1.2 DEFINIZIONI
Aspetto Ambientale: “elemento delle attività, dei prodotti o dei servizi di
un'organizzazione che può interagire con l'ambiente”.
Azione Correttiva: “azione tesa ad eliminare la causa di una non conformità
rilevata”.
Azione Preventiva: “azione tesa ad eliminare la causa di una non conformità
potenziale”.
Datore di lavoro (DdL): “è il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il
lavoratore o, comunque, il soggetto che, secondo il tipo e l'organizzazione
dell'impresa, ha la responsabilità dell'impresa stessa ovvero dell'unità
produttiva”.
Efficacia: “grado di realizzazione delle attività pianificate e di conseguimento dei
risultati pianificati”.
Efficienza: “rapporto tra i risultati ottenuti e le risorse utilizzate per ottenerli”.
Impatto ambientale: “qualsiasi modificazione dell'ambiente, negativa o benefica,
causata totalmente o parzialmente dagli aspetti ambientali di un'organizzazione”.
Medico competente: “medico in possesso della specializzazione in Medicina del
Lavoro o della Docenza in Medicina del Lavoro o dell'autorizzazione alle
funzioni di Medico competente di cui all'art.55 del D.leg. n 277/91”.
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Miglioramento Continuo: “processo ricorrente di accrescimento del Sistema di
Gestione Ambientale per ottenere miglioramenti della prestazione ambientale
complessiva coerentemente con la politica ambientale dell'organizzazione”.
Non Conformità: “mancato soddisfacimento di un requisito”.
Organizzazione: “organismo costituito da più elementi decisionali che
interagiscono tra di loro per il raggiungimento di un obiettivo comune; nel nostro
caso organizzazione è ogni gruppo, società, azienda, impresa, ente o istituzione,
ovvero loro parti o combinazioni, in forma associata o meno, pubblica o privata,
che abbia una propria struttura funzionale e amministrativa”.
Pericolo: “proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore (materiali,
attrezzature, metodi e pratiche di lavoro) aventi il potenziale di causare dei
danni”.
Processo: “insieme di risorse e di attività tra loro interconnesse che trasforma
entità in ingresso in entità in uscita. Sono processi (in senso più ampio) sia quelli
che consentono la realizzazione fisica del prodotto o servizio
(approvvigionamento, produzione o erogazione di servizi, consegna, ecc.) sia
quelli connessi all'area gestionale, cioè alla gestione del sistema organizzativo
(pianificazione, gestione risorse, ecc.). In questo caso l'ingresso non è materiale,
come nel caso dei processi produttivi, ma è rappresentato da informazioni; ad
esempio la pianificazione riceve in ingresso la politica del Sistema e fornisce in
uscita piani e programmi”.
Rischio: “probabilità che sia raggiunto il limite potenziale di danno nelle
condizioni di impiego, ovvero di esposizione ad un determinato fattore”.
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RLS: “rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza”
RSPP: “responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione”
Sistema di Gestione (SdG): “sistema per stabilire politica ed obiettivi e per
conseguire tali obiettivi. I requisiti fondamentali di un sistema di gestione sono la
politica, gli obiettivi e le responsabilità; i mezzi di attuazione sono la
pianificazione, l'esecuzione, il controllo e il miglioramento”.
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1.3. NORME DI RIFERIMENTO
Nel presente trattato troveremo una dettagliata illustrazione delle norme:
•UNI EN ISO 9001:2000 – Sistema di Gestione Qualità (SGQ)
•UNI EN ISO 14001:2004 – Sistema di Gestione Ambientale (SGA)
•OHSAS 18001:2007 – Sistema di Gestione Sicurezza (SGS)
•SA 8000 – Social Accontability 8000 ( Resposabilità Sociale 8000)
Tuttavia bisogna sottolineare l'esistenza di una molteplicità di ulteriori norme a
fronte delle quali le imprese richiedono la certificazione per sé stesse o per i loro
prodotti.
Citiamo un breve elenco di norme a titolo esemplificativo e non esaustivo, che
possono essere di interesse per le cooperative oggetto di analisi:
•ISO 22000 – Sistemi di Gestione della Sicurezza Alimentare.
