II
Il Cap. 3 si propone di analizzare alcune forme di finanziamento
private e pubbliche volte ad incentivare la diffusione delle FER(Fonti
di energia rinnovabile).
Saranno approfonditi i meccanismi di funzionamento di alcune
forme di finanziamento già presenti in Italia e all’estero e sono:
• il Finanziamento Tramite Terzi;
• il Project Finance
• IL Fondo di Garanzia di risparmio energetico.
Infine, nel Cap.4 si è tentato di illustrare l’attività di Banca Etica,
le sue caratteristiche strutturali e le sue azioni rivolte allo sviluppo
delle FER.
La volontà di evidenziare il lavoro di Banca Etica scaturisce dal
fatto che essa rappresenta un istituto di credito che comincia a
partecipare attivamente ai progetti ambientali mettendo a disposizione
strumenti innovativi (BOC Verdi) idonei all’esigenze e alle
particolarità di tale settore.
Inoltre Banca Etica cerca di far giocare al risparmio privato un
ruolo quasi fondamentale per finanziare la realizzazione di piccoli
progetti ambientali
Capitolo I Cenni sull’attuale situazione del mercato elettrico…
1
CAPITOLO I
1. CENNI SULL’ATTUALE SITUAZIONE DEL MERCATO
ELETTRICO E DELLE FONTI RINNOVABILI IN ITALIA E
ALL’ESTERO.
1.1 L’ENERGIA: PANORAMA NAZIONALE E
INTERNAZIONALE
Il forte rincaro delle quotazioni del petrolio, la persistente
debolezza dell’euro rispetto al dollaro, hanno recentemente
caratterizzato il panorama economico-energetico internazionale.
La volatilità del prezzo del greggio è attribuibile in parte alla
crescita sostenuta dell’economia mondiale e in parte alla politica
d’offerta dei paesi produttori.
Rispetto alle precedenti crisi petrolifere, l’effetto dei rincari
del prezzo del petrolio ha avuto una incidenza più contenuta sulle
economie avanzate dovuta ad una diminuzione dell’intensità
energetica nell’ultimo decennio, legata, sia ad un uso più efficiente
dell’energia, sia allo spostamento dell’economia su settori a più
bassa intensità energetica. Ciò ha permesso di limitare gli effetti
inflazionistici, infatti per ogni dollaro di prodotto interno lordo i
paesi ad economia avanzata utilizzano oggi metà del petrolio che
serviva nel 1970. Dei rincari petroliferi ne hanno risentito i paesi in
Capitolo I Cenni sull’attuale situazione del mercato elettrico…
2
via di industrializzazione, essendo il rapido sviluppo delle loro
economie fortemente legato alle importazioni di greggio.
Nel corso dei prossimi venti anni la domanda di energia pro-
capite aumenterà più rapidamente nei paesi in via di sviluppo; si
stima che, a causa della crescita demografica e alla tendenza a
standard di vita più elevati, i paesi in via di sviluppo aumenteranno
la propria quota di consumi di energia dall’attuale 30% al 50% circa
entro il 2020. Il petrolio continuerà a restare la principale fonte di
energia primaria mentre, in virtù di una buona efficienza e
dell’impatto ambientale, il gas naturale conquisterà quote di mercato
crescenti soprattutto a scapito del carbone.
La messa a punto di tecnologie innovative per l’utilizzazione
di fonti energetiche non convenzionali sarà un fattore chiave per
diversificare gli approvvigionamenti ed utilizzare le risorse locali in
modo sostenibile.
L’attuale struttura dell’offerta di energia in Italia, è
caratterizzata dall’elevata dipendenza dall’estero per
l’approvvigionamento. La carenza di disponibilità di fonti
energetiche, l’assenza di energia nucleare costringono il nostro Paese
a soddisfare il fabbisogno energetico interno con le importazioni le
quali provengono principalmente dal Medio oriente.
