INTRODUZIONE
La presente tesi cerca di ricostruire l’origine e la storia della festa
1
del
Cantamaggio Ternano.
Tuttavia la ricerca svolta inizia con un’analisi delle feste del maggio e
del loro significato cercando di capire quali siano i nessi con il Cantamaggio
Ternano.
Si parte in prima battuta con la definizione antropologica di che cosa è
una festa arrivando poi alla descrizione di quei rituali che lo accompagnano –
per rituale o rito s’intendono gli insiemi di atti che vengono eseguiti secondo
norme specifiche. <<Il rito consiste in una sequenza prestabilita (ma non per
questo assolutamente rigida) di atti, parole, formule che, collegate ad una
qualche credenza, è ritenuta, da parte di chi la compie, capace di agire sul
corso degli eventi, siano questi di natura mondana o soprannaturale.>>
2
(Fabietti, 1992, pag.204)
Il Cantamaggio Ternano in se, ha però, un origine prettamente più
storica che mitica.
La nascita del Cantamaggio Ternano, infatti, è datata al 1896 quando
Furio Miselli decise che la cittadinanza doveva ritrovare quel sentimento di
cultura
3
soprattutto dopo il grande flusso migratorio che Terni aveva subito a
causa della costruzione delle acciaierie.
C’è un bisogno di cercare le origini che ormai si sentono perdute e
l’unico modo per farlo è quello di ricercare un elemento di unione e di
ternanità.
1
[…] La festa ha un tempo ciclico, definito dalle stagioni e dal raccolto, realizza un tempo
sacrale, legato ad una legenda di fondazione, sia essa laica o religiosa. Tale evento […] fonda
l’identità del gruppo è un momento di socializzazione fra soggetti reciprocamente
riconoscibili, che agiscono secondo simboli condivisi[…].(Giacalone)
2
Ugo Fabietti, Il Rito, in I Modi della Cultura a cura di Italo Signorini, 1992
3
<<Quell'insieme complesso che include le conoscenze, le credenze, l'arte, la morale, il
diritto, il costume e qualsiasi altra capacità e abitudine che l'uomo acquisisce come membro di
una società>>La prima formulazione sistematica di cultura che diede l'antropologo inglese
Edward Burnett Tylor (1832-1917), nel 1871.
6
La scelta dell’argomento presentato in queste pagine, non è stato affatto
casuale, infatti, il mio interesse per il Cantamaggio Ternano è stato forte sin
dall’infanzia, all’età di nove anni ho partecipato al mio primo carro di maggio
con entusiasmo e il carro si è classificato al primo posto.
Poi ho partecipato nel 2000 sempre con il Gruppo di Arrone, che però
aveva dato inizio alla “nuova generazione” e oltre ad aver cambiato nome e ad
essere diventato un’associazione; ASSOCIAZIONE GIOVANI MAGGIAIOLI
ARRONESI, aveva cambiato anzi rinnovato i suoi componenti.
<<Quando otto anni fa i veterani del Cantamaggio arronese
passarono il testimone a Daniele Aiani (fondatore del gruppo) e
compagni, forse erano preoccupati. Forse pensavano che quella
tradizione di festeggiare la primavera con le sfilate dei carri,
quella tradizione tanto radicata nelle vecchie generazioni del
Ternano, bè, forse avrebbe perso slancio. E invece no. Dal 2000 ad
oggi i “Giovani maggiaioli arronesi” (così si chiama il gruppo
costituito in associazione culturale) si sono rimboccati le maniche
e hanno prodotto una bella sfilata di successi. Secondi dal 2000 al
2003, terzi nel 2004, primi nel 2005, secondi nel 2006 e ancora
primi l’anno scorso. Così gli anziani possono stare tranquilli e
gustarsi l’ultima edizione del Cantamaggio.