•ISO 22005:2007 – Standard internazionale sui Sistemi di Gestione della
rintracciabilità di filiera che completa le serie ISO 22000 sulla sicurezza
alimentare.
•ISO 13485:2003 – Specifica i requisiti per i Sistemi di Gestione della Qualità
che permettono ad una organizzazione di dimostrare la sua capacità di fornire
dispositivi medici e relativi servizi conformi ai requisiti dei clienti e ai requisiti
regolamentari applicabili a tali dispositivi.
•UNI 10617 – Impianti a rischio di incidente rilevante.
•SQAS – Safety and Quality Assessment System.
•MARCATURA CE DEI DISPOSITIVI MEDICI – Hanno la finalità di garantire
la sicurezza e la protezione della salute dei pazienti , degli utilizzatori e di
eventuali terzi durante l'uso di tali prodotti.
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1.4. LA NORMA UNI EN ISO 9001:2000
Il termine Qualità è ambiguo, ovvero non ha un significato univoco ma ogni
persona attribuisce a questo concetto un significato diverso, frutto delle personali
esperienze, modo di essere e di pensare.
La Qualità è quindi una caratteristica del pensiero e dell'espressione, individuata
mediante un processo proprio di ogni singolo individuo.
Nei prossimi paragrafi illustrerò lo sviluppo del concetto di Qualità avvenuto nel
corso degli anni, con cenni storici e legislativi.
Bisogna però sottolineare che questo concetto è stato senza dubbio la prima vera
innovazione in ambito industriale.
Vedremo che tutte le cooperative prese in esame in questo elaborato danno un
ampia importanza a questo aspetto.
Infatti queste aziende, oggetto della mia tesi, hanno ritenuto opportuno
provvedere alla certificazione alle norme ISO 9000 per sfruttare i vantaggi
competitivi da queste derivanti e per poter partecipare ai bandi di concorso
pubblici che in seguito illustrerò2.
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2 Il possesso delle certificazioni è spesso un elemento imprescindibile per poter partecipare ad un bando
di concorso pubblico.
1.4.1 EVOLUZIONE DEL CONCETTO QUALITA'
Il concetto di qualità non è statico ma tende ad evolversi con il passare del tempo
e con il mutare del mercato e delle esigenze dei clienti
Questo ha radici antichissime, addirittura possiamo considerare la prima “guida
alla Qualità” un documento risalente al 1450 a.C. Scoperto in Egitto.
Il reperto archeologico illustra come un ispettore può verificare la
perpendicolarità di un blocca di pietra utilizzando una corda e dare le giuste
indicazioni al tagliatore3.
Risalendo alle origini, la storia ci mostra che i primi “ professionisti della
Qualità” fecero la loro comparsa con il nascere di un potere centralizzato, quindi
con i re, i faraoni o i capo tribù.
Si tratta, dunque, di una sorta di ispettori con poteri simili a quelli odierni.
Questi potevano accettare o respingere i prodotti che gli venivano proposti in
base a delle specifiche in precedenza elaborate.
Un palese esempio di specifica lo troviamo già nel 2150 a.C. Nel codice
Hammurabi.
Qui si descriveva la modalità secondo la quale dovevano essere costruite le case
e, addirittura, si prevedeva la morte per i responsabili di un lavoro non conforme
alle specifiche.
Tuttavia anche al tempo dei fenici troviamo severe punizioni per coloro che
svolgevano un lavoro senza seguire le specifiche indicate.
Si tramanda che la pena fosse l'amputazione di una mano.
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3 Fonte bibliografica: Laboucheix 1993
CONCETTO DI QUALITA' NEL MEDIOEVO
Nel Medio Evo iniziarono ad essere più evidenti le simultanee presenze di
compratore- utilizzatore e del venditore-produttore.
Per questo motivo la questione qualità divenne più esplicita.
Le corporazioni sembravano essere un sistema per gestirla in maniera efficiente.
Infatti ognuna di queste produceva delle regole relative al proprio settore, oltre
ad un sistema di formazione e controllo che faceva sì che il compratore fosse
sicuro della conformità dei prodotti.
Va sottolineato che mediante la trasmissione scritta del know how si garantì la
ripetibilità delle forniture , il quale è un concetto basilare nell'ambito della
Qualità, oltre alla preservazione del mestiere.
