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Il mio intento � quello di verificare se e in quale misura i paesi membri
dell�OECD, unanimemente considerati i paesi pi� industrializzati, presentano cicli
elettorali.
Per fare ci�, innanzitutto, nel primo capitolo cercher� di inquadrare, tramite
definizioni teoriche, le caratteristiche che i politici e gli elettori devono avere per far
s� che si possa parlare di ciclo economico-elettorale; parler� dunque di opportunismo
politico e manipolazione degli elettori, di miopia e memoria evanescente, e
concluder� accennando allo sviluppo che la teoria delle aspettative razionali hanno
consentito di dare a simili concetti.
Nel secondo capitolo riprender� il tema dell�opportunismo politico, ma questa
volta per proporne un�analisi da un punto di vista pi� rigoroso e inequivocabile:
proporr� il modello di opportunismo tradizionale di Nordhaus-Lindbeck, per
confrontarlo poi con quello razionale, e introdurre il modello di Persson-Tabellini,
per dare un�ulteriore sfumatura alla spiegazione dei cicli economico-elettorali,
utilizzando questa volta il concetto di competenza. Sempre facendo uso di questo
concetto parler� dell�azzardo morale e della selezione avversa, i due problemi di
asimmetria informativa che vedono come protagonisti i politici e gli elettori.
Nel terzo capitolo proseguir� l�analisi tramite modelli economici, questa volta di
politica monetaria, per illustrare quali sono i problemi che un governo deve
affrontare, in particolare all�avvicinarsi delle elezioni: ad esempio i vantaggi dati
dalla discrezionalit� a cui fa da contrappeso la credibilit�, e quelli dati dal poter
scegliere politiche senza doversi legare a promesse e impegni elettorali.
La fine di questo terzo capitolo riprende il modello di politica monetaria della
prima parte, ma questa volta per dare ragione delle motivazioni ideologiche che
differenziano tra di loro gli elettori e i politici, esaltando il ruolo delle elezioni come
risolutrici di conflitti e aggregatrici di preferenze.
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Nel quarto capitolo discuto il ruolo che hanno le elezioni nella selezione del
candidato pi� competente o pi� dotato di talento, e lo faccio proponendo l�analisi del
carrer concerns model di Persson-Tabellini; questo modello, tra le altre conclusioni,
ha come interessante risultato quello di mostrare che gli incentivi per i politici ad
apparire competenti si fanno pi� importanti all�avvicinarsi della data delle elezioni. Il
capitolo prosegue con l�estensione temporale di quest�ultimo modello, grazie alla
quale i cicli elettorali vengono spiegati facendo riferimento alla competenza dei
politici e alla loro interazione con gli elettori.
Nel quinto e ultimo capitolo propongo una rassegna della letteratura empirica in
merito; passo poi ad esporre il modello su cui ho condotto le regressioni, i risultati
che ho ottenuto dalla verifica empirica, i commenti finali e le conclusioni.
Capitolo primo
Economia e ideologie, elezioni ed elettori
Nonostante le numerose e controverse verifiche empiriche, la manipolazione
elettorale dell�economia e i rapporti tra politica, elezioni e interessi sono un
fenomeno che non ha ancora uno statuto definitivo.
La teoria del ciclo politico-economico (political business cycle theory) e la
partisan theory, i due modelli pi� generali, si fondano su ipotesi per molti aspetti
difficilmente conciliabili col comportamento elettorale effettivo dei partiti e degli
elettori.
I partiti agirebbero secondo logiche contrapposte: o in modo opportunistico o in
modo ideologico. Gli elettori sarebbero inevitabilmente o ultrarazionali o
manipolabili.
Come si pu� immaginare, la logica del comportamento degli attori � una
questione discriminante per i diversi modelli di ciclo elettorale, perch� a seconda che
siano opportunisti o ideologici, razionali o identificati, informati e ultrarazionali o
meno se ne ricavano conclusioni diverse.
Ci� non impedisce che si possa riflettere sulla base di una semplice tassonomia:
se lo stimolo iniziale proviene dalla sfera economica degli interessi si ha da un lato
una interpretazione del ciclo politico-economico dovuta a Kalecky, che colloca il
fenomeno nello schema della lotta di classe tra capitalisti e operai, e dall�altro lato,
Economia e ideologie, elezioni ed elettori
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quando gli attori principali sono i gruppi di pressione economica, si ha il ciclo
politico degli interessi.
Se, al contrario, lo stimolo iniziale proviene dalla sfera della politica, si ha da un
lato la teoria del ciclo politico-economico, o political business cycle theory, e
dall�altro la teoria macroeconomica dei partiti rappresentativi, o partisan theory.
A questo punto occorre definire, seppur brevemente, le due differenti teorie.
L�ipotesi di fondo della teoria del ciclo politico-economico � che i partiti si
comportino in modo opportunista e che i politici massimizzino la probabilit� di essere
(ri)eletti. L�opportunismo consiste nella manipolazione delle scelte degli elettori,
sfruttandone i difetti di informazione, la memoria evanescente e la miopia. Secondo
questa linea interpretativa la funzione di voto degli elettori fa riferimento a inflazione
e disoccupazione; inoltre gli elettori ignorano il trade-off macroeconomico tra
inflazione e disoccupazione (la cosiddetta curva di Phillips) e non � presa in
considerazione la teoria delle aspettative razionali.
