I
Introduzione
Nello scenario competitivo globale, caratterizzato da mercati in costante evoluzione,
l’attività del moderno imprenditore deve essere sempre più sistematizzata e supportata
da strumenti adeguati di programmazione e controllo. Ciò significa che è necessaria
un’attività di analisi dinamica del contesto sia esterno che interno all’impresa, al fine di
pervenire ad una efficace pianificazione strategica ed operativa in grado di ridurre il
livello di rischio imprenditoriale e di guidare l’impresa verso il successo, nella
convinzione che l’intuito imprenditoriale da solo non sia più condizione sufficiente alla
creazione di vantaggi competitivi stabili e duraturi.
L’imprenditore, infatti, fin dal momento in cui concepisce la business idea, ha ben
chiaro l’obiettivo che intende raggiungere: possiede la cosiddetta visione
imprenditoriale; quest’ultima guida la persona nelle sue azioni, tuttavia ha un orizzonte
strategico e non operativo. Infatti è una sorta di guida invisibile, la base della
motivazione imprenditoriale, e definisce la filosofia di fondo per il raggiungimento dei
traguardi prefissati. Ma, in un sistema competitivo e di mercato estremamente
complesso ed evoluto, creare e sviluppare con successo un’idea imprenditoriale richiede
l’adozione di un approccio razionale, volto allo studio delle variabili economiche
interne ed esterne all’organizzazione aziendale ed in grado di adattarsi alle evoluzioni
del mercato. Per ottenere un simile risultato assume un ruolo fondamentale l’attività di
pianificazione, intesa non soltanto come strategica (visione imprenditoriale) ma anche
operativa. Strumento di questa condotta manageriale è proprio il business plan.
Il business plan è “la bussola dell’imprenditore”
1
, in grado di fornire elementi valutativi
indispensabili per corrette e razionali risposte manageriali alle sfide del mercato.
La tesi si sviluppa su tre capitoli. Il primo contiene la trattazione dei caratteri generali
del business plan: che cos’è, quali sono le sue funzioni e le caratteristiche necessarie per
renderlo efficace. E’ una parte fondamentale per capirne la logica di fondo.
Il secondo capitolo è dedicato alla struttura del business plan; non si vuole offrire una
guida esaustiva alla redazione, bensì un’analisi concettuale degli elementi che
compongono la struttura tipo di un piano d’impresa.
1
Borrello A., Il business plan. Dalla valutazione dell’investimento alla misurazione dell’attività
d’impresa, McGraw-Hill, Milano, 2002.
II
L’ultimo capitolo è dedicato alle diverse configurazioni di business plan in relazione a
due fondamentali direttrici di analisi: dal lato interno in considerazione delle diverse fasi
del ciclo di vita dell’impresa, e dal lato esterno a seconda del destinatario del
documento.
1
Capitolo I
CARATTERI GENERALI E LOGICA DI FONDO DEL
BUSINESS PLAN
1.1 Cos’è un business plan
Il business plan rappresenta uno strumento operativo fondamentale per gli imprenditori
o i manager che gestiscono un’impresa ovvero vogliono avviare e svilupparne una
nuova. Esso, in maniera organica e sistematica, esplicita tutti gli elementi che
compongono qualunque progetto imprenditoriale, al fine di pianificarli, analizzarli,
individuarne eventuali punti critici e valutarne tutte le possibili ricadute sia da un punto
di vista qualitativo, sia da un punto di vista quantitativo
1
. Quindi, oltre ad essere un
insostituibile strumento di apprendimento, questo documento consente una
presentazione efficace del progetto imprenditoriale che si ha intenzione di portare
avanti, in quanto permette la pianificazione e quindi l’esposizione organica dell’idea
imprenditoriale e i risultati di una sua possibile implementazione
2
. In questo modo è
possibile capire le potenzialità di crescita e di sviluppo di un’impresa esistente, nonché
verificare la fattibilità tecnica, economica e finanziaria di una nuova attività
imprenditoriale
3
.
Il piano d’impresa permette di ridurre i margini di improvvisazione, favorendo la
valutazione preventiva della bontà dell’idea imprenditoriale sia in termini di probabilità
di sopravvivenza che di potenzialità di sviluppo.
Il business plan è da intendersi come uno studio che da una parte include l’analisi del
mercato, del settore e della concorrenza, e dall’altra presenta il piano sviluppato
dell’azienda su come presentarsi, con quali prodotti/servizi, perseguendo quali strategie,
attraverso quale organizzazione; proiettando questa visione d’insieme nel breve periodo,
attraverso la quantificazione dei diversi elementi che consentano di determinare il grado
di attrattività economica e fattibilità finanziaria dell’iniziativa, e nel lungo periodo,
attraverso l’esplicitazione di una visione imprenditoriale chiara e coerente.
