INTRODUZIONE
“Qual è il senso che la professione d’insegnante aggiunge alla mia vita?”. È questa la
domanda che ha portato al problema affrontato nella tesi che si sta introducendo, che esplora i
risvolti pedagogici della logoterapia (scuola di psicoterapia) ed in particolare all’educazione ai
valori.
Si cerca in particolare di verificare quanto e come la dimensione assiologica influenzi la sfera
motivazionale. Questo modo di procedere fa emergere delle questioni che mi hanno
interrogato spesso durante la frequenza al tirocinio nelle Scuole d’infanzia nella regione Friuli
Venezia-Giulia. Tali questioni si riferiscono in generale per l’appunto al mondo assiologico,
come per esempio “quali valori è giusto trasmettere ai bambini?” oppure “dove è corretto
intervenire senza deresponsabilizzare i genitori o la famiglia?”. Vorrei in questo contesto
precisare che la riflessione non vuole essere di natura etica e nemmeno di natura tecnica.
Per comprendere invece quale sia la reale finalità della riflessione, riporto alcune domande
più specifiche rispetto alla dimensione dei valori, frutto di alcune osservazioni o lezioni
condotte nelle Scuole in questi anni: “è necessario fare educazione sessuale alla Scuola
d’infanzia? Entro quali parametri? Come è possibile parlarne senza precludere la
responsabilità dei genitori?” o ancora “è necessario precludere a tutti i bambini di una sezione
la possibilità di costruire un albero genealogico della propria famiglia, perché alcuni bambini
hanno una situazione familiare difficile? Esistono altre soluzioni?”, “è necessario festeggiare
a Scuola halloween, festa che non rientra nella nostra tradizione? Cosa trasmettere invece
della nostra tradizione”, “come valorizzare la diversità o l’interculturalità, senza trascurare la
propria cultura?”; sono solo alcune domande più specifiche sulla dimensione assiologica, che
collocano la riflessione su questo binario. In altre parole quale ruolo hanno i valori
nell’educazione di oggi?
Tuttavia il reale motivo che ha prodotto questa lavoro non deriva solamente dall’esperienza
nel tirocinio, ma è un problema che sorge da un domanda interiore di chiarezza di senso già
ricordata all’inizio di questa introduzione “Qual è il senso che la professione d’insegnante
aggiunge alla mia vita?”. Questa domanda non è però completa, avevo bisogno di un ulteriore
campo d’indagine. Il secondo fattore è la motivazione. Tale scelta è dovuta ad una domanda
che mi è stata rivolta al cominciamento del percorso di studi nella facoltà di scienze della
formazione primaria “perché hai scelto questa facoltà?”. Domanda molto semplice, pensavo
di avere una risposta pronta e invece non è stato così. Se all’inizio forse non ci pensavo
troppo, spinto dall’entusiasmo di iniziare un nuovo ciclo di studi e quindi in fondo un nuovo
modo di vivere, con il passare del tempo ha cominciato a pesarmi. Perché voglio fare
INTRODUZIONE
9
l’insegnante, quali sono le motivazioni profonde che mi spingono? Cosa voglio offrire? Chi
voglio essere? Sono tutte domande a cui non ho dato risposta perché fino ad ora avevo dato
per scontato la scelta di questa sola “strada”. Citando Viktor Emil Frankl, l’ideatore della
logoterapia «Noi psichiatri abbiamo oggi a che fare meno con le classiche forme di nevrosi,
quanto con un nuovo tipo di nevrosi […] che dal punto di vista sintomatologico lascia
apparire in primo piano la carenza di interessi e una mancanza di iniziativa […]
sintomatologia non espressamente clinica, quanto invece di un disturbo di motivazione […] e
radicale sentimento di mancanza di significato
1
». Quando lo scrive è il 1952.
Quanto sia attuale questa affermazione per le giovani generazioni di oggi, non lo posso
determinare a priori, saranno le individualità che si porranno questo quesito a determinarlo
soggettivamente. Posso affermare però di sentire personalmente possibile questo pericolo per
la mia vita. Per questo motivo ho voluto approfondire cosa può offrire l’insegnamento alla
mia esistenza e scoprire quali siano le motivazioni più profonde in modo da poter compiere
una scelta libera e responsabile.