Il prezzo del petrolio, nell’arco di ventiquattro mesi è quasi
triplicato, passando da 10-12 dollari al barile dei primi mesi del 1999
ai 36 dollari al barile del settembre 2000 mentre oggi osserviamo una
continua diminuzione del prezzo.
Capitolo I Cenni sull’attuale situazione del mercato elettrico…
3
Al fine di alleviare tale fenomeno in continua espansione,
nell’ultimo decennio nuovi sviluppi tecnologici hanno favorito la
penetrazione nel mercato energetico di alcune tecnologie che
utilizzano fonti rinnovabili. L’energia eolica, ad esempio, ha quasi
raggiunto la maturità industriale e la competitività commerciale in
diversi settori. Le tecnologie rinnovabili giocheranno un ruolo
importante negli scenari energetici futuri; basti pensare alle maggiori
aziende petrolifere mondiali diventano global energy company con
un’offerta non più limitata a quello del loro core business
tradizionale ma estesa per esempio al fotovoltaico e alle biomasse.
Il mercato delle energie rinnovabili continua a crescere con
ritmi dell’ordine del 20–30% all’anno nonostante i ritardi dei
governi nazionali e locali nell’attuazione delle politiche di
protezione dell’ambiente.
Di forte rilievo risulta essere la direttiva adottata dalla
Commissione Europea incentrata principalmente sui meccanismi di
finanziamento per le tecnologie rinnovabili e sulle problematiche ad
esse legate. L’obiettivo è la creazione di un mercato interno europeo
d’elettricità con condizioni di parità, sia fra le diverse fonti
rinnovabili, che tra i diversi paesi. La Direttiva sarà, quindi, lo
strumento normativo della Commissione per spingere gli Stati
Membri a produrre energia elettrica da fonti rinnovabili, in linea con
gli obiettivi nazionali ed europei per lo sviluppo delle FER (Fonti
d’energia rinnovabile) e la riduzione delle emissioni dei gas serra.
Capitolo I Cenni sull’attuale situazione del mercato elettrico…
4
1.2 IL PROTOCOLLO DI KYOTO
La necessità di frenare i cambiamenti climatici globali del
mondo dovuti all’utilizzo di prodotti ad elevata emissione di gas
climalteranti (petrolio, carbone, gas) ha portato l’approvazione della
Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti
Climatici (UN-FCCC) durante la Conferenza Mondiale
sull’Ambiente e lo Sviluppo di Rio de Janeiro del 1992 e ratificata
dall’Italia il 15 gennaio 1994. Tale Convenzione prevede una serie di
obblighi a breve, medio e lungo termine volti alla mitigazione degli
effetti dei cambiamenti climatici globali con azioni e contromisure
che agiscono soprattutto sulla prevenzione dei possibili danni e sulla
minimizzazione delle prevedibili conseguenze negative indotte dalle
modificazioni climatiche sull’ambiente naturale e sullo sviluppo
socio-economico.
Nella Convenzione UN-FCCC viene istituito un organo
definito “ La Conferenza delle parti”, al quale viene demandato il
compito fondamentale di dare attuazione ai principi e agli impegni
generali contenuti nella convenzione stessa.
Il Protocollo di Kyoto, approvato dalla “Conferenza delle
Parti” nella sua terza sessione plenaria tenuta a Kyoto dal 1 al 10
dicembre 1997, è dunque un atto esecutivo contenente le prime
decisioni sull’attuazione operativa di alcuni degli impegni a breve
termine istituiti dalla Convenzione nel settore della produzione e
Capitolo I Cenni sull’attuale situazione del mercato elettrico…
5
l’uso di energia, nei processi e prodotti industriali, gestione dei
rifiuti, ecc
1
.
Precisamente il Protocollo di Kyoto impegna i Paesi
industrializzati e quelli ad economia in transizione (i Paesi dell’est
europeo), a ridurre complessivamente del 5%
2
le principali emissioni
antropogeniche di gas capaci di alterare l’effetto serra naturale del
nostro pianeta entro il 2010, e precisamente nel periodo compreso fra
il 2008 ed il 2012.
