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INTRODUZIONE
Prendendo avvio dalle nozioni di bilancio di esercizio, illustrando e descrivendo le sue
componenti principali, quali Stato Patrimoniale, Conto Economico e Nota Integrativa
secondo la normativa civilistica, oltre ad un breve cenno alla Relazione sulla gestione, la
tesi prosegue con l’analisi di bilancio per indici di tre imprese direttamente concorrenti
nel settore alimentare di produzione di patatine e snack:
- San Carlo S.p.A.
- Pata S.p.A.
- Amica Chips S.p.A.
L’analisi viene svolta su bilanci di 4 esercizi, a partire dall’anno 2002 fino al 2005, con
la finalità di studiare l’evoluzione dello “stato di salute” delle imprese nel tempo.
L’obiettivo principale, quindi, dopo la riclassificazione degli schemi di Stato
Patrimoniale e Conto Economico, è quello di effettuare una dettagliata analisi, attraverso
il calcolo degli indici di bilancio, al fine di esprimere un giudizio e commentare la
situazione patrimoniale, finanziaria e reddituale di ciascuna impresa.
In conclusione viene effettuata l’analisi di comparto, attraverso il confronto fra le tre
concorrenti per definire la posizione relativa di ognuna, individuandone i punti di forza e
debolezza.
Il lavoro si divide pertanto in 4 capitoli:
- il primo tratta degli aspetti teorici connessi al bilancio ed alla sua analisi;
- nel secondo si pone l’attenzione sul caso San Carlo S.p.A., che rappresenta l’oggetto
principale di studio;
- nel terzo si analizzano le situazioni economiche delle due principali concorrenti;
- nel quarto si presenta l’analisi di comparto.
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CAPITOLO 1
La composizione e l’analisi del bilancio d’esercizio
1.1 IL BILANCIO DI ESERCIZIO
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Aspetti introduttivi
Il bilancio d'esercizio è l'insieme dei documenti che un'impresa deve redigere
periodicamente, allo scopo di rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione
patrimoniale e finanziaria nonché il risultato economico della società.
Si compone di tre elementi:
lo Stato Patrimoniale
il Conto Economico
la Nota Integrativa
La redazione del bilancio ha due obiettivi: rispondere agli obblighi contabili e fiscali
previsti dal codice civile e mettere a disposizione di operatori esterni ed interni
all'impresa (fornitori, creditori, risparmiatori, analisti finanziari, Stato, soci, dipendenti)
informazioni sull'andamento dell'impresa.
Il bilancio può essere assoggettato o meno a revisione contabile.
La disciplina del bilancio è contenuta agli artt. 2423-2435 bis del codice civile.
Le norme in materia di bilancio (all'art. 2428 c.c.) prevedono che lo stesso sia corredato
da una relazione degli amministratori sulla situazione della società e sull'andamento della
gestione, nel suo complesso e nei vari settori in cui ha operato, anche attraverso imprese
controllate, con particolare riguardo ai costi, ai ricavi e agli investimenti.
Anche se non è parte integrante del bilancio, la relazione sulla gestione assolve ad una
funzione descrittiva ed esplicativa e completa le informazioni desunte dallo Stato
Patrimoniale (SP), dal Conto Economico (CE) e dalla Nota Integrativa (NI). In
particolare, la relazione sulla gestione illustra la situazione complessiva dell'azienda
(scenario economico, competitivo e ambientale in cui opera e con il quale interagisce;
compatibilità e coerenza dei programmi di gestione con il contesto esterno) e
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Simonato V., La gestione dell’impresa in partita doppia, parte sesta, Etas, Milano.
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l'andamento della gestione, sia passata che in corso, nel suo insieme e nei vari settori in
cui l'azienda ha operato; nonché l'andamento della redditività, gli aspetti finanziari e la
loro influenza sulla formazione del risultato economico dell'azienda, con riferimento alle
situazioni patrimoniali anche in relazione alle previsioni relative all'evoluzione della
gestione (analisi dei dati che riguardano i costi, i ricavi e gli investimenti).
