II
Associazione “Euro-Med” stipulati fra l’Unione Europea e i Paesi partners
mediterranei, soffermandosi in particolare sulla definizione delle c.d.
“regole di origine” dei prodotti importati ed esportati nella “Zona di Libero
Scambio Euro-Mediterranea”.
Nel Capitolo III verrà esaminata in particolare la cooperazione regionale
“orizzontale” – o “Sud-Sud” – fra i Paesi arabi a Sud e ad Est del
Mediterraneo, prevista e incoraggiata dal “Processo di Barcellona” per la
creazione di una zona intra-regionale araba di libero scambio.
Verrà, inoltre, analizzata l’influenza che il partenariato economico-
finanziario previsto dagli Accordi Euro-Med ha esercitato e tuttora esercita
sulla creazione della c.d. “Zona Araba di Libero Scambio” (GAFTA, i.e.
“Great Arab Free Trade Area”), prevista per la prima volta nel 1997 dal
Consiglio Economico e Sociale della Lega degli Stati Arabi
2
. Particolare
attenzione, a questo riguardo, verrà data al c.d. “Accordo di Agadir” siglato
fra quattro paesi arabi mediterranei – i.e., Marocco, Egitto, Giordania e
Tunisia – con l’avvallo della Commissione europea e il cui scopo è la
creazione di una zona di libero scambio intra-regionale progressivamente
allargabile a tutti i paesi arabi. Questo accordo è visto da molti come un
significativo passo in avanti nella creazione di un mercato comune arabo
con obiettivi simili a quelli che caratterizzavano in origine la Comunità
europea.
2
Risoluzione del Consiglio Economico e Sociale della Lega Araba N. 1317-O.S. 59, 19 Febbraio
1997 con riguardo alla Dichiarazione di Creazione di una Zona Araba di Libero Scambio e
Approvazione del relativo Programma Esecutivo, disponibile su Internet presso il seguente
indirizzo: www.arableagueonline.org/arableague/english/details_en.jsp?art_id=738&level_id=273.
1
CAPITOLO I
ORIGINI E SVILUPPO DEL PROCESSO DI
BARCELLONA
1.1. Le origini della politica mediterranea comunitaria.
I rapporti tra i Paesi dell’UE e i Paesi della riva a Sud e ad Est del
Mediterraneo sono stati oggetto di speciale considerazione sin dalla
creazione dell’originaria Comunità Economica Europea (CEE) nel 1957. Il
Trattato di Roma, infatti, garantiva alla Francia di mantenere rapporti
privilegiati con le proprie ex-colonie, ossia il Marocco e la Tunisia,
attraverso uno speciale Protocollo annesso al Trattato. All’epoca, inoltre,
l’Algeria faceva ancora parte dei Dipartimenti Oltre Mare francesi
3
.
Negli anni Sessanta, una prima serie di Accordi Speciali di Associazione
vennero conclusi dalla Comunità Economica Europea (CEE) con Marocco,
Tunisia e altri paesi a Sud del Mediterraneo
4
, utilizzando come base
giuridica l’art. 238 del Trattato istitutivo della CEE
5
. Questi Accordi erano
essenzialmente di durata limitata (eccetto nei casi di Grecia e Turchia) e
prevedevano la concessione a tutti i paesi della Comunità del libero accesso
per le esportazioni di prodotti industriali nei Paesi a Sud del Mediterraneo e
limitato accesso di prodotti agricoli. Nel 1964 e 1965, accordi commerciali
di durata limitata venivano conclusi, sulla base degli artt. 113 e 114 del
Trattato CEE, anche con Israele e Libano
6
. Nel 1972, un altro accordo
3
L’Algeria ottenne formalmente l’indipendenza dalla Francia il 3 luglio 1962.
4
Accordi di Cooperazione vennero conclusi dalla Comunità europea rispettivamente con Grecia
(1961), Turchia (1963 e Protocollo Aggiunto nel 1980), Tunisia (1969), Marocco (1969), Malta
(1970) e Cipro (1972).
5
Art 238, Tr. CEE: ‘La Comunità può concludere con uno Stato terzo, una unione di Stati o una
organizzazione internazionale accordi che istituiscano un’associazione caratterizzata da diritti e
obblighi reciproci, da azioni in comune e da procedure particolari’.