Per l’attuazione degli obblighi e per la cooperazione
internazionale, i Paesi possono servirsi di tre strumenti attuativi:
• La joint implementation, cioè l’attuazione congiunta degli
obblighi definiti dal Protocollo che opera come strumento di
cooperazione all’interno del gruppo dei Paesi a cui è destinato il
Protocollo, cioè i Paesi industrializzati e quelli ad economia in
transizione. L’accordo per l’attuazione congiunta degli obblighi deve
essere ufficializzato attraverso la notifica del segretariato della
Convenzione UN-FCCC il quale informerà tutte le Parti firmatarie
della stessa Convenzione dell’accordo intervenuto e dei termini
dell’accordo. L’Unione Europea si avvale già di questo strumento
attuativo e lo ha notificato nella stessa sede di approvazione del
Protocollo. L’Unione Europea dovrà complessivamente rispettare
l’obbligo di riduzione dell’8% delle emissioni del gas serra.
1
Dott.Raffa Michele - ENEA
2
La riduzione complessiva del 5%, però, non è uguale per tutti. Infatti per i Paesi dell’Unione Europea,
nel loro insieme, la riduzione deve essere dell’8%, per gli Stati Uniti la riduzione deve essere del 7% e per
il Giappone del 6%. Nessuna riduzione, ma solo stabilizzazione è prevista per la Federazione Russa, la
Nuova Zelanda e l’Ucraina. Possono aumentare le loro emissioni all’1% la Norvegia, fino all’8%
Capitolo I Cenni sull’attuale situazione del mercato elettrico…
6
• La emission trading, con cui il Protocollo di Kyoto
stabilisce che è possibile, nella esecuzione dei propri ordini,
trasferire i propri diritti di emissione o acquistare i diritti di
emissione di un altro Paese. Quindi se il Paese riesce a ridurre le
proprie emissioni più della quota assegnata può vendere la rimanente
parte delle sue emissioni consentite ad un altro Paese che non sia in
grado di raggiungere l’obiettivo che gli spetta. La
commercializzazione dei diritti di emissione è però condizionata.
Questo meccanismo di attuazione non è ancora operativo e nelle
prossime sessioni della “Conferenza delle Parti” dovranno essere
elaborate le linee guida e la regolamentazione necessaria.
• Il clean development mechanism è uno strumento
attuativo che è fortemente orientato a favorire la collaborazione
internazionale e la cooperazione tra Paesi industrializzati e Paesi in
via di sviluppo su programmi e progetti congiunti in modo che,
attraveso la attuazione degli impegni contenuti nella Convenzione
UN-FCCC, venga dato impulso anche ai processi di sviluppo socio-
aconomico ed industriale. Questo meccanismo promuoverà il
trasferimento di tecnologie e di know how tra Paesi ricchi e Paesi
poveri ed inoltre porterà alla costituzione di un opportuno fondo
finanziario. Tale strumento non è ancora operativo.
l’Australia e fino al 10% l’Islanda. Quindi gli obbiettivi del Protocollo risultano particolarmente gravosi
per gli Stati Uniti, il Canada e il Giappone.
Capitolo I Cenni sull’attuale situazione del mercato elettrico…
7
1.3 DECRETO BERSANI
Diventa sempre più ampio il convincimento che le fonti di
energia rinnovabile si avviano a giocare un ruolo vitale nel settore
energetico. I Governi dei Paesi industrializzati hanno proposto azioni
atte ad accelerare il processo di sviluppo di un mercato delle FER (
fonti da energia rinnovabile) al fine di introdurle nel mercato
dell’energia.
In Italia con il Decreto Bersani nascono le prime esperienze
sull’applicazione dei meccanismi finanziari allo scambio dell’energia
e dei certificati verdi. Vengono avviate anche a livello europeo,
sperimentazioni per il “trading” dei certificati verdi (RECS) e si
cercano di introdurre anche in Italia il sistema delle tariffe verdi (
green pricing ).
