CAPITOLO I
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Introduzione al tema dei viaggi
organizzati <<all inclusive>>
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1. Introduzione al tema.
<<[…] Miei cari ascoltatori, soggiunse, a stare a sentire certi
cervelli limitati ‒ mai aggettivo è stato più adatto ‒, l'umanità
sarebbe rinchiusa in un cerchio di Popilio che mai essa riuscirebbe a
superare, essendo condannata a vegetare su questo globo senza
alcuna speranza di slanciarsi un giorno negli spazi planetari!
Sciocchezze! Si andrà sulla Luna e poi sui pianeti e sulle stelle come
oggi si va da Liverpool a New York, facilmente, rapidamente,
sicuramente, e l'oceano atmosferico sarà tra breve attraversato come
gli oceani terrestri. La distanza non è che una parola relativa, e
finirà per essere ridotta a zero […]>>
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, è quanto Jules Verne fa
affermare al personaggio di Michel Arden – un esploratore
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<<[…] Mes chers auditeurs, reprit il, à en croire certains esprits bornés ‒ c’est le
qualificatif qui leur convient ‒ l’humanité serait renfermée dans un cercle de Popilius
qu’elle ne saurait franchir, et condamnée à végéter sur ce globe sans jamais pouvoir s
élancer dans les espaces planétaires! Il n’en est rien! On va aller à la Lune, on ira aux
planètes, on ira aux étoiles comme on va aujourd’hui de Liverpool à New Yorck,
facilement, rapidement, sûrement et l’océan atmosphérique sera bientôt traversé
comme les océans de la Lune! La distance n’est qu’un mot relatif, et finira par être
ramenée à zéro […]>>, cfr. in VERNE J., De la Terre à la Lune. Trajet direct en 97
heures, Parigi 1865, 110, tradotto da F. De Rosa, Dalla Terra alla Luna. Intorno
alla Luna, Milano 1964.
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francese, ispirato al fotografo Nadar (di cui ha il nome
anagrammato), amico di Verne – quale proiezione delle
convinzioni futuristiche dell’autore medesimo, formate sulla
base dell’esperienza che questi aveva acquisito nei suoi
viaggi nel mondo.
Invero, il viaggio si rivela essere il piacere più antico, lo
stimolo che più ha spinto l’uomo a superare i suoi apparenti
limiti, un’innata necessità che lo scorrere dei millenni non ha
scalfito. Fin dalla sua genesi come essere senziente, l’uomo ha
sempre sentito il bisogno di trovare altrove quello che
mancava nella sua terra o nel suo io.
Cantato dai poeti che ne avevano ben compreso il valore,
è il tema inesorabile che gli scrittori di tutti i secoli non hanno
mai cessato di riprendere, adattandolo alle trasformazioni dei
tempi e al modificarsi delle realtà.
Ulisse è sicuramente il simbolo assoluto dell’viaggiatore
che cerca, fuori di se, il significato della propria esistenza e
per questo pronto a qualsiasi avventura.
Certamente, viaggiare arricchisce l’io, perché il viaggio
prende la persona per mano e la conduce nella scoperta di
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nuove cose, le quali resterebbero altrimenti chiuse dentro se
stessa, quali meri desideri e sogni irrealizzati.
Il viaggio costituisce una componente imprescindibile del
turismo, ovvero di quella pratica svolta da coloro che si
spostano geograficamente per visitare luoghi a scopo di
svago, conoscenza e istruzione. A tal riguardo, la United
Nations World Tourism Organization – un dipartimento delle
Nazioni Unite – ha precisato che <<a visitor is a traveller taking
a trip to a main destination outside his/her usual environment, for
less than a year, for any main purpose (business, leisure or other
personal purpose) other than to be employed by a resident entity in
the country or place visited. A visitor (domestic, inbound or
outbound) is classified as a tourist (or overnight visitor), if his/her
trip includes an overnight stay, or as a same-day visitor (or
excursionist) otherwise>>
2
.
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L'Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT è l'acronimo ufficiale in
Italiano, mentre UNWTO è l'acronimo inglese di United Nations World Tourism
Organization) è un'agenzia specializzata delle Nazioni Unite, con sede a
Madrid, che si occupa del coordinamento delle politiche turistiche e
promuove lo sviluppo di un turismo responsabile e sostenibile. Vi partecipano
161 stati membri e più di 400 membri associati in rappresentanza del settore
privato, del turismo scolastico e educativo, delle istituzioni locali di
promozione turistica. L'Italia ha aderito all'organizzazione nel 1978. Oltre alla
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Tuttavia, tenendo presente questa definizione, è difficile
assimilare il turismo moderno, caratterizzato da varie
comodità e dall’essere ormai una pratica di massa, ai lunghi
viaggi che venivano intrapresi fino al XVIII secolo, consistenti
perlopiù nei pellegrinaggi medioevali o nelle esplorazioni
iniziate nel XV secolo. Altresì, questi viaggi erano in gran
parte effettuati da studiosi ed artisti, rivelandosi ancora come
meri viaggi d'élite
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.
