VI
mondo in continuo cambiamento, che sfuggiva ad ogni tentativo
interpretativo e di controllo. Crisi di identità e di coscienza furono
scatenate dallo scoppio delle due guerre mondiali che si
susseguirono una dopo l’altra. Thomas scelse la poesia come
strumento di indagine e come mezzo per cercare di padroneggiare
una così problematica e contraddittoria realtà, traendone, se
possibile, certezze esistenziali.
Se non è stato difficile reperire opere critiche, bibliografie e
biografie di Dylan Thomas, ho incontrato la principale difficoltà nel
trovare saggi critici che ne dessero un’interpretazione chiara ed
esauriente. Più ne esaminavo, più mi rendevo conto dell’enorme
complessità dei contenuti e delle strutture formali elaborate dal
poeta. Molti studi che ho considerato risalgono, inoltre, agli anni
sessanta e oggi risultano piuttosto antiquati; il decennio posteriore
alla morte dell’autore (9 novembre 1953) è stato caratterizzato da
una vera e propria fioritura di tentativi di interpretazione della sua
opera, ma nessuno mi è sembrato esaustivo e veramente
chiarificatore.
Del resto, nel corso della sua vita, neppure Thomas ha mai
dato spiegazioni delle sue poesie; anche quando si recò negli Stati
Uniti a tenere lezioni e conferenze, i suoi interventi consistettero
soprattutto nella lettura delle sue poesie. A chi gli rivolgeva
domande, egli rispondeva in modo elusivo, contribuendo, così, a far
aumentare l’alone di mistero attorno a lui, e l’interesse per una
poesia complessa e, a prima vista, oscura; una poesia che sembrava
difficilmente riconducibile ad una interpretazione univoca.
Risale al 1985 la pubblicazione delle Collected Letters , la
quale ha riacceso l’interesse e i dibattiti, mai definitivamente
VII
conclusi, sul suo corpus poetico
1
. E’ proprio dalle numerose lettere
scritte nel corso di tutta la sua vita che sono partita per chiarirmi le
idee su che genere di persona egli fosse e che tipo di vita avesse
condotto. Mi sono soffermata anche su alcune biografie e in
particolare su quelle scritte dalla moglie, Caitlin. Sono emersi
particolari comportamenti nei rapporti che il poeta instaurò con le
donne, degni di un’analisi non solo psicanalitica, ma addirittura
psichiatrica. La mia attenzione si è allora focalizzata sul modo in
cui Thomas presenta la donna e l’universo femminile in genere nei
suoi testi.
L’indagine del suo corpus poetico mi ha permesso di
rilevare temi e immagini che ossessivamente ritornano e che
connotano il femminile come uno dei nodi tematici centrali della
sua poesia. Dopo aver isolato immagini e simboli ricorrenti, ho
cercato di interpretarli singolarmente in tutte le poesie dove
compaiono, e ho tentato l’elaborazione di conclusioni che potessero
essere esaustive per tutti i testi.
E’ emersa una concezione primitiva del femminile,
avvicinabile a quella degli antichi culti di fertilità. Il poeta risulta
ossessionato dallo strapotere creativo e distruttivo di una natura che
concepisce come femminea, che fa delle donne i suoi emissari
terreni. Attraverso il potente mezzo della sua poesia egli sembra
tentare di controllare un tale strapotere, imbrigliandolo nella forma
studiata e perfetta dei suoi componimenti. Come artista creatore si
paragona alla natura, eterna creatrice e distruttrice di vita, tentando
non solo di eguagliarne il potere, ma di sottometterla attraverso quel
superamento dei limiti umani che solo l’eternità dell’arte può
garantire all’uomo.
1
Dylan Thomas, The Collected Letters, edited by Paul Ferris, Dent & Sons, London, 1985.
