Abstract
Introduzione I bambini con patologia cronica incurabile provano molteplici sintomi
nell’arco della vita, tra questi il dolore e la sofferenza sono quelli maggiormente riscontrati.
Spesso il dolore non viene rilevato adeguatamente e considerato come un fenomeno
multidimensionale, bensì i trattamenti sono volti solamente a ridurne l’intensità. L’utilizzo
di terapie multimodali, dove più fattori agiscono sinergicamente per un controllo dei
sintomi più efficace rispetto ad una singola modalità analgesica, è la strategia migliore in
un contesto di cronicità. La medicina complementare ed alternativa (CAM) può essere ad
oggi una valida proposta, in combinazione a tecniche farmacologiche, per la gestione
multimodale del dolore e dei sintomi ad esso associati. Nelle cure palliative pediatriche
l’attenzione non è volta alla malattia bensì alla persona e ai suoi bisogni, per questo
l’assistenza infermieristica nel bambino sottoposto a cure palliative è estremamente
complessa e richiede l’utilizzo di un piano avanzato personalizzato. Per garantire
un’assistenza globale ed un soddisfacimento completo dei bisogni di questi bambini, è
necessaria una collaborazione multidisciplinare, in quanto si ha un coinvolgimento della
sfera sanitaria, sociale e affettiva dei bambini e delle loro famiglie.
Obiettivo Dimostrare che l’utilizzo dell’analgesia multimodale aiuta a controllare il dolore
cronico e i sintomi ad esso correlati, nel bambino sottoposto alle cure palliative del fine
vita.
Materiali e metodi È stata condotta una revisione della letteratura, ponendo come limite
temporale l’arco di tempo dal 2000 al 2021, attraverso la consultazione di database di
ricerca biomedica ed infermieristica: Medline, Cinahl e insuBRE. Sono stati inclusi articoli
che trattano del dolore cronico nei bambini dai 4 ai 18 anni, sia con approcci farmacologici
che con terapie complementari o alternative.
Risultati L’utilizzo dell’analgesia multimodale nel contesto di CPP è un valido approccio
terapeutico, aiuta a controllare il dolore cronico e i sintomi ad esso correlati.
Conclusioni Il presente lavoro rappresenta la situazione ad oggi della gestione
multimodale del dolore cronico in ambito pediatrico. È un punto di partenza ed un
incentivo alla ricerca clinica, sulle terapie multimodali e la loro applicazione nei centri di
cure palliative pediatriche. Ritengo che sia importante sensibilizzare la popolazione sui
benefici dell’applicazione di questi modelli in Italia, dove non si conoscono o non vengono
presi in considerazione, soprattutto dai professionisti infermieri che si occupano della
gestione, in prima persona dei sintomi, come dolore e sofferenza di questi bambini.
Keywords Pediatric palliative care, Cronic Pain, Pharmacological therapies,
Complementary and alternative medicine, nursing, multidisciplinary team.
Introduction Children with incurable chronic disease experience multiple symptoms
throughout their lives, including pain and suffering being the most commonly encountered.
Often pain is not adequately detected and considered as a multidimensional phenomenon,
but the treatments are aimed only at reducing its intensity. The use of multimodal
therapies, where several factors act synergistically for more effective symptom control than
a single analgesic modality, is the best strategy in a chronic context. Complementary and
alternative medicine (CAM) can currently be a valid proposal, in combination with
pharmacological techniques, for the multimodal management of pain and associated
symptoms. In pediatric palliative care, the focus is not on the disease but on the person
and their needs, which is why nursing care for children undergoing palliative care is
extremely complex and requires the use of a customized advanced plan. To ensure global
care and complete satisfaction of the needs of these children, a multidisciplinary
collaboration is necessary, as it involves the health, social and affective spheres of children
and their families.
Objective To demonstrate that the use of multimodal analgesia helps to control chronic
pain and related symptoms in children undergoing palliative care at the end of life.
Materials and methods This review of the literature was conducted, including articles that
were written between the years 2000 and 2021, by consulting biomedical and nursing
research databases: Medline, Cinahl and insuBRE. Articles dealing with chronic pain in
children aged 4 to 18 years were included, with both pharmacological approaches and
complementary or alternative therapies.
Results The use of multimodal analgesia in the context of CPP is a valid therapeutic
approach, it helps to control chronic pain and related symptoms.
