4
“dipendenze storiche” del recente passato, ed in particolare quelle da eroina, che
hanno dato vita a tutta una serie di scelte strategiche di cura e riabilitazione (le
comunità terapeutiche e i Ser.t. in particolare, con i loro protocolli di
intervento), dall’altro significa avere a che fare con novità antropologiche e
sociali proprie dei giovani e degli adolescenti di oggi che spesso risultano molto
lontani dai valori e dai modelli del mondo adulto.
I comportamenti dei giovani e degli adolescenti di oggi, hanno spesso a che fare
con la ricerca del piacere immediato e con la perdita del controllo, con la
necessità di sperimentarsi in nuove dimensioni (psicologiche e fisiologiche) e
col bisogno di tentare il rischio: aspetti questi che si muovono al confine tra il
sano e il patologico processo di sviluppo verso la costruzione della propria
identità adulta, tra la normalità e la devianza di comportamenti e stili di vita
sperimentali e per questo all’insegna del rischio e del pericolo.
Il lavoro di tesi che qui si presenta, ha l’obiettivo di avviare e stimolare una
riflessione su alcuni aspetti riguardanti il fenomeno dell’uso/consumo/abuso di
droghe (vecchie e nuove) dei giovani e degli adolescenti di oggi, partendo dai
risultati del lavoro di ricerca-intervento realizzato nel territorio della provincia
di Trapani nell’ambito del progetto “Discoteche, alcool e nuove droghe: quale
relazione?” (DAND), finanziato dal Ministero dell’Interno, promosso dalla
Prefettura di Trapani e condotto dalla cooperativa sociale Fenice di Palermo. La
ricerca-intervento ha avuto inizio nel mese di ottobre del 2001 e si è conclusa
5
nel mese di giugno del 2002. I dati sono stati raccolti nel periodo novembre
2001 aprile 2002
1
.
E’ bene a questo proposito mettere in evidenza il modello di lavoro che ha
utilizzato la cooperativa Fenice
2
per realizzare il progetto DAND.
Questo approccio parte dal presupposto che intervenire nel sociale per risolvere
o tentare di risolvere dei problemi, per contenere o limitare i danni, comporta
aver chiaro preventivamente un modello di intervento per agire, per attivare
l’azione. Spesso, invece, chi opera nel sociale non ha nessun dubbio e non si
pone nessun interrogativo rispetto a quale modello di intervento utilizzare, a
quale strategia operativa risulterebbe più incisiva. “Opera” e basta, con la
convinzione che il suo intervento, solo perché mosso da buone e sincere
intenzioni, possa effettivamente modificare e migliorare la situazione.
Intervenire nel sociale senza tenere nel giusto conto le molteplici variabili che
entrano in gioco, i differenti vertici osservativi degli attori sociali partecipi
dell’intervento, la necessità e l’opportunità di costruire ed utilizzare diversi e
1
La cooperativa sociale Fenice di Palermo si è aggiudicata la gara per l’affidamento del progetto DAND nel
mese di dicembre del 2000. Dopo una prima fase di coordinamento, nei mesi di marzo e aprile 2001, curata dal
Ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Trapani, l’attività di ricerca ha avuto inizio nel mese di ottobre dello
stesso anno per concludersi nel mese di giugno del 2002.
2
Della cooperativa sociale Fenice sono socio fondatore, e prima di iniziare la mia collaborazione al Ser.t. del
Distretto Socio Sanitario di Termini Imerese dell’Azienda USL 6 di Palermo, e successivamente all’Uffio
N.O.T. della Prefettura di Palermo all’interno della quale mi occupo proprio dei colloqui delle persone segnalate
dalle forze dell’ordine in base all’art. 75 del DPR 309/90, per diversi anni ho prestato la mia opera professionale
in diversi suoi servizi e progetti. La cooperativa sociale Fenice è una società costituita nel 1996 da giovani
professionisti in scienze sociali (psicologi, assistenti sociali, educatori, animatori, etc...), ed opera
prevalentemente nel settore delle tossicodipendenze e nel settore minorile.
