3
Introduzione
L’obbiettivo della mia tesi è quello di fornire un ulteriore punto di vista da cui osservare
e meglio comprendere ciò che è accaduto in Grecia dal 2009 fino ad oggi. Il nuovo
angolo di lettura viene fornito dal lavoro di G.A. Akerlof e R.J. Shiller nel loro testo
“Spiriti Animali” nel quale, riprendendo un tema proprio della teoria keynesiana,
interpretano le crisi economiche del 1900 e inizio 2000 attraverso l’analisi degli spiriti
animali in economia. L’obbiettivo della mia tesi è quindi analizzare la crisi ellenica
tramite l’azione di questi spiriti animali, poiché se essi vengono tralasciati
nell’analizzare la crisi non se ne potrà comprendere appieno lo sviluppo e le sue origini.
La mia analisi della crisi greca si articola quindi sull’individuazione e sullo studio del
ruolo svolto dagli spiriti animali: fiducia, narrazione, corruzione, illusione monetaria ed
equità.
Il punto d’analisi economico proposto da Akerlof e Shiller è molto innovativo poiché
introduce meccanismi psicologici e sociologici, effettivamente presenti, per spiegare
quelle dinamiche createsi e che non trovano una risposta definitiva dalle spiegazioni
esclusivamente economiche. Lo studio effettuato dai due autori si concentra
prevalentemente nell’analizzare la presenza e l’azione degli spiriti animali nelle crisi
finanziari degli ultimi due secoli. La loro analisi si concentra soprattutto a livello dei
mercati finanziari e in particolare della sfera privata dell’economia.
La novità proposta nella mia tesi è quella di ricercare e studiare gli spiriti animali
economici nella vicenda greca, ponendo l’attenzione oltre che alla sfera privata anche a
quella pubblica.
La metodologia impiegata nello studio del “caso Grecia” consiste nell’analisi di articoli
di quotidiani italiani e internazionali, e di dati statistici forniti dai più importanti istituti
finanziari internazionali. Le notizie e i dati ottenuti sono stati poi riletti e analizzati sotto
l’ottica proposta nel testo “Spiriti animali”.
La tesi si articola partendo, nel primo capitolo, dalla ricostruzione di quanto è accaduto
in Grecia a seguito delle dichiarazioni rilasciate dal premier ellenico George
Papandreou in riferimento alla salute dei conti pubblici greci. La ricostruzione
comprende le conseguenze nazionali e internazionali della situazione delineatasi, le
4
soluzioni proposte e i piani attuati sia dal governo ellenico ma anche e soprattutto
dall’Unione europea e dal Fondo monetario Internazionale.
Nel secondo capitolo è stato preso in considerazione come banche e agenzie di rating
internazionali hanno agito e influito sul declino dei conti pubblici ellenici e sulla
conseguente perdita di credibilità del paese. Sono state evidenziate le profonde
implicazioni di Goldman Sachs e J. P. Morgan nella manipolazione dei dati ellenici e
l’inconsistenza della funzione preventiva delle agenzie di rating, nonché le soluzioni
proposte come la creazione di un’agenzia di rating europea (EMSA).
L’analisi dell’andamento dell’euro, nonché le sue ripercussioni sui media, e il rapporto
esistente fra le variazioni del cambio col dollaro e gli spiriti animali sono i punti centrali
del terzo capitolo.
Il capitolo successivo è stato dedicato all’introduzione e alla spiegazione del termine
spiriti animali, individuano punti d’incontro tra quanto accaduto in Grecia e quanto
riportato sul testo in analisi.
Il quinto capitolo analizza la presenza e l’azione svolta dalla fiducia in quanto spirito
animale durante la vicenda ellenica e come i mercati e le istituzioni abbiano agito in
seguito a variazioni a livello di fiducia.
Il sesto capitolo analizza la presenza delle narrazioni in quanto spirito animale. Esse
sono strettamente legate alla fiducia e permettono di evidenziare come il presentarsi di
storie o narrazioni abbia influito sulle dinamiche della crisi ellenica.
