due decenni a seguito dell'avvento delle tecnologie
dell'informazione; ed infine, la "cultura del mercato",
connessa all'introduzione e all'utilizzo delle competenze
necessarie a gestire un'impresa in un mercato competitivo.
2. Modifica delle strutture organizzative - Le strutture
organizzative prevalentemente adottate dalla banca-
istituzione erano concepite per durare nel tempo, in
situazioni caratterizzate dalla stabilità e dalla
standardizzazione di gran parte delle operazioni. La
configurazione organizzativa corrispondente ad una
consimile struttura è costituita da una burocrazia
centralizzata, da procedure formali, dalla specializzazione
delle funzioni, da un notevole numero di livelli gerarchici,
da un rigido esercizio del controllo. Occorre quindi avviare
una riforma delle strutture organizzative orientata a
favorire l'innovazione e la capacità competitiva.
3. Misurazione della performance - Ogni sforzo di
miglioramento dell'attività aziendale si manifesterà privo
di effetto in carenza di un sistema di misurazione sia delle
risorse impiegate che dei risultati conseguiti.
Il controllo di gestione è uno strumento di ausilio nel
raggiungimento di tale obiettivo; esso infatti permette di
considerare le principali variabili la cui conoscenza è di
fondamentale importanza ai fini dell'attività decisionale
propria della banca. Lo scopo che si intende conseguire è
quello di gestire l'azienda di credito con maggiore
consapevolezza e razionalità. Si analizzeranno gli aspetti
fondamentali del controllo di gestione ed i principali
problemi aperti dalla sua pratica applicazione alle aziende
di credito.
CAPITOLO I
IL PROCESSO PRODUTTIVO TIPICO DELLE
AZIENDE DI CREDITO
1.1 CARATTERISTICHE DISTINTIVE DELL'ATTIVITÀ BANCARIA
La banca come tutte le aziende di produzione, è un
sistema complesso ed ordinato di elementi separati e
interdipendenti, volto al raggiungimento di un obiettivo
prefissato
1
, caratterizzandosi nello stesso tempo per la
diversità delle sue combinazioni economiche. Questa
differenziazione, fa sì che per la realizzazione di un efficace
sistema di controllo è necessario conoscere dettagliatamente
l'attività produttiva specifica messa in atto dall'azienda.
La banca rientra a pieno titolo nella vasta categoria degli
intermediari finanziari, ponendosi come contropartita di unità
in surplus attraverso l'offerta di passività finanziarie, ma
anche come controparte di unità in deficit, che vedono nel
ricorso al credito una delle forme di copertura del fabbisogno
finanziario. La funzione della banca non è di semplice
tramite, svolgendo essa stessa un’attività di trasformazione,
in modo tale che la qualità dei fondi raccolti, intesa come
importi, scadenze, valuta e rischi, è diversa da quella dei
fondi erogati. La trasformazione svolta dalla banca è quindi
una vera attività di produzione volta a rendere possibile
questo trasferimento di fondi fra unità (surplus/deficit)che
hanno schemi di preferenze non compatibili.
1
Bertalanffy L. : Teoria generale dei sistemi, IL MULINO, Bologna 1971
La funzione d’intermediazione, storicamente
caratterizzatasi come funzione fondamentale della banca, è
affiancata dalla funzione monetaria, consistente nella
capacità, in senso normativo ed economico delle banche, di
emettere strumenti di debito (depositi), che possano fungere
da mezzo di pagamento. Questa è l'unica funzione che
distingue la banca dalle altre categorie di intermediari.
La realtà è però più complicata, non potendosi limitare
l'attività bancaria soltanto all'intermediazione: è necessario
evidenziare le componenti di servizio "non creditizio",
diverso dalle operazioni di credito/debito in senso stretto, che
stanno assumendo un’importanza via via crescente nello
sviluppo del settore. La domanda di servizi si sta evolvendo
secondo alcune direttive principali: nel mercato dei servizi ai
privati si ha un ampliamento ed una diversificazione della
domanda collegati anche ad una sempre minore fedeltà del
cliente; nel mercato dei servizi alle imprese si richiedono
competenze sempre più qualificate e specifiche (meno tout
court e più servizio) anche in conseguenza del fatto che i
rischi di insolvenza sono sempre più elevati e sempre meno
prevedibili. Questi mutamenti impongono una evoluzione
organizzativa notevole; non dobbiamo infatti dimenticare che
l'organizzazione di una banca così come la sua articolazione,
dipende essenzialmente dai prodotti base che produce e
ciascuna cosiddetta operazione bancaria non è altro che il
risultato di una combinazione di questi prodotti-base che
sono: intermediazione di fondi; esecuzione di servizi di
pagamento; informazione; consulenza.
