Il presente lavoro è teso ad illustrare il ruolo essenziale della statistica
nell’applicazione di una filosofia della qualità e gli strumenti
essenziali per la sua applicazione.
Il capitolo 1 illustra il percorso della qualità nel tempo e introduce alla
filosofia e ai concetti di base del miglioramento della qualità. Viene
dimostrato come solo attraverso l’applicazione della qualità totale
nell’azienda, si possono raggiungere maggiori profitti e un forte
vantaggio competitivo.
Nel capitolo 2 si introducono i concetti base del Controllo Statistico di
Processo (SPC) e delle carte di controllo. Inoltre vengono illustrate 2
tipi di carte di controllo univariate: le carte di controllo per variabili
che analizzano caratteristiche qualitative misurate su scala numerica e
le carte di controllo per attributi che analizzano il prodotto dal punto
di vista difettoso/non difettoso.
Infine il capitolo 3, il più ricco di contenuti statistici, si occupa di
carte di controllo multivariate utilizzate nei casi in cui è necessario
tenere simultaneamente sotto controllo più caratteristiche di qualità
del prodotto. Di questa carta si affronta sia il controllo della media
che quello della variabilità e nell’ambito di esse sia la
rappresentazione grafica che l’interpretazione dei fuori controllo.
4
Il lavoro si chiude con un esempio pratico di carta di controllo
multivariata e interpretazione dei punti fuori controllo riguardante il
vino “Asti Spumante” della casa Gancia.
Desidero ringraziare la mia famiglia che mi ha permesso di affrontare
questo corso di studi e il prof. Amenta che mi ha guidato nella stesura
della tesi con grande maestria e professionalità. Un finale
ringraziamento a tutti quanti mi sono stati vicino nel corso di questi
anni.
5
“Un giorno le macchine riusciranno a risolvere tutti i problemi,
ma mai nessuna di esse potrà porne uno.”
(Albert Einstein)
6
CAPITOLO 1
IL CONCETTO DI QUALITA’
Cap. 1 Il concetto di qualità
CAPITOLO 1
IL CONCETTO DI QUALITA’
1.1 La Qualità nella storia – 1.2 Qualità in azienda
Nella competizione economica moderna la <qualità> è senza dubbio il
tema più importante e la sfida più difficile per le imprese di successo.
Tutto l’ambiente intorno a noi è pieno di qualità , ma soprattutto i
clienti pretendono prodotti di qualità.
1.1 La Qualità nella storia.
La qualità è sempre stata presente nella storia dell’uomo, anche se con
sfaccettature e gradazioni di rilevanza diverse, non a caso è stata
1
definita dal prof. Juran “un concetto senza tempo”.
La ricerca della qualità nasce con le prime forme di mercato.
All’epoca del baratto, infatti, si rendeva necessario stimare le merci
prima di scambiarle. Era una valutazione naturale derivante
dall’aspetto valutativo e di controllo intrinseco in ogni attività umana.
“ Caveat emptor” fu la dottrina che teorizzava la massima attenzione
1
J.M. Juran (1995) A history of managing for quality
8
Cap. 1 Il concetto di qualità
del cliente nell’acquisto con le proprie capacità di giudizio (annusare
il pesce, tastare il melone…).
I prodotti ritenuti scadenti non venivano acquistati cosicché il
produttore per garantirsi la sopravvivenza si trovava ad affrontare una
scelta obbligata: produrre beni di buona qualità per non essere escluso
dal mercato.
La qualità, poi, era una caratteristica dei prodotti degli artigiani i quali
non si interessavano di produrre tanto, ma avevano come obiettivo
principale la creazione di oggetti eccellenti qualitativamente.
Nella Storia delle grandi dominazioni la qualità è stata una costante.
Una delle necessità più sentite dell’impero Romano, che abbracciava
terre così lontane, fu la standardizzazione non solo delle misure ma
anche, in un certo senso, dei prodotti. La standardizzazione era una
necessità sentita anche altrove: la dinastia Tang, la Mesopotamia,
nonché i Fenici che avevano elaborato un sorta di standard qualitativo.
Nel medio Evo le corporazioni fissarono un sistema di regole che
garantivano al cliente la conformità dei prodotti. Tale sistema, se da
un lato ha permesso un grande sviluppo dell’economia, dall’altro ha
costituito un freno al progresso, poiché le regole fissate vietavano ogni
miglioramento dei prodotti stessi.
9
Cap. 1 Il concetto di qualità
Con l’avvento della rivoluzione industriale (XIX sec.) ci fu uno
sconvolgimento della vita economica. La nascita delle grandi industrie
spostò l’attenzione esclusivamente sulla produzione perché il
compratore optava per i prodotti a basso costo.
