7
angolo della società è comune a molti. La costante presenza di questo tema nella vita di
tutti i giorni ha così portato anche i meno esperti a sentirsi in dovere di esprimere
giudizi, dare il proprio parere e prendere posizione su ciò che è percepito innanzitutto
come un problema sociale (il drogato, oltre a sé stesso, danneggia gli „altri‟ sembra
infatti essere l‟opinione dominante). La complessità del fenomeno, nascosta da
un‟apparente superficialità e molta disinformazione, viene così ritenuta „adeguatamente
compresa‟ da tutti (adulti e giovani, drogati e non) ed ognuno è così portato a credere
nell‟infallibilità della propria opinione.
Accade però che quando una persona estranea alla realtà della droga vi si ritrova
improvvisamente dentro (per esperienza diretta, di un famigliare, un amico o per motivi
di studio o di lavoro ecc.) ecco allora che vengono alla luce molte verità delle quali
prima ignorava l‟esistenza.
Capita così che questi si chieda da dove provenissero le sue precedenti convinzioni, idee
e credenze, per scoprire poi che gran parte del proprio bagaglio culturale ha avuto
origine dai media che, avvicinando un mondo a lui ignoto, gli hanno fatto conoscere
solo determinati aspetti (funzionali ai propri canali) escludendogliene altri e creando
così in lui una inconsapevole limitata visione del fenomeno.
I telegiornali hanno escluso le storie semplici, quotidiane, per dare risalto a casi
sensazionalistici (avviene così che molte persone credano che ogni overdose provochi la
morte del soggetto solo perché alla tv si sarà data notizia unicamente delle persone
decedute per overdose e non di quelle che magari dopo un‟overdose sono tornate a
mangiarsi la pizza o, più semplicemente, non sono nemmeno andate in pronto
soccorso), i giornali avranno (prevalentemente) privilegiato i dati statistici e le interviste
a esperti (proponendo così un quadro „medio‟ del fenomeno), altri tipi di riviste avranno
riportato invece solo notizie di gossip (dalla quali sembra che „solo i ricchi e i famosi si
drogano‟ mentre la gente normale o „non se lo può permettere‟ o „è moralmente
superiore‟) ecc.
La nostra ricerca origina perciò dalla volontà di scoprire qual è l‟immaginario sul
fenomeno della droga e delle tossicodipendenze che ha invece prodotto un altro
importante mezzo di comunicazione come è quello cinematografico.
Consapevoli della vastità e complessità del fenomeno delle droghe non cercheremo
quindi di darne una spiegazione attraverso il cinema, ma viceversa, cercheremo di
8
scoprire e capire quali aspetti, temi e situazioni hanno catturato maggiormente
l‟attenzione di registi e produttori e sono pertanto stati frequentemente riproposti.
Sempre consapevoli dei nostri limiti (pratici e formativi) rispetto all‟enorme quantità
degli elementi legati al nostro oggetto di ricerca abbiamo deciso di limitare la nostra
analisi ad un preciso tipo di film, italiano e di finzione (o docu-fiction), ad un preciso
arco temporale, che va dagli anni novanta ad oggi, e a precise problematiche,
raggruppate in quattro macro-categorie (che saranno spiegate a breve).
Desiderosi di non imporre il nostro punto di vista rispetto alle personali opinioni dei
registi sul tema della droga, emerse da ogni film, ci limiteremo ad osservare
somiglianze e variazioni con cui le diverse problematiche sono state progressivamente
affrontate, nella convinzione che, oltre all‟inevitabile soggettività che riguarda l‟idea
individuale di ogni regista, alla rappresentazione filmica di ogni questione sociale
corrisponda (o viceversa si contrapponga) anche il pensiero collettivo di quel
determinato frangente storico, sia come causa influenzante della scelta registica sia
come effetto influenzato (non necessariamente secondo le intenzioni del regista) da tale
scelta.
Ne consegue che, secondo il nostro parere, ogni diverso aspetto sulle droghe proposto
nella rappresentazione filmica (dalla quale, è doveroso precisarlo, si escludono opere di
dubbia attinenza sociale) rispecchi, per gran parte, anche la percezione che la società ha
di quel determinato fenomeno, non necessariamente per questo veritiera.