2
La banca è quindi,
un'impresa multibusinnes, sia perchè l'attività
d’intermediazione creditizia viene alimentata da due linee
differenti di servizi (risparmio e credito), sia perchè la
produzione dei cosiddetti "prodotti base" è caratterizzata dai
2
Claps V. : Pianificazione e controllo nell'azienda di credito ISEDI,
Torino 1989
caratteri della comunanza e della congiunzione. Produzione
comune, in quanto proviene da un unico complesso
produttivo; produzione congiunta, in quanto taluni
prodotti/servizi si associano inscindibilmente ad altri -es.
servizi di pagamento e rapporto di conto corrente-. Per quello
che concerne sempre la produzione bancaria, altri elementi da
tenere in debita considerazione sono le caratteristiche dei
servizi che si vogliono produrre. Innanzitutto l'elevata
deperibilità, in quanto un servizio viene fruito
contestualmente alla sua produzione, non potendo
immagazzinare la "consulenza". Ad esso collegato è il
problema della standardizzazione della qualità del servizio
medesimo, perchè ogni unità del servizio prestato è qualcosa
di diverso da ogni altra unità. Queste peculiarità, con le quali
devono confrontarsi non solo le banche, ma tutti i produttori
di servizi, comportano due ordini di conseguenze: in primo
luogo vi è una difficoltà oggettiva di valutazione sia in
termini di efficacia/efficienza, che di costi/ricavi,
predominando la componente di eterogeneità; in secondo
luogo la deperibilità elevatissima pone all’azienda di credito
notevoli vincoli in sede di progettazione delle strutture
ricettive per la clientela, non potendo immagazzinare i
"servizi" che non vengono utilizzati. Questo accade poichè la
domanda di servizi bancari è soggetta a notevoli fluttuazioni
nell'arco della giornata
3
. L'esigenza di essere quindi
sovradimensionata rispetto alle esigenze "medie", comporta
una crescita dell’incidenza dei costi fissi (fra i quali si può
inserire anche quello del personale, il vero "erogatore" dei
servizi), che si riflette direttamente in sede di definizione
delle scelte strategiche dell’azienda di credito. Queste
esigenze di dimensionamento rendono problematica la
programmazione, in quanto l'elevata incidenza dei costi di
3
Stanton V. Varaldo R.: Marketing . IL MULINO, Bologna 1986
struttura si affianca ai limiti "operativi" (vincolo di liquidità)
della gestione tipica delle banche, con la conseguenza
d’irrigidire la struttura, e rendere ancora più ristretti gli
ambiti di manovra della alta direzione.
1.2 ELEMENTI IDENTIFICATIVI DEI PRODOTTI BANCARI
TRADIZIONALI
In linea generale si può assimilare la banca ad una
qualsiasi impresa che opera nel settore dei servizi. Le
prestazioni bancarie, possono essere classificate in due
grandi gruppi: quelli tipici (servizi di raccolta e di impiego) e
quelli cosiddetti accessori.
Fra quelli accessori si possono ricomprendere: il
collocamento di emissioni di titoli, compravendita per conto
terzi, custodia e amministrazione di titoli, consulenza
economica e finanziaria alle imprese, gestioni patrimoniali,
servizio cassette di sicurezza, pagamento di utenze,
intermediazione nel cambio di divise, la carta assegni, il
leasing, la carta di credito, il factoring ecc.
I servizi di impiego riguardano la concessione di prestiti
alla clientela, mentre i servizi di raccolta riguardano, oltre la
custodia della moneta legale, anche la possibilità di utilizzare
la "moneta bancaria" da parte dei clienti. E' compito
essenziale dei responsabili del controllo di gestione
l'identificazione esatta di ciò che si intende per produzione.
