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Il Gioco d’azzardo patologico è:
“Un comportamento persistente ricorrente e maladattivo di gioco d’azzardo che
compromette le attività personali, famigliari o lavorative, caratterizzato da una
perdita continua o periodica del controllo dell’impulso al gioco, un
coinvolgimento nel gioco globale e totalizzante, un’irrazionalità di pensiero e
una perseverazione nel comportamento, malgrado le gravi conseguenze,
individuali e sociali”.
La mancanza di studi relativi al gioco d’azzardo patologico, unitamente al
modo in cui esso viene percepito all’interno della popolazione, fanno dell’Italia
uno degli ultimi paesi sviluppati, per quanto concerne la lotta a questa patologia
(Guerreschi, 2000). In Italia stiamo assistendo ad una fase di estrema
legalizzazione del gioco d’azzardo, senza peraltro siano presenti, all’interno
dell’opera del legislatore, misure rivolte a combattere gli effetti negativi ed in
modo particolare la dipendenza che il gioco d’azzardo può produrre. Occorrono
strumenti legislativi adeguati, conoscenze psicologiche e sociali più approfondite
e strutture in grado di aiutare i giocatori dipendenti a crearsi una nuova vita in
assenza del gioco. La nostra ricerca nasce dall’esigenza di approfondire la
conoscenza di un fenomeno così complesso e devastante molto diffuso anche in
Italia. La ricerca vuole contribuire a “far luce” su tale patologia, identificando
alcune caratteristiche di personalità del giocatore, quali il livello di autostima, le
strategie di coping, il locus of control, ma vuol essere anche un mezzo
informativo e un modo per focalizzare l’attenzione su un fenomeno grave e
purtroppo sottovalutato. Ci proponiamo attraverso il confronto di due gruppi di
giocatori, i giocatori patologici attualmente in cura presso il S.I.I.PaC. e i
giocatori occasionali, di indagare i due aspetti del gioco d’azzardo, l’aspetto della
patologia, ma anche l’aspetto del divertimento, cercando di identificare, tra i due
gruppi di giocatori, aspetti comuni o differenze sia nella modalità di gioco che in
alcune caratteristiche di personalità.
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CAPITOLO 1
IL GIOCO D’AZZARDO
1;1 DEFINIZIONE
Il gioco d’azzardo è una forma di svago ampiamente accettata e
socialmente approvata. Il termine “gioco” in italiano è ambiguo. L’inglese
distingue tra play, ossia il gioco come insieme di regole, dove è importante
l’abilità del giocatore, e gambling, gioco che si basa sulla ricompensa e sulla
fortuna. Il gioco d’azzardo rientra nel secondo termine, infatti, è definito come:
un gioco a soldi in cui la componente aleatoria (leggasi fortuna) gioca un ruolo
determinante o comunque molto importante. (Lanni, 2000).
Il giocatore, infatti, scommette su ogni tipo di evento ad esito incerto, dove il
caso, in grado variabile, determina tale esito. Secondo alcuni studiosi, le forme
del gioco sono innumerevoli e soggette a costante cambiamento e innovazione
(Bolen e Boyd 1968). Tre sono le condizioni per definire il gioco d’azzardo a
base di denaro (Carlevaro, Sani e Cadlini Jaime, 2000):
1) l’individuo deve rendersi conto che pone in palio denaro.
2) La messa in palio è irreversibile.
3) Il risultato del gioco si basa esclusivamente e principalmente sul caso.
Esistono due diversi tipi di gioco: quelli “dentro il casinò”, ai quali
appartengono giochi quali la roulette, il baccarà, il chemin de fer, le slot-machine
ecc., e quelli “fuori del casinò” ai quali appartengono le lotterie, il lotto, il
superenalotto, il totip, il totogol, le scommesse ippiche e sportive, i giochi di
carte e di dadi, nonché la tradizionale tombola (Guerreschi, 1999).
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1;2 EVOLUZIONE STORICA
Le ricerche archeologiche e antropologiche hanno testimoniato l’ubiquità
del gioco d’azzardo in ogni epoca, cultura, tipo di società e di strato sociale
(Cohen, Hansen 1956; Stekel, 1958 in Gherardi, 1991). La stessa parola
“azzardo”, deriva dal francese HAZARD che a sua volta deriva dall’arabo HAZ-
ZARD che significa DADO.
