sempre più aspetti della vita economica, sociale e culturale di ogni paese,
che trovano il loro posto all’interno di questo mondo virtuale.
Ogni giorno, nel mondo, decine di migliaia di persone attivano per
la prima volta la loro connessione a internet e, in larga misura, restano
piacevolmente intrappolati nella Rete. Essi rappresentano gli agenti del
cambiamento, certo con differenti livelli di consapevolezza, ma comunque
attori di un processo che si presenta ormai inarrestabile.
La Rete si presenta oggi in uno stadio evolutivo che la assimila, per
certi versi, alla prima generazione di radio libere. In ogni dove, spunta una
nuova fonte di informazioni, un flusso libero di idee, siano esse motivate da
ragioni ideali o da fini commerciali. Ma chiunque, o quasi, può
trasformarsi in un produttore di informazioni, in una agenzia di stampa o
in un piccolo editore. Con la rete crollano i costi di produzione fisica,
cessano di esistere i costi della distribuzione, le barriere economiche che
escludono milioni di persone dalla vita attiva di una nazione si riducono
sensibilmente, addirittura svaniscono . Tutto ciò sembra concretizzarsi in
un meraviglioso processo democratico. Eppure, gli ambiti di riflessione
che si aprono di fronte a tale scenario sono tanti e in costante evoluzione,
dal momento che anche il cyberspazio si evolve e con una rapidità tale da
rendere talvolta inutile cercare di compiere previsioni accurate per il
futuro. Molti sono ancora gli scenari che questa rivoluzione dischiude, al
di là dei soliti luoghi comuni. L’ uso del termine cyberspazio per descrivere
i mondi virtuali deriva dalla fantascienza, ma, per molti di noi il
cyberspazio, oggi, fa parte della routine quotidiana.
Lo sfondo è quello del superamento del modello della comunicazione
come trasferimento dell’informazione: non si può più ragionare in termini
di “emittenti” e “riceventi”, per una serie di ragioni teoriche e pratiche
che trovano negli ambienti della comunicazione mediata dal computer un’
evidenza anche fisica. Il nuovo paradigma della comunicazione che emerge
nel presente lavoro e che viene descritto nel
secondo capitolo, è quello della comunicazione come costruzione di un
significato condiviso.
Le situazioni della vita quotidiana non sono più concepite come dati
di cui prendere atto e da trasformare in informazioni da trasmettere ad
altri attori sociali, ma sono considerate dei contesti complessi, ambigui e
mutevoli i cui significati sono prodotti dagli attori sociali attraverso
un’opera incessante di negoziazione. La teoria di riferimento è quella che
vede nella realtà sociale il risultato di una costruzione discorsiva che si
fonde con l’azione sociale.
Le nuove tecnologie della comunicazione mediata dal computer,
attraverso i mondi virtuali che riescono a creare, ripropongono in modo
diverso i problemi del legame sociale. In un mondo caratterizzato dalla
mancanza di confini geografici e di barriere spazio-temporali, dalla
mancanza della fisicità delle persone, dalla mancanza di una autorità
centrale che riesca a regolare l’accesso o la vita all’interno del
cyberspazio, anche le relazioni interpersonali tra le persone sono destinate
a modificarsi, sia all’interno dei mondi virtuali, che nella vita odierna nel
mondo fisico.
Diversi possono essere gli approcci per studiare il mutamento della
realtà in cui siamo inseriti: economico, culturale, tecnico, sociale. Vista
l’accelerazione assunta negli ultimi anni dagli studiosi di materie
scientifico-sociali, ancora pochi sono gli aspetti che non sono stati
analizzati. Abbiamo deciso di adottare un approccio psico-sociologico, in
quanto crediamo che questa rivoluzione digitale porterà non solo dei
cambiamenti sostanziali sia nella struttura della società, così come oggi la
conosciamo, sia in quella delle diverse comunità esistenti nel mondo fisico,
ma che si evolveranno anche i concetti, quali l’identità e l’identificazione,
la solidarietà, l’interazione con altre persone e con la collettività, che sono
alla base di modelli interpretativi degli aggregati sociali quali le comunità
o la società.
