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Introduzione
Il problema dell’identità in Rete oggi costituisce un aspetto di fondamentale
importanza. Considerando l’impatto che il Web ha riscontrato nell’era
contemporanea e l’incessante e rapida crescita di questo nuovo mezzo, questa tesi
volge l’attenzione al processo, essenziale per l’individuo, di trovare e definire una
propria identità, più precisamente, il modo in cui la persona conduce questo
percorso attraverso il fenomeno tecnologico e attuale del Web.
Si partirà da un’analisi dei processi generali sociologici e psicologici volti allo
sviluppo e alla definizione che l’individuo normalmente attua al fine di riconoscere
una propria identità: sia a livello individuale, sia a livello sociale. L’analisi
inizialmente condotta rileverà nell’ambiente in cui la persona è collocata un ruolo
di primaria importanza per la definizione di propri sé, tanto che l’individuo è
comunemente portato a modellare la propria identità in base al contesto sociale
esterno in cui si viene a trovare. Come conseguenza, l’analisi entrerà nell’ambiente
specifico del Web, partendo dalle sue origini e volgendo una particolare attenzione
all’evoluzione che ha subìto quest’ultimo e alle principali novità che la Rete ha
apportato per permettere lo sviluppo dell’identità di un soggetto attraverso essa.
L’evoluzione del Web è infatti caratterizzata dall’aver permesso di introdurre al
suo interno una dimensione del tutto sociale e comunicativa ponendo al centro
dell’importanza l’individuo e il suo particolare punto di vista. In tale e particolare
scenario si analizzeranno in seguito, i servizi, i modelli e le risorse offerte dal Web
per permettere una simile dimensione ad alto contenuto sociale; l’approccio con
cui la persona si avvicina a tale mezzo di interazione; e l’eventuale livello di
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adattamento dell’individuo a un contesto che pone delle basi molto diverse da una
comunicazione e un’interazione ordinaria tra determinati individui. Pertanto, si
entrerà nello specifico della comunicazione propria del Web, la Comunicazione
Mediata dal Computer, e le peculiari risorse e i particolari espedienti adottati
dall’individuo per avvicinarsi il più possibile a una dimensione relazionale adottata
con altre persone tipica del contesto reale. Giungendo, in fine, a volgere
l’attenzione ai processi psicologici scaturiti dal crearsi una propria identità virtuale
e, in seguito, a valutare gli aspetti positivi offerti dal Web e gli aspetti,
contrariamente, negativi con le relative problematiche ottemperate a scapito della
persona e della sua relativa conformità psicofisica.
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1. Costruzione di un’identità come processo sociologico
Paul Gauguin, celebre pittore post-impressionista che nelle sue opere mette al
centro la riflessione dell'esistenza, ha intitolato l’ultima sua grandissima tela:
Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?
Ma soprattutto Chi siamo?
Ed ecco, in uno dei più complessi quesiti esistenziali dell’uomo, la necessità di dare
origine alla propria identità o, dal punto di vista psicologico, la necessità di
descrivere il complesso di elementi del proprio sé.
Occorre riconoscere innanzitutto che il tema dell’identità è stato affrontato da
varie discipline, inizialmente se n’è occupata la riflessione filosofica lasciando il
campo, oggi, a materie come la sociologia e la psicologia. Questo ha potuto dar
luogo a una vastità molteplice di definizioni.
La sociologia pone sul piano principale il rapporto tra individuo e società. Da un
lato, la materia trova l’identità dell’uomo indefinibile in quanto il sistema sociale in
cui quest’ultimo deve regolare schemi definiti di comportamento risulta
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eccessivamente complesso e frammentato. Da un altro lato, il modello sociale in cui
l’uomo si trova a far parte lo includerebbe in un processo di azioni e reazioni
vincolate. In questo modo la sociologia determina il dovuto rilievo al carattere
relazionale dell’identità trovando nell’auto-riflessione e nell’auto-osservazione una
concretizzazione reale solo qualora rapportate a esperienze vissute con gli altri.
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La psicologia, invece, ha affrontato il tema dell’identità mediante varie proposte.
Gli psicologi dell’io trasferiscono l’attenzione soprattutto alla dimensione
personale e attiva della persona; l’uomo diventa cosciente delle proprie
caratteristiche, sperimentando la percezione della propria identità e acquistando
una certa consapevolezza di sé sia a livello razionale che a livello emotivo. Gli
psicologi sociali, invece, allacciano il processo di formazione della propria identità
alle influenze reciproche tra individuo e ambiente: ogni persona è un essere
arbitrario che dirige i propri comportamenti altrettanto arbitrariamente ed è in
grado di esprimersi tramite delle rappresentazioni sociali che vengono considerate
come ricostruzioni della realtà che l’individuo attua in concordanza, anche tacita,
con il gruppo a cui appartiene. Le rappresentazioni sociali permettono all’uomo la
consapevolezza di essere parte di un gruppo sociale che è un fattore emotivamente
essenziale per l’individuo e risulta un fattore di crescita della propria autostima.
