6
Per quanto riguarda la logistica di produzione stanno riscuotendo un certo
successo i sistemi di e-procurement e i nuovi sistemi APS, che hanno
migliorato rispettivamente il processo di approvvigionamento e di
programmazione della produzione. Mentre per quanto concerne la logistica
distributiva, Internet ha offerto alle imprese un nuovo canale di
distribuzione: il canale virtuale. Nonostante le grandi opportunità offerte
da Internet nella distribuzione dei beni digitalizzabili, per tutti gli altri
bisogna progettare un adeguato sistema logistico distributivo.
Perciò, abbiamo dedicato il capitolo quarto ad un’analisi teorica della
progettazione di un sistema logistico distributivo adeguato alle esigenze
del consumatore online. Questo capitolo è strettamente collegato con il
capitolo sesto e settimo, nei quali analizziamo due casi operativi di
successo: il supermercato virtuale Prontospesa e Pamacasa.
Il capitolo quinto prende in considerazione le principali problematiche che
le imprese devono affrontare per riconfigurare la catena di fornitura verso
il modello a rete. Queste problematiche riguardano la difficoltà delle
imprese di evolvere da una relazione transazionale ad una collaborativa, di
ridisegnare i processi interaziendali, di reingegnerizzare il sistema
informatico esistente e di gestire la resistenza culturale al cambiamento.
Questi sforzi sono necessari perché le aziende hanno compreso che la
concorrenza non è più tra le imprese, ma tra differenti reti di fornitura;
perciò è importante collaborare per ridurre i costi totali e per migliorare i
tempi di risposta, al fine di creare un’offerta a maggiore valore aggiunto
per il cliente finale.
7
I
La logistica nell’economia
interconnessa
_____________________________________________
8
1
Cenni storici
sulla logistica
_____________________________________________
1.1 Definizione di logistica
Prima di evidenziare come è cambiata la logistica nell’economia
interconnessa e di indagare le principali problematiche vogliamo precisare
il significato del termine logistica.
Questa precisazione è necessaria perché quando si parla di logistica si
rischia di fare confusione in quanto si pensa a delle realtà differenti. In
passato, la maggioranza degli operatori considerava con il termine
logistica la sola attività di trasporto.
In una recente ricerca del Censis
1
si è cercato di fotografare la realtà della
logistica in Italia attraverso un questionario, che è stato presentato a
seicento imprese manifatturiere e commerciali.
In particolare, è stato messo in luce il significato del termine logistica per
gli imprenditori italiani. Il 9% delle imprese identifica la logistica con il
trasporto delle merci, il 13% con il trasporto delle merci e di qualche
servizio aggiuntivo, il 49% con la gestione integrata degli ordini, delle
scorte e della produzione, mentre solo il 29% delle imprese definisce la
logistica come quella funzione aziendale che integra l’attività dell’impresa
con l’ambiente esterno riconoscendole così una valenza strategica
1
Censis, “Convergere sulla logistica”, in Censis, http://www.censis.it,1998.
9
determinante. Nonostante la maggior parte degli imprenditori abbia
compreso che la logistica non attiene solo al trasporto delle merci esiste
ancora poca chiarezza sul significato del termine.
Il Tecnical Committee del CEN ha definito la logistica come “The
planning, execution and control of the movement and placement of people
and/or goods, and of the supporting activities related to such movement
and placement, within a system organized to achieve specific objectives”,
che in italiano può essere tradotto nella “progettazione, esecuzione e
controllo della movimentazione e posizionamento delle persone e cose, e
delle attività di supporto relative ai movimenti e posizionamenti,
all’interno di un sistema organizzato, al fine di raggiungere specifici
obiettivi. Questa definizione è senza dubbio generica e poco chiara, ma è
espressa da una fonte sicuramente autorevole. Ciò dimostra la difficoltà
nel fornire una definizione esaustiva del termine logistica, che differisce
per l’ampiezza di visione con cui viene considerata questa materia.
L’AILOG
2
ha adottato la definizione del Council of Logistics
Management
3
che intende la logistica come “Il processo di pianificazione,
implementazione e controllo dell’efficiente ed efficace flusso e stoccaggio
delle materie prime, semilavorati e prodotti finiti e delle relative
informazioni dal punto di origine al punto di consumo con lo scopo di
soddisfare le esigenze dei clienti”.
Più semplicemente la logistica, secondo noi, può essere intesa come
l’insieme delle attività organizzative, gestionali e strategiche che
governano nell’azienda il flusso dei materiali e delle informazioni
dall’acquisto delle materie prime presso i fornitori fino alla consegna dei
prodotti finiti al cliente.