Il settimo capitolo è dedicato allo studio di quelle dinamiche antisociali che hanno avuto
un ruolo molto importante nel trascinare la Grecia nella situazione di crisi di fine 2009.
La corruzione e i comportamenti in mala fede, riscontrabili sia nella sfera privata
dell’economia sia in quella pubblica, hanno fortemente influito sul crearsi e
sull’aggravarsi della crisi economica, a cominciare dalla falsificazione dei dati del
bilancio pubblico.
Il capitolo ottavo è un capitolo di completamento della tesi di Akerlof e Shiller i cui
elementi, equità e illusione monetaria, si riscontrano marginalmente nella vicenda greca
rispetto agli altri spiriti animali. L’elemento più rilevante è sicuramente quello
dell’iniquità che l’evasione fiscale porta a livello sociale.
Il penultimo capitolo tratta l’analisi dei dati economici riguardanti la Grecia, le sue
condizioni pre e post crisi e le previsioni sul suo futuro. Vengono evidenziate alcune
5
peculiarità come la presenza di un tasso d’inflazione relativamente costante nonostante
un debito pubblico in continua espansione.
Infine, nel capitolo conclusivo sono state evidenziate la presenza e l’azione dei vari
spiriti animali durante la vicenda della crisi ellenica. Risulta quindi evidente come sia
possibile applicare la teoria esplicativa, proposta da Akerlof e Shiller, delle crisi anche
quando queste coinvolgono stati sovrani. L’individuazione degli spiriti animali per
spiegare e comprendere una crisi economico-finanziaria di uno stato sovrano è un
elemento fortemente innovativo, che permette di chiarire quelle situazioni che si sono
presentate e che la sola analisi economica non è in grado di cogliere o di darne la giusta
rilevanza.
6
1. Ricostruzione storica della crisi ellenica.
La crisi finanziaria mondiale dei sub-prime del 2008, che coinvolse alcune fra le più
grandi e importanti banche e istituzioni a livello mondiale, pose le basi per l’odierna
situazione ellenica. Un brusco rallentamento dell’economia greca, riscontrabile a livello
di tutti i più importanti indicatori macroeconomici, seguì la crisi del 2008 e si accentuò
a partire dalle dichiarazione d’ottobre del 2009 di George Papandreou nuovo primo
ministro greco. Il costante peggioramento dei conti ellenici risulta essere ben
evidenziato nell’analisi dei dati che vanno dal 2007 al 2009 riguardanti il deficit di
bilancio come evidenziato nella tabella sottostante (Tab 1.1).
Government deficit/surplus, debt and associated data
1
Anno % d’indebitamento netto
2007 -5.1
2008 -7.7
2009 -13.6
Tabella 1.1
La crisi ha amplificato il problema del disavanzo facendolo balzare in avanti di oltre 6
punti percentuali. A ciò vanno sommate le difficoltà economiche endemiche di un paese
fortemente ancorato su due settori: quello agricolo che vive, come accade in tutta
l’Unione, dei sussidi europei; e il terziario legato al turismo che nonostante abbia retto
sufficientemente bene non può essere l’elemento trainante dell’economia. Specialmente
in concomitanza di una crisi, come quella del 2008, che ha causato una contrazione del
credito e conseguentemente a una contrazione della spesa mondiale.
Tale scenario generale fu ulteriormente aggravato dalle dichiarazioni del neoeletto
primo ministro George Papandreou che evidenziò, il 19 ottobre due settimane dopo la
sua elezione, l’esistenza di forti divergenze tra i dati del governo uscente
2.
e l’effettivo
1
Eurostat http://appsso.eurostat.ec.europa.eu/nui/show.do?dataset=gov_dd_edpt1&lang=en (consultato
il 20/09/2010)
2
Guidato da Costas Karamanlis leader dello schieramento conservatore.