Il Decreto Bersani ha recepepito la Direttiva 96/92 dell’Unione
Europea volta ad aprire il settore elettrico al libero mercato di
concorrenza, ponendo le basi per la privatizzazione dell’Enel.
Come previsto dall’art.11 di tale decreto il Ministero
dell’Industria ha emanato il Decreto dell’11 novembre il quale
sancisce che: a decorrere dall’anno 2001 vige l’obbligo sugli
importatori e i soggetti responsabili degli impianti che, ogni anno,
importano e producono energia elettrica da fonti fossili di coprire il
2% della produzione facendo ricorso all’ energia rinnovabile
prodotta da “nuovi” impianti, cioè entrati in funzione, ripotenziati o
rinnovati dopo l’1 Aprile 1999, costituendo così un forte stimolo alla
creazione di “nuova potenza” da fonte rinnovabile. A questi impianti
sono attribuiti titoli annuali denominati Certificati Verdi.
Capitolo I Cenni sull’attuale situazione del mercato elettrico…
8
1.4 I CERTIFICATI D’EFFICIENZA ENERGETICA, I
CERTIFICATI VERDI E I RECS
I decreti del Ministero dell’Industria del 24 aprile 2001
3
rappresentano uno strumento che potrebbe essere utilizzato per la
valorizzazione delle FER (fonti d’energia rinnovabile). Essi
individuano gli “obiettivi quantitativi per l’incremento
dell’efficienza energetica negli usi finali” a carico delle società che
operano la distribuzione dell’energia elettrica e del gas naturale. In
virtù di tali decreti gli esercenti la distribuzione dell’energia elettrica
devono conseguire riduzioni dei consumi di energia primaria nella
misura prevista dal decreto stesso.
In quale misura i decreti avranno effetto sulla diffusione
delle FER dipenderà dalle scelte operate dai singoli esercenti e dalle
Regioni, che hanno l’autorità per specificare ulteriormente gli
interventi. Nondimeno va osservato come l’installazione di impianti
FER sia ritenuta concorrenziale rispetto ad altri interventi
4
.
L’ottenimento delle riduzioni viene certificato dall’AEEG
che emette certificati commerciali a favore dell’esercente. Ogni anno
la stessa AEEG verifica che ciascun esercente possieda certificati in
misura sufficiente a soddisfare l’obbligo a suo carico
5
.
3
DECRETO 24 aprile 2001 Individuazione degli obiettivi quantitativi per l'incremento dell'efficenza
energetica negli usi finali ai sensi dell'art. 9, comma 1, del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79. (GU
n. 117 del 22-5-2001- Suppl. Ordinario n.125
DECRETO MICA 24 aprile 2001 Individuazione degli obiettivi quantitativi nazionali di risparmio
energetico e sviluppo delle fonti rinnovabili di cui all'art. 16, comma 4, del decreto legislativo 23 maggio
2000, n. 164. (GU n. 117 del 22-5-2001- Suppl. Ordinario n.125)
4
Annuario ENEA 2001
5
Rapporto Energia e Ambiente 2001 - ENEA
Capitolo I Cenni sull’attuale situazione del mercato elettrico…
9
Un ulteriore incentivo per le fonti rinnovabili è la
progettazione del meccanismo dei Certificati Verdi. Le modalità del
sistema variano sensibilmente da paese a paese (anche all’interno
dell’UE). La legislazione comunitaria si limita infatti a prevedere che
il prezzo dei certificati verdi non sia determinato in anticipo ma
discenda dalla legge della domanda e dell’offerta, lasciando alle
legislazioni nazionali di determinare i soggetti obbligati, il tipo di
impianti ammissibili, meccanismi di commercio e flessibilità.
In Italia in base al decreto legislativo 79/99 e successive
integrazioni (Decreto Bersani), a decorrere dal 2002 tutti i produttori
e gli importatori di elettricità dovranno mettere in rete un
quantitativo di elettricità da FER pari al 2% dell’energia immessa
(prodotta e importata) nell’anno precedente da fonti convenzionali
6
.