Ho ritenuto significativo “interpellare” chi già sta lavorando nell’ambito delle Scuole
d’infanzia, per scoprire quali sono le spinte motivazioni, quali i valori da trasmettere, quali le
convinzioni più profonde per poter in fondo ricevere degli esempi e modelli a cui confrontarsi
e nuove responsabilità di cui prendere coscienza.
Per giungere a queste riflessioni si è fatto riferimento ad alcune opere significative che qui
riassumo.
La logoterapia è una scuola di psicoterapia che si è sviluppata a partire dalla psicoanalisi di
Freud e dalla psicologia individuale di Adler. Per descrivere questi sviluppi sono stati presi in
considerazione i seguenti lavori:
- Mertens Wolfang, La psicoanalisi Storia e metodi, Einaudi editore, Torino, 2000
Il lavoro descrive la nascita, i concetti e gli sviluppi che si riferiscono alla psicoanalisi;
- Sandler J., Holder A., Dare C., Dreher A.U., I modelli della mente di Freud, Franco
Angeli, Milano, 2009;
Il testo affronta in modo inedito gli sviluppi del pensiero freudiano, descrivendo i concetti
principali dei diversi modelli che hanno contraddistinto la storia della teoria freudiana. Si
considera in particolare il modello strutturale;
La descrizione della vita dell’uomo Frankl e della teoria della logoterapia con annessi
sviluppi, sono stati in particolare ripresi i seguenti lavori:
- Frankl V.E., Uno psicologo nei lager, Ares, col. Anima e psiche, Milano, 2009 (20)
1
V.E.Frankl, Alla ricerca di un significato della vita (1952), trad.it., Mursia, Milano, 1990 (6)
INTRODUZIONE
10
È il testo simbolo di Frankl, in cui lo psichiatra descrive la sua esperienza nei campi di
concentramento da un punto di vista psicologico;
- Bellantoni Domenico, L'analisi esistenziale di Viktor E.Frankl- 2. Definizione e
formazione per un approccio clinico integrato, Las, Roma, 2011
Come si può intuire dal titolo vengono descritti i concetti principali dell’analisi esistenziale e
degli sviluppi apportati ad oggi, descrivendo in particolare l’ipotesi di un approccio integrato
per l’analisi esistenziale;
Il contributo della logoterapia alla pedagogia è affrontato in particolare con:
- Bruzzone Daniele, Autotrascendenza e formazione. Esperienza esistenziale,
prospettive pedagogiche e sollecitazioni educative nel pensiero di V.E.Frankl, Vita e
Pensiero, Milano, 2001
Di questo ampio lavoro viene in particolare affrontato il capitolo 4, in cui si descrivono i
risvolti pedagogici della logoterapia, in particolare dei concetti di auto-trascendenza ed auto-
distanziamento;
- Beccegato L.S., Bisogno di valori, Editrice La Scuola, Brescia, 1991
L’autrice affronta la tematica dei valori illustrando in che senso vi è oggi bisogno di
interpellarli;
- Galli Norberto, Quali valori nella scuola di Stato, Editrice La Scuola, Brescia, 1989
L’autore affronta le dimensioni assiologiche (affrontate anche dalla Beccegato),
contestualizzandole alla Scuola. Di questo contributo si considerano le parti riferite alla
Scuola d’infanzia;
Il capitolo della ricerca è costruito in base ai seguenti lavori:
- Giorgi G., Majer V., WOMI. Work and OrganizationalMotivation Inventory, Giunti
O.S., Firenze, 2010
Vengono descritte in questo manuale le caratteristiche psicometriche del test motivazionale
preso in considerazione, la sua strutturazione e l’interpretazione dei punteggi;
- Mondin Battista, I valori fondamentali, Dino Editore, Roma, 1985
Vengono descritte le costellazioni di valori e quindi la classificazione e la gerarchia di valori
proposta dall’autore ed utilizzata per la costruzione del questionario dei valori della vita.