Il gioco d’azzardo poggia le sue profonde radici nell’antichità. Cohen e
Hansen (1956) identificano l’origine del gioco d’azzardo nei rituali religiosi, nei
tentativi dei popoli primitivi di presagire o di forzare la volontà del fato. Sono
stati, infatti, scoperti manoscritti che testimoniano la presenza di forti scommesse
al gioco dei dadi e alle corse ai cavalli già nel lontano 4000 a.c. in Egitto, India,
Cina e Giappone. A Roma sono state inoltre scoperte antiche insegne recanti la
scritta “Scommesse e cibo”, e si racconta addirittura che i cinesi, quando avevano
perso tutto al gioco, per continuare a giocare scommettessero le loro orecchie.
Il gioco era presente anche nell’Europa centrale; le popolazioni
germaniche, infatti, eccedevano al punto tale di giocarsi le mogli, i figli e persino
la propria libertà.
Nel XII secolo compaiono le prime corse associate a scommesse, mentre
le lotterie nascono in Inghilterra e in Italia a partire dal XVI secolo. Fu il filosofo
Blaise Pascal ad inventare la roulette, mentre nel 1895 l’americano Charles Fay
inventa la prima slot-machine.
Durante questo lungo arco di tempo non sono mancati esempi di giocatori
compulsivi quali Nerone, Caligola e in ere più recenti Washington e Dostoevskij
(autore de “Il giocatore”(1886), scritto per far fronte ai debiti di gioco).
Nel corso dei secoli le società hanno sperimentato una molteplicità di
politiche, dal proibizionismo (fu vietato durante il medioevo a Firenze e a
Venezia) alla legalizzazione del gioco d’azzardo.
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Con l’avvento dell’era industriale e l’aumentare del tempo libero e del
benessere economico, il gioco d’azzardo ha acquistato un posto di notevole
importanza nella società diventando un elemento di rilievo contro i problemi che
la stessa non è in grado di risolvere; prova n’è il continuo incremento delle sale
da gioco e dei casinò.
Dalla seconda metà degli anni novanta i casinò hanno gradualmente perso la
triste fama di perdizione per divenire in quasi tutti i paesi del mondo il maggior
perno dell’economia di intrattenimento. Ciò è avvenuto per:
- Accettazione diffusa del gioco come attività ricreativa.
- Maggior ordinamento a livello legislativo delle case da
gioco.
- Acquisto e controllo dei casinò da parte di grosse
compagnie internazionali.
- La possibilità da parte dei governi di usare gli introiti dei
casinò per aumentare le entrate dello stato e per sviluppare
l’industria turistica.
Tutto ciò ha fatto sì che i gestori dei casinò americani ampliassero l’offerta
per spostarsi dal settore turistico al settore del tempo libero offrendo un prodotto
vario e in grado di offrire un vastissimo spettro di attrattive: (aree commerciali,
ristoranti, delfinari, musei, sale per conferenze e altre iniziative culturali e sociali.
Consci dell’enorme potere economico rappresentato dall’industria dei giochi
d’azzardo, gli Stati hanno sviluppato politiche che, se da una parte miravano a
limitare l’iniziativa privata nel campo dei giochi d’azzardo, d’altra parte
promuovevano il ruolo di uno stato biscazziere, tramite lo sviluppo di lotterie
nazionali, superenalotto, totip, lotto, e il controllo statale sulle case da gioco.
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Tutt’oggi in Italia stiamo assistendo ad una fase di estrema legalizzazione del
gioco d’azzardo che ha portato ad ampliare l’offerta di giochi non solo all’interno
dei casinò ma anche all’esterno, con l’introduzione di sale da gioco e video poker
un po’ ovunque.
Gioco on- line
La vera innovazione però è la comparsa del gioco on-line in cui un
individuo dopo aver compilato un formulario con i propri dati personali e numero
di carta di credito, riceve login name e password e può giocare direttamente da
casa.
Il giro d’affari del gioco in rete è stato calcolato in 955 milioni di dollari
per il 1999 e la Datamonitor, un’accreditata società americana di analisi di
mercato, prevede che entro il 2002 si arriverà alla ragguardevole cifra di dieci
miliardi di dollari.Molti studiosi hanno studiato tale fenomeno come specchio
dell’odierna società. Le parole di Imbucci riassumono bene questo concetto:
“La dimensione del gioco telematico sottolinea la solitudine e la malinconia del
gioco e va incontro all’esigenza di velocizzazione e isolamento tipica della
nostra società.” (Imbucci, 1997).
