Sono stati definiti alcuni dettagli del progetto, tra le quali le lastre
che separano il pesce dal ghiaccio, affinché questo non venga
contaminato dall’ acqua sporca. Il risultato raggiunto definisce la
forma dell’ oggetto, l’ ingombro e il posizionamento dei suoi com-
ponenti interni ed esterni, nonché, sotto l’ aspetto più tecnico, le
caratteristiche dei materiali e delle tecnologie utilizzate.
Le dimensioni di massima del prodotto, e il livello di dettaglio
necessario per alcuni piccole parti, limitano la realizzazione fun-
zionale di un modello fisico in scala 1:5. Tale modello è stato
realizzato in forma virtuale rappresentando il disegno e i dettagli
dell’espositore.
IX
Ringraziamenti
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ringraziamenti vanno a tutti i professori che durante il labora-
torio di Sintesi Finale mi hanno assistito dall’inizio alla fine.
In particolare alla mia relatrice, Marita Canina, e alla sua as-
sistente Venere Ferraro, ma sopratutto alla professoressa Anselmi,
grazie alla quale è stato possibile condividere un interessantissimo
laboratorio e una bellissima fase conclusiva del triennio di laurea
in disegno industriale.
Ringrazio anche tutti coloro che in fase di ricerca sono stati di
grande aiuto, tra i quale l’ Ing. Castorini, e molti uffici tecnici,
quali Mondel, Costan, e Oscartielle.
Grazie anche ai miei compagni Alessio e Giacomo, con i quali ho
condiviso il laboratorio.
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Brainstorming
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Fig.1 Mappa concettuale dei principali elementi coinvolti nella
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all’antichità ai nostri giorni si sono evolute le tecniche per
conservare il cibo. La conservazione del cibo ci permette
di avere alimenti freschi ogni giorno dell’ anno, miglio-
rando considerevolmente la qualità della vita. Tali evoluzione sci-
entifiche e tecnologiche hanno sconvolto il progredire stesso dell’
umanità, determinando significativi cambiamenti nell’ intero ciclo
di produzione e fruizione del cibo.
La possibilità di conservare e accumulare cibo ha permesso passi
evolutivi quali la divisione del lavoro, la diversificazione delle at-
titudini umani, punti nodali del nostro progresso.
I fattori che da sempre hanno costituito un limite alle tecniche
conservative e che maggiormente incidono sulla qualità di un ali-
mento durante la conservazione sono:
• la trasmissione della luce, in quanto alcune radiazioni cataliz-
zano reazioni indesiderate soprattutto su elementi fotosensibili;
• il contatto con gas, quali l’ ossigeno e l’ anidride carbonica
provoca ossidazioni, perdite di aromi e vitamine. In particolare
l’ossigeno permette la respirazione degli aerobi,
• l’umidità, interagendo con altri fattori, crea condizioni più o
meno favorevoli allo sviluppo microbico;
• il calore accellera tali reazioni;
• infine le sollecitazioni meccaniche sia di tipo dinamico (urti e
vibrazioni) sia di tipo statico (compressioni).
Sin dai tempi più remoti sono stati adottati diversi procedimenti
per conservare il cibo, quali la salatura, l’essiccazione al sole,
e l’affumicamento, metodi conservativi praticati sin dal tardo
periodo Paleolitico: nei paesi caldi si usava più l’ essiccazione, in
quelli freddi invece l’ affumicamento.
Un noto filosofo, Aristotele, consigliava di conservare le mele
avvolgendole in uno strato di argilla, così da isolarle dalle ossi-
dazioni.
Il sale, ebbe un ruolo importante nella storia della conservazione,
difatti avvennero molte guerre per il suo possesso, costituiva il
“salarium” e molte volte le istituzioni statuali ne controllavano la
produzione in regimi monopolistici. Procedimenti di conservazi-
one analoghi al sale furono l’aceto, l’olio, il miele, e lo zucchero.
Lo svantaggio nell’ uso di queste sostanze era costituito dall’ in-
terazione di tali agenti conservanti sul gusto di origine del pro-
dotto.Altre tecniche importanti furono la fermentazione, che sola,
o accoppiata alla salatura, diede origine a prodotti quali formaggi,
yogurt, crauti e salami.
Cenni storici sui metodi
di conservazione
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L’ accenno a questi metodi di conservazione, introduce un altro
elemento, che è sempre stato parte della nostra vita: il freddo. Gra-
zie a questa tecnica conservativa, i prodotti possono rimanere così
inalterati di gusto e sapore, ed essere conservati per tempi molto
lunghi.