- Bosco Andrea, Come si costruisce il questionario, Carocci Editore, Roma, 2003
La consultazione del manualetto è stata utile per la costruzione del questionario, in quanto
descrive le corrette modalità e le possibilità di analisi.
Per le conclusioni sono stati consultati in particolare:
INTRODUZIONE
11
- Pattakos Alex, Liberati dai chiodi fissi-Scopri il significato della vita attraverso i
principi di Viktor E..Frankl, Gribaudi, Milano, 2011
L’autore descrive, riportando numerosi esempi attuali, il modo in cui la teoria
logoterapeutica può essere applicata al lavoro e quindi darvi maggior senso.
- Avon Andrea, La legislazione scolastica. Contenuti, significati e prospettive tra
riforme e sfide quotidiane, Franco Angeli, Milano, 2009
L’autore descrive la legislazione scolastica presentando alcuni spunti che possono ricondursi
al mondo dei valori, come ad esempio il riferimento al concetto di trasparenza per dare
maggior qualità alla professione d’insegnante.
L’obiettivo della tesi è dunque verificare se la dimensione assiologica influenzi la tipologia di
motivazione dell’insegnante di Scuola d’infanzia. Per giungere a questa riflessione dunque,
come si intuisce dalla rassegna della letteratura appena descritta, viene proposta la
logoterapia.
Con logoterapia si intende ricerca del significato della vita; nel primo capitolo si descrivono le
fondamenta che la costituiscono, per comprendere come si è passati dalla volontà di potenza
adleriana alla volontà di significato frankliana. Nel secondo capitolo viene descritta la vita di
Frankl sia in età giovanile sia dopo l’esperienza nei campi di concentramento. Nella parte
centrale del secondo capitolo vengono descritti i concetti principali della logoterapia e
dell’analisi esistenziale e le similitudini molto forti esistenti fra il pensiero frankliano e quello
di Haidegger. Questo confronto testimonia come sia significativo per Frankl il tentativo di
riumanizzare la medicina. L’approccio globale rispetto alla persona si rende evidente
nell’ultima parte del capitolo in cui si descrive l’approccio integrato dell’analisi esistenziale.
Il capitolo si chiude con una breve sitografia ragionata sulla logoterapia.
Il terzo capitolo cerca di sistematizzare l’approccio logoterapeutico all’interno della teoria
pedagogica, che aderisce in particolare verso un approccio a matrice umanistico-personalista.
La parte centrale si occupa dei valori principali e del loro ruolo all’interno della Scuola
d’infanzia. L’ultima parte esplora alcuni riferimenti espliciti sia nel pensiero di alcuni autori
del XX secolo sia all’interno dei documenti ministeriali.
Il quarto e ultimo capitolo propone una ricerca-pilota e costituisce il passo finale per giungere
all’obiettivo sopra annunciato. Dopo aver introdotto la ricerca si presenta lo strumento Work
and Organisational Motivation Inventory, per la misurazione della motivazione, e la Scala dei
valori della vita per la misurazione dei valori prioritari nella vita delle persone intervistate.
Successivamente vengono presentati brevemente altri strumenti logoterapeutici che
analizzano la dimensione assiologica. La parte finale del capitolo affronta le analisi di ognuno
INTRODUZIONE
12
dei due strumenti analizzati in precedenza e dunque la loro correlazione. Altri risultati sono
commentati in appendice mentre nelle conclusioni del lavoro sono descritti i risultati
complessivi della ricerca-pilota contestualizzati all’argomento della tesi.
CAPITOLO 1
I PRESUPPOSTI TEORICI PER LA
NASCITA DELLA "TERZA SCUOLA DI
PSICOTERAPIA" A VIENNA
CAPITOLO 1 I presupposti teorici per la nascita della “terza scuola” di psicoterapia a Vienna
14
Psicoanalisi. Una professione di curatori laici di anime, i quali
non hanno bisogno di essere medici,
e non dovrebbero essere sacerdoti
-Sigmund Freud-
INTRODUZIONE
In questo primo capitolo si descrive la storia della psicoterapia, riportandone le principali
scuole di pensiero e scoprendo le evoluzioni che hanno portato dalla psicoanalisi di Freud fino
alla logoterapia frankliana.
