5
E’ un periodo di mutamenti fagocitante e di avvicinamento “on
the net” con il moltiplicarsi di forme di comunicazione istantanea
e d’ interazione in ogni campo, in ogni attività lavorativa, ludica
e culturale. La smaterializzazione delle risorse, l’abbattimento
dei confini che, finalmente, divengono sopranazionali, il
mutamento delle priorità in quell’unica grande fonte di nuova
ricchezza che è la possibilità d’accesso, la diminuzione dei tempi
e dei costi, il diverso manifestarsi delle forme di volontà, sono i
cardini fondanti della nuova era del link, del click e del peer to
peer. Quanti esercitano un’attività commerciale o, comunque,
un’attività che presupponga un rapporto con un pubblico attuale e
potenziale, non hanno indugiato ad avvedersi del massimo risalto
che la rete può dare alle attività medesime, promuovendo non
soltanto la conoscibilità pressoché universale delle aziende, ma
altresì il contatto, che diviene agevole ed immediato, con il
pubblico. La conoscibilità d’informazioni, l’accessibilità dei
servizi e, soprattutto, la rapidità dell’attuazione, sono tutti
elementi che hanno contribuito e contribuiscono in maniera
determinante alla crescita ed alla celere diffusione della rete, che
conta un numero sempre più cospicuo di utenti. Era logico che,
un fenomeno così, capillarmente, diffuso e con forti prospettive
d’ulteriore crescita, apparisse bisognoso d’una regolamentazione.
Normazione, innanzitutto, per quanto attiene alla struttura
organizzativa, in ordine cioè alle autorità competenti, ma anche
regolamento di questioni e controversie suscettibili di porsi nel
pratico svolgimento delle relazioni che nascono e vivono
attraverso Internet. L’importanza del mondo dell’informatica e,
soprattutto, l’influenza d’Internet nella quotidianità di tutti gli
esseri umani sono acclarate e, come spesso accade, tutto ciò che è
importante socialmente finisce, ineluttabilmente, per divenirlo
anche giuridicamente, “ubi societas ibi ius”.
Il leit motiv della presente tesi è l’analisi della posizione
del cyberconsumatore, figura nuova che si affaccia nel panorama
6
dottrinale italiano ed internazionale nei confronti dell’impresa
operante nella Società dell’Informazione. L’impatto
dell’information tecnology sulle imprese ha rivoluzionato e
rivoluziona ancora il modo di gestione, di produzione, di
relazione con il consumatore, delineando una nuova tipologia di
commercio: l’e-commerce. Fenomeno meritevole d’interesse sia
economicamente sia giuridicamente dato il crescente sviluppo
del volume d’affari dell’impresa digitale, coinvolgente sempre
più un elevato numero di e-consumer. L’utilizzo quotidiano dell’
e-commerce, da parte del cyberconsumatore, per acquistare
differenti tipologie di prodotti, da beni di uso comune, ai viaggi,
all’abbigliamento, ha incrementato ed incrementa il panorama
del commercio elettronico ed il contestuale e-business. Nel
panorama dell’e-commerce italiano, si analizzeranno il progetto
della Borsa Merci Telematica e YooX, azienda bolognese leader
nella vendita di capi d’abbigliamento d’alta moda, che evidenzia
il carattere cybernetico anche nel nome. Nelle relazioni vigenti
con il consumatore c’è la sua richiesta di tutela nella conclusione
dei contratti per l’acquisto di beni e servizi, nel momento
dell’adempimento degli obblighi di pagamento del debitore, e
nella relativa risposta fornita dalla tecnologia e dal diritto.
Successivamente, l’analisi tecnico-informatica dell’e-commerce
si estenderà in ambito giuridico, evidenziandosi la possibilità e la
modalità d’applicazione degli istituti contrattualistici in Internet.