Attraverso interventi, chiarimenti e spiegazioni dell‟evento da parte di esperti
(psichiatri, psicoterapeuti, psicologi, medici, operatori sociali, ricercatori e studiosi del
fenomeno) e dati statistici (forniti da altrettanti validi organi di indagine), si cercherà
pertanto di stabilire un nesso tra la percezione filmica e sociale (ricavata
prevalentemente da giudizi e opinioni espresse nelle recensioni cinematografiche il più
possibile contemporanee al film) delle coeve questioni attinenti alle droghe e quella che
si reputa essere stata invece la reale situazione, dataci dalla distanza temporale (perciò
maggiormente valida per gli anni novanta e più debole invece per il periodo successivo
al duemila) che ne ha permesso una maggiore conoscenza sugli sviluppi e una maggiore
analizzabilità del fenomeno (considerato quindi più chiaro per gli anni passati mentre
ancora incerto e incompreso, oltre che imprevedibile, per la situazione presente).
9
Per tali ragioni la nostra analisi non valuterà alcune qualità cinematografiche del film
(come montaggio, musica o inquadrature, eccettuando quei casi in cui una loro
trattazione si rivela indispensabile per la comprensione del nostro discorso o di quello
registico), l‟abilità o meno degli attori (che pertanto verranno considerati sempre come
personaggi e chiamati con il nome loro attribuito nel film), aspetti della sceneggiatura
che non riguardano il tema della droga o eventi strettamente a esso collegati, e le
filmografie dei vari registi (a meno che nelle opere precedenti o successive non abbiano
trattato ancora dello stesso argomento).
Non cercheremo infine di proporre utopistiche soluzioni al problema, ma ci limiteremo
a constatare le idee, le domande, le difficoltà e le convinzioni che i registi italiani hanno
via a via messo in luce o dovuto affrontare, evidenziando anche diversità di
atteggiamenti e discordanze, consapevoli della costante evoluzione di un fenomeno,
com‟è quello del consumo di droghe, che presenta problemi e quesiti sempre nuovi e
diversi.
Cercheremo perciò di tracciare un quadro storico, per quanto inevitabilmente parziale e
impreciso, che tenga conto di quei film che hanno affrontato da un punto di vista
sociologico il tema della droga, evidenziando così i contributi di originalità e
verosimiglianza che ogni opera ha apportato a un discorso considerato come collettivo
del cinema italiano degli ultimi vent‟anni su tale argomento.
La ricerca sarà pertanto strutturata secondo tre capitoli autonomi ma funzionali l‟uno
all‟altro, seguiti da alcune conclusioni alle quali il nostro lavoro ci ha portato.
CAPITOLO 1: il primo capitolo delinea il contesto sociale italiano in merito al
problema della diffusione delle droghe, con particolare riferimento alla realtà giovanile.
Dopo brevi riferimenti al rapporto giovani-adulti che ha caratterizzato dal Sessantotto
agli inizi degli anni novanta la relazione tra i giovani e la droga, indispensabili per poter
evidenziare come i significati simbolici che tali sostanze hanno assunto nel corso del
tempo siano ora profondamente mutati rispetto al passato, il capitolo si suddivide in altri
tre paragrafi corrispondenti ad altrettanti fasi storiche: il passato recente (gli anni
novanta), la situazione contemporanea (dal duemila ad oggi), e i possibili scenari futuri
che la società italiana potrà assumere secondo gli attuali indici di diffusione del
consumo delle varie sostanze stupefacenti.
10
La situazione sociale presentata in questo capitolo è il frutto di una sintesi tra documenti
contemporanei degli anni di riferimento (per evidenziare come la situazione era
percepita all‟epoca) e documenti successivi (per sapere come e se i problemi registrati
in passato si siano evoluti o se siano stati risolti, per stabilire confronti e sottolineare, ad
esempio, come spesso un fattore all‟epoca ignorato o sottovalutato si sia poi, proprio per
questo, pericolosamente sviluppato in futuro). La difficoltà maggiore in questo tipo di
operazione è stata quella di riassumere, selezionare, valutare e quindi „capire‟ l‟enorme
quantità di dati e di informazioni disponibili sull‟argomento. Per questo motivo si è
scelto di limitare l‟area di indagine alla sola realtà giovanile attraverso i dati dei
sequestri e i vari marcati della droga, consapevoli di aver escluso una molteplicità di
altri elementi e di aver presentato un quadro generale che certo non esaurisce l‟intero
fenomeno, ma funzionale, però, al nostro intento, che è quello di presentare e introdurre
la questione della droga all‟interno del quadro sociale nel quale le storie dei film che
andremo ad analizzare sono state ambientate o girate, stabilendo così un metro di
paragone.
