II
Purtroppo l’informatica bancaria, per almeno due generazioni dei suoi
prodotti e applicazioni, si è sviluppata all’interno dell’azienda lontana dai bisogni
e dalle esigenze dei managers. Questo non solo nelle fasi iniziali dell’introduzione
di tecnologie informatiche di tipo centralizzato, quando le applicazioni
riguardavano esclusivamente l’automazione delle procedure più semplici di tipo
contabile-amministrativo, ma anche nella fase successiva, quando si è cercato di
rendere più omogenee le procedure interne, di aumentare l’efficienza dei processi
produttivi, anche riducendo il numero degli impiegati occupati a livello di front-
office, introducendo la figura del cassiere-terminalista.
In queste fasi le tecnologie informatiche sono state utilissime per
razionalizzare al meglio l’azienda, ma non certo per aiutare i dirigenti nella loro
attività decisionale strategica. Anzi, il più delle volte, i managers si sono limitati a
“convivere con il calcolatore”, addirittura in una posizione totalmente passiva,
anche rispetto al personale informatico interno ed esterno e alle loro proposte di
progettazione e gestione dei sistemi informativi. E’ chiaro che questa forte
estraneità tra informatica e management ha comportato molti risultati negativi,
molti insuccessi e sperperi di risorse all’interno delle banche.
Già dagli inizi degli anni ‘80, però, il quadro cambia, grazie soprattutto
agli sviluppi dell’Information technology. Infatti, se prima si era convinti che, per
aumentare la capacità decisionale del soggetto, fosse sufficiente fornirgli un
elevato numero di informazioni, accessibili in modo semplice e tempestivo,
attraverso strumenti particolari, noti come Management Information System
(MIS), presto si è scoperto che tutto questo non è sufficiente. E’ vero che
l’informazione è sicuramente il più valido supporto al processo decisionale, ma è
pur vero che al manager è indispensabile anche la possibilità di poterla
manipolare, tramite modelli costruiti ad hoc, analisi storiche e proiettive e
confronti con trends interni ed esterni. Tutto questo è stato possibile con gli
Executive Information System (EIS), pensati proprio per fornire soprattutto al top
management strumenti in grado di selezionare ed elaborare dati su più livelli di
aggregazione, attingendoli dai vari settori aziendali.
III
Strumenti di tal genere non sono comunque sufficienti per affrontare
decisioni sempre più complesse, problemi sempre meno “strutturati” non
programmati, cioè non ripetitivi, non di ordinaria amministrazione, problemi e
decisioni che richiedono una soluzione creativa in quanto insoliti, a causa proprio
del mercato così altamente concorrenziale e instabile. Si è ricorsi così a
programmi basati su modelli matematici in grado di compiere la simulazione di
determinati processi sulla base delle informazioni possedute, i Decision Support
System (DSS). Il loro obiettivo è di aiutare il decision-maker a interpretare la
realtà, fornendogli non solo informazioni, ma anche la possibilità di visionare le
ipotetiche conseguenze delle diverse alternative di scelta possibili.
In poco tempo essi hanno sviluppato la loro capacità di riprodurre modelli
conoscitivi complessi soggetti a rapidi e sostanziali mutamenti, sostituendo i
semplici algoritmi “what - if” con le prime sofisticate tecniche di intelligenza
artificiale; sono nati così i Sistemi Esperti che qualcuno ha definito un’arma
preziosa nel campo del credito. Essi consentono di trasferire alla macchina la
“conoscenza” dell’esperto del campo, mettendo così a disposizione di tutte le
strutture periferiche il know-how aziendale e divenendo moltiplicatori di
conoscenze.
I Sistemi Esperti, in realtà, rappresentano solo un primo passo al di là del
rigido programma informatico. Un passo molto più importante sarà operato dai
sistemi neurali, ossia da programmi che si modificano automaticamente quando
registrano nuove informazioni.
La tecnologia sta tentando, addirittura, di simulare il funzionamento del
cervello umano nei processi di apprendimento. I primi Sistemi Neurali sono già
una realtà e sono stati già applicati a livello aziendale in campo finanziario, anche
se solo a livello di prototipo eliminando progressivamente la necessità
dell’intervento umano del manager.
