Introduzione
7
Nel secondo capitolo descrivo l’evoluzione del Federal Reserve
System, partendo dall’analisi degli anni ’20 e ’30, durante i quali la Fed si
trovò a fronteggiare la Grande Depressione, iniziata con la crisi di Wall
Street nel 1929. Sottolineo, oltre a ciò, la figura ed il carisma di Strong,
primo Presidente della Federal Reserve Bank di New York. Evidenzio anche
i compiti della Fed durante l’epoca del gold standard. Inoltre, un punto
centrale di tale capitolo è costituito dalla descrizione dei contrasti esistenti
tra il Tesoro e la Federal Reserve, che pare risolto con l’Accordo del 1951,
nonché tra le Reserve Banks (la periferia) ed il Federal Reserve Board (il
centro). A tale proposito viene effettuata una digressione nello stesso
capitolo per meglio illustrare quale evoluzione hanno avuto le Reserve
Banks. L’insoddisfazione delle performance monetarie durante gli anni ’20
e nel periodo 1929-33, condusse a riforme, la principale delle quali fu il
Banking Act del 1935, che rafforzarono l’autorità del Federal Reserve
Board a spese delle Reserve Banks. L’analisi temporale proposta nel
secondo capitolo arriva sino alla politica monetaria degli ultimi trent’anni.
Nel paragrafo 2.5. è dedicata particolare attenzione al programma di
riduzione del deficit pubblico da parte dell’amministrazione Clinton, in cui
la Fed ebbe un ruolo primario al fine di evitare effetti recessivi.
Dopo tale percorso storico-temporale, mi è parso fondamentale
analizzare con maggiori dettagli la politica monetaria che, negli anni, è stata
effettuata dalla Federal Reserve, nonché quali errori le si rimproverano. Nel
terzo capitolo, in particolare nel paragrafo 3.3., osservo le differenze
esistenti nella conduzione della politica monetaria da parte dei Presidenti
Fed precedenti a Volcker e quanto realizzato sotto i Presidenti Volcker e
Greenspan successivamente; tale periodo viene definito come periodo
Volcker-Greenspan. Un approfondimento è dedicato alla spiegazione della
politica monetaria a livello regionale.
Dopo tali indispensabili approfondimenti, affronto, nel quarto
capitolo, le critiche, passate e recenti, che sono state avanzate nei confronti
della Federal Reserve. In particolare, vengono osservate due critiche del
Introduzione
8
1995-96. Una viene effettuata da parte di R. Bartel, il quale conclude con un
invito a tenere sotto controllo la Fed attraverso una minore indipendenza. Al
contrario l’altra critica, proposta da B. Shull, poggia su motivazioni
differenti dalla precedente ed avanza la proposta di garantire maggiore
indipendenza, allungando, ad esempio, la durata in carica dei Governatori.
Occorre, a questo punto, analizzare più da vicino (nel quinto
capitolo) gli studi sull’indipendenza della banca centrale, dove appare
focale quello proposto nel 1993 dagli studiosi Alesina e Summers. Prima di
loro, evidenzio le argomentazioni sull’incoerenza temporale e sulla
soluzione di tale problema proposte da Kydland e Prescott (1977), Barro e
Gordon (1983) e Rogoff (1985).
Esistono ricercatori che hanno criticato tali studi sull’indipendenza,
rilevando quali errori essi effettuano. In particolare, notano i costi
dell’indipendenza di una qualsiasi banca centrale ed il fatto che la stessa
indipendenza sembra avere effetto, secondo prove empiriche, solo
sull’inflazione e non sulle altre variabili macroeconomiche, come, ad
esempio, la produzione. Sempre nel sesto capitolo, si osserva che
l’indipendenza non sembra legata alla credibilità.
Dall’analisi approfondita del Federal Reserve System, prendendo in
considerazione gli studi sull’indipendenza precedentemente citati, il mio
studio si conclude osservando le possibili prospettive di cambiamento di tale
Sistema Federale. Essa è una delle banche centrali maggiormente
indipendenti al mondo e tale deve rimanere; occorre, dunque, rafforzare tale
fattore, garantendo ulteriormente la Federal Reserve da possibili pressioni
politiche. Nel fare ciò, appare necessario anche cambiare il duplice mandato
passando alla sola funzione di mantenimento della stabilità dei prezzi.