E’ proprio in questo periodo che, a fronte della diminuzione della
qualità dei prodotti, viene fatta risalire l’origine del Controllo di
Qualità nelle fabbriche. Esso viene affidato esclusivamente
all’operatore che mutua tale caratteristica multifunzionale dall’attività
artigianale dell’epoca precedente. A ciò si aggiunge la complessità del
lavoro attribuito agli operatori anche a causa della scarsa funzionalità
delle macchine operative, non sempre dedicate allo scopo.
TO TAL
QUALITY
CONTROL
DIPARTIMENTO
CONTROLLO
STATISTICO
DELLA
QUALITA’
UNITA’
CONTROLLO
QUALITA’
CAPO
REPARTO
OPERATORE
1900 1920 1940 1960
INIZIO CESURA FRA 2
SCIEN TIFIC ERE
MANAGEMENT
Figura 1.1 Evoluzione delle responsabilità del controllo della qualità.
10
Cap. 1 Il concetto di qualità
Con il passare degli anni e non in tutte le fabbriche il controllo passa
dall’operatore al caporeparto il quale si vede attribuito questo compito
anche in considerazione delle specifiche capacità e competenze
professionali possedute, nonché della particolare autorità di cui è
investito.
Nel 1912, con l’affermarsi negli Stati Uniti dello scientific
management e della filosofia tayloristica si apre una fase
rivoluzionaria nelle attività industriali. Viene sconvolta tutta
l’organizzazione del lavoro in azienda: un processo di
ingegnerizzazione dell’attività produttiva basato sulla suddivisione tra
pianificazione e azione. Con la parcellizzazione e la razionalizzazione
delle fasi di lavorazione si standardizzano i tempi di lavorazione e il
controllo della qualità passa dal capo reparto (che ora svolge funzioni
eminentemente operative) all’unità di controllo di qualità.
Quest’ultima, però, non si avvaleva di tecniche statistiche avanzate e
quindi i dati raccolti, non essendo sintetizzati adeguatamente, finivano
col perdere la loro utilità.
Inoltre il controllo era effettuato solo a valle del processo produttivo,
così da produrre sprechi di tempo e di risorse per l’azienda; tale da
essere assimilato alla conta dei cadaveri dopo un’epidemia.
11
Cap. 1 Il concetto di qualità
Quella che può essere definita la terza fase inizia con la seconda
guerra mondiale durante la quale vennero abbandonate le filosofie
tayloristiche e di scientific management per adottare un modo di
lavorare che coinvolgeva tutti nel processo produttivo al fine di
raggiungere il massimo obiettivo: vincere la guerra. Le aziende che
producevano commesse militari dovevano far fronte ad un trade-off:
rispettare, nonché migliorare la qualità dei propri prodotti, ma allo
stesso tempo contenere i costi della qualità. In questa fase il controllo
statistico assurge a filosofia per la gestione della qualità; è qui che si
comincia ad analizzare il prodotto come strettamente legato al
processo che lo ha generato e quindi emerge l’esigenza di applicare
metodi statistici per sintetizzare i dati affinché essi acquistino la
massima utilità pratica.
Nel periodo della guerra nasce così negli Stati Uniti il CWQC , un
movimento generato dalle idee rivoluzionarie del dott. Deming. Egli
fece propri alcuni concetti del proprio maestro Walter Shewart fra cui,
il più affermato e tuttora oggi applicato, il modello PDCA che
descrive il percorso del miglioramento continuo e che ha raggiunto
un’importanza tale con Deming che è stato ribattezzato “ciclo di
Deming”.
12
Cap. 1 Il concetto di qualità
Finita la guerra le aziende americane abbandonarono la filosofia della
qualità per i propri prodotti per ritornare alla cosiddetta “certezza
organizzativa”, vale a dire la produzione esasperata senza un’attenta
valutazione qualitativa, sfruttando l’aumento di domanda post-bellico.
In quegli anni infatti si rilevò un aumento molto pronunciato dei beni
di consumo di massa e si diffuse il dogma che migliorare la qualità dei
prodotti avrebbe prodotto un aumento sensibile dei costi.
Verificata l’impraticabilità delle proprie teorie Deming abbandonò la
sua terra natìa per recarsi in Giappone, invitato dalle autorità indigene
per risanare una economia ormai ridotta al collasso dopo la grande
guerra. Qui le tesi di Deming riscossero grande successo anche se
molti lo attribuiscono ad un errore di traduzione: sostiene Galgano che
la parola “controllo”, che rappresentava il fulcro della filosofia di
Deming, non fu tradotta con jishego ma con kanry che significa
management e quindi la qualità investì non solo il controllo ma tutta
l’azienda nel suo complesso.
Tale filosofia basava però, comunque, come ricorda lo stesso Deming,
le sue fondamenta su un controllo statistico in azienda, strumento
indispensabile per identificare in maniera semplice e alla portata di
13
Cap. 1 Il concetto di qualità
tutti le origini dei difetti che affliggono la produzione dei beni come
dei servizi.