VIII
Ho scelto come titolo l’espressione “Codice della Notte”
perché è stato Thomas stesso ad usarla per definire la sua poesia:
“the code of night tapped on my tongue”
2
; è una poesia che tenta di
rappresentare tutta la violenza della natura ctonia, che non nasconde
l’oscura pericolosità delle leggi di natura, ma che, anzi, dimostra lo
sforzo intellettuale del poeta di comprenderla ed affrontarla, allo
scopo di affrontare le sue più profonde paure e insicurezze e
riuscire a superarle definitivamente. In questo modo la poesia
diviene l’unica certezza di Thomas, l’unica ancora di salvezza cui è
possibile appigliarsi per non sprofondare, sia fisicamente che
psicologicamente, nel vorticoso turbine della moderna,
contraddittoria realtà del ventesimo secolo.
2
v. 41 della poesia From Love’s First Fever.
1
CAP. I: “I’m man’s reply to every question,
His aim and destination”
2
Dylan Marlais Thomas, il poeta e prosatore gallese
precocemente scomparso all’età di trentanove anni il 9 novembre
1953 a New York, era nato a Swansea ( cittadina del Galles sud-
occidentale ) il 27 ottobre 1914.
Sono già state scritte numerose biografie che descrivono
puntigliosamente la sua vita, se si considerano oltre a quelle
ufficiali
1
, anche quelle non riconosciute come tali; perciò quello che
ci proponiamo di fare è presentare solo un excursus sulla sua vita,
evidenziandone i momenti, le vicende e le persone che più la hanno
influenzata e hanno determinato quelli che riteniamo essere i tratti
caratteristici della sua poesia.
Dylan Thomas inizia prestissimo a scrivere; consapevole
della sua vocazione poetica, si dedica prima ad esercizi stilistici di
imitazione di altri poeti, poi a componimenti originali veri e propri.
La sua prima poesia viene pubblicata nel giornalino scolastico della
Swansea Grammar School nel dicembre del 1925: quando lui aveva
appena undici anni
2
. Nel gennaio 1927 pubblica sul Western Mail
(quotidiano di Cardiff distribuito in tutto il Galles ), ricevendone
una piccola ricompensa in denaro, la sua seconda poesia, ma negli
anni successivi si scoprì che l’aveva copiata
3
. Questo fatto dimostra
quanto il giovane Thomas desiderasse diventare un poeta, pur
essendo ancora insicuro del proprio talento.
Tra il 1930 e il 1934 compila i quattro taccuini che saranno
la sua più grande riserva di versi negli anni successivi
4
. Questi
quaderni contengono esercizi di versificazione e poesie complete, e
1
Constantine Fitzgibbon, The Life of Dylan Thomas, Dent & Sons, London, 1965.
John Malcolm Brinnin, Dylan Thomas in America, Little Brown & Co., Boston (Mass.), 1955.
2
Song of the Mischievous Dog.
3
The Watchers.
4
Dylan Thomas, The Notebook Poems 1930-1934, edited by Ralph Maud, Dent & Sons, Everyman’s
Library, London, 1989; (I ed. 1967).
3
sono una dettagliata testimonianza di quanto Thomas lavorasse alla
stesura non solo di ogni verso, ma anche alla scelta delle singole
parole. Raramente le poesie che pubblicò in raccolte a partire dal
1934, sono identiche a quelle contenute nei taccuini, anche se
derivano chiaramente da esse; ogni componimento veniva
ripetutamente corretto e modificato in ogni sua parte, prima che la
versione definitiva, da dare alla stampa, venisse alla luce. Lo stesso
Thomas dichiara ripetutamente, nelle sue lettere agli amici, di
essere un poeta meticoloso, e di faticare immensamente per riuscire
a partorire anche un solo verso completo: « I write at the speed of
two lines an hour. I have written hundreds of poems, & each one
has taken me a great many painful, brain-racking & sweaty
hours»
5
. Oltre a descrivere le difficoltà del comporre versi, Dylan
Thomas ha però anche celebrato se stesso e le sue capacità, forse
così tanto come mai nessun altro poeta, tanto che si può parlare, per
certe sue poesie, di morbosa autocelebrazione.