Ad esempio è abbastanza arduo stabilire se il servizio utenze
per conto terzi sia un servizio accessorio o se preferibilmente
non sia da considerare fra gli strumenti della raccolta; così
come le carte di credito si possono ricondurre a un servizio di
impiego piuttosto che a un servizio accessorio. Al fine di
superare queste dicotomie si può considerare ciascuna
operazione come un prodotto, avente una sua dimensione
operativa e una sua dimensione finanziaria. Come diretta
conseguenza si viene ad ipotizzare una sorta di "conto
lavorazione" all'interno del quale confluiscono tutti i costi e i
ricavi di un periodo. Questa impostazione viene però a
scontrarsi con i caratteri della comunanza e della
congiunzione tipici della produzione bancaria, rendendo
necessario lo studio di criteri di imputazione dei costi che
risentono pur sempre, di una certa soggettività di giudizio. E'
quindi più agevole, ai fini del controllo di gestione,
identificare il prodotto bancario sulla base della procedura
necessaria alla sua vendita. A supporto di queste
considerazioni si può addurre come esempio tipico, il diverso
costo che la banca si trova a sostenere per vendere un
servizio di raccolta (es.: deposito) a seconda che il
versamento sia effettuato in contanti oppure con un assegno
versato "salvo buon fine". Una fattispecie così vasta di
procedure e conseguentemente di prodotti, va
necessariamente ricondotta ad un numero più limitato di
famiglie principali. Ai fini del controllo di gestione è quindi
indispensabile sia la scomposizione in prodotti elementari
della produzione bancaria, sia la ricomposizione in gruppi di
prodotti omogenei. La scomposizione è utile per definire i
costi dei prodotti elementari, con riflessi diretti sulle
procedure di produzione, la ricomposizione è necessaria per
stabilire la redditività di prodotto e per assegnare le
responsabilità ai managers.
L'esame delle procedure viene ad essere uno strumento di
analisi dei prodotti, in quanto tende a definirli in termini di
costi/ricavi attribuiti sia direttamente sia, come già esposto,
attraverso una parametrizzazione degli oneri gravanti sui
singoli prodotti. Si deve inoltre tenere presente che il
servizio venduto ha connotati ben precisi nell'ottica del
cliente, indipendentemente dal problema delle banche per le
quali lo stesso prodotto è il risultato di svariati procedimenti
produttivi. Si viene così a parlare di "PRODOTTO-
CLIENTE".
4
4
Biffis P. :Problemi di definizione di prodotto bancario, in Baravelli
Biffis Mottura: Struttura organizzativa, controllo di gestione e marketing
nella banca, GIUFFRE', Milano 1988
Un caso emblematico di prodotto-cliente è quello
dell'assegno circolare, che per la banca può essere il frutto di
numerosi procedimenti diversi, ognuno dei quali con
caratteristiche di costi operativi diversi. Il problema della
banca non è solo quello di esplicitare le linee di produzione
al fine di estrapolarne il costo, ma anche quello di collegare
gli aspetti economico/finanziari del prodotto anche al cliente
che ne fa richiesta, in quanto la banca non riceve un
corrispettivo diretto per la vendita di questo servizio, ma
soltanto la disponibilità dell'ammontare per un limitato
periodo di tempo. E' necessaria dunque l'analisi dei clienti,
dei mercati e dei prodotti, che viene a confluire in una
riclassificazione in termini di prodotto-cliente, per giungere a
gruppi sufficientemente omogenei. Una volta identificato il
prodotto-cliente si tratta di estrapolarne i costi ed i ricavi.
1.3 NUOVE TENDENZE DELL'ATTIVITÀ BANCARIA
Le modifiche strutturali intervenute nel corso degli anni 80
nell'intero sistema finanziario, hanno ridimensionato il
mercato tipico delle aziende di credito. Queste hanno reagito
con processi di riorganizzazione finalizzati ad affiancare
nuovi prodotti all'intermediazione finanziaria che,
conseguentemente, perde il suo ruolo centrale a favore di
un’offerta di nuovi prodotti e servizi più rispondenti alle
mutate condizioni della domanda. All'interno di questa
evoluzione della domanda si possono individuare alcune
classificazioni caratterizzate da una certa omogeneità:
1. Erogazione finanziamenti a breve e medio termine: leasing,
factoring, credito al consumo, carte di credito.
2. Acquisizione finalizzata del risparmio anche a mezzo di
società collegate: fondi comuni, gestioni patrimoniali.