Capitolo I La struttura del Federal Reserve System
9
CAPITOLO I
LA STRUTTURA DEL FEDERAL RESERVE SYSTEM
1.1. Premessa – 1.2. L’organizzazione del Federal Reserve System – 1.3. A
chi presta i propri servizi la Federal Reserve – 1.4. I compiti assegnati al
Federal Reserve System
______________
Il Federal Reserve System è un sistema che influenza tutti gli
americani, e non soltanto essi, ma che non viene influenzato, e spesso
neanche addirittura notato, se non da un ristretto numero di persone.
Tuttavia, le sue tracce si trovano ovunque. Sia che si effettui o che si riceva
un pagamento in moneta cartacea negli Stati Uniti, si utilizzano sempre
banconote della Federal Reserve, cioè una sua passività.
1.1. Premessa
Prima di passare alla struttura della Federal Reserve occorre dire che
l’istituzione delle prime banche centrali avvenne agli inizi del secolo scorso,
mentre negli anni ’20 si sviluppò la teoria dell’indipendenza di tale
istituzione. Le banche centrali hanno, nella storia, una duplice origine. In
taluni casi, si tratta di una istituzione che emerge come graduale evoluzione
di un organismo, inizialmente privato, che assume progressivamente lo
svolgimento di funzioni di interesse pubblico. In altri casi, sono istituti
creati appositamente per svolgere attività di banca di emissione, in primo
luogo nell’interesse dello Stato.
I compiti di interesse pubblico normalmente affidati alle banche
centrali sono: la regolazione dei flussi monetari nell’economia e il controllo
sulla stabilità degli intermediari creditizi e finanziari.
La banca centrale controlla l’erogazione del credito all’economia da
parte del sistema bancario, la quantità di moneta ed il livello generale dei
tassi di interesse essenzialmente attraverso la variazione delle poste attive e
Capitolo I La struttura del Federal Reserve System
10
passive del proprio bilancio, nonché tramite la fissazione dei tassi di
risconto e anticipazione con i quali concede credito alle banche.
Ogni volta che la banca centrale acquista o vende un’attività, cioè
acquista o vende titoli, in genere emessi dallo Stato o da esso garantiti,
oppure aumenta o riduce il credito alle banche o al Tesoro, ovvero, infine,
acquista o vende valuta estera, di fatto espande o riduce l’ammontare del
proprio passivo, cioè la base monetaria. Quest’ultima si trova a fondamento
della piramide di espansione del credito: una parte di essa viene assorbita
nella circolazione sotto forma di banconote per pagamenti correnti; un’altra
parte assume la forma di riserve bancarie.
Per comprendere l’attività svolta dalla banca centrale occorre
evidenziare che la quantità di credito che il sistema bancario può estendere
all’economia, nonché il livello e la struttura dei tassi di interesse sono in una
stretta relazione funzionale con la quantità di riserve di base monetaria. Il
rapporto tra espansione della base monetaria e volume di credito e depositi
bancari può essere modificato e reso più rigido attraverso riserve
obbligatorie, che le banche debbono versare presso la banca centrale.
Anni di ricerca e di analisi sono stati spesi per cercare di descrivere,
quantificare e meglio comprendere le relazioni fra le variabili che la banca
centrale controlla, le variabili dei mercati creditizi e finanziari, e,
soprattutto, le variabili economiche, quali inflazione, produzione e
occupazione.
1
Negli ultimi anni tali studi hanno portato alla tesi secondo cui i
risultati macroeconomici sembrerebbero migliori in quei paesi in cui le
banche centrali godono di maggiore indipendenza.
Tali conclusioni hanno
trovato un notevole riscontro nell’evidenza empirica. Alcuni economisti
hanno sviluppato diversi metodi per quantificare il grado di indipendenza
(politica ed economica). Dall’evidenza empirica raccolta da tali studiosi,
risulta, inoltre, che nei paesi dove la banca centrale gode di maggiore
1
Tale citazione intende riferirsi agli studi compiuti da Kydland e Prescott (1977), Barro e Gordon
(1983), Rogoff (1985), Alesina e Summers (1993) ed altri.
Capitolo I La struttura del Federal Reserve System
11
indipendenza vi è stato mediamente un tasso di inflazione inferiore, rispetto
a quelle nazioni in cui la banca centrale è meno indipendente.