Il gioco d’azzardo è in continua evoluzione; gli interessi economici che
coinvolge hanno incoraggiato gli stati a promuovere politiche di incentivazione
al gioco, facendone così una delle maggiori industrie nel nostro pianeta e
ricavandone introiti per arricchire le proprie casse. Gli stessi paesi in via di
sviluppo, come descrive bene Guerreschi (1999), di fronte all’inefficacia del loro
sistema tributario guardano al gioco d’azzardo come ad uno strumento per
incamerare il denaro necessario ad assestare i bilanci dello stato.
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1;3 ESTENSIONE DEL FENOMENO
Si stima che circa l’ottanta, novanta per cento della popolazione adulta del
nostro paese giochi d’azzardo con un coinvolgimento che si limita a saltuarie
partecipazioni a lotterie, schedine, scommesse con amici, mentre il 13% gioca
alle lotterie o alle slot-machine quasi ogni settimana e il 5% due o tre volte a
settimana.
In Italia si calcola che nel 1999 sono stati spesi quasi 34.000 miliardi per
le sole scommesse legali. In media ogni famiglia ha destinato al gioco 1,6 milioni
di lire, per una spesa pro-capite di quasi seicento mila lire.
Nel 1999, accanto al mercato legale, il business dell’azzardo ha portato 23
mila miliardi nelle tasche della criminalità organizzata: dietro ai giochi “in nero”
si nascondono l’usura e il riciclaggio di denaro sporco. Sotto accusa i 400.000
video-poker sparsi in tutta Italia.Sono però i templi dell’azzardo e i casinò a
riscuotere sempre più successo, attirando ogni anno settecento mila persone per
un incasso totale di 728.000 miliardi (dati: EURISPES 2000).
Per molti studiosi, il gioco risponde ad un bisogno di socializzazione e
funge da antidoto alle ingiustizie sociali. Attraverso la funzione simbolica di
abolire le differenze e le ingiustizie e per i bisogni di sfida e di disprezzo per la
vita di routine il gioco diviene un utile strumento per compensare il malessere
individuale e sociale (Downes, 1976; Goffman, 1971 in Gherardi, 1991). Il
volume del gioco, infatti, aumenta in presenza di crisi sociali (Imbucci, 1997).
Il gioco d’azzardo, per la maggior parte di queste persone rappresenta solo
un passatempo, una forma di divertimento del tutto innocua o, ancora, una
tradizione consolidata (si pensi alla classica “tombolata di Natale”). Non si deve
dimenticare però che il gioco d’azzardo per una minoranza di persone,
rappresenta una vera e propria malattia nota con il nome di “Gioco d’azzardo
patologico”.
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1;4 TIPOLOGIA DEI GIOCATORI D’AZZARDO
Il pubblico del gioco raccoglie circa l’ottanta per cento della popolazione
adulta e può essere diviso in quattro grandi settori: giocatori occasionali,
giocatori abituali, giocatori a rischio, giocatori patologici.
Non tutti i giocatori d’azzardo presentano una patologia dovuta al gioco.
Nella maggioranza dei casi, il gioco d’azzardo rappresenta un innocuo
passatempo, che non mette a repentaglio né i bilanci economici dei giocatori, né
la loro vita sociale o lavorativa. Per una minoranza di persone, il gioco d’azzardo
rappresenta l’attività principale della loro vita: si tratta dei giocatori patologici
(Guerreschi, 2000).
Custer (1984), ha identificato sei tipologie di giocatori che vengono di
seguito riportate:
Giocatori professionisti: Si mantengono giocando d’azzardo e lo considerano
una professione. Sono abili nei giochi che scelgono di giocare e sono in grado di
controllare tanto l’ammontare di denaro, quanto il tempo spesi a giocare. Non
sono dipendenti dal gioco.
Giocatori antisociali: Si servono del gioco d’azzardo per ottenere denaro in
maniera illegale. Sono coinvolti in corse di cavalli o dei cani truccate, oppure
giocano con carte segnate o dadi falsi.
Giocatori sociali occasionali: giocano per passatempo, per socializzare e per
divertirsi. Per loro giocare d’azzardo può essere una distrazione o una forma di
relax. Il gioco non interferisce con le obbligazioni familiari, sociali o lavorative.
Vengono anche definiti Giocatori Sociali Adeguati.
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Giocatori sociali “seri” o costanti: Investono più tempo nel gioco. Il gioco
d’azzardo è la fonte principale di relax e divertimento, sebbene questi individui
mettano il gioco in secondo piano rispetto alla famiglia e al lavoro.