3. Prestazione di servizi differenziati di natura anche
finanziaria collaterali all'attività creditizia: consulenza,
revisione, fiduciarie, trading, servizi per l'intermediazione
commerciale.
4. Strumenti per la commercializzazione del prodotto e
penetrazione commerciale internazionale: consorzi export.,
holding per progetti di investimento.
5. Acquisizioni societarie per favorire ricapitalizzazione:
merchant banking, venture capital.
Attività svolte direttamente dalla banca o in modo indiretto
tramite società collegate con la partecipazione o meno di
privati. Questo ha portato allo sviluppo di nuove strutture
operative collegate alla creazione di nuovi prodotti e alla
diversificazione dell'offerta, con particolare riguardo alla
funzione commerciale ed al marketing. In effetti per le
banche è essenziale una efficace progettazione del marketing
mix. In questa ottica va inserita la creazione di reti di vendita
-anche separate- efficaci, flessibili e per certi versi più
efficienti rispetto all'attività tradizionale, svolta in genere da
personale non sempre specializzato presso gli sportelli delle
aziende di credito. Collegato a questo aspetto vi è anche
l'innovazione tecnologica: la velocizzazione delle procedure,
la semplificazione delle operazioni con la clientela, la
gestione ottimale dei flussi informativi sono obiettivi
realizzabili solo in un'ottica di sviluppo e innovazione delle
tecnologie adottate. Impegno quest'ultimo, non solo di natura
economica, ma soprattutto culturale.
Anche la rinnovata attenzione per la formazione del
personale si inserisce in questo mutamento culturale sul modo
cioè di fare banca. La formazione è un elemento essenziale
per uno sviluppo armonico: nuovi prodotti, nuove tecnologie,
nuovi uomini. Proprio la qualità del personale può essere uno
dei principali fattori di successo a disposizione delle aziende
di credito. I risultati ottenibili in termini di competizione e
posizionamento sul mercato è strettamente collegata a quella
delle "risorse umane" impiegate. Questa consapevolezza esige
un miglioramento della preparazione del personale ottenibili
a mezzo di una progressiva riqualificazione interna,
spostando l'attenzione dal "saper fare" (competenze tecnico-
operative) al "saper essere" (sviluppo attitudine
all'interazione con l'esterno e adeguamento rapido ai
cambiamenti).
5
Questo processo di miglioramento della professionalità
del personale impiegato pur presentandosi assai complesso e
oneroso, è però, non solo un’esigenza primaria, ma
soprattutto, un obiettivo di fondamentale rilevanza strategica
di quella che si può definire la "nuova banca".
5
Paolucci S.: Il Parabancario. G.GIAPPICHELLI, Torino 1990
CAPITOLO II
INTRODUZIONE DEL CONTROLLO DI GESTIONE
IN UNA AZIENDA DI CREDITO
2.1 IL CONTROLLO DI GESTIONE COME SISTEMA
Si può definire il controllo di gestione come l'attività di
guida svolta dai manager, applicando il meccanismo della
retroazione (feedback) e basandosi sulla contabilità
direzionale, per assicurare l'acquisizione e l'impiego delle
risorse in modo efficace ed efficiente, al fine di conseguire
gli obiettivi economici prestabiliti. Il termine controllo non
viene utilizzato nel senso di ispezione, ma con significato di
"governo"; controllo come attività di guida verso gli obiettivi
aziendali. Il controllo di gestione è un sistema, una categoria
logica, che raggruppa insieme alcuni elementi interagenti e
che serve meglio a comprendere le caratteristiche
dell'ambiente nel quale viene a trovarsi l'azienda bancaria
come qualsiasi altra impresa. Il sistema del controllo di
gestione fa parte del più ampio sistema organizzativo, quindi
è parte integrante del sistema aziendale. Non va dimenticato
infatti, che l'azienda, come tutti i sistemi dinamici, si
compone di una serie molto vasta di sotto sistemi, fra i quali
si possono annoverare: il sistema degli obiettivi, il sistema
dei valori ed il sistema organizzativo.
Il sistema del controllo di gestione si compone di una
struttura -organizzativa e tecnico/contabile- e di un processo.