CAPITOLO 2: il secondo capitolo presenta inizialmente l‟elenco dei principali film
italiani (vedi Filmografia parte 1) che, tra gli anni sessanta e l‟inizio degli anni novanta,
hanno trattato il tema della droga, scelti tra quelli che hanno goduto di una maggiore
risonanza, sia per il loro valore propriamente cinematografico sia per la loro rilevanza
sociale (per l‟elencazione dei principali film omessi vedi Note parte 1).
L‟elenco di tali film (che non vanta pretese di completezza) si è reso necessario per
poter capire e analizzare, nella restante parte del capitolo, i film contemporanei (dagli
anni „90 ad oggi) che si sono occupati dello stesso argomento.
La seconda parte del capitolo infatti:
- attraverso il profilo sociologico italiano delineato nel capitolo 1, osserva la capacità
del cinema italiano di rappresentare un fenomeno pericoloso e complesso come
quello della diffusione di droghe.
- evidenzia somiglianze e differenze degli aspetti contenutistici e narrativi dei film
italiani nei confronti di quattro macro-problematiche correlate all‟uso e abuso di
sostanze stupefacenti:
11
ξ SUICIDIO E OVERDOSE
ξ RE-INSERIMENTO NELLA SOCIETÀ E RISCHI DI UNA RICADUTA
ξ IL PERCHÉ DELLA „PRIMA VOLTA‟ E I RAPPORTI CON LA FAMIGLIA
ξ DIPENDENZA E DISINTOSSICAZIONE
Il corpus di film presi in considerazione per questa analisi (vedi Filmografia parte 2)
comprende tutti quei film che dal 1990 ai primi mesi del 20091 affrontando il tema delle
droghe e delle tossicodipendenze „di petto‟ hanno sviluppato anche una delle quattro
macro-tematiche individuate. Non sono stati pertanto considerati tutti quei film che, pur
affrontando il tema della droga, o non hanno sufficientemente sviluppato una di queste
problematiche (ad esempio i film sulla „mafia‟ che, pur parlando anche di droghe, hanno
affrontato „altri‟ aspetti del problema da noi non considerati, come lo spaccio
internazionale o all‟ingrosso), o non hanno dichiaratamente o direttamente affrontato
aspetti sociali (ad esempio i film „comici‟ che ironizzano sugli aspetti delle dipendenze
e i film „fantastici‟ che creano situazioni immaginarie o irreali al cui interno si
consumano però sostanze stupefacenti), o nei quali la droga rappresenta soltanto un
pretesto narrativo per creare un storia finalizzata ad altro (ad esempio „thriller‟ o film
d‟„azione‟, nei quali la droga rappresenta l‟occasione che si presenta più o meno
inaspettatamente al protagonista per potersi arricchire di colpo attraverso una vendita di
grossi quantitativi) o nei quali gli aspetti legati alla droga sono per lo più superficiali e
marginali rispetto alla trama (ad esempio la maggioranza dei film „generazionali‟) o la
dipendenza riguarda un personaggio secondario non adeguatamente caratterizzato
psicologicamente per i nostri fini (ma può avvenire che rientrino invece film nei quali
alcuni personaggi, anche se secondari o con piccoli ruoli, sviluppino aspetti
particolarmente importanti per la nostra prospettiva) oppure siano basati su storie
biografiche di personaggi con note esperienze di tossicodipendenza (in questo caso
anche nei casi in cui il protagonista dovesse imbattersi in una delle nostre macro-
problematiche non verrà preso in considerazione, in quanto la storia proprio perché
basata sulla verità, nonostante l‟indubbio lavoro di sceneggiatura, non verrà considerata
1
Da tale elenco sono perciò esclusi Ultima fermata di Dodo Fiori, realizzato nel 2005 ma attualmente
ancora in fase di post-produzione e Polvere di Danilo Proietti e Massimiliano D’Epiro, realizzato nel 2006
ma uscito in data 15 maggio 2009 in due sole sale italiane, oltre a Fuori vena del 2005 che avrà una
trattazione a parte nel Capitolo 3 a lui dedicato.
12
una personale interpretazione del regista sul problema delle droghe, ma un dato di fatto
sulla sorte di quel determinato personaggio, viceversa saranno validi quei casi in cui il
regista svilupperà una chiara ed evidente personale interpretazione dei fatti). (Per un
elenco più dettagliato e completo sui film omessi e sulle loro motivazioni vedi Note
parte 2).