I risultati di queste indagini, che dimostrano i vantaggi derivanti
dall’indipendenza della banca centrale, portano a chiedersi perché una
maggiore indipendenza è in grado di garantire migliori performance a
livello macroeconomico. Le ragioni sono tre e tutte strettamente collegate
tra loro. Innanzitutto occorre ricordare che gli effetti della politica monetaria
arrivano con molto ritardo. Pertanto, per gestire correttamente la politica
monetaria, è necessario guardare lontano nel tempo e poi attendere
pazientemente i risultati. Purtroppo in un sistema democratico lungimiranza
e pazienza non costituiscono certo gli elementi più caratterizzanti del
processo politico, tuttavia rappresentano le qualità essenziali per poter
perseguire una politica monetaria di successo. La seconda è che la lotta
all’inflazione ha la caratteristica problematica costi-benefici di un
investimento a lungo termine: i costi della disinflazione si pagano
immediatamente ma i frutti – cioè un livello di inflazione più basso – si
raccolgono soltanto gradualmente nel tempo. Pertanto, se si lasciasse che
fossero i politici a condurre quotidianamente la politica monetaria, essi
sarebbero fortemente tentati ad assicurarsi vantaggi di breve durata a scapito
di vantaggi maggiori ma lontani nel tempo – sarebbero, cioè, portati a creare
troppa inflazione. Consapevoli di questa tentazione, molti governi tendono
saggiamente a delegare la politica monetaria a tecnocrati non eletti, con
incarichi a lungo termine, con l’esplicito incarico di lottare contro
l’inflazione. La terza ragione è che gestire la politica monetaria è un lavoro
che implica, almeno in parte, capacità piuttosto tecniche.
Il Federal Reserve System, ovvero la banca centrale degli Stati Uniti,
venne creato nel 1913, per svolgere funzioni di stanza di compensazione tra
gli operatori del sistema bancario e finanziario, nonché per fornire liquidità
alle banche commerciali che si trovavano in difficoltà di cassa per motivi
congiunturali o stagionali. In pratica il Sistema veniva ad assumere lo
svolgimento di funzioni di interesse pubblico, quali il controllo della
Capitolo I La struttura del Federal Reserve System
12
circolazione della moneta e di alcune operazioni del sistema bancario. Parte
di quelle funzioni erano state svolte in precedenza dal Tesoro. Oggi, la
politica monetaria viene basata sul cosiddetto “duplice mandato”: stabilità
dei prezzi e massima occupazione.
Nella sua funzione di bilanciere dell’attività macroeconomica la Fed
ha un ruolo estremamente importante, poiché esercita un’influenza palpabile
sulla vita della gente e sull’economia mondiale. Secondo quanto sostenuto
dai keynesiani, la sua politica non è qualcosa di astratto, ma ha effetti reali:
essa determina, infatti, quanti posti di lavoro saranno creati e quante imprese
riusciranno a svolgere con successo la propria attività. E questa è la cosa di
gran lunga più importante che una banca centrale possa fare per la società.
Quest’ultima ha, quindi, un forte interesse ad assicurarsi che la banca
centrale svolga bene il suo compito. L’esperienza accumulata negli ultimi
anni e gli studi sopra citati suggeriscono che tale obiettivo potrebbe essere
raggiunto più facilmente con una maggiore indipendenza della banca
centrale.
Si discute molto alla Fed, così come in ogni altra banca centrale,
sull’importanza della credibilità che, secondo quanto sostenuto da Alan
Blinder, Vice Presidente del Federal Reserve Board of Governors dal 1994
al 1996, potrebbe essere definita come “la capacità di far passare per realtà
le proprie dichiarazioni o di far passare per vere le false ragioni di
qualcuno”. La credibilità viene considerata molto importante, in quanto una
banca centrale è depositaria di un potere enorme sul sistema economico. E
se la banca centrale è indipendente questo potere rimane praticamente fuori
da ogni controllo. Tale potere poggia sulla fiducia che il sistema politico ha
concesso alla banca. In cambio, i cittadini e i rappresentanti da loro eletti
hanno il diritto di attendersi – ed anzi di pretendere – che le azioni della
banca corrispondano alle parole che essa pronuncia. E far corrispondere fatti
a parole è il marchio della credibilità.
