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il quale si considera determinante ogni elemento della percezione del consumatore
poiché influenza la valutazione complessiva del prodotto o anche del punto di vendita.
In seguito, verranno considerati gli elementi che concorrono per la Customer
Satisfaction attraverso la definizione dei bisogni e desideri del consumatore, la
gratificazione, i budget mentali e la sensibilità al prezzo, l’influenza delle esperienze
pregresse. Inoltre, sarà analizzato il processo d’acquisto e la questione della dissonanza
cognitiva.
Il secondo capitolo è specificatamente dedicato ad alcuni fattori determinanti per il
comportamento d’acquisto e per la valutazione del consumatore. Tali fattori sono la
percezione sensoriale del consumatore all’interno del punto di vendita, la definizione
delle strutture e dei processi cognitivi e affettivi, ed infine il rapporto tra potenziale
cliente e personale addetto alla vendita, caratterizzato generalmente da una volontà
persuasiva da parte del venditore.
Infine, il terzo capitolo è dedicato alla parte empirica del lavoro. Prendendo in
considerazione i contributi di Lin (2004), Zinkhan & Braunsberger (2004), e Sharma
(2001), sono stati adattati un questionario e tre Repertory Grids, somministrati in
seguito ad un campione di 60 partecipanti. Gli obiettivi della ricerca riguardano le
percezioni del consumatore all’interno del punto di vendita, la complessità delle
strutture cognitive del potenziale cliente, la relazione con il personale addetto alle
vendite, ed il ruolo della componente emotiva nel momento dell’acquisto. Verrà
descritta la ricerca empirica, si discuteranno i dati ottenuti e la loro convergenza rispetto
alle ipotesi di lavoro, e verranno esaminate le conclusioni tratte rispetto al lavoro
presentato, ai modelli teorici considerati ed agli obiettivi prefissati.
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Capitolo Primo
L’impresa orientata al cliente.
Premessa
Nel corso dei cambiamenti economici e tecnologici, le aziende hanno sviluppato
atteggiamenti diversi nei confronti del mercato e nella gestione dei rapporti con i clienti.
Questi comportamenti diversificati possono essere ricondotti a quattro categorie
principali (Pivato, Misani, Ordanini, & Perrini, 2004).
L’orientamento al prodotto caratterizza i settori con bassa concorrenza e con un’offerta
omogenea, ad esempio l’industria mineraria. Le imprese quindi devono produrre a
prezzi competitivi per vendere e devono concentrarsi sul raggiungimento dell’efficienza
produttiva e sulla riduzione dei costi di produzione.
L’orientamento alle vendite è tipico dei settori in cui vi è un eccesso di capacità
produttiva, come nel settore automobilistico, per cui le aziende devono stimolare i
consumatori ad acquisire i prodotti nei volumi richiesti. L’impresa ha successo tramite
adeguate tecniche di vendita, attraverso la pubblicità e l’attività promozionale.
L’orientamento al marketing è proprio di quei settori con elevati livelli di concorrenza,
ad esempio quello alimentare. Le aziende si distinguono per l’ampia gamma di prodotti
offerti e lo sguardo costantemente rivolto verso il mercato e la concorrenza. Vi è,
quindi, un modello di gestione adattivo al mercato e ai bisogni della clientela, in modo
da realizzare un’offerta coerente con le diverse esigenze della domanda.
Infine, l’orientamento al cliente può essere considerato come l’approccio più evoluto
nell’ambito dell’attività commerciale che risulta così rivolta ai bisogni e ai desideri
espressi dal mercato. Si formula un’offerta capace di massimizzare la soddisfazione per
il cliente
(Valdani & Busacca, 1999). Il consumatore gioca un ruolo centrale
nell’orientare i processi strategici e decisionali dell’azienda, diviene una persona attiva
che influenza e determina le logiche di marketing e di sviluppo dei prodotti. L’impresa
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effettua un costante monitoraggio dei bisogni e desideri dei consumatori, mantiene una
tensione verso l’innovazione e anticipa le richieste della domanda. Vi è quindi un
modello di gestione proattivo.
Oggi la qualità dei prodotti e dei servizi offerti, e soprattutto la soddisfazione dei clienti,
sono elementi fondamentali per la crescita economica dell’azienda. Diventa necessario
conoscere profondamente il proprio pubblico di riferimento considerando i suoi bisogni,
come essi si modificano nel tempo, il grado di soddisfazione ottenuto, e le modalità di
utilizzo dei prodotti e servizi acquistati (Pivato et al., 2004).