Il modello implica che alla scadenza elettorale i politici e i partiti,
indistintamente, massimizzino la quantit� di voti favorevoli forzando il sistema
economico a un livello di disoccupazione pi� basso di quanto sarebbe socialmente
desiderabile. La scelta dei tempi permette di sfruttare il ritardo con cui si sviluppa
l�inflazione, i cui effetti negativi sarebbero percepiti solo dopo la fase elettorale.
L�analisi di breve periodo suggerisce che dopo le elezioni il vincitore manovrer�
la disoccupazione verso un suo qualsiasi livello pi� alto in modo da combattere
l�inflazione.
Secondo il punto di vista alternativo della partisan theory, i cicli politici-
economici si formerebbero solo in occasione di tornate elettorali che, comportando la
vittoria dell�opposizione, implicano un�alternanza dei partiti al governo: in un certo
senso � la teoria di un ciclo politico-economico naturale.
La ragione � la seguente: i partiti sono sostanzialmente organizzazioni
ideologiche che hanno preferenze chiaramente identificabili e coerenti con gli
Capitolo primo
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interessi dei loro elettori. Se le elezioni sono vinte da partiti di sinistra o progressisti,
questi attueranno politiche espansive che diminuiscono la disoccupazione, anche a
costo di aumentare l�inflazione, la quale comunque, nel loro sistema di preferenze,
occupa un posto di grado inferiore. Se vincono i partiti di destra o conservatori,
seguiranno politiche restrittive di contenimento dell�inflazione a scapito di una
riduzione dell�attivit� produttiva e dell�occupazione.
1.1 Alle origini dei cicli economici-elettorali: la politica come mercato
Si osservi innanzitutto che la �politica come mercato� significa cosa diversa da
il �mercato della politica�. Con la prima locuzione si intende applicare per analogia le
fattispecie tipiche del mercato alla sfera politica, e pi� in particolare alla reazioni
elettorali e di rappresentanza; con la seconda si vuole affermare che la politica in s�
pu� essere oggetto di scambio.
L� abbiamo la sfida di un paradigma scientifico fondamento delle scelte
razionali dell�homo oeconomicus, qua il richiamo a pratiche elettorali corrotte, a
violazioni di norme di legge, in sostanza alla sottospecie del mercato illegale.
La distinzione � utile anche sotto un altro aspetto: consente di chiarire il modo
particolare con cui si usa il concetto di manipolazione elettorale.
Il riferimento non � tanto al caso di un elettore che accetta liberamente un pacco
di maccheroni in cambio del voto, o a quello di chi � vittima di costrizione mafiosa
esercitata attraverso il controllo dei voti di preferenza, ma al contesto informativo in
cui si effettua la scelta di voto.
Se un boss politico induce gli elettori a prendere la loro decisione di voto sulla
base di informazioni fallaci o in assenza delle informazioni essenziali, si ha una
manipolazione elettorale. E� un fenomeno asimmetrico, in cui una parte possiede una
quantit� di informazioni pi� vasta e di migliore qualit� e la usa per trarne vantaggio.
Economia e ideologie, elezioni ed elettori
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Non viene trasgredita alcuna regola formale; il manipolatore non pu� essere condotto
di fronte a un giudice, ma deve rispondere al tribunale delle equit�.
I due protagonisti di un ciclo economico-elettorale sono i politici e gli elettori. I
rappresentanti politici agiscono sia tenendo conto dei loro interessi privati, sia
secondo fini normativi e ideologici.
Gli elettori sono identificati in un partito, razionali (votano secondo un calcolo
retrospettivo) o ultrarazionali (votano prospetticamente), ed entrambi sono parte
attiva del ciclo politico-economico quando votano a favore dei governi che hanno
realizzato buone condizioni economiche generali.
Gli elettori che agiscono secondo la logica dell�identificazione in un partito non
sono manipolabili in quanto votanti perch�, per definizione, non danno luogo a un
ciclo utilitarista, ma possono essere soggetti attivi del ciclo politico degli interessi.
1.2 L�elettore manipolabile
Le teorie della manipolazione elettorale dell�economia richiedono, come
condizione primaria, un elettore che abbia come motivazione interna di voto il
giudizio sulle condizioni economiche generali e sul proprio benessere. In secondo
luogo, una classe politica orientata alla conquista del consenso e alla rielezione.
Si tratta di condizioni generali inscrivibili nella descrizione economica del
comportamento individuale nell�arena politica.
Le prime teorizzazioni, inoltre, facevano riferimento a due caratteristiche del
comportamento di voto che ne limitano il carattere razionale: la cosiddetta �miopia
elettorale� e la memoria evanescente
L�elettore che vota retrospettivamente ragiona sulla base di una media dei valori
economici del passato. Stabilito il suo orizzonte temporale, pu� calcolare il suo tasso
atteso di inflazione e di crescita del reddito, ma dato l�impiego di informazioni sul
passato � esposto ai rischi di manipolazione elettorale.