Si diffuse così il Total Quality Management grazie anche all’abile
organizzazione delle imprese che seppero mettere in atto i giapponesi,
all’interno delle quali un ruolo di primo piano rivestirono i circoli di
qualità come veicolo di diffusione, di confronto ma soprattutto di
partecipazione collettiva alle decisioni riguardanti i prodotti.
Di lì a poco molti studiosi e manager occidentali, verificata la
indisponibilità e la impraticabilità delle loro teorie nei paesi natii, si
trasferirono in Giappone dove trovarono terreno fertile per sviluppare
ed applicare i loro studi e guidare in tal modo le aziende del Sol
Levante verso il successo mondiale.
Il TQM si basa su alcuni concetti cardine quali:
- soddisfazione del cliente
- impegno del top management
- cambiamento dell’atteggiamento
- formazione e addestramento
- tecniche statistiche per il controllo di qualità
- miglioramento continuo (ruota di Deming)
14
Cap. 1 Il concetto di qualità
In pratica il centro focale del TQM era l’acquisizione della capacità di
produrre innovazione e miglioramento continui della qualità globale,
mantenendo ( o introducendo) nel sistema organizzativo: leggerezza
dei processi, rapidità di decisioni e azioni, precisione dell’attuazione
dei compiti, visibilità dell’impegno organizzativo, molteplicità di
servizi, prodotti, compiti, culture ed approcci professionali,
consistenza di visione e missioni che rendono distinguibile
l’organizzazione.
Applicando integralmente questi principi, per i sostenitori del TQM
potranno scaturire numerosi vantaggi tra i quali:
aumento della soddisfazione del cliente
riduzione di sprechi economici
aumento della responsabilizzazione
aumento della motivazione dell’organizzazione
aumento del ruolo sociale dell’organizzazione
aumento delle interazioni sociali interne ed esterne
dell’organizzazione.
Solo alla fine degli anni ’70 le imprese occidentali si resero conto di
qualcosa che fino ad allora avevano ignorato: l’importanza della
15
Cap. 1 Il concetto di qualità
qualità nei suoi aspetti tecnici e direzionali che aveva portato al
successo la gran parte delle imprese giapponesi.
La diffusione e lo sviluppo delle filosofie legate alla qualità
suscitarono quindi, verso la metà degli anni ’80, l’esigenza di
elaborare norme in grado di stimolare e guidare l’azienda verso il
raggiungimento della Qualità Totale attraverso la cosiddetta
Certificazione.
La Certificazione del Sistema Qualità è “l’azione di attestazione, per
mezzo di un certificato di conformità, che un prodotto, un servizio o il
sistema qualità di un’azienda è conforme ai requisiti stabiliti da una
norma o da una regola tecnica emanata dalle autorità competenti”
(definizione ISO-IEC 1981). Essa ha rivestito negli ultimi 20 anni il
ruolo di elemento indispensabile per “costringere” in qualche modo le
imprese ad assimilare una filosofia della qualità che altrimenti avrebbe
trovato, nel caso di una assunzione naturale, degli ostacoli evidenti.
Le prime norme sono state approntate nel 1987 dall’I.S.O.,
International organization for Standardization cui aderiscono più di
100 paesi, e sono state sempre individuate con l’acronimo ISO 9000.
Il loro adeguamento alla realtà europea è compito del Comitato
Europeo di Normazione (CEN) anche se il sistema di certificazione è
16
Cap. 1 Il concetto di qualità
una struttura di tipo volontaristico nata da accordi fra enti,
associazioni di categoria, ministeri, priva di una legge di riferimento.
In Italia il comitato responsabile della redazione e della emissione
delle norme tecniche è l’UNI ( Ente nazionale italiano di
unificazione), che giuridicamente è un’associazione riconosciuta di
privati e pubbliche amministrazioni ed è riconosciuta dall’I.S.O. e dal
CEN. Le norme definite dall’UNI prendono il nome di UNI EN ISO
9000 mentre l’accreditamento degli organismi certificatori italiani è
passato, dal 1991, di competenza del SINCERT per quanto riguarda i
processi e i prodotti, del SINAL per i laboratori e del SIT per i centri
di taratura.
Le norme UNI EN ISO 9000 sono state emanate per la prima volta nel
1987, poi rivisitate nel 1994, mentre nel 2000 è stata stilata una nuova
versione conosciuta anche con il nome di “vision 2000” che ha avuto
il pregio di uniformare le norme ISO 9001 e ISO 9004. La rivoluzione
adottata dalle nuove norme consiste in una nuova visione, cosiddetta
“per processi” che va a sostituire la struttura a 20 elementi del 1994.
17