Daniele Aiani, fondatore del gruppo composto da una
venticinquina di persone, anticipa qualcosa: “I nostri carri sono
sempre basati su fatti di attualità. Per carità… non politica, ma
fatti legati alla natura, alla primavera a via discorrendo, ovvero
l’anima della manifestazione. Quest’anno ci siamo concentrati sul
tema dell’inquinamento. Un tema all’ordine del giorno, ancora
più importante in territori come il nostro a contatto con la natura”.
E allora si capisce perché sul carro intitolato “Incanto di
primavera” – quello che sfilerà domani nelle vie di Terni – hanno
messo un vecchio scarpone, una bottiglia, altri rifiuti formato
gigante in mezzo ad aironi, rane e pure una sirenetta, anch’essi di
grandi dimensioni. Mesi di duro lavoro, ma la fatica non conta
perché c’è la passione tramandata di generazione in
generazione.>>
4
Ad ottobre 2006, l’associazione “Altroversità” di cui facevo parte ha
ricevuto la proposta di collaborare al Cantamaggio Ternano attraverso un
tirocinio e la costruzione di un carro, senza esitazioni sono stata la prima ad
4
http://www.comune.arrone.terni.it/Arrone/sito_arrone/index.php?ID=13
7
accettare e da quel momento sono entrata a far parte dell’organizzazione del
Cantamaggio Ternano.
Ho fatto il tirocinio, 250 ore, poi ho collaborato come segretaria dell’Ente
Cantamaggio ed infine come mediatrice culturale in quanto l’Ente
Cantamaggio Ternano collabora con la consulta degli immigrati e non solo.
Nel frattempo ho anche collaborato alla costruzione di due carri di
maggio, il primo nel 2007, il carro dei GIOVANI MAGGIAIOLI
UNIVERSITARI intitolato BABYLON (fuori concorso), il secondo nel 2008 in
collaborazione con il gruppo PALLOTTA – POLYMER – SABBIONE /
NUOVA COMPAGNIA TEATRO CITTA’ DI TERNI/GIOVANI
UNIVERSITARI, intitolato TRENI E TERNI classificandosi al secondo posto.
La scelta di questo argomento è stata fatta all’incirca a Dicembre 2007,
quando ho capito che sentivo il bisogno di conoscere la festa nel complesso e
di farla conoscere anche agli altri.
Tornata dalle vacanze natalizie, ero però indecisa se sviluppare questo
argomento oppure no, anche se comunque la Professoressa Giacalone, mia
tutor nel tirocinio, me lo aveva già proposto.
Presa dal forte sentimento di ternanità e di provare l’emozione di fare
antropologia sul campo, ho preso i miei strumenti di ricerca, registratore e
videocamera ed ho iniziato a lavorare.
Devo comunque dire, alla chiusura di questa tesi, che il lavoro è stato
sicuramente interessante e formativo, sia per me, che per le persone che hanno
collaborato attraverso interviste e consigli.
8
METODOLOGIA DELLA RICERCA
Il metodo di ricerca seguito, è quello di una ricerca etnografica.
Secondo i due autori Fabietti/Matera
5
<<fare un resoconto etnografico
qualcosa di “autorevole” significa adottare alcune modalità di “presentazione
dei dati” che siano in grado di produrre in primo luogo un effetto di
persuasione su chi lo legge.[…]>>(Fabietti Matera, 1999, pag.16)
Data, quindi, la quantità e complessità delle informazioni che il
ricercatore si propone di ottenere, è necessaria disporre di queste modalità di
<<presentazione dei dati>> (Fabietti/Matera, 1999, pag. 16) quali
l’osservazione partecipante, l’analisi documentaria e l’intervista più o meno
strutturata.
Il lavoro dell’antropologo è strettamente collegato con il lavoro
etnografico, in quanto un’esperienza etnografica che può essere
<<un’esperienza di per sé frammentaria, quasi sempre solitaria e anche un po'
“eccentrica”>> (Fabietti/Matera, 1999, pag. 39), serve agli antropologi per
elaborare i propri scritti come documenti scientifici da proporre al lettore.