E’ nel cyberspazio che possiamo discutere, scambiare idee,
assumere identità appositamente create, e infatti, nel terzo capitolo, si
descrivono le singole strutture che concorrono a “ridefinire” l’identità di
ciascuno in rete. Abbiamo la possibilità di creare nuovi tipi di comunità, le
comunità virtuali, dove ci coinvolgiamo al fianco di persone di ogni parte
del mondo, persone con cui teniamo conversazioni quotidiane, persone con
cui possiamo avere relazioni molto intime ma che forse non incontreremo
mai fisicamente.
Nella network society cresce il valore delle comunità; alla monotonia
e standardizzazione dell’era industriale tende a sostituirsi un tessuto di
relazioni e di collaborazioni, dove ogni membro di una comunità
arricchisce se stesso e tutti gli altri con uno scambio continuo di conoscenze
e di competenze. Qualcosa di simile alle “arti e mestieri” delle antiche città
italiane e fiamminghe, la cui ricchezza veniva non solo dal controllo (e
dalla condivisione) delle tecnologie ma anche dal sistema di competenze e
relazioni umane.
Il presente lavoro si prefigge lo scopo di andare ad indagare questa
nuova realtà virtuale, non tanto per formulare previsioni che potrebbero
essere sconfessate nell’arco di pochi mesi o di pochi anni, quanto per
creare una base di partenza che possa essere utilizzata nello sviluppo di
successivi studi.
I singoli navigatori sono i principali attori di questa realtà, ancora
per molti aspetti sconosciuta. Il bisogno di comunicare che è insito
nell’essere umano fa sì che queste persone non partecipino al cyberspazio
individualmente, ma si ritrovino a discutere, insieme ad altri con i loro
stessi interessi, su argomenti di diversa natura. Talvolta, da questi gruppi
di discussione, si può assistere alla nascita dei gruppi virtuali, l’oggetto di
indagine del nostro lavoro, presentato nell’ultimo capitolo di questa tesi.
CAPITOLO 1
La trasformazione dalle reti di calcolo alle reti di
comunicazione.
1.1 Excursus storico sulle reti.
L�attenzione comune verso le reti di computer � molto recente, ma
la tecnologia alla base dell�odierna Internet ha ormai una storia
consolidata. Secondo la ricostruzione pi� diffusa, questa storia trova le sue
radici nel contesto sociale del secondo dopoguerra, quando la Guerra
Fredda e la concorrenza scientifica con l�Unione Sovietica spingevano gli
Stati Uniti a grossi investimenti nei progetti di ricerca pi� vari. In quegli
anni furono finanziate moltissime ricerche su applicazioni anche non
direttamente belliche, ma di cui si poteva ipotizzare una qualche utilit�
almeno indiretta per applicazioni militari future.
In un clima storico cos� pesantemente condizionato dall�importanza
della superiorit� tecnologica sulle potenze avversarie, alla fine degli anni
�60 furono effettuati i primi esperimenti per collegare tra loro computer
remoti (Paccagnella, 2000).
La rete � un termine usato da coloro che sono in internet per riferirsi
ad esso. � quindi difficile definire cosa sia senza conoscere i termini che
usualmente si utilizzano nel linguaggio del cyberspazio. John Quarterman,
lo studioso di Internet e suo cartografo per eccellenza, si riferisce ad
Internet, e alle altre reti interconnesse, chiamandola la matrice nel suo libro
�The matrix�. Anche Tracey LaQuey (1990) afferma che: �La Matrice �
qualcosa chiamata rete dai cittadini di tutte le reti che la compongono. Il
termine � volutamente ambiguo perch� non si riferisce ad alcuna rete in
particolare, ma funziona bene per la vastit� della rete stessa. Se sentite
qualcuno che afferma di essere in Internet questo probabilmente significa
che potete contattarlo via e-mail.�
Con la velocissima espansione che Internet ha dimostrato in questi
anni, siamo messi davanti a una grande opportunit� di guardare e studiare
la nascita e crescita di una fantastica ed enorme nuova industria, le cui
dimensioni possono in un certo senso richiamare quelle della costruzione
del sistema di autostrade, del sistema postale, di quello telefonico, o di
quello elettrico. Per capire per� a che punto sia arrivato adesso lo sviluppo
della rete e per formulare delle previsioni riguardanti il suo sviluppo futuro
dobbiamo avere una chiara visione di quello che � stato il passato della
rete.