1
Bronconi G., Cavaciocchi S., Business plan: il manuale per costruire un efficace piano d’impresa, Il
Sole 24 ore, Milano, 2001.
2
Del Cogliano D., Polidoro M., Il business plan nelle imprese di servizi, Franco Angeli, Milano, 2002.
3
Lo Meo R. Il piano d’impresa: primo passo per l’imprenditore, Sviluppo Italia Sicilia., 2003.
2
Tuttavia, è necessario anticipare che non esiste una concezione unica di business plan.
Studiosi e operatori economici forniscono svariate versioni di ciò che a loro parere è un
business plan. In realtà, il piano deve semplicemente rispettare alcuni requisiti minimi
in termini di contenuti, mentre la sua forma è strettamente legata alla finalità per cui è
redatto.
Il business plan di solito è concepito come lo studio alla base della decisione di avvio di
una nuova impresa, ma limitare la sua funzione a questo obiettivo sarebbe estremamente
riduttivo
4
. Difatti il piano economico-finanziario ha una molteplice natura,
corrispondente alle diverse finalità che assolve. Concepito in modo corretto, è uno
strumento estremamente efficace sia nella fase della nascita o crescita dell’impresa, sia
in quella della gestione ordinaria corrente, sia in quella straordinaria del turnaround.
1.2 Le funzioni del business plan
Il business plan ha essenzialmente tre funzioni.
Innanzitutto si tratta di un piano che può servire da spunto per lo sviluppo di idee su
come gestire l’impresa; l’analisi dell’azienda a tutti i livelli, dal marketing al finanziario
e all’operativo, consente di mettere a punto le proprie strategie e di “sbagliare sulla
carta” invece che nella realtà
5
. Il business plan, con la definizione delle azioni e delle
relative tempistiche, rappresenta uno strumento che guida le principali scelte operative,
e in particolare le entrate in nuovi mercati, l’introduzione di nuovi prodotti o servizi,
l’utilizzo di nuovi canali distributivi, l’ampliamento del portafoglio clienti e il
reperimento delle risorse finanziarie, umane, organizzative e tecnologiche necessarie
all’implementazione degli obiettivi strategici. L’esplicitazione delle scelte strategiche e
delle azioni realizzative in un documento che sarà comunicato anche a terzi, implica un
preliminare vaglio critico da parte dell’imprenditore: in questo modo il processo di
strutturazione del piano diventa uno strumento di apprendimento che consente di
verificare la qualità di certe intuizioni manageriali e di ridurre quindi i rischi correlati.
Infatti la redazione del business plan implica generalmente un suo progressivo
affinamento: gli assunti errati, le aree di debolezza e le incoerenze sono così
progressivamente corretti.
4
Borrello A., Il business plan. Dalla valutazione dell’investimento alla misurazione dell’attività
d’impresa, McGraw-Hill, Milano, 2002.
5
Siegel E., Bornstein J., Ford B., Come si prepara un business plan. La guida Ernst &Young, Tecniche
Nuove, Milano, 1996.
3
In secondo luogo il business plan è uno strumento di verifica che consente di valutare la
performance effettiva dell’impresa nel tempo. In seguito su base periodica si dovrebbe
procedere ad una revisione del business plan per individuare i possibili scostamenti
dalla versione originale, valutare se questi siano stati utili o dannosi e stabilire le future
strategie operative dell’azienda. Il piano industriale, all’interno del processo di
pianificazione, consente ai manager di focalizzarsi sulla creazione di valore nell’ambito
di una visione di lungo periodo. Spesso le esigenze operative di breve periodo non
permettono all’imprenditore o al manager di dedicare tempo all’analisi delle dinamiche
settoriali, ai comportamenti dei competitors e all’individuazione di valide opportunità;
l’introduzione e il continuo miglioramento del processo di generazione strategica
contribuiscono, invece, a creare occasioni in cui è possibile sviluppare strategie
innovative che consentano di creare e mantenere il vantaggio competitivo.
Il terzo motivo per preparare un business plan è quello che quasi tutti ritengono sia il
suo scopo primario, ossia il reperimento di finanziamenti. La maggior parte dei
finanziatori ed investitori non decide di investire del denaro in un’impresa senza aver
visto prima un business plan. La redazione e il vaglio critico di tale documento
rappresentano un modo per prepararsi a spiegare e difendere le proprie scelte strategiche
nei confronti del mercato finanziario, al fine di limitare il rischio che esse non vengano
adeguatamente comprese e, per questo solo fatto, non approvate.
6
In conclusione, oltre a essere un fondamentale strumento di azione per l’imprenditore, il
piano d’impresa riveste un ruolo essenziale per gli interlocutori esterni che a vario titolo
sono coinvolti nella nuova iniziativa. In tal senso il business plan assolve sia a funzioni
interne che a funzioni esterne.
6
Borsa Italiana, Guida al piano industriale, Listing Guides, 2003.