Fin dall’adolescenza voleva essere un poeta a tutti i costi,
voleva dedicare la sua esistenza alla piena realizzazione della sua
vocazione poetica. Probabilmente l’interesse per la letteratura gli
venne trasmesso dal padre David John Thomas, figura centrale nella
vita del poeta. Insegnante di inglese alla Swansea Grammar School,
era un appassionato studioso di letteratura e la sua fornitissima
biblioteca offrì un’enorme quantità di materiale alle letture del
figlio, la cui formazione artistica può dirsi interamente da
autodidatta. « Our books are divided into two sections, Dad’s and
mine. Dad has a room full of all the accepted stuff, from Chaucer to
Henry James, all the encyclopedias and books of reference, all
5
Lettera a Pamela Hansford Johnson, 11 novembre 1933, in Dylan Thomas, The Collected Letters,
edited by Paul Ferris, Dent, & Sons, London, 1985, p.51.
4
Saintsbury, and innumerable books on the theory of literature. His
library contains nearly everything that a respectable highbrow
library should contain. My books, on the other hand, are nearly all
poetry, and mostly modern at that. I have the collected poems of
Manley Hopkins, Stephen Crane, Yeats, de la Mare, Osbert Sitwell,
Wilfred Owen, W.H. Auden, & T.S. Eliot; volumes of poetry by
Aldous Huxley, Sacheverell & Edith Sitwell, Edna St.Vincent
Millay, D.H. Lawrence, Humbert Wolfe, Sassoon, and Harold
Monro, most of the ghastly Best Poems of the Year;[…] a volume of
Cambridge Poetry & Oxford Undergraduate Poetry; most of
Lawrence, most of Joyce, with the exception of Ulysses, all Gilbert
Murray’s Greek translations, some Shaw, a little Virginia Woolf, &
some E.M. Forster. This is inadequate, really, but, added to Dad’s,
it makes a really comprehensive selection of literature »
6
.
Dylan Thomas abbandonò la scuola nel 1931, per potersi
dedicare esclusivamente alla poesia; riteneva infatti inutile dover
studiare anche materie che non lo interessavano affatto.
Il padre amava leggere a voce alta, soprattutto Shakespeare;
trasmise al figlio la passione per questo tipo di lettura con
interpretazione simultanea, tanto che, una volta divenuto famoso,
Dylan leggeva in pubblico le sue poesie, affascinando gli
ascoltatori. « Apparently, to hear D.J. interpreting Shakespeare was
one of the great experiences at Swansea Grammar School because
he had a quite magnificent vocal range, quite as good as Dylan’s,
if not better »
7
.
D.J. Thomas fu la prima figura di intellettuale attivo con cui
il giovane Dylan venne in contatto, per questo lo ebbe sempre a
6
Lettera a Pamela Hansford Johnson, 25 dicembre 1933, Letters, p.76.
7
Caitlin Thomas with George Tremlett, Caitlin: Life with Dylan Thomas, Henry Holt & Co., New
York, 1987, p.49.
5
modello, anche se i rapporti con lui non furono mai così affettuosi
come con la madre. Egli era una figura forte e autoritaria in
famiglia, dal carattere orgoglioso, a volte anche irruente nelle sue
discussioni con la moglie. « My father was a schoolmaster: a
broader-minded man I have never known »
8
.
Avrebbe voluto essere un uomo di lettere di successo e un
gentiluomo, da giovane aveva avuto aspirazioni letterarie
bruscamente deluse, poi si rassegnò all’esercizio dell’insegnamento,
rimanendo per tutta la vita un uomo profondamente deluso, chiuso
nella sua solitudine e nella sua rabbiosa dignità. « D.J. Thomas was
an obscure man, the most unhappy man I have ever met, and it
showed in his face. He was unhappy with his life. It was exactly the
kind of life that he have hoped not to have, and by the end he could
feel himself sinking back into the very existence that he had sought
to escape. He practically never opened his mouth, and he was also
maddened by Granny Thomas »
9
. « Dylan’s father hardly ever
talked to Granny Thomas because he considered she knew nothing
whatsoever about literature or anything intellectual. There was no
exchange of ideas, and very little mental contact between them»
10
.
