tramite questionari sottoposti a strutture ricettive ed operatori turistici nelle tre province
citate.
Nella quarta parte si proporranno possibili strategie da attuare nella rete dei diversi
attori coinvolti dal fenomeno Turismo d’Affari e si cercherà di confrontare la realtà
territoriale studiata con un'altra area italiana vocata a tale segmento turistico
rilevandone analogie e differenze.
L’area coinvolta dallo studio si colloca nel cuore del Veneto che ricordiamo essere
stato in questi ultimi anni il “motore turistico” d’Italia. I dati lo confermano come prima
regione sia per il turismo interno che per i flussi internazionali, nonostante la riduzione
di questi ultimi negli scorsi anni dovuti a cause economico sociali congiunturali.
1
Come ben noto il Veneto è uno dei territori più variati dal punto di vista turistico: mare e
spiagge, montagne, laghi, colline e pianure dominano da nord a sud.
Questa varietà offusca in parte l’immagine e la comprensione dell’entità del Turismo
d’Affari. Inoltre le rilevazioni dei flussi turistici sono molto sbilanciate: per la provincia di
Belluno saranno dominati dai movimentI generati dal turismo montano e solo una parte
marginale sarà data da coloro che si interessano alle grandi industrie dell’occhialeria o
del distretto del legno, così per Treviso meta di un turismo culturale ed
enogastronomico, nonostante sia anche sede di grandi multinazionali dello
sportsystem, della bioedilizia, del distretto del prosecco, ecc…. Anche Vicenza
presenta una duplice realtà: le ville palladiane e l’altipiano di Asiago contro le fiere
dell’oro.
Tale situazione è dovuta anche al fatto che la realtà dei flussi business non è mai stata
considerata fin’ora nelle politiche di Destination Management. E’ quasi paradossale
pensare che in un’area così industrializzata come quella veneta nessun policy maker,
sia esso un ente o un’istituzione pubblica, abbia mai considerato il fenomeno legato ai
flussi d’affari in strategie di sviluppo.
Forse tale mancanza è dovuta ad una totale assenza di rilevazione dei flussi business.
Infatti essi rientrano nelle rilevazioni turistiche grazie ai pernottamenti ma non esistono
distinzioni tra turista business e leisure. Inoltre le varie ricerche che negli anni sono
state compiute sono comunque fonti sporadiche e non ufficiali, spesso anche non
complete di tutto il fenomeno.
Lo scopo quindi, di tale lavoro è di riuscire a dare una migliore definizione a questi
fenomeni sommersi per comprenderne le dimensioni e delineare strategie di sviluppo
in grado di mettere a sistema tutti gli attori coinvolti in un’ ottica di destination
management.
1
Regione Veneto [2007] “Piano Esecutivo annuale di Promozione turistica per l’anno 2007”
4
PRIMA PARTE: DEFINIZIONE DEL SEGMENTO “TURISMO D’AFFARI”
CAP. 1.1 – Definizione di turismo d’affari e le sue peculiarità.
Il Turismo d'Affari è un segmento di mercato che ha acquistato molta più importanza,
nato dall'intensificarsi, nella società post-industriale, dei rapporti personali tra operatori
economici, dalla necessità di viaggi, soggiorni e incontri nell'ambito delle attività
professionali.
Il suo valore economico si rivela molto interessante per gli operatori locali ed il suo
incremento si può definire sospinto dai innumerevoli mutamenti intercorsi
nell’economia italiana dagli anni novanta, legati al processo di terziarizzazione e della
delocalizzazione delle imprese.
Il turismo d’affari è un settore dove si rivela fondamentale la presenza e l’iniziativa dei
privati, mentre il soggetto pubblico può fornire le basi, le condizioni e l’ambiente ideale
per far crescere questo business che rimane comunque legato all’attività
imprenditoriale locale.