Conclusions The present work represents the current situation of the multimodal
management of chronic pain in the pediatric field. It is a starting point and an incentive
for clinical research, on multimodal therapies and their application in pediatric palliative
care centers. I believe it’ s important to raise awareness among the population about the
benefits of applying these models in Italy, where they are not known or taken into
consideration, especially by professional nurses who deal with the management, firsthand,
of symptoms, such as pain and suffering of these children.
CAPITOLO I
1. 1 Introduzione
In questi ultimi anni, nei Paesi occidentali, si è evidenziato un netto incremento dei
bambini portatori di malattia inguaribile e/o disabilità grave. Il progresso medico ha di
fatto ridotto la mortalità pediatrica ma, nello stesso tempo, ha aumentato la sopravvivenza
di bambini portatori di malattia grave che necessitano di cure palliative. Si è creata per
tanto una nuova tipologia assistenziale, con bisogni complessi da soddisfare e con risposte
integrate multispecialistiche ed interistituzionali (Baroncini et al 2016). Le cure palliative
pediatriche vengono definite come l’attiva presa in carico globale del corpo, della mente e
dello spirito del bambino e comprendono il supporto attivo alla famiglia (OMS, 1998). Le
CPP affermano la vita e considerano naturale il processo di morte; forniscono sollievo dal
dolore e altri sintomi che causano sofferenza; integrano gli aspetti psicologici e spirituali
dell’assistenza al paziente; offrono un sistema di supporto per aiutare i bambini a vivere
quanto più attivamente possibile fino alla morte; utilizzano un approccio di équipe per
affrontare i bisogni, migliorando la qualità della vita; individuano, valutano e gestiscono al
meglio le complicanze cliniche dolorose (Baroncini et al 2016).
Le scienze mediche, fin dalle origini si occupano dei sintomi come indicatori di una
malattia che deve esser diagnosticata e trattata, la conseguenza di ciò comporta che ci si
occupi più spesso della malattia che del paziente. L’approccio totale al care, alla cura dei
sintomi, è focalizzata sulla qualità della vita, sulla dignità del paziente e della sua famiglia.
Ogni bambino, dal neonato all’adolescente, manifesta i sintomi in modo proporzionale
all’età, alla patologia e al contesto in cui vive, ma un sintomo che compare in modo quasi
costante nell’iter delle patologie croniche inguaribili è il dolore. Secondo la IASP il dolore
è una spiacevole esperienza sensoriale ed emozionale associata, o che assomiglia a quella
associata, a un danno tissutale attuale o potenziale (Fondazione ISAL, 2020). Il dolore
cronico presente delle malattie degenerative, neurologiche, oncologiche, specie nelle fasi
avanzate e terminali della malattia, assume caratteristiche di dolore globale, ovvero quel
dolore legato a motivazioni fisiche, psicologiche e sociali (OMS 1998; OMS 2014).
L’esperienza dolorosa di un bambino ha come accompagnamento il dolore della famiglia
che lo vede soffrire, ma anche dei professionisti che si occupano di lui (Hechler et al
2008). L’utilizzo di strategie farmacologiche da sole, sono insufficienti per trattare
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completamente i sintomi sperimentati dai bambini nel fine vita. La terapia multimodale
comprende una serie di tecniche farmacologiche, psicologiche e fisiche, che combinate tra
loro possono fornire un sollievo ottimale dai sintomi correlati alla terminalità (Genika et al
2019). Un approccio multimodale, ancora troppo poco utilizzato nelle CPP, sono le
Complementary and alternative medicine (CAM), che pongono come obiettivo cardine
quello di introdurre tecniche alternative e complementari nella gestione della persona, vista
globalmente come corpo, mente e spirito, al fine di ridurre al minimo i sintomi e migliorare
la qualità di vita. L’American pain society (APS) raccomanda una strategia multimodale e
multidisciplinare come approccio al trattamento del dolore pediatrico cronico, sostenendo
l’impiego di una varietà di CAM abbinate a trattamenti convenzionali, con una loro
somministrazione anche simultanea (Zeltzer et al 2002). Nell’evoluzione della malattia e in
prossimità della morte, la condizione di analgesia deve esser mantenuta costantemente
controllata, quindi sia con approcci terapeutici non farmacologici che farmacologici.