Il freddo da sempre determina molteplici aspetti della vita umana.
Viene impiegato nel trattamento delle malattie, nella conservazi-
one del cibo, ma ha influito anche, per esempio nella strategia mil-
itare, ha determinato migrazioni, e ha definito le zone anacoretiche
della superficie terrestre.
La parola “freddo”, spesso viene associata all’ idea di neve e di
ghiaccio. E’ proprio in questa forma caratteristica, il ghiaccio, che
è da sempre stato sfruttato il freddo per la conservazione dei cibi,
grazie alle caratteristiche che esso ha di rallentare il rilascio di
sostanze enzimatiche che causano il deterioramento dei cibi.
Nel passato veniva utilizzata la neve: i sotterranei delle abitazioni
possedevano un luogo dove veniva stivato il ghiaccio in inverno,
così da poter mantenere per diversi mesi l’ ambiente a basse tem-
perature.
Le ghiacciaie venivano costruite in luoghi scelti con molta attenzi-
one: doveva infatti esserci un posto dove creare una pozza (laghet-
to) che doveva fornire il ghiaccio.
L’edificio veniva realizzato in forma cilindrica, in pietra, coperto
da un cappello con la paglia o in pietra ricoperto da terra.
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Fig 2 Sterilizzazione riserve alimentari
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Nel 800 iniziarono a diffondersi le prime ghiacciaie domestiche,
armadi in cui veniva stivato il ghiaccio a stecche.
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Fig.3 Le prime ghiacciaie per la conservazione degli alimenti
Fig.4 Esempio di ghiacciaia domestica
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Concepito addirittura alla fine del ‘700 e studiato sperimentalmente
nel 1824 da Michael Faraday, il ciclo frigorifero ad assorbimento
e’ stato messo a punto dal francese Ferdinand Carre’ nel 1859, con
una macchina di fabbricazione del ghiaccio basata sulla produzione
di freddo per evaporazione. Anche il fratello dell’inventore della
“ghiacciaia”, Edmondo Carre’, ha contribuito all’affermazione del
ciclo ad assorbimento con l’ideazione di un apparecchio costruito
su scala assai piu’ vasta.
Nel 1875 fu inventato il frigorifero a compressione, che sfruttava
la capacità di assorbire calore dall’ambiente quando evapora un
gas. L’ uso effettivo di questa tipologia di prodotto avvenne però
nel dopoguerra.
Arriviamo ai giorni nostri, in cui grazie alle scoperte scientifiche è
possibile ricreare il freddo in situazioni totalmente artificiali con l’
ausilio di frigoriferi e mezzi per abbassare la temperatura
1
.
Beneficiario in primis della refrigerazione è stato il settore pri-
mario, quindi le aziende di produzione della carne, dei formaggi,
dei prodotti ittici e, più in generale dei prodotti alimentari de-
peribili. Tali benefici si sono resi evidenti anche per le aziende
di trasformazione dei prodotti stessi (secondario). L’innovazione
del trasporto refrigerato a temperatura controllata ha portato un
vantaggio considerevole al commercio e al mantenimento di tali
1 wwwcibo360.it/alimentazione/chimica/conservazione/congelamento.htm
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Fig.5 Primi frigoriferi a compressione
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elementi deperibili.
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Il 27 Novembre del 1957 a Milano fu inaugurato il primo super-
mercato, tutt’ ora esistente, l’attuale Esselunga, ai tempi chia-
mato Supermarket.
Appena aperto il supermercato offriva solo 50 prodotti, ad es-
empio la frutta e la verdura era reperibile solo in alcuni partico-
lari periodi dell’ anno, mentre oggi l’ammontare varia dai 350 ai
400 articoli.
L’ idea di supermercato fu importata dall’ America, paese a forte
spirito imprenditoriale, a differenza di Milano e dell’Italia, re-
altà in cui lo sviluppo e la società di massa stava appena per
nascere.
Ciò spiega perchè è risultato difficile trasferire il rigido modello
americano in Italia.
All’interno del supermercato i prodotti erano disposti in scaffala-
ture e, in quanto una legge del 1938 non consentiva il servizio ai
clienti,alcuni alimenti, quali carni e pesce, venivano preconfezi-
onati. Quindi esisteva una forte abitudine al self -service, che col
progredire del tempo è cambiata spostandosi verso il servizio,
per tornare oggi di nuovo al bisogno di rendere tutto più pratico
e veloce.
