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sistemazione nel prosperoso mondo europeo, magari con la
speranza di un rientro in patria dopo essersi arricchite.
Risulta sempre maggiore, nelle prostitute straniere, la
consapevolezza, al momento della pianificazione dell’esperienza
migratoria e della partenza, del lavoro che verranno a svolgere in
Italia. Quello che probabilmente esse non immaginano è invece la
brutalità delle condizioni di vita, soprattutto nei primi anni di
immigrazione.
Negli ultimi decenni c’è stata una cospicua produzione normativa
internazionale contro la riduzione in schiavitù e la tratta delle
persone a scopo di sfruttamento sessuale.
E’ necessario far riferimento ad essa e alle leggi nazionali
sull’immigrazione, sulla prostituzione e sulla possibile
protezione alle vittime dello sfruttamento sessuale per inquadrare
gli interventi delle istituzioni.
In tale cornice si inseriscono le azioni locali presentate nel terzo
capitolo .
Dagli anni ’90 diversi Comuni e Regioni d’Italia hanno attivato
specifiche operazioni di tipo sociale, a volte integrate con quelle
di difesa dell’ordine pubblico, volte ad aiutare le persone
costrette a prostituirsi e a ridimensionare il fenomeno della
prostituzione di strada che causa un forte allarme sociale.
La progettazione e la realizzazione di tali attività, nell’ambito
regionale Toscana, costituiscono l’oggetto centrale della presente
tesi.
Attraverso il materiale fornito dagli Enti Locali titolari dei
progetti di intervento esaminati e di interviste semistrutturate
con i responsabili degli interventi ho potuto descrivere in modo
omogeneo, e confrontare, gli interventi della città di Firenze.
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Ho preso contatto con i responsabili dei progetti, individuato
attraverso conoscenze personali maturate dall’esperienza di
lavoro sul fenomeno oggetto della ricerca o designato dagli Enti
in seguito a formale richiesta.
Di ogni progetto sono stati presi in considerazione e confrontati
soprattutto i modelli di riferimento, gli obiettivi e le attività.
Per ogni esperienza ho comunque cercato di individuare aspetti
positivi e criticità, anche in riferimento alla congruenza tra
modelli di riferimento, obiettivi ed azioni. Ne è risultata una
realtà variamente organizzata nelle diverse situazioni locali.
Dalle osservazioni conclusive emerge la necessità
dell’integrazione degli interventi, delle scelte politiche
internazionali, nazionali e regionali, delle azioni tra interventi
centrate sulla repressione e sull’ordine pubblico di quelle di
carattere sociale,
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1. LA PROSTITUZIONE.
1.1 Prostituzione: analisi del fenomeno.
La prostituzione è definita da molti studiosi come una
prestazione sessuale a scopo di lucro professionalità,essa può
esser intesa come una prestazione sessuale a pagamento,con
carattere di abitualità e professionalità, oppure come mercimonio
di quanto è strettamente legato alla libertà e alla dignità della
persona umana
1
. Queste due definizioni mettono in luce un
duplice aspetto del fenomeno che è concepito sia come una
prestazione sessuale a fine di lucro che può essere libera e
volontaria,che la legislazione italiana non individua come
reato,sia come una attività di tipo illecito e in questo caso si
evince il riferimento all’ambito dei diritti umani e l’illecito
riguarda perciò la violazione degli stessi
2
.
L’esercizio di questa attività può avvenire: all’interno di
appartamenti ,di locali pubblici o privati oppure sulla strada.
3
Sono ravvisabili comunque tipologie miste caratterizzate dalle
possibili combinazioni che possono prodursi tra gli aspetti e le
modalità distintive delle une e delle altre e viceversa. Le
condizioni di vita variano col variare della collocazione che le
ragazze che si prostituiscono ricoprono all’interno delle
differenti tipologie e queste si caratterizzano anche sulla base
1
Sociologia della devianza, M. Barbagli,A.Colombro,E.Savona ,Il Mulino,Bologna 2003
2
Goldstein ,1979
3
Aspetti del fenomeno della prostituzione straniera. Un quadro di riferimento intervento di F.Carchedi
all’interno del Manuale di intervento sociale nella prostituzione di strada a cura dell’Associazione On
the Road ,Comunità Edizioni,Ascoli Piceno 1998. Francesco Carchedi è il presidente
dell’Associazione PARSEC.E’ un esperto di problemi legati alla marginalità sociale,studioso dei flussi
migratori internazionali e italiani,ha pubblicato diversi articoli e libri sull’immigrazione straniera in
Italia.
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delle nazionalità di provenienza delle interessate e sul ‘modello’
sottostante all’esercizio della prostituzione.