Nel §1.1.1 viene presentata la teoria psicoanalitica ed in particolare il modello della mente
(§1.1.2), gli assunti di base (§1.1.3) ed il modello di riferimento strutturale (§1.1.4). Dal §1.2
si presentano le prime critiche avanzate contro Freud e il §1.2.1 informa della nascita della
seconda scuola di Psicoterapia di Vienna: la psicologia individuale.
Il §1.4ss. mettono in relazione alcune teorie psicologiche con la logoterapia ed in particolare
con la psicologia analitica di Jung (§1.3), con la scuola fenomenologica (§1.3.1), con Scheler
e l’esistenzialismo (§1.3.2 e §1.3.3), con l’antropoanalisi (§1.3.4) con la filosofia
antropologica (§1.3.5) con la filosofia dialogale e personalista (§1.3.6), con le filosofie
tranpersonali ed orientali (§1.3.7), con l’ebraismo e l’antropologia cristiana (§1.3.8). Il §1.3.9
introduce invece la visione logoterapeutica sull’autotrascenenza in chiave teocentrica.
§1.1 Storia della psicoterapia: dalla psicoanalisi alla logoterapia
Le attuali correnti psicoterapeutiche si rifanno, da un punto di vista storico-scientifico, a due
scuole di pensiero: la psiconalisi, il cui promotore fu S.Freud, e la psicologia individuale di
Adler. In estrema sintesi, la prima scuola considera inconsci alcuni contenuti della coscienza
(fenomeno della rimozione), mentre la seconda individua nel sintomo nevrotivo un tentativo
di scaricarsi dalle responsabilità.
Sono in generale delle dottrine che limitano la realtà psichica, in quanto la psicoanalisi
compie una riduzione materiale ritenendo la libido come unico contenuto dell'attività psichica.
La riduzione compiuta dalla psicologia individuale è invece di tipo formale, dal momento in
cui fa corrispondere ad ogni aspirazione una forma nevrotica. Ciò significa che
nell'accadimento psichico generale i sintomi nevrotici sono solo mezzo per raggiungere un
fine e non ne diventano mai un’espressione immediata. Sono in sostanza due visioni
unilaterali, tra loro complementari. Si vedrà a partire dal § 1.3.2 in che modo la logoterapia
introduce una visione più integrale dell'uomo.
CAPITOLO 1 I presupposti teorici per la nascita della “terza scuola” di psicoterapia a Vienna
15
§1.1.1 La teoria psicoanalitica
Si può far risalire la nascita della psicoanalisi pressapoco nel 1895, quando Freud e Breuer
conducono gli "studi sull'isteria". Le concezioni sviluppate da Freud sono confluite in diversi
ambiti oltre a quello psicoanalitico.
Come si colloca la psicoanalisi rispetto alla Scienza? Come può una pratica terapeutica
interferire con il pensiero scientifico di molte discipline che non concernono l'ambito medico?
Una prima risposta la offre Kuhn, teorico della scienza che posiziona la psicoanalisi tra le
scienze naturali e le scienze umane. In questo modo si annulla la scissione tra l'uomo come
essenza naturale e uomo come essenza sociale.
L'innovazione metodologica nel "fare scienza" apportata da Freud, consiste nella non
separazione della conoscenza (l'oggetto di ricerca) e le strutture soggettive del ricercatore.
Tra gli anni quaranta e gli anni sessanta del XX secolo lo sviluppo della psicoanalisi come
strumento di ricerca vede un periodo di particolare fioritura negli Stati Uniti d'America
1
.
Questo primo periodo di sviluppo è però criticato per alcuni aspetti negativi di natura
strutturale riguardanti la teoria, riassumibili nei seguenti punti che vedono la psicanalisi:
1. vittima della medicalizzazione;
2. più una terapia che una medicalizzazione;
3. istituzionalizzata;
4. scarsamente collaborativa in senso interdisciplinare;
5. rispecchiante in minima parte i processi di trasformazione psicologica e storica.