La logistica è quindi utilizzata come uno strumento di flessibilità estrema
per razionalizzare e per velocizzare i flussi dei materiali e delle
informazioni.
2
L’AILOG (Associazione italiana di logistica e di supply chain management) è nata nel
1978 per promuove lo studio, la conoscenza e l'applicazione della logistica nei suoi
differenti aspetti: tecnologico, organizzativo, economico, sociale e di impatto sul
territorio. Tra i soci AILOG figurano i più noti tra i logistici italiani: molti sono dirigenti
d'azienda, responsabili degli acquisti o della produzione (materials o distribution
manager), alcuni sono imprenditori, consulenti affermati e docenti universitari.
3
CLM (Council of Logistics and Management) è un’associazione professionale senza fini
di lucro per consentire ai logistici di sviluppare e migliorare le loro conoscenze logistiche.
10
1.2 La logistica dagli anni Ottanta sino ad oggi
Prima della comparsa della funzione logistica nessuno in azienda si
interessava dei magazzini, dei trasporti, delle scorte e in generale di tutte
quelle attività che poi andarono sotto il nome di logistica. Le imprese non
si interessavano dei processi logistici, nonostante i frequenti ritardi e gli
errori nell’evasione dell’ordine dei clienti, perché erano concentrate solo
sul produrre e sul vendere. La situazione cambia quando la concorrenza
diventa più intensa e i clienti esigono un maggior livello di servizio, infatti
gli imprenditori comprendono che se vogliono sopravvivere in questo
mercato devono migliorare l’economicità della gestione.
Attorno al 1975 negli Stati Uniti corre in soccorso delle imprese la
logistica che produce immediatamente una riduzione dei costi e un
innalzamento del livello di servizio.
Il direttore della logistica diventa il responsabile dei magazzini, delle
scorte e dei trasporti e si impegna sin da subito ad aumentare l’efficienza
abbattendo le scorte in eccesso, migliorando la gestione dei magazzini e
riducendo il numero dei depositi e nello stesso tempo riesce anche a
migliorare il livello di servizio al cliente in termini di affidabilità e
tempestività della consegna.
In pratica si verifica una sorta di paradosso: si migliorano le prestazioni del
sistema e nello stesso tempo si riducono i costi. L’enorme successo della
logistica deriva almeno in parte dall’utilizzo in ambito gestionale della
rivoluzione informatica che allora stava investendo le imprese.
Infatti, la logistica ha stimolato le imprese a sviluppare dei sistemi
informatici a supporto della gestione delle scorte, degli ordini, dei
trasporti, dei magazzini, della programmazione e delle previsioni.
Inoltre, la logistica ha fatto capire che cosa significa prendere una
decisione in azienda correlando il livello di servizio con i costi totali e
poiché è una funzione trasversale ha trovato i maggiori problemi e le
migliori soluzioni nell’area della interfunzionalità. I direttori della
logistica, per ridurre i costi totali, si sono dovuti scontrare con gli obiettivi
contrastanti della produzione, delle vendite e della finanza perché
11
perseguendo l’ottimizzazione delle singole aree funzionali non si ottiene
l’ottimizzazione del sistema azienda.
La logistica non ha avuto successo immediatamente, ma si è sviluppata
cominciando ad occuparsi dei magazzini e dei trasporti, per poi affrontare
il tema più complesso delle reti distributive e successivamente della
gestione delle scorte. Poiché la gestione delle scorte è collegata agli
approvvigionamenti e alla produzione, la logistica si occupa anche di
queste due ultime attività.
Oggi la logistica è chiamata ad uscire dai confini dell’impresa per gestire
tutta la catena di fornitura come se appartenesse ad un unico proprietario,
che non svolgerebbe mai attività inutili, doppie e senza alcun valore
aggiunto.
Infatti non bisogna dimenticare che la logistica è stata la prima funzione ad
evidenziare i vantaggi che derivano dal gestire il flusso dei materiali
dell’azienda in maniera unitaria.
Questa capacità della logistica di coordinare il flusso dei materiali e delle
informazioni è particolarmente importante nell’attuale contesto economico
caratterizzato dall’emergere di reti di imprese, in cui ogni azienda si
specializza nelle attività che riesce a fare meglio.
Questa tendenza alla iperspecializzazione delle imprese, resasi necessaria a
causa dell’inasprimento della concorrenza e delle maggiori richieste dei
clienti, ha determinato l’outsourcing di molte attività logistiche e non,
trasformando un problema di coordinamento interno della catena del
valore in una problematica più complessa di gestione della catena di
fornitura di una rete di imprese.
