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Introduzione
In un’epoca investita dalla globalizzazione, dal progresso tecnologico e da
instabilità economica, il capitale umano assume un ruolo importante nel
raggiungimento degli obiettivi strategici.
Infatti, nelle aziende moderne, si riscontrano un‘organizzazione e una gestione
delle risorse umane del tutto differente alle antiche teorie tayloristiche e
motivazionali.
Le risorse umane diventano la chiave per il perseguimento della mission aziendale
e quindi per il raggiungimento di posizioni rilevanti nel mercato di riferimento.
In questo quadro, la figura del people manager ha il compito di gestire e orientare
le risorse umane affinchØ il loro operato sia allineato alle strategia d’impresa.
Le leve che il people manager può utilizzare per motivare i dipendenti sono molte
e sta a loro quali applicare e di conseguenza progettare dei sistemi di gestione del
personale allineati alla business strategy e alla people strategy.
In questa sede si analizzerà il sistema di compensation ponendo l’accento in
particolar modo sulla componente variabile della retribuzione.
La remunerazione delle persone, da sempre oggetto di dibattiti nella letteratura
manageriale, ha subito nel tempo numerose modifiche passando da una forma piø
tradizionale di retribuzione proporzionata alla quantità prodotta, il cottimo, alle
forme piø moderne in cui alla componente fissa è aggiunta una parte variabile.
Il sistema di compensation deve essere progettato in modo da motivare, attrarre e
trattenere le risorse umane che sono la fonte per il raggiungimento dei risultati
sperati.
Il compensation package deve essere realizzato in linea con le strategie di business
e le politiche di people manager: deve essere pensato in modo da incentivare il
comportamento organizzativo rispettando i valori delle persone e la cultura
organizzativa nonchØ l’ability to pay dell’impresa stessa.
Le componenti della retribuzione sono tre: la retribuzione fissa, la retribuzione
variabile e i benefits.
Una volta definitivo la posizione e la struttura retributiva, l’organizzazione deve
stabilire la dinamica retributiva che definisce le variazioni della remunerazione e
deve rispettare sia le politiche retributive che l’impresa adotta sia le norme della
contrattazione collettiva.
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La componente fissa del compensation package è data dall’intersezione di aspetti
normativi, accordi individuali o collettivi ed è proporzionale all’importanza del
ruolo ricoperto e al valore che il mercato assegna a quella determinata posizione.
La remunerazione fissa è un elemento molto delicato del sistema di compensation
perchØ è il risultato dell’intersezione di diversi ambiti come la motivazione del
personale, il senso di coerenza con gli altri sistemi di people management, il livello
di attrattività di risorse del mercato esterno e la compatibilità con l’ability to pay
dell’impresa.
Lo stesso ordinamento italiano da una definizione di retribuzione nell’art. 36 della
costituzione stabilendo che questa è una forma di remunerazione equa e
proporzionale alla mansione svolta; anche il codice civile all’art. 2099 afferma che
la retribuzione è l’elemento contrattuale del rapporto di lavoro tra organizzazione e
dipendente poichØ è corrisposta in funzione di una prestazione resa. In nessuna
norma è stabilito a quanto debba ammontare il quantum di una retribuzione ma è
sancito che questo debba essere proporzionale all’attività svolta e al ruolo
ricoperto ma anche sufficiente per vivere una vita dignitosa.
La retribuzione variabile a differenza di quella fissa è piø flessibile e si può
strutturare in base alle esigenze e ai bisogni che si vogliono soddisfare e inoltre è
possibile allinearla alle possibilità economico finanziarie dell’impresa.
Analizzando le forme di retribuzione variabile si può notare che ne esistono di
diverse forme e natura tuttavia è possibile classificarle in relazione al tempo in
incentivi di breve termine, che prendono come riferimento l’anno o una frazione di
esso, e incentivi di medio lungo termine, con una durata minima di due anni.
Tra i piani di breve periodo si possono individuare i bonus a progetto, il
Management by Objectives e il sistema di incentivazione commerciale.
Gli incentivi di medio lungo termine si basano su schemi narrow-based orientati ai
manager, e secondo una vasta letteratura possono essere distinti in monetari,
opzionari e azionari.
I LIT di natura monetaria prevedono l’erogazione di bonus cash alla scadenza se
sono stati raggiunti i risultati predefiniti.