6
Art. 113, 1º c., Tr. CEE: ‘…la politica commerciale comune è fondata su principi uniformi,
specialmente per quanto concerne le modificazioni tariffarie, la conclusione di accordi tariffari e
commerciali, l’uniformazione delle misure di liberalizzazione, la politica di esportazione e le
2
commerciale di durata e portata limitata veniva concluso, sempre in base
agli artt. 113-114 Tr. CEE, con l’Egitto.
La prima vera e propria politica generale della Comunità nei confronti della
regione a Sud e ad Est del Mediterraneo venne lanciata al Vertice dei Capi
di Stato e di Governo tenutosi a Parigi il 19-20 Ottobre 1972 nel contesto
della crisi petrolifera mondiale e prese il nome di “Politica Globale
Mediterranea”
7
. La Politica Globale Mediterranea si estendeva a tutti i Paesi
a Sud e ad Est del bacino del Mediterraneo, ad esclusione di Albania e
Libano, e prevedeva, in sostanza, il libero accesso ai mercati dei Paesi
comunitari per i manufatti industriali dei Paesi del Magreb e Mashrek,
attraverso la conclusione di Accordi di Cooperazione, in forza dell’art. 238
Tr. CEE
8
. Tale tipo di Accordi prevedeva, inoltre, a differenza dei
precedenti, anche aiuti finanziari ai paesi del bacino Mediterraneo
attraverso l’inclusione di appositi Protocolli Finanziari
9
.
La Politica Globale Mediterranea non ebbe, tuttavia, gli effetti sperati di
incremento delle relazioni commerciali tra i Paesi comunitari e quelli a Sud
e ad Est del Mediterraneo. Tali relazioni vennero, anzi, rese più difficoltose
dall’ingresso nella Comunità di Grecia (1981), Spagna e Portogallo (1986),
le cui esportazioni agricole erano simili a quelle dei Paesi del Maghreb e che
sottrassero, quindi, a questi ultimi un’importante quota di mercato. Vennero,
quindi, istituiti i c.d. “Programmi Integrati Mediterranei” (Pim)
10
, ossia dei
programmi di sviluppo pluriennali consistenti in interventi di natura
finanziaria che impiegavano risorse sia comunitarie che nazionali.
misure di difesa commerciale, tra cui quelle da adottarsi in casi di dumping e di sovvenzioni’. V.
anche Art. 114, Tr. CE: ‘Gli accordi di cui agli art. 111, paragrafo 2 e 113 sono conclusi a nome
della Comunità dal Consiglio, il quale delibera all’unanimità durante le prime due tappe e a
maggioranza qualificata in seguito’.
7
Verruso A. (a cura di), Il Partenariato euromediterraneo – Cenni storici sulle relazioni euro-
mediterranee, Rete Artigianato per l’Europa (RAE), Giugno 2002.
8
Bolbol A.A., Arab Trade and Free-Trade: A Preliminary Analysis, International Journal of
Middle East Studies, 31 (1999), 3-17, U.S.A.
9
Per una descrizione più dettagliata di tali Protocolli, vedi infra, Capitolo II.
10
V. Regolamento del Consiglio (CEE) n. 2088/85 del 23 luglio 1985, concernente i Programmi
Integrati Mediterranei, in GUCE L 197 del 27.7.1985, pag.1.
3
L’adozione dei Pim era collegata anche alla necessità di preparare i Paesi
mediterranei alla concorrenza dei prodotti della Grecia, Spagna e Portogallo.