Capitolo I La struttura del Federal Reserve System
13
1.2. L’organizzazione del Federal Reserve System
Il Congresso degli Stati Uniti d’America creò il Federal Reserve
System, quale banca centrale della nazione, il 23 dicembre 1913, tramite il
Federal Reserve Act. Il Sistema consiste di un Board of Governors
(Consiglio dei Governatori), composto da sette membri, con sede centrale a
Washington, posto al di sopra delle dodici Reserve Banks, che si trovano
nelle principali città statunitensi.
2
I sette membri del Consiglio dei
Governatori sono nominati dal Presidente degli Stati Uniti e confermati dal
Senato, e hanno un mandato di quattordici anni. I membri possono essere
nominati per un solo mandato. Ma un membro può essere rinominato se
viene designato per completare un mandato non concluso, a seguito delle
dimissioni o della morte del membro precedente. Il Presidente nomina un
Capo-Governatore ed un Vice-Capo tra i sette membri sopra indicati, che
vengono confermati dal Senato e durano in carica per quattro anni.
Solamente uno dei sette membri del Consiglio può essere scelto da una
qualsiasi delle dodici Reserve Banks. Nell’eseguire le nomine, il Presidente
USA, seguendo ciò che viene detto dalla legge, deve selezionare:
“…una adeguata rappresentanza del mondo finanziario, agricolo,
industriale e commerciale e delle divisioni geografiche della nazione”.
In tal modo, la legge intende assicurare la rappresentanza degli interessi
regionali e dei vari settori dell’economia.
3
I sette membri del Consiglio fanno parte dei dodici che costituiscono
il Federal Open Market Committee (FOMC): istituzione che prende le
decisioni chiave riguardanti il costo e la disponibilità della moneta e del
credito nell’economia. Gli altri cinque membri del FOMC sono Presidenti
delle Reserve Banks, ognuno dei quali ha un voto a rotazione, mentre quello
di New York ha sempre un voto. Secondo lo Statuto, il Federal Open
Market Committee determina la propria organizzazione nel seguente modo:
2
Tali città sono: New York, Boston, Philadelphia, Richmond, Cleveland, Chicago, Atlanta, St. Louis,
Dallas, Minneapolis, Kansas City e San Francisco.
3
Secondo quanto indicato dal Federal Reserve Act.
Capitolo I La struttura del Federal Reserve System
14
nomina come proprio Presidente il Capo del Consiglio dei Governatori e,
come Vice Presidente, il Presidente della Reserve Bank di New York. I
Presidenti delle Reserve Banks che non sono stati nominati per il mandato
annuale al FOMC partecipano comunque alle sue riunioni, partecipano alle
discussioni e contribuiscono all’assestamento delle opzioni della politica
monetaria.
Il Consiglio dei Governatori fissa il fabbisogno di riserve da detenere
e spartisce la responsabilità con le Reserve Banks per la politica del tasso di
sconto. Queste due funzioni più le operazioni di mercato aperto
costituiscono i mezzi di politica monetaria del Federal Reserve System.
Insieme alla responsabilità per la politica monetaria, il Federal Reserve
Board ha responsabilità di regolamentazione e supervisione sulle banche
membri del Sistema, che sono holding bancarie, e sulle attività delle banche
USA all’estero. Inoltre, il Consiglio gioca un ruolo fondamentale
nell’assicurare un corretto funzionamento ed un continuo sviluppo del vasto
sistema dei pagamenti della nazione. Un’altra area di responsabilità del
Consiglio è lo sviluppo e l’amministrazione delle regolamentazioni che
governano il credito al consumo.
Il Consiglio si riunisce, di solito, molte volte alla settimana. Le
riunioni sono svolte insieme al Governo, e molte di esse sono aperte al
pubblico. Tuttavia, se il Consiglio stabilisce di considerare informazioni
finanziarie confidenziali, la riunione è chiusa al pubblico.
Il Consiglio relaziona riguardo i propri compiti alle agenzie del
Governo, ai rappresentanti dei gruppi bancari, ai membri delle banche
centrali di altre nazioni, ai membri del Congresso ed a professori e
ricercatori universitari. Per esempio, vi sono contatti frequenti con i membri
del Tesoro e del Council of Economic Advisers per aiutare a valutare il
clima economico e a discutere gli obiettivi dell’economia nazionale. I
Governatori discutono anche del sistema monetario internazionale con i
banchieri centrali delle altre nazioni e sono in stretto contatto con i capi
Capitolo I La struttura del Federal Reserve System
15
delle agenzie USA che fanno prestiti all’estero e conducono transazioni
finanziarie all’estero.