La prima rete �telematica� (neologismo derivato dall�incontro tra
informatica e telecomunicazione, vale a dire comunicazione a distanza)
comprendeva quattro elaboratori elettronici situati in altrettanti centri
universitari statunitensi
1
. Questa prima rete, antenata dell�odierna Internet,
fu conosciuta come ARPAnet, dal nome dell�agenzia (Advanced Research
Projects Agency Network) del Dipartimento della Difesa del governo
americano che finanzi� il progetto. L�idea della rete appartiene a Bob
Taylor, uno studioso di psicoacustica che in quel periodo ricopriva il ruolo
di direttore del programma di ricerche informatiche del dipartimento
(Guidotti 1997).
ARPAnet , che ufficialmente nasceva nel 1969 , presentava
alcune caratteristiche tecniche che furono ereditate in seguito da Internet e
che sono importanti ancora oggi per comprendere le politiche di governo
della rete. Una di queste caratteristiche era la ridondanza: grazie ad
un�innovativa tecnologia di scambio dei dati denominata �commutazione di
pacchetto� due punti qualsiasi della rete potevano essere messi in
comunicazione tra loro attraverso percorsi diversi.
1
University of California a Los Angeles , University of California a Berkeley, Stanford Research
Institute e University of Utah.
Una seconda caratteristica era costituita dall�architettura policefala,
senza un unico nodo centrale incaricato di smistare i dati tra tutti gli altri
nodi. Con la diversificazione delle piattaforme hardware e software, si
afferm� anche la capacit� di collegare standard informatici diversi tra loro.
Il risultato fu una rete estremamente robusta e versatile, in grado di
funzionare anche alla presenza di guasti presso uno o pi� dei suoi nodi
(Paccagnella 2000).
La rete � concepita, fin dall�inizio, come un sistema di
comunicazione in grado di garantire la massima sicurezza. E� progettata
per mettere in comunicazione tra loro calcolatori del tutto eterogenei e per
resistere a qualunque evento distruttivo. Nascendo per scopi militari, i
criteri fondamentali della struttura debbono favorire la sicurezza e
l�affidabilit�. I progettisti si pongono il problema di consentire
l�indipendenza di ciascun calcolatore della rete, facendo in modo che
nessuno di essi rivesta un ruolo preminente nello smistamento dei dati.
Ridondanza e assenza di un nodo centrale sono state talvolta interpretate, a
posteriori, come precise caratteristiche richieste dai militari per assicurare
la sopravvivenza della rete (ovvero della nascente infrastruttura
comunicativa informatica nazionale) anche in occasione di catastrofi
naturali o di attacchi bellici da parte della potenza nucleare sovietica. Una
rete policefala come quella che si stava implementando non presentava
punti deboli poteva sopravvivere anche se fosse stato distrutto un numero
imprecisato di suoi nodi.
All�inizio nel progetto sono coinvolti essenzialmente istituti di
ricerca pubblici e privati nonch� centri universitari. Nel 1972 trentasei
universit� e organismi di ricerca governativi erano collegati con questo
nuovo sistema e chiesero di diventare autonomi dall'agenzia ARPA e dal
suo sistema di networking chiamato ARPAnet: nacquero cos� nel 1983 il
sistema ARPAnet, per scopi di ricerca, ed il sistema Milnet, per usi militari.
Mentre Milnet � rimasto circoscritto all'ambito militare, ARPAnet ha
continuato ad espandersi dando origine a quello che oggi � conosciuto
come Internet (Guidotti 1997).
Nasce cos� il mito di Internet (veicolato soprattutto all�interno della
rete stessa, in innumerevoli documenti elettronici e pagine web) come
�creatura� sfuggita di mano ai militari, indistruttibile e incontrollabile per
sua stessa natura. E come tutti i miti, anche questo possiede radici storiche
(i finanziamenti effettivamente forniti dal Dipartimento della Difesa), la cui
reale importanza viene per� messa in discussione dagli studi pi� recenti e
disincantati che rivalutano l�indipendenza e l�autonomia della comunit�
scientifica e ridimensionano il ruolo delle agenzie militari.