Nell’analisi giuridica particolare attenzione sarà dedicata al
momento perfezionativo del contratto telematico, allo jus
poenitendi del consumatore, alla disciplina delle clausole
vessatorie, alla situazione patologica contrattuale, alla tutela
giuridica in ambito telematico, analizzando l’istituto
dell’Alternative Dispute Resolution ed effettuando la sua
trasposizione nella società dell’informazione con l’ Online
Dispute Resolution. La tesi si prefigge di delineare e di tracciare i
limiti dell’attività delle imprese digitali nell’e-commerce nei
7
confronti del cyberconsumatore, quando provvede al
soddisfacimento dei propri interessi, acquistando beni e/o servizi
anche tramite mobile payments.
8
C A P I T O L O I
EVOLUZIONE e RIVOLUZIONE
dell’IMPRESA: l’E-COMMERCE
Sommario:
I.1 La rivoluzione delle reti nell’impresa- I.2 Verso l’impresa virtuale- I.2.1 La
metodologia VIVE- I.3 L’informatizzazione dell’impresa: l’impresa digitale- I.3.1
l’impresa digitale e l’e-business- I.3.2 L’e-business e la catena di valore- I.4 L’ e-
commerce - 1.5 Statistiche dell’e-commerce- I.6 Modelli di e-commerce- I.6.1 Il modello
B2C e il relativo contratto- I.6.2 Il B2B- I .6.3 Il C2C-I .7 Problematiche dell’e-commerce-
I.7.1 Il problema della sicurezza-1.8 Il marketplace della borsa merci telematica italiana- I
9 YOOX: un caso di successo- I. 9.1 modello di business- I. 9.2 risultati
I.1 La rivoluzione delle reti nell’impresa
La crescita esplosiva della rete negli anni ’90 e la crescente
diversificazione dei suoi utilizzatori conferiscono ad Internet la
qualifica di locus amoenus di interessi commerciali, quindi, delle
imprese, che, per poter sfruttare il nuovo mercato della Società
dell’Informazione, devono rivoluzionare l’impostazione sia delle
loro operazioni di marketing sia delle interazioni con i partner,
con i fornitori e con gli agenti. Internet diventa, perciò, uno
strumento dominante per il miglioramento delle performance
aziendali e delle customer satisfaction, permettendo un rapporto
diretto con i clienti, riducendo, pertanto, le interazioni con gli
intermediari, abbassando i costi e semplificando le procedure
necessarie alla promozione del prodotto ed alla sua vendita.
9
Il concetto di azienda web-oriented non si limita
all’utilizzo dell’e-mail all’interno della stessa società, ma implica
una radicale rivoluzione della filosofia con cui una impresa nasce
o si evolve. Tutta l'impresa deve riposizionarsi in chiave Web
mediante il proprio management che deve sviluppare un
programma di e-business, per poter ottenere un vantaggio anche
sui mercati tradizionali. La scelta, fatta da un’azienda di essere
web-oriented, comporta: a) un grado di concorrenza più elevato;
b) una maggiore trasparenza all'esterno nei confronti dei clienti e
dei fornitori; c) la posizione centrale in tutti i processi del
cliente/utente; d) la definizione delle regole di comunicazione; e)
le collaborazioni interne paritarie e più democratiche. L'e-
business diventa, quindi, il centro di tutta l’attività e non un
momento avulso dall'attività tradizionale dell'impresa,
determinando le scelte, regolando in modo più veloce la
tempistica di produzione, imponendo i ritmi ed i cambiamenti in
base allo sviluppo del Web
1
.
I soggetti i quali vogliono adottare un approccio web-
oriented sono sia le grandi aziende, che hanno più risorse da
investire per la trasformazione, sia le PMI, che possono scegliere
di reindirizzarsi, senza alcuna questione pregiudiziale, in
qualsiasi settore operino, attuando un cambiamento di tale
modello.
Il ruolo delle Nuove Tecnologie dell’Informazione e della
Comunicazione (NTIC) in questa trasformazione sociale è
decisivo sotto molteplici aspetti come nell’ organizzazione
produttiva (beni e servizi), essendo l’informazione ed il sapere
diventati un fattore sempre più centrale. La maggior centralità
dell’ informazione e del sapere è determinata da molteplici
fattori : a) dalla rapidità del ritmo dell’innovazione tecnologica;
b) dalla domanda dei cyberconsumatori maggiormente
1
“Business to consumer a misura di cliente”, a cura di Daniela Frigerio e Carlo Bisio, ed.