Moscovici
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parla di tre processi fondamentali che riguardano la teoria delle
rappresentazioni sociali: l’oggettivazione, l’ancoraggio e la trasformazione
diacronica. L’oggettivazione è il processo di trasformazione di un concetto astratto
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Marino L. Identità e progetto, La nuova Italia, Firenze, 1987
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Moscovici S. Rappresentazioni sociali, Il Mulino, Bologna, 1989
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e insolito rispetto tipologie comuni in immagini concrete. L’ancoraggio riguarda
l’assegnazione di un nome e la sua relativa classificazione di ciò che è nuovo
all’interno di una struttura già esistente e nota. La trasformazione diacronica è
l’evoluzione e la correzione che una rappresentazione potrebbe subire nel tempo.
In definitiva tutte queste materie, insieme alla storia e alla cultura, insegnano che il
concetto di identità riguarda, da un lato, il modo in cui l’individuo considera e
ritrae se stesso come membro di gruppi sociali definiti. Dall’altro, il modo in cui le
norme di quei determinati gruppi concedono a ciascun individuo di pensarsi,
collocarsi e relazionarsi agli altri.
Si può derivarne che ognuno di noi riveste più ruoli dando luogo a diverse entità:
principalmente un’identità soggettiva e una oggettiva definita anche come identità
sociale.
A questo punto il primo passo da compiere è affrontare la sottile distinzione tra la
nozione di identità e il concetto di sé.
Alcuni autori sostengono che quello che una persona riesce a delineare di se stesso
rispondendo alla domanda “chi siamo” sia coincidente sostanzialmente con la
propria identità.
Augusto Palmonari
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, insegnante di psicologia a Bologna, ritiene che il concetto di
sé, benché abbia un’importanza rilevante all’interno dell'identità, ne rimanga in
ogni modo una parte settoriale inserita in un complesso più ampio. L’identità
riguarderebbe molteplici forme di conoscenza del sé: il riconoscere e il percepire
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Palmonari A. Psicologia dell’adolescenza, Il Mulino, Bologna, 1993
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se stessi, il richiamo alla propria mente di sensazioni e di ricordi o anche il
pensare a se stessi. Il concetto di sé, invece, prende forma nello studio sistematico
e razionale degli elementi prossimi a un individuo. E’ uno schema metodico delle
percezioni cognitive che la persona possiede circa se stesso nel momento in cui
tenta una propria auto-definizione.
Abbandonando pertanto la nozione puramente parziale, ossia il concetto di sé, si
andrà da qui in avanti a puntare innanzitutto su quello più esteso, vale a dire
l’identità, coinvolgendo così il complesso di elementi globale che costituiscono il sé.
Una prima definizione si può trovare nell’approfondimento condotto dallo
psicologo e psichiatra Giovanni Jervis
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. Jervis ritiene che l'identità sia tutto ciò che
caratterizza ogni individuo come unità singola e inconfondibile all’interno del
nostro sistema. Definizione che trova specifica nei diversi aspetti di cui è formata
l’identità. L’identità soggettiva è l’identità per sé: l’insieme delle caratteristiche di
un individuo così come il medesimo le percepisce e le descrive in se stesso;
l’identità oggettiva è l’identità per gli altri: la riconoscibilità di un determinato
individuo da parte di terzi ed è costituita a sua volta da tre principali modalità. La
prima di queste modalità è delineata dall’identità fisica o continuità corporea: i
tratti somatici che permettono di non essere confusi con un altro soggetto, in
questo caso il volto, essendo l’elemento maggiormente particolareggiato e
determinabile del corpo nel suo complesso, è il dato di maggiore rilevanza e, più
scientificamente, possiamo includere come particolare principale anche le
impronte digitali. La seconda è l’identità sociale: un insieme di caratteristiche che
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Jervis G., tratto dalla trasmissione Il grillo, Cos’è l’identità, 1998
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compongono i dati anagrafici e i dati personali di un individuo. Infine, la terza
modalità, è l’identità psicologica: la personalità, comprendente di una determinata
intelligenza e delle determinate attitudini, o la coerenza delle proprie azioni con i
relativi tratti specifici del carattere. Ognuna di queste modalità è subordinata a
modifiche date da un tempo di variabilità più o meno rapido. L’identità fisica
vestirà un mutamento graduale, è probabile che a distanza di un decennio l’aspetto
fisico non abbia subìto grosse variazioni, che saranno tuttavia evidenti nel giro di
trenta o quarant'anni. L’identità sociale, invece, può cambiare anche abbastanza
rapidamente, se un uomo ricopre un ruolo sociale elevato e decidesse di
abbandonare tutto per una vita meno agiata, la sua identità sociale sarebbe
cambiata nell’arco di pochi istanti. L’identità psicologica è molto complessa e
cambia piuttosto poco; ognuno ha un proprio carattere che si forma e dipende
maggiormente da fattori genetici di cui stabilizza gli elementi distintivi durante il
periodo dell’infanzia. Una volta consolidati questi elementi, la loro modifica risulta
un processo molto difficile.
Secondo l'indirizzamento di questo breve schema si può desumere che l’identità
soggettiva e quella oggettiva psicologica sono gli aspetti principalmente estesi e
complessi nel processo di individuazione di un’identità precisa. Si cercherà, quindi,
di entrare ancor più nello specifico in modo da chiarirne alcuni fattori
fondamentali e capire se e fino a che punto siano collegate tra loro.