4
quelle che sostengono una qualche dovuta praticità all’idea-
concetto di persona da educare.
Lo sviluppo della persona, dunque la sua formazione, nella
nuova visione della pedagogia si coglie nell’attiva e presente
modalità dell’ aver cura e del coltivare.
Il presente elaborato, pertanto, non può avere l’ardire di coprire
l’analisi storica di questo lungo periodo, ma si sforza di presentare
alcuni punti salienti dell’evoluzione del concetto e delle
controversie nate attorno ad esso, per focalizzare nel personalismo
europeo un momento di ricapitolazione del lungo travaglio storico
e una risposta ottimale alle istanze filosofiche e pedagogiche di
quel momento. Abbiamo cercato di rintracciare elementi per
determinare la duplice valenza (teorico-pratica) della scienza
pedagogica, scartando ogni possibile fondamentalismo
interpretativo ed accogliendo la traccia già segnata da pedagogisti e
filosofi, in un atteggiamento che consideri la necessaria
interdisciplinarità che possa condurci a un raffronto di idee
differenti che perseguano il medesimo fine.
Il concetto di persona coniato dalla cristianità primitiva, ripreso
e ampliato dai Padri della Chiesa dei primi secoli; rivisitato da
Tommaso d’Aquino nel riesame e nel superamento delle categorie
aristoteliche; portato avanti, lungo la storia, e fatto proprio dal
Formalismo di Max scheler e dal personalismo di Emmanuel
Mounier non l’mportante contributo di Jacques Maritain; preso in
5
considerazione dal nascente personalismo pedagogico come punto
focale a cui puntare per la nascita di una nuova visione metafisica
ed etica dell’uomo, trova ampio spazio nell’assunto che determina
una necessaria praticizzazione ed eticizzazione del concetto di
persona, attraverso il movimento personalistico. Non sarebbe
errato, considerato il contenuto e lo schema che offre il presente
elaborato, definire il personalismo come sorta di punto archimedeo
dal quale partire per fare il viaggio attraverso il passato e trovare in
esso i frammenti di quanto il pensiero di sempre ha offerto ai
pensatori.
Scorrendo dunque nel dato storico è stato possibile trovare le
origini del concetto di persona e tutte le variabili concettuali che
ne hanno determinato una definizione universale.
Il percorso storico è la fonte prima di ogni considerazione
sulla possibilità di ricostruire il significato della persona, il senso
della cura educativa, il cogliere la possibilità di una trascendentalità
che ne superi la caratteristica di pura storicità.
Nel presente elaborato si è cercato di ricapitolare alcuni momenti
storici ( dalla paideia greca alle nuove istanze attuali) per scorrere
dentro il senso dell’ humanum e trovarne le trasformazioni. Per
auspicare un ritrovamento di senso profondo della persona in una
rinnovata paideia, attenta al bisogno primario di trasformare ogni
seità in alterità, pur essendo consapevoli della problematica
filosofico-antropologica che rallenta un pensiero comune.
6
Nel duplice profilo teorico-pratico della scienza pedagogica
possiamo trovare quegli elementi comuni al personalismo che
spingono il desiderio della pedagogia a scoprire, nell’applicazione
etico-pratica , la rivincita sulla cura della persona, senza escluderne
la valenza teorica che ne è parte consistente e irrinunciabile.
L’opera del personalismo ha messo le basi e ha instaurato una
possibilità di ricerca sul valore della persona come riferimento
universale nella considerazione della storia come humanum fieri, e
come nuovo approccio al dinamismo contenuto nel principio di
personalità. Il personalismo diviene nuova bussola ermeneutica per
riscoprire il principio di ricomprensione tipologica annebbiato
dagli eventi storici e dalle sfumature dei differenti pensieri
filosofici della storia precedente.
