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Introduzione
Il mercato è una entità che si evolve in modo così rapido che risulta sempre
più complicato formulare delle previsioni attendibili sul suo andamento; le
condizioni di incertezza costituiscono il solo elemento costante di una realtà di
cui è difficile avere una esatta percezione sia qualitativa che quantitativa.
L’aspetto fondamentale di cui gli operatori economici si vanno ormai
convincendo è che il mercato è, e sempre più sarà, dominato dal consumatore
un soggetto che è da intendere non solo come colui che consuma “il prodotto”,
ma, in genere, come l’elemento che determina sia il contenuto dell’offerta che
le modalità con cui questa è veicolata.
Nel fare ciò, il consumatore manifesta bisogni molto specifici, cerca una qualità
elevata sia in ciò che acquista sia nella relazione che sviluppa con la sua
controparte. Per questo motivo si parla di un soggetto che si è evoluto da
consumer a prosumer (professional e consumer) e che premia chi è in grado
di conquistare la sua fiducia offrendo affidabilità, velocità, qualità e assistenza
a tutto campo.
In questo senso il mercato è quindi da considerarsi un network che coinvolge
diversi attori e dove diverse interazioni hanno luogo. Queste interazioni sono di
scambio e adattamento dei diversi attori tra loro, e se gli attori cambiano per
adeguarsi al cambiamento qualitativo dell’ambiente in cui si trovano ad
operare, essi non possono certo trascurare l’evoluzione quantitativa
dell’ambiente mercato e cioè la sua espansione a livello globale.
La crescita delle dimensioni di mercato, di tutti i mercati, da quelli di vendita a
quelli dei servizi intermedi fino a quelli di approvvigionamento, è già realtà per
alcuni settori dell’economia ed è punto di arrivo per tutti gli altri, non solo per
via delle decisioni politiche volte all’eliminazione dei vincoli che ostacolano la
libera circolazione di beni e servizi, ma, anche per via della situazione di fatto
che si è venuta a creare con l’avvento di Internet: la Rete delle reti è un
fenomeno in continua evoluzione qualitativa che prosegue la sua crescita,
anche se con un andamento discontinuo che non presenta certo quei caratteri
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di esponenzialità di cui tanto si è parlato; da un luogo dove circolavano
informazioni generiche tra una cerchia limitata di attori si è passati ad un
enorme piazza di mercato dove le barriere di tempo e di spazio si annullano e
sempre più individui interagiscono tra loro scambiandosi informazioni,
acquistando, offrendo beni e servizi ecc…
Bisogna così constatare che le potenzialità della Rete applicate al campo
economico sono enormi, soprattutto in riferimento al bacino di utenza che è
possibile raggiungere con la propria offerta di beni e servizi e alle varie forme
di commercio on-line implementabili. Utenza, che sta aumentando
costantemente grazie anche al rapido sviluppo tecnologico in ambito degli
strumenti di comunicazioni, quali pc desktop, pc portatili, mobile phone,
palmari, che ne ha permesso l’abbattimento dei prezzi, per una penetrazione
del mercato che oramai può definirsi propriamente di massa.
Per questi motivi il concetto di e-commerce (electronic commerce, dall’inglese)
negli ultimi anni è diventato sempre più una parola di uso comune, ma
contrariamente a quello che si è portati a pensare, tale concetto fatica a
trovare una definizione generale comune che trovi in accordo tutti gli
economisti; proprio a causa della sua complessità e multifaccialità questo
fenomeno ha addirittura una data di nascita incerta, che dipende strettamente
dalla definizione che viene considerata.
In questo senso, mi accingo a discernere tutte le possibili sfaccettature del
fenomeno, analizzandone le forme, le modalità di sviluppo e diffusione, i
modelli operativi….
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1.DATI STATISTICI RELATIVI ALLA RETE IN EUROPA
Date le grandi dimensioni e potenzialità del fenomeno Internet, è oggi
importante avere a disposizione elementi precisi sulla composizione socio-
demografica della sua utenza. Tali informazioni sono particolarmente
importanti per chi intende fare Commercio Elettronico.
Il parametro più idoneo per stimare la diffusione di Internet è il numero di host,
cioè il numero di macchine connesse alla Rete. Gli host possono essere dei
PC, palmari, telefonini, router, server e altri dispositivi contraddistinti da un
indirizzo di rete Internet assegnato univocamente dalle autorità competenti
nelle diverse zone del mondo. L’importanza del censimento degli host è
duplice: da un lato il loro numero indica “l’affollamento” della Rete, espresso in
numero di oggetti collegati ai quali si attribuisce una qualche funzione (server
Web, server di posta, router, client etc...), dall’altro rappresenta una quantità
oggettivamente misurabile fino alla singola unità. Il calcolo del numero di host
è un modo per stimare il numero di calcolatori, e dunque di persone, collegate
alla rete Internet, attraverso un metodo statistico. Le analisi sono basate sulle
statistiche pubblicate da Network Wizards.
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Questa è la crescita del numero di host internet europei dal 1990 al 2007.
1990 – 29.200
1991 – 129.700
1992 – 284.400
1993 – 553.400
1994 – 1.029.300
1995 – 2.206.400
1996 – 3.674.300
1997 – 5.790.000
1998 – 7.872.000
2000 – 15.804.000
2001 – 22.332.000
2002 – 27.241.000
2003 – 33.708.000
2004 – 53.965.000
2005 – 71.888.000
2006 – 87.606.000
2007 – 104.906.000 (primo semestre)
(Figura 1) Crescita dell’internet in Europa
(Figura 2) Indice di crescita del numero di host internet
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Host internet 1995-2006
1994 = 100
(Figura 3) Situazione dell’internet in Italia
Non è facile interpretare il significato di questa tendenza. La crescita
dell’internet in Europa ha avuto un andamento sostanzialmente uguale a
quella mondiale fino al 1998. Dal 1999 si rileva un andamento un po’ diverso.
