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2 Concetti affini
“Il crowdsourcing non si esaurisce con una singola strategia. Si tratta di un
termine “ombrello” che racchiude un gruppo di approcci molto diversi i quali,
però, condividono un attributo piuttosto ovvio: dipendono tutti da un certo livel-
lo di contribuzione da parte degli utenti. Ma la natura di tale contribuzione può
cambiare radicalmente (a seconda del progetto n.d.r.)”
45
.
Tramite queste parole Jeff Howe suggerisce come le diverse applicazioni del crowd-
sourcing siano innumerevoli, tanto quanto lo sono i diversi obiettivi di ciascuna inizia-
tiva.
Come già precisato in precedenza, è proprio la definizione degli obiettivi lo step cru-
ciale per la progettazione di un’iniziativa di crowdsourcing, in quanto è da questi che
dipende la sua impostazione.
2.1 Crowdfunding
L’obiettivo principale – non l’unico, come si spiegherà in seguito – di un’iniziativa di
crowdfunding è quello di raccogliere piccole o grandi quantità di denaro che servi-
ranno a finanziare qualsivoglia ente, business o progetto.
Gli utenti desiderosi di contribuire economicamente al lancio di un nuovo prodotto o
servizio possono utilizzare la rete per donare l’ammontare di denaro da loro deside-
rato. Esempio famoso di crowdfunding è dato dalla piattaforma Kickstarter.com
all’interno della quale chiunque pensi di avere un’idea originale e, soprattutto, spen-
dibile ha la possibilità di pubblicarne una presentazione e chiedere ai membri della
community un finanziamento.
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45 HOWE, Jeff, Crowdsourcing: why the power of the crowd is driving the future of business, New
York: Three Rivers Press, 2008, traduzione a cura dell’autrice.!
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Figura 2.1.1 – Kickstarter’s projects divided in 15 categories
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Si può ricorrere al crowdfunding per diverse motivazioni, Fabio Allegreni, digital me-
dia advisor e fondatore di Digital Media Partner e di Crowdfunding Buzz, ne distingue
quattro:
1) Realizzare e lanciare un nuovo prodotto
2) Accelerare un business già esistente o testare suoi nuovi prodotti sul mercato,
3) Aiutare un ente non-profit o una causa benefica
4) Finanziare progetti di pubblica utilità
A seconda dei propri obiettivi si può scegliere di servirsi di una (o più) tra quattro tipo-
logie differenti di crowdfunding:
• Donation crowdfunding
• Reward crowdfunding
• Lending crowdfunding
• Equity crowdfunding
Con il donation crowdfunding, il soggetto richiedente non offre nulla in cambio al fi-
nanziamento ricevuto che prende, quindi, la forma di una donazione vera e propria.
Questa tipologia di finanziamento risulta particolarmente adatta quando i fondi rac-
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46 Immagine tratta da: kickstarter.com [online], disponibile all’indirizzo:
https://www.kickstarter.com/discover?ref=nav. (Consultato il 20/9/15).!
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colti sono destinati a enti non-profit e alla realizzazione di opere pubbliche o benefi-
che.
Il reward crowdfunding risulta, invece, applicabile a qualsiasi iniziativa di finanzia-
mento, con esso l’investitore riceve qualcosa a fronte del suo impegno economico:
c’è chi mette a disposizione un certo numero di copie del proprio CD, chi decide di
inserire il nome del benefattore tra i ringraziamenti del proprio libro o film o chi offre
una prova gratuita del proprio servizio. Chiaramente il valore della ricompensa è
strettamente legato all’entità del finanziamento.
Il lending crowdfunding assume una forma leggermente diversa: in questo caso il
soggetto richiedente si prende l’impegno di restituire interamente il finanziamento ri-
cevuto - con tanto di interessi - una volta che il proprio business avrà preso piede e,
comunque, non oltre un certo lasso di tempo prestabilito.
Considerate le caratteristiche particolari, questa tipologia di crowdfunding risulta
compatibile solo con il lancio di un nuovo prodotto o servizio.
L’ultima forma di crowdfunding, l’equity crowdfunding, consiste nel donare quote fi-
nanziarie della propria azienda a fronte del finanziamento ricevuto ed è quindi prefe-
ribile solo nel caso in cui il soggetto stia cercando di accelerare l’attività di un busi-
ness già esistente o di crearne eventualmente uno da zero. Tramite equity crowdfun-
ding, quindi, il finanziatore diventa anche socio dell’azienda finanziata.
Quando ci si vuole affidare a un progetto di crowdfunding è necessario percorrere
quattro step.