Vi sono anche molti aspetti positivi nella psicoanalisi, per cui ad esempio in Russia è
cosiderata una via preferenziale per la ricerca di un significato per la vita
2
.
Freud ci dice che uno psicanalista deve essere nelle condizioni di credere nella potenza della
sessualità psichica, nell'inconscio, nel transfert ed infine nel complesso edipico. Le pulsioni
istintuali dunque si riducono alla sessualità
3
.
È doveroso sottolineare i meriti di Freud, le quali scoperte hanno attivato molti interrogativi
ancora insoluti gettando le basi comuni per diverse scuole di pensiero. Nell'idea freudiana
esistono nell'uomo dei circuiti in cui si incanala l'esistenza di un inconscio dinamico. Per la
determinazione di questa dimensione sono importanti le esperienze dei primi anni di infanzia
in quanto la struttura psichica diviene nel corso dello sviluppo psico-fisico sempre più
complesso e si possono individuare delle tappe collocabili in stadi differenti di crescita. Studi
1
Questo fenomeno è spiegabile alla luce dei fatti che stanno accadendo in questo periodo in Europa ,segnata dalle
vicende del nazismo (Vd. §2.1.1)
2
Evoluzioni teoriche, basate su argomentazioni come quella appena ricordata, si declinano connotandosi in maniera
diversa a seconda delle diverse peculiarità nazionali.
3
Nei §1.3 e §1.4 si descrive invece come già Jung e Adler sono apostati rispetto a questa visione, in quanto
identificano la volontà di potenza come sede delle pulsioni istintuali.
CAPITOLO 1 I presupposti teorici per la nascita della “terza scuola” di psicoterapia a Vienna
16
di fenomeni pscichici normali devono essere il punto di partenza per giungere
progressivamente alla più complessa dinamica inconscia.
Le pulsioni istintuali che individuano sono la libido e la morte. Le pulsioni in età infantile
devono essere oggetto di rinuncia, perché non sono allineate alle idee morali degli adulti-
genitori. In altre parole per la paura di essere puniti, avviene la cosiddetta rimozione. È la fine
per le pulsioni istintuali? Tutt'altro: esse continuano ad esistere sottoforma di formazioni
fantasmatiche.
Queste strutture sono regolate dal Super-io e dall'ideale dell'Io4. Si è portati a pensare che la
Scuola può esercitare un'influenza negativa in quanto può celarsi il pericolo che la vita nelle
Istituzioni porti ad una gerarchizzazione del potere. I rapporti di potere che si creano (ad
esempio l’insegnante in posizione "up" rispetto al bambino in posizione "down") rischiano
quindi di connotare le istituzioni come soggetti reprimenti. Oltre a questo vi sono alcuni
accadimenti quotidiani che impediscono di sentirsi liberi. Sono quei fenomeni inspiegabili che
per la vita non hanno apparentemente un significato. L'oggetto di ricerca della psicoanalisi
sono proprio le motivazioni inconscie del mondo interno, che è costituito da una rete di
significati solo parzialmente consci (argomento approfondito nel §1.1.3).
§1.1.2 Il modello della mente di Freud
Il modello freudiano si suddivide indicativamente in tre fasi o periodi. La prima fase della
psicoanalisi contiene la teoria del trauma affettivo.
Nel 1881 Freud si laurea in medicina e nel 1885, a 29 anni, ottiene una borsa di studio per
l'estero. In questa occasione conosce Charcot, medico psichiatra ed ipnotizzatore. Secondo il
francese è possibile che pazienti con deficit neurologici possano essere indotti ad abbandonare
i loro sintomi fisici per mezzo di interventi psicologici come la suggestione o l'ipnosi.
La dissociazione mentale indotta con l'ipnosi e la dissociazione tra una parte conscia ed una
parte inconscia della mente sarebbe dovuta ad un difetto interno del sistema nervoso e quindi
la mente non può essere tenuta come unità in un unico intero.
Da Charcot ereditò due concetti: il primo riguarda il convincimento che i disturbi mentali
possano avere origini psicologiche mentre il secondo si concentra sulla dissociazione mentale.