Non si tratta di un “rallentamento” dell’Europa ma di una relativa accelerazione
nel resto del mondo. Finora questa differenza sembra essere dovuta
principalmente al predominio degli Stati Uniti, ma in parte si tratta di sviluppi in
altre parti del mondo (per esempio in alcuni paesi dell’Asia e dell’America
Latina).Si nota poi un cambiamento di tendenza, a partire dal 1999-2000, che
risulta evidente in questo grafico.
Prima di esaminare la situazione in Europa mi sembra opportuno aprire una
piccola parentesi che riguarda specificamente l’Italia. Questo grafico
rappresenta l’evoluzione del hostcount italiano rispetto al totale mondiale dal
1992 al 2006.
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Host internet italiani come % del totale mondiale
1992-2006
Per alcuni anni la crescita dell’internet in Italia ha avuto uno sviluppo analogo
alla media mondiale. Dopo una leggera crescita nel 1997, rimaneva quasi
costante la percentuale dell’Italia rispetto al totale (fra 0,8 e 0,9 %). A partire
dal secondo semestre del 1999 c’è stato un cambiamento rilevante – e sembra
che l’attività online in Italia continui a crescere più velocemente della media.
Come già osservato, i dati del 2002-2005 indicavano una crescita così
accelerata che è opportuno avere qualche dubbio – ma dalle conferme ripetute
in vari periodi risulta che la posizione dell’Italia è significativamente migliorata.
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1.1La situazione italiana nello specifico
Nonostante la presenza di molte stime che è possibile definire imprecise e
sovrastimanti nella maggior parte dei casi, sembra credibile ritenere che il
numero di persone on line in Italia si possa collocare (secondo diversi criteri di
frequenza d’uso) fra i 14 e i 18 milioni. Con una tendenza a crescere che da
parecchi anni, e in particolare dal 1998, è continua nel tempo ma dal 2001 è
meno veloce. L’analisi per categorie demografiche dimostra che, rispetto a
cinque o sei anni fa, la situazione è sostanzialmente cambiata. L’internet in
Italia non è ancora “per tutti”, ma non è più “per pochi” – e c’è una tendenza
talvolta discontinua, ma solida e durevole, a un uso sempre più diffuso della
rete.
L’evoluzione non è costante né omogenea. Per esempio nel 2001 (non solo in
Italia) c’è stato un rallentamento – nel 2002-2003 si sono rilevati periodi di
stasi, o anche di diminuzione, dei collegamenti alla rete, che non sono sempre
riconducibili alle abituali oscillazioni stagionali. Sembra che dalla seconda
metà del 2003 ci sia una nuova fase di crescita, meno veloce (in proporzione)
che nel 1998-2000, ma con una tendenza di sviluppo più forte di qualsiasi altro
strumento di informazione e comunicazione.
Le analisi di Eurisko sembrano particolarmente rilevanti, anche perché
permettono un confronto diretto con i dati della stessa fonte.
Secondo i dati rilevati da questo istituto nel 2007 il numero totale di persone
che accedono alla rete in Italia, anche occasionalmente, sarebbe salito a circa
18 milioni, che si riducono a meno di 17 se si escludono gli accessi in
situazioni esterne, come corsi di formazione, presso amici, in biblioteca o “bar”
– e a un po’ più di 13 se si considerano le persone che dicono di collegarsi
“almeno una volta alla settimana”.
Indicazioni analoghe risultano da altre fonti. Per esempio secondo una ricerca
del Censis nel 2005 il 36 % degli italiani dai 14 anni in su diceva di usare
l’internet e il 20 % di farlo “almeno due o tre volte alla settimana” – con un
notevole aumento rispetto a 20 % in totale e 12 % uso “abituale” nel 2001.
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Secondo dati più recenti della stessa fonte (2006 – rilevati con una
metodologia diversa) gli italiani che usano la rete sono, in totale, il 40 % della
popolazione – quelli che la usano “almeno tre o quattro volte alla settimana”
sono il 28 %, “tutti i giorni” il 22 %.
Se lo sviluppo nei prossimi anni continuasse con l’andamento attuale, il totale
di persone in Italia che usano “anche occasionalmente” la rete supererebbe i
20 milioni entro due anni e in cinque anni arriverebbe a 30 milioni. Ogni
previsione, ovviamente, è azzardata, perché l’evoluzione può cambiare –
secondo gli sviluppi delle risorse disponibili e dei modi di utilizzo.
I fattori in gioco sono molti e complessi. Potrebbero esserci nuovi e
imprevedibili rallentamenti – mentre un “salto di qualità” nei contenuti e dei
servizi, e la diffusione di una più seria e concreta cultura della rete, potrebbero
innescare sviluppi capaci di andare molto oltre le dimensioni oggi prevedibili.
Comunque, una cosa è chiara: l’andamento dell’internet in generale, e
particolarmente nei paesi più evoluti, indica che siamo lontani da un’ipotetica
“soglia di saturazione”.
Intanto la crescita continua, anche se ha avuto alcune fasi di rallentamento,
come vediamo in questo grafico che riassume l’evoluzione, su base
semestrale, dal 1997 al 2007.