La Federal Reserve controlla la politica monetaria attraverso le
operazioni di mercato aperto, il tasso di sconto ed il fabbisogno di riserve.
Il Consiglio dei Governatori è responsabile per il tasso di sconto e per il
fabbisogno di riserve, ed il Federal Open Market Committee è responsabile
per le operazioni di mercato aperto. Usando questi tre mezzi, la Federal
Reserve influenza la domanda e l’offerta di moneta che le istituzioni
bancarie depositano alle Reserve Banks ed in questo modo altera il tasso sui
fondi federali. I cambiamenti in questo tasso incidono inevitabilmente sui
tassi di interesse, sia di breve che di lungo termine, e le variabili
economiche, quali l’occupazione, la produzione ed i prezzi di beni e servizi.
Il FOMC tiene regolarmente otto riunioni programmate ogni anno.
In tali riunioni, il Comitato rivede le condizioni economiche e finanziarie,
determina l’appropriata posizione di politica monetaria, e stima i probabili
rischi nelle previsioni economiche. Le decisioni di politica del Comitato
vengono prese per promuovere gli obiettivi di lungo periodo della stabilità
dei prezzi e della crescita economica sostenibile.
Dunque, per quanto riguarda la Federal Reserve, si può certamente
affermare che si tratta di una struttura unica nel suo genere ed anche per
questo complessa, nonché un po’ eccentrica. Infatti, mentre la maggior parte
dei paesi del mondo possiede soltanto una banca centrale, gli Stati Uniti ne
hanno dodici, che, come detto sopra, sono chiamate Reserve Banks. Tali
sedi regionali della Federal Reserve sono legalmente delle società private,
con un Presidente ed un Consiglio di amministrazione, e hanno persino
degli azionisti. E, anche se sono società estremamente solide – con profitti
annuali complessivi superiori a $20 milioni – i loro azionisti non ne
traggono alcun vantaggio, poiché tali profitti vengono generosamente
incassati dal Tesoro degli Stati Uniti.
Capitolo I La struttura del Federal Reserve System
16
Tre caratteristiche strutturali rendono indipendente la Federal
Reserve:
1. la procedura di nomina dei Governatori: come sopra indicato, i
sette Governatori del Federal Reserve Board sono nominati dal
Presidente degli Stati Uniti e confermati dal Senato;
l’indipendenza deriva da una coppia di fattori: primo, le nomine
sono scaglionate in modo da ridurre la possibilità che un solo
Presidente possa “appesantire” il Consiglio con le proprie nomine;
secondo, la loro durata in carica è di quattordici anni – termine
maggiore rispetto al mandato dei politici eletti;
2. la procedura di nomina per i Presidenti delle Reserve Banks: ogni
Presidente delle Reserve Banks viene nominato per un periodo di
cinque anni dal Consiglio dei Direttori della propria Reserve Bank,
soggetto alla finale approvazione da parte del Consiglio dei
Governatori; questa procedura aggiunge indipendenza poiché i
Direttori di ogni Reserve Bank non sono scelti dai politici, ma
sono selezionati al fine di rappresentare gli interessi entro la
regione della Reserve Bank in cui sono nominati, inclusi quelli
delle istituzioni di deposito, le imprese non finanziarie, il lavoro ed
il pubblico;
3. i fondi: la Fed è strutturata in modo da essere autosufficiente, nel
senso che effettua le sue spese operative primariamente per il
guadagno derivante dagli interessi del suo portafoglio titoli; inoltre
è indipendente dalle decisioni del Congresso per quanto riguarda le
sue acquisizioni.
Anche se la Fed è indipendente dal controllo amministrativo del
Congresso, è fondamentalmente responsabile verso di esso e si trova sotto il
controllo e la revisione del Governo. Il Presidente del Federal Reserve
Board, gli altri Governatori e i Presidenti delle Reserve Banks relazionano
regolarmente al Congresso riguardo la politica monetaria, la
Capitolo I La struttura del Federal Reserve System
17
regolamentazione bancaria ed altri temi, ed incontrano i funzionari
dell’amministrazione al fine di discutere e confrontare i programmi
economici della Federal Reserve e del Governo federale.
1.3. A chi presta i propri servizi la Federal Reserve
Viene spontaneo chiedersi al servizio di chi sia la Federal Reserve.