Step numero 1: fattibilità. È di fondamentale importanza, prima di tutto, stabilire il va-
lore dell’iniziativa in questione, capire, quindi, se possiede le caratteristiche per de-
collare all’interno del proprio ambiente competitivo di riferimento. Dopodiché va defi-
nito il fabbisogno economico, ovvero l’entità dei fondi necessari. Da ultimo, va verifi-
cato il bacino di riferimento, stabilito cioè il proprio target in modo da poter confezio-
nare in seguito la comunicazione più adatta a raggiungerlo.
Step numero 2: progettazione. A questo punto è necessario definire obiettivi e costi
del proprio business o iniziativa e quindi decidere a quale tipologia di crowdfunding
affidarsi. Successivamente va individuata la piattaforma che ospiterà la raccolta fondi
la quale dovrà essere frequentata principalmente dal target scelto durante lo step 1.
Arriva poi il momento di confezionare la presentazione della propria idea e della suc-
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cessiva campagna di comunicazione. Vanno infine analizzati tutti gli aspetti legali e
fiscali legati al finanziamento.
Step numero 3: implementazione. Durante questa fase viene messo in pratica tutto
ciò che è stato progettato durante lo step 2, parte quindi la comunicazione e
l’interazione con i sostenitori e i sottoscrittori e vengono mantenuti i rapporti con gli
sviluppatori della piattaforma.
Step numero 4: closing. I finanziatori vengono scelti e, nel momento in cui l’obiettivo
finanziario viene raggiunto, questi sono diventano i maggiori interlocutori aziendali.
Vengono definiti nel dettaglio i rapporti legali e fiscali e vengono pianificate le azioni
post-closing.
Immagine 2.1.1 – step iniziativa di crowdfunding
47
Come anticipato in apertura al paragrafo, la raccolta di fondi non è l’unico obiettivo di
un’iniziativa di crowdfunding.
Il crowdfunding, infatti, può essere un importante elemento da inserire all’interno del
marketing mix in quanto questo: è in grado di fornire validazione alla idea in questio-
ne, considerando che, per ottenere il finanziamento, questa viene già sottoposta a un
pubblico di potenziali consumatori; da la possibilità al soggetto richiedente di ricevere
feedback dalla community attorno alle caratteristiche specifiche del prodotto/servizio
offerto; può costituire una sorta di pre-selling all’interno di una strategia di reward
crowdfunding, in quanto una possibile ricompensa potrebbe essere il prodotto stesso
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47 Immagine tratta da digitalmediapartner.it [online], disponibile all’indirizzo:
http://www.digitalmediapartner.it/home/consulenza-crowdfunding (Consultato il 5/08/15).!
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che, in questo modo, entra nelle case dei consumatori ancora prima di essere lancia-
to sul mercato; da ultimo, costituisce un notevole canale di comunicazione con il
pubblico.
Un’iniziativa di crowdfunding senza dubbio degna di nota è quella lanciata
dall’inglese Thom Feeney il quale i primi di luglio di quest’anno ha usufruito della
piattaforma Indiegogo.com per esortare i cittadini europei a donare poco più 3€ per
aiutare la Grecia ad uscire dalla crisi economica. L’obiettivo del 29enne era quello di
raccogliere 1.6 mld €, somma necessaria alla Grecia per ripagare tutti i suoi creditori,
offrendo ai finanziatori, in linea con la tipologia reward crowdfunding, prodotti tipici
come il formaggio feta, le olive, il liquore ouzo o del vino Assyrtiko, una cartolina raf-
figurante l’ex primo ministro Alexīs Tsipras o addirittura un viaggio in una delle
splendide isole greche per i più generosi.
In pochi giorni Feeney è riuscito a raccogliere 1.6 mln di € provenienti soprattutto da
Germania, Francia, Stati Uniti e Spagna e, nonostante non abbia raggiunto l’obiettivo
prestabilito, è riuscito a dimostrare come il crowdfunding non abbia limiti né confini.
2.2 User innovation e open innovation
Si è stabilito finora come il crowdsourcing sia un modello di problem solving, in quan-
to consiste nel utilizzare la gente come fonte di expertise o di idee che potrebbero
contribuire alla risoluzione di un determinato problema.
Visto con gli occhi dei dipartimenti ricerca e sviluppo delle organizzazioni, “problem
solving” potrebbe essere considerato come sinonimo di innovazione.
Concetti affini a quello di crowdsourcing sono infatti quello di user innovation e open
innovation. Si ha user innovation quando i consumatori di un determinato prodotto vi
apportano spontaneamente delle modifiche che vengono poi incorporate nel prodotto
dall’azienda stessa, tantissimi sport estremi hanno visto la luce proprio grazie a mo-
difiche apportate dagli atleti ad attrezzi utilizzati in sport differenti.
L’open innovation non è altro che un’evoluzione naturale dell’user innovation: in que-
sto caso è l’organizzazione stessa a invitare chiunque non ne faccia parte a contri-