6
complementari strumenti di lavoro, significa attivare un’azione incompleta e
spesso sterile nei risultati trasformativi attesi.
Il modello di lavoro messo a punto dalla cooperativa sociale Fenice, parte dal
presupposto che lavorare nel sociale significhi innanzitutto essere in grado di
innescare processi culturali orientati alla valorizzazione ed al miglioramento
dell’esistente, e insieme essere in grado di generare interazioni che sappiano
produrre cambiamento, nuove relazioni che generino processi trasformativi ed
evolutivi individuali, inter-soggettivi ed inter-istituzionali capaci di produrre
cultura solidale. E’ un modello di lavoro innovativo ma nello stesso tempo
solido e flessibile, che tiene in forte considerazione il contesto sociale e
culturale di riferimento, le risorse esistenti e quelle potenziali, i bisogni
conosciuti e quelli emergenti.
In questo modello di lavoro, il concetto di empowerment non va inteso
necessariamente e semplicisticamente rivolto a soggetti che soffrono di qualche
svantaggio più o meno invalidante, ma va inteso in una accezione allargata che
coinvolge sia gli operatori che agiscono professionalmente in quel particolare
contesto sociale che le istituzioni/agenzie con specifici mandati istituzionali per
affrontare e/o risolvere il problema/fenomeno sociale oggetto di attenzione.
Questo modello di lavoro, definito partecipato, ha previsto quattro vertici
applicativi, quattro differenti azioni concorrenti:
1. la gestione (coordinamento) dell’iniziativa
7
2. la ricerca-intervento
3. la formazione (del personale)
4. la valutazione partecipata
E’ questo l’approccio che ha consentito al progetto DAND di mettere a punto
un disegno di ricerca-intervento e un metodo di rilevazione ed analisi dei dati
che hanno permesso di ricavare quelle informazioni e quelle conoscenze
essenziali per definire un quadro conoscitivo del fenomeno dei nuovi stili di
consumo giovanile nel territorio della provincia di Trapani e che hanno dato la
possibilità, conseguentemente, di mettere a punto strategie operative integrate
ed inter-istituzionali partecipate e frutto del lavoro condiviso di più operatori
appartenenti ad agenzie differenti e con mandati istituzionali diversi ma
complementari.
8
Definizione del campo di studio.
La parziale e frammentata conoscenza fenomenologica del consumo di nuove
droghe e di droghe di sintesi, rendeva difficile agli operatori del settore (del
pubblico e del privato sociale) della provincia di Trapani, definire ed attuare
strategie di intervento realmente efficaci per fronteggiare il fenomeno. La scarsa
conoscenza del fenomeno nuove droghe e nuovi stili di consumo giovanili, ha
comportato l’incapacità e l’impossibilità di agire preventivamente ed
adeguatamente. A questi elementi si aggiungeva, inoltre, il non essere in
possesso e il non disporre di strumenti metodologici ed operativi adeguati per
dare le giuste risposte atte a prevenire e fronteggiare il fenomeno delle nuove
assunzioni e dei nuovi stili di consumo.
All’interno del progetto DAND, è stato quindi messo a punto un disegno di
ricerca-intervento che ha tenuto conto di:
1. obiettivi generali previsti dall’azione progettuale
2. contesto di riferimento
3. strumenti che bisogna mettere a punto ed utilizzare per ottenere
informazioni
4. oggetto della ricerca-intervento
5. metodologia di analisi dei dati raccolti
9
Gli obiettivi previsti dal disegno di ricerca-intervento DAND possono essere
sintetizzati su due livelli:
Obiettivi di base:
1. chi sono i consumatori
2. quali gli stili di consumo
3. quale il contesto culturale di riferimento
4. quali i luoghi privilegiati di assunzione
5. quali gli effetti che i consumatori dicono di sperimentare
6. quali le aspettative rispetto all’uso della sostanza
Obiettivi finali:
1. dare un’informazione corretta sui nuovi stili di consumo giovanile
2. conoscere le strategie di intervento più efficaci
3. progettare un percorso formativo finalizzato all’acquisizione di strumenti
e tecniche di intervento adeguati a prevenire e combattere il fenomeno
4. individuare e progettare iniziative specifiche ed integrate insieme agli
attori sociali in campo
5. definire prassi di intervento integrate (tra le varie istituzioni del territorio
e tra le varie figure professionali che hanno mandati istituzionali
differenti ma complementari per intervenire e fronteggiare il fenomeno).