rappresentanza governativa ne fanno parte come "membri affiliati" 24
organizzazioni italiane. L’organizzazione ha quindi definito il turista nel
proprio glossario come colui il quale viaggia in paesi diversi da quello in cui
ha la sua residenza abituale, al di fuori del proprio ambiente quotidiano, per
un periodo di almeno una notte ma non superiore ad un anno e il cui scopo
abituale sia diverso dall’esercizio di ogni attività remunerata all’interno del
paese visitato. In questo termine sono inclusi coloro che viaggiano per svago,
riposo e vacanza, per visitare amici e parenti, per motivi di affari e
professionali, per motivi di salute, religiosi/pellegrinaggio e altro. In merito
Cfr. WORLD TOURISM ORGANIZATION (UNWTO), Understanding Tourism:
Basic Glossary, in www.unwto.org, 4.
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Molto efficace si rivela la prosa della giornalista B. Craveri, che nell’ormai
lontano 1993 scrisse per le pagine del quotidiano la Repubblica un godibile
articolo proprio su questo argomento. <<"La maggior parte dei giovani –
scriveva – che i loro genitori fanno viaggiare per l' Italia sono dei ragazzi senza gusto
né discernimento, che non si preoccupano che di mangiare, dormire e divertirsi: essi
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Invece, quello che oggi chiamiamo “turismo” – il viaggio
organizzato e di massa – ha la sua data di origine certa e
trova il suo inventore in Thomas Cook
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. Infatti, il 5 luglio
1841, sfruttando le nuove possibilità offerte dal treno, Cook
organizzò un viaggio di 11 miglia da Leicester a
Loughborough: ben 570 persone vi parteciparono, al costo di
uno scellino a testa. Il successo fu tale da spingere lo stesso
Cook ad organizzare pacchetti turistici sempre più articolati,
dando inizio all'industria turistica modernamente intesa.
non si prendono cura d' altro". Scritta più di trecento anni fa e non come si sarebbe
tentanti di credere, da un nostro contemporaneo che riflette mestamente sul turismo di
massa, questa cruda constatazione di Maxmilien Misson dimostra quanto sul finire
del XVII secolo, l' abitudine di far viaggiare i giovani fosse ormai radicata nelle élites
europee. Né d' altronde l' osservazione dello scrittore ugonotto intendeva mettere in
discussione la funzione formativa del viaggio ma mirava, semmai, a ricordare che la
sua efficacia dipendeva dalla serietà della preparazione e dall' impegno con cui esso
veniva realizzato>>. Al riguardo cfr. CRAVERI B., Noi turisti molto doc, in la
Repubblica, 3/02/1993, 30.
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Fondatore della prima agenzia di viaggio, la Thomas Cook and Son
(divenuta poi Thomas Cook Group), è considerato l'inventore del turismo
moderno. Al riguardo v. CASTOLDI G., Marketing per il turismo. Dai bisogni dei
turisti al prodotto turistico, Milano 2005, 24. Altresì, per un’analisi storica molto
approfondita v. ROSSO F., 50 anni di tour operating in Italia, Milano 2002, 10 ss.
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Da allora il viaggiare è divenuto sempre più “turismo”
(quale viaggio organizzato prevalentemente da altri),
crescendo enormemente negli ultimi decenni
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grazie
all'evoluzione e alla moltiplicazione dei mezzi di trasporto,
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È a cavallo tra la metà degli anni ’70 e la fine degli anni ’80 – ma anche
inizio anni ’90 – che iniziano a nascere i cosiddetti wholesellers (grossisti),
grandi agenzie che rivendono le tariffe alberghiere ad altre agenzie e
permettono agli alberghi una prima capillare distribuzione globalizzata
attraverso reti. In termini di autonomia e di potere contrattuale, quegli anni si
rivelarono comunque uno dei peggior periodi per le PMI alberghiere. Il potere
delle grandi agenzie era infatti centralizzato ed esse controllavano in modo
molto serrato lo sviluppo tariffario delle strutture alberghiere che, di fatto,
finirono per dipendere troppo dal sistema, adagiandosi e faticando ad
organizzare una distribuzione alternativa in proprio. Tuttavia, fu sempre
questo il periodo in cui molte strutture si unirono in consorzi ed aggregazioni
per cercare di ottimizzare i costi di distribuzione (marketing diretto,
pubblicità, pubblicazioni, partecipazioni a fiere, inviti stampa ecc.) ed avere
una positiva ricaduta su tutte le strutture della destinazione. Con la smisurata
crescita del turismo di quegli anni, favorita da una congiuntura economica
particolarmente favorevole, gli albergatori si resero comunque conto che
contare solo sulle agenzie si era rivelato limitante per il loro business ed
inoltre, giungeva a bussare alle loro porte lo sviluppo della tecnologia, grazie
a cui le cose iniziarono seppur moderatamente a cambiare. Sul punto v.
CARNIANI G., in AA.VV., Viaggi in Rete. Dal nuovo marketing turistico ai viaggi
nei mondi virtuali, a cura di M. Gerosa, R. Milano, Milano 2011, 96 s.