Una possibile definizione del turismo d’affari è la seguente: “Ogni volta che un soggetto
si sposta dal luogo di abituale residenza per esercitare la propria attività professionale,
traendo dal luogo di soggiorno un reddito maggiore di quello che spende con i suoi
consumi, si da luogo al turismo business o d’affari”
2
La prima volta che viene incluso a livello teorico la locuzione turismo d’affari è stato nel
1963 quando l’ OMT (Organizzazione Mondiale del Turismo) definisce:
“I turisti, cioè viaggiatori soggiornanti almeno 24 ore nel paese visitato e i cui motivi di
viaggio possono essere raggruppati in:
• Diporto (piacere, vacanza, studio, religione e sport);
• Affari, famiglia, missione, riunione.”
3
Il turismo d’affari non si compone di un’unica forma ben definibile ma è rappresentato
dall’insieme di diverse componenti a volte anche molto differenziate tra loro.
2
Bonel E. [2004] “Slides economia e gestione delle aziende turistiche anno 2004/2005”
3
Tourisme d’affaires.[1999-2001] “Introduction, Maison de la France, Strategie marketing “
5
I fattori che lo contraddistinguono sono rappresentati da:
• Spostamenti che avvengono per motivi professionali
• Destinazioni estranee all’ambiente abituale di lavoro e residenza
• Una durata di almeno 24 ore, perché si possa parlare di turismo, ma con dei
limiti massimi altrimenti si tratterebbe di un trasferimento
L’eterogenea realtà che viene globalmente indicata come turismo d’affari dà un
risultato economico di notevole rilevanza, anche se troppo spesso dimenticato nelle
rilevazioni statistiche. Non è facile quantificare il mercato vista la quantità dei soggetti
coinvolti, le relazioni tra soggetti ed i territori interessati.
I viaggi per lavoro non sono per ora quantificabili, anche se in generale si attestano
attorno al 20% dell’intero mercato turistico.
4
Un’ulteriore particolarità di questo tipo di turismo è che non presenta sostanziali picchi
stagionali: ciò lo rende un caso unico nel suo genere, differente dalla tipologia leisure,
alimentato da esodi estivi o dalle ferie natalizie e invernali, anche se si possono
comunque delineare dei mesi con flussi più intensi di altri.
Il turismo d’affari considerato nelle sue diverse forme costituisce una quota rivelante
dei flussi totali che purtroppo non viene totalmente rilevata.
Soltanto alcuni segmenti quali le fiere ed i congressi vengono interessati da studi di
tipo quantitativo, creando difficoltà sia nel distinguere il concetto e nella definizione di
turismo d’affari, che nella rilevazione delle varie componenti e l’impossibilità di una
corretta valutazione.
Basti pensare alle statistiche istituzionali dell’Istat o a livello regionale o provinciale: i
flussi di movimento turistico vengono registrati complessivamente senza distinzione
per motivazione.
Nelle strutture ricettive infatti, le rivelazioni Istat che permettono di verificare gli arrivi e
le presenze suddivisi per nazionalità non pongono nessuna distinzione tra i turisti
business e i turisti tradizionali, nonostante i due gruppi siano sospinti da motivazioni
ben distinte e abbiano comportamenti di consumo molto diversi.
Inoltre addentrandoci un po’ di più nel tema si pongono ulteriori problemi di distinzione.
Oltre alle fiere ed ai congressi molto spesso territori come quelli delle tre province da
noi interessate, ospitano eventi sportivi (ad esempio Belluno con gare ciclistiche o
podistiche) di rilievo, o eventi culturali quali concerti, rappresentazioni teatrali
(Reteventi a Treviso o Opraestate a Vicenza). Ecco allora che ci si chiede se coloro
che li organizzano, gli staff, gli artisti, giornalisti, arbitri di gara e quant’altro si possano
4
Programma di programmazione turistica triennale 2001/2003 - Regione Veneto a cura del Ciset
6
definire turisti d’affari, in quanto chiamati a svolgere la loro professione, legata al
territorio ma non ad aziende locali.
Anche se questi numeri non sono determinanti per la suddivisione in segmenti, sono
comunque flussi di difficile identificazione, dati difficilmente rilevabili e non vengono
identificati. Il problema di una perfetta definizione resta aperto sia in senso teorico che
nello specifico per lo studio delle nostre tre province venete.