I giocatori sociali “seri” mantengono ancora il controllo sulle loro attività di
gioco.
Giocatori per “fuga” e per “alleviamento” senza sindrome di
dipendenza: Giocano per trovare alleviamento dalle sensazioni di ansietà,
depressione, rabbia, noia o solitudine. Usano il gioco d’azzardo per sfuggire da
crisi o difficoltà. Il gioco provoca un effetto analgesico invece di una risposta
euforica. Questi giocatori non sono compulsivi, vengono anche definiti Giocatori
Inadeguati senza Sindrome da Dipendenza.
Giocatori Compulsivo con Sindrome da Dipendenza: Hanno perso il
controllo sul loro modo di giocare. Per loro, giocare d’azzardo è la cosa più
importante della vita. Il gioco d’azzardo compulsivo è una dipendenza
progressiva che abbraccia tutti gli aspetti della vita del giocatore. Mentre
continua a giocare, la sua famiglia, i suoi amici ed il suo lavoro sono influenzati
negativamente. Inoltre, i giocatori compulsivi possono essere coinvolti in attività
quali furti, menzogne, appropriazione indebita di denaro, che vanno contro i loro
standard morali. Il giocatore compulsivo non può smettere di giocare,
indipendentemente da quanto lo desideri o da quanto duramente ci provi.
Solo in quest’ultimo caso si può parlare di gioco d’azzardo patologico.
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CAPITOLO 2
IL GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO
Nel 1980 l’American Psychiatric Association ha riconosciuto il gioco
d’azzardo come una malattia mentale classificandolo nel Diagnostical and
Statistical Manual of Mental Disorder (DSM III) tra i Disturbi del Controllo
degli Impulsi. La caratteristica fondamentale del gioco d’azzardo patologico è:
“ un comportamento persistente, ricorrente e maladattivo di gioco d’azzardo che
compromette le attività personali, familiari, o lavorative.”
La patologia è caratterizzata dall’incapacità di resistere ad un impulso, ad
un desiderio impellente, motivato dalla necessità di puntare somme di denaro
crescenti per un periodo sempre più lungo. L’azione è preceduta da una
sensazione di grande tensione ed eccitazione al tempo stesso, che diventa piacere,
sollievo e gratificazione quando si gioca (Ravizza, 2000).
2;1 CARATTERISTICHE DIAGNOSTICHE:
“La caratteristica fondamentale del gioco d’azzardo patologico è un
comportamento persistente, ricorrente, e maladattivo di gioco d’azzardo… che
compromette le attività personali, familiari e lavorative. …
Il soggetto può essere totalmente assorbito dal gioco … la maggior parte
dei soggetti affetti da gioco d’azzardo patologico afferma di ricercare
l’avventura… ancora più dei soldi.Possono essere necessarie scommesse e
puntate progressivamente più ingenti, o rischi maggiori per continuare a
produrre il livello di eccitazione desiderato. I soggetti con gioco d’azzardo
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patologico spesso continuano a giocare nonostante i ripetuti sforzi per
controllare, ridurre o interrompere il comportamento. Il soggetto può mentire ai
familiari, al terapeuta o ad altri per occultare l’entità del proprio
coinvolgimento nel gioco d’azzardo. Quando le possibilità di ottenere prestiti
sono esaurite, il soggetto può ricorrere a comportamenti antisociali per ottenere
denaro.”
(Manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali, IV edizione 1991).
Il termine “gioco d’azzardo patologico” è stato ritenuto più preciso del
termine gioco d’azzardo compulsivo, perché in genere il comportamento è
egosintonico. Il giocatore patologico, almeno finché non ha raggiunto la fase
avanzata, ama giocare (Lesieur e Rosenthal, 1991). La maggior parte dei
giocatori sostiene di cercare l’azione, uno stato di eccitazione ed euforia e il
desiderio di rimanere nell’azione è così intenso che molti giocatori stanno per
giorni e giorni senza dormire e per lunghi periodi senza mangiare o riposarsi.