Desiderava che il figlio frequentasse l’università, per
poterne essere orgoglioso e per farne una copia più riuscita di se
stesso, ma non ostacolò mai in nessun modo le sue intenzioni di
dedicarsi esclusivamente allo scrivere versi, probabilmente fiero del
suo successo.
Florence Williams, la madre di Dylan, proveniva da una
famiglia di agricoltori, era una persona molto semplice e non fu mai
una brava amministratrice domestica: motivo, questo, di frequenti
8
Lettera a P.H.Johnson, inizio novembre 1933, Letters, p.43.
9
Caitlin, p.44.
10
ibidem, p.47.
6
diverbi col marito. Fu una madre molto affettuosa, riempiva di
coccole il figlio, che aveva una salute cagionevole fin dall’infanzia.
Dylan era un bambino grazioso, dai lineamenti angelici, e fu sempre
il prediletto della famiglia; aveva una sorella maggiore, con la quale
i rapporti non furono mai confidenziali
11
. Se nel padre egli vedeva
la figura dell’intellettuale da imitare, la madre fu sempre per lui un
appoggio costante, anche se, soprattutto durante l’adolescenza, di
lei detestava la semplicità e la scarsa cultura. « My mother came
from the agricultural dephts of Carmartenshire: a petter woman I
have never known »
12
.
Dylan Thomas fu sempre particolarmente legato alle
consuetudini cui la madre lo aveva abituato: non solo gli permetteva
di rimanere fino a tardi a letto, ma ogni giorno gli serviva anche la
colazione e gli preparava in camera la biancheria e gli abiti da
indossare, oltre a riscaldargli il bagno. Una volta divenuto adulto, la
sua abilità nell’ottenere attenzioni e comprensione, sia dalla moglie
che dagli amici, era prodigiosa. Uno dei suoi innocui piaceri era
ricevere a letto pane dolce e latte quando era malato e ogni volta
che non si sentiva bene, o dopo una sbornia, e gradiva che la moglie
glielo preparasse rigorosamente tagliato a cubetti come faceva sua
madre; questo fatto è ricordato sia da Caitlin Thomas nei suoi
scritti, sia nella biografia curata da Paul Ferris
13
. Quando da
giovanissimo si chiudeva nella sua camera a scrivere, aveva sempre
a disposizione le golosità preparategli dalla madre, ossessionata
dalla salute malferma del figlio, e, da adulto, riusciva a scrivere solo
se chiuso in una stanza isolata, con cibo e bevande a disposizione.
11
Nancy Thomas
12
Lettera a P.H.Johnson, inizio novembre 1933, Letters, p. 43.
13
Paul Ferris, Dylan Thomas, a Biography, New York Dial Press, New York, 1977.
7
Forse proprio le eccessive attenzioni materne provocarono
il senso di inadeguatezza e di vergogna per il proprio corpo che
Thomas provava nel proporsi agli altri, soprattutto alle donne. La
fase nutritiva è la prima fase sessuale del bambino e, se perpetuata
troppo oltre, può causare timori riguardo alla salute del proprio
corpo, e successivamente, anche la perdita di fiducia nella propria
potenza sessuale.
Il giovane poeta sentiva l’impellente bisogno di esprimersi
in versi e di cercare, attraverso essi, risposte esistenziali e sicurezza.
Dichiara ripetutamente nelle lettere questa esigenza: ad esempio,
«To hell with everything except the inner necessity for expression,&
the medium of expression, with everything except the great need of
forever striving after this mistery and meaning I moan about. There
is only one object: the removing of veils from your soul & scabs
from your body. Reaching a self freedom is the only object »
14
.
Egli aveva riposto ogni fiducia nella poesia, attraverso la
quale cercava se stesso, cercava di capire l’esistenza e di acquisire
consapevolezza e sicurezza di sé. « I put my faith in poetry, and too
many poets deny it »
15
.