10
Ipotesi di ricerca da verificare.
Le numerose ricerche nazionali ed internazionali finora condotte sul fenomeno
delle nuove modalità di consumo giovanile, evidenziano come esso sia
strettamente legato alla cosiddetta “normalità” e come vi sia un forte legame
con specifici luoghi di assunzione, in particolare legati ai luoghi del loisir
notturno (bar, discoteche, disco-bar, pub, ecc.).
Questi stessi aspetti sono stati verificati anche nel territorio trapanese, tramite
osservazione partecipante condotta da un gruppo di 10 giovani operatori
coinvolti nel progetto di ricerca DAND.
In particolare è emerso che esiste un’ampia diffusione del consumo di cannabis
e alcol, affiancato da nicchie di consumo di cocaina, ecstasy ed in generale di
sostanze eccitanti.
Obiettivo della ricerca-intervento
3
era, quindi, verificare in maniera
approfondita come si articolava il consumo di sostanze psicoattive tra i giovani
nella provincia di Trapani.
A questo proposito è stato costruito un questionario semi-strutturato per
indagare le seguenti aree:
1. Dati socio-anagrafici
2. Orientamento valoriale
3
La ricerca-intervento è stata diretta dalla prof. Marie Di Blasi dell’Università di Palermo, ed è stata coordinata
dalla Dott.ssa Roberta Campo e dalla Dott.ssa Laura Pavia (soci della cooperativa Fenice e dottorandi di ricerca
presso il dipartimento di Psicologia dell’Università di Palermo). Il disegno di ricerca è stato elaborato dalla
Prof.ssa Marie Di Blasi con la partecipazione e collaborazione delle assistenti sociali Rosaria Agosta e Laura
Giuseppina Gandolfo della Prefettura di Trapani, del Dott. Andrea Giostra e del Dott. Gaspare Armato della
cooperativa sociale Fenice di Palermo.
11
3. Conoscenza degli effetti delle sostanze psicoattive e dei rischi connessi
all’uso
4. Frequenza e tipologia dei consumi
5. Rilevazione di eventuali bisogni formativi/informativi
In particolare, attraverso la somministrazione del questionario, si voleva
verificare la correlazione tra il livello di informazione e la consapevolezza della
pericolosità del consumo di sostanze psicotrope. Diverse ricerche indicano
infatti che non sempre un buon livello di informazione sui rischi e sugli effetti
delle sostanze psicoattive si traducono in una adeguata percezione di
pericolosità, come a segnalare un gap tra il livello cognitivo (informazione) e
quello psicologico (assunzione di misure preventive adeguate). Indagare questi
aspetti avrebbe permesso di ricavare una buona conoscenza del fenomeno per
progettare i futuri interventi preventivi da mettere in atto nel territorio trapanese
dosando in maniera più adeguata l’approfondimento degli aspetti informativi e
di quelli formativi più specificatamente psicologico-relazionali.
In sintesi, la ricerca voleva:
1. analizzare in maniera approfondita come si articola e che caratteristiche
assume il consumo di sostanze psicoattive nel territorio trapanese.
2. verificare o disconfermare l’ipotesi che il problema informazione,
percezione di pericolosità e modalità di consumo sono tre dimensioni
12
problematiche che si intrecciano in modo non direttamente visibile e
collegabile (per es. un buon livello di informazioni sui rischi non sembra
tradursi in una minor tendenza al consumo).
3. individuare e approfondire, infine, alcuni elementi di conoscenza che si
ritiene possano essere utili per una eventuale successiva fase di
progettazione di interventi preventivi inter-istituzionali nella provincia di
Trapani.