Ri-capire l’uomo attraverso i principi che scaturiscono
dall’analisi sulla realtà della persona; ri-stabilire il primato della
persona sulla idea di persona; ri-visitare la possibilità di dare
spazio all’altro per trovare il senso del sé; ri-educare alla scoperta
di una trascendente presenza che occupa gli spazi e i tempi dell’
humanum e che ne trascende la pragmaticità di ogni esperienza e si
concreta nella più alta delle espressioni creaturali : la persona.
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CAPITOLO I
LA RICOSTRUZIONE DELLA DATITÁ
PERSONALE
“Homo sum: humani nihil a me alienum puto” ( Terenzio)
1.1. POSIZIONE DEL PROBLEMA
Sin dall’inizio, questa trattazione, impone a se stessa una
grande precisione nella calibratura dell’orizzonte ricostruttivo di
ciò che, fin troppo comunemente, si azzarda nella definizione di
“Persona” e nella riflessione circa le differenze che corrono tra
persona e individuo.
Infatti si incontrano non poche difficoltà nell’ analisi distintiva tra
ciò che la datità impone e la attenta ricerca del giusto orizzonte
ermeneutico, all’interno della comprensione e riflessione del dato
storico e la dimensione della persona.
Ripercorrere il dato storico ci condurrà a considerare
differenziazioni interpretative ben conosciute circa
l’interdipendenza tra individualità e personalità, spingendo il
nostro interesse alla ricerca di fattori che siano di congiunzione e
di articolazione nella differenza, cioè ad una dimensione
8
olistica o unitotale, dunque ilomorfica
2
- se considerata dal solo
punto di vista filosofico - dell’uomo inteso come soggetto
comprendente l’humanitas totale, speculum totius humanitatis
3
,
per l’appunto.
L’uomo e la sua humanitas, intesa come forma che lo determina,
sono fondamento del principio di personalità e individualità, nello
specifico della sua datità che lo distingue da ogni altro dato
creaturale e che lo istituisce come campo di determinazione
attiva e passiva
4
. All’interno della ricerca andranno, dunque,
specificati e compresi i diversi movimenti personalistici che
fiorirono tra le due guerre e la loro radice storica remota che
affonda il suo germinare nel terreno fecondo della grecità e del
susseguente inquadramento cristiano della Chiesa dei primi secoli
e del Medioevo. Movimenti che videro il delinearsi e il chiarirsi
del concetto di persona e di individuo, anche se all’interno di un
dibattito ancora acceso per un tentativo di interpretazione comune
e di comprensione sinottica dei dati storici presenti nei diversi
orizzonti filosofici, antropologici, psicologici e pedagogici.
2
Non intendendo in questa sede l’ilomorfismo universale della “dottrina filosofica francescana” che affermava
che anche nell’anima c’è una materia. Dottrina rifiutata, tra gli altri, da Tommaso D’Aquino.
3
Specchio di ogni umanità.
4
Cfr. M. Foucault, L’archeologia del sapere,Parigi, 1969, citato da A. Granese in Etica della formazione e
dello Sviluppo, “Nuova economia” Società globale. Preliminari pedagogici a una ricostruzione filosofica,
Anicia, Roma, 2002, pag. 75. Per il tema dela determinazione attiva e passiva si veda A. GRANESE, Etica
della formazione e dello sviluppo, “nuova economia”, società globale,,Anicia, Roma 2002, pp 21 e segg..
9
L’ irriducibilità della “persona” a “individuo” sarà quanto il
movimento personalista di Mounier, padre fondatore del
personalismo europeo, e dei suoi sostenitori, porranno come
fondamento per la ricostruzione dell’assetto sociale ed
economico, filosofico e pedagogico degli anni ’30 in Francia e in
Europa.
Si autodetermina in questo modo un confronto che vede
differenti correnti filosofico-pedagogiche raffrontarsi col nuovo
enunciato cattolico del primato della persona sull’individuo e
sulla inscindibilità dei due principi in un unicum orientato a
delineare una nuova visione, quella olistica appunto.