Nel supermercato, il solo pesce commercializzato era quello
2. www.trasportiatp.it/generale/storia-refrigerazione.
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Fig.6 Primo supermercato italiano aperto in Italia in Via Regina
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surgelato, disposto all’ interno di banchi refrigerati, simili a quelli
odierni, dove il cliente poteva facilmente scegliere da sè ciò che
più gli interessava acquistare e dirigersi verso le casse.
Le pescherie sono entrate a far parte della GDO solo intorno agli
anni ‘80, proprio per commecializzare anche il pesce fresco e de-
congelato oltre che quello surgelato, offrendo al cliente il servizio
di un’addetto per la scelta, la pesatura e il confezionamento.
Da qui nasce l’idea dei banchi a letto di ghiaccio, che rifacendosi
ai comuni banchi del pesce dei mercati, si adatta ad un nuovo
contesto, quello del supermercato.
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Fig.7 Banchi espositivi per carni e prodotti ittici preconfezionati
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Secondo il nuovo dizionario Internazionale del Freddo edito
dall’ IFF, il termine “catena del freddo” indica la continuità
di mezzi impiegati in sequenza per assicurare la conservazi-
one a bassa temperatura di derrate deperibili dalla fase di produzi-
one al consumo finale. (Panno)
L’ uso del termine “cold chain “ pare che risalga al 1908, quando
A. Barriwer lo adoperò per la prima volta.
Quando si parla di CATENA DEL FREDDO il primo pensiero è
sui surgelati anche se non é la sola categoria alimentare interessata
a questa importante “ catena”, garanzia di qualità, igiene, e sicu-
rezza alimentare.
Hanno infatti una loro catena tutti quei prodotti che dal produttore
al consumatore devono essere mantenuti ad una data temperatura
anche superiore ai 0 gradi C, come nel caso dei refrigerati.
I surgelati si contraddistinguono da questo panorama perché devo-
no essere mantenuti ad una T inferiore ai 18 gradi C, requisito che
contribuisce al mantenimento qualitativo del prodotto.
L’ iter dei prodotti surgelati può essere schematizzato con una serie
di operazioni:
• carico del prodotto su appositi mezzi di trasporto;
• scarico ;
• trasporto del prodotto in pedane (unità di trasporto dei car-
toni);
• trasporto in cartoni (contenitori delle singole confezioni);
• stoccaggio in celle frigorifere intermedie
• carico dei bancali di vendita
Ogni singola operazione è vista come l’ anello della catena, in cui
non si deve mai innalzare la temperatura del prodotto surgelato;
l’ unione di questi anelli costituisce “ la catena del freddo”.
Più in generale, essa è formata dai seguenti anelli:
• conservazione del prodotto appena raccolto; se si tratta di un
vegetale, si procede all’ abbattimento rapido della temperatura
( prerefrigerazione);
• lavorazione del prodotto in ambiente refrigerato;
• stoccaggio in magazzini frigo presso il produttore;
• trasporto dal centro produttivo al centro di deposito;
• distribuzione ai centri di produzione e di vendita;
• conservazione nei punti vendita presso armadi refrigeranti;
• trasporto dal punto vendita al luogo di consumo;
• conservazione all’ interno di frigoriferi domestici.
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La catena del freddo
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Fig.8 Percorso della catena del freddo
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La catena del freddo dei prodotti alimentari all’ interno del super-
mercato è solo una piccola parte del continuità di mezzi impiegati
in sequenza per assicurare la conservazione a bassa temperatura di
derrate deperibili.
Questo segmento trascura infatti la fase di produzione e quella
del consumo finale; comprende invece l’ arrivo del surgelato al
centro di distribuzione e vendita, la conservazione presso questo
in appositi banconi e armadi refrigerati e da qualche anno anche
il trasporto fino al luogo di consumo, grazie ai progressi dell’ e-
commerce.
La finalità della catena è quella di mantenere in uno stato di con-
servazione ottimale i prodotti freschi, surgelati e salumi ( tre cat-
egorie di prodotti differenti, che necessitano ciascuna particolari
controlli e attenzioni).
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Fig.9 Dettaglio della catena del freddo nel contesto del supermercato
La catena del freddo all’interno della
grande distribuzione organizzata
(Panno, Prof. Giuseppe : la catena del freddo dei prodotti alimentari)
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