1.1 Il marketing e il consumatore
1.1.1 Cos’è il marketing?
Non esiste una definizione univoca e comunemente accettata di marketing, e la stessa
parola non è mai stata tradotta in lingua italiana. Tuttavia, tra le varie accezioni del
termine, quella più accreditata appartiene a Kotler (1993), considerato padre della
materia, che intende il marketing come attività umana diretta a soddisfare bisogni ed
esigenze attraverso processi di scambio. Il termine esprime quindi un concetto
complesso che si focalizza sul raggiungimento di un risultato economico attraverso il
soddisfacimento dei bisogni e desideri del cliente.
Il concetto di marketing ha subito un’evoluzione nel corso degli anni. Si è passati da
un’impostazione in cui il punto di partenza era il prodotto a quella attuale in cui, invece,
alla base vi è il consumatore, effettivo o potenziale
(Della Valentina, 2003). Questa
particolare attività nasce nel dopoguerra negli Stati Uniti e si è successivamente estesa
agli altri paesi occidentali. A partire dagli anni quaranta, e a seguito della ripresa
economica, le aziende collocarono con facilità i prodotti sul mercato e si concentrarono
sulla quantità della produzione. Una produzione che veniva assorbita dal mercato,
caratterizzato da una scarsa presenza di beni e servizi.
In un secondo momento, attraverso lo sviluppo tecnologico, i mercati dei paesi
industrializzati cominciarono a diventare progressivamente saturi ed è diventato
difficile garantire la collocazione dei prodotti. La produzione ha iniziato in tal modo ad
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essere modificata e diversificata per rispondere ai bisogni e ai desideri del consumatore,
punto di partenza e arrivo dei processi aziendali.
1.1.2 Il ruolo della gestione commerciale
La gestione commerciale è costituita dall’insieme di attività e processi mediante cui
l’impresa acquisisce, soddisfa e fidelizza i propri clienti. Tali attività sono incentrate
sulla progettazione, sviluppo e offerta di prodotti e servizi in grado di generare valore
per la domanda
(Pivato et al., 2004). La gestione commerciale svolge quindi un ruolo di
connessione tra l’offerta dell’impresa e le richieste della domanda, ed esercita
un’influenza rilevante su tutte le attività gestionali d’impresa, ad esempio la
distribuzione fisica o la gestione finanziaria.
La capacità di dominare il mercato e di rispondere alle esigenze dei consumatori è una
condizione fondamentale per la sopravvivenza dell’impresa. E’ necessaria una coerenza
della struttura aziendale con il mercato di riferimento, coerenza che viene garantita
proprio dalla gestione commerciale. In tal senso, oltre a modellare l’offerta, anche le
strutture aziendali devono conformarsi alle esigenze della domanda.
La gestione commerciale si può definire come un processo diretto a individuare e
soddisfare i bisogni e desideri dei clienti mediante la realizzazione di prodotti e servizi
idonei che generano valore e soddisfazione per tutti gli operatori
(Kotler, 1993).
Attraverso essa si studiano i mercati ritenuti interessanti, si analizzano le tendenze della
domanda e della concorrenza, si orienta la produzione in direzione dei nuovi clienti da
conquistare, si crea la domanda per nuovi prodotti.
All’interno di questa gestione, si possono individuare due aree di attività,
rispettivamente legate al marketing management e alla vendita. Le attività collegate al
marketing possono essere ricondotte a processi di analisi che precedono quelli
decisionali ed operativi. La vendita, invece, è il collocamento materiale dei beni prodotti
presso i clienti e rappresenta il momento finale del marketing (Pivato et al., 2004).
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1.1.3 Processi analitici di marketing
I processi di analisi del marketing hanno l’obiettivo primario di raccogliere le
informazioni necessarie a definire le strategie di marketing a lungo termine. I principali
processi analitici sono l’analisi della domanda e della concorrenza (Pivato et al., 2004).
Attraverso l’analisi della domanda, si definisce la quantità richiesta di un determinato
prodotto, in uno specifico mercato e in un intervallo di tempo definito. Compito
fondamentale è quello di stimare le dimensioni attuali e potenziali del mercato al fine di
arrivare al successo delle iniziative strategiche. L’analisi della domanda parte dal
processo di raccolta ed elaborazione delle informazioni necessarie per lo sviluppo della
strategia di marketing. Tali informazioni sono basilari per definire un’offerta coerente
rispetto a ciò che richiedono i consumatori. La domanda può essere attuale, potenziale e
prevista. Di norma, non è un elemento statico e il suo livello può variare in base a fattori
molteplici, come le politiche di prezzo, pubblicità e promozione, i miglioramenti del
prodotto e in base agli investimenti di marketing previsti.