Un�interpretazione complessiva della storia di Internet richieder�
probabilmente ancora qualche anno di riflessione. Per ora pu� comunque
essere utile ricordare alcune tappe storiche significative che hanno condotto
dall�ARPAnet dei militari e delle universit� all�Internet della
multimedialit� e del commercio elettronico. Nel suo disegno originale
ARPAnet era concepito per trasferire programmi e dati tra computer tra
loro distanti, ma era anche dotato di uno strumento per le comunicazioni
interpersonali: la posta elettronica (e-mail). In breve tempo scrivere e
leggere la posta elettronica divenne l'occupazione maggiore delle persone
collegate in rete: esse utilizzavano il network per collaborare a progetti ma
anche semplicemente per mantenersi in contatto. A meno di un anno dalla
piena messa in funzione di ARPAnet, furono inventate le mailing list
(indirizzari): questo sistema permetteva alle persone di spedire il messaggio
in un unico posto, dove un programma avrebbe provveduto ad inoltrarlo a
tutti gli iscritti alla lista, facilitando cos� la comunicazione tra un gran
numero di persone.
Da questo momento furono messi a punto nuovi e pi� efficienti
mezzi per facilitare le comunicazioni in quel network che oggi � chiamato
Internet. Il pi� popolare di questi mezzi � Usenet, il cui avvento risale al
1979, che viene inventato da tre studenti dell'Universit� del Nord Carolina
che volevano disegnare un sistema migliore, al posto di e-mail e mailing
list, per distribuire informazioni. Il software di Usenet permetteva alle
persone di leggere messaggi contenuti in una banca dati ripartita nel
network e divisa per soggetto (newsgroup), e di aggiungere i propri dati
alla banca.
Dunque nella prima met� degli anni �70, fu coniato il termine
Internet
2
per evidenziare la capacit� della rete di collegare sistemi
informatici eterogenei situati anche a grande distanza tra loro e in paesi
diversi. Il merito di questa flessibilit� � dovuto all�elaborazione di un
linguaggio comune in grado di essere �compreso� dal maggior numero
possibile di calcolatori, chiamato in termini tecnici �protocollo di
comunicazione� (Paccagnella 2000). Questa tecnologia pensata
inizialmente per collegare tra loro calcolatori ad usi militari o per la ricerca,
viene sviluppata in modo da poter essere implementata su computer di
qualsiasi marca e usando qualsiasi supporto per la trasmissione: la linea
telefonica commutata o dedicata, il ponte radio, le reti pubbliche a
pacchetto, ecc. ecc.. Tale protocollo � stato costruito a partire dagli anni
1973-74, ha subito nel corso del tempo diverse modifiche, e la sua
creazione e l�applicazione del suo standard di comunicazione da parte di
ARPA, � l�evento che da praticamente il via a quello che oggi � Internet.
Internet � infatti quell�insieme complesso di computer e reti, diffuse su
scala mondiale, collegate tra loro attraverso canali trasmessivi diversi
(cavi, onde radio, satelliti) e unite dal gruppo di protocolli denominato
Tcp/Ip (Trasmission Control Protocol / Internet Protocol). A partire dal
1971 fu sviluppato il primo sistema di posta elettronica in grado di
funzionare tra computer diversi, con la sintassi degli indirizzi in uso ancora
oggi (user @ computer). Si tratt� di un passo fondamentale: si pass�
infatti dalle reti di calcolo alle reti di comunicazione.
2
Internet deriva infatti da internetworking, vale a dire appunto "azione di interconnettere reti".
Nel 1986 un altro evento fondamentale: la nascita di Nsfnet, una rete
installata da un prestigioso ente scientifico governativo americano (NSF:
National Science Foundation) che si basa sulla tecnologia sviluppata da
ARPAnet. Nsfnet introduce gli strumenti telematici e di cooperazione a
distanza negli ambienti universitari, permette una sperimentazione accurata
delle reti di grandi dimensioni
3
e stimola i primi interessi da parte delle
industrie private.