Oltre alle forme cash si possono individuare i phantom stock plan e gli stock
appreciation rights, incentivi definiti ibridi perchØ prevedono il pagamento di una
somma legata a parametri azionari.
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Le stock options rappresentano gli incentivi di medio – lungo termine di natura
opzionaria che attribuiscono al manager la possibilità di acquistare o sottoscrivere
titoli rappresentativi del capitale di rischio della società, in un determinato periodo
di esercizio e ad un determinato prezzo di esercizio. L’attribuzione di azioni
dell’azienda rappresenta la tipologia di incentivo di medio – lungo termine di
natura azionaria.
A queste forme di incentivazione vengono affiancate le forme di partecipazione
finanziaria broad – based che prevedono l’erogazione di ricompense aggiuntive
alla basic pay in relazione agli utili e ai profitti dell’impresa, tra questi tipi di
incentivi possiamo individuare i profit sharing e i gain sharing, e le forme di
partecipazione azionaria dei lavoratori al capitale d’impresa.
La retribuzione sicuramente non rappresenta l’unica leva con cui motivare e
attrarre il personale tuttavia ricopre un ruolo fondamentale nella definizione dei
sistemi di gestione del personale in quanto identifica il compenso per la
prestazione svolta. Questo riconoscimento che può essere di natura monetaria o
meno, è il mezzo con cui poter condurre uno stile di vita dignitoso e poter
soddisfare tutti i bisogni personali e famigliari. Attraverso la retribuzione,
l’individuo ha anche la possibilità di dedicare del tempo alle proprie passioni ed è
per questo che si fa leva anche sul riconoscimento di una componente variabile in
quanto permette di ottenere un compenso aggiuntivo oltre a quello fisso con cui
poter soddisfare piø bisogni e per l’impresa rappresenta il modo per poter
raggiungere gli obiettivi e i risultati attesi anche in minor tempo incentivando i
lavoratori ad operare con passione e impiegando tutte le energie disponibili.
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CAPITOLO 1
La gestione delle risorse umane
L’evoluzione dello human resources management: una cornice storica dall’ OSL di
Taylor ai sistemi aperti.
Lo Human Resources Management è una funzione aziendale che si occupa delle
problematiche legate alla gestione del personale come la selezione e il
reclutamento, i sistemi di valutazione, i sistemi di compensazione, i conflitti
interni, la comunicazione e i benefici.
Frederick Winslow Taylor fu uno dei primi a fornire un contributo rivoluzionario
nell’idea di organizzazione di un’azienda.
Gli studi di Taylor partirono dall’osservazione delle fabbriche del suo tempo,
caratterizzate da un’elevata disorganizzazione dovuta a un cattivo utilizzo degli
operai e del loro lavoro poichØ non si conosceva il loro modo di lavorare nØ quanto
effettivamente producessero. I salari inoltre erano molto bassi e c’era uno
sfruttamento della manodopera a causa di una mancante legislazione che tutelasse
le donne e i minori, le due categorie piø presenti nelle fabbriche dato che non
erano necessarie competenze specifiche.
Le convinzioni di Taylor erano che l’organismo umano fosse assimilabile a quello
di una macchina, per cui bisognava cercare di ottimizzarne il comportamento, e
inoltre l’unico stimolo che avrebbe condotto l’uomo a sostenere ritmi di lavoro
intensi era la moneta.
In conformità con tali idee, l’ingegnere tedesco elaborò una teoria del tutto nuova
fondata sull’applicazione del metodo scientifico ai tempi e ai modi di lavoro. ¨
una rivoluzione culturale poichØ coinvolge tutti i livelli della gerarchia aziendale e
tutti i rapporti che intercorrono tra di essi. Infatti, “questa grande rivoluzione
mentale comporta che ambo le classi, dirigenti e operai, distolgano lo sguardo
dalla divisione del surplus, considerata la questione principale, e insieme si
concentrino per aumentare l’entità del surplus finchØ sarà così grande che non sarà
piø necessario litigare sul come debba essere diviso” [ Taylor, testimony before
the special house commitee, 1912, p.256].
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Questa nuova visione, secondo Taylor, avrebbe portato a un aumento della
produttività che conseguentemente portava a un ribasso dei costi di produzione e
quello che sarebbe stato risparmiato era distribuito tra i lavoratori così che la loro
retribuzione aumentasse e gli operai avrebbero avuto così la possibilità di
acquistare piø prodotti, quindi le imprese, dovendo produrre una maggior quantità
di beni, avrebbero assunto piø risorse umane e l’occupazione si sarebbe innalzata.
