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Premesso ciò và sottolineato che anche le piccole imprese al pari di tutte le
altre necessitano di un processo di controllo in modo che la gestione
avvenga in modo efficace ed efficiente, a tal fine diviene necessario che
anche le piccole imprese si apprestino a realizzare un progetto di controllo
che venga creato partendo dai dati esistenti e rispettando la specificità
aziendale, un insieme di strumenti di semplice utilizzo che siano d’ausilio
all’imprenditore nella gestione della propria impresa. Complessità dei
processi produttivi e degli ambienti competitivi da una parte e cambiamento
esterno ed interno dall’altro sono i fattori che spingono l’imprenditore ad
avvicinarsi agli strumenti di controllo di gestione inteso come analisi
approfondita dell’economia dell’impresa. Ecco quindi individuati i fattori
che spingono la piccola impresa ad avvicinarsi agli strumenti di controllo di
gestione, strumenti che andranno progettati in funzione delle caratteristiche
gestionali specifiche dell’impresa e del suo cammino verso la complessità.
I sistemi e le tecniche di pianificazione e controllo sono strumenti
fondamentali per il successo di un'impresa e per la programmazione delle
diverse fasi che ne compongono il processo produttivo. Essi però,
comunemente impiegati a livello di grande azienda, stentano ad affermarsi
tra le piccole imprese, dove, quando presenti, vengono spesso utilizzati solo
occasionalmente ed in modo non coerente. Questo stato di cose assume una
certa rilevanza in paesi, come l'Italia, dove le piccole imprese rappresentano
parte integrante del tessuto economico. Il presente lavoro tratta i vari
modelli e strumenti di controllo (classici ed innovativi) che un'azienda può
adottare, e si conclude con la presentazione di un caso pratico: l’analisi del
sistema di controllo nella S.co.ma s.r.l (PI
1
operante nel settore industriale),
accompagnata dall'esame della attuale situazione economico-finanziaria
letta attraverso la riclassificazione ed analisi di bilancio per indici.
L’elaborato si propone di scandagliare la realtà delle piccole imprese,
partendo da un’attenta analisi delle caratteristiche distintive delle stesse,
verranno tracciate le linee guida necessarie a progettare un sistema di
controllo coerente con la specifica situazione aziendale.
1
Piccola impresa.
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Coerentemente con questa impostazione la tesi si articola in due parti.
Nella prima parte una volta delineate le caratteristiche distintive della
piccola impresa e inquadrate le peculiarità dell’attività di controllo, si
analizzano le modalità con cui progettare un sistema rispondente alle
caratteristiche delle imprese minori. Poiché le aziende che appartengono a
questa categoria mostrano caratteristiche particolari soprattutto con
riferimento al ruolo assunto dall’imprenditore nello svolgimento della
gestione e alle modalità di organizzazione dell’attività, i sistemi di controllo
saranno progettati sulla base di quattro elementi: flessibilità, progressività,
costo, autonomia. La progettazione di un sistema di controllo si articola in
tre fasi: analisi, diagnosi ed interventi.
La fase di analisi si pone quindi l’obiettivo di inquadrare la realtà oggetto di
osservazione con riferimento:
- al livello di dinamicità che caratterizza l’ambiente in cui essa
opera;
- ai fattori critici per operare con successo sul mercato;
- al grado di articolazione strutturale che caratterizza lo
svolgimento dell’attività;
- all’ambiente organizzativo (i valori, la cultura e gli obiettivi
personali dei personaggi chiave e dei gruppi di persone che
operano nell’impresa).
Le informazioni raccolte permettono di avviare la seconda fase, che
abbiamo definito di diagnosi, in cui si stabiliscono i fabbisogni informativi
necessari a tenere sotto controllo la gestione e, parallelamente, si
definiscono le caratteristiche che dovrà avere il sistema di controllo per
adattarsi al grado di complessità gestionale ed al clima organizzativo
presenti in azienda.
La terza e ultima fase permette di individuare gli interventi tramite cui
costruire le dimensioni informativa e comportamentale del sistema di
controllo.
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La seconda parte del presente elaborato verterà, infine, su un caso aziendale
concreto, che permetterà di individuare con maggior chiarezza come nella
realtà di una piccola azienda del sud Sardegna avviene il controllo della
gestione. Tale testimonianza sarà relativa alla S.co.ma s.r.l., tenendo conto
delle sue specificità operative e di business che la rendono una realtà
particolarmente interessante ai fini della presente trattazione.
1.1 Il Controllo di Gestione
L’azienda è un sistema complesso ed articolato che, operando in un contesto
dinamico e mutevole, raggiunge i propri fini, cioè è efficace, se riesce a
rispondere alle esigenze del mercato in modo efficiente, utilizzando al
meglio le risorse disponibili.