I Pim rappresentavano, quindi, il primo esempio globale europeo di
intervento strutturale che agiva allo stesso tempo in tutti i settori economici
suscettibili di sviluppo a livello locale
11
. Agli inizi degli anni ’90, il
susseguirsi di importanti avvenimenti politici – tra cui spicca la c.d. Guerra
del Golfo e il conseguente appoggio dichiarato all’Iraq dai Paesi delle
regioni del Maghreb/Mashrek
12
– portarono a una revisione totale
dell’approccio comunitario verso i Paesi del bacino a Sud e ad Est del
Mediterraneo. La politica mediterranea comunitaria, che negli anni
precedenti aveva puntato a obiettivi di cooperazione ed integrazione
economica internazionale, venne allora finalizzata alla realizzazione della
stabilità e sicurezza nell’area mediterranea. Nel Giugno 1990, la
Commissione europea presentò una Comunicazione intitolata “Un nuovo
profilo per la Politica Mediterranea – Proposta per il periodo 1992-1996”,
che costituì l’inizio della c.d. “Politica Mediterranea Rinnovata”
13
, varata
con il successivo Regolamento del Consiglio del 18 Dicembre 1990. La
Politica Mediterranea Rinnovata prevedeva il rinnovo dei Protocolli
Finanziari previsti negli esistenti Accordi di Cooperazione con i Paesi del
Mediterraneo. I nuovi Protocolli fissavano le modalità della collaborazione
finanziaria comunitaria per lo sviluppo socio-economico, per la
realizzazione di progetti strutturali e per la promozione di riforme
economiche nei Paesi dell’area mediterranea. La Politica Mediterranea
Rinnovata includeva, inoltre, per la prima volta anche un’assistenza
11
Per una descrizione dei finanziamenti versati ai Paesi del Maghreb mediante i Pim, v.
Commission Européènne, DG Relation Extérieures, Direction Moyen et Proche Orient,
Méditerranée Sud, Unité Maghreb, Union Européènne-Maghreb: 25 Ans de Cooperation 1976-
2001, disponibile su Internet presso il seguente indirizzo:
http://europa.eu.int/comm/external_relations/euromed/brochures/ue-maghreb-25ans.pdf.
12
Il Maghreb comprende Algeria, Marocco, Tunisia. Il Mashrek include Israele, Egitto, Giordania,
Libano, Siria e Territorio Autonomo Palestinese.
13
Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento Europeo – ‘Un nuovo profilo
per la politica mediterranea: proposte per il periodo 1992-1996’, 5 Giugno 1990,
SEC (1990) 812.
4
finanziaria non legata esclusivamente alla cooperazione commerciale,
consistente in aiuti allo sviluppo democratico, a progetti regionali di
miglioramento ambientale e alla promozione dei diritti umani negli
ordinamenti dei Paesi del bacino meridionale del Mediterraneo.
1.2. La nascita del “Partenariato Euro-Mediterraneo”.
Nonostante le novità introdotte dalla Politica Mediterranea Rinnovata, il
divario socio-economico fra i Paesi comunitari e i paesi del bacino
meridionale del Mediterraneo continuava ad assumere proporzioni sempre
maggiori. Il semplice aggiornamento dei Protocolli Finanziari e degli
Accordi di Cooperazione non bastava a garantire la realizzazione di una
zona di libero scambio nella regione Euro-Mediterranea, né a soddisfare gli
obiettivi di stabilità e sicurezza nella regione mediterranea. Il
riconoscimento dell’insufficienza degli strumenti di cooperazione previsti
dalla Politica Mediterranea Rinnovata fece nascere la consapevolezza della
necessità di instaurare una vera e propria politica di “partenariato” fra i
Paesi Comunitari e i Paesi a Sud e ad Est del Mediterraneo
14
. Nell’Aprile
1992, la Commissione europea presentò una nuova Comunicazione
15
in cui
raccomandava la creazione di una Zona di Libero Scambio “Euro-
Maghreb”. Questo primo vero e proprio approccio regionale venne
successivamente allargato a tutti i Paesi della riva a Sud e ad Est del
Mediterraneo. Nel Giugno 1994, infatti, il Consiglio europeo riunitosi a
Corfú (Grecia) dette incarico formale alla Commissione Europea di
“valutare...la politica globale dell’Unione Europea nella regione
Mediterranea e le possibili iniziative per rafforzare questa politica nel
breve e medio periodo, tenendo in considerazione la possibilità di
convenire una Conferenza a cui partecipino l’Unione Europea e i suoi
14
Lannon E., La Conférence interministérielle de Barcelone, acte fondateur du partenariat euro-
méditérranéen, Revue du Marché commun et de l’Union européenne n. 398, mai 1996.
15
Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento Europeo sul futuro delle
relazioni fra la Comunità e il Maghreb, 30 Aprile 1992, SEC(1992) 401.