Di certo, non è al servizio né del Congresso, né del Presidente: anche se è
una creatura del Congresso, e tutti i suoi Governatori vengono designati dal
Presidente, la Fed non è nata per eseguire i loro ordini, altrimenti, questo
trasformerebbe in una farsa la dottrina dell’indipendenza di tale banca
centrale.
Almeno in parte, la Fed è al servizio delle banche. La Fed è una
banca per le banche, a cui vende servizi, molti dei quali in concorrenza con
istituzioni private. La Fed è profondamente interessata alla solidità
finanziaria del sistema bancario e del sistema dei pagamenti adottando, ove
necessario, forti misure per salvaguardarla. La Federal Reserve agisce,
direttamente e indirettamente, anche come supervisore delle operazioni di
migliaia di banche, tramite le holding bancarie (di cui controlla tutte le
operazioni). La Fed riesce ad imporre delle regole ai propri clienti. Negli
Stati Uniti molte imprese vorrebbero riuscire ad imporre regole ai propri
clienti, ma poche sono in grado di farlo. Nonostante ciò, se la Fed si
ritenesse un’organizzazione al servizio esclusivo delle banche,
commetterebbe un grave errore, che fortunatamente i dirigenti ed i
funzionari del Federal Reserve System hanno compiuto raramente.
Certamente la Federal Reserve serve i mercati finanziari, in quanto,
come banca centrale del paese, essa è necessariamente l’ultimo guardiano e
protettore di tutto il sistema finanziario. Nei momenti di forte crisi
finanziaria, la Fed è pronta ad assumere il suo classico ruolo di prestatore di
ultima istanza. In momenti di tranquillità, la Fed si occupa dell’integrità dei
mercati, della solidità finanziaria, dell’insorgere di bolle speculative, del
valore del dollaro, e di un’infinità di altre cose.
Capitolo I La struttura del Federal Reserve System
18
Tuttavia, nessuna di queste alternative – Presidente, Congresso,
banche, mercati finanziari – individua adeguatamente a chi debba
rispondere la Fed. Tale soggetto non può che essere l’intera nazione. Come
soleva spesso affermare Alan Blinder:
“…il mio lavoro consiste nel pormi al servizio di 260 milioni di
americani.”
4
D’altronde, data l’ampiezza del suo raggio d’azione e l’influenza pervasiva
che essa esercita su tutto il sistema economico e sociale, la Fed non può
rappresentare gruppi meno inclusivi.
Chi non è presente nel mondo finanziario, non riesce ad immaginare
quanto sia intensa l’attenzione dei media e dei mercati verso l’operato della
Fed. Vi è un atteggiamento “maniacale”, cioè un’attenzione spasmodica, nei
confronti della Federal Reserve: anche se non propriamente formale, questa
è, indubbiamente, l’espressione che riesce a descrivere meglio il
comportamento degli operatori dei mercati finanziari e della stampa
specializzata verso le operazioni condotte dalla Fed e verso i suoi membri.
La Fed deve servire l’interesse nazionale tramite la politica
monetaria, secondo quanto stabilito dal Federal Reserve Act, ossia dalla
legge istitutiva della Fed, e da successivi emendamenti, in cui il Congresso
ha demandato alla Fed di incentivare “il massimo livello occupazionale, la
stabilità dei prezzi, ed il contenimento dei tassi di interesse a lungo
termine.”
5
Sebbene gli obiettivi elencati siano tre, ci si riferisce spesso a
questa espressione come “duplice mandato” poiché l’obiettivo dei tassi di
interesse viene considerato ridondante, in quanto la stabilità dei prezzi
dovrebbe portare, quasi certamente, a tassi di interesse a lungo termine
moderati. Tale duplice mandato verrà osservato più approfonditamente nel
paragrafo seguente.
4
A. Blinder “Il Ruolo della Banca Centrale in una Democrazia” Rivista di Politica Economica (vol. I-
V 1998) pp. 143-163
5
Come dice espressamente il Federal Reserve Act (Sezione 2A): “Il Consiglio dei Governatori del
Federal Reserve System ed il Federal Open Market Committee devono mantenere una crescita di
lungo periodo degli aggregati monetari e creditizi commisurati con il potenziale di lungo periodo
dell’economia ad aumentare la produzione, così come promuovere effettivamente gli obiettivi di
massima occupazione, prezzi stabili, e moderare i tassi di interesse di lungo periodo.”
