si può certamente parlare (parlare e non già pensare), come a ogni
istante parliamo, di uomini cattivi e di epoche di decadenza e di
regresso
1
.
Benedetto Croce
1.1 La Scoperta
La genesi storica dell’arcipelago di Capo Verde si lega alla grande avventura
atlantica, che avrà inizio con la conquista di Ceuta nel 1415; tale avvenimento sarà il
trampolino di lancio delle scoperte portoghesi.
I motivi che spingono i portoghesi «al di là delle colonne d’Ercole»
2
sono da
ricercarsi, come scrive Joaquim Veríssimo Serrão nella sua História de Portugal, non
solo nell’aspetto spirituale ed economico: “A problemática é mais complexa e não
cabe no esquema simplista de situar a predominância de um desses factores ou de se
proceder à sua junção. Mergulha mais fundo, no tempo e no espaço, a radicação dos
Descobrimentos, que foi também de ordem
1
Benedetto Croce, Teoria e Storia della Storiografia, Laterza, Bari, 1963, p. 80.
2
Cfr. Silvano Peloso, Al di là delle colonne d’Ercole, Sette Città, Viterbo, 2004.
geográfica, política, sociológica e cultural, sendo a sua origem anterior à história
portuguesa do tempo”
3
.
Da Ceuta le scoperte avanzeranno, coadiuvate da una salda politica navale e da
“uma tradição marítima que era a marca da sua aliança com o desconhecido”
4
, sotto
la guida dell’infante D. Henrique, quinto figlio di D. João I, che sarà nominato nel
1420, con una serie di bolle papali, unico amministratore dei beni dell’Ordine di
Cristo; grazie a ciò, “diventa non solo unico e incontrastato coordinatore
dell’espansione portoghese nell’Atlantico e sulle coste occidentali dell’Africa, ma
ottiene anche l’esclusiva della navigazione e del commercio sulle coste e nei mari che
vengono via via esplorati”
5
.
Gli anni che precedono la scoperta dell’arcipelago capoverdiano vedono il
raggiungimento delle isole di Madeira e Porto Santo nel 1418-1420
6
e la riscoperta
dell’arcipelago delle Azzorre, che gli studiosi
7
assegnano al 1439, data della lettera in
cui D. Afonso V dona a D. Henrique le isole scoperte e ne autorizza il popolamento.
Contemporaneamente, proseguirà la scoperta e l’esplorazione delle coste
occidentali africane: le navi portoghesi si spingeranno oltre il temuto Cabo Não,
ritenuto all’epoca un limite invalicabile, tanto da generare il detto: “Quem
3
Joaquim Veríssimo Serrão, História de Portugal, II, Verbo, Lisboa, 1980, p. 120.
4
Ibid.
5
Carmen M. Radulet, Documenti delle Scoperte Portoghesi, Adriatica, Bari, 1983, p. 195.
6
Cfr. ibid., pp. 40-44; S. Peloso, op. cit., pp. 53-54; J. V. Serrão, op. cit., pp. 140-144.
7
Cfr. C. M. Radulet, op. cit., pp. 44-45; S. Peloso, op. cit., pp. 54-56; J. V. Serrão, op. cit., pp. 145-146.
for ao Cabo de Nam , ou uirá ou nam”
8
, “giungendo a circa 65 leghe a nord della
Serra Leone con Álvaro Fernandes nel 1446”
9
.
Il successivo periodo si aprirà con l’accidentale arrivo a Cabo S. Vicente, in
Portogallo, nel 1454, del mercante italiano Alvise da Ca’da Mosto: “E ritrovandomi
per tempi contrari star con dette galee al Capo di San Vicenzo >… ≅, avvenne per
aventura non troppo lontano di quel luogo esservi alloggiato il prefato signor infante
don Henrich, in una villa vicina chiamata Reposera, nella qual, per essere remota
dalli tumulti delle genti e atta alla contemplazione degli studii suoi, vi abitava molto
volentieri”
10
.
Alvise da Ca’da Mosto nasce a Venezia nel 1432 e arriva in Portogallo nel
1454, ove risiederà fino al 1463, compiendo due importanti viaggi di cui lascerà due
relazioni composte, forse a Venezia, tra il 1464 e il 1465: “Esse ci sono pervenute in
quattro versioni indipendenti tra loro: due manoscritti apografi della seconda metà del
XV° secolo, conservati alla Biblioteca Marciana di Venezia; e due trascrizioni a
stampa, dovute rispettivamente all’erudito Francazio da Montalboddo e a Giovanni
Battista Ramusio”
11
.