Franco Angeli pagg. 14-15.
10
diversificata; c) dall’eliminazione dei confini dei mercati; d)
dalla contestuale maggiore competizione; e) dalla maggior
valenza delle funzioni ‘immateriali’ (a valle e a monte, ad es.
progettazione, marketing, assistenza, formazione, pubblicità-
comunicazione) dei cicli produttivi; f) dalla specificità dei nuovi
settori produttivi (nuove tecnologie, educazione, entretainment).
L’informazione ed il sapere evidenziano la labilità, ulteriore
elemento dinamico conseguente all’applicazione delle NTIC,
data dalla drastica riduzione dell’operatività nel tempo, che rende
tali fattori ancora più cruciali, richiedendo processi di
“formazione continua, o life long learning” nel corso della vita
lavorativa
2
.
In tutti i processi organizzativi, ove sono presenti le NTIC, la
flessibilità diventa necessario principio guida, affinché si
possano perseguire modelli organizzativi “a rete”, per
massimizzare i profitti. La flessibilità riguarda: a) l’area della
produttività, relativa alla quantità e alla varietà dei prodotti; b)
l’innovazione formale/stilistica; c) la produzione just-in-time; d)
il raccordo produzione-distribuzione, e) l’area del lavoro (come
le strutture organizzative snelle, outsourcing, contratti a
tempo/progetto). L’efficace gestione della flessibilità necessita di
un controllo adeguato dell’informazione sul mercato delle merci,
della tecnologia, delle competenze e delle human resource,
affermandosi quale nuovo modello guida per l’organizzazione
produttiva, basato sul funzionamento a rete, con due principali
varianti: la rete d’ imprese e l’impresa-rete.
I vantaggi, derivanti dalla scelta di operare nel web, sono
numerosi. I più rilevanti, che creano un nuovo panorama
aziendale sono: a) l’estensione del proprio mercato di
riferimento grazie ad Internet, con cui si annullano i limiti
spaziali, raggiungendo eclettiche moltitudini di consumatori; b)
2
www.infoaccessibile.com- Lavorare cooperando in rete “Come cambia il panorama
organizzativo nella società dell'informazione.”
11
l’abbattimento dei costi di gestione dei processi; c) la riduzione
dei costi delle comunicazioni interne ed esterne; d) l’efficace
monitoraggio della produzione; e) il controllo del rendimento
delle diverse aree di business, con la possibilità d’introdurre
cambiamenti immediati; f) il rapido adeguamento della propria
offerta; g) il rapporto più idoneo da tenersi con i fornitori, in base
ai mutamenti del mercato ed alle esigenze dei consumatori
3
.
I.2 Verso l’impresa virtuale
Le crescenti esigenze di mercato, sotto il profilo della
competitività e della complessità dei nuovi servizi e prodotti
offerti, fanno emergere la necessità di ricercare configurazioni
efficienti per forme organizzative basate su reti d’imprese ed
istituzioni supportate da tecnologie favorenti l’interoperabilità.
La ricerca di flessibilità e di riduzione dei costi da parte delle
imprese, i processi d’ outsourcing, lo sviluppo di nuovi servizi a
contenuto immateriale, e la diffusione delle NTIC fanno
emergere l'opportunità di rompere l'unità di luogo del lavoro,
tipica delle organizzazioni produttive moderne. Si diffondono,
così, nuove forme di lavoro, spesso, integrate con le forme più
tradizionali, in cui le NTIC costituiscono un supporto essenziale:
queste forme costituiscono il telelavoro, che può assumere
diverse forme in relazione: a) al collegamento on-line fra
operatore e azienda; b) allo svolgimento delle prestazioni
itinerante oppure presso una sede diversa da quella aziendale; c)
alla forma contrattuale; d) alle corrispondenti modalità di
controllo sul tempo di lavoro; e) alle modalità d’ alternanza fra
lavoro delocalizzato e lavoro presso la sede aziendale. Altri
3
http://www.shinynews.it/ebusiness/1106-web-oriented.shtml Novembre 2006.