7
stato dei conti pubblici. Differenze che, come verranno poi dimostrate, non furono il
frutto di eventuali errori di valutazione ma il risultato di una vera e propria azione di
manipolazione dei dati; una situazione che il governo Karamanlis esasperò ma che
probabilmente coinvolse anche gli esecutivi precedenti. Il rapporto deficit / Pil risultò
difatti attestarsi attorno al 12-13% e cioè esattamente il doppio di quanto era stato
previsto. Il raddoppio di questo dato ebbe come conseguenza una revisione al rialzo del
debito pubblico da parte del ministro delle Finanze George Papaconstantinou che
stimerà un aumento al 120% del Pil. La Grecia, in seguito a questi nuovi dati si ritroverà
a essere il paese in seno all’Unione Europea con il debito in rapporto al Pil più alto: 300
miliardi di euro.
Anche le agenzie di rating presero atto e certificarono le difficoltà elleniche. La prima
agenzia di rating fu l’inglese Moody’s che il 29 ottobre decise di mettere sotto esame i
titoli greci a seguito del rialzo dei dati del deficit pubblico per il 2008 e il 2009 che
mostravano "un grave deterioramento delle finanze pubbliche”.
3
; la rilevanza della
revisione avvenuta a livello governativo fu ben espressa dalla stessa Moody’s tramite il
suo vicepresidente senior Arnaud Mares: "L'enormità della revisione è tale che Moody's
ribadisce le preoccupazioni di lungo termine sulla trasparenza e l’affidabilità delle
statistiche in Grecia”.
4
.
Il 5 novembre Papandreou annunciò in Parlamento l’avvio di un periodo di austerità per
il 2010 per «salvare il paese dal fallimento» e ridurre il deficit al 9,1%. La Commissione
europea, sempre più impaziente, aprì una procedura d’infrazione per deficit eccessivo e
chiese al Consiglio di mandare un monito ad Atene usando l'articolo 104.8 del Trattato
di Maastricht (che prevede di rendere pubbliche le raccomandazioni della Commissione
come forma di pressione). In un contesto di politica monetaria in cui la Bce era
intenzionata a ridurre la liquidità in circolazione la situazione greca pesò anche sulle
banche locali. Queste persero terreno in borsa sull'onda d’indiscrezioni secondo le quali
sarebbero state invitate a ridurre la loro esposizione in bond per favorire i prestiti alle
imprese
5
. Gli obiettivi dell’esecutivo Papandreou vennero però rallentati quasi subito
3
Il sole 24 Ore Radiocor http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-751817/grecia-moody-s-
mette-rating/#ixzz10GlfULvK (consultato il 23 settembre 2010 )
4
Ibidem
5
V. Da Rold, Grecia sull’orlo della bancarotta URL:
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Mondo/2009/11/grecia-orlo-
8
dall’Ocse la quale ritenne che tali contromisure fossero in effetti semplici
provvedimenti una tantum e che il disavanzo per il 2011 sarebbe risalito al 10%.
6
. I
proclami e la volontà di tentare una riduzione decisa del deficit non risultarono però
sufficienti anche perché vi fu contemporaneamente una forte azione speculativa;
l’azione si basava sulla scommessa di un deprezzamento della valuta comunitaria. La
speculazione si svolse su due binari paralleli e convergenti, vendendo cioè non solo
euro ma anche titoli di Stato dei Paesi più deboli dell’Unione. Grecia appunto, ma anche
Portogallo e Irlanda e guardando sul lungo termine, Italia e Spagna. L’incisività
dell’attività speculativa fu poi accentuata dall’impossibilità per la Banca centrale
europea di tamponare le falle e calmierare i prezzi tramite l’acquisto dei titoli di Stato
poiché il patto di stabilità lo impediva
7
; conseguentemente si assistette a un
allargamento dello spread fra titoli di stato grechi e i bund tedeschi.
