Il presente lavoro si propone di analizzare il
Customer Relationship Management e in particolare
il CRM On Demand di Oracle, azienda leader nella
creazione di
applicazioni CRM (software per il management
d’impresa), e di come questo specifico strumento
possa configurarsi come leva di branding di Oracle
per il raggiungimento del vantaggio competitivo
aziendale.
Nella prima parte del lavoro viene descritto lo
scenario economico attuale nel quale si inserisce il
Customer Relationship Management. In particolare il
primo capitolo affronta la tematica dall’avvento del
marketing relazionale fino a giungere alla
definizione di CRM, ponendo l’accento anche
sull’importanza dell’informazione e dunque della
sua gestione attraverso sistemi di Knowledge
Management; esso continua con la descrizione della
struttura e dell’architettura tecnologica di un
sistema di CRM, esponendo non solo le tipologie
esistenti, ma anche gli strumenti e le applicazioni
2
che lo costituiscono. Viene quindi evidenziato come
il vantaggio competitivo delle imprese che orientano
i loro processi di marketing alla creazione di valore
superiore per i clienti è dato dalla creazione di
stabili relazioni con essi.
Nel secondo capitolo si analizza il mercato in cui
inserisce e opera l’ azienda Oracle, ovvero quello
del business to business, e lo strumento utilizzato è
il “Modello delle 5 dimensioni”, il quale consente di
sottolineare l’importanza che riveste il CRM On
Demand all’interno dell’azienda; in generale questo
modello favorisce una migliore definizione del
posizionamento sul mercato . Viene poi illustrata
l’analisi del brand di Oracle effettuata attraverso gli
strumenti della Customer-Based Brand Equity,
ovvero la Piramide di Keller e del DAD Framework,
ovvero il modello del tempio della Predovic, i quali
evidenziano i valori di credibilità, qualità ed
affidabilità come driver del brand Oracle. Infine
sono esposte le motivazioni per le quali nell’odierno
contesto competitivo, la gestione strategica delle
3
relazioni con i clienti , e in particolare il CRM On
Demand di Oracle, è uno dei principali fattori critici
di successo delle imprese.
Il terzo capitolo infine analizza e descrive lo
strumento del CRM On Demand di Oracle.
Inizialmente sono presentate le caratteristiche
differenziali del CRM On Demand confrontate con
una strategia di CRM On Premise; di seguito
riprendendo l’ analisi del brand esposta nel secondo
capitolo si evidenzia come e perché la brand
identity di Oracle sia influenzata dalla tecnologia di
prodotto. In conclusione sono descritti alcuni
esempi di enti pubblici ed aziende che affidando la
loro piattaforma IT ad Oracle sono riusciti a
migliorare le loro performance in termini di
knowledge management, acquisendo valore
aggiunto dunque vantaggio competitivo.
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5
Capitolo 1
CUSTOMER RELATIONSHIP MANAGEMENT COME
STRATEGIA DI IMPRESA NELL’ ATTUALE
SCENARIO ECONOMICO
1.1 Passaggio dal Marketing tradizionale al
Marketing Relazionale One-to-One
Negli anni ’60 l’AMA
1
definisce il marketing come
“l’insieme delle attività d’affari necessarie per
trasferire prodotti e servizi dal produttore al
consumatore e/o utilizzatore”. Per tutti gli anni
dominati dalla produzione di massa, l’attenzione
del marketing si concentra essenzialmente sulla
vendita di prodotti standard di basso costo a grandi
mercati omogenei. E’ un marketing orientato alla
produzione più che al cliente, e parte dall’assunto
che il pubblico sia sensibile soprattutto al prezzo.
Questo modo di intendere il marketing deriva da
una visione del sistema economico che viene
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1
American Marketing Association
codificato da Henry Ford nel primo trentennio del
Novecento, e che è il risultato di una trasformazione
sociale di ampia portata. Le imprese orientate alla
produzione tendono a concentrare la loro
attenzione sull’ottenimento di beni standardizzati
con un’elevata efficienza produttiva,
preoccupandosi, al tempo stesso, di un’efficace
distribuzione dei loro prodotti. Questo
orientamento viene in genere considerato tipico di
situazioni in cui la domanda potenziale supera
l’offerta.