Dall’agosto del 1931, dopo aver abbandonato la scuola,
Dylan Thomas fu impiegato dapprima come correttore di bozze, poi
come apprendista reporter nel South Wales Daily Post, un piccolo
quotidiano di Swansea. Vi lavorò fino al dicembre 1932, quando
decise di dedicarsi esclusivamente alla poesia. L’attività di reporter
non lo interessava, preferiva scrivere articoli di critica letteraria,
che, nello stesso periodo, venivano pubblicati su un altro giornale
locale, l’Herald of Wales.
14
Lettera a Trevor Hughes, maggio 1933, Letters, p. 17.
15
Lettera a P.H.Johnson, metà settembre 1933, Letters, p.21.
8
Dal 1930 al 1934, tentò anche di avviarsi alla carriera di
attore, unendosi alla compagnia che si esibiva allo Swansea Little
Theatre, ma la sua, più che una vera e propria passione, era un
tentativo di guadagnare un po’ di denaro senza togliere troppo
tempo allo scrivere versi.
Il 18 maggio 1933 viene pubblicata la sua prima poesia
16
su
una rivista londinese: The New English Weekly, era la prima volta
che il poeta riusciva a fare uscire i suoi versi dal provincialismo
gallese. Nell’ agosto dello stesso anno si reca per la prima volta a
Londra.
Più gli anni passavano e maggiore diventava la sua
insofferenza verso quella piccola cittadina di provincia; fuggire da
Swansea verso la capitale significava sfuggire alle eccessive cure di
una madre incolta, per affermare se stesso come persona e come
poeta. « It’s impossible for me to tell you how much I want to get
out of it all, out of narrowness and dirtiness, out of the eternal
ugliness of the Welsh people, and all that belongs to them, out of
the pettiness of a mother I don’t care for and the giggling batch of
relatives. What are you doing. I’m writing. Writing? You’re always
writing. What do you know? You’re too young to write »
17
.
Dylan sente il desiderio impellente di affrontare il mondo e
nel corso del 1934 si stabilisce definitivamente a Londra. Qui inizia
la sua vita bohemièn, caratterizzata da quel comportamento teatrale
e molto vistoso che diventerà una cifra del suo personaggio
pubblico. Amava trascorrere serate intere, e molte ore anche
durante il giorno, nei pubs a bere birra e a chiacchierare con tutti di
qualsiasi argomento, meglio se intellettuale, abitudine, questa,
16
And Death shall have no Dominion.
17
Lettera a P.H. Johnson, fine ottobre 1933, Letters, p. 30.
9
acquisita e consolidata già a Swansea. Iniziare a bere molto giovani
è una sorta di tradizione tipica della sua terra d’origine, ma lui
esagerava molto, tanto che questo vizio sembra essere, fin
dall’adolescenza, funzionale a superare la propria insicurezza. Nei
pubs voleva essere sempre al centro dell’attenzione e faceva di tutto
per circondarsi di gente.
A Londra conobbe numerosi nuovi amici, intellettuali e
non, anche se quelli più intimi rimasero per tutta la sua vita gli
amici di Swansea e del Galles in genere: Daniel Jones, Vernon
Watkins, Trevor Hughes, Bert Trick, per ricordarne alcuni.
Accomunati da una caratteristica importante: erano tutti più anziani
di lui, tutti ricalcavano lo stereotipo della figura paterna
dell’intellettuale.
La vita londinese fu per Thomas anche occasione per
incontrare ragazze, ma il trasferimento nella capitale fu una delle
cause della fine della sua relazione con Pamela Hansford Johnson.