La struttura organizzativa riguarda la distribuzione della
responsabilità economica nell'ambito dell'organizzazione e
presenta problemi di congruenza con la distribuzione delle
responsabilità organizzative
1
. Ogni parte dell'azienda viene
ad essere considerata un sistema a sé stante, con suoi
specifici obiettivi economici da conseguire nell'ambito del
suo particolare ambiente. Si hanno così centri di
responsabilità di profitto, di costo standard, di spesa;
ripartizione questa, collegata al grado di decentramento
attuato. La struttura tecnico-contabile si traduce, a sua volta,
nella contabilità di controllo: un insieme di strumenti nei
quali si esprimono sia gli obiettivi (budget) che i consuntivi
(rilevazione a posteriori dei fenomeni realmente accaduti).
Il processo è la metodologia, in base alla quale si svolge
il controllo: definizione degli obiettivi -che presuppone un
necessario coordinamento fra obiettivi parziali e obiettivo
generale dell'impresa- svolgimento dell'attività, verifica dei
risultati, eventuale analisi degli scostamenti, ed infine, come
elemento caratterizzante, azioni correttive o riprogettazione
degli obiettivi.
Queste fasi non hanno però una sequenzialità assoluta; è
infatti possibile che si sovrappongano e che si influenzino
reciprocamente, essendo la comunicazione fra i vari elementi
uno degli elementi essenziali di un sistema finalizzato come è
l'impresa. La struttura e il processo sono interagenti fra di
loro: la struttura costituisce la base su cui si inserisce il
processo influenzandone lo svolgimento. Il processo a sua
volta incide, nella sua attuazione, sulla struttura apportando
modifiche a volte sostanziali.
Il sistema di controllo riceve tre ordini di input:
organizzativi, umani e sociali, rappresentanti quelle variabili
esogene che, influenzano le parti componenti del sistema e
1
Baravelli M., Biffis P., Mottura P.: Struttura organizzativa,
controllo di gestione e marketing nella banca, Giuffrè, Milano,
1988
concorrono a determinare i risultati del controllo
2
. Fra i
fattori organizzativi si comprendono la struttura
organizzativa di base, i meccanismi operativi, la strategia, lo
stile di direzione nei confronti dei collaboratori e l'ambiente
esterno. I fattori umani sono le capacità, le conoscenze, le
motivazioni e le aspettative. I fattori sociali identificano
composizione e caratteristiche dei gruppi che operano nel
campo dell'organizzazione. Le ultime due serie di fattori
risultano non facilmente influenzabili nel breve periodo.
Gli output del sistema di controllo di gestione sono:
l'efficienza direzionale, la motivazione, il clima
organizzativo. L'efficienza direzionale in quanto il controllo
di gestione non si limita a valutare le operazioni dell'impresa,
ma permette l'analisi delle prestazioni manageriali (sia
l'efficienza che l'efficacia delle decisioni dell'alta direzione).
La motivazione, intesa come determinante interiore per
svolgere una determinata azione, riguarda essenzialmente i
manager che sono coinvolti nella determinazione degli
obiettivi. Questa è tanto maggiore quanto il sistema di
controllo permette una interiorizzazione degli obiettivi
prestabiliti. Il clima organizzativo investe tutta
l'organizzazione, creando le premesse per l'effettiva
applicazione degli obiettivi, che così non rimangono solo
sulla carta. Anche perchè la banca di domani tenderà ad
essere sempre più un'azienda di servizi, vale a dire
un'organizzazione di specialisti, di persone capaci ed
altamente professionalizzate, che necessiteranno di strutture
con un elevata flessibilità. Il porsi periodicamente
nell'ambito di linee strategiche prestabilite, obiettivi
d'azione, svolgere attività con costante riferimento ad esse,
verificare continuamente se i risultati sono coerenti con gli
obiettivi ed eventualmente intervenire, sono fasi che mettono
2
Brunetti G.: Il controllo di gestione in condizioni ambientali
perturbate, F. Angeli, Milano, 1987
in evidenza la capacità del controllo direzionale di essere uno
strumento flessibile e d'ausilio all'alta direzione.
L'introduzione del controllo di gestione può dunque
provocare notevoli cambiamenti nell'organizzazione e nello
stile direzionale, con conseguenze che, se non attentamente
seguite, possono ingenerare risultati negativi sia in termini di
costi che di qualità del lavoro.