Secondo noi la logistica conseguirà dei risultati importanti se saprà
conquistare la fiducia dell’alta dirigenza, che dovrà appoggiarla nel
ridisegno dei processi e nel coinvolgere le imprese partner verso una
relazione più collaborativa, come vedremo in modo più approfondito nel
capitolo quinto.
12
2
Il sistema logistico
integrato e Internet
_____________________________________________
2.1 L’impatto di Internet sui costi di transazione
Il concetto dei costi di transazione è stato introdotto per la prima volta da
Coase (1937) per spiegare l’esistenza delle imprese, anche se questo tema
è stato sviluppato soprattutto da Williamson a partire dalla seconda metà
degli anni Settanta.
I teorici dei costi di transazione si contrappongono ai neoclassici che
sostengono il ruolo del mercato come il miglior allocatore delle risorse.
Però se così fosse non si comprenderebbe l’esistenza delle imprese, perciò
i teorici dei costi di transazione cercano di rispondere a questo enigma.
Una prima risposta è che le imprese esistono perché grazie alla loro
struttura ed organizzazione interna riescono a coordinare meglio un certo
numero di transazioni
4
che se coordinate dal mercato comporterebbero il
sostenimento di un costo più elevato dovuto principalmente alla carenza di
informazioni. Perciò possiamo distinguere due modalità alternative di
governo delle transazioni: il mercato e l’organizzazione interna (o
gerarchia).
4
Per Williamson la transazione è il trasferimento di un bene o un servizio attraverso
un’interfaccia tecnologicamente separata e che comporta uno scambio di valori tra le
parti.
13
Le teorie sui costi di transazione si pongono allora l’obiettivo di ricercare
quale sia la modalità di governo migliore che permetta la riduzione dei
costi di transazione, avendo come fine ultimo la massimizzazione
dell’efficienza. Un’impresa per portare a termine una transazione deve
sopportare due tipi di costi: i costi di transazione e i costi di produzione
(fig. 1).
Fig. 1 – Le fasi e i costi della transazione
Possiamo dividere una transazione in tre fasi distinte ognuna caratterizzata
da una serie di costi diversi. La fase di ricerca comprende le attività di
ricerca delle informazioni necessarie per produrre un’interazione fra gli
operatori economici e per esplorare ed identificare le possibili alternative
di scambio. Queste attività comportano il sostenimento di costi, che
definiamo costi di contatto. Nella fase di negoziazione ricomprendiamo le
attività connesse alla negoziazione della transazione ed alla conclusione
del contratto con i relativi costi di contratto. La fase del controllo e della
regolazione comprende le attività di controllo dell’attuazione del contratto,
la regolazione delle deviazioni rispetto ai termini concordati e
l’imposizione di sanzioni che ristabiliscano le condizioni specificate nel
contratto. Abbiamo chiamato costi di controllo i costi per le suddette
attività. Come abbiamo detto il costo totale di una transazione è costituito
da due componenti, il costo di produzione e il costo di transazione, che è
dato dalla somma dei costi di contatto, contratto e controllo.
Secondo Williamson i costi di produzione sono più bassi nel mercato in
quanto si possono ottenere forti economie di scala difficili da raggiungere
14
nell’ambito della singola impresa. Ma se la transazione avviene sul
mercato l’impresa deve affrontare dei costi aggiuntivi per il controllo delle
attività svolte all’esterno e per la gestione del rapporto contrattuale e del
relativo contenzioso.
In generale il mercato consente di ridurre i costi di produzione ma presenta
degli alti costi di transazione, mentre con la gerarchia la situazione è
capovolta.
Perciò bisogna valutare l’alternativa make or buy cercando di minimizzare
il costo totale della transazione. Se esaminiamo i costi di transazione alla
luce di Internet sono enormi le potenzialità di riduzione di questi costi. Le
imprese hanno a disposizione sul Web numerosi intermediari virtuali, che
permettono di ridurre notevolmente i costi di ricerca.
Stiamo parlando dei motori di ricerca, dei mall
5
, degli agenti intelligenti
6
,
dei siti aziendali e in particolare degli e-marketplace, che oltre ad offrire
dei servizi di ricerca permettono di condurre l’attività di negoziazione e di
conclusione del contratto direttamente online. Secondo noi Internet
permette di ridurre anche i costi di transazione relativi alle attività di
controllo e di regolazione rispetto ai termini del contratto, ma richiede uno
sforzo delle parti coinvolte nella transazione in un’ottica di maggiore
collaborazione.