Il deteriorarsi della situazione economica greca venne certificato e ulteriormente
aggravato dalle agenzie di rating, queste riposizionarono verso il basso il tasso di
affidabilità del debito del paese.
La tabella sottostante permette di avere una visione più completa di come le tre agenzie
di rating valutino i titoli
8
:
Rating Moody's Fitch S&P
AAA Aaa AAA AAA, AAA-
AA Aa, Aa1, Aa2, Aa3 AA, AA-, AA+ AA, AA-, AA+
A A, A1, A2, A3 A, A-, A+ A, A-, A+
BBB Baa, Baa1, Baa2,
Baa3
BBB, BBB-, BBB+ BBB, BBB-, BBB+
BB Ba, Ba1, Ba2, Ba3 BB, BB- BB+ BB, BB- BB+
B B, B1, B2, B3 B, B-, B+ B, B-, B+
bancarotta.shtml?uuid=71baf5d6-d5a6-11de-9e90-c4c9d04cccfb&DocRulesView=Libero (consultato il 5
ottobre 2010)
6
Ibidem
7
F. Ghira (16/02/2010 ) http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=30673 (22 settembre
2010)
8
L. Iezzi, V. Puledda, “Non siete tra i Paesi a rischio” la retromarcia di Moody’s, in “La Repubblica”, 6
maggio 2010, p.6
9
CCC Caa, Caa1, Caa2,
Caa3
CCC, CCC-, CCC+ CCC, CCC-, CCC+
CC Ca CC, CC-, CC+ CC, CC-, CC+
C C C, C-, C+ C
DDD DDD DDD DDD
DD DD DD DD
D D D D
Dopo Moody’s fu Poor’s & Standard, il 7 dicembre, a mettere i titoli ellenici sotto
“negative watch” per poi declassarli al livello di rating A-. Il giorno seguente giunse il
declassamento anche da parte di Moody’s, come conclusione delle analisi effettuate
partite a fine ottobre, secondo cui la nuova valutazione de i titoli greci era il livello
Baa3. Il colpo finale giunse il 9 dicembre quando Christopher Pryce, che effettuò il
declassamento della Grecia per l’agenzia Fitch Ratings, declassò i titoli di Atene a
livello BBB+ (livello di poco superiore al rating in cui un titolo viene definito
“spazzatura”) ritenendo che il rischio di default per la Grecia fosse fortissimo, se non
imminente e non confidando nella capacità della Bce di intervenire.
Durante le prime settimane di dicembre il primo ministro Papandreou e il ministro delle
finanze Papaconstantinou si adoperarono per contenere l’ondata di sfiducia che stava
colpendo il sistema economico – finanziario greco. L’azione fu tutta rivolta, oltre che a
tentare di risanare i conti disastrati, anche in un’ottica di salvaguardare e recuperare un
doppio binario di fiducia. Da un lato a livello di mercati internazionali e dall’altro
all’interno del sistema europeo di cui la Grecia fa parte dal 1981. Le prime richieste
rivolte dalla Grecia ai rappresentanti degli altri stati membri vi furono durante la
riunione dell’Eurogruppo per le Finanze a Bruxelles tenutasi l’1 dicembre; venne
richiesto più tempo per agire che clemenza. La presenza della Grecia all’interno
dell’Unione Europea complicò la partita in atto soprattutto a livello comunitario: da un
lato vi erano le implicazioni politiche e morali di un’eventuale mancato aiuto; dall’altro
la necessità di punire la Grecia in maniera equa in quanto una non-sanzione sarebbe
stata un colpo troppo duro per la credibilità e l’effettività del patto di stabilità,
10
contemporaneamente una sanzione eccessivamente alta avrebbe potuto portare ad
aggravare le difficoltà greche.
Contro le voci di un rischio di default della Grecia, che cominciarono a comparire, si
schierò anche il Commissario europeo per gli Affari Economici Joaquin Almunia: «La
Grecia di sicuro dovrà pagare di più per finanziare il debito. Ma il rischio di un suo
fallimento è vicino allo zero perché può contare sul sostegno dell'Unione europea»
9
.