Successivamente si afferma una visione strategica
del marketing, che fa perno sulla pianificazione ed
utilizza come strumento fondamentale la
segmentazione. L’aspetto che diventa fondamentale
nel marketing, oltre a quello operativo tradizionale,
è l’aspetto strategico. L’obiettivo primario della
strategia è guidare le decisioni manageriali al
raggiungimento di risultati di eccellenza mediante
la ricerca di un vantaggio competitivo significativo e
sostenibile. L’attenzione è rivolta ad indicare come
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l’impresa possa ottenere, sviluppare e difendere nel
tempo un vantaggio competitivo nei confronti dei
concorrenti, che consenta di appropriarsi di una
quota più elevata del valore prodotto nel settore. I
passi fondamentali di una pianificazione strategica
comprendono la definizione di una missione
aziendale (ossia l’insieme dei valori dell’impresa e
della filosofia gestionale che pervade tutte le
decisioni aziendali), l’analisi dei punti di forza e di
debolezza dell’azienda (secondo il quale la
formulazione della strategia deve fondarsi
sull’analisi delle minacce/opportunità dell’ambiente
e dei punti di forza/debolezza dell’impresa), la
definizione e la gestione di un portafoglio di attività
(cioè la scelta delle Aree Strategiche d’Affari in cui
operare, la definizione del ruolo che ognuna di esse
deve svolgere, l’attribuzione delle risorse, il
coordinamento e la ricerca di sinergie)
2
.
8
2
Kotler P., Il marketing dalla A alla Z, EdiText, Torino, 2003
L’evoluzione strutturale che ha avuto la società
dagli anni ottanta sino ai giorni nostri, la crisi
economica, un mercato quasi saturo e una domanda
instabile, hanno imposto all’impresa la necessità di
ripensare alla propria offerta: la produzione di
massa risulta essere inadeguata e comincia a
prendere piede, quindi, un nuovo modello di
marketing basato sulla personalizzazione del
prodotto e del servizio.
Se nel marketing tradizionale il successo viene
valutato in termini di crescita della quota di
mercato, con il marketing one-to-one
3
il parametro
diventa la “quota cliente”. La società di massa sta
ormai lasciando il posto all’individuo, grazie
soprattutto alla tecnologia che oggi è in grado di
fornire beni e servizi “su misura” a basso costo.
Oggi infatti i progressi realizzati in molti campi
della produzione di beni e servizi consentono di
realizzare una produzione di massa di tipo
9
3
Ferrari A., Orientamento al cliente. Il Customer relationship management
come strategia d’ impresa, FrancoAngeli, Milano, 2004
personalizzato. Ciò è stato reso possibile dalla
convergenza di tre fattori:
∞
lo sviluppo di processi di produzione di mass
customized;
∞
l’ adozione da parte di un numero crescente
di imprese di sistemi di monitoraggio della
clientela tali da poter consentire lo
svolgimento di relazione one- to- one tra
impresa e cliente;
∞
la diffusione della cultura CRM (Customer
Relationship Management).
Il marketing relazionale (relationship marketing)
costituisce una svolta significativa nel paradigma
del marketing; si passa da una valutazione
esclusivamente in termini di competizione e
conflitto alla valutazione in termini di reciproca
interdipendenza e cooperazione.
Il tradizionale marketing transazionale tendeva a
ignorare le relazioni e la loro costruzione. In esso le
transazioni sono trattate come eventi isolati,
“ignorando gli aspetti di relazione del
10
comportamento acquirente-venditore”. Le
transazioni isolate sono caratterizzate da
comunicazioni molto limitate e da contenuti
ristretti, in esse le relazioni personali sono minime e
l’identità delle parti può essere sconosciuta, non ci
sono contrattazioni prolungate, non vengono
sostenuti sforzi congiunti per definire la prestazione
e pianificarla in tempo e il pagamento conclude la
transazione. E’ adottato un meccanismo “stimolo-
risposta” per spiegare le reazioni degli acquirenti. Si
presuppone che solo il venditore assuma un ruolo
attivo nel processo di scambio, ovvero ponga in atto
politiche intenzionalmente dirette a condizionare i
comportamenti dei partner. Il consumatore, invece,
non essendo in grado di specificare autonomamente
le sue aspettative né di partecipare attivamente alla
progettazione dei prodotti, deve necessariamente
operare le sue scelte tra le alternative che gli
vengono prospettate dall’offerta. Inoltre
l’acquirente, singolarmente considerato, non
dispone di forza contrattuale per la bassa incidenza
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dei suoi acquisti sul fatturato del venditore, quindi,
non è in grado di negoziare né le caratteristiche del
prodotto della prestazione che intende ottenere, né
le condizioni della transazione.