8
S. Peloso, op. cit., p. 57.
9
Cfr. J. V. Serrão, op. cit., p. 164 e Damião Peres, História de Portugal, III, Portucalense Editora, Barcelos, 1931, p.
373.
10
Giovanni Battista Ramusio, Navigazioni e Viaggi a cura di Marica Milanesi, I, Einaudi, Torino, 1978, p. 476.
11
Ibid., p. 466.
Il primo dei due viaggi inizierà il 22 maggio 1455, a bordo di una “caravella
nova”
12
di cui era proprietario Vincente Dias,
naturale di Lagos; le destinazioni
saranno le isole di Madeira e Porto Santo, in cui la spedizione giungerà il
«venticinque del detto mese»
13
, e poi le isole Canarie. Di qui la spedizione prosegue
verso la costa africana, dove incontra due caravelle sulle quali si trova un altro
italiano, Antoniotto Usodimare
14
: “ecco che una mattina apparsero due vele in mare,
le quali avendo lor vista di noi e noi di loro, sapendo che non potevano essere altro
che cristiani, venimmo a parlamento; e inteso uno de’detti navilii esser d’Antoniotto
Usodimare, gentiluomo genovese, l’altro d’alcuni scudieri del prefato signore infante,
quali d’accordo avevan fatto conserva per passar il detto Capo Verde e provar sua
ventura e discoprir cose nove, trovandomi ancora io di quel medesimo proposito, mi
posi in conserva loro”
15
. I due proseguiranno insieme, decisi ad esplorare il fiume
Gambia e a tentare di stabilire contatti pacifici con gli abitanti del luogo per poter
commerciare con loro.
Il secondo viaggio, che i due intraprenderanno assieme l’anno seguente, è
quello che ci interessa di più; infatti: “ >… ≅ passato Capo Bianco slargammo un
poco in mare; e la notte seguente ne assaltò un temporale da garbin con vento
forzevole, onde per non tornar indrieto tenimmo la volta di ponente e maestro,
salvo il vero, per parare e costeggiare il tempo due notti e tre giorni. Il terzo giorno
avemmo vista di terra, e cridando tutti terra, terra, molto si meravigliammo, perché
12
Ibid., p. 478.
13
Ibid.
14
Cfr. C. M. Radulet, op. cit., p. 89, n. 8.
15
G. B. Ramusio, op. cit., pp. 513-514.
non sapevamo ch’a quella parte fosse terra alcuna. E mandando duoi uomini d’alto
discoprirono due grandi isole >… ≅ sapevamo bene che di queste isole in Spagna non
s’aveva alcuna notizia.”
16
. Siamo dunque di fronte alla possibile scoperta di quattro
isole dell’arcipelago di Capo Verde: “alla prima isola dove che dismontammo
mettemmo nome isola di Buona Vista, per essere stata la prima vista di terra in quelle
parti; e a questa altra isola, che maggior ne pareva di tutte quattro, mettemmo nome
l’isola di San Iacopo, perché il giorno di san Filippo Iacopo venimmo ad essa a
mettere ancora”
17
. Ca’da Mosto precisa: “Ancora li parse di vedere dall’altra parte di
ponente, molto in mare, dell’altre isole; ma non si discernevano bene per la distanza:
alle quali non mi curai di andare, sì per non perder tempo e seguir il mio viaggio,
come perch’io giudicava che fossino disabitate e selvatiche, come eran quest’altre:
ma dipoi alla fama di queste quattro isole ch’io aveva trovato, altri capitando quivi, le
furono a discoprire; e trovarono quelle esser dieci isole;
fra grandi e piccole, disabitate, non trovando in esse altro che colombi, e uccelli di
strane sorti e gran pescagion di pesci”
18
.
In quegli stessi anni altre spedizioni raggiungeranno l’arcipelago. Diogo Gomes
e Antonio da Noli, nel 1460, diretti in Portogallo dopo aver lasciato il rio dos
Barbacins, (oggi Solum River)
19
, avvisteranno algumas ilhas no mar
20
: “ >… ≅ cheguei
primeiro a uma daquelas ilhas. Vi areia branca, e pareceu-me um bom pôrto, onde
16
Ibid., p.523.
17
Ibid., p.525.
