4
quelli parlati nel territorio circostante; diversità, peraltro, ancora avvertita oggi, a distanza di un
secolo, dagli informatori scelti per il presente lavoro.
Anche don Giuseppe Ponchia, studioso e storico locale, alla fine degli anni sessanta, in un
suo trattato del Gruppo Cultori di Storia Montanarese così scrive a proposito “della caratteristica
pronuncia del nome di Montanaro in bocca ai Montanaresi. “Montanèr” essi dicono invariabilmente:
e l’accento con cui viene proferita questa parola è tutto speciale e proprio, quasi inimitabile per chi
non è Montanarese.” 4
Traspare, da queste affermazioni, sicuramente enfatizzate dall’attaccamento dei due
personaggi alle proprie radici, una traccia da percorrere e sviluppare a livello di indagine linguistica
costituita dal fatto che il dialetto montanarese viene sentito come “tutto speciale e proprio” forse
anche perché assorbe elementi fonetici, morfologici e lessicali propri di più aree linguistiche
differenti trovandosi il paese, dal punto di vista geografico, in un’area di transizione tra la parlata
torinese e quella canavesana, senza tralasciare gli influssi che possono derivare dalla pur vicina
area monferrina5.
Tale riflessione rientrerebbe peraltro in pieno nell’affermazione di G. Berruto il quale
asserisce che “le situazioni dialettali nel nostro paese sono microcosmi molto dinamici” e quindi
“non è possibile operare distinzioni subregionali (e spesso anche regionali) in base a criteri tout
court linguistici ‘interni’ una ricerca in tale direzione porterebbe molto probabilmente ad isolare
singoli ‘punti’, non aree di diffusione subregionali di varietà dialettali precisamente delimitate”.6
A conferma di quanto esposto avrò occasione nel corso di questo lavoro di sostenere, con i
dati linguistici rilevati per mezzo del questionario, che coesistono nel dialetto montanarese
4 Cfr. Don Giuseppe Ponchia, Gruppo “Cultori di Storia montanarese” vol. IV – Montanaro nella storia dell’Abbazia di Fruttuaria e del
Piemonte – Parte prima – Dalle origini alla fine del secolo XIII –Ivrea, Tipografia Bolognino, 1971.
5 In questa distinzione ho seguito la classificazione delle parlate piemontesi così come riportata da G. Berruto in Profilo dei dialetti
italiani- Vol. 1 – Piemonte e Valle d’Aosta – Pacini Editore – Pisa, 1974, pagg. 12 e 13
6 tratto da G. Berruto 1974 citato in nota 5 , pag. 13 nota 2
5
evoluzioni fonetiche proprie della “koinè”7, dove per “koinè” intendiamo il dialetto diffuso a livello
regionale e livellato sulla parlata di Torino, cosiddetto “torinese” - o “piemontese” tout court - ed
elementi propri dei dialetti della valle dell’Orco, cosiddetto “canavesano”.
Questo lavoro di ricerca intende indagare quindi, al di là dei giudizi rilasciati dai miei
compaesani attuali e passati, sull’evoluzione fonetica del dialetto di Montanaro per arrivare a
definire con precisione scientifica quanto percepito dai parlanti a livello intuitivo.
Montanaro – Le allée tra le bealére, la [ˡruza ˡgrɔsa] e la [ˡruza ˡʧeta]
7 derivato dal greco koinos, ‘comune’. Indica la lingua comune della Grecia ellenistica. Il termine assume nell’accezione moderna, per
estensione di significato, il valore di “comunità linguistica e culturale che si sovrappone ad una preesistente pluralità di aree linguistiche
e culturali” come riportato in Zingarelli, Vocabolario della Lingua Italiana, Milano, Zanichelli, 1972.
6
2. Il luogo indagato: Montanaro
2.1. Posizione geografica, territorio, popolazione
Montanaro si estende ai confini meridionali del Canavese, nella provincia di Torino sul
fondo della valle dell’Orco, poco prima che il maggior fiume canavesano si getti nel Po nei pressi di
Chivasso. Ha una superficie urbana di Kmq. 1,659 ed una superficie extraurbana di Kmq. 19,159 8
ad una altezza di circa 209 km medi sul livello del mare. Confina a nord ovest con l’abitato di
Foglizzo, a nord est con il comune di Caluso, a ovest con il comune di San Benigno Canavese e a
est e a sud con la città di Chivasso e le sue frazioni. Dista circa 27 Km da Torino. All’ultimo
censimento della popolazione si contavano 5.274 residenti, 5.414 secondo i dati aggiornati.9
Gli abitanti si chiamano montanaresi [muntana'rεi˙ s]. Dai dati desunti dagli archivi del
Comune e ufficializzati dall’Istat, l’evoluzione demografica di Montanaro è caratterizzata da un
decremento sostanziale che va dall’inizio del secolo fino al censimento del 1936 che, con 3588
residenti fa segnare il minimo storico di abitanti dall’unità d’Italia. Da quella data in poi il trend si
inverte e fa risalire il numero di abitanti fino ai circa 5000 degli anni ’70. L’inversione di tendenza va
certamente attribuita all’incremento naturale della popolazione negli anni del secondo dopoguerra
ma anche e soprattutto al flusso migratorio proveniente da altre regioni dovuto al forte fattore di
attrazione esercitato dalla vicinanza del paese alle aree produttive di Torino e di Ivrea. Sono
questi, infatti, gli anni d’oro del boom economico e dello splendore delle industrie meccaniche Fiat
ed Olivetti. Montanaro, d’altronde, si trova in una situazione di sostanziale equidistanza tra Torino
ed Ivrea e può contare sui collegamenti ferroviari con tutte e due le città trovandosi sulla direttrice
Torino-Chivasso-Aosta. L’immigrazione degli anni 60-70 è sostanzialmente extra-regionale con
8 Dati forniti dall’Ufficio Tecnico del Comune di Montanaro e desunti dal progetto preliminare di revisione completa del P.R.G.