In particolare, quindi, volendo schematizzare lo sviluppo dei sistemi
informatici aziendali dagli anni ‘60 ai nostri giorni si evidenzierebbe subito la
IV
maggiore flessibilità che hanno acquisito col tempo e che ha loro permesso
applicazioni a problemi sempre meno strutturati.
Algoritmi (anni ‘60)
• Applicabili solo ai problemi strutturali
• Rigidi nell’applicazione
Sistemi Esperti (ANNI ‘90)
• Applicabili a problemi strutturati e semistrutturati
• Di applicazione relativamente flessibile
Intelligenza artificiale
• Applicabili alla maggior parte dei problemi di management
• Perfettamente flessibili (imparano da soli)
Fonte: Quinn D. Mills, 1993
Figura A: Le generazioni dei programmi informatici
In realtà i problemi che entrano in azienda per la prima volta sono sempre
nuovi e di difficile soluzione, poi man mano che vengono risolti sono trasformati
in routine e inseriti nel know-how aziendale.
Di conseguenza quelli più insoliti richiedono sempre l’intervento dei
manager, mentre quelli più ripetitivi sono affidabili alle macchine. In realtà, con il
succedersi delle generazioni di programmi informatici, il computer è in grado di
risolvere i problemi in tempi sempre più brevi, eliminando progressivamente la
necessità dell’intervento umano.
V
Fonte: Quinn D. Mills, 1993
Figura B: L'impoverimento del ruolo dei manager
Anzi, se l’ambiente esterno è poco turbolento, il processo di sostituzione
del manager da parte dei programmi diventa sempre più rapido e i problemi che
richiedono l’intervento umano diventano chiaramente meno numerosi.
Routine Semistrutturati Non strutturati Tecnologia
Algoritmi (anni 60)
Sistemi Esperti
(anni 90)
Intelligenza
artificiale (2010?)
Analisi basata su
programmi
Manager Programma
1960
1990
2010
t=1
t=0
I problemi manageriali
“...passano attraverso l’organizzazione...
Intuizione
Manageriale
VI
Fonte: Quinn D. Mills, 1993
Figura C: Una situazione di pressione crescente
Mentre, quando l’ambiente esterno è molto turbolento, è chiaro che i
managers riescono a recuperare molto spazio alla normalità (indicata dalla
diagonale tratteggiata)
Routine Semistrutturati Non strutturati Tecnologia
Algoritmi (anni 60)
Sistemi Esperti
(anni 90)
Intelligenza
artificiale (2010?)
Analisi basata su
programmi
Manager Programma
1960
1990
2010
t=1
t=0
I problemi manageriali
Intuizione
manageriale
VII
Fonte: Quinn D. Mills, 1993
Figura D: Una situazione di pressione crescente
In ogni caso il manager dovrà sempre esserci, perché il computer, pur
essendo uno strumento di altissima precisione, non potrà mai funzionare senza
l’aiuto dell’uomo.
“Il computer non può e non deve decidere”, il suo compito è
esclusivamente quello di coadiuvare l’uomo nel processo decisionale, perciò
restano sempre di estrema importanza l’intuizione e l’esperienza del manager sia
nella determinazione delle variabili, del loro relativo peso, sia, e soprattutto,
nell’interpretazione dei risultati forniti dal sistema.
Routine Semistrutturati Non strutturati Tecnologia
Algoritmi (anni 60)
Sistemi Esperti
(anni 90)
Intelligenza
artificiale (2010?)
Analisi basata
su programmi
Manager Programma
1960
1990
2010
t=1
t=0
I problemi manageriali
Intuizione
Manageriale
1
Capitolo 1
SISTEMI INFORMATICI PER LA DIREZIONE AZIENDALE
1.1 Processi decisionali, assetti organizzativi e sistemi informativi in
banca
Per le aziende di credito il sistema informativo coincide con quello
produttivo, dato che la loro attività si sostanzia nella gestione e nella
trasformazione delle informazioni, sia che provengano dall’ambiente esterno, sia
che si producano al loro interno.