12
elementi considerevoli, che rendono estremamente eterogeneo
questo fenomeno, sono: a) il settore produttivo; b) il rapporto di
dipendenza; c) il rapporto d’ autonomia; d) la qualificazione del
lavoro; e) la dimensione aziendale. Tale processo determina
l'emergere di nuove forme d’ organizzazione aziendale, come
l'impresa virtuale, il cui ciclo produttivo è totalmente distribuito e
coordinato on-line, o altre forme di decentramento produttivo che
prevedono la distribuzione di alcune fasi feconde nella forma di
software e contenuti digitali attraverso la rete
4
.
Le “virtual enterprises”
5
sono il risultato d’ un processo
evolutivo delle collaborazioni inter-business generate dallo
scenario delle innovazioni tecnologiche, dall’alto livello
competitivo e dall’internazionalizzazione dei mercati. Le stesse
possono essere definite come una rete temporanea di PMI che si
collegano e cooperano in modo integrate per poter massimizzare
i profitti a seguito d’ un’opportunità di business sorta sul
mercato. Al momento del raggiungimento della mission, le
singole imprese sciolgono il network, costituito per lo
sfruttamento del business, per tornare ad operare singolarmente
nel mercato
6
. Si crea in tal modo un intreccio d’ alleanze tra
imprese diverse, ciascuna delle quali reca una competenza
specifica, con l'obiettivo di cogliere in tempi rapidissimi una
opportunità di mercato, anche temporanea, riducendo costi ed
investimenti. L’impresa virtuale risulta, pertanto, essere costituita
occasionalmente, con carattere temporaneo, con una debole
4
European Telework On line, http://www.eto.org.uk/ Un sito di riferimento sul telelavoro
nei Paesi europei. – Lavorando e cooperando in rete.
5
Cevenini C. Virtual Enterprises, legal issuese of the on-line collaboration between
Undertakings., ed. Giuffrè. Milano, 2003 pag.11 e ss. .
6
“Modelling and Analysis of Interactions in Virtual Enterprises” by Hasan Davulcu (State
University of New York at Stony Brook) p.12 Ninth International Workshop on Research
Issues on Data Engineering: Information Technology for Virtual Enterprises. March. 1999.
13
interconnessione che si esaurisce nel raggiungimento del
business. Le PMI, contestualmente, si scollegano e si aggregano,
creando nuove forme organizzative
7
.
Anche il mondo sindacale tende ad adeguarsi all’impresa
virtuale, come indicato dal rapporto Telework ’99, ritenendola
esempio molto interessante di riorganizzazione del lavoro
8
. Negli
USA il sindacato Afl-Cio spinge i suoi quasi 13 milioni di
iscritti all’acquisto d’un personal computer, fornendo a loro
l'accesso gratis ad Internet, per recuperare la propria centralità
politica, riorganizzando telematicamente il gruppo di pressione
costituito dalla classe dei lavoratori
9
.
Il modello organizzativo dell’impresa virtuale affronta molteplici
difficoltà nell’iter del suo sviluppo, legate ai limiti degli ambienti
di supporto, alla collaborazione ed all’inefficienza d’alcune
configurazioni organizzative. In particolare, “non sono ancora
state trovate modalità per favorire la nascita d’ un clima di
fiducia e sicurezza all’interno della comunità
10
”.
La condizione di fiducia reciproca è d’ estrema importanza,
per poter costituire una forte integrazione senza dover instaurare
una relazione di controllo tra proprietario e controparti. Nelle “
virtual-organitations” delocalizzate e temporanee è insita la
difficoltà di costruire relazioni di fiducia, fondate su contatti
interpersonali diretti tra le persone che occupano un ruolo di
confine. E’ necessario, pertanto, individuare meccanismi
alternativi, anche se finalizzati agli stessi obiettivi di generare
7
Merli e Saccani 1994 Merli, Giorgio e Saccani, C. 1994. L'azienda olonico-virtuale:
Un'opportunità storica per la piccola e media impresa . Il Sole 24 Ore, Milano.