Per riconoscere queste esperienze si deve tener conto anche di quali
siano state le procedure corrette, ovvero quelle procedure condotte nel rispetto
di determinate tecniche e metodi di raccolta dei dati.
<<Oltre a dover dimostrare di essere stato là, sul campo[…],
l’antropologo si è sempre trovato a dover esplicitare – ora in
maniera diretta, ora un po' meno – il metodo da lui seguito per
raggiungere il suo scopo, che consiste nel fornire una
rappresentazione, la più “convincente” possibile, del proprio
oggetto.>>
6
(Fabietti/Matera, 1999, pag. 39)
Per il suo lavoro, ogni antropologo, deve quindi legittimare il carattere
scientifico della sua impresa, un carattere che in prima battuta non potrebbe
5
Ugo Fabietti e Vincenzo Matera, Etnografia. Scritture e rappresentazioni dell’antropologo,
1999. Pag. 16
6
Ibidem. Pag.39
9
apparire evidente. Ecco perché a partire dalla prima metà del 1900 alcuni autori
presero l’abitudine di inserire prima di ogni loro lavoro, i metodi di ricerca su
cui avevano basato poi la loro scrittura etnografica.
Come notano Fabietti e Matera
7
se questi elementi in più servivano a
conferire rispetto scientifico per la ricerca antropologica, non è detto che quegli
stessi strumenti fossero stati seguiti alla lettera.
Poteva accadere, infatti, che per varie esigenze queste “regole
metodologiche” non fossero rispettate, in quanto sostituite, ad esempio, da altre
più idonee a quella circostanza.
La maggior parte dei tentativi di fondazione dell’autorità etnografica,
hanno fatto e fanno riferimento all’osservazione diretta.
Infatti un etnografo, non potrà mai basare un suo resoconto solo su un
“sentito dire”, ma dovrà recarsi lui stesso e constatare la veridicità del fatto.
Non sempre comunque l’antropologo ha partecipato a quello che ha scritto, in
questo caso, dovrà comunque precisare la fonte da cui è pervenuta
l’informazione.
La questione etnografica rimase, però, sospesa su un filo, fino a quando
- <<di solito si pensa a Malinowski come al primo antropologo cui si deve
l’applicazione di questa formula di ricerca>> (Fabietti/Matera, 1999 pag. 244)
- gli antropologi decisero di vivere l’impresa etnografica su ogni piano, quindi
non più attraverso una osservazione diretta, bensì attraverso un’osservazione
partecipante.
Lasciando da parte, per il momento, i problemi che potrebbe portare
questo tipo di analisi si può dire che l’osservazione partecipante, <<è fondata
sul coinvolgimento (per quanto possibile) diretto dei ricercatori nelle attività
sociali, rituali, ecc.dei nativi (partecipazione) e, contemporaneamente sul
mantenimento, di quel minimo distacco implicito in ogni attività
7
Ugo Fabietti e Vincenzo Matera, Etnografia. Scritture e rappresentazioni dell’antropologo,
1999.
10
d’osservazione come garanzia della scientificità dell’impresa stessa.>>
8
Fabietti/Matera, 1999 pag. 244)
Di fatto, quindi, abbiamo due aspetti di questo tipo di analisi, da una
lato “essere partecipi” dall’altro “essere osservatori”, che comportano due
problemi tra loro collegati, da un lato, implicano l’immergersi in una forma di
vita culturale, dall’altro, conservare un distacco sufficiente per raccogliere i
dati etnografici necessari per poi tradurli in un resoconto.
9
Per quanto riguarda la mia esperienza, si precisa che l’osservazione è
stata sia partecipante che partecipata, in quanto da una parte i membri dei
gruppi maggiaioli sono stati informati della mia presenza, dall’altra io stessa ho
partecipato alla costruzione del carro e ai relativi coinvolgimenti che esso
comporta.
La scelta dell’argomento della ricerca di cui si riferisce in questa tesi è
scaturita grazie al mio interesse per lo studio delle tradizioni popolari e
soprattutto per il Cantamaggio Ternano.