Per gestire un’azienda in modo efficace ed efficiente l’imprenditore, oltre
che basarsi sulle proprie capacità personali, deve dotarsi di validi strumenti
direzionali che lo aiutino a definire gli obiettivi verso cui tendere, a
controllare che lo svolgimento dell’attività sia conforme ai programmi
stabiliti e ad intraprendere eventuali azioni correttive. Uno di questi
strumenti è il sistema di controllo di gestione.
Il controllo di gestione è un insieme di strumenti e tecniche in grado di
fornire alla direzione e alla proprietà di una qualunque impresa informazioni
utili per comprendere meglio la realtà aziendale ed assumere decisioni più
razionali. Possiamo vedere il controllo di gestione come un processo
produttivo e distributivo di informazioni utili per dirigere un'impresa. Non è
obbligatorio dotarsi di un sistema di controllo di gestione. Pertanto il
controllo di gestione risponde a esigenze informative interne all'azienda,
non di soggetti esterni (se non come riflesso): la sua missione è quella di
favorire il raggiungimento degli obiettivi aziendali.
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Con la pianificazione strategica si definiscono gli obiettivi a medio/lungo
termine e le strategie necessarie al loro perseguimento che trovano poi
formalizzazione nel piano strategico. Affinché il piano non rimanga una
sorta di “libro dei sogni”, è necessario porre in essere una serie di azioni
spazialmente e temporalmente ben coordinate che consentano il
raggiungimento delle mete prefissate. Concretamente si tratta di far
discendere dal piano strategico un sistema di obiettivi di breve e di
programmi d’azione coerenti con gli orientamenti a lungo termine. La
verifica della realizzabilità dei programmi e della loro coerenza con gli
obiettivi strategici individua quell’attività di orientamento della gestione
qualificabile come controllo di gestione. Controllo di gestione va inteso
innanzitutto come sinonimo di MONITORAGGIO dei risultati della
gestione, grazie al sistema di controllo i manager si accertano del grado di
efficienza e efficacia della gestione, cioè verificano l’esistenza di due
caratteristiche attitudinali dalla cui combinazione risulteranno le
performance aziendali (espresse in termini di redditività, di creazione di
valore economico o di risultati, diversi a seconda del tipo di azienda)
2
. Ogni
valutazione sui risultati conseguiti va operata alla luce delle mete verso cui
si vuole condurre la propria azienda, ciò significa che qualsiasi discorso
sulle performance aziendale và inquadrato nel disegno strategico
dell’impresa. Se in sede di controllo di gestione non si disponesse di chiari
obiettivi, riferiti al lungo periodo, il controllo di gestione non sarebbe in
grado di identificare i precisi indicatori di risultato con cui misurare
l’efficienza e l’efficacia.
Con controllo di gestione non si intende tanto la mera verifica dei risultati,
quanto una serie di atti e di comportamenti dei diversi responsabili ai vari
livelli dell’impresa, impegnati a guidare la gestione dell’azienda. La verifica
dei risultati e la loro valutazione quindi è solo un momento del controllo di
gestione.
2
Brusa, L., Sistemi di programmazione e controllo, Giuffrè, 2000.
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Con tale controllo si determina un controllo concomitante, in quanto attuato
quando il processo è in corso e rivolto al monitoraggio dell’andamento della
gestione attraverso risultati parziali, o intermedi, che via via si realizzano.
Ma con il controllo di gestione si realizza anche un controllo antecedente al
piano; infatti l’articolazione dei programmi e degli obiettivi consente di
verificare l’attuabilità del piano e la possibilità di realizzazione degli
obiettivi strategici.
1.2 Le fasi del processo di controllo
Nelle imprese, la gestione intesa quale insieme di operazioni rivolte al
conseguimento del fine aziendale, si sviluppa attraverso la struttura
organizzativa e si attua in più fasi come di seguito riportate:
1. pianificazione strategica, ha per oggetto le decisioni con cui si dà
all’azienda volto durevole (che cosa produrre, per chi, con quali tecnologie,
con quali dimensione, ecc), si definiscono gli obiettivi di medio/lungo
termine e le strategie necessarie per il loro perseguimento;
2. fase programmatoria, in cui si definiscono gli obiettivi di breve periodo;
3. fase esecutiva, nel quale abbiamo l’attuazione delle operazioni in
precedenza definite;
4. fase di controllo, in cui si svolge una verifica e un accertamento della
corrispondenza tra operazioni previste e operazioni realizzate.