18
Ibid., p. 524.
19
A. Fontoura da Costa, Cartas das ilhas de Cabo Verde de Valentim Fernandes / 1506-1508, Ática, Lisboa, 1939, p.
16.
20
Ibid.
fundeei, e o mesmo fez também António. Disse-lhe que queria ser o primeiro a ir a
terra, e assim fiz. Não vimos ali sinal algum de homens, e chamámos à ilha Santiago,
assim se chama até hoje >… ≅”
21
. Secondo quanto riportato nella relazione De prima
inventione Guinea
22
di Diogo Gomes
23
, Antonio da Noli, arrivò in Portogallo prima
di lui e chiese e ottenne dal Re il capitanato dell’isola: “ >… ≅ chegou a Portugal antes
de mim. E pediu a el-rei a capitania da Ilha de Santiago, que eu tinha descoberto, e el-
rei lha deu e êle conservou-a até morrer”
24
. Antonio da Noli sarà considerato lo
scopritore ufficiale delle isole fino ad allora identificate, che dalla lettera di
donazione fatta da D. Afonso V a suo fratello, l’infante D. Fernando, il 3 dicembre
del 1460 risultano essere cinque: “Sam Jacobo e Fillipe, de llas Mayaes, Sam
Cristovam e Lana”
25
.
Le sette isole restanti vengono raggiunte tra il 1461 e il 1462 da Diogo Afonso,
scudiero dell’infante D. Fernandes. Prova di ciò sono due lettere regie: nella prima,
del 19 settembre del 1462, si fa menzione dei nomi delle sette nuove isole: “ilha
Brava e a ilha de Sam Nycollao e a ilha de Sam Vicente e a ilha Rrasa e a ilha Branca
e a ilha de Santa Luzia e a ilha de Sant’Atonio”
26
. Nella seconda, del 29 ottobre dello
stesso anno, compare il nome dello scopritore, Diogo Afonso: “ >… ≅ outras sete ilhas
que Diego Affomsso seu escudeiro achou atraves do Cabo Verde”
27
.
21
Ibid.
22
Ibid., p. 8.
23
Ibid., p. 17, n. 29.
24
Ibid.
25
Alguns documentos da Tôrre do Tombo relativos às navegações e conquistas portuguesas, in Portugaliae
Monumenta Africana, I, Istituto de Investigação Científica Tropical, Imprensa Nacional-Casa da Moeda, Lisboa, 1993,
p. 106.
26
Ibid., p. 120.
27
Ibid., p. 126.
I dati in nostro possesso lascerebbero credere che la scoperta dell’arcipelago sia
da attribuire a Ca’da Mosto, in quanto risulterebbe essere stato il primo, nel 1456, ad
arrivare alle isole; ma Valentim Fernandes de Morávia (1506-1508)
28
analizza i fatti
descritti nella relazione della seconda navigazione, che egli ritiene assolutamente
inverosimili, invalidando la scoperta del veneziano.
Secondo l’opinione di Wieder, esposta nella História dos descobrimentos
Portogueses di Damião Peres
29
, «il primo a raggiungere l’arcipelago sarebbe stato
Vincente Dias, che nel 1445, avrebbe scoperto le isole»
30
. Wieder ci ricorda che: “O
capitão henriquino Vincente Dias tomou parte em 1445 na grande expedição de
Lançarote, tendo sido o seu navio um dos que regressaram isoladamente, e comandou
em 1454 a caravela em que Cadamosto realizou a sua primeira viagem à costa
africana ocidental”
31
.
Per concludere rinviamo alla soluzione proposta da Fontoura da Costa,
d’accordo con Wieder, alla quale anche Joaquim Veríssimo Serrão dà credito:
“Vincente Dias foi o descobridor histórico da ilha de Santiago; Diogo Gomes o
redescobridor desta ilha e o descobridor das quatro restantes ilhas; e António de Noli
o descobridor oficial das cinco ilhas do grupo oriental”
32
.
28
Cfr. A. Fontoura da Costa, op. cit., pp. 13-15.
29
Manuel Fernandes Costa, As navegações Atlânticas no século XV, Instituto de Cultura Portuguesa, Lisboa, 1979,
p.76.
30
Ibid.
31
Ibid.