CAP. 1.2 – I diversi segmenti del business travel
Come abbiamo visto nella definizione il turismo d’affari si compone di molti elementi e
perciò può assumere diverse forme a seconda delle motivazioni dello spostamento.
Le principali motivazioni sono :
• Congressi: riunioni interprofessionali, che durano diversi giorni, organizzate da
associazioni, federazioni, sindacati o consorzi, che coinvolgono anche centinaia
di persone.
• Conferenze: riunioni su iniziativa di istituzioni e organizzazioni specifiche con
durata ridotta e su temi precisi.
• Seminari e convegni aziendali: riunioni di lavoro interne ad un’impresa o
esterne con obbiettivi di promozione e comunicazione che coinvolge un numero
limitato di partecipanti.
• Fiere: manifestazioni professionali rivolte ai professionisti del settore o aperte al
pubblico.
• Viaggi d’affari individuali: spostamenti individuali legati a motivi lavorativi che
durano più di 24 ore comprendendo alloggio e ristorazione.
• Viaggi incentive: sono viaggi dedicati ai dipendenti di un’azienda, istituzione od
organizzazione come premi per determinati risultati aziendali.
Da tali motivazioni possiamo quindi individuare quattro specifici segmenti dei viaggi
d’affari:
• Turismo dei Congressi
• Turismo delle Fiere
• Viaggi d'Affari individuali
• Viaggi Incentive
7
Il segmento oggetto del nostro studio è il Turismo d'Affari individuale, che si può così
definire:
Il turismo d’affari in senso stretto include tutti quegli spostamenti dettati da esigenze di
lavoro di tipo ordinario: visita ad un cliente, ad un fornitore, riunioni fuori sede
(soprattutto per le grandi industrie o le multinazionali), consulenze, corsi di
aggiornamento, attività di manutenzione/controllo.
Tale segmento è molto difficile da calcolare e rilevare, e perciò viene spesso lasciato in
secondo piano anche perché le motivazioni che lo generano sono spesso poco
influenzabili e condizionabili dalle tradizionali strategie di marketing.
Nonostante queste problematiche molti operatori turistici (ricettività, trasporto), a vari
livelli, operano quotidianamente con questa tipologia di viaggiatori, comprendendone
l’importanza ed anche l’incidenza sui loro fatturati, ma molti altri potrebbero essere gli
operatori coinvolti seguendo corrette linee di promozione e sviluppo.
5
5
Cciaa di Treviso e Studio Trend [2005] “Il turismo d’affari: processi evolutivi e politiche di marketing”
8
CAP. 2.1 – Il turismo business in Italia: un quadro di riferimento
Da alcuni anni gli economisti del turismo avevano percepito l’importanza del settore
business e risentivano la necessità di rilevarlo in modo preciso ed adeguato. Fu con
questo spirito che nel 2001 nacque l’ Osservatorio del Business Travel, a cura della
facoltà di Scienze Statistiche dell’ Università di Bologna.
L’osservatorio, supportato dalla rivista Turismo d’Affari, stila ogni anno un rapporto sui
viaggi d’affari italiani che è il risultato delle informazioni raccolte attraverso dei
questionari somministrati direttamente ai travel manager, manager o alle segreterie
che si occupano della gestione dei viaggi, in un campione di aziende stratificato per
dimensione e settore produttivo.
Attingendo da questi dati, riportiamo di seguito un andamento degli ultimi tre anni, per
avere un quadro un po’ più completo del ruolo e delle dinamiche che coinvolgono il
Turismo Business.