Questo atteggiamento etico, viene riportato nella Carta dei diritti del Bambino Morente,
che sottolinea inoltre il rispetto della dignità, dei valori e desideri del bambino (Fondazione
Maruzza Lefebvre D’Ovidio Onlus, 2013).
È eterogeneo lo spettro dei bisogni che innescano le modalità di presa in carico necessarie,
ma la presa in carico globale del bambino, nelle varie fasce d’età e soprattutto durante il
suo percorso clinico-assistenziale, diviene per un infermiere un’attività essenziale, in
particolare modo nel percorso di palliazione, durante il quale deve riservare una particolare
attenzione alle manifestazioni di dolore e sofferenza, assistendo nelle varie attività
giornaliere che comportano l’impiego di risorse professionali specifiche (Baroncini et al
2016).
La scelta di questo argomento è nata da un interesse personale verso l’ambito pediatrico e
le varie sfumature che caratterizzano questo ambiente. Ho approfondito l’argomento grazie
alle esperienze di tirocinio svolte nel reparto di pediatria dell’ASST Lariana nel presidio di
San Fermo della Battaglia (CO), durante il quale ho potuto assistere bambini con patologie
croniche sottoposti a cure palliative, e nell’Unità di Cure Palliative Domiciliari
dell’Ospedale Valduce (CO), dove ho approfondito gli aspetti legati all’assistenza
infermieristica, al lavoro in équipe, all’etica e deontologia coinvolti nell’accompagnamento
della persona verso il fine vita . In seguito ho ampliato le mie conoscenze sui servizi di
CPP, sulle terapie multimodali esistenti nella gestione del dolore e sintomi associati. Ho
voluto integrare in questo lavoro di tesi i vari approcci presenti in letteratura perchè ad
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oggi questa è carente di protocolli condivisi per quanto riguarda gli standard di una
gestione multimodale del dolore in ambito pediatrico. La mancanza di articoli e di linee
guida sull’argomento ha fortemente limitato la mia ricerca. La popolazione su cui mi sono
focalizzata sono i bambini dai 4 ai 18 anni con patologie croniche sia oncologiche che
degenerative. Per la stesura di questa review ho analizzato complessivamente 16 articoli
rappresentativi di studi primari condotti prevalentemente in Europa e negli USA, dal 2000
al 2021, riportati in seguito nella bibliografia. Sulla base di questo ho formulato la
domanda di Search a cui si vuole rispondere con questa revisione della letteratura: può
l’utilizzo dell’analgesia farmacologica combinata a tecniche complementari (CAM) aiutare
a controllare il dolore cronico nel bambino sottoposto a cure palliative del fine vita?
Nel corpo della presente tesi verrà esaminata la situazione epidemiologica globale dei
bambini sottoposti a cure palliative pediatriche. Saranno approfonditi i concetti di dolore e
di approccio multimodale, accompagnati dall’analisi di articoli sulla gestione del dolore sia
non farmacologico che farmacologico, tenendo in considerazione la limitata applicazione
infermieristica in ambito farmacologico. Sarà specificato l’utilizzo delle CAM nella pratica
clinica pediatrica per la riduzione della sintomatologia data dalla cronicità. Verrà inoltre
approfondita la necessità e l’importanza del ruolo infermieristico nell’assistenza al
bambino con patologia cronica sia oncologica che degenerativa nel periodo del fine vita.
1. 2 Le cure palliative pediatriche e dati epidemiologici
Una premessa necessaria, è quella di chiarire il concetto di accanimento diagnostico-
terapeutico, dove un medico, tenendo conto delle volontà espresse dal paziente o dal suo
rappresentante legale e dei principi di efficacia ed appropriatezza delle cure, non
intraprende procedure diagnostico-terapeutiche clinicamente inappropriate ed eticamente
non proporzionali, dalle quali non ci si possa attendere un effettivo beneficio per la salute
e/ o un miglioramento della qualità di vita (FNMOCeO, 2014) .
Le cure palliative pediatriche non sono le cure della terminalità, e quindi della presa in
carico del bambino e della famiglia solo nel periodo del fine vita, ma prevedono
l’assistenza precoce all’ingurabilità: iniziano dal momento della diagnosi, non precludono
una terapia curativa concomitante e continuano durante tutto il percorso di vita, facendosi
carico della risposta a molteplici bisogni che la situazione comporta (Baroncini et al 2016).
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