10
Il risultato di questi cambiamenti – che hanno interessato e che ancora
interessano il mercato delle assicurazioni – è un ambiente molto più competitivo,
dinamico e con minori margini di profitto.
Il mutato scenario del settore assicurativo ha reso il compito di chi governa le
imprese di assicurazione maggiormente difficoltoso, facendo emergere l’esigenza
di sviluppare sempre più affinate tecniche di gestione, tra le quali un posto di
primaria importanza viene ricoperto da quelle connesse alla programmazione e
controllo, utili sia per compiere scelte strategiche coerenti con i mutamenti
ambientali sempre più rapidi e discontinui, sia per attuare un’efficace gestione
organizzativa volta al recupero dell’efficienza interna aziendale.
Nel corso della tesi, dopo aver analizzato le principali caratteristiche delle
aziende di assicurazione, con particolare attenzione agli aspetti tipici sia della
gestione tecnico-assicurativa che di quella patrimoniale-finanziaria, sono stati
analizzati gli aspetti peculiari dei sistemi di programmazione e controllo applicati
a queste particolari aziende.
In particolare, è stata posta l’attenzione sul fatto che ogni situazione
aziendale richiede un sistema di controllo di gestione che possieda una struttura
organizzativa, una struttura tecnico-contabile ed un processo coerenti con la
situazione ambientale, con la strategia competitiva perseguita e con la struttura
organizzativa dell’impresa.
Alla luce di questa considerazione, dopo aver introdotto il controllo di
gestione quale strumento di guida verso il raggiungimento degli obiettivi
aziendali, parte del lavoro è stato dedicata all’analisi delle caratteristiche della
dimensione informativa, di quella organizzativa e di processo che caratterizza i
sistemi di programmazione e controllo delle aziende di assicurazione.
Il lavoro comprende anche l’analisi dei principali parametri di valutazione
delle performance dei centri di responsabilità economica appartenenti sia alla
struttura organizzativa di sede che a quella periferica di una azienda di
assicurazione.
11
Infine, si è voluto verificare come gli strumenti a disposizione del controllo
di gestione possono essere utilizzati nella realtà operativa delle agenzie di
assicurazione, attraverso l’analisi del caso di una agenzia facente capo ad una
primaria compagnia di assicurazioni italiana.
12
Capitolo 1
L’ATTIVITÀ ASSICURATIVA
1.1 L’IMPRESA DI ASSICURAZIONE
Nella realtà economica odierna è sempre maggiore l’attenzione che viene
rivolta verso le imprese di assicurazione. Tali imprese svolgono
contemporaneamente un’attività di erogazione di servizi e di intermediari
finanziari.
L’attività delle imprese di assicurazione consiste nella raccolta di premi, che
rappresentano il prezzo pagato dai clienti, a fronte dell’assunzione da parte
dell’assicuratore di un’alea economica volta a garantire l’erogazione di una certa
somma al verificarsi di un dato evento. Alla base dell’attività assicurativa si trova
il principio mutualistico, in relazione al quale, il costo complessivo degli
accadimenti assicurati viene ripartito fra tutti i soggetti appartenenti alla
collettività di coloro che sono esposti al medesimo rischio.
L’attività assicurativa si esplica di fatto attraverso la stipulazione di contratti
1
riconducibili a due distinte aree di business:
ξ il ramo danni;
ξ il ramo vita.
1
Ai sensi dell’art. 1882 del codice civile, “L’assicurazione è il contratto col quale l’assicuratore, verso
il pagamento di un premio, si obbliga a rivalere l’assicurato, entro i limiti convenuti, del danno ad esso
prodotto da un sinistro ovvero a pagare un capitale o una rendita al verificarsi di un evento attinente la
vita umana”.
13
Nel ramo danni, il concetto di assicurazione si concretizza nel trasferimento
degli effetti economici del rischio da un soggetto (assicurato) a un altro
(assicuratore). Con tale operazione l’assicurazione svolge una finalità sociale che
si può definire indennitario-risarcitoria, in quanto l’assicurato, mediante il
sostenimento di un costo certo pari al premio corrisposto, si tutela da un danno
incerto, ma di ammontare molto superiore.