8
http://www.telework99.dk/Conference.html
9
www.alfcio.org
10
Cfr. Barbini, 2004.
14
delle condizioni di reciproca
11
fiducia. Il nuovo concetto di
fiducia che ne deriva, cosiddetto di “fiducia istituzionale”,
faciliterebbe l’avvio di relazioni mediante sistemi ICT basati su
tre elementi essenziali:
¾ la percezione di interagire con un sistema tecnico sicuro;
¾ la presenza di meccanismi interorganizzativi formali;
¾ la garanzia che le comunicazioni tra i sistemi ICT
avvengano in maniera corretta grazie a standard tecnici e
procedurali
12
.
In tal contesto l’auspicato intervento di un soggetto in posizione
imparziale e terza può agevolare la costruzione della fiducia di
tipo istituzionale, fornendo un supporto per superare differenze
culturali ed eventuali barriere normative che intervengono nella
collaborazione tra imprese di diversa nazionalità. Il ruolo di tali
soggetti terzi dovrebbe garantire (creando, ad esempio, un
marketplace o un portale) che le transazioni avvengano in un
ambiente certificato e “sicuro” in termini di soluzioni
tecnologiche (adottate per la comunicazione), di regolarità
formale degli accordi e di fiducia istituzionale
13
.
Ciononostante, la configurazione organizzativa incentrata sulla
figura dell’integratore d’impresa, denominato broker, figura
maggiormente diffusa in letteratura, mostra i suoi limiti sia nella
capacità d’identificazione e gestione del business, sia nella
11
McKnight, D. H., Cummings, L. L., and Chervany, N. L. “Initial Trust Formation in New
Organizational Relationships.”Academy of Management Revie.1998, pp. 473-490.
12
Pavlou P. A. “Institutional Trust in Interorganizational Exchange Relationships: The
Role of Electronic B2B Marketplaces.”-Journal of Strategic Information Systems, 2002, pp.
215-243.
13
“Should institutional Trust Mutter in Information Sytem Research?” 2005 — Twenty-
Sixth International Conference on Information Systems Paul A.Pavlou (University of
California, Riverside).- Harrison McKnight (Michigan State University, USA)
15
capacità di gestione e di controllo dell’intera rete virtuale
14
.
Fisiologicamente sono proposte nuove configurazioni
organizzative alternative (come l’ECB, Enabler, Catalyst
15
,
Broker) che cercano di ridistribuire i ruoli dei partecipanti ad un’
impresa virtuale. L’Enabler gestisce la comunità on-line
proponendo metodi e strumenti di cooperazione standard, pronti
ad essere personalizzati, rapidamente, nel momento in cui le
imprese desiderano costituire un’organizzazione virtuale
16
.
Ulteriore elemento ostativo per lo sviluppo delle imprese
virtuali è il rapporto tra organizzazioni e clienti, ove incidono, da
freno inibitore per lo sviluppo della fiducia, le peculiarità delle
imprese virtuali, quali la delocalizzazione e la temporaneità
dell’impresa virtuale. Per la soluzione di tali problemi, anche se è
stata prevista la configurazione ECB, non è sufficiente la figura
del Catalyst, soprattutto, se l’ambito operativo sia fortemente
delocalizzato ed internazionale, in quanto si presenta come unica
interfaccia dell’organizzazione virtuale con il cliente, palesandosi
al mercato come il solo produttore/fornitore del prodotto/servizio
realizzato dall’impresa virtuale. La mancanza di fiducia da parte
del cliente verso un’entità remota e temporanea che ostacola
qualsiasi servizio mediante transazioni on-line determina
molteplici fattori tra cui la sfiducia, la percezione del rischio da
parte dei clienti e la precarietà della tutela della privacy: elementi
che sono d’intensità differente in relazione al contesto socio-
14
“Organizing and Managing Virtual Enterprises: The ECB Framework”, in L. M.