Infatti, inizialmente con la rete Nsfnet, vengono messe a disposizione
di istituzioni non commerciali risorse elaborative enormi, concentrate in
cinque centri di calcolo dotati di �supercomputer�. Con questa
disponibilit�, sia le universit� con tutti i loro studenti, sia gli enti scientifici
non commerciali con i loro ricercatori sono incoraggiati a sfruttare
liberamente le enormi risorse di Nsfnet. Ci� agisce da stimolo culturale per
lo sviluppo dei collegamenti via posta elettronica, dei trasferimenti di file e
delle consultazioni d�informazioni a distanza.
Ma ancora pi� importante � che la Nsf con questa iniziativa da vita
ad una rete che consente collegamenti a larga banda, costituendo la vera e
propria spina dorsale della rete Internet cos� come � conosciuta oggi
(Guidotti 1997).
La svolta definitiva verso la rete telematica �di massa� si compie
nei primi anni�90. Infatti, nel 1991, la Nsf toglie le restrizioni sull�uso
commerciale della rete, mentre al Cern (il Centro Europeo per la Ricerca
Nucleare di Ginevra) vengono elaborati i fondamenti del world wide web.
Come molte invenzioni di successo, anche l�idea del world wide web, parte
con finalit� molto circoscritte e addirittura il suo ideatore, Tim Berners-
Lee, se ne occupa pensando ad un uso personale legato al suo lavoro. Egli
volle semplicemente permettere ai ricercatori del Cern di accedere alle
informazioni presenti nei diversi calcolatori senza dover necessariamente
conoscere linguaggi astrusi e sintassi complicate. Nasce cos� il WWW
3
Nsfnet raggiunger� i 100.000 nodi nel 1989.
(world wide web), un modo per organizzare documenti (testi, immagini,
suoni) registrati su un numero indefinito di computer. Una risorsa destinata
a diventare, in brevissimo tempo, la pi� popolare nell�ambito della rete
internazionale di Internet (Guidotti 1997). Nel 1993 presso un ente di
ricerca americano (il National Center for Supercomputing Application)
viene creato e poi diffuso gratuitamente Mosaic, il primo software di
navigazione sul web dotato di interfaccia grafica.
Da questo momento in avanti la rete si orienta sempre pi� verso un
uso popolare, con contenuti multimediali e itinerari di navigazione
semplici e intuitivi. Il web diventa anche la tecnologia d�elezione per il
commercio elettronico, essendo molto adatto all�allestimento di vetrine
virtuali in cui presentare e vendere prodotti o servizi.
1.2 Internet in Italia.
A partire dalla seconda met� degli anni ottanta, proliferano in
Europa e in Italia le reti locali. Si valuta che nel 1987 i nodi installati in
Europa fossero poco meno di 150.000. Di questi, circa 19.000 erano in
Italia (14.800 dei quali venduti nel solo 1986), configurati in diverse
migliaia di reti omogenee ed eterogenee, spesso aperte verso l�esterno con
canali di accesso verso grandi macchine o altre reti. In ambito scientifico
erano attive la rete del CNR, dell�INFN (Istituto Nazionale di Fisica
Nucleare) e, di fatto, quella universitaria, con i collegamenti tra i grandi
centri di calcolo di Milano (CILEA), Bologna (CINECA e CNAF) e Bari
(CSATA), ai quali erano collegate, con pochissime eccezioni, tutte le
universit�. Tali centri erano a loro volta collegati all�INFN , al CNR, a
ITAPAC, a EARN e, tramite il CNR di Pisa (CNUCE), a BITNET. Queste
reti permettevano lo scambio di posta elettronica fra ricercatori di vari paesi
del mondo. Per coordinare la gestione di queste risorse, il CNR, l�INFN e
l�ENEA cominciarono allora a pensare a un �Gruppo per l�Armonizzazione
delle Reti per la Ricerca� (GARR), sotto l�egida del Ministero per
l�Universit� e la Ricerca Scientifica e Tecnologica (MURST).
Il GARR nasce effettivamente nel marzo 1989, con sede istituzionale
al CNR di Pisa, da una convenzione di durata triennale tra CNR, INFN,
ENEA, CILEA, CINECA e CSATA. I partecipanti alla convenzione si
impegnarono per la realizzazione e la gestione di una Rete Nazionale della
Ricerca (Rete GARR), ricevendo a tal fine un contributo MURST di 5
miliardi di lire su fondi �infrastrutturali� previsti dalla legge finanziaria
1988. Il GARR, oltre a fornire il supporto per le reti della ricerca italiane
(con la collaborazione di Telecom Italia, che fornisce le linee dati
dedicate), � attualmente anche il referente istituzionale per chiunque nel
nostro paese voglia farsi assegnare gli indirizzi per collegare la propria rete
locale a Internet. Esso infatti fornisce servizi di NIC, NOC e NIS.