La tendenza verso la riduzione dei costi di transazione sembrerebbe
condurre secondo molti studiosi tra cui Malone
7
alla disintegrazione della
catena del valore, rendendo molto più conveniente il ricorso al mercato
rispetto all’organizzazione interna.
I teorici dei costi di transazione hanno individuato i fattori che
determinano i costi di transazione osservando le transazioni da tre punti di
vista: da quello degli attori coinvolti, dei beni o servizi scambiati e delle
risorse impiegate dalle parti.
5
Il mall offre al produttore e al cliente un’infrastruttura che facilita il contatto
commerciale, ricevendo in cambio un compenso. I mall possono specializzarsi secondo il
criterio geografico, merceologico e per categoria di consumatore.
6
Gli agenti intelligenti sono delle applicazioni informatiche molto simili ai motori di
ricerca, ma si differenziano per la capacità di personalizzare i contenuti attraverso
l’osservazione di chi naviga sul sito durante la ricerca. Le funzionalità degli agenti
intelligenti consistono nella raccolta ed elaborazione delle informazioni ottenute
attraverso Internet.
7
Scott Walter Giorgio, Murtula Mauro, Stecco Maurizio, Il Commercio elettronico,
ISEDI, 1999, pp. 650.
15
Fig. 2 – I fattori determinanti dei costi di transazione
Con riguardo agli attori coinvolti i costi di transazione sono associati ai
problemi di razionalità limitata, di comportamento opportunistico e dei
piccoli numeri. Negli ultimi anni le software house hanno introdotto delle
applicazioni del tipo DSS (Decision Support System), che supportano
l’attività umana nel prendere delle decisioni razionali grazie alle enormi
capacità di elaborazione dei computer moderni.
Ponendo l’attenzione sui beni o sui servizi scambiati analizziamo le
dimensioni dell’incertezza e della frequenza della transazione. Per poter
effettuare una transazione in condizioni di assoluta certezza bisogna
disporre di un contratto completo che specifichi chiaramente ciò che ogni
parte deve fare e definisca la distribuzione dei costi e dei benefici in ogni
possibile circostanza. Quindi nella realtà un contratto di questo tipo è
irrealizzabile.
Riguardo alla frequenza tanto più sono ricorrenti gli scambi tanto più è
conveniente costituire una modalità di governo appositamente dedicata alla
specifica transazione.
In base alle risorse impiegate dalle parti, per lo svolgimento della
transazione, esiste il problema degli investimenti specifici. Infatti,
possiamo osservare che all’aumentare della specificità delle risorse
materiali ed umane richieste da un certo investimento aumentano i costi di
transazione, mentre si riducono con l’aumentare della frequenza delle
transazioni perché aumentano i rapporti di fiducia e diminuiscono i
comportamenti opportunistici.
16
Vogliamo sottolineare ancora gli effetti della tecnologia, Internet in primis,
nel comprimere i costi di transazione, rendendo più conveniente il ricorso
al mercato. A sostegno di questa argomentazione vogliamo usare la
matrice seguente.
Fig. 3 – Matrice sulla convenienza delle forme di coordinamento
Se il prodotto è complesso e richiede un’elevata specificità delle risorse si
andrà a produrlo internamente (attraverso la via gerarchica), viceversa se
c’è una bassa specificità delle risorse e il prodotto è semplice si potrà
reperirlo sul mercato. Diversamente la scelta dipenderà dal fattore più
determinante. Le nuove tecnologie hanno influenzato entrambe le
dimensioni generando uno spostamento dalla gerarchia al mercato.
Infatti, lo sviluppo dei grandi database e della comunicazione elettronica
ha ridotto la complessità di prodotto determinando uno spostamento verso
l’alto della linea tra bassa e alta complessità. Inoltre la tecnologia della
produzione flessibile permette un rapido cambiamento da una produzione
ad un’altra perciò sono diminuite le problematiche connesse agli
investimenti specifici e ciò può essere rappresentato graficamente con uno
spostamento verso destra.
17
Come possiamo vedere dalla figura entrambi questi spostamenti allargano
la regione nella quale il coordinamento tramite il mercato è favorito a
scapito delle gerarchie.
Molte imprese grazie alle nuove tecnologie stanno ridimensionando
l’organizzazione interna, sfruttando i nuovi sistemi di interconnessione
elettronica per ottenere i vantaggi della gerarchia interna anche nelle
relazioni di mercato con i fornitori.
Questa struttura non è né il mercato né la gerarchia ma è
un’organizzazione a rete.