Il premier socialista George Papandreou, in un discorso rivolto a una platea di
imprenditori e dirigenti sindacali, presentò un piano di riforme per cercare di far uscire
il Paese dalla peggiore crisi finanziaria degli ultimi decenni; fu lo stesso premier greco
ad affermare “..la Grecia ha perso ogni credibilità internazionale e rischia di essere
strangolata dal debito […] la situazione della Grecia è critica ed è necessario cambiare
oppure il paese rischia di affondare. Serve un new deal per salvare il paese..”
10
. Nel
suo primo piano il premier greco individuò nelle modalità con cui veniva gestita la
sanità, l’alto livello di corruzione e di evasione fiscale i principali problemi e quindi le
principali leve su cui agire per un immediato risanamento dei conti pubblici.
Il primo piano di Papandreou prevedeva dapprima una manovra volta a ridurre il
rapporto deficit pubblico/Pil greco sotto il 3% per il 2013 dal 12,7% che era previsto per
l’anno 2009 a seguito dei nuovi e corretti dati rilasciati dal governo. L’azione del piano
si articolava attraverso una forte riduzione della spesa pubblica che comprendeva un
congelamento dei salari dei dipendenti pubblici oltre i 2.000 euro, tagli e un tetto per i
salari e i bonus (che verranno tassati al 90%) dei manager, riduzione del 10% delle
spese operative del governo, un congelamento delle assunzioni pubbliche nel 2010 e un
criterio di turnover di 1 a 5 dal 2011 in poi. Anche il settore militare subirà una sensibile
riduzione per i successivi tre anni, vi saranno anche riduzioni degli uffici all'estero
dell'Ente del turismo e congelamenti nelle ambasciate, ministeri ed enti pubblici, e
9
A. Cerretelli, Atene in crisi chiede tempo, Il Sole 24 Ore, 1/12/2009
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Mondo/2009/12/atene-crisi.shtml?uuid=d29c9d98-de4b-
11de-b599-676c1219796a (consultato il 3 settembre 2010)
10
Grecia, Papandreou presenta il piano anticrisi: «Rapporto debito/pil sotto il 3% nel 2013», La
Repubblica, 4 dicembre 2009, URL:
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2009/12/grecia-piano-anticrisi-
papandreou.shtml?uuid=e2e537d0-e8e3-11de-be1e-ee0c91f83916&DocRulesView=Libero&fromSearch
(consultato il 13 settembre 2010)
11
infine una riduzione delle spese elettorali grazie ad una nuova legge. Il tutto
accompagnato da un aumento degli investimenti pubblici fino al 4,2% del Pil nel 2010
per accelerare l'assorbimento dei fondi europei anche attraverso l’avvio di forti riforme
volte a favorire gli investimenti internazionali.