Questa seconda parte del nostro lavoro ha costituito la parte più difficoltosa, in quanto,
non esistendo un elenco dei principali film italiani che trattano del tema della droga
siamo stati costretti a „crearlo‟, attraverso la consultazione integrale degli annuari
cinematografici relativi agli anni di nostro interesse, dei dizionari di cinema, delle
principali riviste, periodiche e mensili, cinematografiche oltre a ricerche tramite internet
ma anche grazie a consigli e suggerimenti di amici, professori e (alcuni) bibliotecari
particolarmente disponibili.
Le fasi che hanno portato alla creazione del nostro personale indice sul „cinema della
droga italiano degli untimi vent‟anni‟ possono essere così riassunte: individuazione dei
titoli di tutti i film usciti in questo periodo, consultazione incrociata su più fonti di tutte
la trame per individuare gli oggetti di nostro interesse, quindi ricerca e visione dei film
di possibile rilevanza e ove ciò non è stato possibile recupero di informazioni
riguardanti il film stesso (principalmente recensioni o trame più approfondite).
Per tali ragioni, sebbene la nostra ricerca sia stata fatta con la massima serietà, impegno
e scrupolo, nemmeno quest‟altro nostro „indice‟ può vantare pretese di completezza, e si
riserva la possibilità di aver inavvertitamente trascurato e/o sottovalutato eventuali film
che invece hanno trattato la materia di nostro interesse.
Scartata la grande mole di film irrilevanti per i nostri fini ci siamo però trovati
comunque di fronte ad un numero considerevole di opere, da qui la decisione di
individuare e analizzare solo film i cui personaggi rispondessero a determinati
parametri, coincidenti con le nostre quattro macro-problematiche.
Sempre consapevoli della moltitudine delle questioni attinenti al consumo di droghe
abbiamo scelto quelle che ci sono parse maggiormente attinenti alla realtà giovanile,
escludendone quindi inevitabilmente altre (come ad esempio: le malattie, il bisogno di
denaro, le mafie e il mercato internazionale della droga, il piccolo spaccio, il dibattito
sulla legalizzazione, i luoghi e le occasioni di maggior consumo ecc.) con i relativi film,
unendo così quelle che ci sono sembrate affini:
13
- L‟overdose e il suicidio perché spesso (come vedremo) per un tossicomane le
due morti sono collegate,
- L‟emarginazione sociale che la droga provoca rende spesso difficile il
reinserimento dell‟ex-tossicodipendente nel mondo causandone frequenti
ricadute.
- I rapporti problematici con la famiglia sono spesso (ma non sempre!) una delle
ragioni che spingono il giovane nella droga.
- La difficoltà nel vivere una vita nella dipendenza ma anche la difficoltà
nell‟uscirne.
Infine, siccome spesso i critici nelle loro recensioni considerano principalmente aspetti
più propriamente „cinematografici‟ (e questa è stata un‟altra delle difficoltà incontrate) e
comunque non necessariamente conoscono il mondo delle droghe abbiamo inserito,
laddove si sia reso necessario, a fianco di opinioni e valutazioni sulla struttura filmica
dell‟opera, anche pareri di esperti e dati statistici, così da rendere possibile una verifica
immediata (oltre al capitolo 1 che inevitabilmente non può esaurire tutte le questioni)
dell‟attinenza alla realtà e dare così più valore al discorso in atto.
CAPITOLO 3: il terzo capitolo analizza, infine, il film Fuori vena (Tekla Taidelli,
2005) che, anche se circoscritto a una particolare sub-cultura giovanile e alla zona
periferica milanese, riteniamo essere comunque emblematico e l‟esempio più
rappresentativo del fenomeno della diffusione delle droghe all‟interno della realtà
giovanile contemporanea.2
Oltre alla storia della sua regista (indispensabile per una piena comprensione del film),
l‟analisi del linguaggio filmico e dei suoi protagonisti avviene parallelamente anche il
confronto con gli altri film „generazionali‟ (che hanno dedicato un interesse minore al
tema della droga) e i film „comici‟ (che hanno ironizzato sugli stereotipi della droga),
per sottolinearne somiglianze, ma soprattutto differenze.
2
Anche Sbirri di Roberto Burchielli (2009) analizza in maniera nuova, precisa e fedele l’attuale consumo
di droga da parte dei giovani, le ragioni che ci hanno però spinto a preferire Fuori vena sono il punto di
vista giovanile (il docu-film di Burchielli affronta invece il problema da una prospettiva adulta e in
particolar modo nell’ottica degli organi di polizia) e l’interesse per l’eroina (in Sbirri invece si parla di
cocaina), perché proprio in questi ultimissimi anni sta registrando un allarmante aumento del suo
consumo fra i giovanissimi.