32
J. V. Serrão, op. cit., pp. 170-171.
1.2 L’Arcipelago di Capo Verde
Como a bomba de Hiróxima – uma permanente advertência à
memória dos homens de boa vontade, e o aviso de que a espada de
Dâmocles continua suspensa sobre a população de Cabo Verde
como em escala maior, a amenaça atómica sobre humanidade. A
diferença existente entre essas duas calamidades, e guardadas as
devidas proporções, reside no facto de esta última ser provocada
pelo instinto destrutivo dos homens associado à passividade da
Natureza, e a primeira pelas forças da Natureza associadas à
passividade dos homens
33
.
Manuel Lopes
L’arcipelago di Capo Verde comprende dieci isole e cinque isolotti, collocati di
fronte al Capo omonimo della costa occidentale dell’Africa, da cui la più prossima
dista circa km 455, che formano due raggruppamenti, divisi secondo la loro posizione
in relazione ai venti dominanti di nord-est; le isole di Sotavento a sud sono: Brava,
33
Manuel Lopes, Os flagelados do vento leste, Vega, Lisboa, 2001, p. 9.
Fogo, Santiago, Maio e gli isolotti Branco e Raso; le isole di Barlavento a nord sono:
Boavista, Sal, São Nicolau, Santa Luzia, São Vincente, Santo Antão e gli isolotti
Grande, Rombo e Cima. L’area complessiva delle dieci isole è di 3927 km
2
. La
natura delle isole è generalmente vulcanica. Nell’isola di Fogo, come indica il nome,
si trova un vulcano attivo, la cui sommità si eleva a 2970 m. Il clima caldo (24,5° di
media annua), appena temperato dalla brezza di nord-est, è in vari punti malsano e
per questo sulle isole ripetutamente infierirono la febbre gialla, il colera, il vaiolo. La
stagione delle piogge cade fra agosto e novembre, ma generalmente le precipitazioni
sono scarse e varie volte e per più anni di seguito si sono avute siccità disastrose che
hanno provocato carestie e la morte di milioni di persone.
La causa principale di questa situazione climatica così precaria sono i venti. Da
nord-est soffiano con regolarità gli alisei, che durante l’inverno spazzano l’aria
rendendola più fresca e gradevole: “O nordeste é um exército invisível armado de
vassouras. Varre o ar, purifica-o. Leva para o mar os detritos suspensos nos espaços,
arrasta os micróbios, os mosquitos. E as nuvens e a chuva também. Se a atmosfera
está saturada de humidade, e a hora H da precipitação é iminente, o nordeste varre
tudo para o largo”
34
. In quello stesso periodo questi venti possono trasformarsi, a
causa di una variante che attraversa il deserto africano, in un vero flagello, riversando
sulle isole masse di aria calda cariche di sabbia, con effetti disastrosi sui raccolti. “I
capoverdiani lo chiamano in molti modi: harmatan, suão, o semplicemente nordeste,
lestada, leste”
35
.
34
Ibid., p. 24.
35
Alberto M. Sobrero, Hora de Bai, Argo, Lecce, 1996, p. 12.
L’azione dei venti non si limita a questo; durante l’estate, infatti, il monsone
può giocare degli scherzi scaricando sulle isole fino a 400 mm di acqua, o come
spesso avviene, ricacciando le nuvole in mare e lasciando gli abitanti delle isole
all’asciutto: “Frente a frente, como irmãos inimigos, a monção húmida cede terreno
ao alisado do norte que a empurra para lá dos limites necessários. Só quando este
adormece, ou se esquece da sua missão de limpeza – e isso é tão raro! – é que a
humidade surge do Atlântico Sul, invade a atmosfera com as cautelas de quem entra
pela porta traseira, chegam as nuvens, acastelam-se, pesam, encobrem o Sol; nas
camadas superiores as gotículas gelam, os grãos de gelo engrossam, desequilibram-
se, são atraídos pela força da gravidade, tombam as primeiras gotas de chuva por
vezes em meio de uma sarabanda de vento quase tempestuoso – é o começo das
águas...Acontece que o nordeste acorda a tempo de não permitir a formação de todo
esse cerimonial, dispersa qualquer tentativa de agrupamento; indiferente aos seus
benefícios, empurra para o sul o exército líquido, que alija a preciosa carga no mar”
36
.
Condizioni climatiche così incerte hanno reso e tutt’oggi rendono difficile
l’agricoltura praticata nelle isole
37
.
36
M. Lopes, op. cit., p. 24.
37
Cfr., A. M. Sobrero, op. cit., pp. 14-15.