5
partners Mediterranei”
16
. La proposta della Commissione europea,
presentata il 25 Ottobre 1994 e approvata al Consiglio europeo tenutosi a
Essen (Germania) il 9-10 Dicembre della stesso anno
17
, prevedeva la
creazione di un “Partenariato Euro-Mediterraneo” fondato sul
rafforzamento delle relazioni politiche, economiche e sociali fra le due
regioni e finalizzato a trasformare l’area mediterranea in una “zona di pace,
stabilità, prosperità e cooperazione”
18
.
Il 27 e 28 Novembre 1995, la Presidenza spagnola dell’Unione Europea
convocò una Conferenza Ministeriale Euro-Mediterranea a Barcellona cui
parteciparono i Ministri degli Esteri dei quindici paesi dell’UE e di dodici
Paesi della riva a Sud e ad Est del Mediterraneo, i.e. Algeria, Tunisia,
Marocco (regione del Maghreb), Egitto, Israele, Giordania, Territorio
Autonomo Palestinese, Libano, Siria (regione del Mashrek), Turchia, Cipro
e Malta
19
. L’unico Paese della riva Sud del Mediterraneo assente alla
Conferenza di Barcellona, la Libia, ha ottenuto lo status di “osservatore” del
processo di Barcellona solo nel 1999
20
, a seguito della decisione dell’UE di
sospendere le sanzioni economiche imposte alla Libia dal Consiglio di
Sicurezza delle Nazioni Unite
21
. Tuttavia, in occasione della 2609ª Sessione
del Consiglio Affari Generali e Relazioni Esterne tenutasi in Lussemburgo
l’11 Ottobre 2004, l’UE si è impegnata a revocare l'embargo sulle armi nei
16
Conclusioni della Presidenza, Consiglio Europeo, Corfú, 24-25 Giugno 1994, disponibile su
Internet presso l’indirizzo http://ue.eu.int/ueDocs/cms_Data/docs/pressData/it/ec/00150.I4.htm.
17
Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento Europeo: “Una Politica
Mediterranea Piú Incisiva per l’Unione Europea: Instaurazione di un Nuovo Partenariato Euro-
Mediterraneo”, 25 Ottobre 1994, COM(1994) 427.
18
Conclusioni della Presidenza del Consiglio Europeo di Essen, 9-10 Dicembre 1994, disponibile
su Internet presso il seguente indirizzo:
http://ue.eu.int/ueDocs/cms_Data/docs/pressData/it/ec/00300.I4.htm.
19
Malta e Cipro hanno concluso positivamente i negoziati per l’ingresso nell’Unione Europea, di
cui oramai sono ufficialmente paesi membri dal 1º Maggio 2004, mentre la Turchia – con cui dal
1996 è in vigore un’Unione Doganale - ha formalmente iniziato il 3 Ottobre 2005 i negoziati per il
futuro ingresso nell’Unione Europea.
20
Ciò è avvenuto, in particolare, nel corso della Conferenza Euro-Mediterranea di Stoccarda
(Germania), 1999.
21
Si tratta delle sanzioni imposte dalle Risoluzioni 731 (21 Gennaio 1992), 748 (31 Marzo 1992) e
883 (11 Novembre 1993), adottate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in seguito
all’attentato aereo di Lockerbie (UK) da parte di terroristi libici.
6
confronti della Libia e ad abrogare le misure restrittive adottate dall'UE in
applicazione delle risoluzioni 748(1992) e 883(1993) del Consiglio di
Sicurezza delle Nazioni Unite, in modo da permettere la piena integrazione
della Libia nel processo di Barcellona.
1.3. La “Dichiarazione di Barcellona”: i principi e gli strumenti della
politica Euro-Mediterranea.