Capitolo I La struttura del Federal Reserve System
19
1.4. I compiti assegnati al Federal Reserve System
I compiti della Fed ricadono in quattro aree generali:
1. condurre la politica monetaria della nazione;
6
2. supervisionare e regolare le istituzioni bancarie e proteggere il
diritto di credito dei consumatori;
3. mantenere la stabilità del sistema finanziario;
4. fornire servizi finanziari sicuri al governo statunitense, al pubblico,
alle istituzioni finanziarie ed alle istituzioni estere ufficiali.
Il dilemma centrale della politica monetaria è il seguente: salvo che
il tasso di inflazione non risulti inferiore all’obiettivo di lungo periodo
fissato dalla Fed, e ciò non si verifica ormai da molto tempo, nel breve
periodo sussiste un trade-off tra i due obiettivi enunciati nel Federal Reserve
Act, ossia massima occupazione e stabilità dei prezzi, il cosiddetto duplice
mandato, enunciato nel precedente paragrafo. La Fed, per far scendere
l’inflazione, dovrebbe aumentare i tassi di interesse in misura tale da
contenere la spesa globale al di sotto della capacità produttiva
dell’economia. Ma così facendo ridurrebbe il livello occupazionale,
contrariamente al suo mandato, che indica di perseguire il livello di
occupazione più elevato possibile. Per cui la Fed, tramite la politica
monetaria, deve mantenere un equilibrio, estremamente delicato, tra i due
obiettivi: un compito estremamente difficile.
In linea di principio, sia la politica fiscale
7
che la politica monetaria
potrebbero agire da bilanciere, sostenendo la domanda aggregata, quando
questa mostrasse segni di flessione, e rallentandola quando, invece, si
mostrasse estremamente vivace. Attualmente, tuttavia, la politica monetaria
è in realtà l’unica politica perseguibile. E ciò non è valido solo per gli Stati
Uniti, ma per tutti i paesi industrializzati. La ragione è la seguente: il
6
Per politica monetaria ci si riferisce, in generale, alle azioni iniziate da una qualsiasi banca centrale
per influenzare la disponibilità ed il costo della moneta e del credito per raggiungere gli obiettivi
economici nazionali.
7
La politica fiscale è la politica del governo in materia di tassazione e di spesa.
Capitolo I La struttura del Federal Reserve System
20
bisogno di ridurre i larghi disavanzi pubblici impone, nei prossimi anni, una
politica fiscale mirata al contenimento della spesa globale,
indipendentemente dall’andamento delle variabili macroeconomiche.
Pertanto, l’arma fiscale della politica di stabilizzazione non è utilizzabile. In
realtà una banca centrale che decidesse di concentrare la propria azione
esclusivamente sul mantenimento della stabilità dei prezzi si dichiarerebbe
impotente di fronte alla disoccupazione.
Perciò, il motivo dell’esistenza del duplice mandato è tanto evidente
quanto convincente: la banca centrale è stata istituita per essere al servizio
della società che è profondamente preoccupata della variabilità dell’attività
economica. Per questa ragione la politica monetaria ha due obiettivi di base:
promuovere la massimizzazione della produzione e dell’occupazione e
promuovere la stabilità dei prezzi; obiettivi indicati nell’emendamento al
Federal Reserve Act del 1977.
Nel lungo periodo, la produzione e l’occupazione nell’economia
dipendono da fattori diversi dalla politica monetaria, ovvero la tecnologia e
le preferenze delle persone per il risparmio, l’investimento, e il lavoro.
Quindi, la dicitura “massima occupazione e produzione” sta a significare il
livello consistente con questi tre fattori nel lungo periodo.
Ma nei cicli economici la produzione e l’occupazione sono sopra o
sotto i loro livelli di lungo periodo. La politica monetaria non può aver
effetto sia sulla produzione che sull’occupazione nel lungo periodo, ma può
aver effetto su entrambe nel breve periodo. Per esempio, quando la domanda
si contrae e vi è una recessione, la Fed può stimolare l’economia –
temporaneamente – ed aiutarla a raggiungere un certo livello di produzione
abbassando i tassi di interesse. Inoltre, nel breve periodo, la Fed, come
molte altre banche centrali, si occupa della stabilizzazione dell’economia –
cioè, allineare i picchi verso l’alto e verso il basso nella produzione e
nell’occupazione intorno al loro percorso di crescita di lungo periodo.