Tornato in patria esercita la professione di neurologo, coadiuvato da Breuer, suo collaboratore
per molti anni. Insieme si occupano della ricerca della comprensione dell'isteria e dei disturbi
ad essa correlati. Contrariamente da Charcot, Freud sottolinea come le dissociazioni non siano
il risultato di una debolezza organica, bensì una forma di difesa. I sintomi vengono associati a
4
Si spiega così la natura confittuale dell'uomo.
CAPITOLO 1 I presupposti teorici per la nascita della “terza scuola” di psicoterapia a Vienna
17
dei varchi emozionali che si aprono dopo aver tenuto nascoste queste spinte emozionali.
Il problema di accettazione della psicoanalisi di questo periodo risiede in due problematiche
diverse:
a) rifiuto di carattere emozionale indotto dalle problematiche affrontate dalla psicoanalisi
(pulsioni inconsce incestuose, sadiche ecc.);
b) problema di comprensione intelettuale a causa della complessa organizzazione e
strutturazione dei concetti psicoanalitici.
Gli stessi concetti sono usati con significati diversi e sono due i modelli elaborati da Freud:
quello topografico (Inconscio, Preconscio e Conscio) e quello strutturale (Es, Io e Super-Io).
La teoria psicoanalitica contiene delle ambiguità che lo stesso Freud5 definisce necessarie e
che non implicano necessariamente confusione. Egli afferma che per iniziare una pratica
scientifica non si può andare al di là della descrizione dei fenomeni. Solo successivamente
alla descrizione le informazioni possono essere riorganizzate, connesse e si può passare infine
all'esplorazione di un determinato ambito di fenomeni.
È interessato poi alla teoria della fisiologia della scuola di Helmholtz e Brücke. I principi che
vengono introdotti si riferiscono a meccanismi fisico-chimico e Freud per affinità formula le
sue concezioni psicologiche in termini di energia (la sua conservazione, il suo spostamento e
la sua carica). In particolare evidenzia la tendenza dell'apparato mentale a mantenere le
energie presenti ad un livello il più basso possibile e costante.
Il funzionamento mentale è una forma di adattamento rispetto a cause naturali non dirette ad
uno scopo ultimo. In questo primo periodo formula l'idea di mente inconscia, molto discussa
in ambiente intelettuale del secolo anche da altri eminenti studiosi come Hartmann, Herbart e
von Brentano6.
Tra il 1897 ed il 1923 la teoria freudiana subisce un cambiamento definitivo che lo porterà ai
successi della psicoanalisi. A testimonianza di questi cambiamenti vi è la corrispondenza tra il
padre della psicoanalisi ed il suo amico otorinolaringoiatra W. Fliess. Attraverso la
registrazione sistematica delle associazioni nei sogni, scopre che molti ricordi di seduzione
sessuale non erano ricordi ma fantasie, dapprima espulse dalla coscienza e sucessivamente
riapparse come ricordi di eventi reali. I ricordi si mescolano tra realtà e fantasia.
Viene accantonata la teoria delle origini traumatiche delle psiconevrosi, per accentuare
l'attenzione sulla storia delle pulsioni interne del paziente, e della lotta da ingaggiare per
affrontarle.
È in questo periodo che nascono riflessioni profonde su concetti come rimozione, conflitto,
5
Freud, Pulsioni e loro destini, 1915a, pp. 13-14
6
Il quale si occupa della concettualizzazione di bipolarismi e forze in opposizione.
CAPITOLO 1 I presupposti teorici per la nascita della “terza scuola” di psicoterapia a Vienna
18
ripetizione, compulsione e proiezione.
Affina una tecnica di auto-analisi prima e di analisi poi sui pazienti, che si basa
sull'interpretazione dei sogni. Nella sua opera "L'interpretazione dei sogni" del 1900 presenta
i concetti di una teoria che per la sua formulazione viene definito modello topografico
dell'apparato mentale, in quanto propone la nozione di sistemi psicologici collegati in
profondità nello spazio, proponendo i tre sistemi: Conscio, Preconscio ed inconscio.
L'inconscio contiene le pulsioni ed i desideri istintuali ritenuti pericolosi nel caso in cui
emergessero alla coscienza. Il Preconscio contiene invece le conoscenze, i pensieri ed i ricordi
di tutti i tipi.