Fra i contratti del ramo danni vanno necessariamente considerati quelli di
responsabilità civile
2
, attraverso i quali l’assicuratore assume il rischio dei danni
che l’assicurato – a seguito di comportamenti non dolosi – può cagionare al
patrimonio di terzi.
Nel ramo vita, invece, l’assicuratore a fronte del pagamento di un premio –
in unica o più soluzioni – si obbliga a pagare un capitale o una rendita al
verificarsi di un evento attinente alla vita umana, sia in caso di vita sia di morte
della persona assicurata
3
. La polizza vita rappresenta uno strumento che unisce
un atto di previdenza in senso puro, rappresentato dalla solidarietà dell’assicurato
verso i sui cari, ed un atto di risparmio, rappresentato dall’accantonamento
periodico di una somma di denaro, allo scopo di ottenere, successivamente, e
grazie al meccanismo della capitalizzazione, una somma disponibile per il
beneficiario
4
.
2
L’articolo 1917 del codice civile prevede: “Nell’assicurazione della responsabilità civile l’assicuratore
è obbligato a tenere indenne l’assicurato di quanto questi, in conseguenza del fatto accaduto durante il
tempo dell’assicurazione, deve pagare ad un terzo, in dipendenza della responsabilità dedotta dal
contratto”.
3
I contratti di assicurazione riconducibili al ramo vita, possono essere stipulati sia sulla vita del
contraente che su quella di un terzo. A tal proposito l’art. 1919 del codice civile recita: “L’assicurazione
può essere stipulata sulla vita propria o su quella di un terzo. L’assicurazione contratta per il caso di morte
di un terzo non è valida se questi o il suo legale rappresentante non dà il consenso alla conclusione del
contratto. Il consenso deve essere provato per iscritto”.
4
Cfr. DI CAGNO N. – AMATO S., Amministrazione e controllo delle imprese di assicurazione,
Giappichelli Editore, Torino, 2000, pag. 111
14
Volendo tentare di dare una definizione di impresa di assicurazione, è
possibile definirla come quell’impresa che assume mediante contratti e gestisce
sistematicamente i rischi
5
a essa trasferiti dagli assicurati.
In tal senso si parla di attività imprenditoriale specifica – che richiede una
particolare tipologia di organizzazione e di competenze – per la quale sono
previsti peculiari requisiti ed autorizzazioni indicate nei decreti legislativi nn. 174
e 175/95.
Una compagnia di assicurazione, per la sua peculiare attività, presenta una
serie di aspetti che la differenziano dalle imprese industriali e commerciali.
Uno degli elementi che caratterizzano le imprese di assicurazione è
rappresentato dalla inversione del ciclo finanziario ed economico. In esse, al
contrario di quanto avviene nelle normali imprese industriali e commerciali,
l’ottenimento dei ricavi precede il sostenimento della gran parte dei costi legati al
processo produttivo. Questa caratteristica genera, nelle imprese di assicurazione,
l’esigenza e l’opportunità di investire la liquidità generata con la riscossione dei
premi, fino al momento in cui dovrà essere utilizzata per adempiere alle
prestazioni assicurative. L’operatività delle imprese di assicurazione, oltre che
dal al rischio economico comune a tutte le attività imprenditoriali, è
caratterizzata dalla costante presenza di un elemento di incertezza inerente il
verificarsi di un evento considerato (assicurazioni danni) o di un evento attinente
la vita umana (assicurazioni vita), che conferisce un elevato grado di aleatorietà
alla dimensione dei costi che l’impresa si trova a dover sostenere. Tale incertezza
rende particolarmente difficile la previsione degli oneri e, soprattutto il governo
dell’efficienza.
5
I rischi che gli assicurati trasferiscono alle imprese di assicurazioni possono essere:
ξ rischi di massa omogenei;
ξ “grandi rischi” non omogenei e poco frequenti (coassicurazione, riassicurazione).