Lo strumento per la negoziazione della produzione da FER è il
Certificato Verde: un titolo al portatore che attesta la produzione di
una certa quantità di energia da fonte rinnovabile.
I certificati verdi vengono attribuiti da GRTN (Gestore della
Rete di Trasmissione Nazionale) ai produttori in base all’energia
generata e alla producibilità attesa degli impianti da FER entrati in
esercizio in data successiva al 1° aprile 1999. In aggiunta a quelli
attribuiti ai produttori il GRTN può emettere certificati a proprio
favore relativi alla produzione degli impianti assoggettati al regime
6
L’obbligo si applica alle importazioni e alle produzioni di energia elettrica, al netto della cogenerazione,
degli autoconsumi di centrale e delle esportazioni eccedenti i 100 GWh. La finanziaria 2001 esclude
dall’obbligo anche la generazione elettrica per processi di massificazione del carbone nazionale, una
misura irrilevante nella definizione della domanda di certificati verdi.
Capitolo I Cenni sull’attuale situazione del mercato elettrico…
10
CIP 6/92 ovvero certificati non coperti da nessuna produzione reale
(che devono essere “coperti” entro tre anni)
7
.
I produttori di energia convenzionale dovranno annualmente
rendere conto al GRTN dell’energia prodotta in modo convenzionale
e da FER ed eventualmente ed eventualmente acquistare certificati
verdi in misura sufficiente a coprire l’obbligo del 2%
I produttori di energia rinnovabile potranno cedere la propria
produzione alla rete con priorità rispetto alle fonti fossili, ricevendo
il prezzo di mercato. Nello stesso tempo cederanno ai produttori da
energia fossile, su un mercato ad hoc, i certificati verdi relativi alla
propria produzione di energia da fonte rinnovabile, integrando così i
propri guadagni.
La “sede delle contrattazioni” dei certificati verdi sarà
organizzata dall’Operatore di Mercato (OM), ( tale società è stata
costituita nel giugno 2000 dal GRTN e presiederà la futura Borsa
Elettrica). Saranno affidati all’OM i compiti di gestione economica
del mercato e di organizzazione del sistema delle offerte per la
contrattazione dell’energia sulla base di una disciplina definita da un
apposito decreto del Ministero dell’Industria.
Il prezzo dei certificati potrà essere soggetto anche a variazioni
legate alle trattative internazionali necessarie all’acquisto dei
certificati verdi in altri paesi europei; infatti il decreto Bersani
7
La domanda di certificati verdi per il 2002 sarà di circa 4.9 miliardi di KWh mentre per il 2003 e il 2004
il GRTN prevede una domanda rispettivamente del 5.1 e 5.3 miliardi di KWh.
L’offerta dei Certificati verdi è composta da certificati relativi ai 120 impianti CIP 6 entrati in esercizio
dopo l’1 aprile 1999 e da quelli relativi agli impianti privati che hanno ottenuto dal GRTN la qualifica di
impianto a fonti rinnovabili (circa 0.8TWh).
Capitolo I Cenni sull’attuale situazione del mercato elettrico…
11
prevede che l’obbligo del 2% possa essere soddisfatto anche
importando energia elettrica derivante da impianti ubicati in paesi
esteri che adottano gli stessi strumenti di incentivazione e
finanziamento riconosciuti per gli impianti in Italia.
Il costo medio di acquisto da parte del GRTN dell’energia
elettrica prodotta da sole fonti rinnovabili sarà pari, nel 2002, a circa
260lire/KWh. Nell’ipotesi che la cessione di energia si realizzi in
base alla normativa attuale ed un prezzo medio di 140 lire/KWh, il
prezzo di offerta del GRTN dei certificati verdi di sua disponibilità
sarebbe circa 120 lire/KWh.