13
Introduzione.
Il lavoro di tesi che qui viene esposto fa riferimento al lavoro realizzato ed ai
risultati ottenuti nella messa in opera del progetto DAND, che, come detto, è
stato attuato nel territorio della provincia di Trapani.
E’ bene sottolineare che il progetto DAND è stato il primo lavoro, realizzato
nella provincia di Trapani, che ha saputo affrontare il fenomeno delle nuove
assunzioni giovanili e dei nuovi stili di vita e di consumo, in maniera globale
con il contributo esperienziale e professionale di differenti vertici istituzionali.
In particolare hanno partecipato alla progettazione ed alla realizzazione del
progetto operatori della Prefettura di Trapani, della Cattedra di Psicologia delle
Tossicodipendenze dell’Università di Palermo, dei Ser.t. dell’intera provincia,
delle istituzioni scolastiche, del privato sociale, della Polizia di Stato, dei
Carabinieri, della Guardia di Finanza, degli enti locali. La partecipazione e la
collaborazione di operatori professionali che a vario titolo affrontano e si
occupano quotidianamente, con mandati istituzionali chiaramente differenti ma
complementari, il problema della “tossicodipendenza”, della “droga”, della
“devianza giovanile”, e di tutti i problemi connessi a stili di vita all’insegna del
rischio e del pericolo, ha significato arricchire il progetto DAND di contributi
interpretativi ed applicativi altrimenti irrealizzabili, che hanno consentito al
progetto di ottenere risultati, quanto meno di conoscenza del fenomeno,
estremamente interessanti.
14
E’ altrettanto vero, però, che i “fenomeni” caratterizzanti il mondo giovanile,
spesso comportano da parte del mondo adulto (e pertanto degli operatori
professionali preposti istituzionalmente ad intervenire) una necessità
conoscitiva orientata alla ricerca ed alla definizione di spiegazioni, letture ed
interpretazioni chiare, semplici e rassicuranti. Questo approccio porta spesso ad
affermazioni di certezze e di “verità vere”, in termini di strategie di intervento e
di modelli applicativi, tanto rassicuranti quanto sterili. Questa modalità
semplicistica di affrontare il fenomeno non tiene conto che la conoscenza
rappresenta un processo che viene costruito nel tempo attraverso l’elaborazione
di tutti gli elementi che siamo in grado di fare emergere e di ricercare all’interno
di quadri di realtà che nella fattispecie risultano complessi, dinamici e mutevoli.
Affrontare il tema del mondo giovanile e i suoi differenti intrecci con
l’uso/consumo/abuso di sostanze psicoattive, significa tenere nel giusto conto
uno scenario che appare immediatamente disomogeneo, caratterizzato da
comportamenti che si inscrivono in un contesto temporale che valorizza
fortemente il presente, da impulsi vitali e comportamentali all’insegna della
nostra epoca e del nostro tempo e segnati da aspetti quali consumismo, velocità,
efficienza, competizione, rischio, ma al contempo paura, solitudine, incertezza,
precarietà.
L’esperienza del consumo di sostanze spesso rappresenta solo un aspetto di quel
meccanismo naturale che è “la ricerca senza meta” che spesso, per alcuni, ha già
valore in sé, in quanto l’accostamento al rischio costituisce da sempre una prova
15
per conoscere, capire, o semplicemente per esperire, cosa che è fondamentale
nel percorso di crescita di ogni individuo. Il mondo “adulto” spesso si trova
spiazzato dal modo in cui i giovani “sperimentano” la vita, dando origine a
letture superficiali e semplicistiche che innalzano barriere comunicazionali e
relazionali impenetrabili.
Bisognerebbe porre maggiore attenzione, più che al “perché”, al “come” ci si
pone nei confronti degli stili di vita dei giovani e degli adolescenti di oggi, dei
loro interessi, dei loro spazi emotivi e relazionali, del loro mondo vitale e
sociale, dei loro tortuosi percorsi di crescita.