L’impegno per questa ricerca è durato circa un anno, in questo arco di
tempo si è alternata l’osservazione partecipante, lo studio e gli approfondimenti
bibliografici a carattere storico, e antropologico.
Una volta identificato il problema da studiare mi sono diretta agli
archivi dell’Ente Cantamaggio Ternano per cercare i vari documenti,
immagini, poesie che potevano essere utili per la ricerca.
Scelti i documenti da prendere in considerazione, ho comunque
contattato la mia relatrice per stendere una sorta di indice provvisorio, per dare
così via alla prima stesura.
Abbiamo così deciso di impostare la ricerca in modo tale da
approfondire dapprima lo studio delle feste del maggio da parte di alcuni
antropologi come Paolo Toschi, Vincenzo Spera e Mario Fresta, per poi
8
Ibidem.pag 244
9
Ugo Fabietti e Vincenzo Matera, Etnografia. Scritture e rappresentazioni dell’antropologo,
1999, op. Cit.
11
passare all’analisi della festa del Cantamaggio Ternano, in modo tale da
comparare queste feste e notare quali elementi erano in comune e quali no.
Per la ricerca delle feste del maggio, il lavoro è stato di tipo
compilativo, mi sono rivolta sin da subito alla biblioteca dell’università
cercando il libro di Paolo Toschi, le origini del Teatro italiano, poi consultare
documenti scritti dall’antropologo Vincenzo Spera, che si è occupato delle
feste del maggio italiano a carattere laico/sacro, e infine, ho inserito le feste del
maggio come il bruscello, descritte dall’antropologo Mario Fresta, che hanno
elementi comuni al Cantamaggio Ternano, come, ad esempio, i cantori del
maggio che qui a Terni non hanno questo identico nome
10
, ma svolgono
tuttavia un lavoro simile.
Per quanto riguarda, invece, la ricerca etnografica, c’è stata da una parte
l’osservazione partecipante e partecipata del ricercatore, dall’altra analisi, come
già detto, di documenti storici relativi alla suddetta festa.
Grazie all’aiuto del Sig. Giuseppe Capiato, Presidente dell’Ente
Cantamaggio Ternano, sono riuscita anche a consultare documenti originali
archiviati all’Ente Cantamaggio Ternano.
Dopo una breve analisi di documenti è iniziata la ricerca etnografica,
intervistando i “carristi” e gli organizzatori della festa, purtroppo a causa di
problemi di organizzazione e di tempi, si è dovuto ridimensionare il numero
dei soggetti solo a coloro che hanno costruito i carri e un intervista più
strutturata al Presidente dell’Ente Cantamaggio Ternano.
I problemi legati al tipo di analisi, ovvero l’osservazione partecipante e
partecipata, avrebbero potuto essere molti, ma in realtà non si sono presentati,
da un lato perché ero già inserita nell’ambiente maggiaiolo da circa un anno,
dall’altra perché il contesto culturale che ho studiato appartiene anche a me.
10
I cantori vengono chiamati maggiaioli
12
Moltissimi potrebbero essere altri spunti di ricerca sul tema del
Cantamaggio Ternano, come ad esempio il ruolo degli immigrati, da me non
approfondito, che svolgono all’interno delle feste del Cantamaggio Ternano.
Ho scelto questa soluzione perché questo tema avrebbe comportato un
altro capitolo e ulteriori tempi di ricerca, basti solo pensare che le varie
comunità immigrate, soprattutto la Comunità Indiana, partecipa al
Cantamaggio Ternano dal 2006.
Oltre la questione del ruolo degli immigrati all’interno del Cantamaggio
Ternano sarebbe stato interessante studiare anche l’aspetto
dell’etnomusicologia dei canti maggiaioli ternani.
Figura 1 Taj: 'na corona d'amore eterno, gruppo maggiaiolo Comunità Indiana
- 4° Classificato ex equo 2008. Foto Cervelli
13