In queste imprese il pubblico è a diretto contatto con il sistema informativo,
dal momento che ne utilizza i servizi e ne rileva immediatamente l’inefficienza e i
ritardi. Pertanto è indispensabile una sua strutturazione adeguata, così da
trasformarlo in una fondamentale fonte di vantaggio competitivo nei confronti
delle aziende concorrenti. E proprio a questo scopo, molte aziende hanno ritenuto
utile ricorrere all’automazione dei sistemi informativi, mediate l’utilizzo di
elaboratori elettronici, in modo da ridurre il costo delle attività operative e rendere
possibile l’ideazione di nuovi prodotti e servizi da offrire alla clientela.
Così, oggi, la tecnologia informatica ha invaso tutti i livelli gestionali delle
banche, da quelli operativi a quelli intermedi, fino a raggiungere anche la
direzione strategica. Ma porre in essere un sistema informatico, in banca, come
pure in altre aziende, non è una cosa semplice, se si pensa che deve essere
utilizzato da settori con necessità e caratteristiche del tutto differenti, in quanto
pongono in essere attività e processi decisionali che necessitano di informazioni
Processi decisionali, assetti organizzativi e sistemi informativi in banca
2
con particolari gradi di incertezza e di rischio. E’, quindi, necessario conoscere
queste diverse esigenze per potervi rispondere con efficienza ed efficacia.
Nell’analizzare i diversi gradi di incertezza di un processo decisionale
tornano alla mente alcune teorie dell’economia aziendale. Per esempio quella del
Simon che distingue le decisioni in programmate, “di serie”, e non programmate,
“non di serie”. Le prime, legate a situazioni ripetitive, a contesti ambientali stabili
nel tempo, sono frutto dell’esperienza passata, non presentano nulla di innovativo.
Addirittura possono ritenersi delle non decisioni, in quanto risultati di processi
quasi automatici che riportano in vita scelte operate con successo in passato. Le
seconde, invece, sono caratterizzate da processi decisionali scarsamente strutturati,
di cui non si conoscono le relazioni di causa-effetto, per cui devono essere
affrontate con maggiore impegno intellettivo, grandi dosi di intuito e creatività e a
nulla serve l’esperienza passata.
fonte: Cioccarelli G. Progettazione organizzativa e sistema informativo nelle aziende di
credito
Tavola A: Il Mix "intelligenza umana - memoria aziendale" nel continuum
decisioni programmate - decisioni non programmate
Memoria
aziendale
formalizzata
Intelligenza
umana
decisioni
programmate
decisioni non
programmate
Processi decisionali, assetti organizzativi e sistemi informativi in banca
3
In realtà non esiste questa netta differenza: un problema che si presenta per
la prima volta è sempre non strutturato, proprio perché non può essere ricollegato
ad esperienze passate, per cui le informazioni che si raccolgono e si elaborano
sono quantitativamente e qualitativamente insufficienti a fornire una soluzione
immediata. Le prime soluzioni proposte, di solito, sono sempre vere e proprie
sperimentazioni creative ed intuitive che permettono di registrare i primi successi
o insuccessi da archiviare per la formazione del know-how da utilizzare in futuro.
Nel momento in cui si individua la soluzione più efficace, il problema diviene
perfettamente strutturato. Si crea, così, una continua trasformazione dei problemi
non di serie in problemi di serie.
fonte: Quinn D. Mills Il nuovo ruolo dei dirigenti intermedi, in “Management &
Informatica”, n.10, 1993
Tavola B: Il caratteristico spettro dei problemi aziendali
Del resto il grado di programmabilità o di complessità di una decisione è
largamente soggettivo e dipende molto dalle tecniche e tecnologie disponibili in
quel momento e in quel posto. Tante decisioni classificate non strutturate, difficili,
neppure dieci anni fa, oggi sono completamente automatizzate, grazie
all’evoluzione delle conoscenze in merito proprio ai processi decisionali e allo
sviluppo delle tecniche informatiche di supporto agli stessi.