INFRAREGIONALI
NEL RESTO
D’ITALIA
TOTALE
NAZIONALE
IN
EUROPA
EXTRA
EUROPEI
TOTALE
INTERNAZIONALI
TOTALE
VIAGGI
2004
12.211 11.596 23.807 5.553 1.678 7.231 31.038
VIAGGI
2005
11.784 12.299 24.083 5.859 1.751 7.610 31.693
VARIAZ.%
2004/2005
- 3,5% 6,1% 1,2% 5,5% 4,4% 5,2% 2,1%
VIAGGI
2006
11.499 12.573 24.072 5.989 1.756 7.745 31.817
VARIAZ. %
2005/2006
-2,4% 2,2% 0,0% 2,2% 0,3% 1,8% 0,4%
Tabella 1 : Viaggi d’affari per destinazione
Fonte: Università di Bologna [2004/2006] Elaborazioni Rapporto Osservatorio Business Travel, “Viaggi, fatturato e soddisfazione dei
clienti del turismo d’affari italiano” edizioni 2004/2005/2006
Il confronto dei dati degli ultimi tre anni evidenzia come il mercato dei Viaggi d’Affari
abbia avuto un’evoluzione complessivamente positiva contando una lieve crescita
costante.
A tale risultato si sottendono importanti differenziazioni rispetto alla destinazione.
9
I viaggi di corto raggio, interregionali, continuano a diminuire probabilmente a causa di
un escursionismo crescente e dei continui tagli delle aziende ai budget per i viaggi
d’affari.
Il movimento interno italiano cresce lievemente, segnando un forte arresto tra 2005 e il
2006, e sommando il dato negativo regionale con quello nazionale, per la prima volta
dopo sei anni il movimento interno blocca la sua evoluzione.
Per quanto riguarda i movimento esteri, sia Europei che Extra- europei, la crescita è
costante nonostante la contrazione delle percentuali tra il 2004/2005 e il 2005/2006.
Probabile causa di questo fenomeno “frenante” la recente congiuntura economica
italiana, mentre i viaggi in Europa ma anche quelli con gli altri continenti vengono
sospinti dalle frequenti collaborazioni che le nostre aziende stringono con le industrie
estere manifatturiere ( Est Europa, Romania, Cina, India con la delocalizzazione) sia
con quelle imprese specializzate tecnologicamente (Germania, Inghilterra, Usa).
Con il fenomeno della localizzazione anche le mete sono cambiate: se alcuni anni fa le
rotte principali erano verso Milano, Roma o Londra oggi si sono intensificati i
collegamenti e gli scali verso Budapest, Tamisoara, Bucarest, ecc…
SETTORE PRODUTTIVO IN REGIONE
NEL RESTO
D'ITALIA
IN EUROPA EXTRA EUROPEI TOTALE
INDUSTRIE AD ALTO RICAVO
PER ADDETTO 2004
180 787 742 276 1985
INDUSTRIE AD ALTO RICAVO
PER ADDETTO 2005
171 818 779 285 2053
INDUSTRIE AD ALTO RICAVO
PER ADDETTO 2006
174 824 789 287 2074
INDUSTRIE A MEDIO-BASSO
RICAVO PER ADDETTO 2004
545 2998 2893 904 7340
INDUSTRIE A MEDIO-BASSO
RICAVO PER ADDETTO 2005
545 3101 3023 934 7603
INDUSTRIE A MEDIO-BASSO
RICAVO PER ADDETTO 2006
523 3066 3065 924 7578
DISTRIBUZIONE COMMERCIALE
2004
8943 1714 669 204 11530
DISTRIBUZIONE COMMERCIALE
2005
8556 1725 710 229 11220
DISTRIBUZIONE COMMERCIALE
2006
8.282 1783 727 229 11021
SERVIZI 2004 2543 6097 1249 294 10183
SERVIZI 2005 2512 6655 1349 304 10820
SERVIZI 2006 2.520 6900 1408 316 11144
Tabella 2 : Viaggi d’affari per destinazione e dinamiche settoriali
Fonte: Università di Bologna [2004/2006] Elaborazioni Rapporto Osservatorio Business Travel, “Viaggi, fatturato e soddisfazione dei
clienti del turismo d’affari italiano” edizioni 2004/2005/2006
10
Analizzando i Viaggi d’ Affari per destinazione e dinamiche settoriali, ritroviamo
rispecchiata la situazione generale precedente.
Complessivamente i viaggi in regione diminuiscono mentre crescono lievemente quelli
nel resto d’Italia; aumentano invece sia quelli europei che extra. Globalmente quindi il
dato si rivela positivo ad eccezione del settore commerciale che rileva una lieve
flessione nella totalità dei viaggi.