L’aveva conosciuta per via epistolare, scrivendole dopo la
pubblicazione di alcune sue poesie nel “Poet’s Corner”: rubrica del
Sunday Referee. La loro corrispondenza, iniziata nel settembre 1933
e continuata fino alla primavera del 1935, fu così intensa che le
lettere che ne restano possono essere consultate come una vera e
propria autobiografia scritta dal poeta stesso, a causa delle
innumerevoli informazioni che egli da’ su di se’, sulle sue idee e sul
suo modo di fare poesia. La simpatia intellettuale per Pamela si
trasformò in un vero e proprio sentimento amoroso. Era di due anni
più anziana di lui, e anche dopo molto tempo che si erano
conosciuti e frequentati, non ebbero mai rapporti sessuali,
nonostante gli insistenti tentativi del giovane di convincere la
ritrosa innamorata. « In the ebullience of my youth and the limitless
10
dephts of my greenaged immodesty, I confess to having opinions on
everything under the sun. […] The medieval laws of this corrupted
emisphere have dictated a more or less compulsory virginity during
the period of life when virginity should be regarded as a crime
against the dictates of the body. During the period of adolescence,
when the blood and seed of the growing flesh need, for the first time
and more than ever again, communion and contact with the blood
and seed of another flesh, sexual relationships are looked upon as
beeing unnecessary and unclean. The body must be kept intact for
marriage, which is rarely possible before the age of twenty; the
physical expression of sex must be caged up for six or more years
until, for the price of a ring, a licence, and a few hampering words,
opportunity is presented with all the ceremony of a phallic religion.
[…] From the first months of puberty, girls & boys should be
allowed to know their bodies. More than that, their sexual
expression should be encouraged. […] But their domestic closeness
and their sleeping together would blend the two individual lives in
one, & would keep both brains & bodies perpetually clean »
18
.
Furono probabilmente proprio le difficoltà ad iniziare un rapporto
anche fisico tra i due giovani, la causa principale della loro
separazione.
Particolarmente interessante nella precocità poetica di
Thomas è il fatto che lui inizi a scrivere versi più o meno nel
periodo della pubertà ( ha quindici anni quando si dedica al primo
taccuino ): un punto di svolta nella vita di ogni ragazzo. Questo
fatto risulta essere ancora più determinante nella scelta dei
contenuti della sua poesia.
18
Lettera a P.H.J., inizio dicembre 1933, Letters, p. 59.
11
La sua indagine esistenziale parte dal paesaggio naturale in
cui vive e dagli impulsi che sente dentro di sè. Osservando
l’ambiente e gli esseri viventi, acquisisce consapevolezza del ciclo
di creazione-distruzione della natura, della funzione generativo-
creativa del sesso, e scopre lo strapotere del principio femminile. Di
conseguenza è morbosamente attratto verso le donne, ma allo stesso
tempo le teme, si sente insicuro, indifeso e inadeguato, piccolo, di
fronte a tanta maestosità di forme e ad un potere così grande: il
potere di generare e far crescere la vita dentro di sé. « La donna-
madre è il primo mondo del bambino e l’ultimo dell’adulto »
19
. Il
femmineo, la Grande Madre Natura, il ciclo vitale e il sesso sono
tematiche centrali di tutta la poesia thomasiana.
Citiamo qui solo un brevissimo esempio, tratto dalla
seconda stanza di Especially when the October Wind, poesia
contenuta nella prima raccolta di versi di Thomas
20
:
Shut, too, in a tower of words, I mark
On the horizon walking like the trees
The wordy shapes of women, and the rows
Of the star-gestured children in the park
21
.
L’io poetico si presenta come costretto, quasi imprigionato «in a
tower of words»; ossessionato dalle parole, deve scegliere le più
adeguate per riuscire a scrivere, a delineare «on the horizon» (una
sorta di gesto sacro), «the wordy shapes of women», e cioè le
rotondeggianti forme femminee della natura che egli vuole
descrivere. L’io poetico può farlo, proprio perché poeta, in grado di
ascoltare e riferire quanto il paesaggio circostante ha da dire.
19
Carl Gustav Jung, L’Archetipo della Madre, Biblioteca Boringhieri, Torino, 1981.
20
18 Poems
21
vv. 9-12: «Chiuso anch’io, in una torre di parole, segno\ Sull’orizzonte camminando come gli
alberi\ Le verbose forme di donne, e le file\ Dei fanciulli che compiono gesti stellari nel parco»;
traduzione di Roberto Sanesi in Poesie di Dylan Thomas, Guanda, Parma, 1962, p. 47.