Gli amministratori, infatti, devono delineare nella relazione le prospettive di sviluppo
della gestione sulla base dei valori di bilancio e attraverso piani e programmi di medio-
lungo e breve periodo.
In particolare, la relazione sulla gestione deve contenere indicazioni circa le attività
d'investimento in ricerca e sviluppo delle società; i rapporti con imprese collegate,
controllate e controllanti; il numero e il valore nominale delle azioni proprie, incluse
quelle alienate nel corso dell'esercizio; i fatti di rilievo avvenuti dopo la data di chiusura
del bilancio consolidato; l'evoluzione prevedibile della gestione.
Quindi, il bilancio d'esercizio non è soltanto un insieme di documenti da redigere
secondo gli obblighi di legge, ma è la fonte principale d'informazione dei dati economici,
patrimoniali e finanziari dell'impresa per tutte le classi di portatori di interesse: creditori,
dipendenti, clienti e fornitori, organi statali di controllo, fisco, pubblica amministrazione;
soggetto economico e/o management; azionisti di maggioranza e di minoranza.
È lo strumento fondamentale d'informazione per i terzi e per i soci al fine di giudicare
(almeno in prima approssimazione) la convenienza a mantenere il legame con l'azienda.
È anche un utile strumento di controllo di gestione per impostare, attraverso opportune
comparazioni ed analisi, un giudizio d'insieme sull'andamento della gestione svolta.
La costruzione del bilancio di esercizio
Durante l'esercizio tutte le operazioni di gestione vengono contabilizzate mediante
scritture in partita doppia, i cui valori confluiscono negli appositi conti.
Le operazioni vanno registrate nel libro giornale.
I sottoconti sono inseriti nel piano dei conti, che a sua volta può essere suddiviso in
diversi livelli di aggregazione/classificazione; ad esempio i sottoconti possono essere
raggruppati in sotto conti che, nell’insieme, formano il libro mastro.
Nel bilancio confluiranno tutti i saldi di ciascun conto dopo aver effettuato un apposito
inventario e le rettifiche di valore.
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Al termine del periodo amministrativo occorre redigere il bilancio di esercizio per
evidenziare la composizione del capitale d'impresa e determinare il reddito prodotto dalla
gestione.
1.2 - LO STATO PATRIMONIALE
Lo Stato Patrimoniale è il documento che definisce la situazione patrimoniale di una
società in un determinato momento. In esso vengono inseriti tra le attività, gli
investimenti e tra le passività, le fonti di finanziamento.
Schema dello Stato patrimoniale
Lo Stato patrimoniale ha la seguente forma (Art. 2424 c.c.):
Attività Passività
A. Crediti verso soci per versamenti ancora
dovuti, con separata indicazione della parte
già richiamata
B. Immobilizzazioni
I. Immobilizzazioni immateriali
1. costi di impianto e di
ampliamento;
2. costi di ricerca, di sviluppo e di
pubblicità;
3. diritti di brevetto industriale e
diritti di utilizzazione delle
opere dell'ingegno;
4. concessioni, licenze, marchi e
diritti simili;
5. avviamento;
6. immobilizzazioni in corso e
acconti;
7. altre.
II. Immobilizzazioni materiali:
1. terreni e fabbricati;
2. impianti e macchinario;
3. attrezzature industriali e
commerciali;
4. altri beni;
5. immobilizzazioni in corso e
acconti.
III. Immobilizzazioni finanziarie:
1. Partecipazioni in imprese;
2. Crediti verso imprese;
3. Altri titoli;
4. Azioni proprie.
C. Attivo circolante
A. Patrimonio netto:
I. Capitale.
II. Riserva da sovrapprezzo
delle azioni.
III. Riserva di rivalutazione.
IV. Riserva legale.
V. Riserva per azioni proprie
in portafoglio.
VI. Riserve statutarie.
VII. Altre riserve,
distintamente indicate.
VIII. Utili (perdite)
portati a nuovo.
IX. Utile (perdita)
dell'esercizio.
B. Fondi per rischi e oneri
1. per trattamento di
quiescenza e obblighi
simili;
2. per imposte, anche
differite;
3. altri.