Nonostante il piano di Papandreou le voci e le opinioni internazionali riguardo la
possibilità del rischio di default della Grecia si fecero sempre più insistenti tanto ché,
nell’arco di meno di una settimana dalla presentazione del piano, il premier e il ministro
delle finanze furono costretti a muoversi per contrastare queste voci. Sarà proprio in
conseguenza al declassamento da parte di Fitch che il ministro delle Finanze George
Papaconstantinou dichiarerà alla tv Bloomberg: «Ci stiamo muovendo nella giusta
direzione per rassicurare i mercati e i cittadini»
11
. L’azione di ripristino della credibilità
greca proseguì anche a livello comunitario quando, l’8 dicembre 2009, fu nuovamente
Almunia a precisare: “..l'esecutivo Ue è pronto ad assistere il governo greco nel
mettere a punto un programma di risanamento e di riforme complessivo, nel quadro
delle misure previste dal trattato per gli Stati membri della zona euro […] prendiamo
atto del fatto che la sostenibilità delle finanze pubbliche in Grecia attira l'attenzione dei
mercati finanziari e delle agenzie di rating; la situazione difficile in uno Stato membro
della zona euro è una questione che riguarda tutta l'area dell'euro”
12
. Riguardo ai piani
messi in atto da parte del governo greco il Commissario Almunia li giudicò
positivamente rivolti verso la giusta direzione anche se migliorabili
13
. Il rapporto fra
l’establishment greco e il mondo comunitario continuerà a muoversi fra avvicinamenti e
prese di distanze, se Almunia mostra segni di avvicinamento la risposta greca è forse
più dura di quanto ci si aspetterebbe ed è riscontrabile nelle parole del premier greco:
"La Grecia conta sulle proprie forze, non aspettiamo l'arrivo di un salvatore […]
abbiamo davanti una dura battaglia da combattere, ma la strada che conduce alla
stabilità fiscale è la sola che possa consentire alla Grecia di mantenere i suoi diritti di
11
Crisi Grecia, ministro delle Finanze: “Ristabiliremo i bilanci”, La Stampa, 09/12/2009,
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/200912articoli/50225girata.asp (consultato il 10
settembre 2010)
12
S. Bennewitz, Produzione tedesca e debito greco affondano le Borse europee, in: “La Repubblica”,
8/12/2009. p.25
13
Almunia se ofrece a ayudar a Grecia para diseñar un programa de consolidación fiscal ( 8/12/2009 )
http://www.cincodias.com/articulo/economia/Almunia-ofrece-ayudar-Grecia-disenar-programa-
consolidacion-fiscal/20091208cdscdseco_14/cdseco/
12
sovranità"
14
. Successivamente venne presentato il piano alla Commissione Europea
all'inizio di gennaio, si trattava un piano quadriennale che conteneva misure sul fronte
pensionistico, fiscale e di supporto alla crescita dell'economia. Le preoccupazioni
riguardanti la situazione del debito greco aumentarono tanto da portare il ministro degli
Esteri svedese, paese presidente di turno in quel periodo, Cecilia Malmstrom a definirlo
molto grave
15
. Condivideva tali preoccupazioni anche il presidente della Banca centrale
europea Jean-Claude Trichet secondo cui stava per iniziare un periodo di forti
mutamenti all’interno dell’economia greca frutto della necessità di “..misure molto
coraggiose e molto difficili, ma assolutamente necessarie da prendere”. Nel contempo i
conti ellenici e gli asset finanziari continuarono a peggiorare in quanto i piani di stimolo
per il rientro delle passività finanziare, frutto della crisi dei sub prime, non sembrarono
funzionare. Il rendimento dei titoli di Stato decennali crebbe fino a toccare quota 5,39
per cento, contro il 3,04 per cento dei Bund tedeschi. Questo elemento contribuì a
ridurre la fiducia degli investitori penalizzando i buoni del tesoro a scapito di altri
prodotti a minor rischio
16
. Contemporaneamente giunse anche la conferma, tramite il
vice ministro delle finanze greche Philippos Sahinidis, del raggiungimento di quota 300
miliardi di Euro di debito, il livello più alto della storia greca. I timori riguardanti le
ripercussioni all’interno della zona U.E. erano fortemente legati a un eventuale default