VALORI PERCENTUALI
ESCURSIONISMO 1 O 2 PERNOTTAM. PIU' DI 2 PERNOTTAM.
VIAGGI 2004 39,30% 42,40% 18,30%
VIAGGI 2005 40,55% 40,60% 18,80%
VIAGGI 2006 40,60% 41,00% 18,40%
Tabella 3 : Viaggi d’affari per durata
Fonte: Università di Bologna [2004/2006] Elaborazioni Rapporto Osservatorio Business Travel, “Viaggi, fatturato e soddisfazione dei
clienti del turismo d’affari italiano” edizioni 2004/2005/2006
Analizzando la durata dei Viaggi d’ Affari, si legge chiaramente una tendenza da parte
delle imprese nel ridurre sempre più i costi. Aumenta infatti il fenomeno
dell’escursionismo d’affari facilitato anche sia dalla scelta più ampia di orari e mezzi di
trasporto, sia dalla maggiore facilità di organizzare spostamenti all’ultimo istante.
Globalmente diminuiscono anche i viaggi brevi, nonostante la lieve ripresa dell’ultimo
anno, mentre quelli con più di due pernottamenti dimostrano una lieve crescita sospinti
probabilmente anche dalla crescita dei viaggi internazionali a scapito di quelli nazionali.
Secondo uno studio dell'Istat, a viaggiare per lavoro nell'arco di un trimestre sono il
7% degli occupati residenti al Nord, l'8,5% di quelli residenti al Centro e l'8% di quelli
residenti al Sud, segnalando quindi un comportamento sostanzialmente omogeneo in
tutta la penisola
VALORI PERCENTUALI
AUTO TRENO AEREO
VIAGGI 2004 53,10% 9,60% 37,40%
VIAGGI 2005 50,40% 10,40% 39,20%
VIAGGI 2006 50,40% 10,30% 39,30%
Tabella 4 : Viaggi d’affari per mezzo di trasporto
Fonte: Università di Bologna [2004/2006] Elaborazioni Rapporto Osservatorio Business Travel, “Viaggi, fatturato e soddisfazione dei
clienti del turismo d’affari italiano” edizioni 2004/2005/2006
La preferenza accordata al mezzo di trasporto riflette la situazione fin’ora illustrata.
Anche se l’auto resta comunque il mezzo maggiormente usato, la sua percentuale
subisce una continua diminuzione a causa della contrazione delle trasferte nazionali.
11
Crescono invece il treno e l’aereo, probabilmente aiutati da particolari condizioni di
viaggio sviluppatesi negli ultimi anni, come le compagnie low cost o i vantaggi per le
tratte degli Intercity e i treni internazionali, oltre che a migliori collegamenti tra le
principali città business. Ovviamente tale crescita è dovuta anche alla concentrazione
di viaggi internazionali a lungo raggio che non possono certo essere compiuti in auto.
VALORI PERCENTUALI
INCONTRI CLIENTI/FORN. RIUNIONI AZIENDALI FIERE ALTRO
VIAGGI 2004 61,60% 9,60% 20,00% 8,80%
VIAGGI 2005 62,20% 10,20% 19,00% 8,60%
VIAGGI 2006 63,60% 9,70% 18,30% 8,40%
Tabella 5 : Motivazione del viaggio d’affari
Fonte: Università di Bologna [2004/2006] Elaborazioni Rapporto Osservatorio Business Travel, “Viaggi, fatturato e soddisfazione dei
clienti del turismo d’affari italiano” edizioni 2004/2005/2006
L’analisi per motivazione dei viaggi delle imprese italiane mostra che si viaggia quasi
esclusivamente per incontrare clienti e fornitori o per partecipare ad eventi fieristici.
A crescere sono soprattutto i viaggi individuali ed il segmento dei meeting aziendali
mentre subiscono lievi diminuzioni le fiere e il segmento altro che comprende
congressi, exhibition ed incentive.