Camarinha-Matos and H. Afsarmanesh (a cura di ), Processes and Foundations for Virtual
Organizations, Kluwer Academic Publishers, 2003, pp. 171-178.
15
Catalyst è un framework open source per lo sviluppo di applicazioni web. Esso è scritto
in Perl e segue piuttosto strettamente l'architettura MVC (Model-view-controller). Catalyst
supporta una varietà di web pattern sperimentali, si ispira ad altri framework quali Ruby
On Rails, Maypole, Spring. Il principale canale di distribuzione di Catalyst è, come per la
gran parte del software, sviluppato in Perl, CPAN.(Comprehensive Perl Archive Network).
16
“How innovative are Virtual Enterprises?”, in Information Systems in a Rapidly
Changing Economy, 2005, D. Bartmann et Al. (Eds.), Univ. of Regensburg, Germany
Barbini F. e A.D’Atri.
16
culturale e che influenzano la propensione degli utenti ad affidare
i propri dati on-line a soggetti terzi
17
.
Le problematiche, legate alla tutela della privacy,
favoriscono uno sviluppo notevole dei sistemi di gestione delle
identità mediante numerosi e diversi progetti di ricerca come
FIDIS
18
, PRIME
19
, finalizzati all’individuazione delle
problematiche connesse all’adozione dei sistemi di gestione delle
identità e delle possibili soluzioni basate sulle stesse tecnologie
utilizzate nelle imprese virtuali. Pertanto, tecnologie quali
database, federati per mezzo dell’XML, standard, protocolli di
Internet, sistemi di gestione automatizzata dei workflow
20
, oltre a
17
“Privacy calculus model in e-commerce - a study of Italy and the United States.”
Authors: Dinev, Bellotto M.
Source: European Journal of Information Systems, volume
15, Number 4, August 2006 , pp. 389-402. Publisher: Palgrave Macmillan.
18
FIDIS (Future of Identity in the Information Society) è un NOE (Network of Excellence)
supportato dall’Unione Europea sotto il 6th Framework Programme for Research and
Technological Development dentro l’Information Society Technologies (IST), priorità
nell’ Action Line: "Towards a global dependability and security framework".
L’EIS (European Information Society) ha requisiti tecnologici come la fiducia
nell’indirizzo e nella sicurezza, che preserva la privacy dei singoli utenti. Come lo sviluppo
digitale dell’ EIS, anche l’identità personale diventa digitale per delineare new identities,
utilizzate, soprattutto, nell’ambito sociale e nel mondo degli affari economici e finanziari.
L’obiettivo del Fidis è formare i requisiti per la futura gestione dell’identità nell’ EIS,
contribuendo alle tecnologie ed alle infrastrutture necessarie.
Il NOE FIDIS comprende esperienze di ricerca differenti con obiettivi eterogenei ed i
risultati di ricerca dovrebbero rendere l’accesso ai cittadini europei sicuro e veritiero.
www.fidis.net
19
PRIME (Privacy and Identity Management System) è un progetto che ha l’obiettivo di
sviluppare un prototipo lavorativo per aumentare la privacy nella gestione del sistema
identificativo. Le nuove soluzioni, adottate per la gestione delle identità, dovrebbero essere
dimostrate nei vari scenari reali: nelle comunicazioni tecnologiche, nelle linee aeree, nei
processi d’ identificazione negli aeroporti, nei servizi, nelle collaborazioni e-Learning.