Porsi in questo vertice osservativo e conoscitivo consentirebbe, probabilmente,
di capire quali possono essere i messaggi che i giovani di oggi rivolgono al
mondo adulto, e individuare, pertanto, i contesti relazionali nei quali diventa
possibile costruire significati, domande e risposte adeguate per una produttiva
relazione trans-generazionale
4
.
Il lavoro di tesi qui presentato prende spunto da questa breve premessa. Da un
lato vuole mettere in evidenza ed approfondire la conoscenza di alcuni dei
risultati della ricerca-intervento realizzata nella provincia di Trapani con il
progetto DAND, dall’altro vuole riportare il modello ed il metodo di lavoro che
hanno consentito questi risultati, per concludere con alcuni spunti di riflessione
4
Cfr. Armato G., Il significato delle indagini quantitative negli studi sui nuovi stili di consumo in Sicilia, in Di
Blasi M. (a cura di), Sud-Ecstasy. Un contributo alla comprensione dei nuovi stili di consumo giovanile, Angeli,
Milano, 2003.
16
ed alcune ipotesi applicative e di intervento nate dal processo che ha saputo
innescare ed avviare il progetto DAND.
Per quel che riguarda la ricerca-intervento del progetto DAND, si farà
riferimento alla sola parte relativa alle interviste qualitative in profondità.
Questa scelta è motivata dal fatto che questa parte di ricerca ha toccato aspetti
che ci consentono di rintracciare elementi conoscitivi che un’indagine
quantitativa non può invece recuperare
5
.
Il capitolo dal titolo “La ricerca-intervento”, descrive i risultati dell’intervista
qualitativa in profondità, condotta da psicologi clinici a venti giovani trapanesi
che si sono dichiarati consumatori abituali. Questa parte di lavoro si pone
l’obiettivo di comprendere qual è il significato che i giovani consumatori danno
all’assunzione di sostanze psicoattive, ed in particolare di ecstasy. Si procederà
con una prima analisi delle interviste a partire da due tipologie di consumatori: i
consumatori “problematici” e i consumatori “non problematici”, al fine di
mettere in evidenza i diversi significati che il consumo può assumere al di là di
un’apparente uniformità.
5
La ricerca-intervento del progetto DAND si compone di tre parti: una indagine quantitativa (con l’utilizzo di
un questionario a risposta multipla composto da 31 item, somministrato a 500 ragazzi), una indagine
qualitativa (con interviste semi-strutturate a 150 giovani che si sono dichiarati consumatori, occasionali o
abituali), e interviste qualitative in profondità a venti giovani che si sono dichiarati consumatori (occasionali
o abituali) di sostanze psicoattive, e a venti adulti testimoni privilegiati (docenti, presidi, dj, gestori di
discoteche, organizzatori di feste, etc…), condotte da psicologi clinici.
17
Il capitolo dal titolo “Giovani tra rischio e pericolo”, descrive il binomio
“giovani e rischio/pericolo”, per poi passare ad esaminare i diversi
comportamenti che caratterizzano il consumo di sostanze psicoattive per cercare
di collocarli nel percorso uso/abuso/dipendenza. Si procederà, infine, nel
descrivere le distinzioni tra “tossicomania” e “tossicofilia”.
Il capitolo dal titolo “L’Assistente Sociale del N.O.T. e del Ser.t.”, descrive il
contesto in cui si colloca l’intervento dell’Assistente Sociale, facendo alcune
considerazioni a proposito del suo mandato istituzionale e dei margini di azione
e di intervento istituzionale previsti.
Il capitolo dal titolo “Ipotesi metodologiche per interventi e strategie operative
inter-istituzionali partecipate”, prende spunto da tutto il lavoro realizzato con il
progetto DAND prima e con il progetto LAPO poi, ed in particolare fa
riferimento ai risultati della ricerca come spunto per formulare alcune ipotesi
operative inter-disciplinari, realizzate dal gruppo inter-istituzionale che ha preso
parte ai progetti.