15
Per ridurre questo livello di aleatorietà le imprese di assicurazione applicano
nei loro calcoli la legge dei grandi numeri
6
che consente, a fronte di categorie di
rischio omogenee tra loro, di prevedere con un elevato grado di probabilità il
verificarsi degli eventi dannosi.
Poiché all’aumentare della massa dei premi raccolta è possibile migliorare la
valutazione dei rischi acquisiti, le imprese di assicurazione tendono ad
espandersi, anche a fronte di un ciclo economico invertito che nelle fasi
successive a quella di avviamento, elimina la necessità di apporti di capitale
aggiuntivo, per finanziare le attività produttive
7
. Da ciò deriva la particolare
funzione del capitale proprio che, una volta superata la fase iniziale di
operatività, acquisisce il ruolo fondamentale di garanzia nei confronti degli
assicurati. Quindi il capitale proprio di un’impresa di assicurazione, oltre a
coprire il fabbisogno finanziario per gli investimenti iniziali di struttura –
necessari per svolgere l’attività tipica –, deve diffondere nel pubblico
un’immagine patrimoniale solida ed ha la funzione di coprire gli eventuali scarti
negativi che si verificano tra frequenza effettiva e frequenza presunta dei rischi
assicurati.
La presenza del ciclo economico invertito e la distanza temporale tra il
momento dell’incasso dei premi e quello del pagamento dei sinistri – che risulta
particolarmente lunga per i rami vita – dà alla gestione dei capitali a disposizione
6
In una serie di prove, ripetute un gran numero di volte, eseguite tutte nelle stesse condizioni, la
frequenza con cui si verifica un evento tende ad assumere valori prossimi alla probabilità dell’evento
stesso e, generalmente, l’approssimazione è tento maggiore quanto più grande è il numero delle prove
eseguite.
7
Tuttavia, un limite alla capacità operativa delle compagnie di assicurazione è rappresentato dal
margine di solvibilità (MDS) che deve essere proporzionale al volume complessivo dell’attività
realizzata. Tale margine corrisponde al patrimonio dell’impresa, libero da ogni impegno prevedibile, al
netto degli elementi immateriali. Il margine di solvibilità è stato introdotto con l’emanazione di due
direttive CEE in materia di accesso e di esercizio delle assicurazioni:
ξ la direttiva CEE n. 239/79, relativa alle assicurazioni danni;
ξ la direttiva CEE n. 267/79, relativa alle assicurazioni vita.
La disciplina sul margine di solvibilità delle imprese di assicurazione, oggi, è prevista dal D.lgs n. 174/95
per quanto riguarda le assicurazioni danni e dal D.lgs. n. 175/95 per quanto riguarda le assicurazioni vita.
16
la valenza di attività autonoma, spesso di grande impatto sul risultato finale delle
imprese di assicurazione.
Per fotografare, quindi, in maniera esaustiva i processi assicurativi, è più
corretto affermare che l’attività assicurativa è caratterizzata dalla combinazione e
dall’interdipendenza reciproca di due gestioni:
ξ la gestione tecnico-assicurativa;
ξ la gestione patrimoniale-finanziaria.
17
1.2 LA GESTIONE TECNICO-ASSICURATIVA
La gestione tecnico-assicurativa rappresenta il core business delle imprese di
assicurazione. Essa consiste nel complesso di operazioni inerenti l’assunzione dei
rischi, la gestione del portafoglio dei contratti acquisiti e la liquidazione dei
sinistri secondo gli obblighi assunti dall’impresa di assicurazione nei confronti
dell’assicurato.
L’assunzione dei rischi da parte di una compagnia di assicurazione può
avvenire in modo:
ξ diretto;
ξ indiretto (riassicurazione attiva).
L’assunzione dei rischi in modo diretto avviene attraverso la stipulazione di
contratti con gli assicurati che prevedono il pagamento del premio a carico di
questi ultimi e l’impegno, da parte della compagnia, di erogare in futuro una
somma di denaro a fronte del verificarsi dell’evento a cui si riferisce la copertura
assicurativa.