B. Trattamento di fine rapporto di
lavoro subordinato
C. Debiti, con separata indicazione,
per ciascuna voce, degli importi
esigibili oltre l'esercizio
successivo:
1. obbligazioni;
2. obbligazioni convertibili;
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I. Rimanenze
1. materie prime, sussidiarie e di
consumo;
2. prodotti in corso di lavorazione
e semilavorati;
3. lavori in corso su ordinazione;
4. prodotti finiti e merci;
5. acconti.
II. Crediti
1. verso clienti;
2. verso imprese controllate;
3. verso imprese collegate;
4. verso controllanti;
4.biscrediti tributari;
4.terimposte anticipate;
5.verso altri.
III. Attività finanziarie che non
costituiscono immobilizzazioni
1. partecipazioni in imprese
controllate;
2. partecipazioni in imprese
collegate;
3. partecipazioni in imprese
controllanti;
4. altre partecipazioni;
5. azioni proprie, con indicazioni
anche del valore nominale
complessivo;
6. altri titoli.
IV. Disponibilità liquide:
1. depositi bancari e postali;
2. assegni;
3. danaro e valori in cassa;
D. Ratei e risconti, con separata indicazione del
disaggio su prestiti
TOTALE
3. debiti verso soci per
finanziamenti;
4. debiti verso banche;
5. debiti verso altri finanziatori;
6. acconti;
7. debiti verso fornitori;
8. debiti rappresentati da titoli di
credito;
9. debiti verso imprese
controllate;
10. debiti verso imprese collegate;
11. debiti verso controllanti;
12. debiti tributari;
13. debiti verso istituti di
previdenza e di sicurezza
sociale;
14. altri debiti.
D. Ratei e risconti, con separata
indicazione dell'aggio su prestiti
TOTALE
Struttura dell’attivo e del passivo
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Gli aggregati delle voci attive, risultanti nello schema, sono rispettivamente: A) Crediti
verso soci per versamenti ancora dovuti (con separata indicazione della parte già
richiamata), B) Immobilizzazioni, C) Attivo circolante, D) Ratei e risconti attivi.
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Palma A., Il bilancio di esercizio, capitolo IV, Giuffre editore, 2003.
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Il passivo dello Stato Patrimoniale è strutturato invece in cinque macroclassi: A)
Patrimonio netto, B) Fondi per rischi ed oneri, C) Trattamento di fine rapporto di lavoro
subordinato, D) Debiti (con l’obbligatoria indicazione per ciascuna voce che ne è parte
degli importi esigibili oltre l’esercizio successivo), E) Ratei e risconti passivi (con la
separata indicazione dell’aggio su prestiti).
Secondo le caratteristiche tecnico-economiche di partecipazione dei singoli elementi al
processo produttivo, si parla di attività fisse e di attività circolanti. Il medesimo criterio
può venire applicato anche alle passività. Si parla cosi di componenti del capitale fisso,
se gli stessi sono destinati a permanere nelle condizioni produttive per tempi anche
lunghi e superiori alla durata convenzionale di un periodo amministrativo. Si pensi ai
cosiddetti beni a fecondità ripetuta: macchine, impianti, immobili e, per quanto riguarda
le passività, ai finanziamenti a medio lungo termine. Appartengono al capitale circolante
i componenti dello stesso che non presentano tali caratteristiche: si pensi alle materie
prime, ai prodotti, alle attività e passività finanziarie a breve.
Più nello specifico, in base al criterio della destinazione economica che le attività
ricevono nello svolgimento dell’attività aziendale si distinguono le immobilizzazioni e le
disponibilità.
Sono immobilizzate le attività destinate alle coordinazioni produttive per un periodo non
breve e che non possono essere convenientemente distolte dalle coordinazioni stesse. I
beni destinati alla vendita o a rapido consumo appartengono, invece alla categoria delle
disponibilità.
Per le passività invece, vige il criterio del soggetto finanziatore.
Infine, il criterio finanziario accomuna sia gli elementi attivi sia i passivi del capitale. In
particolare per crediti e debiti è necessario indicare le quote liquidabili/esigibili entro ed
oltre i 12 mesi.