.L’iniziativa denominata RECS (Renewable Energy Certificate
System ) avviata da circa due anni fa con la fase di definizione delle
regole; tale azione è stata promossa da produttori da fonti
rinnovabili, operatori di sistema, enti certificatori e regolatori riuniti
con il fine di creare un insieme di regole e procedure per la
certificazione dell’energia prodotta da fonti rinnovabili e lo scambio
dei certificati su un mercato europeo. E’ un meccanismo di
certificazione parallelo ai singoli sistemi nazionali, RECS appunto,
in grado di sperimentare la possibilità di scambiare certificati
provenienti da energia rinnovabile prodotta in qualsiasi stato
europeo. Questo sistema ha la particolarità, rispetto a quelli già
esistenti nei singoli Paesi, di non conferire obblighi gravanti sui
produttori o sui distributori in quanto la domanda dei certificati
RECS avviene semplicemente su base volontaria da parte dei
consumatori e imprese che vogliono dimostrare il loro impegno nei
confronti dell’ambiente.
Capitolo I Cenni sull’attuale situazione del mercato elettrico…
12
Il sistema RECS si appoggia all’AIB ( Association of Issuing
Bodies ) che è una struttura che raccoglie organismi verificatori e
coloro che emettono i certificati. La sua funzione è emettere i
certificati richiesti dai produttori e di vigilare sui meccanismi
d’emissione, contrattazione e annullamento degli stessi.
Riassumendo:
• I certificati RECS sono emessi a favore dei produttori da
fonti rinnovabili che hanno aderito al programma stesso e che hanno
certificato i propri impianti come rinnovabili presso un ente di
certificazione abilitato (in Italia è il Gestore della Rete di
Trasmissione Nazionale), nella misura di 1 certificato RECS ogni
1MW di energia elettrica prodotta;
• L’emissione dei certificati RECS è effettuata dalla Issuing
Body abilitato in ciascuno Stato, in seguito alla richiesta del
produttore.
• I certificati RECS prodotti sono venduti dal produttore,
tramite un treder, al consumatore che ne fa richiesta, sia nello stesso
Paese di produzione che in un altro Paese che aderisca alla Test
Phase ( fase di rodaggio ). Ogni passaggio di mano del certificato è
costantemente monitorato dall’Issuing Body, che tiene traccia dei
successivi proprietari e del rispettivo uso. Se il certificato è usato per
finalità del programma RECS, cioè per collegare l’impiego ordinario
dell’energia consumata al beneficio globale che il certificato RECS ,
in quanto prodotto dalle sole fonti rinnovabili, comporta, il
certificato viene annullato dall’Issuing Body, evitando così che
qualcuno altro possa utilizzare lo stesso certificato per le medesime
Capitolo I Cenni sull’attuale situazione del mercato elettrico…
13
finalità. Se il certificato è esportato verso un altro Paese aderente alla
Test Phase, avviene una sorta di passaggio di consegne tra le Issuing
Bodies confinanti, attraverso la quale l’Issuing Body del Paese che
acquista il certificato si assumerà tutte le responsabilità sopra
descritte
8
. In Italia hanno aderito a questo programma, oltre al GRTN
(Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale) con la qualifica di
Issuing Body, il gruppo ENEL, Edison, Sondel, Una pace, APER,
CSEI, Bluenergy e l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas in
qualità di osservatore.
Partecipano alla Test Phase oltre all’Italia, la Svezia, la
Norvegia, la Finlandia, la Danimarca, l’Olanda e la Germania.
E’ importante non confondere l’iniziativa dei RECS con i
Certificati Verdi del decreto Bersani in quanto la prima è su base
volontaria, mentre per i secondi vige l’obbligo sui produttori su fonti
fossili del 2% della produzione.
Sicuramente i produttori di nuova potenza rinnovabile
opteranno per il sistema certificati verdi “Bersani”, in quanto su base
obbligatoria, mentre i produttori da fonti rinnovabili di piccolissima
taglia non in grado di produrre certificati verdi Bersani (pari a
100MWh/anno) potranno aderire al programma RECS, affidandosi al
maggior grado di rischio che un sistema su base volontaria e aperto
al mercato europeo comporta.
8
“Energia Blu” - periodico bimestrale specializzato, bimestre Novembre-Dicembre 2001