L’attività di assunzione dei rischi è di solito preceduta da un complesso di
attività di pre-vendita (ricerca della clientela, valutazione dei rischi da
assicurare), anch’esse rientranti nella gestione tecnico-assicurativa.
Una volta sottoscritta la polizza assicurativa, si passa alla fase di gestione del
portafoglio caratterizzata da tutte le possibili variazioni al contratto legate a
modifiche dei valori o delle attività da coprire e dei relativi prezzi ed aumenti
della rischiosità degli eventi assicurati, a nuove esigenze della clientela.
Viene considerata come attività di gestione anche la semplice riscossione dei
premi alle scadenze previste contrattualmente.
18
La fase successiva a quella di gestione del portafoglio è quella legata
all’erogazione della prestazione prevista dal contratto. L’erogazione della
prestazione, nel caso del ramo danni, costituisce solo una fase eventuale
8
, in
quanto questa si concretizza soltanto nel caso di avvenimento dell’evento
previsto nel contratto e prevede tre distinte fasi:
ξ denuncia del sinistro: in cui la compagnia prende in carico il sinistro;
ξ valutazione del danno: in cui la compagnia, tramite una perizia, valuta
l’entità del danno da risarcire;
ξ liquidazione: in cui la compagnia esegue la prestazione assicurativa, il
pagamento del sinistro.
Nella realtà operativa delle aziende di assicurazione, dalla denuncia dei
sinistri alla loro effettiva liquidazione intercorre un lasso di tempo, la cui
ampiezza varia in funzione di problematiche fisiologiche di carattere
organizzativo e della complessità del danno da risarcire.
Altre due fasi del processo di gestione tecnico-assicurativa sono
rappresentate dalla riassicurazione e dalla coassicurazione.
Nel processo produttivo delle imprese di assicurazione, la riassicurazione
può assumere due diverse forme:
ξ riassicurazione passiva;
ξ riassicurazione attiva.
La riassicurazione passiva consiste nella cessione, da parte di una compagnia
di assicurazioni (cedente), di una quota di rischi assunti ad un’altra compagnia
(cessionaria) al fine di raggiungere o mantenere l’equilibrio desiderato.
8
“Nel ramo vita, solo alcune forme assicurative denotano questo carattere di eventualità (temporaneo
caso di morte o caso di sopravvivenza), in quanto nel caso di formule miste l’evento (morte o
sopravvivenza) si manifesterà sicuramente, rimanendo incerto, nell’intervallo di tempo coperto, solo il
momento della verificazione dell’evento”. DI CAGNO N. - AMATO S., Amministrazione e controllo delle
imprese di assicurazione, Giappichelli Editore, Torino, 2000, pag. 151
19
Specularmente è possibile definire la riassicurazione attiva come
l’assunzione, da parte di una compagnia cessionaria, di rischi ceduti da
un’impresa cedente. Tale forma di riassicurazione rappresenta, per la compagnia
cessionaria, una forma di assunzione indiretta dei rischi.
La riassicurazione non va confusa con la coassicurazione, la quale si ha
quando più imprese di assicurazione si ripartiscono pro-quota un rischio in sede
di assunzione. La coassicurazione risulta particolarmente diffusa ogni qualvolta
un’impresa di assicurazione non sia in grado o non ritenga opportuna
l’assunzione, da sola, di un rischio di notevole entità.
20
1.3 LA GESTIONE PATRIMONIALE-FINANZIARIA
Parallelamente all’attività tipica, nelle imprese di assicurazione, si svolge la
gestione patrimoniale-finanziaria, la quale è costituita dal complesso di
operazioni destinate a sovrintendere i flussi in entrata ed in uscita generati
dall’attività aziendale e ad investire i capitali accumulati attraverso la gestione
tecnico-assicurativa, nonché i mezzi propri dell’impresa stessa.