9 Fonti: per i dati del censimento v. Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale, Serie generale n. 81 del 7/4/2003. I dati aggiornati si
riferiscono invece alla data del 02 aprile 2007 secondo quanto estratto dalle evidenze anagrafiche del Comune.
7
flussi provenienti soprattutto dalle regioni meridionali e dal Veneto per quanto riguarda il nord-est
d’Italia.
Dalla fine degli anni ’70 in poi la popolazione si è sostanzialmente stabilizzata ed i flussi
migratori sono frutto del normale andamento delle nascite e dei decessi e degli spostamenti
soprattutto da e verso altri centri della provincia o della regione.
Il grande flusso migratorio di popolazione meridionale negli anni sopra citati e l’esistenza di
grandi industrie che concentravano e favorivano i rapporti tra grandi numeri di persone ha fatto sì
che, come si desume anche dalle testimonianze degli informatori, il dialetto abbia subito una forte
pressione da parte dell’italiano. La popolazione indigena si è vista costretta, da un lato, a
confrontarsi con dialetti che marcavano una notevole distanza da quello locale e, dall’altro, a
trovare nella lingua nazionale il mezzo necessario per comunicare agevolmente all’interno delle
grandi industrie che polarizzavano la quasi totalità dell’occupazione. Non solo, l’aumentare
progressivo dei matrimoni di coniugi indigeni con immigrati ha fatto sì che l’italiano fosse il codice
comunicativo preferito all’interno della famiglia, con la conseguenza che ai figli veniva insegnato
solo l’italiano e non il dialetto. A tutto questo si aggiunga l’elevarsi del grado di istruzione degli
ultimi venti - trent’anni ed è così che Montanaro non è sfuggito a quel processo di regressione
nell’uso del dialetto che è caratteristico di tutto il nord Italia ma soprattutto del nord-ovest dove il
fenomeno si presenta in maniera più incisiva.
Ho ben presente quanto esposto essendo nativo di Montanaro e avendone riscontro anche da
quanto riportato dagli informatori di questa indagine. Ma ancor di più avendolo vissuto in prima
persona in quanto figlio di padre nativo del luogo e di madre siciliana immigrata proprio negli anni
del boom economico. E proprio in quegli anni, in cui l’uso del dialetto restava ancora ben radicato
quasi ovunque, io ne ho potuto acquisire soltanto la competenza passiva.
8
Posizione geografica di Montanaro rispetto al Canavese
2.2. A proposito del toponimo.
Occorre cercare di fare luce sull’origine del nome Montanaro che in bocca ai montanaresi
suona [muntaˡnɛr], con la contrazione in -ɛ del suffisso latino –arius10. Tale esito sarebbe in linea
con altri esiti di parole contenenti lo stesso suffisso nei dialetti canavesani come per esempio
[furˡnɛr] < FURNĀRIU, [mazˡlɛr] <MACELLĀRIU11. Infatti è come Vicus Montanarius che il nome
del paese è attestato fin dal 945 secondo Alda Rossebastiano12. Come già sottolineato dal
Ponchia13 è quindi da scartare l’ipotesi non suffragata da alcun documento o ritrovamento sulle
origini celtiche o umbre del toponimo in questione seguendo la pista del prefisso -nar, - che
10 V. per es. il punto 133 (Vico Canavese) dell’A.I.S (Atlante linguistico italo-svizzero - Sprach-und Sachatlas Italiens und der
Südschweiz, Zofingen 1928-1940) per l’esito di MACELLARIU>[maˡzler], it. macellaio (carta 244) o JANUARIU>[ʤeˡner], it. gennaio
sempre per lo stesso punto (carta 314).
11 Cfr. Zorner Lotte, I dialetti canavesani di Cuorgnè, Forno e dintorni, Torino, Edizioni Corsac, 1998, pag. 38.
12 Dizionario di Toponomastica – Storia e significato dei nomi geografici italiani – UTET, Torino, 1990-1997 a cura di G. Gasca
Queirazza, pag. 484. La citazione fa riferimento a quanto riportato in BSSS LXX, 9,6. e confermato personalmente dalla stessa prof.ssa
Rossebastiano che mi indica anche che il documento è annoverato tra gli atti dell’Archivio Capitolare di Vercelli.