Tuttavia se da un lato questo struttura portò ad un importante sviluppo
dell'economia, dall'altro rappresentò, in un certo senso, un limite per il progresso
in quanto le corporazioni vietavano ogni miglioramento rappresentando un
ostacolo alle capacità dei lavoratori.
Un ulteriore segno tangibile dell'evolversi del concetto di Qualità fu l'apposizione
del marchio sui prodotti che avvenne in questa fase storica.
Infatti questo identificava la provenienza del prodotto e, quindi, indicando il
produttore, rese possibile determinare le responsabilità relativamente alla Qualità
del prodotto.
Anche nella Francia dell’età moderna (1500-1750) il potere centrale fu
consapevole della necessità della qualità, quale garanzia per il continuo
miglioramento dei prodotti. Ad un ispettore dell’artiglieria francese si deve
l’elaborazione del principio dell’intercambiabilità, fondamento delle moderne
produzioni. I tre principi guida erano:
• la limitazione delle dimensioni a un insieme di valori standard;
• la determinazione delle tolleranze assegnata a tali valori standard;
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• la creazione di un sistema di controllo, che definisse le misure campione e gli
strumenti adeguati.
IL CONCETTO DI QUALITA' IN EPOCA INDUSTRIALE
In Gran Bretagna, alla fine del XVIII, ci fu la prima rivoluzione industriale.
Mediante questa il concetto di Qualità fu ulteriormente formalizzato.
Il più significativo cambiamento portato da questa rivoluzione fu il passaggio da
una produzione artigianale ad una produzione di massa.
Quindi da una manodopera qualificata, un potere decisionale estremamente
accentrato, una produzione basata sulla domanda del cliente e quindi molto
diversificata si trasla verso un tipo di produzione standardizzata e ad una
manodopera poco specializzata (quindi molto meno costosa rispetto alle
produzioni artigianali).
Un ruolo fondamentale fu anche giocato dall'innovazione tecnologica, infatti
furono inventati nuovi macchinari , ci fu un utilizzo molto intenso dell'energia
termica ricavata dal carbone , le merci iniziarono ad essere trasferire con l
utilizzo delle rotaie e ci fu l'introduzione del concetto di suddivisione del lavoro
che permise di velocizzare il tempo di produzione e ridurre l'utilizzo di personale
qualificato più costoso.
In questo senso possiamo dire che la produzione iniziò a dipendere sempre meno
dalla capacità dei singoli e sempre di più dalla progettazione e dalla
formalizzazione dei processi produttivi.
Nel 1890 incominciò la seconda rivoluzione industriale che portò ad ulteriori
cambiamenti.
Infatti si registrò una divisione del lavoro sempre più minuziosa che divenne,
addirittura, esasperata con l'introduzione della catena di montaggio di tipo
fordista. 14
Un importante elemento di innovazione della seconda rivoluzione industriale fu
lo sfruttamento dell'energia elettrica che consentì l'utilizzo di diversi dispositivi e
la possibilità di ridurre il personale impiegato nelle produzioni con
conseguenziale riduzione dei costi.
Concludendo possiamo dire che almeno nei primi anni dello sviluppo industriale,
la qualità era più un problema di chi comprava che di chi vendeva: il produttore
non si poneva ancora nell’ottica del cliente per andare incontro alle sue esigenze
e quest’ultimo, se insoddisfatto, poteva solo cambiare fornitore.
Il quadro mutò allorché, da un lato, la crescita della domanda e l’allargamento dei
mercati misero in crisi i metodi realizzativi tradizionali e, dall’altro, motivi
concorrenziali e di immagine resero necessario impedire che prodotti non idonei
raggiungessero il cliente.
Di qui in poi proliferarono le metodologie e i sistemi per definire gli obiettivi di
qualità ed assicurarne il soddisfacimento.
Naturalmente, accanto al sistema di produzione di tipo industriale, continuavano
ad esistere un artigianato ed una piccola industria per i quali l’ottenimento degli
obiettivi di qualità era ancora basato soprattutto sulla capacità di tipo artigianale
dei singoli.
E', tuttavia, durante la seconda guerra mondiale che i controlli basati sui metodi
statistici raggiunsero il loro apice in quanto veniva usata manodopera meno
qualificata che, ovviamente, era maggiormente soggetta al rischio di errore.
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