PRIME è, soprattutto, un progetto di ricerca. Il lavoro sul prototipo sviluppato è un mezzo
per convalidare i nuovi risultati scientifici di ricerca.
www.prime-project.eu
20
La teoria e le applicazioni del workflow management promuovono la gestione dei
gruppi di lavoro collaborativi secondo il workflow model: modello processuale che consiste
in una o più attività ognuna delle quali rappresenta un lavoro da svolgere per giungere ad
un obiettivo comune. Il workflow management sostiene l’organizzazione del processo di
lavoro mediante l’utilizzo di software specifici, le attività possono essere svolte dai
17
consentire alle organizzazioni di condividere dati, di porre in
essere transazioni, di sviluppare relazioni on-line e d’ integrare
interi processi inter-organizzativi, possono diventare soluzione
per potere risolvere i problemi della fiducia istituzionale e la
privacy degli utenti. Nella gestione dei confini delle
organizzazioni virtuali, incidono le infrastrutture per
l’autenticazione e l’autorizzazione (AAI), le quali si basano sui
servizi d’identità federata, che costituisce la nuova alternativa
alle soluzioni centralizzate. Tra le finalità, infatti, di questi
servizi, trova un posto privilegiato la creazione d’una piattaforma
tecnologica che sia sicura ed affidabile, che possa facilitare la
collaborazione on-line d’organizzazioni indipendenti e che
sviluppi opportunità di nuovi business, fondati su partnership “di
fiducia”, senza ledere in alcun modo le norme sulla privacy locali
ed internazionali
21
. Dall’analisi dei requisiti di sicurezza delle
organizzazioni virtuali, inerente, in particolare, all’area di
“controllo accessi”, prevista dallo standard ISO 17799 (ISO/IEC
2005), emerge una serie di requisiti “non funzionali” che sono,
inevitabilmente, relazionabili con le esigenze di fiducia
istituzionale e di privacy dei clienti. La metodologia di ricerca
utilizzata ha le caratteristiche di “design research”, la quale
prevede un’analisi dell’utilizzo e delle performance dei sistemi
progettati, finalizzata alla comprensione, alla spiegazione ed al
miglioramento dei comportamenti all’interno dell’intero sistema
partecipanti o da applicazioni informatiche. I sistemi software, che sanno utilizzare
strumenti dell’Information technology per la condivisione dell’informazione e gestiscono la
comunicazione e il passaggio di compiti da un collaboratore all’altro, sono chiamati
Workflow management systems.
21
Schläger, C., Pernul, G. “Authentication and Authorisation Infrastructures in B2C e-
commerce” Proc. of the 6th International Conference on Electronic Commerce and Web
Technologies (EC-Web '05), Copenhagen, Denmark, August 2005.
18
informativo
22
. La creazione d’ un'impresa virtuale - ossia una
cooperazione fondata sugli strumenti informatici - consente a
gruppi di piccole imprese di sfidare le grandi società senza
perdere creatività e flessibilità che fanno della piccola impresa
l'innovatore ideale.
I.2.1 La metodologia VIVE
23
La metodologia VIVE (Virtual Vertical Enterprise) per le
imprese virtuali si sviluppa grazie a vari progetti finanziati
dall'UE, completati nel primo quadrimestre del 2000. Sono oltre
1000 le imprese europee interessate a questo processo. Il
Progetto VIVE iniziale, finanziato nel 1998
24
dal programma
Esprit
25
dell'Unione Europea, trae ispirazione dalla storia di tre
piccole imprese italiane, fornitrici nell’ambito del settore
automobilistico. I componenti prodotti dalle aziende vengono
assemblati dal costruttore per produrre un sottosistema. Le stesse,
invero, perdono il contratto quando un fabbricante giapponese
propone il sottosistema completo ad un prezzo concorrenziale.
Grazie alle tecnologie dell'informazione e delle
telecomunicazioni, le tre imprese creano un'impresa virtuale che
consente alle medesime di recuperare il cliente e d’ inaugurare
22
Spagnoletti P., Za S. "Gestire i confini di un’ organizzazione virtuale" WOA 07, Atti
VIII Workshop Docenti e Ricercatori di Organizzazione Aziendale, Reggio-Emilia, 8-9
febbraio 2007.
23
http://www.vive-ig.net/
24
Cfr. "L'unione fa la forza", fascicolo 4/00.
http://ec.europa.eu/enterprise/innovation/index_en.htm#3
25
Convergence: Creating the Future EITC 97European IT Conference &
Exhibition Bruxelles, 24-26 novembre, 1997.