Di per sé, come abbiamo già specificato, il concetto di
persona ha la sua radice di derivazione all’interno della
riflessione cristiana, Tommaso D’Aquino in modo specifico, ma
già con Agostino d’Ippona e i Padri della Chiesa.
Ciò, pertanto, resta immutato, all’interno della riflessione post-
tomista, in tutte le correnti di matrice laica che prendono in
considerazione la realtà dell’uomo e della sua soggettività. A noi
il compito di cogliere sfumature all’interno di quei filoni di
pensiero che dalla grecità si allungano sino al postmoderno con
un’ unica irriducibile trama : l’educazione del soggetto.
10
I latini tradussero Paideia con humanitas, ma entrambi gli
apporti ci servono per introdurci all’idea di uno strumento
utilizzato a scopi formativi, per indirizzare l’uomo ad una
migliore valorizzazione della vita sociale e per formare ogni
singolo soggetto all’acquisizione dei principi di “seità” e
“alterità”. Pur coscienti delle sfumature diverse siamo
intenzionati a rilevare dei dati che, nella Paideia greca, ci attestino
un riconoscimento del superamento del principio di individualità,
che appare limitativo rispetto al concetto di persona introdotto e
curato dalla tradizione cristiana.
11
1.2. LA PAIDEIA GRECA
Nell’enciclopedia filosofica alla voce Paideia leggiamo :
«Nel suo significato letterale ed originario vale “educazione”
come tecnica con cui il fanciullo è preparato alla vita. Nondimeno
il termine nel mondo ellenico andò sempre più arricchendosi di
significato, fino ad esprimere l’ideale della formazione umana;
non più dunque, preparazione alla cultura, ma la cultura stessa in
quanto “valore” della personalità. I latini tradussero paideia con
humanitas»
5
.
Possiamo quindi già affermare che il principio fondante la
Paideia non è la cultura in senso quantitativo ed oggettivo, ma la
cultura nella sua alta espressione qualitativa e soprattutto
personale. Nella cultura greca, infatti, la persona umana trovava
l’orizzonte della propria realizzazione dentro il principio e
l’esperienza della paideia. La Paideia era dunque una sorgente
dalla quale attingere il senso del proprio destino e della propria
fisionomia personale, attraverso la comprensione nella
formazione e nella pratica dei principi stessi della Paideia .Un
duplice orizzonte, dunque, teorico e pratico, è presente sin
dall’origine della storia del pensiero educativo, dentro la
dimensione dell’unico mezzo per giungere non solo alla
5
Sansoni, Firenze,1957, vol 3
12
comprensione di se stessi, ma anche alla beatitudine e
all’immortalità.
6
Riprendiamo, però, quanto di nostro interesse e cioè la
trasformazione del principio della cultura inteso come valore
della personalità, come ricerca dell’identità.
Introduciamo l’idea della “formazione permanente” che ci
supporta nella considerazione di quella idea classica dell’educare
come cammino e ripercorrimento delle antiche tradizioni da
tramandare al Paides come iniziazione alla vita del gruppo e ai
Misteri dell’esistenza. Tale concetto è riscontrabile nell’opera del
Palmieri : «Il ciclo dell’anno, con le sue feste, è una vera
rappresentazione didascalica di fatti cosmici e tellurici, naturali o
divini, che segnano l’individuo sin da bambino. Il fanciullo è già
parte integrante della vita del gruppo, l’educazione ai misteri
dell’esistenza e del clan gli forniranno gli strumenti necessari ad
esprimere la sua “Persona”, la “maschera” che sigillerà la sua
entità individuale»
7
. Ancor meglio la valenza del concetto di
paideia si evince dall’analisi del termine chiave “Pròsopon” col
quale i greci non significarono la realtà della persona, tanto che
la traduzione letterale indica i termini di “volto” o “maschera”.
6
Cfr. H.I. MARROU, Storia dell’educazione nell’antichità, Roma, 1950
7
Cfr A. PALMIERI, Atti del convegno nazionale del RSI, Messina, 1989