La Conferenza di Barcellona del ’95 segna l’inizio della nuova fase di
Partenariato Euro-Mediterraneo, altrimenti definito “Processo di
Barcellona”. Il documento finale firmato dai 27 paesi partecipanti – la
“Dichiarazione di Barcellona” – è imperniato sulla realizzazione di tre
obiettivi principali:
1) Creazione di una zona di pace e stabilità imperniata sui principi
fondamentali della democrazia e del rispetto dei diritti dell'uomo
(“Partenariato politico e di sicurezza”);
2) Creazione di un' “area di prosperità comune” mediante la progressiva
instaurazione entro il 2010 di una zona di libero scambio tra l’UE ed i
suoi partners (“cooperazione bilaterale”)
22
, nonché tra i partners
mediterranei stessi (“cooperazione regionale”)
23
, accompagnata da aiuti
finanziari per accelerare la transizione economica dei partners
mediterranei e sostenere i costi economici e sociali delle riforme
necessarie a questo scopo (“Partenariato economico e finanziario”);
3) Sviluppo delle risorse umane, migliore comprensione tra i popoli della
regione Euro-Mediterranea e sviluppo di una società civile attiva
(“Partenariato sociale, culturale e umano”).
22
Definita anche “cooperazione verticale” o “Nord-Sud”.
23
Definita anche “cooperazione orizzontale” o “Sud-Sud”. V. Martín I., Asociación
Euromediterránea, zonas de libre comercio y desarrollo en los países del sur del Mediterráneo,
Anuario Jurídico Anuario Jurídico y Económico Escurialense, Epoca II, nº XXXVI, pp. 345-392.
R.C. Universitario “Escorial-Mª Cristina”, Madrid 2003, disponibile su Internet presso il seguente
indirizzo: www.rcumariacristina.com/ficheros/IvanMartin_low.pdf.
7
A questi obiettivi corrispondono, rispettivamente, i tre capitoli principali
della Dichiarazione di Barcellona, ossia il capitolo su politica e sicurezza, il
capitolo economico-finanziario e il capitolo sociale, culturale e umanitario.
A differenza, quindi, degli accordi conclusi a partire dagli anni Sessanta con
i Paesi del bacino mediterraneo, i quali si limitavano a regolare
esclusivamente gli scambi commerciali fra le parti contraenti, adesso i Paesi
dell’area Euro-Mediterranea si impegnano a realizzare un “partenariato
globale” che coinvolge anche la dimensione politica, sociale e culturale
24
.
La portata globale del partenariato Euro-Mediterraneo si distacca, quindi,
dall’approccio tradizionale dell’UE nei confronti della cooperazione allo
sviluppo, fondato esclusivamente sul commercio e l’assistenza finanziaria
ai paesi in via di sviluppo
25
.
La Dichiarazione di Barcellona prevede, infatti, che la Comunità e i paesi
mediterranei si impegnino a stipulare “Accordi di Associazione” – i c.d.
“Accordi Euro-Med” - che sostituiscano gli accordi di cooperazione
conclusi negli anni Settanta e coprano i tre temi affrontati nei tre capitoli
della Dichiarazione di Barcellona, i.e. il dialogo politico, le relazioni
economiche e la cooperazione sociale e culturale.
Gli Accordi di Associazione contengono “clausole di base” relative ai
principi fondamentali riguardanti il rispetto dei diritti umani, il dialogo
politico, la libera circolazione, la cooperazione economica e finanziaria, la
cooperazione socio-culturale e le istituzioni rilevanti dei paesi interessati.
Oltre alle clausole di base, che rappresentano le linee guida dell'accordo,
vengono prese in considerazione le caratteristiche peculiari e definite le
24
Venditto B., The Euromediterranean Free Trade Area: A New Form Of Regional Cooperation?
Encounters of the Mediterranean Economists, 30 September – 4 October 1998, Economics
Working Paper Archive EconWPA, disponibile su Internet presso il seguente indirizzo:
http://econwpa.wustl.edu/eps/dev/papers/0408/0408005.pdf.
25
Un esempio è riscontrabile negli Accordi di Cotonou (ex-Lomé) conclusi con i paesi ACP
(Africa, Caraibi e Pacifico). V. anche Hakura F.S., The Euro-Mediterranean policy: The
implications of the Barcelona Declaration, Common Market Law Review, 34: 337-366, 1997, e
Galal A., Hoekman B. (editors), Regional partners in global markets: limits and possibilities of the
Euro-Med agreements, ECES, Cairo, 1997.