14
CAPITOLO 1
PROFILO SOCIOLOGICO DELL‟ITALIA CONTEMPORANEA: LE DROGHE NEL
MONDO GIOVANILE OGGI (1990-2009)
INTRODUZIONE
La droga: uno dei più gravi problemi che affligge la nostra società e che
quotidianamente si ripropone sotto gli occhi dei giovani.
Nell‟arco di quest‟ultimo ventennio anche il mondo della droga, in concomitanza con il
mutamento di altri scenari nazionali e internazionali, è radicalmente cambiato
trasformandosi e parallelamente trasformando intere realtà giovanili in Italia come in
Europa.
Sono cambiati gli scenari, sono cambiate le droghe, i loro significati ed anche il loro
uso, ma anche i tipi di consumatori, le loro fasce d‟età e le loro motivazioni. Ad essere
mutati, infine, sono i problemi che le droghe causano e con essi sono cambiate strategie
di lotta e prevenzione.
Oggi il problema droga in Italia assume sfumature differenti da quelle che assunse tra
gli anni settanta e ottanta, quando il problema, allora, si impose prepotentemente
all‟attenzione pubblica con il suo quadruplicamento di decessi: dal 1977 al 1980 i morti
passarono da quaranta a duecentosei e l‟aumento dei consumatori segnalati di oltre il
250% (da duemilacinquecentotrentotto a seimilaquattrocentotrentanove).
All‟inquietante problema, che rischiava di bruciare un‟intera generazione, si rispose più
emotivamente che razionalmente; la reazione fu più preoccupata degli effetti che delle
cause; più portata ad identificare i colpevoli che ad individuare quali potessero essere
quei bisogni inappagabili che si cercava di compensare con la fuga nella droga; più
interessata, insomma, ad isolare i colpiti dal contagio che a creare efficaci strumenti di
recupero.3
3
MORO Carlo Alfredo, Famiglia e droga: un problema per tutti, in La famiglia di fronte alla droga = The
family and drugs = La famille face a la drogue: Milano, 21-24 giugno 1984, Milano, Associazione Don
Giuseppe Zilli, 1985, p. 17.
15
Molti di quei problemi ancor‟ora oggi non sono stati risolti e con la diffusione delle
„nuove droghe‟, dei nuovi metodi di assunzione, delle nuove strategie di vendita delle
sostanze sembrano essersene aggiunti altri con risvolti sociali meno eclatanti e
soprattutto di più difficile identificazione.
La diminuzione delle morti per overdose e degli atti criminali connessi alla droghe
sembrano aver sempre più fatto sfumare la pericolosità di tali sostanze che continuano
ad essere consumate dai giovani, i quali però percepiscono sempre meno il loro uso
come qualcosa che faccia loro del male.
Nel 1975 Pasolini, in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera, alla domanda
classica: «perché i giovani si drogano?», rispondeva:
Se io parlo e analizzo- senza né moralismo né sentimentalismo né complicità-
un singolo drogato, ho subito una vita concreta da prendere in esame: con la
sua infanzia, i suoi genitori, i suoi mali, ecc. Quindi quel poco di sapere
psicanalitico di cui ogni intellettuale può disporre è sufficiente a trarre
qualche diagnosi: la quale diagnosi è però eternamente la stessa: desiderio di
morte.4
Tuttavia, non si può fare a meno di osservare che se al tempo di Pasolini la droga poteva
essere un modo per rallentare e per morire, oggi è diventata un modo di vivere e di
essere cittadini.
La difficoltà rispetto al passato non sembra più essere quella del riuscire a comunicare
ai giovani che la droga sia per loro un pericolo, ma del riuscire a spiegargliene il perché:
Oggi qual è il problema che riguarda la maggior parte dei cittadini? Se
cerchiamo di essere pragmatici, possiamo capire che, attualmente, il fatto di
utilizzare droghe è alla portata di chiunque e che, di fronte questa possibilità
siamo assolutamente impreparati sia a livello di nozioni che a livello di
cultura. La maggior parte dei giovani hanno informazioni credibili sulle
droghe soprattutto da chi le vende o da chi le consuma. Il mondo degli
educatori è spesso sulla posizione che „drogarsi fa male‟ ma senza sapere
spiegare in modo convincente perché e anche chi si occupa di terapia è spesso
all‟oscuro di questioni fondamentali correlate a questo argomento. Il mondo
4
PASOLINI Pier Paolo, La droga: una vera tragedia italiana, «Corriere della sera», 24/7/1975.