Infine il contenuto inconscio viene definito come processo primario, scevro di relazioni
logiche e formali. Il principio del piacere mette invece in funzione pulsioni e desideri, che
cercano una scarica dalla tensione dolorosa.
In contraposizione all'inconscio si pongono il sistema Pre-conscio e Conscio che seguono il
principio di realtà, composto dai processi secondari di logica, ragione, riconoscimento della
realtà esterna, ideali e standard di condotta cosciente.
In Tre saggi sulla teoria sessuale (1905b) Freud elabora per la prima volta la teoria
psicoanalitica degli istinti (intesi come desideri del sistema Inconsio e dell'Es) e la teoria
strutturale.
Le pulsioni istintuali sono poste come base di tutta la varietà di desideri sessuali sia in età
infantile sia in età adulta. Si ipotizza l'esistenza di un legame tra le tendenze perverse consce o
inconsce negli adulti e la sessualità infantile e della fanciulezza. È in questo primo periodo di
assestamento della teoria topografica che vengono presentate le fasi dello sviluppo
psicosessuale dell'infanza, in cui si evidenziano diversi investimenti libidici. La fase orale si
manifesta nel primo anno di vita, in cui la bocca e le labbra sono le fonti di maggior piacere
sensuale, in connessione con l'importanza della nutrizione e della sua funzione organizzatrice
rispetto alla relazione ogettuale.
La seconda fase, detta anale, si manifesta dal secondo al terzo anno di vita e si caratterizza per
uno spostamento dell'investimento libidico dalla zona orale alla zona anale. Il bambino
manifesta preoccupazioni per l'espulsione e la ritenzione delle feci.
La terza fase, tra i tre e cinque anni, viene definita fallica. I bambini si preoccupano per gli
apparati genitali e si sviluppa il complesso di Edipo, ossia un complesso di desideri non
solamente amorosi nei confronti dei genitori7.
L'angoscia ed il complesso di castrazione in questa fase portano come risultato la dissoluzione
7
Laplanche e Pontalis (Leplanche-Pontalis 1973, pp. 83-84), hanno suddiviso ulteriormento la fase edipica nelle
forma positiva, ovvero amore verso il genitore del sesso opposto ed avverasione nei confronti del genitore-
avversario dello stesso sesso, e forma negativa in cui la situazione si inverte.
CAPITOLO 1 I presupposti teorici per la nascita della “terza scuola” di psicoterapia a Vienna
19
del complesso di Edipo e la conseguente consolidazione del Super-Io, attraverso
l'interiorizzazione dei modelli genitoriali. Inizia la fase di latenza, che si protrae fino alla
pubertà, definita tale perché concepita come pausa nello sviluppo sessuale, in cui tutte le zone
erogene vengono subordinate ai genitali.
Freud si concentra sull'adattamento dell'individuo alle forze interne attraverso la tecnica delle
libere associazioni. Concetti come transfert, resistenza, acting out e working through sono da
tenere in considerazione dal momento in cui l'analista non deve interferire, o deve farlo il
meno possibile, con il racconto del paziente. La credenza è che i desideri istintuali del sistema
Inconscio derivino da vari stadi dello sviluppo psico-sessuale del bambino.
Quindi desideri e spinte, anche di alto valore, derivano in parte dalla trasformazione di spinte
infantili sessuali ed aggressive rimaste nell'Inconscio. Tale processo di ascesi viene definito da
Freud sublimazione.
Nel 1914 introduce il concetto di narcisismo, per cercare di chiarire la causa della
conflittualità dei rapporti nella relazione individuali con i loro oggetti d'amore. In questo
modo si formano ideali nel bambino a partire dal modello genitoriale (ideale dell'Io). Nel
1920 "ispirato" dal conflitto mondiale e dalle sue atrocità, approfondisce in Al di là del
principio del piacere l'istinto o la pulsione di morte.
La terza fase inizia nel 1923 con L'Io e l'Es. Assieme allo studio dei concetti di Inibizione,
sintomo e angoscia del 1926, forma la base della teoria strutturale.