Inoltre si sviluppa una tolleranza al gioco; occorrono scommesse o puntate
progressivamente più ingenti, o rischi maggiori, per continuare a produrre il
livello di eccitazione desiderato, e se il giocatore smette di giocare può
sviluppare una crisi d’astinenza, caratterizzata da sintomi fisici quali nausea,
vomito, tremori, irritabilità. Tutto ciò ha portato negli ultimi cinque decenni a
sviluppare un concetto alternativo di gioco d’azzardo patologico che guarda al
gioco come un disordine aggiuntivo, una “dipendenza dell’essere in azione”
(Oxford, 1985 in Guerreschi, 1998; Blume, 1988). Benché la revisione del 1987
del DSM III continui a classificare il gioco d’azzardo patologico come un
Disturbo del controllo degli impulsi non classificato altrove, i suoi criteri sono
stati rivisitati in una forma più esatta, parallela alla versione dei criteri per la
dipendenza da sostanze psicoattive.
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CRITERI DIAGNOSTICI PER F 63.0 GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO
A) Persistente e ricorrente comportamento di gioco d’azzardo maladattivo, come
indicato da cinque (o più) dei seguenti:
1) E’ eccessivamente assorbito dal gioco d’azzardo (per esempio è eccessivamente
assorbito nel rivivere esperienze passate di gioco d’azzardo, nel soppesare o
programmare la successiva avventura, o nel pensare ai modi per procurarsi denaro
con cui giocare).
2) Ha bisogno di giocare d’azzardo con quantità crescenti di denaro per raggiungere
l’eccitazione desiderata.
3) Ha ripetutamente tentato senza successo di controllare, ridurre, o interrompere il
gioco d’azzardo.
4) È irrequieto o irritabile quando tenta di ridurre o interrompere il gioco d’azzardo.
5) Gioca d’azzardo per sfuggire problemi o per alleviare un umore disforico (sentimenti
di impotenza, colpa, ansia, depressione).
6) Dopo aver perso al gioco, spesso torna un altro giorno per giocare ancora
(rincorrendo le perdite).
7) Mente ai membri della famiglia, al terapeuta, o ad altri per occultare l’entità del
proprio coinvolgimento nel gioco d’azzardo.
8) Ha commesso azioni illegali come falsificazioni, frode, furto o appropriazione
indebita per finanziare il gioco d’azzardo.
9) Ha messo a repentaglio o perso una relazione significativa, il lavoro, oppure
opportunità scolastiche o di carriera per il gioco d’azzardo.
10) Fa affidamento su altri per reperire il denaro per alleviare una situazione finanziaria
disperata causata dal gioco d’azzardo.
B) Il comportamento di gioco d’azzardo non è meglio attribuibile ad un episodio
maniacale.
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2;2 MANIFESTAZIONE E DISTURBI ASSOCIATI
I giocatori d’azzardo sono malati con personalità impulsiva-compulsiva e
strutture del pensiero alquanto rigide. Possono essere presenti distorsioni del
pensiero (per es. negazione, superstizione, eccessiva fiducia in se stessi o un
senso di potere e di controllo). Molti soggetti con gioco d’azzardo patologico
credono che il denaro sia al tempo stesso la causa e la soluzione di tutti i loro
problemi. Sono spesso molto competitivi, energici, irrequieti e facili ad annoiarsi.
Mostrano valutazione erronee delle proprie abilità, credono, infatti, di
poter controllare il fato. Possono essere eccessivamente preoccupati
dell’approvazione altrui e generosi fino alla stravaganza. Spesso sono riluttanti ad
accettare la realtà, e ricercano la grande vincita come segno d’onnipotenza contro
forse un’insicurezza emotiva (Gander, 1998 in Guerreschi, 2000). Possono
essere a rischio di sviluppare condizioni mediche generali collegate allo stress
(per es. ipertensione, ulcera peptidica, emicrania). Si sono osservati aumentati
tassi di disturbo dell’umore, disturbo da Deficit dell’attenzione/iperattività,
abuso o dipendenza da sostanze e disturbo antisociale, narcisistico,
Borderline di Personalità. Tra i soggetti in trattamento per gioco d’Azzardo
Patologico il 20% è stato segnalato per aver tentato il suicidio (DSM IV 1991).
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2;3 ETIOPATOGENESI
Il gioco patologico è il meno studiato dei disturbi psichici
epidemiologicamente più significativi e le sue cause sono ancora sconosciute
(Custer, 1984; Wolkowitz, 1987). I romanzieri (Dostoevskij 1886; Zweig, 1931,
Hoffmann, 1982 in Gherardi, 1991) sono stati i primi ad approfondirne la
psicologia e la loro opera è stata utilizzata dalla ricerca psicoanalitica.
Parallelamente si sono sviluppate ricerche di tipo cognitivo, comportamentale e
psicobiologico che hanno portato alla formulazione di alcuni modelli esplicativi.