del sistema Grecia. Questo, dal momento che anche Atene aderisce alla moneta unica,
avrebbe comportato che un suo fallimento avrebbe causato una lacuna nel capitale della
Banca centrale europea (Bce), di cui la Banca di Grecia è sottoscrittrice all’1,9649 per
cento. A fronte di questo tutte le altre banche centrali nazionali avrebbero avuto
l’obbligo di ripristinare l’assetto monetario della Bce tramite un’iniezione di liquidità di
113,2 milioni di euro rappresentante la quota della Banca di Grecia nella Bce. Senza
14
La Grecia affronta la crisi del debito “risanare per difendere la sovranità”, La Repubblica
(9/12/2009), URL:
http://www.repubblica.it/economia/2009/12/09/news/la_grecia_affronta_la_crisi_del_debito_risanare_per
_difendere_sovranita_-1820833/ (consultato il 18 settembre 2010)
15
La situazione del debito greco è grave, Il Corriere della sera ( 10/12/2009 ), URL:
http://www.corriere.it/economia/09_dicembre_10/grecia-situazione-economica-ue_d5873ac6-e590-11de-
9093-00144f02aabc.shtml (consultato ilo 16 settembre 2010)
16
Se l’Europa si perde la Grecia, Il Riformista, ( 10/12/2009 ), URL:
http://congiuntura.wordpress.com/2009/12/10/se-leuropa-si-perde-la-grecia
13
contare il rischio su tutti gli asset governativi detenuti dagli altri Stati
17
. Dopo 5 giorni di
dibattito il 23 dicembre 2009 il governo greco varò, con 160 voti a favore e 139 contrari
all’interno dell’assemblea unicamerale, un’impegnativa finanziaria volta al risanamento
dei conti pubblici chiesto dai mercati e dall’Europa. Si trattava di una manovra il cui
fine era quello di ridurre al 3,6% il deficit sul Pil nel 2010 e che sarebbe avvenuta
tramite tagli alla spesa pubblica, parziale congelamento dei salari, lotta all’evasione e
redistribuzione fiscale
18
.
La riduzione dovrebbe portare al 9,1% per il 2010 e, tramite ulteriori manovre, all’8,7%
per il 2011; alle prime manifestazioni di dubbi risposero il ministro delle Finanze G.
Papaconstantinou: “There is no margin for error. The only margin there is to improve
our targets, and that is why we ... are aiming for a 4-point reduction in the deficit.”
19
e lo
stesso primo ministro “Gli antidolorifici non bastano a risolvere i sintomi dei nostri
problemi. Le politiche a breve termine non bastano per piacere alle agenzie di rating,
non bastano per avere profondi cambiamenti, necessari alla sopravvivenza e alla
competitività della nostra economia”
20
. Il bilancio per il 2010 verrebbe raggiunto
attraverso un’azione congiunta da 8 miliardi di € fra riduzione della spesa e aumento del
prelievo fiscale; per quanto riguardava i tagli si prevedeva una riduzione del 10% circa
sulla spesa previdenziale accompagnata da un congelamento nelle assunzioni nel settore
pubblico. Nell’opera di ridimensionamento vennero coinvolte anche le forze armate e
l’ente per il turismo che si troverò costretto a ridurre di un terzo i suoi uffici siti al di
fuori della Grecia. L’azione di governo non si limitò esclusivamente all’ambito
pubblico ma coinvolse anche il privato come dimostrato dall’incremento del 90% del
prelievo fiscale per i ruoli dirigenziali delle associazioni bancarie mediante una nuova
17
Se l’Europa si perde la Grecia, Il Riformista, ( 10/12/2009 ), URL:
http://congiuntura.wordpress.com/2009/12/10/se-leuropa-si-perde-la-grecia (consultato il 14 settembre
2010)
18
Grecia, finanziaria approvata con pesanti tagli alla spesa, Il Sole 24 Ore, (24/12/2009), URL:
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Mondo/2009/12/grecia-taglio-
budget.shtml?uuid=51e62982-f082-11de-b106-0a4db324e140&DocRulesView=Libero (consultato il 14
settembre 2010)
19
Greece passes austerity budget amid debt crisis, The Boston Glob, ( 24/12/2009 ), URL:
http://www.boston.com/business/articles/2009/12/24/greece_passes_austerity_budget_amid_debt_crisis
(consultato il 25 settembre 2010)
20
Grecia approvata la finanziaria 2010, Euronews ( 24/12/2009 ), URL:
http://it.euronews.net/2009/12/24/grecia-approvata-finanziaria-2010/ (consultato il 1 ottobre 2010)