Il meccanismo “stimolo-risposta” che nell’approccio
microeconomico “governa” i rapporti impresa-
mercato in una logica di scambio product-for-
money può trovare una significativa integrazione
nel concetto di strategia di relazione, che
sottintende la gestione del rapporto impresa-
mercato come management di un insieme integrato
di relazioni con altre organizzazioni (in particolare
clienti, fornitori e concorrenti). Emerge un concetto
chiave per comprendere le logiche vincenti di
gestione del rapporto impresa-mercato: quello di
relazione, e di partnership in particolare. Con
specifico riferimento alla gestione del rapporto con
il cliente, la categoria della relazione si presenta
come la più adeguata per individuare una proficua
modalità attraverso cui impostare il rapporto con la
domanda: l’impresa dovrebbe cercare di instaurare
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con il cliente non un rapporto di scambio, ma una
relazione finalizzata al continuo monitoraggio dei
bisogni e al loro soddisfacimento attraverso
capacità di customizzazione dell’offerta su basi
individuali.
La consapevolezza che il cliente sta diventando una
risorsa sempre più scarsa, obbliga ora le imprese a
concentrarsi sulla continuità della relazione con il
cliente stesso come condizione per garantirsi
redditività e sopravvivenza nel lungo periodo.
Si passa dal marketing transazionale, che focalizza
la propria attenzione sulla relazione di scambio e
quindi sulla transazione di beni, al marketing
relazionale, che pone alle sue fondamenta la
relazione unica, bidirezionale e proattiva tra
l’individuo e l’organizzazione, un marketing in cui il
consumatore è parte integrante dei processi
aziendali.
Il marketing relazionale trova alcune delle sue
teorizzazioni più interessanti in seno agli studi sul
marketing dei servizi: nel mercato dei servizi è
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infatti fondamentale la percezione del cliente.
Gronroos stabilì una definizione di marketing in
termini di relazione nell’ambito dei servizi: “lo
scopo del marketing è stabilire, mantenere,
accrescere ed ampliare le relazioni con i clienti
cosicché gli obiettivi delle parti coinvolte si
incontrino. Questo è ottenuto tramite uno scambio
reciproco e l’adempimento delle promesse fatte”
4
.
Sempre secondo Gronroos, la complessità delle
variabili da gestire nel marketing dei servizi
(immaterialità, inseparabilità tra la produzione e il
consumo, deperibilità, eterogeneità) implica
l’utilizzo coordinato di tre approcci al marketing:
∞
il marketing <<esterno>> tradizionale, gestito
dagli specialisti, che deve convincere i clienti
potenziali ad entrare in contatto con l’impresa;
∞
il marketing interno, che deve qualificare,
orientare e motivare i dipendenti;
14
4
Costabile M., Il capitale relazionale dell'impresa: gestione delle relazioni e
della customer loyalty, McGraw-Hill Companies, 2002
∞il marketing interattivo, che gestisce i momenti
della verità, ovvero i rapporti interattivi che si
verificano tra il cliente e la parte visibile del
sistema di erogazione del servizio (front
office).
Il marketing tradizionale <<fa le promesse>> ai
clienti, il marketing interno e quello interattivo sono
rivolti a mantenerle.
L’approccio tradizionale al marketing, ha focalizzato
l’attenzione prevalentemente sulla conquista di
nuovi clienti attraverso l’impiego di un’appropriata
combinazione delle quattro variabili del marketing-
mix (politiche del prodotto, politiche di prezzo,
politiche di differenziazione e di comunicazione,
politiche di distribuzione commerciale).
Grazie a Robert Lauterborn dalle tradizionali 4P
(Product, Price, Place e Promotion) del marketing, si
passa alle 4C (Customer need, Cost to consumer,
Convenience, Communication). Le tradizionali
quattro P rappresenterebbero infatti la mentalità del
venditore e non quella dell’acquirente. Le quattro C
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