La chiusura del progetto originario di dorsale GARR e la scadenza
della convenzione tra i sei organismi hanno portato alla ridefinizione della
Commissione GARR, costituita in Organismo Tecnico Scientifico (OTS)
GARR con decreto del MURST del 13 gennaio 1994.
Il mondo delle reti italiane � stato quindi dominato a lungo
dall�ambiente della ricerca e dell�universit�, che fino a pochi anni fa
manteneva una schiacciante preminenza. Le reti universitarie si basavano
inoltre su varie tecnologie tra loro disomogenee (DECNet, SNA, X.25 e
OSI) e solo nel 1986 era stato effettivamente attivato, al CNUCE, il primo
nodo Internet (cio� basato su tecnologia TCP/IP). Anche in Italia per�,
come nel resto del mondo, il trend evolutivo di Internet � quello di un
aumento della presenza relativa del settore privato, sia nel campo dei
fornitori di accesso, sia in quello dei fornitori di contenuto, sia infine in
quello dell�utenza. Dal 1989 infatti anche societ� private hanno cominciato
a offrire servizi di connessione completa a Internet, scavalcando i limiti
amministrativi di accesso e uso accettabile della rete GARR, che escludono
qualsiasi accesso per fini commerciali o da parte di privati cittadini.
La prima � I2U, l�associazione italiana degli utenti UNIX, che d�
vita a IUNet. I2U non ha, almeno originariamente, dichiarate finalit�
commerciali, tanto � vero che, almeno inizialmente, la sede di IUNet era
costituita da alcuni locali messi a disposizione dall�Universit� di Genova.
Quando la natura commerciale dell�iniziativa cominci� a delinearsi
con maggiore chiarezza, il cordone ombelicale con il mondo accademico
dovette essere definitivamente rotto. IUNet divenne una societ� a
responsabilit� limitata e trasfer� la sua sede a Milano, per venire
successivamente incorporata nel gruppo Olivetti attraverso l�acquisizione
da parte di Olivetti Telemedia (Saraceno1995).
Negli anni novanta si assiste a un boom di Internet. Nel 1991 i nodi
italiani sono pi� di 1.000, e la soglia dei 10.000 verr� superata nel 1993.
Lo stesso GARR alla fine del 1994 prende atto della situazione. Dopo una
riunione alla quale presero parte i responsabili GARR ed i rappresentanti di
alcuni Internet providers nazionali, viene attivata (dapprima a titolo
sperimentale, per un periodo di tempo definito e con banda limitata a 64
Kbps) una connessione tra la rete GARR e i gruppi di reti commerciali
italiane, tramite gateway di interscambio, che l�OTS GARR individua nei
siti di CASPUR, CILEA, CINECA, CNAF, CNUCE e Politecnico di
Torino, al fine di razionalizzare l�uso dei link internazionali e facilitare
l�avvio dell�interconnessione della rete della ricerca italiana con le reti
commerciali.
Alla nascita di un vero e proprio mercato della connessione Internet
nel nostro paese mancava a questo punto solo un ultimo tassello: il venire
meno del monopolio pubblico della Telecom che, a causa dell�altezza delle
sue tariffe bloccava sul nascere ogni iniziativa in tal senso. Il primo passo
significativo in questa direzione si verific� all�inizio del 1994 con la
liberalizzazione del settore delle telecomunicazioni internazionali a lunga
distanza, allorch� il colosso europeo delle telecomunicazioni Unisource
(una societ� controllata per met� dalla statunitense AT&T e per met� dalle
PTT svizzere, svedesi e olandesi) stabil� a Milano un proprio punto di
presenza. Oggi, a parte qualche rara eccezione, praticamente tutti i
providers italiani utilizzano per i rispettivi link internazionali �carrier�
come Unisource o l�americana Sprint (Saraceno 1995).