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La verifica della realizzabilità dei programmi e della loro coerenza con gli
obiettivi strategici individua l’attività di controllo di gestione; controllo di
gestione è sinonimo di controllo dei risultati, ciò però non vuol dire
aspettare che i risultati “finali” si siano manifestati, ma significa procedere
ad un monitoraggio il più tempestivo possibile, in itinere per mantenere la
possibilità di intervenire e correggere la direzione di marcia, al fine del
conseguimento dei risultati attesi.
Volendo pertanto definire in maniera chiara il concetto di controllo di
gestione, potremo dire che tale espressione rappresenta un complesso di
operatività di breve periodo preventive, concomitanti e consuntive, con le
quali il management si accerta che la gestione si stia sviluppando in modo
da consentire il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Il controllo di gestione si articola lungo una seria di fasi:
1. formulazione di obiettivi e programmi di breve periodo;
2. verifica sistemica, mediante il reporting, del raggiungimento dei risultati;
3. adozione di eventuali provvedimenti correttivi.
La prima fase consiste nella definizione di obiettivi e programmi di breve
periodo che permettano di verificare, in via preventiva, se la gestione si
svolga in sintonia con il piano strategico (adeguatezza dei programmi). In
tale fase è, altresì, necessario indicare anticipatamente ai responsabili le
azioni da intraprendere nel breve volgere. Gli obiettivi definiti in tale fase
discendono da quelli fissati nel piano strategico rispetto ai quali svolgono
una funzione strumentale, per esplicare al meglio la loro funzione, tali
obiettivi vengono ulteriormente scomposti in periodi infrannuali quali il
mese o il trimestre.
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Tale operazione di segmentazione permette il costante monitoraggio
dell’attività, consentendo interventi correttivi ogni qualvolta se ne ravvisi la
necessità, senza attendere necessariamente la conclusione dei programmi.
Lo strumento di questa fase di controllo è il budget, ossia il documento che
esprime, in termini economico-patrimoniali-finanziari gli obiettivi ed i
programmi che l’azienda intende realizzare nel periodo al quale il budget si
riferisce, ossia l’anno. Da questa verifica discendono le decisioni correnti o
di breve periodo, come ad esempio quelle relative al mix di prodotti, ai
prezzi, all’esternalizzazioni di certe produzioni, basati sugli strumenti forniti
dalla contabilità analitica e dei costi.
La seconda fase prevede la sistematica verifica, attraverso il reporting, del
raggiungimento degli obiettivi di breve e del grado di attuazione del
programma; in questa fase viene attuato un monitoraggio nel continuo delle
condizioni di efficacia e di efficienza della gestione per poter intervenire
tempestivamente qualora le condizioni lo richiedano.
La terza fase consiste nell’assunzione di necessarie e tempestive misure
correttive ove si riscontrino rilevanti discrasie tra dati effettivi e risultati
previsti (feed back).
E’ possibile quindi individuare, in relazione a queste tre fasi tre tipologie, di
controllo:
• il controllo antecedente;
• il controllo concomitante;
• il controllo susseguente.
Il controllo antecedente consiste nell’accertamento dell’idoneità dei
programmi operativi di gestione a contribuire positivamente al
raggiungimento degli obiettivi esplicitati nel piano strategico.
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Questo controllo si realizza attraverso la costruzione del budget. Nella
realizzazione di tale documento si impiegano simulazioni per anticipare il
futuro svolgimento della gestione e verificare la coerenza tra gli obiettivi
strategici (piano) e i risultati attesi nel breve periodo (budget), nonché tra i
programmi afferenti le diverse funzioni.
Il controllo concomitante consiste nel sistematico monitoraggio delle
variabili chiave interne e esterne, attraverso l’attività di reporting che, se ben
strutturata, consente di individuare tempestivamente e con precise variazioni
rilevanti, sia positive che negative.
Il controllo viene inteso come la verifica della rispondenza di un
determinato fenomeno, opportunamente misurato, ad un parametro di
confronto prefissato (possibilmente uno standard). Il controllo concomitante
richiede un confronto tra i risultati intermedi riferiti ad un periodo
infrannuale ed esplicitati dal budget ed i risultati, sempre intermedi ma
effettivi, rilevati contabilmente o extracontabilmente.
Esso rappresenta la premessa necessaria a verificare la perdurante bontà
degli obiettivi e/o dei programmi, e l’eventuale necessità di una loro
ridefinizioni. Grazie ai sistemi informatizzati, il controllo concomitante
permette rapidi interventi correttivi di riorientamento della gestione nella
direzione voluta. Tale controllo si differenzia dal meccanismo di feed back,
in quanto questo attende la conclusione dei programmi per apportare
interventi modificativi, mentre quella realizza le correzioni durante la
gestione, senza attendere il completamento dell’ attività lo strumento su cui
si basa il controllo concomitante è il reporting direzionale.