13 Ponchia Giuseppe, Gruppo Cultori di Storia di Montanaro op. cit. in nota 4, pagg. 4-5.
9
qualcuno vuole di derivazione araba e non celtica14 - da cui deriverebbero i nomi del fiume umbro
Nar, attuale Nera, o altri toponimi dalmati e francesi, o il nome di popolazioni prelatine, e che
indicherebbe per Montanaro una regione alla confluenza tra le acque dell’Orco e del Malone, da
nahar, ‘fiume’ appunto. Il Pellegrini infatti ci dice “la conoscenza delle fonti arabe di Sicilia consente
di evitare inutili ipotesi etimologiche; così ad esempio per Naro (AG); la supposizione” che “insiste
sulla concorrenza dell’ar. nahar ‘fiume’ è subito destituita di fondamento”[…] ”dall’esistenza di nārū
nome evidentemente prearabico”.
Ma mentre concordo con il Ponchia sull’accantonamento di questa ipotesi appena
enunciata sicuramente devo discostarmi anche dalla sua personale spiegazione sull’origine del
nostro toponimo. Egli infatti teorizza una derivazione di Montanaro, dalle parole ‘monte’, in quanto
il borgo antico si trovava rialzato rispetto a chi proveniva dall’Orco, e ‘nero’ in quanto ricoperto di
selve scure, ipotesi che sarebbe supportata dalla menzione del paese come “Monteneiro” nella
bolla di Papa Clemente IV dell’anno 1265, che enumera le chiese appartenenti alla giurisdizione
dell’Abbazia di Fruttuaria.
Concordo pienamente invece con la tesi di Rossebastiano che, al di là dell’idea romantica
di ricercare l’etimo che ha dato origine al nome di questo paese in ambienti più o meno esotici,
richiama l’ipotesi ad oggi più credibile e che fa risalire il nome di Montanaro ad etimo latino. Tale
ipotesi lo legherebbe ad una attività di svernamento e di allevamento di greggi provenienti dalla
alta valle dell’Orco. Su questa ipotesi si fonda quindi la seguente definizione: “sarebbe costituito
per ellissi su (Vicus) Montanarius, attraverso il suff. –arius accostato all’agg. latino montanus
‘montano, di montagna ’, in quanto insediamento di montanari”15. L’etimo dell’aggettivo montanaro
ci viene in aiuto in questa ricostruzione e per chiarezza elenco alcune definizioni riportate da
autorevoli dizionari della lingua italiana:
14 Confronta G.B.Pellegrini – Toponomastica italiana – Milano, Hoelpi,1990 pag. 295, cap. IV punto 121.
15 Come riportato in: Nomi d’Italia, Origine e significato dei nomi geografici e di tutti i comuni, a cura di Renzo Ambrogio, Novara, Istituto
Geografico De Agostini Novara, 2004 che riporta la stessa definizione del Dizionario Utet di nota 9.
10
- montanàro s.m. e agg. (f. –a) [der. del lat. montanus “montano”, cfr. lat. mediev.
montanarius, montenarius]. (Treccani lingua e linguaggi)16
- montanàro: … dal lat. MONTĀNUS mediante una forma MONTANARIUS. (Vocabolario
Etimologico della Lingua Italiana di Ottorino Pianigiani)17
- montanàro, di montagna. Lat. montānus. (Dizionario degli Accademici della Crusca)18
A seguire la teoria del Ponchia, la trasposizione in italiano del toponimo avrebbe dovuto
rendere, al limite, Montenero e non Montanaro.
La pista latina rimane, quindi, almeno dal punto di vista linguistico, la più credibile.
2.3. Cenni sull’economia, sui servizi e sulle tradizioni del luogo indagato
Montanaro è un paese di tradizione agricola e l’agricoltura ancora oggi occupa una parte
importante, anche se ridotta rispetto ad un tempo, nell’economia locale. Le aziende agricole sono
88 quasi tutte a conduzione familiare coadiuvate da pochi addetti. Va evidenziato che il settore è
occupato da popolazione in età avanzata. In effetti, ad oggi, solo quattro aziende sono condotte da
giovani imprenditori agricoli e con sistemi di produzione moderni e meccanizzati. La produzione è
principalmente concentrata nella coltivazione di foraggi, cereali, soia, vivai di fiori e piante. E’
andata sostanzialmente estinguendosi negli ultimi anni l’attività di allevamento di suini e bovini.
I mestieri che storicamente contraddistinguono i montanaresi sono soprattutto due: quello
dei calzolai – tanto importante da dedicarci una via - ormai andato estinguendosi con l’affermarsi
dei consumi di massa e la produzione industriale e quello dei muratori. Il settore edile rappresenta
ancor oggi circa il 70% del totale complessivo delle circa 400 aziende artigianali esistenti. Si tratta,
anche in questo settore, come in quello agricolo, di aziende a prevalente conduzione familiare.
16 dal sito on-line http:// www.epsilan.it/treccani
17 dal sito on- line http://www.etimo.it
18 dal sito on-line http://vocabolario.signum.sns.it