L’analisi della concorrenza, invece, consiste non solo nell’esaminare le imprese che
operano per soddisfare lo stesso gruppo di bisogni, ma anche quelle che, pur operando
in altri mercati, offrono prodotti potenzialmente sostituibili. Infatti, un bisogno può
essere soddisfatto attraverso varie modalità e con prodotti o servizi anche molto diversi
tra loro. A tal proposito, devono essere considerati anche i concorrenti diretti e indiretti
dell’azienda con i loro punti di forza e debolezza allo scopo di monitorare tutte le
opportunità e le minacce derivanti appunto dalla concorrenza (Pivato et al., 2004).
1.1.4 Il marketing strategico
Il marketing strategico comprende i processi decisionali che definiscono poi le strategie
di marketing a breve e lungo termine e che coinvolgono l’impresa nella sua totalità.
Questo insieme di decisioni riguarda la segmentazione e il targeting dei clienti, il
posizionamento competitivo-percettivo e la differenziazione dell’offerta.
Tramite la segmentazione si effettua una selezione dei gruppi di clienti, detti segmenti,
che l’impresa vuole servire adattandosi ai loro specifici bisogni. Quando si è individuato
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il segmento di riferimento, l’azienda può decidere di focalizzarsi su un ambito ancora
più limitato che è costituito dal target. Con questi sistemi, si arriva a distinguere dei
sottoinsiemi di clienti che, avendo bisogni generalmente omogenei, possono essere
soddisfatti con prodotti simili. Il mercato è segmentato in base a diverse variabili che
possono essere geografiche, demografiche, socio-economiche, psicografiche e
comportamentali
(Peter & Donnelly, 1999).
Successivamente, si realizza il posizionamento del prodotto, ossia la sua collocazione in
un sistema di percezioni del consumatore. Difatti, ogni prodotto ha caratteristiche
particolari che lo diversificano dai prodotti concorrenti e lo pongono in una certa
posizione agli occhi del cliente. Il posizionamento deve essere coerente con il segmento
di riferimento e diverso rispetto a quello dei concorrenti che operano sullo stesso
segmento. A tal fine, occorre comprendere le percezioni dei clienti sul prodotto e
guidare le loro preferenze per individuare così anche i clienti potenziali, non soddisfatti
a sufficienza dai prodotti esistenti.
Rendere il prodotto poco sostituibile rispetto agli altri beni presenti sul mercato è
l’obiettivo della differenziazione dell’offerta. L’impresa può apportare modifiche ad
aspetti tangibili o intangibili del prodotto utilizzando alcune variabili del marketing mix
quali, ad esempio, la confezione, il colore, il prezzo, la modalità di distribuzione.
Tuttavia, queste modifiche e differenze devono risultare comunque coerenti rispetto alle
esigenze dei consumatori, devono essere effettivamente percepite dal cliente e devono
avere un valore in grado di motivare l’acquisto.
In base all’analisi della domanda e della concorrenza e attraverso i processi decisionali,
l’impresa giunge a definire la strategia di marketing scegliendo quali clienti soddisfare e
valutando l’offerta con cui affrontare i competitori. Le varie combinazioni permettono
di definire quattro differenti strategie. La strategia di marketing indifferenziato viene
attuata quando l’azienda presenta un’unica offerta a tutto il mercato che risulta
caratterizzato da esigenze relativamente uniformi dei consumatori. Il marketing
differenziato è proprio delle imprese che scelgono di operare in diversi segmenti di
mercato con prodotti differenti. La strategia di marketing concentrato prevede invece
che l’azienda debba rivolgersi a un preciso segmento di mercato con una sola offerta.
Infine, attraverso il marketing di nicchia, l’azienda sceglie di concentrarsi su un unico
segmento con un’offerta altamente differenziata (Kotler, 1993).
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1.1.5 Il marketing operativo
Il marketing operativo consiste nella combinazione delle quattro leve che costituiscono
il marketing mix, ossia il prodotto, il prezzo, la comunicazione e la distribuzione.