8
esigenze di ciascun Paese
26
. La Dichiarazione di Barcellona prevede,
inoltre, che i Ministri degli Esteri dei 27 Stati Euro-Mediterranei si
riuniscano periodicamente per “verificare l'applicazione della presente
dichiarazione e definire azioni che consentano di conseguire gli obiettivi
del Partenariato”. Tali azioni, prosegue la Dichiarazione, “saranno oggetto
di verifica attraverso riunioni tematiche ad hoc di ministri, alti funzionari e
esperti, scambi di esperienze, scambi di informazioni, contatti tra i
partecipanti della società civile, o con qualsiasi altro mezzo appropriato”.
A questo proposito la Dichiarazione di Barcellona prevede la creazione di
un “Comitato Euro-Mediterraneo per il processo di Barcellona”, composto
da alti funzionari della troika dell'Unione Europea
27
, della Commissione
europea e di ciascun partner mediterraneo. Il Comitato si riunisce in media
tre volte durante ogni Presidenza del Consiglio europeo ed è presieduto
dalla Presidenza di turno. La funzione del Comitato consiste essenzialmente
nel preparare le riunioni dei Ministri degli Affari Esteri, esprimere una
valutazione dello svolgimento del Processo di Barcellona e aggiornare il
programma di lavoro.
Nel capitolo dedicato al “Partenariato Economico e Finanziario”, la
Dichiarazione di Barcellona dispone che “è necessaria una cooperazione
finanziaria efficace, gestita nel quadro di una programmazione pluriennale,
tenuto conto delle specificità di ciascun partner”. A questo proposito, non
sono più previsti protocolli finanziari bilaterali con i Paesi partners
mediterranei. Il principale strumento finanziario a sostegno dell’intero
processo di Barcellona è il c.d. programma MEDA, formalmente istituito
26
Mella J.M., La asociación euro-mediterránea en el actual contexto de globalización y
regionalización, Información Comercial Española, Revista de Economía, 1996-1997, N. 759: 33.
27
La troika dell’UE è formata dal Paese che detiene la Presidenza dell’Unione, il Paese della
Presidenza precedente, il Paese cui spetta la Presidenza nei sei mesi successivi, la Commissione
europea e l’Alto Rappresentante per la Politica Estera e la Sicurezza Comune (PESC).
9
con Regolamento del Consiglio il 23 Luglio 1996
28
, il quale finanzia sia i
programmi bilaterali che la cooperazione regionale.
La Dichiarazione di Barcellona si conclude con un “Programma di Lavoro”
allegato che indica le modalità da seguire per il conseguimento degli
obiettivi del processo di Barcellona. Nel Programma di Lavoro, tra l’altro, il
Consiglio europeo, la Commissione europea e i Ministri degli Esteri dei
Paesi Euro-Mediterranei sollecitano il Parlamento europeo a “prendere,
presso altri Parlamenti, l’iniziativa di un futuro dialogo parlamentare
euro-mediterraneo, che potrebbe permetter a rappresentanti eletti degli
Stati Partner di scambiare idee su un’ampia gamma di problemi”.
La proposta di stabilire un vero e proprio “Forum Parlamentare Euro-
Mediterraneo” venne formalizzata in un incontro fra membri del
Parlamento europeo e dei parlamenti dei paesi Euro-Mediterranei (eccetto
Libia e Siria) tenutosi a Strasburgo (Francia) il 13 Marzo 1997. La prima
riunione del Forum Parlamentare Euro-Mediterraneo ebbe luogo il 27-28
Ottobre 1998 a Bruxelles, presieduta dall’allora Presidente del Parlamento
europeo José-María Gil-Robles e dall’allora Presidente del Parlamento del
Marocco Abdelwahed Radi. In quell’occasione, il Forum adottò la
decisione di riunirsi annualmente in sessione plenaria e di formare gruppi di
lavoro per stabilire il Regolamento di Procedura
29
, monitorare lo
svolgimento del Processo di Barcellona e valutare l’evoluzione dei flussi
migratori fra i Paesi Euro-Mediterranei.
28
Regolamento del Consiglio (CE) n. 1488/96 del 23 Luglio 1996 sulle misure tecniche e
finanziarie di sostegno (MEDA) alla riforma delle strutture economiche e sociali nel quadro del
Partenariato Euro-Mediterraneo, GUCE L 189 del 30.7.1996, pag. 1. Per un approfondimento sul
programma MEDA, vedi infra, Capitolo II.