Parafrasando il Perrow, si potrebbe dire che oggi la tecnologia, intesa come
l’insieme delle “...azioni che un individuo compie su un oggetto, con o senza
l’aiuto di strumenti o di congegni meccanici al fine di apportarvi una qualche
non strutturato semistrutturato strutturato
Processi decisionali, assetti organizzativi e sistemi informativi in banca
4
modifica”
1
, ha fornito un maggior numero di schemi logici utili per comprendere
le eccezioni che una decisione può presentare.
In particolare, il numero delle eccezioni è dato dalla possibilità di affrontare
il problema in esame con il semplice uso di procedure e regole ripetitive già in
possesso del soggetto. Per esempio, se per l’analisi delle richieste di fido è fornita
una particolare procedura che prevede gli atti da compiere e l’ordine in cui
compierli, e la preventiva in esame può essere analizzata con il semplice
susseguirsi di queste azioni, senza alcuna variazione, è chiaro che il problema in
questione non presenta eccezioni e comporta una decisione semplice, quasi
automatica, alla chiusura del lavoro svolto. Mentre, se durante il lavoro si presenta
qualcosa di diverso, di nuovo, non previsto nella procedura da attuare, è sottinteso
che il problema si presenta difficile, o meglio, richiede uno sforzo intellettivo al
soggetto che deve ricercare tra gli schemi logici a sua disposizione quello più
consono per comprendere questa novità, con il rischio che, non trovandolo, è
costretto a “inventarlo”, dando vita ad un nuovo processo decisionale con
caratteristiche chiaramente diverse rispetto a quelli già disponibili, ma
inutilizzabili.
fonte: Cioccarelli G. Progettazione organizzativa e sistema informativo nelle aziende di
credito
1
Definizione di tecnologia data proprio dal Perrow e ripresa da CIOCCARELLI G., Progettazione
organizzativa e sistema informativo nelle aziende di credito, Giuffrè, Milano 1991, pag. 4
processi
decisionali
difficili
processi
decisionali
semplici
1
2 3
4
+
-
+ -
Disponibilità schemi logici
Numero
Eccezioni
Processi decisionali, assetti organizzativi e sistemi informativi in banca
5
Tavola C: La matrice di Perrow
A questo punto si potrebbe ritenere necessario fornire ad ogni singolo
soggetto decisore dell’azienda la possibilità di consultare l’insieme di tutti gli
schemi logici disponibili, di tutti i processi decisionali già svolti, così da evitare lo
sperpero di energie intellettive e creative nel “reinventare” qualcosa di già noto.
Ma inserire tutto il know-how di un’azienda, tutte le informazioni legate alle
passate esperienze, in un unico sistema informatico non è consigliabile.
Innanzitutto, perché ci sono informazioni che sono non normalizzabili, ossia
riconducibili ad una struttura algoritmica ben definita, o che sono di modesta
entità e, quindi, non economicamente sfruttabili e poi soprattutto perché i livelli
decisionali hanno bisogno di “informazioni” differenziate.
Ricordando il triangolo di Anthony, infatti, si comprende bene come all’alta
direzione, che svolge un’attività molto complessa, protesa interamente al futuro,
che pianifica l’intera attività aziendale, che stabilisce le politiche di medio e lungo
periodo, che fissa gli obiettivi generali, che opera con variabili difficilmente
stimabili, non interessa una moltitudine di dati storici, o di relazioni che
disperdono, anziché riassumere, gli elementi fondamentali e critici per la presa di
decisione. Essa abbisogna di dati sintetici che provengono sì da tutte le attività
svolte nell’azienda, ma che sono tra loro strettamente coordinate, così da fornire
un unico insieme di informazioni tempestive ed utili proprio per la decisione
strategica. Già la direzione intermedia, invece, richiede dati in parte più analitici,
che riguardano più specificatamente l’area funzionale di riferimento. In fondo
questa ha un campo di azione più ristretto, ha minore autonomia e le si richiede
certamente meno creatività: deve realizzare i piani stabiliti dal top-menagement
nel proprio settore e controllarne i risultati, ha, quindi, un’attività certamente più
strutturabile e meno variabile. Infine la direzione operativa, incaricata di realizzare
i servizi offerti dall’azienda al pubblico, ha un’attività altamente strutturata e,
Processi decisionali, assetti organizzativi e sistemi informativi in banca
6
quindi, richiede solamente informazioni molto dettagliate nel contenuto e
riguardanti esclusivamente l’attività da essa svolta.