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all'incremento dei redditi nel mondo occidentale e,
ultimamente, anche ai nuovi mezzi di comunicazione,
generalmente intesi, che hanno rivoluzionato l'accesso
all’informazione – si pensi allo sviluppo dell’e-commerce,
grazie alle nuove tecnologie dedicate attraverso la rete
internet –.
Tutti elementi, questi, espressione dell’ormai avviata
globalizzazione degli scambi, che hanno indotto nelle società
industrializzate nuovi bisogni di mobilità. Infatti, oggi i
motivi che spingono le persone a viaggiare sono molto
diversi: vacanze, studio, pellegrinaggi, cure, formazione,
affari, attività culturali.
Introdotto tale tema, v’è da dire che questo lavoro si
propone di analizzare i soggetti coinvolti nella
compravendita di una vacanza ed i mezzi contrattuali più
appropriati a tal scopo, con particolare attenzione al contratto
di allotment
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, per poi infine delineare una valutazione sulla
6
Giusto per fare un previo cenno a questa figura contrattuale, che sarà
trattata in modo più esaustivo nel capitolo seguente, si dica per grandi linee
che mediante l’allotment il tour operator si assicura la disponibilità di un certo
numero di rooms per un determinato periodo, delle quali dovrà confermare
l’effettivo utilizzo entro un termine stabilito, contro il corrispettivo di un
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convenienza dell’impiego di tale figura contrattuale, alla luce
degli attuali sviluppi del mercato dell’outgoing turistico.
Al fine suddetto, sarà quindi opportuno individuare sia le
disposizioni normative regolanti la materia, sia i soggetti
professionali e non che si muovono nel campo dei contratti
turistici così delineato.
prezzo, che sarà comunque inferiore rispetto a quello comunemente praticato
dal gestore. Dal suo canto, quest’ultimo dovrà garantire l’impegno di
mantenere libere le stanze. Nel caso di mancata conferma da parte del
richiedente di voler usufruire della disponibilità accordatagli, una volta
scaduto il termine, l’esercizio alberghiero riacquista la disponibilità del
contingente di alloggi. Quindi, attraverso questo strumento contrattuale una
parte è obbligata ad adempiere, mentre l’altra, fino alla scadenza del termine
prefissato, ne ha soltanto la facoltà. Infatti, solo se la conferma viene effettuata
nel termine previsto il contratto diventa vincolante per entrambe le parti. Sul
punto v. MORANDI F., COMENALE PINTO M. M., LA TORRE M., I contratti
turistici. I contratti di viaggio, il contratto di trasporto di persone, i contratti di
ospitalità, cit., 287 s.
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2. Individuazione della categoria dei “contratti di
ospitalità”.
Come accennato, la progressiva crescita del turismo di
massa ha comportato di pari passo un aumento delle richieste
da parte dei turisti/viaggiatori di servizi turistici coordinati
ed organizzati in un unico pacchetto.
L’alloggio è certamente l’elemento fondamentale del
viaggio, per cui oggi al turista sono proposte variegate
soluzioni di villeggiatura, sulla base di vari stili e modalità di
accoglienza e dando vita ad inedite figure di ospitalità.
Ciò risponde anzitutto ad interessi di carattere economico,
per cui l’offerta è tesa a supplire alla carenza di strutture
ricettive in località turistiche emergenti ed al contempo
valorizzare il patrimonio immobiliare, incentivare attività in
declino (si pensi all’agriturismo, nato proprio per fermare
l’abbandono del lavoro nei campi e proiettare l’impresa
agricola verso soluzioni più moderne).
Ma la varietà dell’offerta turistica risponde anche ad
interessi di carattere sociale, in quanto soddisfa la domanda
turistica di una fascia di utenza in continua espansione ed
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evoluzione, la quale si fa portatrice di sempre nuove
necessità, e la quale, molto spesso, è alla ricerca di un
ambiente che risponda alle esigenze che attraverso la vacanza
si intendono realizzare
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Infatti, l’accoglienza è venuta assumendo sempre più
nuove forme che trovano puntuale riscontro nell’attuale
politica del turismo secondo la linea tracciata sul piano
convenzionale, comunitario, nazionale. L’intento è quello di
ampliare il target della domanda turistica promovendo azioni
per il superamento degli ostacoli che si frappongono alla
fruizione di servizi turistici da parte di cittadini, con
particolare riferimento ai giovani, agli anziani, così come
anche ai soggetti con ridotte capacità motorie o sensoriali.
Ciò ha spinto i tours operator a predisporre dedicati
strumenti contrattuali contenenti più prestazioni che, un
tempo, erano invece oggetto di appositi e separati acquisti.
Infatti, se fino a qualche decennio fa, il trasporto aereo, la
prenotazione della stanza d’albergo, la visita guidata al sito
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Al riguardo v. MORANDI F., COMENALE PINTO M. M., LA TORRE M.,
I contratti turistici. I contratti di viaggio, il contratto di trasporto di persone, i
contratti di ospitalità, in Pratica del diritto civile, a cura di G. Iudica, Milano 2004,
261 ss.