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1.3 - IL CONTO ECONOMICO
Nel sistema informativo costituito dalle diverse parti che compongono il bilancio
d’esercizio, un’importanza del tutto particolare va riconosciuta al Conto Economico.
E’ il documento di bilancio che, contrapponendo i costi ed i ricavi di competenza del
periodo amministrativo, illustra il risultato economico della gestione del periodo
considerato misurando, in questo modo, l'incremento o il decremento che il capitale netto
aziendale ha subito per effetto della gestione.
In particolare, il Conto Economico:
o individua tutti i fattori che hanno partecipato alla formazione del risultato
d'esercizio;
o permette d'individuare i risultati parziali di tutte le gestioni in cui può essere
scomposta l'unitaria gestione;
o permette di individuare, in via di prima approssimazione, le responsabilità di
ciascun dirigente (responsabili di funzione).
Con la IV Direttiva comunitaria venne consentita al legislatore nazionale l’opzione fra
quattro schemi di Conto Economico, con la classificazione delle voci di costo “per
natura” o “per destinazione” a sezioni divise oppure a forma scalare.
La commissione ministeriale per l’attuazione in Italia della disciplina comunitaria, come
sostenuto dalla dottrina più autorevole, ha optato per lo schema scalare con
classificazione “per natura”.
La forma scalare esalta il contenuto informativo del Conto Economico, consentendo di
apprezzare l’andamento della gestione nelle varie “aree” in cui la stessa gestione, può
essere scomposta. In particolare si può comprendere quanto del risultato finale sia da
attribuire alla gestione tipica; alle scelte finanziarie, enucleando proventi ed oneri
riferibili esclusivamente a tale area; quale ruolo sia svolto dai componenti di reddito di
carattere straordinario ed infine quanto pesi sul risultato finale l’imposizione tributaria.
La classificazione “per natura” gli garantisce maggiore omogeneità con la normativa
previdente e maggior semplicità di elaborazione. Infatti la classificazione “per
destinazione” richiede, per la scissione dei costi comuni alle varie aree, il supporto di un
sistema di contabilità analitica, del quale molte aziende non dispongono.
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Schema del Conto Economico
Lo schema di Conto Economico previsto dall’art. 2425 c.c. con le integrazioni portate
dal d.lgs. 17.01.2003 n.6 (in grassetto) è il seguente:
A. VALORE DELLA PRODUZIONE
1. Ricavi delle vendite e delle prestazioni
2. Variazione delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti
3. Variazione dei lavori in corso su ordinazione
4. Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni
5. Altri ricavi e proventi
TOTALE VALORE DELLA PRODUZIONE (A)
B. COSTI DELLA PRODUZIONE
6. Per materie prime, sussidiarie, di consumo e merci
7. Per servizi
8. Per godimento di beni di terzi
9. Per il personale
a) salari e stipendi
b) oneri sociali
c) trattamento di fine rapporto
d) trattamento di quiescenza e simili
e) altri costi
10. Ammortamenti e svalutazioni
a) ammortamento delle immobilizzazioni immateriali
b) ammortamento delle immobilizzazioni materiali
c) altre svalutazioni delle immobilizzazioni
d) svalutazioni dei crediti compresi nell'attivo circolante
11. Variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci
12. Accantonamenti per rischi
13. Altri accantonamenti
14. Oneri diversi di gestione
TOTALE COSTI DELLA PRODUZIONE (B)
DIFFERENZA TRA VALORI E COSTI DELLA PRODUZIONE (A-B)
C. PROVENTI E ONERI FINANZIARI
15. Proventi da partecipazioni
16. Altri proventi finanziari
a) da crediti iscritti nelle immobilizzazioni
b) da titoli iscritti nelle immobilizzazioni che non costituiscono partecipazioni
c) da titoli iscritti nell'attivo circolante che non costituiscono partecipazioni
d) proventi diversi dai precedenti
17. Interessi e altri oneri finanziari
17 bis. Utili e perdite su cambi
TOTALE C (15+16-17±17bis)