Il motivo di questo cambiamento è dovuto alla confunsione terminologica del termine
Inconscio, che viene usato come aggettivo descrivente tutto il contenuto mentale inconscio.
L'aggettivo preconscio, costitutito dal materiale accessibile alla coscienza, viene confuso con
l'idea del Preconscio, che è il sistema visto come barriera di censura rispetto al Conscio.
Ancora l'Io come complesso di idee legate alla coscienza, perde gradualmente questa
accezione per assumerne un'altra, che coinvolge meno la coscienza. Il senso di colpa
inconscio viene attribuito ad una parte organizzata della mente, il Super-Io. Il modello
risultante è quindi tripartito in Es, Io e Super-Io.
L'Es è la parte inconscia, che asseconda il funzionamento di un processo primario ed è l'area
che contiene le pulsioni istintuali primitive in cui domina il principio del piacere.
L'Io ha il compito dell'autoconservazione ed acquisizione di mezzi con cui si possa superare
l'adattamento alle pressioni dell'Es, del Super-Io ed altre richieste del mondo reale. La sua
funzione è quella di ritardare la scarica istitntuale e controllarla attraverso i meccanismi di
difesa.
Infine il Super-Io è un precipitato, o residuo interno, dei conflitti precoci del bambino nella
relazione con i genitori e costituice un veicolo della coscienza rispetto ai valori dei secondi.
CAPITOLO 1 I presupposti teorici per la nascita della “terza scuola” di psicoterapia a Vienna
20
Es,Io e Super-Io agiscono al di fuori della coscienza, considerata un organo di senso dell'Io.
L'angoscia è una risposta specifica dell'Io, considerata come un segnale di pericolo di essere
soppraffatti in modo traumatico8.
§1.1.2.1 Gli assunti di base
La psiconalisi può essere assunta come base per la spiegazione di alcuni fenomeni psicologici
indipendentemente dalla loro normalità o anormalità.
Il primo di questi fenomeni è il funzianemento mentale inconscio. Questo tipo di
comportamento presuppone delle determinanti inconscie, riferibili all'esperienza soggettiva e
che designano il funzionamento dell'apparato mentale al di fuori dell'esperienza cosciente.
Rientrano in questa "categoria" extra-cosciente non solamente fenomeni di natura psicologica,
ma la totalità dell'esperienza umana (sentimenti, ed idee soggettive).
L'apparato mentale freudiano testimonia l'esistenza di un'organizzazione stabile di un sistema
a carattere psicologico, studiato dalla psicologia (in quanto studio della mente e del suo
funzionamento). Queste strutture psicologiche hanno un tasso di cambiamento piuttosto lento
e coinvolgono le esperienze soggettive9. Per difendersi da tali adattamenti si attivano le
difese in risposta ai conflitti, prime cause di squilibrio. Si introduce quindi il concetto di
"stato di equilibrio" in cui tutti i comportamenti e le esperienze sono collegabili a questo tipo
di processi.
Un ultimo concetto strutturale della teoria freudiana è il determinismo psicologico, che lo
stesso Freud assume con determinate peculiarità. Ogni manifestazione psicologica è in una
relazione chiara solamente nell'insieme della vita psichica della persona. Quali sono le cause
che spingono alla manifestazione di determinati fenomeni psicologici? Secondo lo psicologo
austriaco, le cause degli accadimenti mentali sono rintracciabili nelle libere associazioni. Il
suo sforzo si esplicita in termini di costruzione di leggi e principi (ad es. il principio di piacere
e di realtà) che sono delle semplificazioni della realtà, validi solo per determinate situazioni.
Sono leggi basate sulla probabilità che si poggiano sul fatto che vi sia una
sovradeterminazione causale (quindi molteplicità di possibilità causali), nella spiegazione di
un fenomeno. Si può concludere quindi che anche le azioni che sembrano risultare da una
libera volontà, sono determinate da forze psicologiche inconsce.
8
Sandler, Holder, Dare e Dreher "I modelli della mente di Freud", Franco Angeli, Milano, 2009 (4)
9
Ivi, p. 46.