Gli investimenti che le aziende di assicurazione pongono in essere
nell’ambito della gestione patrimoniale-finanziaria, svolgono una pluralità di
funzioni, tra cui:
ξ produrre proventi reddituali volti a migliorare il risultato complessivo,
compensando gli eventuali andamenti negativi della gestione tecnica;
ξ garantire agli assicurati l’adempimento sistematico delle obbligazioni di
indennizzo;
ξ produrre proventi reddituali da utilizzare per il miglioramento dei prezzi
del servizio assicurativo;
ξ potenziare la struttura patrimoniale garantendo nel tempo i livelli di
solvibilità dell’impresa.
L’investimento dei capitali a disposizione dell’impresa di assicurazione deve
essere condotto in modo da ottenere un portafoglio di investimento con
combinazioni rischio/rendimento adeguate rispetto sia alla composizione degli
impegni assunti nei confronti di creditori e clienti, sia rispetto agli obiettivi
prefissati in sede di programmazione.
21
Gli investimenti effettuati nell’ambito dello svolgimento della gestione
patrimoniale-finanziaria, possono essere suddivisi in:
ξ valori immobiliari;
ξ titoli a reddito fisso;
ξ titoli a reddito variabile;
ξ valori monetari.
Nell’ambito della gestione patrimoniale-finanziaria, le singole alternative di
investimento devono essere valutate in termini di:
ξ liquidità: intesa come l’attitudine di un investimento a trasformarsi
tempestivamente ed economicamente in denaro;
ξ redditività: in termini di capacità di un investimento di produrre frutti nel
tempo;
ξ sicurezza: intesa come l’attitudine di un investimento a mantenere intatto
il proprio valore nel tempo.
Al fine di condurre in maniera efficiente la gestione patrimoniale-finanziaria,
si rende necessario tenere distinti i flussi provenienti dal ramo danni da quelli del
ramo vita
9
. Il ramo danni è caratterizzato da un ciclo dalla durata abbastanza
breve e incerta, il che implica la necessità preferire gli aspetti di redditività a
breve e di liquidità nella fase di investimento di flussi finanziari rivenienti da
questo ramo. Il ramo vita, invece, presenta un ciclo economico più lungo e più
facile da prevedere rispetto al ramo danni, con la conseguenza che, nel valutare le
singole alternative di investimento, sarà opportuno dare una maggior importanza
agli aspetti della redditività a lungo termine e della sicurezza.
9
La legge impone che l’esercizio congiunto dei rami , avvenga tenendo separata la gestione e la
contabilità degli stessi. Per le imprese autorizzate ad operare successivamente al 15/3/1979, in seguito al
recepimento delle Direttive CEE di prima generazione, vige il cosiddetto “principio della
specializzazione”, in base al quale è vietato l’esercizio congiunto dell’attività assicurativa nei rami danni
e nei rami vita (art. 5 D.lgs n. 174/95 e art. 7 D.lgs n. 175/95). Per le imprese autorizzate ad operare in
entrambi i rami , precedentemente a tale data, è invece consentita la prosecuzione dell’esercizio
congiunto, purché vengano tenute separate le gestioni a livello finanziario e patrimoniale.
22
Con riferimento alla gestione patrimoniale-finanziaria, è possibile cogliere
notevoli similitudini tra l’impresa di assicurazione e un intermediario finanziario.
Una compagnia di assicurazione, analogamente ad un istituto di credito,
raccoglie risorse finanziarie dai propri assicurati sotto forma di premi e compie
una diversificata attività di investimento in impieghi mobiliari ed immobiliari,
percependo da questi dei proventi reddituali. Successivamente essa disimpiega i
propri investimenti e rimborsa le somme agli assicurati sotto forma di
risarcimento (ramo danni) o di capitalizzazione del risparmio (ramo vita), al fine
di lucrare sulla differenza tra le remunerazioni ricevute e quelle pagate.
L’attività di intermediazione, appena messa in evidenza, è particolarmente
evidente nelle assicurazioni vita, ove i contratti hanno una durata pluriennale e la
componente finanziaria è prevalente rispetto alla componente di rischio.