Rispetto ad una suddivisione settoriale l’ Osservatorio del Business travel riscontra
come il settore manifatturiero e quello commerciale siano più orientati soprattutto a
viaggi individuali, mentre le aziende di servizi siano più coinvolte nella partecipazione
ad eventi fieristici.
NAZIONALE INTERNAZIONALE TOTALE VARIAZ. %
SPESA 2004 7302 9826 17128
SPESA 2005 7655 10367 18022 5,20%
SPESA 2006 7866 10328 18194 1%
Tabella 6 : Spesa per viaggi d’affari, valori assoluti in mln. di euro
Fonte: Università di Bologna [2004/2006] Elaborazioni Rapporto Osservatorio Business Travel, “Viaggi, fatturato e soddisfazione dei
clienti del turismo d’affari italiano” edizioni 2004/2005/2006
La tendenza per la spesa in viaggi d’affari delle aziende italiane è in crescita nell’ultimo
triennio anche se con lievi percentuali. Nel 2005 è cresciuta molto la spesa
internazionale su quella nazionale ristabilizzandosi poi nel 2006.
Rilevazioni dell’ osservatorio del Business Travel confermano che la spesa media per i
viaggi d’affari è passata dai 265 € del 2005 a 276 € del 2006 (+4,4%) complice anche
l’incremento del prezzo dei carburanti che è andato ben oltre il tasso di inflazione.
12
PERCENT. 2004 PERCENT. 2005 PERCENT. 2006
TRASPORTO 48,70% 52,90% 56,70%
ALLOGGIO 27,40% 26,50% 23,60%
RISTORANTI/VITTO 15,90% 14,90% 13,90%
ALTRO 8% 5,80% 5,90%
Tabella 7 : Ripartizione della spesa per viaggi business per macro tipologia di prodotto
Fonte: Università di Bologna [2004/2006] Elaborazioni Rapporto Osservatorio Business Travel, “Viaggi, fatturato e soddisfazione dei
clienti del turismo d’affari italiano” edizioni 2004/2005/2006
Passando all’analisi della composizione della spesa per i viaggi business si rileva come
sia il trasporto la voce più rilevante con una andamento percentuale in continua
crescita. Di questa quota oltre il 60% serve ad acquistare biglietti aerei e ferroviari a
conferma dell’incremento di tale modalità di viaggio, mentre il rimanente 40 %
comprende carburanti, autostrade, rimborsi chilometrici, taxi ecc…
La seconda voce di spesa è rappresentata invece dall’alloggio, con una tendenza
decrescente dato il fenomeno sempre più predominante dell’escursionismo d’affari e
del ridursi dei pernottamenti. Seguono poi la componente della ristorazione e altro,
ovvero spese non riconducibili alle precedenti tre categorie, ad esempio la telefonia.
SETTORE PRODUTTIVO SPESA/FATTURATO VIAGGI/ADDETTI
SPESA/ADDETTI
(EURO X 1000)
INDUSTRIE AD ALTO RICAVO PER ADDETTO
2004
0,50% 1,8 1,6
INDUSTRIE AD ALTO RICAVO PER ADDETTO
2005
0,60% 1,9 1,7
INDUSTRIE AD ALTO RICAVO PER ADDETTO
2006
0,60% 1,9 1,7
INDUSTRIE A MEDIO-BASSO RICAVO PER
ADDETTO 2004
1% 2 1,8
INDUSTRIE A MEDIO-BASSO RICAVO PER
ADDETTO 2005
1% 2 1,9
INDUSTRIE A MEDIO-BASSO RICAVO PER
ADDETTO 2006
1% 2 1,9
DISTRIBUZIONE COMMERCIALE 2004 0,50% 7,3 1,8
DISTRIBUZIONE COMMERCIALE 2005 0,50% 7,2 1,9
DISTRIBUZIONE COMMERCIALE 2006 0,5% 6,9 1,9
SERVIZI 2004 2,40% 4,7 2,6
SERVIZI 2005 2,60% 5 2,8
SERVIZI 2006 2,7% 5,1 2,9
Tabella 8 : Incidenza dei viaggi d’affari
Fonte: Università di Bologna [2004/2006] Elaborazioni Rapporto Osservatorio Business Travel, “Viaggi, fatturato e soddisfazione dei
clienti del turismo d’affari italiano” edizioni 2004/2005/2006
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Dando un ultimo sguardo globale al fenomeno analizziamo l’incidenza dei Viaggi
d’Affari per settore produttivo.