29
Il Regolamento di Procedura del Forum Parlamentare Euro-Mediterraneo, redatto nel Novembre
2001, prevedeva che al Forum potessero partecipare non più di 90 membri dei parlamenti dei paesi
mediterranei, 45 membri dei parlamenti nazionali dei paesi dell’UE e 45 membri del Parlamento
Europeo.
10
1.4. La prima fase di realizzazione del Partenariato Euro-Med.
A circa due anni di distanza dalla Conferenza Euro-Mediterranea di
Barcellona, i Ministri degli Esteri dei 27 Paesi partecipanti al Processo di
Barcellona si riunirono a Malta per la Seconda Conferenza Euro-
Mediterranea, o “Barcellona II”
30
. L’incontro si poneva come obiettivo
principale di rivedere lo stato delle negoziazioni tra i Paesi Euro-
Mediterranei e di assicurare che l’impasse al processo di pace in Medio
Oriente fra Palestina e Israele
31
non costituisse un ostacolo allo svolgimento
del Processo di Barcellona. Una delle priorità della Conferenza di Malta
consisteva, tra l’altro, nell’elaborazione dei contenuti di base di una “Carta
per la Pace e la Sicurezza” nella regione Euro-Mediterranea, il cui testo
definitivo sarebbe stato sottoposto all’approvazione dei Ministri degli Esteri
dei paesi Euro-Mediterranei nella successiva Conferenza Euro-
Mediterranea.
Nel 1998, un incontro informale fra i Ministri degli Esteri dei Paesi Euro-
Mediterranei venne organizzato dalla Presidenza britannica dell’UE
32
per
discutere gli elementi necessari per la realizzazione del Capitolo Economico
e Finanziario
33
e per preparare la Terza Conferenza Euro-Mediterranea,
svoltasi il 15-16 Aprile 1999 a Stoccarda (Germania). In occasione della
Conferenza di Stoccarda, la Libia venne invitata, come abbiamo visto, per
la prima volta a participare in veste di “osservatore” ai negoziati, con la
possibilità di diventare membro effettivo del Partenariato Euro-
mediterraneo una volta ritirate definitivamente le sanzioni ad essa inflitte
dalle Nazioni Unite e a condizione che accettasse l’acquis dell’intero
processo di Barcellona
34
.
30
Seconda Conferenza Ministeriale Euro-Mediterranea, La Valletta (Malta), 15-16 Aprile 1997,
Bollettino UE 6-1997.
31
Un piano per il processo di pace in Medio Oriente era stato elaborato e accettato dalle parti
interessate a Madrid il 31 Ottobre 1991.
32
Incontro ministeriale ad hoc Euro-Med, tenutosi a Palermo (Italia) il 3-4 giugno 1998 (v.
Capitolo II).
33
Vedi infra, Capitolo II.
34
Vedi supra, Nota 20.
11
1.5. La Conferenza Euro-Med di Marsiglia e il “rilancio” del
Partenariato Euro-Med.
A quasi cinque anni di distanza dalla Dichiarazione di Barcellona, una serie
di ostacoli mettevano in serio dubbio la concreta realizzabilità del progetto
di partenariato Euro-Mediterraneo: lo stallo nel processo di pace in Medio-
Oriente e la conseguente tensione nelle relazioni arabo-israeliane, la
diffidenza dei Paesi mediterranei di fronte alla politica di allargamento
dell’Unione Europea verso i paesi dell’Europa centrale e orientale, nonché
lo scarso progresso delle negoziazioni per la conclusione degli Accordi di
Associazione “Euro-Med” ha fatto nascere nei partners Euro-Mediterranei
la consapevolezza di una necessaria pausa di riflessione sui modi opportuni
per rilanciare e rafforzare l’intero Processo di Barcellona
35
. Il 25-26 Maggio
2000, i Ministri degli Esteri Euro-Mediterranei hanno tenuto una riunione
informale a Lisbona (Portogallo) per fare il punto della situazione sullo
stato generale del processo del Partenariato Euro-Mediterraneo. In
quell’occasione, i Ministri hanno deciso di comune accordo di preparare
una proposta di rilancio del Processo di Barcellona, in preparazione della
Quarta Conferenza Euro-Mediterranea da tenersi a Marsiglia prevista nel
Novembre 2000 sotto la Presidenza francese dell’UE. La proposta, definita
“Strategia comune dell’UE per la regione mediterranea”, è stata
formalmente adottata dal Consiglio europeo a S. Maria de Feira
(Portogallo) il 19 Giugno 2000
36
, indicando gli obiettivi a cui dovevano
ispirarsi le politiche e le attività indirizzate a sviluppare il Partenariato
Euro-Mediterraneo istituito dalla Dichiarazione di Barcellona.