Individuare la combinazione di leve maggiormente corretta è uno dei compiti più
difficili della gestione commerciale. Infatti, non esiste una combinazione delle quattro
variabili valida in assoluto e le preferenze variano a seconda del settore, dell’impresa,
dei clienti, del livello di concorrenza. (Pivato et al., 2004).
Il prodotto, o servizio, è la prima delle leve del marketing mix e comprende tutto ciò
che l’impresa può offrire al mercato per soddisfare un bisogno o un desiderio espresso
dai consumatori. Il prodotto ha una funzione di base, riferita al bisogno primario o
generico del cliente, e delle funzioni supplementari, ossia quelle differenze in grado di
influenzare la scelta del consumatore. Per il successo dell’azienda è fondamentale che ci
sia un grado di accettazione elevato dei prodotti che vengono offerti e a tal proposito si
possono effettuare decisioni relative al miglioramento della qualità, alla
modernizzazione, alla definizione della confezione, alla politica della marca o dello
stile.
La seconda leva è rappresentata dal prezzo, definito come quantità di moneta ceduta
dall’acquirente al venditore in cambio di prodotti o servizi. I metodi per la
determinazione del prezzo possono essere basati sul livello dei costi, sulla reazione della
domanda e sul comportamento della concorrenza.
La comunicazione è la terza variabile del marketing mix e consente di raggiungere lo
scopo di connotare l’offerta dell’azienda in modo unico e particolare rispetto agli altri
concorrenti. La pubblicità, la promozione delle vendite, le pubbliche relazioni sono
alcune delle tecniche utilizzate per suscitare nel consumatore determinate risposte
comportamentali. Risposte, e quindi obiettivi, che costituiscono la conoscenza del
prodotto, la spinta all’acquisto, la creazione di una preferenza rispetto ad altri prodotti o
l’acquisizione della fedeltà alla marca.
L’ultima leva è la distribuzione che riguarda il modo in cui beni e servizi vengono resi
disponibili al consumatore. Occorre un’analisi di varie condizioni, ad esempio le
caratteristiche del prodotto o la modalità con cui il consumatore effettua l’acquisto. In
base a queste condizioni, l’azienda può scegliere una vendita estensiva, se ci si rivolge a
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tutti i rivenditori, selettiva, oppure esclusiva, qualora l’impresa dovesse distribuire il
prodotto tramite un unico intermediario (Pivato et al., 2004).
1.1.6 Brand Loyalty
I bisogni e desideri dei consumatori sono alla base della gestione commerciale ed il loro
soddisfacimento è fondamentale per la sopravvivenza di un’impresa. I bisogni, ad
esempio il cibo o la stima, sono provocati dallo stato di privazione rispetto a
un’esigenza di base e solitamente sono radicati nella natura e nella condizione umana. I
desideri, invece sono relativi alla modalità specifica di soddisfazione dei bisogni. Se i
primi sono pochi e limitati, i secondi sono potenzialmente infiniti, continuamente
influenzati e modificati dalle varie dinamiche sociali. Il consumatore sceglie i prodotti o
servizi che soddisfino nel modo migliore i propri desideri, di conseguenza il prodotto
dell’azienda si configura come modo in cui rispondere a un bisogno o desiderio del
cliente (Trevisani, 2002).
Il valore percepito prima dell’acquisto contribuisce a determinare il grado di aspettativa
che il consumatore ripone sul prodotto, invece il valore percepito a conclusione della
vendita e del consumo determina il grado di soddisfazione del cliente. Il successo
dell’impresa si basa pertanto sulla capacità di generare soddisfazione rispetto al valore
atteso, all’aspettativa da parte dei clienti.
La customer satisfaction, se reiterata nel tempo, favorisce la percezione di affidabilità
dell’impresa, la fiducia e la fedeltà dei clienti.
La fedeltà, la brand loyalty, è uno scopo irrinunciabile per la sopravvivenza
dell’impresa che, oltre che acquisire, deve conservare i clienti. A questo proposito può
essere ricordato un nuovo settore che è rappresentato dal marketing relazionale il cui
obiettivo è di stabilire, mantenere e sviluppare le relazioni con la clientela. La gestione
dell’immagine, la personalizzazione del rapporto con il consumatore e il considerare
sempre i problemi dei clienti sono alcune delle regole che, secondo la prospettiva del
marketing relazionale, sono determinanti per conquistare la fedeltà dei consumatori
(Della Valentina, 2003).