tecnologie dell'informazione per ridurre ed
abbattere le barriere all'integrazione sociale delle categorie svantaggiate;
- lo sviluppo e la diffusione di tecnologie accessibili e facilmente utilizzabili
da tutti.
Mancano purtroppo, la conoscenza e la sensibilità del pubblico, degli operatori
ICT (distributori, produttori
12
ecc.) e spesso anche delle stesse persone
svantaggiate. Già dunque il solo aspetto dell'abbattimento dei vincoli di
mobilità rappresenta un'evidente rivoluzione per la comunicazione,
l'apprendimento, il lavoro e la fruizione dei servizi. Ma la tecnologia può
andare anche oltre poiché è un efficace strumento per assicurare la
valorizzazione delle capacità residue dei disabili e per sopperire a delle
"mancanze". Le possibilità sono illimitate.
Una persona priva dell'uso delle mani può scrivere un testo semplicemente
parlando al computer. Una persona affetta da grave difficoltà di udito può
usare liberamente il telefono. Una persona cieca può istruire un computer per
leggere ad alta voce il contenuto sullo schermo di un PC. Una persona affetta
da disabilità fisica può liberarsi dall'isolamento e dalla solitudine. Una persona
con una grave forma di afasia può comunicare attraverso un computer
parlante. Ma se i benefici sono evidenti non è altrettanto evidente come questo
12
Un'alta percentuale dei siti, anche istituzionali, non è accessibile ai disabili.
11
gruppo di cittadini possa acquisire non solo una piena consapevolezza delle
potenzialità della tecnologia, ma ne possa usufruire a pieno.
1.2 Handicap ed Integrazione
La scuola è lo spazio fisico e sociale dove più che in ogni altro luogo è
possibile l'integrazione del diversamente abile, costituendo un’opportunità
educativa rilevante. Ogni bambino deve potersi immergere nell'esperienza
educativa, deve essere coinvolto nelle attività, affinchè possa essere
riconosciuto e riconoscersi come membro attivo della comunità scolastica.
La presenza nella scuola dei bambini in difficoltà è fonte di una preziosa
dinamica di rapporti e di interazioni, occasione di maturazione per tutti, dalla
quale si impara a considerare e a vivere la diversità come una dimensione
esistenziale e non come una caratteristica emarginante. La scuola italiana,
secondo la normativa vigente, è chiamata ad offrire ai bambini con handicap
adeguate opportunità educative, realizzandone l'effettiva integrazione in base
ad un articolato progetto personalizzato educativo e didattico
13
, il quale
costituisce parte integrante della programmazione di classe.
13
Il Piano educativi Individualizzato (PEI) è il documento nel quale vengono descritti gli interventi integrati
ed equilibrati tra di loro, predisposti per l’alunno in situazione di handicap, in un determinato periodo di