La rivoluzione culturale è intesa come un insieme di principi dell’organizzazione
che le imprese devono rispettare. Il primo principio è lo sviluppo della scienza: è
necessario uno studio scientifico del lavoro che sostituisse il vecchio procedimento
empirico; i dirigenti devono individuare la combinazione ottima dei due fattori,
metodo di lavoro – attrezzature, compresi i loro modi di utilizzo.
La selezione del personale prende in esame le competenze in funzione delle
mansioni da svolgere per garantire una selezione e un addestramento scientifico
del lavoro tale da ottenere la soluzione ottimale: “l’uomo giusto al posto giusto”.
Si procede poi alla reingegnerizzazione del processo produttivo, questo è diviso in
fasi principali che a loro volta saranno suddivise in attività e queste sono
ulteriormente scomposte fino a ottenere l’unità minima, il compito. Le parti
superflue, inutili o errate, sono eliminate e si cronometra il tempo di ciascun
compito in rapporto a forma, peso e frequenza d’uso degli attrezzi, e si descrive
così l’intero processo produttivo scegliendo i metodi piø veloci.
Nella fase di reingegnerizzazione c’è uno stacco tra il momento di progettazione
dei dirigenti e quello di esecuzione che spetta agli operai, questo avrebbe generato
un’opposizione da parte della manodopera piø qualificata che avrebbe rifiutato una
mera esecuzione manuale. Per fare in modo che ciò non accadesse, Taylor trovò la
soluzione in una politica retributiva a cottimo, diversa da quella tradizionale che
avrebbe comunque portato nel tempo a una scarsa qualità della produzione. Il
cottimo di Taylor prevedeva una retribuzione proporzionale non solo alla velocità
di produzione ma anche al rispetto delle norme previste dalla reingegnerizzazione.
Il secondo principio afferma che affinchØ l’organizzazione scientifica del lavoro
sia efficiente, è necessaria una collaborazione costante tra direttori e operai,
bringing togheter, perchØ lo sviluppo della scienza, la selezione scientifica e
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l’addestramento degli operai saranno persi finchØ qualcuno non lega insieme
scienza e lavoratore.
¨ proprio da questo che si ricava il terzo principio dell’ OSL, mettere insieme
manodopera e direzione, e il quarto, l’intima e costante collaborazione tra i diversi
gradini della piramide aziendale. Per mettere insieme il livello dell’alta direzione
con quello esecutivo è necessaria una divisione verticale del lavoro che attribuisce
ai decisori il potere di progettazione e controllo e agli operai il potere di applicare
il processo; il collegamento tra i due livelli dell’organizzazione è necessario per
cogliere eventuali problemi durante la produzione. L’intima e costante
collaborazione però è solo un mezzo per ottenere l’approvazione dai lavoratori che
sono coinvolti nelle fasi di studio e progettazione. L’unica leva motivazionale,
infatti, rimane il salario, la relazione verticale ha il solo scopo di mantenere un
certo equilibrio nei rapporti interni della società, elemento essenziale affinchØ
un’impresa duri nel tempo.
Il taylorismo fu applicato su vasta scala da Henry Ford quando nel 1908, attraverso
la catena di montaggio, produsse il suo famoso modello T, automobile che
conquistò il mercato grazie ai prezzi altamente competitivi. Questo innovativo
processo di produzione è caratterizzato da quattro elementi fondamentali:
I lavoratori non specializzati eseguono mere mansioni manuali mentre i compiti
direzionali sono svolti da persone con conoscenze specializzate;
Alta standardizzazione del lavoro e delle macchine disposte secondo un criterio
funzionale, cioè secondo l’ordine di produzione;
Le diverse parti del processo sono collegate tra loro da un nastro trasportatore che
permette una produzione piø veloce ed economica.
I lavoratori quindi dovevano interagire solo con la macchina divenendo un tutt’uno
con essa, non erano loro richieste competenze specifiche, ognuno doveva svolgere
la propria mansione secondo le norme e le procedure previste dall’organizzazione.
Mentre il taylorismo raggiungeva l’apice della sua applicazione allo stesso tempo
veniva criticato per lo stress e la fatica che procurava ai lavoratori.