18
2.2 Le reti di imprese
Con lo sviluppo della tecnologia i mercati e le gerarchie hanno dato vita a
forme elettroniche di coordinamento: i mercati e le gerarchie elettroniche.
La rete Internet, oltre ad essere uno strumento rapido ed economico per la
pubblicazione, la raccolta e lo scambio di informazioni, può diventare un
nuovo strumento per fare affari e in particolare per supportare le
transazioni commerciali tra aziende e, tra le aziende e i propri clienti.
Si è scritto molto sui vantaggi dei mercati elettronici in termini di
abbattimento delle barriere di spazio e di tempo, di riduzione dei costi e di
incremento della competitività. In un primo momento si pensava che il
principale vantaggio dei mercati virtuali fosse nell’eliminazione degli
intermediari, e quindi negli enormi risparmi in termini di riduzione dei
costi di intermediazione. I fatti hanno invece dimostrato che gli
intermediari offrono un servizio logistico ed informativo rilevante nel
processo di creazione del valore per il cliente finale, con ciò vogliamo dire
che probabilmente Internet non sarà la causa dell’estinzione degli
intermediari ma di una loro riconfigurazione per migliorare le prestazioni
della catena di fornitura.
I mercati elettronici stanno riducendo i costi di transazione attraverso la
riduzione dei costi di ricerca delle informazioni, dei costi di trattativa e di
negoziazione e dei costi di controllo del regolare svolgimento della
transazione.
Internet permette anche di aiutare l’impresa nella riorganizzazione interna,
infatti migliora la flessibilità del sistema informativo trasformando la rete
locale in una rete Intranet. La gerarchia diventa così una gerarchia
elettronica, che consente di ridurre i costi di comunicazione tra filiali, tra i
dipendenti e l’azienda e i collaboratori esterni; in questo modo si sono
ridotti i tempi e i costi di organizzazione.
Le imprese devono andare oltre alla riorganizzazione della propria rete
Intranet, per estendere questa rete all’esterno verso i partner commerciali
in modo tale da creare un maggior collegamento tra i diversi anelli della
catena del valore.
19
Un’impresa collegata con i propri partner attraverso una rete Extranet, sarà
meno organizzata gerarchicamente e più affidata al mercato, ma allo stesso
tempo avrà dei solidi legami di collaborazione con le altre imprese sia a
monte che a valle della catena del valore.
L’azienda insieme ai propri fornitori e ai propri clienti andrà così verso un
nuovo modello di coordinamento: l’azienda a rete.
Quindi tra il coordinamento gerarchico in cui un’impresa è rigidamente
integrata e il coordinamento di mercato in cui un’impresa lotta con i propri
fornitori e clienti per conquistare la maggior fetta del valore, sembra
prevalere il coordinamento tramite la rete.
Infatti, l’azienda a rete essendo un modello ibrido tra mercati e gerarchie,
ridurrà da un lato i costi di transazione tra le varie imprese e dall’altro
eviterà il sorgere dei costi di organizzazione interni tipici delle grandi
imprese. Un’organizzazione così flessibile, ma allo stesso tempo
coordinata, è in grado di migliorare le prestazioni della catena di fornitura
riducendo i costi totali di canale e migliorando i tempi di risposta alle
richieste del mercato. Nel conseguimento di questi obiettivi, come
vedremo più diffusamente in seguito, gioca un ruolo fondamentale la
tecnologia Internet.
Come suggeriscono Normann e Ramìrez
8
la tecnologia ha aumentato la
capacità di creare valore delle imprese in quanto ha permesso di costruire
delle offerte più “dense” e più “liquide”. Dove per “densità” si intende il
numero delle opzioni interattive disponibili nella dimensione spazio-
temporale fornite dalla tecnologia basata su Internet, le quali risultano
maggiori se vengono confrontate con la situazione anteriore allo sviluppo
della rete.
Inoltre, la tecnologia contribuisce a rendere il lavoro “liquido”, poiché il
compito eseguito e tutti i lavori preesistenti richiamati per prepararlo
possono venir facilmente trasferiti tramite la rete.
Il fattore “liquidità” non si limita a fornire un accesso più veloce alle
risorse, ma permette di risvegliare il valore di risorse, come le
informazioni, che erano sottoutilizzate prima dell’avvento della rete.
8
Normann Richard, Ramìrez Rafael, Designing Interactive Strategy. From Value Chain
to Value Constellation, John Wiley & Sons Ltd, 1994, pp. 150 (Traduzione: Le strategie
interattivie d'impresa. Dalla catena alla costellazione del valore, Etaslibri, 1995).