Questi obiettivi includevano:
35
Bataller F., Jordan Galduf J.M., El area euromediterránea: esperanzas, logros y frustraciones
del Proceso de Barcelona, Información Comercial Española, Revista de Economía, 2000, N. 788:
161-177, e Gonzalo E., Lorca Corrons A., The Euro-Mediterranean Trade: From competition to
integration, 7
th
Economic Research Forum International Conference, October 2000, Amman,
Jordan, disponibile su Internet presso l’indirizzo: www.erf.org.eg/html/btrade8.pdf.
36
Consiglio Europeo di S. Maria de Feira, 19-20 Giugno 2000, Conclusioni della Presidenza,
Allegato V, “Strategia comune dell’UE per la regione mediterranea”, disponibile su Internet
presso il seguente indirizzo: http://ue.eu.int/ueDocs/cms_Data/docs/pressData/it/ec/00200-
r1.%20ann1.i0.pdf.
12
a) Il rafforzamento delle relazioni intra-regionali, dette anche “orizzontali”
o “Sud-Sud”, dei 12 partners mediterranei;
b) L’accelerazione delle negoziazioni per la conclusione di Accordi di
Associazione fra l’UE e i 12 partners mediterranei.
Il 6 settembre 2000, la Commissione europea ha adottato una
Comunicazione intitolata “Imprimere un nuovo impulso al processo di
Barcellona”
37
, la quale sottolineava i limiti e gli ostacoli tecnici alla
realizzazione del Partenariato Euro-Mediterraneo e proponeva misure
concrete per superarne lo stallo. Alle soglie della Conferenza Euro-
Mediterranea di Marsiglia, il Parlamento europeo ha votato, a sua volta, una
Risoluzione
38
che incitava sia il Consiglio che la Commissione europea ad
accelerare le negoziazioni con i Paesi mediterranei, a stanziare
finanziamenti adeguati alla Politica Euro-Mediterranea e a promuovere il
rispetto dei diritti umani e civili fondamentali come clausola essenziale e
ineludibile degli Accordi di Associazione Euro-Med. Il Parlamento europeo
sottolineava, inoltre, l’importanza di promuovere tutte le iniziative politiche
e diplomatiche necessarie alla riapertura del dialogo di pace fra Israele e il
Territorio Autonomo Palestinese.
La IV
a
Conferenza Euro-Mediterranea, tenutasi a Marsiglia (Francia) il 15-
16 Novembre 2000 ha costituito, dunque, l’occasione per un formale
bilancio dei primi cinque anni del Partenariato Euro-Mediterraneo al fine di
definire gli orientamenti per un suo rilancio e rafforzamento
39
. Gli obiettivi
prioritari fissati dalla Conferenza di Marsiglia sono stati i seguenti:
37
Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento Europeo in preparazione della
IV
a
Conferenza dei Ministri degli Esteri Euro-Mediterranei, Imprimere un nuovo impulso al
Processo di Barcellona, 7 Settembre 2000, COM(2000) 497. Per una descrizione dettagliata dei
contenuti di questa Comunicazione, vedi infra, Capitolo II.
38
Parlamento europeo, Risoluzione sulla Politica mediterranea dell’Unione Europea, 30 Marzo
2000, in GUCE 378 del 29.9.2000, pag. 71.
39
Attinà F., Conclusions: Partnership-building, and Gonzalo E., Lorca Corrons A., The Euro-
Mediterranean Free Trade Area and Modernisation in the Maghreb, in Attinà F., Stavridis S.
(editors), The Barcelona process and Euro-Mediterranean issue from Stuttgart to Marseille,
Giuffré, Milano, 2001.