fonte:J. Kanter, Sistemi informatici manageriali
Tavola D: Il triangolo di Anthony
Di conseguenza, è necessario che i dati vengano raccolti e formalizzati in
momenti e modalità differenti rispetto alle diverse aree a cui sono destinate.
In particolare, maggiore è il grado di articolazione degli elementi e dei
fattori rilevanti per le decisioni, cioè il numero degli obiettivi da raggiungere, le
unità organizzative coinvolte nella stessa decisione,..., maggiore è il grado della
Alta direzione
Dirigenti medio livello
Quadri medi
Operatori
controllo operativo
controllo
direzionale
pianificaz.
strategica
Informazioni
sintetiche
Informazioni
analitiche
Informazioni
altamente dettagliate
Processi decisionali, assetti organizzativi e sistemi informativi in banca
7
loro variabilità, del loro dinamismo nel tempo, minore è l’analiticità richiesta alle
informazioni.
2
fonte: Cioccarelli G. Progettazione organizzativa e sistema informativo nelle aziende di
credito
Tavola E: grado di articolazione degli elementi delle decisioni
Per poter rispondere a tutte queste diverse esigenze il sistema informativo
dovrebbe essere fornito di distinti strumenti tecnici, con differenti caratteristiche,
2
“Dimensioni tramite cui” secondo Ducan “è possibile misurare il profilo di una unità
organizzativa” aziendale. In G. CIOCCARELLI, Progettazione organizzativa e sistema informativo
delle aziende di credito, Giuffrè, Milano 1991, pag. 7
elevato numero di
elementi
Scarsa variabilità
limitato numero di
elementi
Scarsa variabilità
elevato numero di
elementi
notevole variabilità
limitato numero di
elementi
notevole variabilità
alta
bassa
bassa
alta
Articolazione
elementi delle
decizioni
Variabilità
Processi decisionali, assetti organizzativi e sistemi informativi in banca
8
così da essere utilizzati esclusivamente da ogni livello decisionale secondo le
proprie necessità.
Ad esempio, per decisioni programmabili, di tipo strutturato, caratterizzate
da una bassa variabilità, un limitato numero di eccezioni, una notevole
disponibilità di schemi logici, una scarsa articolazione, la soluzione ottimale
potrebbe essere uno stretto uso della burocrazia, ossia un’elevata formalizzazione
di norme, regole e procedure, un forte accentramento, uno stretto controllo
organizzativo sull’aderenza dei comportamenti agli standard predefiniti. Mentre
per decisioni non programmabili, basate soprattutto sull’intelligenza, sulla
creatività e sull’intuito umano, la soluzione potrebbe essere una struttura
diametralmente opposta, con un limitato grado di formalizzazione e una forte
autonomia e responsabilità decisionale.
fonte: Cioccarelli G. Progettazione organizzativa e sistema informativo nelle aziende di
credito
Tavola F: Programmabilità e caratteristiche dell’assetto informativo
Programmabilita
processi
decisionali
Elevata
Limitata
Sistemi di
elaborazione
informazioni
Regole
Procedure
Norme
Autorità
gerarchia
Programmi
e piani
Sistemi
informativi
verticali
e MIS
Relazioni
laterali
Socializzazione
Grado di
formalizzazione
assetto
organizzativo
Alto
Basso
Grado di
diffusione
potere decisionale
Scarso
Elevato
Comunicazioni
Verticali
discendenti
schematiche
Verticali
orizzontali
a più vie ricche
Energie
intellettive
impiegate
Limitate
Notevoli