L’esercizio della professione di ‘squillo’ si caratterizza per una
marcata autonomia decisionale delle interessate sia per quanto
concerne la scelta logistico- organizzativa (tipo di
quartiere,ammontare delle tariffe,percorsi e mobilità),sia per la
regolarità delle certificazioni di soggiorno e sanitarie ,sia per la
natura dei rapporti con i protettori. Questi, quando ci
sono,svolgono funzioni amicali o comunque non conflittuali o di
violenta subordinazione anche perché generalmente sono basate
sul sentimento e sulle dinamiche di coppia. L’incontro con il
cliente avviene grazie agli annunci pubblicitari su riviste e
quotidiani.
Il secondo tipo di prostituzione è sempre al chiuso ed è legato
all’istituzione dei bordelli o case di tolleranza e l’attività è posta
sotto la gestione di una tenutaria chiamata anche padrona o
madame alla quale la prostituta da la metà del proprio guadagno.
L’esercizio della professione avviene in ‘maniera mascherata’
cioè non è immediatamente percepibile come tale in quanto
‘protetta’ da un’altra professione. Essa si manifesta in diverse
forme,quelle maggiormente diffuse sono:le entraineuses e le
ballerine in locali pubblici o privati (night club,ecc),le estetiste
e le comparse dei pornovideo,le hostess per attività di
accompagnamento e di intrattenimento. Le condizioni di vita non
differiscono molto da quelle descritte per le ‘squillo’ sia in
termini di autonomia decisionale che nel ‘presentarsi’
nell’aspetto fisico,sia in termini relazionali con i protettori,sia
in termini di modalità di esercizio della professione.
9
La prostituzione in strada
4
si caratterizza con modalità molto
diverse dalle ‘squillo’ e dalle ‘mascherate’,non foss’altro per la
forte visibilità sociale ad essa implicita. Le condizioni di vita e
di lavoro sono correlate molto spesso a forme di subordinazione
generalizzata. In primo luogo ai ‘protettori’ (con i quali si
registrano anche rapporti affettivo- esistenziali) e in secondo
luogo a gruppi delinquenziali organizzati,sia della stessa
nazionalità delle interessate che di nazionalità italiana,aventi
collegamenti funzionali a carattere transnazionale. In Italia
questo tipo di prostituzione è molto diffusa in modo particolare
nei luoghi di grande transito come le strade urbane a grande
scorrimento,i viali,le circonvallazioni oppure fuori città nelle
strade di accesso,nelle stazioni,nei porti e cosi via.
Non esistono precisi orari di esercizio della prostituzione di
strada,viene praticata più in meno in tutto l’arco della giornata.
Nei centri urbani l’esercizio inizia circa alle ore 23.00, per
terminare alle 3.00/4.00 di notte
5
. Sulle statali e nelle zone
provinciali, zone deserte la notte e al contrario frequentatissime
durante il giorno, si possono trovare ragazze già a partire dalle
ore 12.00, fino alle 19.00. Le stesse ragazze che lavorano di
giorno nelle zone industriali spesso si ritrovano la sera nei centri
urbani; da questo si può desumere che le ragazze lavorino un
totale di 10/12 ore al giorno, per 6 giorni la settimana. Le
ragazze dell’est (al contrario di quelle africane, che lavorano
tutti i giorni della settimana) hanno generalmente un giorno di
riposo settimanale.
4
I colori della notte.Migrazioni,sfruttamento sessuale,esperienze di intervento sociale di
F.Carchedi,A.Picciolini,G.Mottura,G.Campanini ,Franco Angeli,Milano 2000
5
Una mappatura del fenomeno della prostituzione di donne dell’Est Europa nella regione del
Veneto,rapporto finale di ricerca prodotto dalla regione Veneto nell’ambito della linea di ricerca
‘Prostituzione Invisibile’ del progetto W.E.S.T –Women Est Smuggling Trafficking (Iniziativa
comunitaria interregionale IIIB cadses).
10
Rispetto alle modalità di spostamento , vi sono differenze
significative tra le ragazze africane e quelle dell’est. Mentre le
prime si spostano da una zona all’altra in modo autonomo,
utilizzando i mezzi pubblici, le seconde vengono accompagnate
da un membro del clan, che generalmente all’interno del gruppo
esercita questa specifica funzione.
Generalmente il rapporto sessuale avviene in macchina,per questa
ragione è molto rapido (non oltre i quindici minuti) e spesso
orale,oppure in albergo o in abitazioni private e il rapporto è più
lungo (circa trenta minuti) e di tipo vaginale.La cifra per una
prestazione si aggira intorno ai 30-35 Euro (25-30 Euro se la
prestazione viene fornita in appartamento), per un guadagno
giornaliero che si aggira intorno alle 250-350 Euro. Il cliente
generalmente viene adescato in strada, in alcuni casi lo
sfruttatore possiede già un portafoglio clienti, con i quali le
ragazze comunicano via cellulare.
Nel nostro paese la diffusione della prostituzione di strada
cambia molto al variare delle caratteristiche
territoriali:nell’Italia settentrionale è il livello è più alto rispetto
all’area centrale e meridionale . La presenza delle prostitute è
maggiore nelle grandi città e inferiore nelle periferie urbane
mentre decresce con la dimensione demografica per gli altri
comuni.