Innanzitutto la situazione si presenta molto differenziata per la natura stessa dei settori
produttivi: si passa infatti da un’incidenza del 0,5/0,6% dei settori industriali o
commerciali ad un 2,6% dei servizi a causa della forte propensione al viaggio di queste
attività. Inoltre anche i viaggi medi per addetto oscillano tra i due dell’industria ai sette
della distribuzione e si tratta perciò di viaggi con caratteristiche, e quindi costo medio,
molto differenziati tra loro.
Complessivamente la situazione è positiva con la sola nota negativa della lieve
diminuzione del numero di viaggi/addetti per la distribuzione.
In ogni sua edizione l’Osservatorio del Business Travel cerca di approfondire particolari
tematiche e aspetti peculiari di questo fenomeno.
Nelle ultime edizioni ampio spazio è stato dedicato allo studio delle modalità di
gestione aziendali dei viaggi d’affari e alla struttura degli uffici interni preposti a tale
scopo.
I risultati ci portano ad affermare che solo la minima parte delle imprese adotta dei veri
e propri “uffici viaggi”, ai quali sono comunque delegate anche altre funzioni
accessorie, e questi si concentrano soprattutto nelle aziende di grandi dimensioni.
Inoltre ogni ufficio ed ogni azienda ha delle strategie di gestione proprie e differenziate
a seconda delle dimensioni della stessa, ecco allora che si sviluppano differenti
modalità di prenotazione e d’acquisto che in parte riflettono dei cambiamenti socio-
culturali della nostra epoca: alcune aziende preferiscono l’intermediazione delle
agenzie viaggi specializzate, stipulando con loro differenti tipologie di contratti
(commissione fissa, su transazione, misti…), altre tengono contatti diretti con i fornitori
sia dell’alloggio che dei trasporti cercando di spuntare le migliori convenzioni, altri
ancora si affidano all’immenso mondo della rete internet.
Proprio su questo ultimo punto il rapporto sul business travel dello scorso anno (2006)
ha dedicato un’ampia sezione di studio, che ha permesso di capire come il fenomeno
del “fai da te” stia interessando anche i viaggiatori business e le aziende, le quali
ricercano nuove strategie per contenere i costi.
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Tabella 9 : Tipologia di viaggi acquistata più frequentemente su internet
Fonte: Università di Bologna [2006] Elaborazioni Rapporto Osservatorio Business Travel, “Viaggi, fatturato e soddisfazione dei clienti del
turismo d’affari italiano” edizione 2006
Come ci si poteva aspettare, la tabella sovrastante individua il prodotto più facilmente
acquistato sulla rete ovvero i viaggi low cost, fenomeno rivoluzionario nel mercato
turistico di questi ultimi anni che sempre più coinvolge anche i viaggiatori business per
la loro capillare diffusione e le tante soluzioni proposte.
Grafico 1 : Motivazioni per preferire internet all’agenzia per l’acquisto del trasporto
Fonte: Università di Bologna [2006] Elaborazioni Rapporto Osservatorio Business Travel, “Viaggi, fatturato e soddisfazione dei clienti del
turismo d’affari italiano” edizione 2006
Analizzando le motivazioni per preferire internet all’intermediazione rileviamo che sia
per il trasporto che per l’alloggio i fattori determinanti sono il risparmio di denaro, la
velocità (senza sottostare ai tempi e agli orari delle agenzie viaggi) e la varietà del
servizio, ovvero la possibilità di confrontare molte alternative e comporre il servizio a
seconda delle proprie esigenze.
Meno significativo ma comunque da rilevare anche la possibilità di visualizzare le
informazioni sul servizio, possibilità negata a chi si rivolge all’agenzia e quindi affida
tutto alla fiducia della stessa.
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